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Autore: Mary_la scrivistorie    29/12/2020    0 recensioni
Solamente due cose.
Uno, perché proprio “rime sparse”? Il titolo della raccolta si rifà al celebre titolo tratto da “Il Canzoniere” di Petrarca, «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono». Questo è il sonetto proemiale della raccolta, scritto intorno al 1350 e quindi dopo la morte di Laura, come dimostra il fatto che l’autore, in questo, componimento guarda in modo retrospettivo al suo amore infelice: Petrarca lo definisce un “giovenile errore” dal quale si è in parte liberato con la maturità, consapevole di essere venuto meno alla sua dignità di intellettuale e di essersi esposto alle derisioni del mondo. È appunto questo il caposaldo di questa raccolta: l’effervescenza dell’illusione dell’amore e il senso di vergogna che ne scaturisce. Sappiate che questa raccolta è il mio personale modo di perdonarmi e sigillare un capitolo della mia vita non tra i più idilliaci, ma un lieto fine almeno c’è.
Due, Mary è morta. Non cercatela perché non vi risponderà, non essendoci più. Avrete modo di appurarlo se mi seguirete in quest’esperienza. Ha cambiato nome, ha cambiato vita e pure fandom. Per questo ora si è data alla poesia – ma restate sintonizzati, poiché lei è come le scale di Hogwarts: le piace cambiare!
Genere: Poesia, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piccola ribelle

Piccola, esuberante ribelle
Spero che tu abbia assaporato quel dolente bacio
Perché da ora ne vedrai delle belle
Perché da ora non saranno rari i “Non ce la faccio”
 
Lui è un ragazzo d’epoca
La brezza degli anni Cinquanta in un sorriso da Adone
La spensieratezza che ogni suo poro evoca
Il Romeo che attendi impacciata al balcone
 
Ti illudi, delle sue promesse
Ti schiudi, alle sue rivelazioni
L’incanto è suggellato – domande concesse
Benvenuta in questo piccolo universo di privazioni
 
Questione di tempo!
Lui spende il suo durante quell’arcano pellegrinaggio
Tu il tuo a sognare una fuga lampo
Durante le notti stellate di maggio
 
Piccola, esuberante ribelle
Il tuo è lamento di sirena
Mentre fra le folle di ancelle
Attendi finalmente il termine della lena
 
Sei un ibrido dormiente
Attendi la metamorfosi
Quasi non sei più cosciente
Che il mondo è costituito solo da piccole dosi
 
Niente più gioia, niente più radici
Adesso imiti una galassia vagante
Appaiono irraggiungibili i ricordi felici
Sei a pieno titolo una mondana amante
 
Piccola, esuberante ribelle
Canti inni segreti al crepuscolo
Speri nella redenzione e ammiri le stelle
Ma il pianeta non è così minuscolo
 
Ce ne sono, come te
Ce ne sono, come me
Siamo soltanto altri membri di quella schiera
Mi raccomando, vanne fiera
   
 
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