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storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum
Ferisce più la penna.
Questa
storia partecipa al #giocodiscrittura del gruppo Facebook Caffè e
Calderotti.
Pacchetto
Genere: erotico
Personaggi: Etienne
Delacour, Molly Weasley.
Avvertimenti: Etienne e Molly appartengono all'universo di Battefield. Tuttavia, credo che questa oneshot sia comprensibile anche da chi non ha letto la long.
“Gli uomini o sono arroganti o sono stupidi.
E se sono amabili, si lasciano condizionare tanto
da non essere consapevoli di sé.”
Orgoglio e pregiudizio.
«Ripeti un po'».
Molly, seduta su un baule nel Dormitorio maschile del Quinto Anno di
Grifondoro, alza gli occhi al soffitto con un moto di stizza.
«Cosa c'è di difficile da capire?» domanda
spazientita, giocherellando con la tracolla della sua borsa di cuoio.
«Ho deciso di partecipare ad un concorso di scrittura su un
giornale Babbano» ripete sperando di essere chiara.
Etienne, comodamente spaparanzato sul suo letto a baldacchino con le
mani intrecciate dietro il capo, inarca appena un sopracciglio.
«E fin qui, ci siamo» afferma leggero, con un mezzo sorriso
sulle labbra. «La mia domanda è: perché hai bisogno
di me?»
Perché sono disperata e non so dove sbattere la testa, vorrebbe rispondergli ma si trattiene. Suonerebbe tremendamente patetico.
Forse è stato stupido e avventato ma quando l'aveva visto, la
sera prima, seduto su una delle poltrone della Sala Comune intento a
leggere un libro, era andata a chiedergli, senza tanti giri di parole,
se avesse programmi per il giorno successivo. Delacour, da bravo
mentecatto qual era, non solo l'aveva fissata come se fosse
improvvisamente uscita di senno – beh, forse, sì. Quale
persona sana di mente avrebbe voluto trascorrere una giornata con lui?
– ma aveva anche piegato le labbra in suo quel sorriso allusivo e
le aveva chiesto se era finalmente pronta ad ammettere i suoi
sentimenti per lui.
Inutile dire che Molly aveva avuto la forte tentazione di sottrargli il
libro – un tomo piuttosto voluminoso, perfetto per una commozione
celebrare – e sbatterglielo con foga in testa.
Però, con grande autocontrollo, si era ricordata che Delacour le serviva cosciente.
Almeno per il momento.
«Non so come affrontare il tema proposto» ammette lei,
tornando al presente e cercando di mascherare con disinvoltura
l'imbarazzo.
«E il tema sarebbe?» indaga lui, imperturbabile.
«Erotico» scandisce Molly, svelta. «Per questo mi
servi» ammette impacciata, rivolgendogli una lunga occhiata
significativa.
Etienne inarca le sopracciglia, sconcertato, sedendosi di scatto sul letto.
«Vuoi venire a letto con me?» domanda serio, sbarrando gli occhi azzurri.
«Cretino» lo apostrofa aggressiva, facendo una smorfia.
«Non lo farei nemmeno se fossi l'ultimo uomo su questo
mondo» sentenzia implacabile.
«Come vuoi» concede subito lui, più tranquillo.
È normale avere la tentazione di tirargli un pugno, vero?
«Permettimi, però, di metterti in guardia: anche Elizabeth
Bennet faceva tanto la schizzinosa, ma alla fine se l'è sposato
Mr Darcy» le fa notare, sorridendo deliziato.
Molly, irritata per quella frecciatina, alza le sopracciglia con superiorità.
«Ti stai davvero paragonando a lui?» domanda con scherno, guardandolo dall'alto in basso con pena.
«Nah, io non ho una rendita di diecimila sterline l'anno,
né possiedo la metà triste del Derbyshire» afferma
scherzoso Etienne. Poi corruga la fronte e socchiude gli occhi,
perplesso. «Quindi tu non hai mai...»
«Perdonami se mi sto preservando per un'occasione degna» sbotta Molly, sentendo le guance andare in fiamme.
«Davvero nobile da parte tua».
«Sei un coglione».
«Troppo buona, madame» sospira
lui, accomodante, appoggiando di nuovo la schiena ai cuscini.
«Allora, che cosa ti serve da questo coglione?» chiede
quieto.
Molly fruga nella borsa e recupera al volo la pergamena sgualcita dove
si è lambiccata il cervello per circa una settimana e il bando
del concorso. Si schiarisce la gola e raddrizza la schiena, pronta.
«Ho bisogno di un parere sulla scena erotica» spiega
spiccia, guardandolo decisa. «Io te la leggo e tu mi dici cosa ne
pensi. Credi di farcela o è troppo difficile per te?»
domanda aspra, incapace di trattenersi.
L'altro ridacchia, per nulla toccato. Il che irrita Molly ancor di più. Ma è possibile che non si arrabbi mai?
«Dovrei farcela» risponde mansueto, battendo una mano sul piumone. «Vieni».
«Dove?» chiede lei, smarrita e tremendamente ingenua.
«Qui, accanto a me» chiarisce Etienne, eloquente, indicando
con lo sguardo lo spazio sul letto al suo fianco. «Non ha senso
che stai a tre metri di distanza» constata logico, facendole
notare di essere seduta su un baule dall'altra parte della stanza.
Davanti al suo silenzio allibito, stende le labbra in ghigno
provocatorio.«Non ti mangio» rassicura divertito.
«Certo, perché ti risulterei indigesta» ribatte acida, inalberandosi.
Maledicendo lui e tutta la dinastia dei Delacour – meno Victoire,
Louis e Dominique –, Molly si alza e avanza verso il ragazzo con
la foga di un toro pronto a caricare. Gli si siede accanto con gelida
compostezza, come a dimostrargli che non è affatto turbata dalla
sua vicinanza né dal suo fascino.
Etienne, che sta cercando disperatamente di trattenersi dal ridere,
incrocia le gambe e sporge la mano verso di lei, prendendo la pergamena.
«Fammi prima leggere tutta la storia, almeno capisco meglio la
situazione» osserva pratico, mettendosi seduto. «Dammi
anche la piuma e l'inchiostro, nel caso beccassi qualche svista»
afferma, prima di immergersi nella lettura.
Molly deglutisce, iniziando interiormente ad agitarsi. Detesta questo
momento, l'attesa scomoda e pungente che precede sempre la valutazione
di un suo scritto. Di solito riesce a tenere a bada l'agitazione,
ripetendosi che ha fatto del suo meglio e che, per quanto feroci, le
critiche sono necessarie per migliorarsi. Dopotutto, come le ripete
sempre Prudence Pratt, la direttrice della rivista scolastica le Cronache di Hogwarts, chi è troppo sicuro di sé non dura un giorno nel campo dell'editoria.
Così, per distrarsi, finisce per guardarsi in giro. Il
Dormitorio, pur essendo abitato da esemplari maschili di bassa lega,
non è quel casino che immaginava. Sì, c'è qualche
calzino penzolante dai bauli, tre comodini sono ingombri di riviste sul
Quiddtich e per terra c'è qualche pergamena appallottolata e
pantofole rovesciate e sparse in giro, ma i letti sono fatti e
l'ambiente è pulito.
Molly, che prima di varcare la porta del Dormitorio aveva fatto un paio
di respiri per imporsi la calma e si era immaginata uno spettacolo
raccapricciante, con indumenti sporchi e un pavimento ricoperto di roba
rivoltante e non identificabile, deve ammettere a se stessa che i
ragazzi conoscono un minimo di pulizia e ordine.
Sbuffando annoiata, spia di sottecchi l'altro per vedere a che punto
è arrivato. Etienne ha la fronte lievemente aggrottata, gli
occhi azzurri che sfrecciano da una parte all'altra della pergamena e
le labbra appena socchiuse. Ogni tanto si ferma per scrivere qualche
appunto, prima di riprendere la lettura.
Ora che Molly lo osserva bene, si rende conto che i suoi capelli, alla
luce del pomeriggio, sono più bianchi che biondi e sembrano
incredibilmente soffici e in ordine. Mica come i miei, pensa lei, prendendo una ciocca di un rosso intenso tra le dita e studiandola con irritazione, che quando mi sveglio sembra che abbia passato tutta la notte a lottare contro una mandria di centauri.
In più quel grandissimo mentecatto ha una pelle candida, senza
alcun accenno di brufoli e rossori, le ciglia lunghe e delle labbra
piene ed invitanti. E come Victoire, ha la straordinaria abilità
di apparire affascinante anche con addosso un paio di pantaloni neri
della tuta e una felpa consumata grigia.
Molly socchiude gli occhi in un'espressione omicida. Morgana, che
nervoso crescere con qualcuno che è stato così tanto
baciato dalla sorte!
Ci crede che le ragazze gli muoiano dietro. Sembra un modello! È
sempre sorridente e carino con tutti e, per di più, qualche
volta sa persino utilizzare il cervello. Insomma, è quasi passabile.
A parte il fatto che è un subdolo manipolatore e metà
delle cose che dice sono solo per ingraziarsi studentesse e professori.
«Okay» Etienne la riscuote dai suoi pensieri vagamente
ostili, facendole sbattere le ciglia e riportando la sua attenzione sul
motivo della sua presenza in quella stanza. «C'è qualcosa
che modificherei ma, nel complesso, la storia non è male. Ho
letto anche il regolamento del concorso e, visto che hai un limite di
parole, io mi concentrerei sulla scena erotica e poi tornerei indietro
a sistemare la trama, tagliando alcune parti se necessario. Sei
d'accordo?» domanda efficiente.
Molly annuisce, stupita da tanta serietà.
«E del momento erotico che mi dici?»
«Non l'ho ancora letto, mi sono fermato un attimo prima»
spiega pacata davanti alla confusione di lei. «Leggimelo tu e
vediamo di tirar fuori qualcosa di sensato. Prego, madame» afferma, porgendole la pergamena con quel cenno ironico che le fa venire la tentazione di saltargli addosso.
Non con fini sessuali, sia chiaro.
Si inumidisce le labbra, prima di procedere con la lettura.
Ethan la strinse in una calda ma decisa stretta, fissandola dritta negli occhi. Cully ricambiò lo sguardo con lieve imbarazzo, prima di sentire di nuovo quelle labbra bramose su di sé. Lui la spinse verso il letto, iniziando a svestirla con crescente ardor-
«No,
no, ferma» la interrompe Etienne, esasperato. Si passa una mano
davanti agli occhi, scuotendo il capo e lasciandosi sfuggire un lamento
sofferente. «Non ci siamo. È tutto da rifare. Dai, Molly,
non stai scrivendo la lista della spesa. Bisogna fare sentire la
passione, l'eccitazione» sentenzia serio e inflessibile.
Molly spalanca gli occhi castani, attonita.
«Ed è quello che sto cercando di fare» si difende, senza però la consueta determinazione.
«Allora stai fallendo alla grande» decreta lui,
insensibile. Si passa una mano tra i capelli, pensieroso. «Prima
di tutto: dove scopano questi?» chiede pratico.
«Sul letto».
«Banale» commenta Etienne, secco.
Molly aggrotta la fronte e sgrana gli occhi con furia.
«Oh, senti, se me le devi far girare, dimmelo subito ch-»
«Voglio aiutarti» afferma lui, schietto, inclinando la
testa di lato. «Però devi accettare le mie critiche,
altrimenti che cosa ti serve a fare il mio aiuto?» domanda
ragionevole, facendola sentire una perfetta cretina.
Gli lancia un'occhiata gelida, raddrizzandosi fiera e impugna la piuma,
intingendo la punta nel calamaio, che ha precedetemene appoggiato sul
piumone.
«D'accordo, Delacour» sibila tra i denti, irritata,
cancellando le righe lette con uno schizzo rabbioso. «Sentiamo
questi suggerimenti».
Ethan increspò le labbra in un mezzo sorriso, prima di avventarsi sulle labbra di lei senza la minima delicatezza. La spinse all'indietro, mentre le mani di Cully si infilarono sotto la sua maglietta, accarezzando smaniose la pelle dell'addome.
«Già meglio» approva Etienne, dondolando il capo. «Siamo sulla strada giusta».
Si
mordono, più che baciarsi, mentre si strattonano via gli
indumenti di dosso. Cully succhia la pelle del collo di lui,
lasciandogli anche qualche lieve morso e sentendolo respirare sempre
più affettato quando la sua mano scende oltre il bacino,
avvolgendo la sua erezione.
Lo bacia con foga, continuando a muovere le dita con sicurezza sempre
maggiore, e Ethan si lascia andare ad un serie di gemiti che proprio
non riesce a controllare. Cully lo spintona in basso, contro il
materasso del letto, liberandosi con un unico movimento brusco
dell'intimo e salendogli sopra.
Si tolse i capelli dal visto con impazienza, il corpo bollente arso dal desiderio. Lo prese dentro di sé-
«Aspetta»
la ferma lui, all'improvviso. «Ho capito che vuoi andare al clou
ma così rischi di farlo troppo velocemente».
«Quindi che faccio?» chiede Molly, titubante, mordicchiandosi un'unghia.
Etienne si sporge verso di lei, sfiorandole la spalla con la sua e
avvicinando pericolosamente il suo volto. Molly si irrigidisce,
sentendo un fiotto insensato di calore bruciarle le guance e il cuore
accelerare il battito. Lui, ringraziando Morgana, sembra non farci caso
e le sfila la piuma dalle mani, grattandosi meditabondo la guancia
prima di scarabocchiare qualcosa sulla pergamena.
̶L̶o̶
̶p̶r̶e̶s̶e̶ ̶d̶e̶n̶t̶r̶o̶ ̶d̶i̶ ̶s̶é̶ ̶ Stava per prenderlo
dentro di sé quando Ethan, con un colpo di reni, ribaltò
la posizione, sovrastandola. Cully spalancò la bocca per la
sorpresa e respirò con affanno nel momento in cui sentì
la lingua di lui stuzzicale i seni, prima di essere sostituita dai
denti e dalle labbra.
Ethan lo fece più e più volte ancora, godendo
dell'appagante sensazione di averla totalmente sotto il suo controllo,
mentre le sue dita scivolavano sempre più in basso, verso il suo
ventre. Sentiva la pelle di lei tendersi sotto il suo tocco, smaniosa e
impaziente.
Molly inizia ad avere caldo. Chiaramente è perché ha indossato un maglione troppo pesante, certo non per l'imbarazzo. Chi se ne importa se ha il corpo di quel mentecatto contro il suo e la sua guancia che quasi le sfiora il viso. A momenti, manco se n'è resa conto!
Si
fermò solo un istante, respirando a fondo contro la pelle e
assaporando fino in fondo quel momento. Le dita di Cully, che fino a
quel momento avevano stretto i suoi capelli, si spostarono sulle sue
spalle e lo tirano in avanti, per poter baciarlo.
Ethan si staccò solo un attimo per poterla osservare in volto
con gli occhi azzurri così brucianti che Cully sentì il
fuoco, nel suo basso ventre, divampare. Si sentiva accaldata, schiava
di una passione che la stava consumando. Chiuse gli occhi, ma la
privazione della vista servì solo ad acuire ancor di più
l'eccitazione che provava.
Non vide Ethan sorridere ma lo sentì aprirle le gambe e
posizionarsi nel mezzo. Cully trattenne il respiro quando
avvertì la punta umida del pene sfiorarla.
Ti prego, supplica Molly, con il respiro corto, fa che finiscano presto. Non ce la faccio più.
Continua a scrivere quello che lui le sta dettando con furia, lo
sguardo spiritato e fisso sulla pergamena, sperando di concluderla il
prima possibile.
Maledetta lei e il momento che ha avuto la sciagurata idea di chiedergli aiuto!
Si sente il volto scottare, il sangue che pompa più veloce nelle
vene e una strana sensazione per nulla spiacevole – anzi,
è quasi elettrizzante – le annoda le viscere. In tutto
questo, le viene pure da vomitare quando realizza di avere le scalmane
per Delacour.
No, cioè, non è Delacour a provocarle tutta
quell'agitazione. È la situazione! Lui di certo non aiuta,
standole spalmato addosso come la marmellata sul toast.
Ethan
si spinse dentro di lei, trattenendo a stento un gemito di puro
appagamento. Cercò di dominarsi ma il controllo era evaporato
nel momento in cui aveva visto e udito il volto e la voce di lei,
sentito la pelle bollente sotto le sue dita. Strinse appena gli occhi,
iniziando a muovere il bacino con vigore.
La baciò, soffocando i gemiti di Cully con la sua bocca,
spingendosi ancor di più nel suo corpo, sempre più a
fondo, mentre le braccia di lei gli circondavano le spalle.
Sentì che l'orgasmo sarebbe arrivato in fretta ma non
accennò a diminuire il ritmo.
Lei venne per prima e si strinse a lui, cercando di contenere quella
sensazione stordente e totalizzante. Ethan diede qualche altra spinta,
il viso affondato nell'incavo del collo di Cully, le labbra contro la
sua pelle.
«E
l'amore trionfa!» esclama Etienne, fingendosi estasiato e –
grazie a Morgana, Godric e pure a Merlino – allontanandosi da
lei. «Adesso scrivi un bel finale ed è fatta».
Molly respira a pieni polmoni, portandosi una mano al petto. Le sembra
quasi di sentire il coro degli angeli cantare, quando si rende conto
che è tutto finito.
Molly Weasley, tu sei una sopravvissuta!, le mormora il suo cervello.
«È stato peggio di un parto gemellare» borbotta stremata, sventolando anche una mano per farsi aria.
«Addirittura?» domanda lui, distratto, stiracchiandosi.
Molly rimane un attimo imbambolata dalla porzione di pelle nivea che
intravede sotto il bordo della felpa. Poi si riscuote, dandosi
mentalmente della cretina, cercando di simulare un minimo di
dignità e asciugandosi con una manica del maglione il sudore che
le inzuppa la fronte.
Si sistema meglio sul letto, urtando con il ginocchio la borsa e
facendo scivolare fuori un libro. Etienne inarca un sopracciglio quando
riconosce quel volume come proprio, girandosi verso di lei con il viso
corrucciato in una muta domanda.
«Ah» sfiata Molly, agitata. «Vic mi ha chiesto di
restituirtelo» aggiunge, per smorzare l'imbarazzo che quegli
occhi azzurri le provocano, passandogli il volume di Cime tempestose.
Lui fissa con noncuranza la copertina, sdraiandosi sul letto e massaggiandosi il collo.
«Non credevo che fosse il tuo genere» considera lei, storcendo le labbra in un'espressione stupita.
«Non capisco cosa ci sia di così strano» replica lui, sereno. «È un classico».
«Sì, ma credo che tu sia l'unico ragazzo che conosco ad
averlo letto» spiega, osservando la pergamena su cui ha
rilasciato buona parte dei suoi liquidi corporei. «Insieme a
quelli di Jane Austen, Virginia Wolf e compagnia bella».
Etienne scrolla le spalle con disimpegno.
«Credo che lo abbia fatto anche Lupin» la contraddice, vago.
Molly arcua un sopracciglio, stirando le labbra in una smorfia eloquente.
«Solo perché ama leggere ma non credo che li abbia apprezzati. Sono troppo pieni di sentimenti» scandisce arcigna.
Etienne ridacchia lieve.
«È un peccato» constata quasi premuroso. «Avrebbe capito tante cose sul gentil sesso».
Lei arriccia le labbra, guardandolo con palese disgusto.
«Stai dicendo che basta leggere quattro libri per
comprenderci?» domanda con uno scintillio inquietante negli occhi
castani.
«Non proprio quattro e di sicuro serve un minimo di osservazione,
ma di certo sono utili» conferma placido, appoggiando il libro
sul comodino. Poi la fissa dritta negli occhi, con uno sguardo talmente
cristallino e serio che rischia quasi di farle venire il mal di pancia.
«Per amarvi, bisogna capirvi» illustra certo.
Molly, che dentro di sé sta combattendo una battaglia feroce per
rimettere in riga i suoi ormoni, storce il viso in una smorfia poco
convinta ma decide saggiamente di non ribattere.
«Sei stato abile con la scena erotica, lo ammetto» dice di
malavoglia mentre infila il bando del concorso e l'occorrente per
scrivere nella borsa. La pergamena la tiene aperta davanti a sé,
così da far asciugare l'inchiostro. «Immagino che
l'esperienza ti abbia aiutato. Avrai avuto un mondo di ragazze»
commenta con voce incolore.
«Meno di quelle che credi» ribatte lui, sbalordendola.
«Ad onor del vero, finora sono stato solo con due» continua
distratto.
«Ah sì?» borbotta Molly, sforzandosi per apparire
impassibile e ignorando la tentazione di soffocarlo con il cuscino.
«E chi sarebbero, se posso chiedere?» indaga pungente.
«Bethany Sheen e Kara Yarrow» risponde lui, senza problemi.
E ti pareva se non gli piacciono fighe, pensa lei, scuotendo la testa contrariata.
«Beh, non deve essere stata quest'esperienza divina se entrambe ora sono fidanzate con altri» rinfaccia tagliente.
Etienne scoppia a ridere, svagato.
«La prima volta con Bethany è stato un disastro»
ricorda allegro, non rendendosi conto che alla ragazza accanto a lui
sta per uscire il fumo dalle orecchie, tanto si sta innervosendo.
«Quanto a Kara... andavamo d'accordo solo quando stavamo entrambi
zitti» ammette senza vergogna.
Ora lo ammazzo, stabilisce Molly, imbufalita
non solo dalle parole di quel mentecatto ma dal fastidio che prova per
il grumo di sentimenti che le ribolle nello stomaco. A lei, di
Delacour, non è mai importato un fico secco. È sempre
stato così e sempre sarà, quindi perché diavolo si
sente – Morgana la salvi! - gelosa nel sentirlo parlare di altre
ragazze?
Tanto quella davvero pericolosa non è né Bethany
né tanto meno Kara ma la sua migliore amica. Che in questo
momento è felicemente fidanzata con quel pazzo lunatico di Lupin.
La vita fa veramente schifo, a volte.
«Che cosa mi dici di te, invece?» le domanda Etienne, riscuotendola dai suoi foschi pensieri.
«Che sono single» risponde lei, asciutta, stringendosi
nelle spalle con calcolata noncuranza. «Il che non è un
male considerato i casi umani che ho beccato fin'ora. Tobi mi irrita a
morte per la sua stupidità e il suo asfissiante desiderio di
compiacermi a tutti i costi. A parte il fatto che non credo di
piacergli davvero... voglio dire, nemmeno mi conosce, com'è
possibile che si sia innamorato di me? Cioè, è
comprensibile, sono meravigliosa e tutto, però non penso che
faccia sul serio» blatera con energia, aggrottando però la
fronte in una piega che esterna tutta la sua frustrazione.
«Quanto a Javier... grazie a Morgana, ne ho beccato solo uno
così. Arrogante, egoista, così pieno di sé da
poter volare senza l'ausilio di una scopa. Non ho idea di cosa ci
trovavo in lui ma fortunatamente sono tornata presto in possesso delle
mie facoltà mentali. Se penso al modo in cui mi sono fatta
trattare, mi viene un gran nervoso» ringhia sdegnosa,
fomentandosi al ricordo. «Quindi, come puoi constatare, mi
barcameno tra stupidi e arroganti. E dire che non chiedo tanto, ne
vorrei solo uno normale».
«È quello che vogliamo tutti» le fa notare lui, dolcemente.
Bah, tu ne vuoi una occupata, vorrebbe rispondergli Molly ma si morde la lingua per evitare di cadere in tentazione.
«Quindi, questa è la mia patetica vita sentimentale»
termina inclemente. «Resterò sola come un cane e
finirò per diventare la zia figa che si ubriaca alle riunioni di
famiglia».
Evidentemente è troppo sperare di incontrare un ragazzo
all'altezza dei suoi eroi romantici. I Mr Darcy devono essersi estinti
da parecchio, considera amareggiata. Al loro posto hanno proliferato
gli arroganti, gli stupidi e i mentecatti.
Lui si scioglie in un sorriso divertito che gli illumina gli occhi chiari.
«Sei esagerata» commenta luminoso, così tanto che a
Molly si drizzano i peli per disgusto. «Se Lupin ha trovato
qualcuno, lo puoi fare pure tu».
«Grazie tante» rincara lei, piccata. «Vic è
pazza, nessuno sano di mente si metterebbe con uno così»
ci riflette un attimo, attenta. «Capisco il fascino dei belli e
tenebrosi – io stessa ho un debole per loro – ma uno come
Teddy non lo potrei reggere. Finirei per tentare di abbatterlo il
secondo giorno» borbotta bellicosa.
«Te ne serve uno più paziente» concorda lui, lieve,
alzandosi dal letto e iniziando a rovistare nel baule, sotto lo sguardo
perplesso di lei. «Una coppia formata da due con caratteri
insopportabili non regge molto. Senza offesa» aggiunge, per nulla
dispiaciuto.
«Ma ti pare» risponde lei, indispettita, socchiudendo gli occhi castani.
«Festeggiamo?» domanda Etienne, tirando fuori dal baule un
paio di bottiglie di Burrobirra e avvicinandosi per porgergliene una.
«Ad ogni modo» riprende quando si trova di fronte a lei,
facendo un sorrido così caloroso che lo stomaco di Molly fa una
capriola. Oddio, le è tornata di nuovo la nausea! «Io non
darei troppo peso alle parole di Javier. Non finirai sola come un
cane» afferma benevolo, ripetendo quella frase che il suo ex
ragazzo ha avuto la premura di pugnalarle addosso quando hanno rotto.
«Sei intelligente, carina e hai un cuore buono. In più,
quanto ti sforzi, sei addirittura passabile» sostiene, citando Mr Darcy.
Lei lo fissa allucinata, le sopracciglia che quasi sfiorano l'attaccatura dei capelli tanto sono inarcate.
No, il suo cuore non ha appena rischiato di fermarsi per lui. Sicuramente è stato un principio di infarto.
«Smettila di prendermi in giro!» sbotta Molly, furibonda, quando si riprende dallo shock.
«Non lo sto facendo» obietta lui, tranquillo. E da quella
posizione – lui in piedi e Molly seduta – sembra quasi
troneggiare su di lei. «Volevo solo dirti di non farti abbattere
solo perché quell'idiota non ti ha apprezzata. Non sei per
tutti, Molly».
Lei avvampa di colpo, sentendosi morire per la vergogna.
«Naturalmente» continua quel mentecatto, deliziato.
«Se questa discussione ti turba, posso sempre fingere che non sia
mai avvenuta» concede magnanimo.
«Ecco, bravo» gracchia Molly, schiarendosi la gola e
scoccandogli un'occhiata truce. «Vediamo di finirla qui».
«Alla vittoria, allora!» esclama lui, stappando la
bottiglia e brindando al buon esito del concorso. Se la porta alle
labbra, tracannandola tutto contento. Poi, aggrotta leggermente la
fronte, assorto, e Molly sa che sta per succedere qualcosa di terribile. Glielo dicono i suoi geni Weasley.
«Ah, giusto, quasi dimenticavo» esordisce lui con finta
innocenza, facendole venire una voglia matta di seccarlo sul posto.
«Devo anche dimenticare che, verso la fine del racconto, hai
scritto Etienne invece di Ethan?» domanda divertito.
Molly abbassa gli occhi di scatto, rendendosi conto che le parole di quel maledetto corrispondono alla realtà. Etienne è
lì, nero su bianco, scritto sulla pergamena con la sua grafia
frettolosa. Ingoia il vuoto, gli occhi che quasi le schizzano fuori
dalle orbite per il panico e prega Morgana affinché un infarto
la stronchi sul posto, così da risparmiarle anche
quell'umiliazione.
«Non metterti in testa strane idee!» strilla con foga,
sull'orlo dell'esaurimento nervoso. «Non pensarci nemmeno!»
Il sorriso di lui, se possibile, diventa ancora più ampio.
«Figurati» replica mellifluo, incamminandosi verso la porta
del Dormitorio e appoggiando la mano sulla maniglia. «Non penso
certo di piacerti» svela candido, bevendo un altro sorso dalla
sua bottiglia.
E continuano così, per il resto del pomeriggio. Lei che si batte
per far valere le sue ragioni, negando con insistenza qualsiasi
sentimento anche solo vagamente romantico, lui che ridacchia per tutto
il tempo, provocandole piacevoli fitte al petto che proprio non riesce
a spiegarsi.
E solo per un istante di pura follia, Molly non riesce a fare a meno di
pensare che non si è mai sentita così felice, arrabbiata, viva come si vede riflessa negli occhi di lui.
Dunque,
che dire?
Tanto per cominciare, vi ringrazio se siete arrivati fin
qui.
La citazione sotto il titolo è una frase del film “Orgoglio
e pregiudizio” del 2005 con Keira Knightley e Matthew Mcfadyen (che
per me è il Mr Darcy per eccellenza. Colin, perdonami, ma gli
occhi blu del tuo collega mi hanno conquistata). Nei miei
progetti originali, in realtà, dovevo basarmi sul libro ma
purtroppo, in questo momento, non ce l'ho a portata di mano.
La
scena erotica è stata davvero tosta da scrivere. Non perché mi
vergognassi o altro, ma perché non riuscivo bene ad inquadrarla.
Infatti, ad un certo, punto volevo unirmi a Molly e urlare un:
“muovetevi, vi prego, dobbiamo andare avanti”.
Spero che la
storia vi sia piaciuta,
Blue