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Autore: Sevlover    31/12/2020    2 recensioni
Sembrava una giornata scolastica qualunque, invece era l'inizio di tutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Che cosa ne sto facendo della mia vita?

Mi chiedo questo di fronte allo specchio, in una mattina di gennaio di un ennesimo nuovo anno.

Mi chiedo questo di fronte allo specchio perché ne ho abbastanza della magia.

La magia da tanto, ma leva altrettanto.

Ho perso tante persone che conosco, sono passati tanti mesi ma la ferita è ancora aperta. Spalancata.

Questo posto, Hogwarts, non mi aiuta a lasciare alla spalle tutto il mio passato.

Forse una parte di me ancora non è pronta ad abbandonare questo posto.

Ma io non vedo l’ora di uscire da quel maledetto portone una volta per tutte.

Le lezioni proseguono, tutti fanno finta di nulla.

Come se non avessero perso amici, fratelli, genitori.

Come diavolo fanno a farsi scivolare addosso tutto.

Mi chiedo chi me lo abbia fatto fare di tornare per completare l’ultimo anno.

La mia passione per lo studio è rimasta, fortunatamente.

Non so cosa avrei fatto se non mi fosse rimasto nemmeno quello.

Ginny sembra stare bene anche senza tanti libri intorno a lei.

Io non ci riuscirei.

Anche Ron e Harry sarebbero stati bene senza tanti libri.

Sorrido al pensiero dei miei amici, loro hanno trovato la loro pace con l’offerta del Ministero.

Sono contenta per loro, davvero. Vorrei solo trovare la stessa serenità di tutte le persone che mi circondano.

Indosso la divisa controvoglia, tutto perde di senso ai miei occhi.

Ho una mezza idea di abbandonare per sempre il mondo magico e dedicarmi a una vita babbana.

Ma allora che ci faccio qui a studiare magia?

Per fortuna questo incubo è quasi finito.

 

 

 

 

La sala grande è già piena di gente.

Dalla guerra tutti sono meno pigri, meno bambini.

Siamo cresciuti tutti dannatamente in fretta.

I professori sembrano aver acquistato dieci anni di vita.

Siamo tutti maledettamente stanchi.

Mi siedo, non prima di aver dato un’occhiata alla professoressa McGranitt.

Seduta al posto del preside, vigila attentamente su tutti noi.

Mi sono offerta di aiutare quella donna che per noi ha fatto tantissimo.

Così ogni notte mi ritrovo a pattugliare i corridoi, tanto nemmeno nel mio letto al caldo avrei dormito.

Subito dopo il mio sguardo si posa sul Professor Piton.

Penso sia il caso più interessante frutto di questa guerra.

Nessuno sa come sia sopravvissuto, ma circolano varie teorie.

C’è addirittura chi pensa abbia venduto l’anima al diavolo.

Tra cultura babbana e magica, ne escono di stronzate.

Chissà come fa lui a proseguire nella sua quotidianità.

Ora che tutta la sua vita privata è stata cantata ai quattro venti non sembra più tanto accigliato.

Certo, non l’ha presa bene.

C’ero anche io quando, ricoverato al San Mungo, ha iniziato a sbraitare di voler parlare con Harry e Minerva.

Ma alla fine non ha potuto farci nulla.

Nessuno, in effetti, può farci nulla.

Quello che nessuno sa è che, in effetti, ho trovato molte cose in comune con Severus.

E lui con me.

Tutto è iniziato a inizio anno scolastico.

Ha iniziato chiedendomi semplicemente come stessi.

Forse vedeva lo schifo della guerra impresso ancora nel mio volto.

Ero la campana che stonava intorno a tante campane intonate.

Abbiamo iniziato a parlare sempre di più.

Mi sono aperta con lui.

Con i mesi tutte le mie paure, le mie perplessità, i miei problemi, stavano piano piano alleviandosi.

Si stava prendendo quel carico con me.

Non erano più solo le mie spalle a reggere tanto schifo.

Quando entrambi abbiamo capito che stavamo diventando un libro aperto agli occhi dell’altro ci siamo allontanati.

Dannatamente cocciuti e orgogliosi allo stesso modo.

Dopo qualche settimana fu lui a tornare.

Lo vidi spuntare durante una delle mie veglie notturne, parlammo tutta la notte.

E’ in quella notte che capii di provare qualcosa per lui.

E’ in quella notte che mi ha baciata per la prima volta.

A quella notte ne susseguirono altre, molte altre.

Mi teneva compagnia, ci nascondevamo come bambini per scambiarci qualche bacio.

Sembravo aver trovato un po’ di spensieratezza.

 

 

 

 

 

Mi dirigo verso la prima lezione della giornata.

Lumacorno mi accoglie sorridente.

Eccone un altro che fa finta di nulla, non lo sopporto.

Mi siedo, sono notevolmente in anticipo.

Lui si limita a sedersi a sua volta e far finta di essere impegnato in altro.

Trovano tutti molta fatica a scambiare due parole con me, sono intimoriti.

Tutti tranne Severus e Minerva.

Alcune volte penso mi siano rimasti solo loro al mondo.

Come quella volta, a inizio dicembre, in cui avevo raccontato a Severus il mio disagio nel rimanere nel mondo magico.

Rimasi molto sorpresa nello scoprire che sentiva le stesse identiche cose.

Erano passati pochissimi giorni dal nostro primo bacio, entrambi eravamo imbarazzati.

Avevo, però, una domanda che mi ronzava per la testa da un po’.

Tentai.

Come ti sei salvato quella notte?”

Era in silenzio, non sapeva se fosse già il momento per quella confidenza.

Sono qui, ha importanza come ci sono riuscito?”

Bhe, un po’ si. Tutto ciò che ti riguarda ha importanza per me”

Lui non si smosse.

Non ci rimasi male, so che è fatto così.

Severus è fatto di tanti piccoli gesti privati, niente di esagerato o pacchiano.

Ed era più di quanto desiderassi.

Ho fatto un accordo”

Allora hanno ragione a dire che hai fatto un patto con il diavolo!”

Voglio andarmene, ne ho abbastanza della magia”

Fu li che mi chiese di scappare con lui dopo la fine della scuola.

Ma non poteva essere serio, mi stava prendendo in giro.

Lui lo fa sempre.

 

 

 

 

 

La lezione di Lumacorno è stata più lunga del solito.

Un sacco di teste di legno si avvicinano alla cattedra per consegnare i loro mediocri lavori.

Merda, sto iniziando a pensare come lui.

Glielo dirò, probabilmente non gli farà piacere.

Hermione non voglio che diventi come me.”

Mi aveva detto in un momento di silenzio nel suo studio

In che senso?”

Cinico, apatico. Voglio che tu viva una bella vita. Temo che con me non avrai quello che desidero per te”

Gli erano tornati i dubbi a metà Dicembre.

Era impossibile da trattare alle volte.

Non puoi chiedermi di scappare solo pochi giorni prima, e poi dirmi che non vuoi stare con me”

Pensavo te ne fossi dimenticata”

Come potrei dimenticare una proposta del genere? Da parte tua poi”

Ci stai pensando sul serio?”

Certo che no! So che è una delle tue trovate per prendermi in giro ancora. Come quando mi hai detto, a settembre, che la guerra mi aveva reso più brutta”

Non potevo essere più lontano dalla realtà”

Quella sera ho conosciuto un altro Severus.

Un Severus capace di dolcezza e altruismo.

Quella sera Severus ha incontrato la mia parte più privata.

Fu lento, ma frenetico.

Fu svelto, ma approfondito.

Come se tutti gli eventi del mondo ci avessero portato a quel momento, li ed ora.

Ci siamo svestiti senza l’uso della magia. Volevamo gustarci il momento.

Lento e straziante.

In effetti non lo vedevo mai usare la magia, non più.

Anche io cercavo di farne a meno.

Ci guardammo, eravamo anima contro anima.

Due corpi pieni di cicatrici che si desideravano.

Due anime inquiete che avevano trovato la loro tranquillità insieme.

Chi lo avrebbe mai immaginato.

 

 

 

 

 

 

Il resto della mattina è passato velocemente.

Mi ritrovo con Ginny in sala grande a gustare un abbondantissimo pranzo.

Nonostante tutto non smettono di sfruttare gli elfi per cose come queste.

Il mio C.R.E.P.A. era andato a farsi benedire.

Dio, che nome stupido avevo creato.

“Hermione, hai sentito Ron?”

“Perchè dovrei?”

“Pensavo ti avesse scritto… ha ricevuto una promozione!”

“Ah.

Wow, grande...”

“Potresti almeno fingere che ti interessi”

“Ginny lo sai che i nostri rapporti non sono più quelli di una volta”

Ron è sempre stato innamorato pazzo di me.

Siamo stati bene per un breve periodo, ma proprio non eravamo sintonizzati.

Non capiva i miei disagi nello stare alla Tana tutti insieme.

Ho cercato di spiegarglielo in tutti i modi possibili che volevo cercare di stare lontana dalla magia.

Mamma, diglielo che è stupido pretendere di stare lontano dalla magia!”

La buttò li, a tavola. Con tutta la sua famiglia.

Volevo sotterrarmi.

Dire a un mago di non amare la magia è come dire alla nonna che non ti piace come cucina.

Mi ricordo di averlo guardato in faccia.

Aveva un’espressione trionfante.

Lo aveva fatto di proposito, il bastardo.

Sapeva che non potevo andare contro alla sua famiglia, dopo tutto quello che avevano fatto per me.

Mi avevano accolta dopo la guerra, quando non avevo più una casa ne dei genitori ad aspettarmi.

Così feci l’unica cosa che potevo fare: lo lasciai.

Li, a tavola, davanti a tutti.

Dopo di che ringraziai per l’accoglienza e mi smaterializzai a Grimmauld Place, aspettando solo il giorno in cui sarei tornata a Hogwarts.

Da li, Ginny ha provato inutilmente a farci riagganciare i rapporti.

Era innamorata dei fantastici quattro, le due coppie perfette e leggendarie amiche per la vita.

Ma la mia coppia leggendaria, avrei scoperto più tardi, non era con Ron.

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi dirigo verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Materia molto affascinante.

Quasi quanto il suo insegnante.

Arrivo, ormai è di abitudine, in anticipo.

Gli altri non ci avrebbero raggiunto prima di 40 minuti.

Chiudo la porta.

Lui solleva lo sguardo dalla pila di pergamene, mi sorride leggermente.

E’ raro che sorrida, ma da quando gli è scappato la prima volta lo fa sempre più spesso.

E’ così divertente vederlo accigliato durante le lezioni, sapere che c’è un lato di lui che conosco solo io mi accende.

“Buon pomeriggio professore”

Mi avvicino.

Lui capisce dal mio sguardo cosa mi frulla nella testa.

Ormai è così con lui.

“Non credo che sia appropriato alle circostanze, signorina Granger”

Mi guarda negli occhi mentre passa il braccio sulla scrivania liberandola da qualsiasi impedimento.

Mi siedo sulle sue gambe, dietro la scrivania.

Lui mi afferra per le cosce e mi posa con poca grazia sulla cattedra.

Il freddo a contatto con le mie gambe nude mi fa trasalire.

Lui si alza, mi guarda, ma si allontana.

Va verso la porta.

La chiude a chiave.

“Potevi fare un alohomora, risparmiavi tempo alm…”

Mi bacia.

Un bacio profondo, appassionato.

Gira il mio corpo verso di lui e di riflesso aggancio le gambe intorno ai suoi fianchi.

Mi sfila la biancheria intima senza smettere di baciarmi.

Scende su collo, spalle, seno.

Sa che così mi fa perdere la testa.

“Non fare alcun rumore, ragazzina”

“Muffliato?” dico con il respiro accelerato.

“No, sennò che divertimento c’è” ghigna nell’incavo del mio collo.

Mi prende li, sulla cattedra.

Andiamo a un ritmo feroce e sbrigativo.

L’urgenza è alta, e i nostri respiri lo dimostrano.

Non poter emettere suoni mi eccita ancora di più.

Lo sento arrivare al culmine insieme a me.

Restiamo in quella posizione ancora per un po', abbracciati, nel silenzio.

 

 

 

 

 

Anche questa lezione è finita.

I miei compagni appoggiano i loro temi sulla cattedra.

Severus ha dato pochissimo tempo per svolgere un argomento complicato, e la sua faccia è pronta a dare una serie di Troll.

E’ compiaciuto.

Se solo gli altri sapessero cosa si è consumato su quella cattedra solo poco tempo fa.

Il pensiero mi eccita oltre modo.

Come hanno fatto a non accorgersi di tutta l’energia che circolava nella stanza lo sanno solo loro.

Aspetto appositamente di essere l’ultima per consegnare il mio tema.

“Ti aspetto stasera Hermione, abbiamo una cosa molto importante di cui parlare”

“Certo, lo so. Non vedo l’ora”

 

 

 

 

 

 

 

Certo che so di cosa mi vuole parlare.

Tutto risale alle vacanze di Natale.

Oltre a concederci tanti bellissimi momenti tutti nostri, abbiamo parlato anche di quello che poteva essere il nostro futuro.

Stavo demolendo i suoi dubbi uno per uno, convincendolo del fatto che solo con lui avrei passato una vita degna di essere vissuta.

Ho bisogno solo di lui, ogni giorno ne sono sempre più convinta.

Quei giorni passati nella sua casa a Spinner’s End sono stati magici.

Nel senso buono del termine.

Abbiamo esplorato la nostra intimità, da tutti i punti di vista, e ci siamo accorti che funzionavamo.

Funzioniamo Hermione”

Mi aveva detto la sera di Natale.

Lo guardavo ed ero al settimo cielo.

Avevo trovato una ragione di vita.

Certo, sapevo che non tutti i giorni sarebbero stati facili, ma le difficoltà che si sarebbero presentate valevano la pena di essere superate insieme.

Lo avevo detto anche a lui.

Si era avvicinato, ha posato un leggero bacio sulla mia fronte.

Si era allontanato.

Era tornato con un pacchettino, incartato un po' a caso.

Sorrido ancora al pensiero di lui che tenta di incartare il regalo senza la magia.

Lo avevo guardato con gli occhi spalancati.

Ma io- io non ti ho preso nulla”

Tutto quello che mi dai ogni giorno basta Hermione. E poi è un regalo simbolico”

C’era una chiave. Una piccola chiave argentata.

Non è la chiave di casa, se te lo stessi chiedendo”

E allora cosa è, la chiave per il tuo cuore?” lo avevo canzonato.

Simpaticona. Questa non è la chiave di questa casa, ma è la chiave di una casa. So che sei stanca della magia, così, da un po' di mesi ormai, ho cercato di proporti una cosa…. Ma non mi hai mai preso sul serio”

Mi stai dicendo quello che penso?”

Scappiamo via, insieme. Lasciamo Hogwarts e viviamo la nostra vita lontani dalla magia. Non ti sto chiedendo di rinunciare alla tua magia, ma di allontanarci da questo mondo che ci ha tolto troppo per una sola vita.”

Severus, sei sicuro? Come faremo a scappare dalla magia se conserviamo le nostre capacità?”

Allora lasciamoci anche queste alle spalle. Viviamo una vita tranquilla, da babbani”

E pensi di farcela? Dopo così tanti anni?”

Quella sera mi fece la più grande rivelazione che potesse farmi.

Finalmente rispose alla domanda a cui si rifiutava di rispondermi.

Come diavolo si era salvato da morte certa?

La risposta è che aveva barattato la sua magia per vivere.

Non sapeva nemmeno lui perché, ma sapeva che ancora non aveva vissuto tutto quello che doveva vivere.

E ora pensa che sia io la ragione di tutto.

Ha barattato la sua magia per me.

Per darci una possibilità.

Cocciutissimo, splendido uomo.

Ed è proprio da quest’uomo vado stasera.

E’ proprio con lui che stasera farò il punto della nostra fuga.

Sono pronta.

 

   
 
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