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Autore: lady lina 77    03/01/2021    2 recensioni
La storia dei Romelza riscritta in modo del tutto nuovo, partendo da zero...
Lui è un giovane disilluso dall'amore che dopo aver trascorso tre anni a combattere in Virginia, torna in Cornovaglia e scopre che tutto il mondo che aveva lasciato è in distruzione, suo padre è morto lasciandolo pieno di debiti e il suo grande amore, Elizabeth, è in procinto di sposare suo cugino Francis.
Lei è una giovane ragazza povera di Illugan che viene presa per caso alle dipendenze dei Boscawen e finisce per sposare il nipote di Lord Falmouth, Hugh Armitage, un giovane dalla salute malferma che ha perso la testa per lei...
Ross e Demelza, anime sconosciute, lontane, le cui strade si incrocieranno in modo del tutto imprevisto scardinando ogni loro convinzione sull'amore, sulla vita e sul futuro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Elizabeth Chynoweth, Francis Poldark, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Oh Verity, non so davvero come ringraziarti per essere quì!".
Vestita con l'abito da sposa, a pochi minuti dalla cerimonia che l'avrebbe resa 'Miss Poldark', Demelza si torse le mani con nervosismo. Era felice ma si sentiva un pò ubriaca dallo scorrere veloce degli eventi dell'ultima settimana. Si era trasferita a Nampara, aveva fatto l'amore con Ross, Falmouth aveva preteso un matrimonio immediato e il suo futuro marito, dotato di notevole faccia tosta, era riuscito ad ottenere una licenza speciale che annullasse i canonici giorni delle pubblicazioni. Falmouth aveva poi sequestrato una povera sarta costringendola a cucirle in due giorni un abito da sposa, Verity e il capitano Blamey sarebbero stati i loro testimoni, Garrick e Sun avevano trovato un pacifico accordo di convivenza e adesso... E adesso non rimaneva che dire quel sì che desiderava con tutto il cuore, il cui momento di pronunciarlo stava avvicinandosi sempre più.
Verity finì di sistemarle la gonna e poi la guardò ammirata. Era un abito semplice, bianco e senza troppi fronzoli, merletti o fiocchetti pacchiani, un vestito fine, elegante, stretto in vita da un nastro verde che rifletteva il colore degli occhi della sposa. "Oh, non pensarci nemmeno a ringraziarmi! Sono io che devo ringraziare te per aver ridato una vita a mio cugino! Era come morto dentro e tu lo hai fatto rinascere".
"E lui ha fatto rinascere me" - ammise Demelza, con un sorriso dolce sul viso.
"Grazie a te, la famiglia Poldark ha di nuovo un futuro, Demelza, che credevamo di aver perso con la morte di Francis e il matrimonio di Elizabeth con George Warleggan che ha portato il piccolo Geoffrey Charles lontano da casa".
Demelza non commentò. In realtà non voleva più sentir parlare di Elizabeth e per quanto la riguardava, il fatto che ormai fosse lontana e non avesse accettato l'invito per le nozze mandato più per dovere che per piacere, non poteva che essere un bene per tutti. Ma comprendeva il pensiero di Verity e l'angoscia di saper suo nipote cresciuto lontano da Trenwith, da un uomo senza scrupoli come George Warleggan. Sapeva che anche Ross era in pena per Geoffrey Charles ma Elizabeth aveva fatto le sue scelte e tutti loro avevano dovuto sia subirle che accettarle. Ognuno avrebbe condotto la vita che si era scelto e nel giusto ordine delle cose, doveva andare così. Ma ora non voleva pensarci, ora voleva solo sposarsi e guardare al futuro, dimenticando il passato. Sarebbe stata una piccola cerimonia a cui sarebbe seguito un banchetto a Trenwith, come aveva insistito di fare zia Agatha, troppo anziana per muoversi e venire a festeggiare a Nampara. Ci sarebbero stati solo Falmouth, Jud e Prudie, Zachy, Henshawe, Dwight e i più fidati minatori e amici di Ross. E poi i servitori che le erano stati più vicini durante la sua vita a casa Boscawen, gente gentile che si era sempre presa cura di lei negli anni.
Verity finì di sistemarle l'abito. "Ross sarà estasiato!".
Demelza rise. "Ross odia le cerimonie!".
Anche Verity ridacchiò. "Per oggi sarà meglio che metta da parte il suo carattere da orso! Inoltre sarà meglio che ci faccia l'abitudine, ben presto dovrà presenziare a un'altra cerimonia!".
Demelza si accigliò ma dopo una breve meditazione, il suo viso si illuminò di gioia. Abbracciò Verity, forte, come avrebbe fatto con una sorella. "Tu e il capitano Blamey?".
Verity arrossì. "Sì, noi siamo andati più lentamente di voi ma vorremmo sposarci in prossimità del Natale, il prossimo inverno, fra circa sei mesi. E ti voglio al mio fianco come testimone e lo stesso vale per mio cugino! Da oggi saremo parenti e tu sei anche la più cara amica che ho!".
Gli occhi di Demelza divennero lucidi dalla commozione e dalla gioia per lei. Verity era fra le persone più buone che avesse mai conosciuto e se c'era qualcuno a cui augurava tanta gioia, di certo era lei. "Sono felice per te e sì, ci saremo, contaci!".
Verity si sedette sul letto. "Sai, continueremo ad essere vicini! Io ed Andrew non lasceremo Trenwith, abbiamo scelto di vivere lì con zia Agatha. Dopo tutto è la casa dei Poldark e io sono l'unica erede rimasta, è mio compito portare avanti tutto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Andrew è d'accordo e si sente più sicuro a sapermi lì con la mia famiglia vicino, quando sarà per mare. E grazie alla Grace che sta facendo fortuna e a Ross, i debiti lasciati da Francis sono stati saldati e ora possiamo guardare al futuro con ottimismo".
Demelza annuì, tante cose si erano sistemate in quei giorni frenetici. "Credo che sia una scelta perfetta per tutti! Sarai padrona della tua casa e noi saremo vicini per darti una mano!".
Verity arrossì. "Le nostre famiglie cresceranno insieme. Come successe a me e Francis con Ross quando eravamo bambini".
Un forte bussare alla porta interruppe le due. "DEMELZAAA!".
La voce tonante di Falmouth oltrepassò la barriera e Demelza sobbalzò. "Giuda...".
"Sei pronta? Far aspettare lo sposo va bene, ma non esageriamo!" - la rimbrottò l'uomo.
Verity rise. "Impaziente come tutti gli uomini!".
Demelza annuì, divertita. "E' terrorizzato da un ritardo che possa eventualmente metterlo in imbarazzo fra meno di nove mesi...".
Verity per un attimo la guardò senza capire ma quando comprese, divenne rossa come un peperone, abbassando lo sguardo imbarazzata. "Oh, sono certa che i suoi timori sono infondati e che tu e Ross siate stati fidanzati virtuosi".
Demelza si schiarì la voce. "Vorrei avere le tue certezze...".
"Potrebbe essere che...?" - chiese Verity, allarmata.
"Potrebbe essere, sì. Questo ti farebbe cambiare opinione su di me?" - chiese Demelza, improvvisamente spaventata dal perdere il consenso della cugina di Ross.
Verity, dopo alcuni istanti di silenzio, la abbracciò. "Assolutamente no, mia cara. Se ne sei contenta tu, allora va bene anche a me. E inoltre... conosco il carattere impetuoso ed impaziente di mio cugino".
"Beh, per fare certe cose si deve essere in due".
Verity le aggiustò di nuovo l'abito, con gesti un pò imbarazzati. "Ne saresti contenta? Perché alla fine è questo che conta, non le chiacchiere della gente".
"Sì" - rispose Demelza, con estrema sincerità. "E' il mio sogno più grande e spero che possa diventare realtà".
"Succederà, mia cara. O forse è anche già successo, chissà!". Verity la prese gentilmente sotto braccio, aprendo la porta prima che Falmouth la gettasse giù a calci. "E allora andiamo, hai da sposarti quanto prima".

...

Falmouth, che la teneva a braccetto come un padre, sembrava a suo modo commosso quando la portò all'altare dove Ross la aspettava già.
Demelza era radiosa, felice, si sentiva nel posto giusto in quella Chiesetta di Sawle, fra volti amici che ognuno a modo suo, erano e sarebbero stati parte della famiglia che avrebbe formato con Ross. Era così diverso dal sentimento di tensione e paura provato quando si era sposata con Hugh... Era una ragazzina allora, che si trovava in una situazione più grande di lei che non capiva appieno e che forse le era sfuggita di mano mentre ora era una donna, aveva scelto con cognizione di causa col cuore prima che con la mente e stava sposando un uomo che, come dicevano le storie romantiche, era di certo la sua anima gemella nel mondo. Non poteva che essere così! Ross Poldark le era entrato nel cuore e in ogni fibra del suo essere fin dal loro primo burrascoso incontro e la sua figura non era mai evaporata dalla sua mente per tutto quel tempo, nemmeno nei momenti più duri che l'avevano accompagnata in quegli ultimi anni, fino al coronamento del loro amore. Era stata una corsa a tappe lunga, piena di dolore ma anche di tenerezza e adesso era lì, davanti a Dio, a giurargli eterno amore. Non sarebbe più stata lady Boscawen e nemmeno Demelza Carne. Da quel momento in poi sarebbe stata Demelza Poldark, la signora Poldark... E già sentiva di adorare il suo nuovo nome.
Vestito con un elegante abito blu, coi capelli pettinati ed impettito, Ross davanti all'altare sembrava il più teso fra i due.
Demelza lo raggiunse, Falmouth la lasciò a lui e lei gli sorrise. "Ross, non dovresti dimenticarti di respirare" - gli bisbigliò divertita nel vederlo tanto teso, cosa inusuale per lui.
Lui sorrise, nervoso, riflettendo sul fatto che la sua futura moglie non perdeva la sua lingua lunga nemmeno a un passo dall'altare. Adorava la sua faccia tosta tanto inusuale in una donna, ne era da sempre affascinato e ancora una volta lei lo stava ammaliando coi suoi modi di fare. Era bellissima ed era sua... Per tutta la vita aveva sognato di sposare un'altra donna e ora scopriva che non voleva che ciò che possedeva in quel momento. Lei, con la sua sfacciataggine, la sua bellezza, la sua forza, la sua dolcezza, i suoi occhi verdi e i lunghi capelli rossi che lo stregavano come la prima volta che li aveva visti. "Me ne ricorderò, grazie mia cara" - disse, usando la medesima ironia.
Il prete richiamò la loro attenzione e dopo averla ottenuta, diede il via alla cerimonia. In sottofondo sentirono i singhiozzi di Verity, Zachy che continuava a soffiarsi il naso e Falmouth che nervosamente picchiettava il piede e ogni tanto si schiariva la voce come se avesse un raspino in gola che non voleva andarsene.
La cerimonia fu breve, a suo modo abbastanza banale ma Demelza si sentì la principessa di una favola. E quando il Reverendo Halse li dichiarò marito e moglie, momento che Ross aspettava con impazienza per fuggire da lì con lei, lui si chinò e la baciò con passione e sollievo, a lungo, finché sia Falmouth che il prete, tossicchiando, lo riportarono all'ordine.
"Non avevo ancora detto che potevate baciare la sposa..." - mormorò Halse, indispettito.
Ross, finalmente più rilassato per la fine della cerimonia, ridacchiò. "E' lo stesso, è lo stesso...".
Halse sospirò, rassegnato. "La comunità da il benvenuto alla nuova famiglia Poldark formata da Ross e dalla sua giovane moglie Demelza. Lunga vita agli sposi".
"Lunga vita agli sposi!" - replicarono gli astanti, dalle loro panche, pronti a festeggiare. E a loro si unirono, fuori dalla Chiesa, i bambini dei minatori a cui Demelza aveva fatto da maestra che, in un moto di gioia, lanciarono sulla sposa una infinità di fiori di ogni colore.

...

Verity e zia Agatha nel grande salone di Trenwith avevano allestito un grande banchetto degno di un re perché come aveva detto la quasi centenaria decana di famiglia, a Trenwith i festeggiamenti o si facevano in grande o non si dovevano fare affatto.
Sulla tavola c'erano ogni tipo di pietanza, di verdura, di carne o di pesce immaginabili. E i dolci abbondavano come il miele che scende dagli alveari in piena estate.
Falmouth, benché Demelza avesse desiderato una festa in piccolo, fece arrivare un'orchestra e alla fine ne venne fuori un matrimonio in grande stile che fece protrarre fino a sera tarda i festeggiamenti.
Zia Agatha aveva studiato tutto il giorno in silenzio la sposa e alla fine era giunta alla conclusione che, come il capitano Blamey, fosse ABBASTANZA all'altezza dei Poldark... Demelza e Andrew ne avevano riso, aveva modi di fare bizzarri ma che poteva permettersi, vista la sua età e l'affetto per lei che nutriva Ross.
Quando fu buio, Ross e Demelza chiesero di poter andare a casa da soli, a cavallo invece che in carrozza. Avevano goduto della compagnia di chi amavano ma ora volevano stare soli e anche un cocchiere sarebbe stato di troppo.
Falmouth aveva protestato ma poi, arresosi all'evidenza che non poteva imporre il suo volere, li aveva lasciati andare ricordando però a Ross i suoi impegni e l'imminente partenza per Londra. "Godetevi le nozze e al contempo lavorate sodo" - aveva intimato, prima che gli sposini montassero a cavallo. "Demelza, mi auguro che tu gli ricordi i suoi doveri".
"Certo, lo farò".
Quando furono abbastanza lontani, a ridosso delle scogliere che portavano verso Nampara, nel buio della notte si abbracciarono e scoppiarono a ridere. Era andata, il peggio era passato ed ora, quasi rendendosene conto solo in quell'istante, potevano godersi le nozze. Erano sposati!
"Da oggi in poi ti sentirai chiamare Signora Poldark! Credi di riuscire a farci l'abitudine?".
Demelza appoggiò la schiena contro il petto del marito, poi prese le redini del cavallo. "Credo che potrei, sì...".
"Hai perso il tuo status di lady, oggi...".
Demelza sorrise nell'oscurità. "Oh sì! E anche l'assicurazione a una vita tranquilla che, con un marito come te, dubito avrò mai!".
Lo disse scherzando, felice. E Ross la strinse a se. "Già, avresti potuto sposarti con un uomo sensato come Henshawe e invece...".
"E' già sposato e sua moglie è deliziosa! Restavi solo tu sul mercato!".
Ross rise ancora, cosa così insolita per lui. "Sei felice?" - chiese solo, alla fine.
Demelza si rannicchiò contro di lui. "Sì, decisamente felice!".
"Pentita?".
"Mai, mai Ross...".
Lui la baciò sulla nuca. "Nemmeno io, mai!".
Arrivarono a Nampara che era tutto buio. Jud e Prudie erano stati lasciati a bivaccare a Trenwith e di certo non avrebbero abbandonato tanto presto le bottiglie di brandy e quindi avevano tutta la casa per loro.
Ross le prese la mano e la condusse in camera loro dove entrambi trovarono la pace tanto desiderata. Lei si sedette sul letto e lui armeggiò alcuni minuti con la legna per accendere il camino. "E' stata una giornata intensa".
"Sì, succede sempre così quando ti sposi".
Ross sorrise vagamente. "Già, tu sei più esperta".
Lei alzò le spalle. "Sì e no! Il matrimonio con Hugh fu diverso, molto intimo. Ricordo solo che ero tesa e mi sentivo come... come se fossi finita in una cascata e l'acqua mi sballottasse ovunque".
"Eri poco più che una bambina".
Demelza annuì. "Avevo paura, sai? Non credo di essere stata molto consapevole di cosa significasse essere una moglie. Ricordo quella notte come qualcosa di strano, doloroso e necessario. Ma non bello, non come dovrebbe essere".
"Eri una bambina..." - ripeté lui che per un attimo trovò uno strano sentimento di protezione verso la ragazzina che era stata e il mondo in cui si era trovata catapultata. "Ora hai paura?".
Demelza scosse la testa. "Ora sono a casa, mi sento a casa!".
Ross lasciò il camino e si avvicinò a lei. Dolcemente le prese il viso fra le mani, la baciò e la costrinse ad alzarsi in piedi. "Questo abito è decisamente bello e ti sta bene ma è da quando eravamo in Chiesa che desidero togliertelo".
Demelza rise. "Buono a sapersi".
"Credo di aver intenzione di far l'amore con te tutta notte e di non farti dormire".
"Ottima idea! Ma ricordati che ogni tanto dovrai lavorare o Falmouth ti chiuderà in una cantina per riportarti ai tuoi doveri! E io ho i miei... Potrò continuare ad insegnare a scuola, vero?".
Ross le accarezzò i capelli. "Potrai fare ciò che vorrai anche se mi auguro che non ti ammazzi di lavoro al posto di Prudie. Tu sei la signora e lei la serva!".
"Ma io adoro cucinare".
"E io non ti impedirò di farlo! Ma non voglio che ti stanchi, soprattutto quando...". Le sfiorò il grembo, così liscio e piatto da sembrare ancora quello di una bimba... "Se e quando succederà, voglio che pensi soprattutto a nostro figlio".
"Lo farò... Ma perché arrivi, credo che sia un'ottima idea quella che hai avuto circa questa notte" - gli rispose, maliziosa e divertita.
"Mi fa piacere che tu la prenda così" - sussurrò, baciandola sul collo e prendendola in parola subito.
"Non sei emozionato, Ross?".
Lui alzò brevemente lo sguardo. "Non è la prima volta che facciamo l'amore" - le fece notare.
"Ma è la prima volta da sposati. Non dovrebbe essere diverso?".
Ross sorrise e poi tornò a baciarla sulle labbra. "Sì, in fondo è diverso" - mormorò prima di sciogliere il nastro che le stringeva la vita, spogliarla e adagiarla sul letto per farla ancora sua.

...

Nell'elegante dimora dei Warleggan a Truro, George raggiunse Elizabeth in camera. Era stata di cattivo umore e taciturna tutto il giorno ma si rifiutava di credere che fosse a causa del matrimonio di Poldark. Non poteva essere, ora Elizabeth era sua moglie e lui non avrebbe gradito alcun pensiero in proposito e questo lei lo sapeva.
"Alla fine la piccola figlia di minatori ha calato le sue pretese e si è sposata uno squattrinato!" - disse, cercando di sondare il terreno mentre si metteva a letto accanto a lei. "Dopo tutto i Boscawen non erano famiglia per quella donna".
Elizabeth, fingendo di non capire e attenta a non cadere in alcun tranello, trattenne a stento il nervosismo. "Di chi parli?".
"Di Ross Poldark e della sguattera! Il matrimonio era oggi... Certo, i Poldark sono una famiglia antica ma in rovina, ma per la fanciulla si tratta comunque di un matrimonio ancora una volta conveniente anche se meno del primo".
"La Grace pare essere in attivo e fonte di guadagni" - fece notare Elizabeth con astio, sapendo di toccare un nervo scoperto per George.
Lui si stizzì. "Guadagni temporanei, non credere che durerà. Ma lei ha finalmente perso il suo status di lady quanto meno e il mondo inizia di nuovo a girare con un senso. Sei d'accordo, mia cara?".
Elizabeth aspettò prima di rispondere perché mezza parola falsa le sarebbe costata una lunga discussione con George e per esperienza, sapeva che sarebbe stato meglio evitare. Era arrabbiata, sì! Con Ross e con Demelza perché alla fine avevano raggiunto qualcosa che lei non avrebbe mai avuto... Era stata usata, Ross le aveva imposto qualcosa di compromettente e poi non si era preso alcuna responsabilità e ora, ora... Ora era la moglie di George però e con lui doveva andare d'accordo e vivere serenamente la vita che si era scelta. "Sì, sono d'accordo" - rispose quindi, chiudendo ogni discussione con lui.


  
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