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Autore: Allen Glassred    03/01/2021    0 recensioni
Ogni storia è fine a sè stessa ed eventualmente collegata ad altre long, quindi potrete decidere di recensire quella che volete senza tener conto delle altre. Writember: una storia per ogni giorno di Dicembre, fino al 31 in cui quest'anno si concluderà. Ho voluto iniziare qualcosa di buono in un anno che, purtroppo, di buono ha portato ben poco. Spero vogliate avventurarvi nella lettura di queste storie: potrete trovare missing moments o altro riguardanti le mie storie, film, anime o tutto ciò che mi verrà in mente e di qualsiasi genere. Spero vorrete lasciare il vostro parere alle storie e di non annoiarvi. Buona lettura a tutti!
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Write... '
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Titolo: Faccio io
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Ivy Hikari, Sharon Veghner

 
Non sono trascorse neppure alcune ore da quando la Principessa Ivy ha subito la cosa più indicibile per una donna, la cosa alla quale malgrado abbia provato non è riuscita a sottrarsi e che, ora come ora, la fa solamente sentire un mostro orribile ed indegno. La donna è chiusa da un bel pò nel bagno di palazzo Veghner in cui è ospitata da Joe e Pierre Veghner, ormai suoceri di suo fratello Garry. Sì: anche se ormai sa la verità infatti, per la corvina Garry rimane e rimarrà per sempre il suo amorevole fratello, certamente migliore del suo fratello comunque, o meglio dire di uno di essi. Colui che le ha fatto l'indicibile, che è stato capace di attrarla in un tranello meschino usando tre poveri bambini indifesi ed innocenti, totalmente estranei a questa faida nella quale sono stati utilizzati come mere esche. Non si pente di essere ntervenuta: anche se sa che Sharon Veghner incolperà solo ed esclusivamente lei per il rapimento dei suoi figli, nonostante in fine sia andato tutto per il meglio e solo grazieal suo intervento, Ivy sa perfettamente che se avesse lasciato Mark, Ryan e Wyatt nelle mani di Vincent la sua coscienza non l'avrebbe più fatta dormire serenamente, facendole provare degli atroci rimorsi. Solo il cielo sa cosa quel mostro disuo fratello avrebbe potuto fare loro, che sono i figli di una cacciatrice. Soprattutto alla luce di quell oche ha fatto a lei: il legame di sangue non gli ha certamente impedito di prenderla con la forza e poter così avere la possibilità di essere lui a darle il primo figlio, salendo così al trono di Veritas anche senza uccidere necessariamente Vanitas. A quel solo pensiero la collera ed il disgusto si impadroniscono di lei: strappa malamente ciò che resta del suo abito, afferrando la spugna ed iniziando a sfregarla energicamente sulla propria pelle, usando tuttavia la parte ruvida come pensasse che l'altro lato non basterà mai a levarle di dosso tutto lo sporco che percepisce sul suo corpo, dentro e fuori. Gratta con sempre maggior enfasi, quasi infuriandosi. " Vattene, vattene! ". Fa, iniziando nuovamente a strofinare e graffiando la pelle senza minimamente accorgersi che qualcuno è entrato nel bagno: l'ha sentita piangere e non ha potuto fare a meno di entrare, anche alla luce di quanto accaduto, in buona parte a causa sua e della sua ostilità.

" Ivy ". La chiama la donna dalla chioma aranciata, avanzando di un passo dopo aver richiuso la porta dietro di sè per evitare che occhi ed orecchi indiscreti potessero disturbarle. " Ivy, se continuerai a sfregare in questo modo finirai per farti male sul serio ". Sussurra colei che, voltandosi, la sorella di Vanitas e Vincent riconosce essere Sharon Veghner.

" E a te che cosa importa, se mi faccio male o no? ". Fa la Principessa, per poi proseguire di lì a poco. " Se sei qui per incolparmi di qualcosa, allora... ". Non finisce la frase: l'altra le si è avvicinata e, dopo essersi inginocchiata per poter arrivare alla sua altezza le ha afferrato la mano le cui dita sono sporche di sangue, dopo aver strofinato quella spugna fino a farsi sanguinare la pelle.

" Perdonami: Joe mi ha raccontato che cosa ti è successo. So che nemmeno in tutto il tempo della mia vita potrò mai scusarmi abbastanza: se solo fossi venuta anche io con te, se solo fossi stata meno superba e caparbia, forse avrei potuto evitarti una cosa tanto orribile ". Sussurra con le laccrime agli occhi la donna: si sente in colpa. Pierre e eprsino suo marito Rolan le avevano chiesto di accompagnare Ivy, avvertendola della malvagità di Vincent. Ma il suo forte odio per i vampiri la spinse a rifiutare con veemenza di prestare il proprio aiuto, affermando che sarebbe andata da sola a salvare i piccoli. Ma solo ora comprende: Ivy sapeva perfettamente che lei non avrebbe avuto la minima speranza contro Vincent e, per risparmiarle una fine orribile ha deciso di andare da sola, a riprendere i bimbi. Da parte sua Ivy si limita ad annuire. Riflette: non è certamente colpa di Sharon ciò che le è accaduto. No: la sola responsabile è lei, con la sua incapacità e la sua debolezza. Senza dire nulla fa per prendere la spugna epr lavarsi ma, notando quei graffi sul petto della mora, l'altra pone una mano sulla sua. " Ti prego, lascia: faccio io ". Fa semplicemente. Il suo sguardo incontra quello di Ivy, nel quale la donna riesce a leggere tutta la sofferenza che in questo momento la corvina prova. Con alcune lacrime che scendono dai suoi occhi l'arancione inizia a passare la spugna sulle spalle della ragazza. " Faccio io, non temere: ti toglierò il suo tocco immondo di dosso ". E detto questo decide di sedersi dietro la ragazza, passando gentilmente la spugna su quei graffi lasciati probabilmente da Vincent e non riuscendo ancora a capacitarsi che, in parte, questo sia colpa sua.

" Sharon ". La chiama ad un certo punto la giovane Hikari, mentre l'altra la guarda pur rimanendo dietro di lei. " ... grazie ". Mormora solamente la corvina, facendo intendere che accetta le scuse dell'altra: già troppe atrocità sono accadute, pensa. Certamente non è più il caso di coltivare un rancore che, alla luce dei fatti, non ha più ragione di esistere e che anzi, ha solo portato dolore e sofferenza ad entrambe.
   
 
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