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Autore: ItsClaire_    03/01/2021    0 recensioni
Miyuki Kaminaze sa di voler essere un Hero ma sa anche che diventarlo, per lei, non sarà così semplice.
Figlia di uno dei villain più crudeli di Tokyo, decide di mettere un punto agli abusi del padre che, da quando il suo quirk ha iniziato a manifestarsi l'ha spinta a combattere clandestinamente per riuscire a padroneggiarlo sin da subito - anche a costo della vita, e di fuggire il più lontano possibile per poter diventare tutto l'opposto di ciò che lui aveva pianificato: un hero.
I fatti narrati nella storia sono puramente inventati anche se alcuni sono stati presi come spunto dall'anime!
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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6.30 a.m.



La mattina seguente Miyuki si svegliò, come al solito, prima dell’alba e le ci volle un po’ per capire e ricordarsi dove si trovasse – aveva decisamente cambiato abitazione troppo spesso nelle ultime settimane, tuttavia, l’idea di avere finalmente un posto definitivo dove tornare e da chiamare casa, la faceva sentire in un certo senso più leggera.

Si rigirò sul letto mettendosi supina e guardando il soffitto ripensò alla sera precedente – non aveva mai passato una serata come quella, non che lo ricordasse almeno. Dopo che Kirishima fu riuscito a calmare Bakugou, si erano messi tutti a sedere a tavola per cenare e Miyuki aveva colto l’occasione per iniziare a conoscerli meglio e nonostante si sentisse ancora un po’ fuori posto, sentì che per la prima volta nella sua vita le stava accadendo qualcosa di bello ed era decisa più che mai a non farsela scappare.

I ragazzi e le ragazze erano stati super carini nei suoi confronti ma l’idea che fosse solo un comportamento di facciata e di accoglienza ogni tanto le balenava in testa. Dopotutto, nessuno è mai costantemente gentile con gli altri, forse solo Midoriya – storse la bocca pensandoci.

Durante la cena comunque, nessuno di loro aveva fatto domande sul suo passato, forse avevano pensato fosse troppo presto o magari non gli interessava affatto farsi gli affari suoi il che, onestamente, la rassicurava parecchio. Sin da quando aveva messo piede nella loro classe aveva temuto che tutti si sarebbero trasformati in investigatori pronti a scoprire ogni minimo particolare della sua vita e invece non avevano chiesto nulla riguardo.

“Sarà davvero una cosa positiva?” pensò grattandosi la fronte. Effettivamente, per quanto il loro poco interesse nei suoi confronti la facesse sentire meno in ansia, dall’altro lato della medaglia invece la preoccupazione che a nessuno di loro importava di lei a tal punto da non volere andare oltre le stava logorando il cervello.

“Dio Miyuki, sono le sei del mattino. Smettila di farti tutte queste paranoie” sbuffò e si tirò il copriletto fin sotto gli occhi. Doveva cercare di stare più tranquilla, era completamente al sicuro lì e se qualcuno avesse iniziato a chiederle qualcosa sulla sua vita avrebbe semplicemente detto tutto e niente. Alla fine una mezza verità è pur sempre una verità.

Quando le prime luci dell’alba iniziarono ad illuminare la sua stanza, Miyuki si tolse il copriletto di dosso e si alzò ma invece di uscire in balcone decise di scendere al piano di sotto per andare a mangiare qualcosa – la sera prima, tra una chiacchiera e l’altra non era riuscita a mangiare granché in quanto si era concentrata completamente sull’ascoltare ciò che le raccontassero i suoi compagni.

Indossò gli stessi vestiti della sera prima dato che dormiva sempre e solo in mutande e facendo il minor rumore possibile uscì dalla sua stanza e si chiuse la porta alle spalle. Attraversò il corridoio e sempre in punta di piedi scese le scale – era molto brava a muoversi silenziosamente. Negli anni aveva affinato la tecnica in modo da poter girovagare per casa senza essere né vista né sentita. Arrivata al piano di sotto fece per andare in cucina ma, subito dopo l’angolo andò a sbattere contro Shoto.

“Oh – alzò le mani all’altezza del petto – non credevo ci fosse qualcun altro sveglio a quest’ora.” bisbigliò.

Shoto controllò che dalla tazza che stava tenendo in mano non fosse fuoriuscito il thé che si era preparato “Potrei dire lo stesso – strinse le spalle – da quando abitiamo qui non ho mai incrociato nessuno così presto” si mise a tamburellare con le dita sul bordo della tazza.

Miyuki annui e portandosi le mani dietro la schiena iniziò a dondolare leggermente sul posto. Shoto le piaceva – non in senso amoroso ovviamente, non che non fosse un bel ragazzo ma, in quel momento era proprio l’ultima cosa a cui pensare oltre al fatto che, non lo conosceva nemmeno – al contrario di quasi tutti gli altri era una persona abbastanza riservata e silenziosa e in un certo senso ci si rivedeva. Proprio per questo motivo Miyuki avrebbe voluto approfondire la loro conoscenza ma, ogni volta che incrociava il suo sguardo o si ritrovava a scambiarci qualche parola – come in quel momento – si sentiva un po’ a disagio, non perché lui la facesse sentire così ma perché si pentiva ancora di averlo fissato in quel modo il giorno prima.

“Beh...” Shoto le sembrò tanto a disagio quanto lei “come mai sei sveglia alle sei e mezza del mattino?” le domandò poi evitando il contatto visivo.

Miyuki smise di dondolare, cosa avrebbe dovuto rispondere? Un semplice “Mi piace guardare l’alba” non le sembrò particolarmente convincente e dato che la sera prima nessuno le aveva chiesto niente della sua vita, decise di provare a raccontare qualcosa di sé per vedere se gli fosse interessato o meno.

“Dove stavo prima non avevo una finestra nella mia stanza – strinse le spalle - e non avevo mai visto davvero né l’alba né il tramonto perciò da quando nell’appartamento precedente l’ho vista per la prima volta non ho più smesso di farlo” lo guardò e, contrariamente da ciò che pensava, Shoto sembrava particolarmente attento alle sue parole ma, come si ritrovò a fissare per una frazione di secondo la sua cicatrice distolse immediatamente lo sguardo portandolo verso le finestre del soggiorno “ed ecco perché sono sveglia a quest’ora.” concluse continuando a guardare fuori mentre il cielo piano piano da nero si tingeva di blu e poi d’azzurro.

Shoto soffiò sulla tazza per raffreddare il thé “Mi dispiace tu non avessi una finestra” Miyuki lo guardò “devi essere fuggita da un posto orrendo” la guardò negli occhi e lei tornò a sentirsi a disagio.

“Già… - abbassò lo sguardo – ma ormai è parte del mio passato” asserì incrociando le braccia sul petto e dato che non voleva che la situazione si appesantisse gli domandò “Tu come mai ti svegli così presto invece?” per sviare il discorso.

Shoto fece spallucce “Mi sveglio sempre presto per meditare un po’” bevve un sorso “però non mi sono mai soffermato a guardare l’alba.” si girò verso la finestra “Se vuoi posso unirmi a te” le propose poi dopo qualche secondo di esitazione.

Miyuki sentì le gote diventare improvvisamente più calde. Considerava lo stare a contemplare l’alba un momento molto intimo e personale e non era sicura di volerlo condividere con qualcuno. Tuttavia però, negargli di farle compagnia non l’avrebbe fatta sicuramente vedere in maniera positiva e, dato che voleva davvero farsi qualche amico, decise che per quella volta avrebbe condiviso in un certo senso “volentieri” quel suo momento.

“Se non hai di meglio da fare” rispose e lui fece di no con la testa. Si sedettero entrambi sul divano, uno davanti all’altro e senza dire nient’altro rimasero a contemplare il sorgere del sole in tutte le sue sfaccettature. Osservarono attentamente il cielo che da azzurro diventava celeste una leggera luce gialla iniziava ad illuminare tutta la città sottostante. Miyuki si accovacciò portando le gambe al petto e poggiando il mento sulle ginocchia e per tutta la durata di quel momento si sentì bene. Non aveva mai condiviso niente di così personale con qualcuno e il fatto che la presenza di Shoto non le stesse causando nessun fastidio la rassicurò del fatto che, almeno con lui, sarebbe sicuramente andata molto d’accordo.

Una volta finito di bere il thé, Shoto appoggiò la tazza sul tavolino davanti al divano catturando la sua attenzione. Miyuki girò la testa verso di lui e lo osservò confusa: aveva lo sguardo fisso sulla tazza e sembrava quasi in trance.

“Tutto okay?” gli domandò; Shoto alzò lo sguardo “Sì… - si grattò la nuca – in realtà, volevo chiederti una cosa” la guardò con palese imbarazzo.

Miyuki scese le gambe dal divano mettendosi più comoda “Dimmi tutto” lo incitò tranquilla. Lui incrociò le dita delle mani sulle ginocchia e facendo un respiro profondo le domandò “Come fai a controllare il tuo quirk in quel modo?” la guardò dritto negli occhi.

Miyuki rimase attonita per qualche secondo, di certo non si aspettava una domanda del genere soprattutto da lui. Perché era interessato a come facesse a controllare il suo quirk in quel modo? Lo aveva visto in palestra e per quanto veloce fosse stato, si era subito resa conto di quanto fosse abile. Ciò che Miyuki non sapeva però era che Shoto, nonostante come lei aveva intuito fosse particolarmente brillante con il suo quirk, era anche fortemente insicuro del fatto di non riuscire ad usarlo completamente soprattutto perché aveva deciso che non avrebbe mai usato il fuoco per combattere.

“Scusa” continuò lui notando l’espressione di lei “non volevo metterti in imbarazzo...” distolse lo sguardo riposandolo sulla tazza. Miyuki tamburellò con le dita sul divano “No, tranquillo – Shoto alzò lo sguardo – mi ha stranito il fatto che fossi tu a chiedermelo. Da quanto ho visto in palestra sei molto bravo con il tuo quirk” ammise stringendo le spalle.

Shoto si guardò le mani “Comunque – si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio – a dir la verità non so come riesco a controllarlo” lui tornò a guardarla “la maggior parte delle volte è come se mi alienassi. - abbassò lo sguardo – Sento come un’esplosione dentro – si portò la mano destra sulla pancia all’altezza della cicatrice – e la maggior parte delle volte finisco per non ricordare nemmeno quello che ho fatto.” strinse la felpa e fece un respiro profondo “Se ti riferisci a quello che ho fatto ieri – lo guardò per un attimo prima di distogliere lo sguardo e fissare la tazza sul tavolino – è stata più che altro fortuna. Sapevo che non potevo lasciarmi andare e sono rimasta concentrata sul trattenere il tutto ma – esitò un po’ - se avessi perso la concentrazione non so cosa sarebbe successo a Bakugou.” concluse alzando lo sguardo e guardandolo di nuovo negli occhi.

“Con questo la lezione di oggi finisce qui” asserì Aizawa poco prima che la campanella segnasse la fine dell’ora “oggi pomeriggio svolgeremo un’attività sul campo.” Kirishima e Denki saltarono dalla sedia “Finalmente qualcosa da Hero!” esclamarono entusiasti.

“Esatto ma non pensate sia qualcosa di semplice” rispose serio il professore “Quando si tratta di Aizawa non è mai semplice” commentò Momo sporgendosi verso Miyuki che la guardò preoccupata.

“Ricordate di indossare i vostri vestiti da Hero, a proposito – spostò lo sguardo su Miyuki – Miyuki la tua richiesta è stata ricevuta e hanno sviluppato il costume secondo le tue idee.” lei annuì “Non che io avessi molte idee” ammise tristemente.

“Sono sicuro che sarà fantastico!” cercò di tirarla su Midoriya “E comunque avrai sempre modo di apportarvi modifiche!” le sorrise; Miyuki lo ringraziò accennando un sorriso, anche Midoriya le piaceva, era sempre così positivo e solare e per certi versi le ricordava All Might.

Nonostante ciò però sapeva che il suo costume non aveva nulla a che vedere con quello degli altri. Quando Aizawa le aveva portato i fogli la sera prima, dopo cena, Miyuki aveva subito iniziato a pensare a come avrebbe voluto che fosse il suo costume ma, purtroppo, nulla che avesse in mente faceva in modo che le sue cicatrici non di vedessero perciò, alla fine, aveva deciso di optare per qualcosa di semplice, una tuta nera con aggiunta di qualche particolare che richiamasse gli elementi del suo quirk fatta in tessuto resistente, in modo da non rovinarsi e lasciare parti del corpo scoperte, e delle scarpe che non si bucassero quando avrebbe usato il fuoco per darsi le spinte in avanti. Per il resto aveva lasciato carta bianca sia per accessori sia per il tipo di fantasia.

“Dopo l’ora di pranzo fatti accompagnare al dipartimento di supporto, il tuo costume si trova lì poiché vi stanno apportando alcune modifiche per aiutarti a padroneggiare meglio il tuo quirk” Miyuki annuì e Aizawa si congedò.

“Ti accompagniamo noi!” si offrirono Midoriya e Uraraka, un’altra sua compagna “Siamo andati tantissime volte da Hatsume” asserì Uraraka mentre con i vassoi in mano si avvicinarono al tavolo dov’erano già seduti Shoto e Iida “Sono sicuro che avrà inventato qualcosa di geniale!” disse Midoriya mettendosi a sedere.

“Chi?” domandò Iida “Hatsume” rispose Midoriya e lui si fece immediatamente più serio “Non la perdonerò mai per avermi sfruttato per farsi pubblicità ai giochi!” si lamentò gesticolando.

“Spero che le mie idee siano state abbastanza chiare, non avevo mai pensato ad un costume da Hero” Miyuki fece un respiro profondo “spero solo di non sembrare ridicola. I vostri sono tutti super accattivanti!” sospirò infilzando la fetta di carne con la forchetta.

“Non potrà di certo essere peggiore del mio!” rispose Midoriya “Anche se, l’aveva cucito mia madre e c’ero molto affezionato devo ammettere che aveva troppi riferimenti palesi ad All Might” rise.

“Quello di Shoto poi non sembra nemmeno un costume” asserì Uraraka indicandolo; Shoto la guardò confuso “Perché no?” domandò poi. Uraraka rise “E’ una semplice tuta blu, diciamo che non hai dato molto peso alla fantasia!”

“Ho preferito la comodità” rise. Miyuki lo guardò con la coda dell’occhio, erano davvero molto simili.

Finita la pausa pranzo, come aveva detto loro Aizawa, Miyuki, Midoriya, Uraraka e anche Iida si diressero verso il laboratorio dove si trovava Hatsume. Una volta lì, Midoriya bussò alla porta e fece per impugnare la maniglia ma, poco prima che potesse farlo, un’esplosione enorme spalancò la porta facendo fuoriuscire una gigantesca nube di fumo.

I ragazzi iniziarono a tossire e a sventolare le mani davanti la faccia “Che cosa è successo?” domandò Miyuki tra un colpo di tosse e l’altro.

“Dev’essere un altro degli esperimenti di Hatsume” rispose Uraraka tossendo “solitamente è questa la fine che fanno” continuò a tossire. Miyuki si preoccupò “Siete sicuri sia saggio farmi indossare qualcosa costruito da lei?” domandò poi perplessa “Certo che sì!” rispose una voce femminile. Passarono almeno due minuti prima che la nube di fumo si diradasse completamente e una volta riusciti a respirare per bene, si accorsero della presenza di una ragazza bassina con due occhi molto vispi e capelli rosa come una caramella alla fragola.

“Hatsume si può sapere cos’hai combinato questa volta?” domandò Midoriya ridendo nervosamente; Hatsume fece un sorrisone “Stavo sperimentando un nuovo paio di stivali a propulsione. In pratica accumulano qualsiasi tipo di quirk nei piedi e ti permettono di schizzare in avanti come un razzo!” allungò il braccio sinistro in avanti imitando un razzo che sfrecciava “Penso di aver sbagliato qualcosa però – si accarezzò il mento con pollice e indice destro – per fortuna nessuno li stava indossando!” rise.

Una volta riusciti ad entrare nel laboratorio, Miyuki rimase sbalordita dalla quantità di strumenti che stavano accatastati in un angolo – “Probabilmente sono tutti esperimenti di Hatsume lasciati a metà per iniziare a lavorare sul successivo” pensò.

“Allora, allora, allora” ripetè Hatsume mentre spostava da una parte all’altra oggetti vari “dove li avrò messi?” si chiese poi continuando a cercare. Dopo almeno cinque minuti, finalmente, tirò fuori da sotto un tavolo una valigetta chiusa con un lucchetto “Ecco, questa è tua!” esclamò poi guardando Miyuki.

“Mia?” domandò inclinando la testa; Hatsume le sorrise e poggiò la valigetta su uno dei tavoli da lavoro “Esatto! Qua dentro ci sono tutti gli strumenti di supporto che abbiamo pensato per il tuo costume!” rispose aprendo il lucchetto con una piccola chiave argentata.

“Da quanto ci è stato riferito il tuo quirk ti permette di manipolare: fuoco, acqua/ghiaccio, aria e fulmine e dato che controllarli tutti insieme non dev’essere facile, almeno per il momento – le sorrise – abbiamo pensato di darti un piccolo ma grande supporto!” asserì aprendo la valigetta e mostrandone l’interno.

Ciò che i ragazzi videro erano quattro strumenti metallici dalla forma cilindrica, due più grandi e due più piccoli, due apparecchi molto più piccoli e degli stivali neri con delle placche in metallo.

“Wow Hatsume! - esclamò Midoriya – Sembrano fantastici!” si avvicinò con la faccia alla valigetta “Sono fantastici!” esclamò lei poi prese due degli strumenti dalla forma cilindrica e li mostrò a Miyuki da più vicino.

“Questi diventeranno i tuoi migliori amici! - le sorrise – Sono dei supporti sia per braccia che per gambe.” Miyuki ne prese uno in mano e iniziò a studiarlo “Dato che oltre a padroneggiare quattro elementi sei anche in grado di mischiarli tra loro, ho pensato di crearti qualcosa che ti permettesse di accumulare due quirk alla volta. Questi vanno indossati sugli avambracci – indicò quelli più piccoli – mentre questi vanno sulle cosce. Sono entrambi in metallo perché il metallo, essendo conduttore di calore ti permetterà di scaldarli e di accumularvi moltissimo fuoco e allo stesso tempo, potrai raffreddarli all’inverosimile!” Hatsume aveva gli occhi pieni di scintille per l’eccitazione “Inoltre essendo in metallo sono anche ottimi conduttori di elettricità ed è proprio per questo che ne ho inserito una parte anche ai lati dei tuoi stivali!” continuò prendendo uno stivale e facendoglielo vedere.

“Questi invece a cosa servono?” chiese Uraraka indicando gli ultimi apparecchietti rimasti nella valigia; Hatsume si girò verso di lei “Oh, questi – li prese in mano – sono una vera chicca! Sono molto fiera di averli inventati!” Miyuki li guardò interessata: sembravano delle mezzelune ma era sicura che Hatsume li avesse trasformati in qualcosa di molto meno comune.

“Questi – disse infilandoglieli dietro le orecchie – sono dei sensori termici” una volta inseriti Miyuki si tastò “una volta messi in funzione – Hatsume premette un tastino posto dietro l’apparecchio dell’orecchio sinistro – ti comunicano in tempo reale a che temperatura è sia il tuo corpo che gli strumenti che stai indossando!” concluse mentre dai due oggetti compariva una visiera trasparente che, come un piccolo display, indicava la temperatura. “Ne vado molto fiera perché ho fatto in modo che solo chi li indossa possa sapere a che temperatura sta arrivando!” esclamò poggiandosi soddisfatta i pugni sui fianchi.

“Non mi daranno nessun impedimento durante i combattimenti?” domandò Miyuki indicandoli, preoccupata che durante i combattimenti potessero cominciare a dare allarmi nel caso in cui la temperatura fosse salita o scesa più del normale.

“Assolutamente no! - le sorrise – Sono fatti in modo che tu possa sempre avere sotto controllo la temperatura e nel caso decidere di smettere di accumulare calore o freddo ma non ti impediranno mai di superare il limite, quello dipenderà da te!” concluse sorridendo di nuovo.

Miyuki rimase senza parole “Wow Hatsume, è incredibile quello che hai creato!” asserì sincera “Non avevo idea si potessero creare cose di questo tipo!” gli occhi di Hatsume brillarono ancora di più “Aaah! Sono felice che ti piacciano! Sin da quando ieri sera ci è arrivata la tua richiesta non sono riuscita a pensare ad altro e mi sono messa subito a lavoro! Non ho nemmeno dormito!” esclamò “Sono sicura che ti aiuteranno moltissimo, la possibilità che esplodano è solo del 15% ma è una possibilità bassissima!” continuò; gli altri si guardarono preoccupati “In che senso la possibilità che esplodano è del 15%? Possono davvero esplodere mentre li indosso?” domandò terrorizzata Miyuki ma Hatsume ormai non la ascoltava più, si era persa nel suo mondo continuando ad elogiarsi.

Quando i ragazzi finalmente uscirono dal laboratorio si erano ormai fatte le tre e mezza del pomeriggio e gli rimaneva solo il tempo di andarsi a cambiare dato che l’appuntamento con il professore Aizawa era per le quattro in punto davanti “Ground Beta” - un enorme quartiere accerchiato da delle mura nel quale gli studenti si allenavano in modo tale da valutarne la capacità di limitare i rischi nel caso di combattimenti in città.

“Vuoi che ti aspettiamo Miyuki?” domandò Momo da fuori lo spogliatoio femminile “No, voi andate pure! Io finisco di indossare il costume e arrivo.” rispose lei nascosta dietro due armadietti – non voleva che qualcun altro vedesse il suo costume prima di lei. Se non le fosse piaciuto sarebbe stato ancora peggio mostrarlo agli altri.

Una volta che fu certa di essere rimasta da sola, diede una veloce occhiata all’orologio posto sopra la porta “Bene, ho ancora venti minuti” asserì aprendo la valigetta con non poca ansia. Contrariamente alle sue aspettative, ciò che avevano creato per lei era decisamente meglio di quanto potesse aspettarsi.

Come da lei richiesto le avevano cucito una tuta completamente intera di colore nero opaco e di un tessuto che al tatto era molto leggero e gradevole e sopra, avevano ricamato una grande V che partiva dalla spalla sinistra, scendeva fin sotto il seno, risaliva fino alla spalla destra e riscendeva dietro la schiena per chiudersi di nuovo sulla spalla sinistra di colore rosso con i bordi gialli e sulle cosce altre due V che, come quella sul petto si ripetevano anche nella parte anteriore, blu con i bordi bianchi.

Una volta indossata, Miyuki aprì la seconda valigetta e indossò gli apparecchi che le aveva dato Hatsume pregando che non esplodessero al primo utilizzo. Non appena ebbe finito, si diresse verso lo specchio e si guardò e, per la prima volta, ciò che vide fu una persona completamente diversa. Forse non era ancora in grado di guardarsi senza vestiti addosso ma, con quel costume, si sentì per la prima volta ancora più vicina all’Hero che aveva sempre voluto essere.

“Allora ci siamo tutti?” domandò Aizawa a due minuti dalle quattro “No professore, manca Miyuki!” rispose Midoriya; Momo alzò la mano prima di parlare “L’abbiamo lasciata nello spogliatoio, stava indossando il costume ma credo che a breve sarà qui!” Aizawa infilò le mani in tasca, essendo la prima volta per Miyuki con addosso un costume pensò di non essere troppo severo e di non fare questioni se fosse arrivata con qualche minuto di ritardo. Contrariamente a ciò però, poco dopo le parole di Momo, Miyuki comparve alla loro destra agitando il braccio destro in aria per farsi notare “Eccomi!” esclamò prima di averli raggiunti “Chiedo scusa, infilare questo costume è stato più difficile di quanto pensassi!” si scusò poi mettendosi subito in riga accanto Midoriya.

Aizawa guardò la ragazza dalla testa ai piedi e prima che Miyuki potesse pensare di essere ridicola, le fece un cenno di approvazione con la testa “Adesso che siamo tutti – cominciò poi – possiamo vedere di iniziare questa simulazione.”

 

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Author's corner.

Ed eccoci arrivati alla fine del sesto capitolo! So di aver detto che avrei pubblicato ogni Giovedì ma ogni volta che finisco di scrivere il nuovo capitolo 
non vedo l'ora di farvelo leggere!
Ringrazio sempre chi legge e, da come ho visto proprio ora, chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite!!
Spero che abbiate passato un bel Capodanno nonostante le restrizioni e vi auguro che il 2021 vi regali solo cose belle!
Baci, Ems xx.

   
 
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