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Autore: LadyHeather83    04/01/2021    2 recensioni
Seguito di BEST FRIENDS. Ma non è necessario averla letta.
Marinette ed Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ma c'è qualcosa che turba la mente della ragazza, in particolare il ricordo di Chat Blanc, questo influirà nel loro rapporto visto che Papillon non è ancora stato sconfitto?
E Papillon riuscirà a scoprire chi si cela dietro le maschere di LadyBug e Chat Noir?
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Le ali della farfalla

*

Capitolo 6 – Rivelazioni

*

L’atrio della scuola pullulava di studenti quel giovedì mattina.

L’orologio posto all’ingresso, segnava le otto in punto e la campanella era già risuonata al suo interno, invitando gli alunni ad entrare in classe.

Adrien e Marinette, entrarono in classe insieme, ridevano e scherzavano da bravi amici, ed era questo che apparivano agli occhi dei loro compagni, ma non ad Alya.

Alya non si era mai bevuta la storia che si erano lasciati, li osservava con circospezione, attendendo un loro passo falso, ne avrebbero fatti, ne era sicura.

Non demordeva, nonostante Nino le avesse intimato di farlo e di lasciare stare quei due, ma non poteva, era la sua natura da curiosa cronica a spingerla, spesso e volentieri a mettersi nei guai.

Una volta Marinette, le aveva detto che sarebbe stata perfetta come investigatore privato, oppure, l’avrebbe vista molto bene ricoprire qualche incarico nella polizia, magari in quella sezione dove si deve indagare e stanare il colpevole.

Ma lei era stata chiara, il giornalismo era la sua vocazione, e terminato il liceo, si sarebbe iscritta all’università, più precisamente alla facoltà di Scienze delle Comunicazione.

I due amici si sorrisero e si sedettero ai propri posti, vicino ai loro migliori amici.

“Buongiorno, Alya” La salutò prendendo il tablet dal suo zaino.

“Buongiorno, Marinette…ho uno scoop che riguarda Lady Bug e Chat Noir” La corvina si irrigidì e lo stesso fece Adrien, non voltandosi, ma allungò un orecchio, facendo finta di ascoltare quello che gli stava dicendo Nino in quel momento.

“Sono tutta orecchi” Si finse entusiasta.

Alya iniziò a parlare a voce bassa “Ieri, ho visto Lady Bug e Chat Noir andare via mano nella mano e posso scommettere di averli visti baciarsi”.

“Che???” Marinette sbattè le palpebre più volte, non era possibile li avesse visti scambiarsi quelle effusioni, maledetto Chat Noir, e la sua voglia irrefrenabile di saltarle addosso ad ogni occasione.

Adrien si sentì gli occhi della sua ragazza puntati addosso, e poteva scommettere di poter sentire sul suo collo come delle lame di rasoi, pronte a tagliarlo in tanti piccoli pezzettini.

“Ne sei sicura, Alya? Non potresti aver frainteso la cosa. Da quanto ne so, quei due non sono una coppia”.

“E’ quello che vogliono far credere, ma io so quello che ho visto” Aveva lo sguardo di chi la sapeva lunga, e di chi fosse pronta a stanare le bugie.

“Scusami, e come hai fatto a vederli?”

“Ehm…beh…io…” Doveva trovare una scusa alla svelta, non poteva dire di essere Rena Rouge e di aver aiutato Lady Bug e Chat Noir, in una missione “…ero al balcone ed osservavo il cielo, quando quei due hanno iniziato ad amoreggiare nel comignolo di fronte casa mia”.

Marinette scoppiò a ridere “Non credo sia andata proprio così”.

Adrien invece, deglutì ed iniziò a sentire sul suo corpo una certa orticaria e desiderò di sparire sulla faccia della terra, era sicuro che Marinette, quel pomeriggio, gli avrebbe fatto una bella ramanzina.

“E tu che ne sai?” Domandò curiosa Alya.

“Perché è risaputo che quei due non sono una coppia”.

“Devo forse ricordarti di un certo bacio…quando io e Nino siamo stati akumizzati?”.

La corvina sospirò, come dimenticare, o meglio, le sarebbe piaciuto ricordare la circostanza del perché quella volta si erano baciati.

“Aveva perso la memoria, e quel gattaccio ne aveva approfittato per metterle le mani addosso”. Incrociò le braccia sotto il seno in segno di offesa.

Adrien trattenne a stento un sorriso, l’unico dei due che fosse stato entusiasta di quell’episodio, era proprio lui, peccato che non ricordava un bel niente.

Ma basta ricordare il passato, nel suo presente lui e Marinette sono una coppia, anche se, per il loro bene, avevano deciso di tenere tutti all’oscuro e fingere che la loro breve storia, fosse stata un errore.

“Si, si questa è la scusa, ma può darsi che dopo quella volta, i due si siano ravvicinando, magari ci hanno ripensato”.

La campanella suonò ancora, e dopo qualche secondo entrò la signorina Bustier.

“Buongiorno ragazzi”.

“Buongiorno professoressa” Salutarono in coro gli studenti.

“Senti Alya, non scrivere niente sul tuo blog di tutta questa storia, magari erano passati di là e volevano solo un po’ di privacy, ecco”. Le sussurrò nascondendosi dietro un libro.

“Non te lo posso promettere”. Sarebbe stato un articolo troppo importante per il suo blog, per attirare ulteriori visitatori e fare visualizzazioni.

Marinette le prese la mano e l’implorò di non farlo, si sarebbe messa a piangere, se fosse stato necessario, ma poi avrebbe dovuto spiegare all’intera classe del perché l’avesse fatto.

“Non credi di esagerare?”.

“No, sono supereroi, ed è giusto rispettare la loro privacy”.

“Allora la prossima volta che si cerchino una stanza, o che vadano a fare certe cose lontane da me”.

Che si fosse indispettita perché Lady Bug non le aveva lasciato il miraculous? Probabile, ma questo non doveva essere motivo di astio nei suoi confronti.

“Alya, non ti riconosco più. Sono certa che Lady Bug, ha fiducia in te, altrimenti non si concederebbe periodicamente a delle interviste, no? Secondo me sei ingiusta se decidi di pubblicare questo articolo, soprattutto perché non hai la certezza che sia realmente come dici. Magari i due hanno svoltato l’angolo e Lady Bug lo ha preso a schiaffi, che ne sai?” Fece spallucce.

La sua migliore amica non sapeva che dire, fare del buon giornalismo, significava essere sicuri e non spiattellare in prima pagine accuse o affibbiare storie d’amore, senza averne la certezza.

Sarebbe stato anche giocare un colpo basso alla sua eroina, una persona che comunque gli ha dato fiducia.

“Ok, come vuoi, non scriverò quell’articolo” Marinette potè tirare un sospiro di sollievo “Ma glielo chiederò nella prossima intervista”. Ammiccò continuando a seguire la lezione.

*

Durante l’intervallo, ed approfittando del fatto che Alya e Nino erano impegnati in biblioteca, Marinette non perse occasione per fare una ramanzina al suo fidanzato.

Gli chiuse l’anta dell’armadietto sbattendola, rischiando anche di fratturargli una mano.

“Per fortuna l’ho tolta in tempo”. Sospirò.

“Non cambiare argomento, Adrien. Lo sai che dobbiamo parlare!”.

“Non ricordarmelo, so già cosa vuoi dirmi e ti chiedo scusa”.

“Dobbiamo essere più discreti, anche quando abbiamo i nostri travestimenti, non si sa mai chi può stare a guardare”.

“Lo so, ma è che le occasioni che abbiamo per stare insieme, sono talmente poche, che non vedo l’ora di stringerti”. Lo disse con tono rassegnato, con il tono di chi voleva urlare a tutti che amava Marinette Dupain-Cheng, e che nel suo cuore non esisteva altro che lei.

Chaton” Gli accarezzò il volto triste “…non sai io cosa darei per poter entrare ogni mattina da quella porta con te sotto braccio, non potermi più nascondere e inventare mille scuse se la mia migliore amica ha un sospetto su di noi”.

“Non è facile”.

“Per niente, ma se resteremo uniti, presto sconfiggeremo Papillon e potremo uscire allo scoperto”.

Marinette prese dei libri dal suo armadietto e si diressero verso la panchina dell’atrio, meglio stare in un luogo affollato, per non attirare sguardi indiscreti.

“A proposito di Papillon, secondo me Lila, si è alleata con lui” Ipotizzò lei.

“Dici?”

“L’attacco dell’altro giorno è stato strano” Marinette si portò due dita sotto il mento “…sembrava più, un voler farci uscire allo scoperto.”

Adrien si stiracchiò alzando le braccia “Per me ci ha solo interrotti sul più bello, e solo per questo motivo, quella farfalla meriterebbe che gli venissero tagliate le ali”.

Marinette sorrise “Puoi stare serio per una volta? E comunque per la cronaca, ha dato parecchio fastidio anche a me”. Ammiccò complice, facendo arrossire il ragazzo.

“Signor Agreste, sta arrossendo, non è da lei”. Fece sensuale notando il colorito cremisi, comparso sul volto del ragazzo.

“Colpa tua, mi fai pensare a certe cose…” Ad Adrien ci volle una grandissima forza di volontà per trattenersi a non saltare addosso a Marinette, non gli importava un bel niente di essere a scuola in mezzo a più di cento studenti, l’avrebbe baciata, assaporato quelle labbra che sapevano sempre di fragola, ma l’urlo strozzato di Alya, lo destò dai suoi pensieri impuri.

“Eccovi!”

*

Gli operai avevano lasciato da poco Villa Agreste, e come ordinato da Nathalie, erano state rimesse in funzione le videocamere su tutto il perimetro, ed in più installata una, in direzione della camera di Adrien, unico punto cieco della video sorveglianza.

“Sono andati via?” Aveva chiesto lo stilista, quando la sua fidata segretaria, aveva varcato la soglia dello studio.

“Si, Gabriel, è tutto stato predisposto come volevi” Annuì prendendo posto dietro la scrivania bianca.

Lo stilista continuò ad assembrare i modelli sul suo computer e non riusciva a togliersi dalla testa l’anello che portava suo figlio sull’anulare destro.

Aveva avuto modo di vederlo bene ieri pomeriggio, mentre erano sulle rive della Senna, e più lo guardava, e più i suoi sospetti che quello fosse il miraculous del gatto nero, diventavano certezze.

“La telecamera in più, è stata installata?”.

“E’ già operativa”.

Sul volto dello stilista si materializzò un sorrisetto sadico “Vediamo ora se ho ragione a sospettare di te, figliolo”.

“Pensi che Adrien sia Chat Noir?” Chiese preoccupata, se quel sospetto che nutriva, trovasse la sua certezza, nemmeno lei sa, come Gabriel avrebbe reagito.

“Si, lo penso, e credo che la sua amica Marinette, sia in realtà Lady Bug”.

“Non ti sembra di azzardare troppo?”.

“Lila ha detto di aver visto Lady Bug, intrufolarsi nella camera di Marinette”.

“Non prova niente questo”. Scosse il capo.

“Gliel’ho detto anch’io, magari la cercava per consegnarle un miraculous, per quello che ne possiamo sapere”.

“Oppure è andata a prendere la collana della volpe, per consegnarlo a Rena Rouge”. Una spiegazione più che plausibile, visto che dopo poco, la super eroina ha fatto il suo ingresso in battaglia.

“Potrebbe essere, ma dobbiamo esserne sicuri”.

“Per questo ho fatto mettere quelle telecamere, appena Adrien tornerà a casa da scuola, richiamerò Volpina, così uscirà allo scoperto”.

Nathalie fu visibilmente preoccupata da quella dichiarazione “Gabriel, se posso permettermi” Lo stilista per la prima volta, da quando stavano avendo quella conversazione, distolse lo sguardo dal monitor “…non pensi sia terribile scoprire che in realtà tuo figlio sia Chat Noir? Questo significherebbe che lo hai messo in pericolo un sacco di volte senza accorgertene”.

Temeva quella considerazione, aveva ragione, fottutamente ragione e avrebbe voluto morire, piuttosto che scoprire che i suoi sospetti erano fondati, ma dove sapere, doveva averne la certezza.

Si era ripromesso quella mattina, davanti il feretro di Emilie, che avrebbe desistito a ricercare il potere assoluto, se suo figlio non fosse stato Chat Noir e lo avrebbe fatto vivere come un ragazzino della sua età, merita.

Il pomeriggio trascorso con lui, gli aveva fatto aprire gli occhi.

Si sente solo, come un adolescente a cui sono morti entrambi i genitori nello stesso momento, e non poteva permettere che un giorno, glielo avesse rinfacciato.

*

Prima di spegnere il computer, Nathalie, per puro sfizio, volle dare un’occhiata alle registrazioni di quel pomeriggio.

Alla fine Gabriel, non aveva scatenato nessun attacco akuma, il fato ha voluto ci fosse un’emergenza alla casa di moda, che reclamava la sua presenza fisica.

La mascella di Nathalie sembrava staccarsi dal volto e il suo cuore mancò un battito.

*

Continua

  
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