Le ali della farfalla
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Capitolo
6 – Rivelazioni
*
L’atrio
della scuola pullulava di studenti quel giovedì mattina.
L’orologio
posto all’ingresso, segnava le otto in punto e la campanella era già risuonata
al suo interno, invitando gli alunni ad entrare in classe.
Adrien
e Marinette, entrarono in classe insieme, ridevano e
scherzavano da bravi amici, ed era questo che apparivano agli occhi dei loro
compagni, ma non ad Alya.
Alya
non si era mai bevuta la storia che si erano lasciati, li osservava con
circospezione, attendendo un loro passo falso, ne avrebbero fatti, ne era
sicura.
Non
demordeva, nonostante Nino le avesse intimato di farlo e di lasciare stare quei
due, ma non poteva, era la sua natura da curiosa cronica a spingerla, spesso e
volentieri a mettersi nei guai.
Una
volta Marinette, le aveva detto che sarebbe stata perfetta come investigatore
privato, oppure, l’avrebbe vista molto bene ricoprire qualche incarico nella
polizia, magari in quella sezione dove si deve indagare e stanare il colpevole.
Ma
lei era stata chiara, il giornalismo era la sua vocazione, e terminato il
liceo, si sarebbe iscritta all’università, più precisamente alla facoltà di
Scienze delle Comunicazione.
I
due amici si sorrisero e si sedettero ai propri posti, vicino ai loro migliori
amici.
“Buongiorno,
Alya” La salutò prendendo il tablet dal suo zaino.
“Buongiorno,
Marinette…ho uno scoop che riguarda Lady Bug e Chat
Noir” La corvina si irrigidì e lo stesso fece Adrien, non voltandosi, ma
allungò un orecchio, facendo finta di ascoltare quello che gli stava dicendo
Nino in quel momento.
“Sono
tutta orecchi” Si finse entusiasta.
Alya
iniziò a parlare a voce bassa “Ieri, ho visto Lady Bug e Chat Noir andare via
mano nella mano e posso scommettere di averli visti baciarsi”.
“Che???”
Marinette sbattè le
palpebre più volte, non era possibile li avesse visti scambiarsi quelle
effusioni, maledetto Chat Noir, e la sua voglia irrefrenabile di saltarle
addosso ad ogni occasione.
Adrien
si sentì gli occhi della sua ragazza puntati addosso, e poteva scommettere di
poter sentire sul suo collo come delle lame di rasoi, pronte a tagliarlo in
tanti piccoli pezzettini.
“Ne
sei sicura, Alya? Non potresti aver frainteso la cosa. Da quanto ne so, quei
due non sono una coppia”.
“E’
quello che vogliono far credere, ma io so quello che ho visto” Aveva lo sguardo
di chi la sapeva lunga, e di chi fosse pronta a stanare le bugie.
“Scusami,
e come hai fatto a vederli?”
“Ehm…beh…io…”
Doveva trovare una scusa alla svelta, non poteva dire di essere Rena Rouge e di
aver aiutato Lady Bug e Chat Noir, in una missione “…ero al balcone ed
osservavo il cielo, quando quei due hanno iniziato ad amoreggiare nel comignolo
di fronte casa mia”.
Marinette scoppiò a ridere
“Non credo sia andata proprio così”.
Adrien
invece, deglutì ed iniziò a sentire sul suo corpo una certa orticaria e
desiderò di sparire sulla faccia della terra, era sicuro che Marinette, quel pomeriggio, gli avrebbe fatto una bella
ramanzina.
“E
tu che ne sai?” Domandò curiosa Alya.
“Perché
è risaputo che quei due non sono una coppia”.
“Devo
forse ricordarti di un certo bacio…quando io e Nino siamo stati akumizzati?”.
La
corvina sospirò, come dimenticare, o meglio, le sarebbe piaciuto ricordare la
circostanza del perché quella volta si erano baciati.
“Aveva
perso la memoria, e quel gattaccio ne aveva approfittato per metterle le mani
addosso”. Incrociò le braccia sotto il seno in segno di offesa.
Adrien
trattenne a stento un sorriso, l’unico dei due che fosse stato entusiasta di
quell’episodio, era proprio lui, peccato che non ricordava un bel niente.
Ma
basta ricordare il passato, nel suo presente lui e Marinette
sono una coppia, anche se, per il loro bene, avevano deciso di tenere tutti
all’oscuro e fingere che la loro breve storia, fosse stata un errore.
“Si,
si questa è la scusa, ma può darsi che dopo quella volta, i due si siano
ravvicinando, magari ci hanno ripensato”.
La
campanella suonò ancora, e dopo qualche secondo entrò la signorina Bustier.
“Buongiorno
ragazzi”.
“Buongiorno
professoressa” Salutarono in coro gli studenti.
“Senti
Alya, non scrivere niente sul tuo blog di tutta questa storia, magari erano
passati di là e volevano solo un po’ di privacy, ecco”. Le sussurrò
nascondendosi dietro un libro.
“Non
te lo posso promettere”. Sarebbe stato un articolo troppo importante per il suo
blog, per attirare ulteriori visitatori e fare visualizzazioni.
Marinette le prese la mano
e l’implorò di non farlo, si sarebbe messa a piangere, se fosse stato
necessario, ma poi avrebbe dovuto spiegare all’intera classe del perché
l’avesse fatto.
“Non
credi di esagerare?”.
“No,
sono supereroi, ed è giusto rispettare la loro privacy”.
“Allora
la prossima volta che si cerchino una stanza, o che vadano a fare certe cose
lontane da me”.
Che
si fosse indispettita perché Lady Bug non le aveva lasciato il miraculous? Probabile, ma questo non doveva essere motivo
di astio nei suoi confronti.
“Alya,
non ti riconosco più. Sono certa che Lady Bug, ha fiducia in te, altrimenti non
si concederebbe periodicamente a delle interviste, no? Secondo me sei ingiusta
se decidi di pubblicare questo articolo, soprattutto perché non hai la certezza
che sia realmente come dici. Magari i due hanno svoltato l’angolo e Lady Bug lo
ha preso a schiaffi, che ne sai?” Fece spallucce.
La
sua migliore amica non sapeva che dire, fare del buon giornalismo, significava
essere sicuri e non spiattellare in prima pagine accuse o affibbiare storie
d’amore, senza averne la certezza.
Sarebbe
stato anche giocare un colpo basso alla sua eroina, una persona che comunque
gli ha dato fiducia.
“Ok,
come vuoi, non scriverò quell’articolo” Marinette potè tirare un sospiro di sollievo “Ma glielo chiederò
nella prossima intervista”. Ammiccò continuando a seguire la lezione.
*
Durante
l’intervallo, ed approfittando del fatto che Alya e Nino erano impegnati in
biblioteca, Marinette non perse occasione per fare
una ramanzina al suo fidanzato.
Gli
chiuse l’anta dell’armadietto sbattendola, rischiando anche di fratturargli una
mano.
“Per
fortuna l’ho tolta in tempo”. Sospirò.
“Non
cambiare argomento, Adrien. Lo sai che dobbiamo parlare!”.
“Non
ricordarmelo, so già cosa vuoi dirmi e ti chiedo scusa”.
“Dobbiamo
essere più discreti, anche quando abbiamo i nostri travestimenti, non si sa mai
chi può stare a guardare”.
“Lo
so, ma è che le occasioni che abbiamo per stare insieme, sono talmente poche,
che non vedo l’ora di stringerti”. Lo disse con tono rassegnato, con il tono di
chi voleva urlare a tutti che amava Marinette Dupain-Cheng, e che nel suo cuore non esisteva altro che
lei.
“Chaton” Gli
accarezzò il volto triste “…non sai io cosa darei per poter entrare ogni
mattina da quella porta con te sotto braccio, non potermi più nascondere e
inventare mille scuse se la mia migliore amica ha un sospetto su di noi”.
“Non
è facile”.
“Per
niente, ma se resteremo uniti, presto sconfiggeremo Papillon e potremo uscire
allo scoperto”.
Marinette prese dei libri
dal suo armadietto e si diressero verso la panchina dell’atrio, meglio stare in
un luogo affollato, per non attirare sguardi indiscreti.
“A
proposito di Papillon, secondo me Lila, si è alleata con lui” Ipotizzò lei.
“Dici?”
“L’attacco
dell’altro giorno è stato strano” Marinette si portò
due dita sotto il mento “…sembrava più, un voler farci uscire allo scoperto.”
Adrien
si stiracchiò alzando le braccia “Per me ci ha solo interrotti sul più bello, e
solo per questo motivo, quella farfalla meriterebbe che gli venissero tagliate
le ali”.
Marinette sorrise “Puoi
stare serio per una volta? E comunque per la cronaca, ha dato parecchio
fastidio anche a me”. Ammiccò complice, facendo arrossire il ragazzo.
“Signor
Agreste, sta arrossendo, non è da lei”. Fece sensuale notando il colorito
cremisi, comparso sul volto del ragazzo.
“Colpa
tua, mi fai pensare a certe cose…” Ad Adrien ci volle una grandissima forza di
volontà per trattenersi a non saltare addosso a Marinette,
non gli importava un bel niente di essere a scuola in mezzo a più di cento
studenti, l’avrebbe baciata, assaporato quelle labbra che sapevano sempre di
fragola, ma l’urlo strozzato di Alya, lo destò dai suoi pensieri impuri.
“Eccovi!”
*
Gli
operai avevano lasciato da poco Villa Agreste, e come ordinato da Nathalie,
erano state rimesse in funzione le videocamere su tutto il perimetro, ed in più
installata una, in direzione della camera di Adrien, unico punto cieco della
video sorveglianza.
“Sono
andati via?” Aveva chiesto lo stilista, quando la sua fidata segretaria, aveva
varcato la soglia dello studio.
“Si,
Gabriel, è tutto stato predisposto come volevi” Annuì prendendo posto dietro la
scrivania bianca.
Lo
stilista continuò ad assembrare i modelli sul suo computer e non riusciva a
togliersi dalla testa l’anello che portava suo figlio sull’anulare destro.
Aveva
avuto modo di vederlo bene ieri pomeriggio, mentre erano sulle rive della
Senna, e più lo guardava, e più i suoi sospetti che quello fosse il miraculous del gatto nero, diventavano certezze.
“La
telecamera in più, è stata installata?”.
“E’
già operativa”.
Sul
volto dello stilista si materializzò un sorrisetto sadico “Vediamo ora se ho
ragione a sospettare di te, figliolo”.
“Pensi
che Adrien sia Chat Noir?” Chiese preoccupata, se quel sospetto che nutriva,
trovasse la sua certezza, nemmeno lei sa, come Gabriel avrebbe reagito.
“Si,
lo penso, e credo che la sua amica Marinette, sia in
realtà Lady Bug”.
“Non
ti sembra di azzardare troppo?”.
“Lila
ha detto di aver visto Lady Bug, intrufolarsi nella camera di Marinette”.
“Non
prova niente questo”. Scosse il capo.
“Gliel’ho
detto anch’io, magari la cercava per consegnarle un miraculous,
per quello che ne possiamo sapere”.
“Oppure
è andata a prendere la collana della volpe, per consegnarlo a Rena Rouge”. Una
spiegazione più che plausibile, visto che dopo poco, la super eroina ha fatto
il suo ingresso in battaglia.
“Potrebbe
essere, ma dobbiamo esserne sicuri”.
“Per
questo ho fatto mettere quelle telecamere, appena Adrien tornerà a casa da
scuola, richiamerò Volpina, così uscirà allo scoperto”.
Nathalie
fu visibilmente preoccupata da quella dichiarazione “Gabriel, se posso
permettermi” Lo stilista per la prima volta, da quando stavano avendo quella
conversazione, distolse lo sguardo dal monitor “…non pensi sia terribile
scoprire che in realtà tuo figlio sia Chat Noir? Questo significherebbe che lo
hai messo in pericolo un sacco di volte senza accorgertene”.
Temeva
quella considerazione, aveva ragione, fottutamente ragione e avrebbe voluto
morire, piuttosto che scoprire che i suoi sospetti erano fondati, ma dove
sapere, doveva averne la certezza.
Si
era ripromesso quella mattina, davanti il feretro di Emilie, che avrebbe
desistito a ricercare il potere assoluto, se suo figlio non fosse stato Chat
Noir e lo avrebbe fatto vivere come un ragazzino della sua età, merita.
Il
pomeriggio trascorso con lui, gli aveva fatto aprire gli occhi.
Si
sente solo, come un adolescente a cui sono morti entrambi i genitori nello
stesso momento, e non poteva permettere che un giorno, glielo avesse
rinfacciato.
*
Prima
di spegnere il computer, Nathalie, per puro sfizio, volle dare un’occhiata alle
registrazioni di quel pomeriggio.
Alla
fine Gabriel, non aveva scatenato nessun attacco akuma,
il fato ha voluto ci fosse un’emergenza alla casa di moda, che reclamava la sua
presenza fisica.
La
mascella di Nathalie sembrava staccarsi dal volto e il suo cuore mancò un
battito.
*
Continua