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Autore: piccolo_uragano_    04/01/2021    2 recensioni
(UMILE SEQUEL DI "PIU' DI IERI...")
«Non farei mai niente per infastidirti» spiegò subito. «Quantomeno, non intenzionalmente» aggiunse, sottovoce.
Lei allargò il sorriso. «Grazie»
«Grazie?»
«Sì: grazie»
«E per che cosa?»
«Per quello che hai detto: non è affatto scontato»
Lui fece spallucce, e lei riconobbe il Draco Malfoy di cui le avevano raccontato i suoi fratelli. «Mi pareva il minimo, sai, non ferire le persone a cui tieni e stare sempre dalla loro parte, cose così. Ci ho messo un po’, ma l’ho imparato»
«Quindi starai sempre dalla mia parte?»
«Cascasse il mondo, Anastasia Black, sarò dalla tua parte»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Didn't I, didn't I, didn't I love you?
Didn't we, didn't we, didn't we fly?
Know that I, know that I still care for you
But didn't we, didn't we say goodbye?
Didn't I, didn't I, didn't I love you?
Didn't we, didn't we, didn't we try?
Know that I, know that I still care for you
Tell me why good things have to die
(Didn't I, OneRepublic)

 
36. 
accontentarsi 
 

In casa Weasley Black, continuò a regnare un silenzio assordante. 

A Nicole raramente era capitato di essere zittita, e sicuramente non le era mai capitato che a zittirla fosse Anastasia. Avevano passato la vita l’una accanto all’altra, tanto che a scuola le chiamavano “le siamesi”, e Lumacorno non riusciva a non ricordare ogni volta che gli era già capitato di richiamare “Black e Redfort”, in un’epoca precedente. Quindi era rimasta seduta al tavolo, con la mano sul viso e l’espressione più colpevole che chiunque, in quella stanza, le avesse mai visto. Mentre Ron, incurante  di tutto, faceva fluttuare delle tazze stracolme di camomilla bollente verso il tavolo da pranzo, Remus si schiarì la voce. 

«Ti hanno davvero convinta Ted e Lyall?» domandò. 

«Credevano che si sarebbe arrabbiata» spiegò lei. «Ma anche io mi sono arrabbiata, per il regalo. Quindi ho detto loro che si sarebbe arrabbiata di più se lo fosse venuta a sapere dopo» alzò lo sguardo. «E infatti»

«Stai dicendo che è colpa mia?» domandò George ancora alterato. 

«Sto dicendo che non ti dovevi immischiare» lo richiamò Nicole. «Ma l’hai vista come sta?»

«E tu hai visto come sta lui?» 

«Non mi interessa come sta lui!» si difese Nicole. 

«Forse dovrebbe» la provocò allora George. «Se vedessi come sta lui, capiresti che non è tutto come sembra» 

 

«Tu sai qualcosa della faccenda di Draco e Astoria, vero?» sussurrò Fred, facendo prendere un colpo alla moglie. 

«Merlino» rispose lei in un sussulto, mentre si stava infilando nel letto. «Pensavo dormissi! È l’alba!»

«George ha litigato con Anya, prima» spiegò lui, mettendosi seduto. «E anche Nicole ha litigato con Anya, perché Draco ha spedito loro dei regali» 

Kayla accese l’abat-jour che stava sul comò e guardò il marito allarmata. «Anya ha litigato con Nicole e George?!» chiese, spalancando gli occhi. 

«Tu sapevi dei regali!» disse allora Fred, saltando sul posto. «Chi te l’ha detto?» 

«Anastasia e Nicole non hanno mai litigato, Fred, sei sicuro di quello che dici?!»

«Chiaramente te l’ha detto Robert» concluse il rosso. «E chiaramente sai qualcosa che non so»

«Credevo che la sola persona in grado di litigare con George fosse Percy!» esclamò Anastasia. «Hanno risolto, poi? O lei se n’è andata?» 

«Come sai che se n’è andata?» domandò Fred perplesso.

«Perché Anastasia non sa gestire il conflitto» sbuffò lei. «Pensaci, è palese» incrociò le gambe per iniziare a contare con le dita. «Quando avrebbe dovuto discutere con Edward per la storia del corso da Spezzaincantesimi, ha semplicemente evitato l’argomento, come se servisse, poi. Quando ha saputo che noi sapevamo che Edward era in città, si è murata viva a Grimmauld Place. E dopo aver visto Narcissa, ha letteralmente chiuso la porta in faccia a Draco – e Merlino, Draco non andrebbe a bussare alla porta di Villa Black senza delle spiegazioni più che valide!» Imbronciata, Kayla si lasciò cadere sui cuscini.

«Quindi è tutto un grande malinteso» concluse Fred dopo qualche secondo. «Se aveva delle scuse più che valide, intendo, è tutto un grande malinteso. E se ha comprato i regali per Nicole, Ted e Lyall, era pure dispiaciuto»

Kayla storse il naso e finse di guardare da un’altra parte. 

«Okay, diciamo che è un silenzio assenso. Quindi aveva ragione George a difendere Draco e a dire che Anastasia lo ha condannato senza prove» 

Kayla sbuffò. «Le ha detto così?» 

«Certo» rispose Fred. «E se vuoi sapere come la penso, ha fatto bene» 

Kayla si rimise seduta e si alzò a fatica imprecando Salazar. 

«E adesso dove vai? È l’alba!» 

«Vado a dire a Draco di muovere il suo regale fondoschiena» grugnì lei recuperando una vestaglia. 

«E ci vai in pigiama?» rise Fred. «Come ai tempi della scuola?» 

«Ci andiamo in pigiama» specificò lei. «Io, te, e pure George» 

 

«Padron Draco?» 

Draco aprì un occhio, confuso. Attorno a lui, la sua stanza buia, e accanto a lui, naturalmente nessuno, ma era ormai abitudine gettare uno sguardo o la mano verso la parte vuota del letto. Ai piedi del letto, però, Kora lo guardava intimorita. 

«Kora?» chiese strizzando gli occhi e alzando il collo per reggersi sui gomiti. 

«Kora è molto dispiaciuta, padron Draco, Kora sa che il padrone è tornato da poco e desiderava dormire» disse lei con timore. «Ma alla porta ci sono i signori Weasley che hanno urgenza di parlare con padron Draco» 

«Chi?» si stupì lui. 

«I signori Weasley, padron-»

«Quanti Weasley? E – e quali?» domandò sempre più allarmato, mettendosi seduto.

«Due gemelli e la signora Weasley incinta, padrone, Kora ha detto loro di ritentare dopo le feste, ma …» 

Draco scosse la testa, si alzò di scatto e si infilò dei jeans e un maglione di cashmere grigio scuro che aveva sfilato svogliato prima di buttarsi nel letto poco più di un’ora prima. «Va bene, Kora, falli accomodare in salotto prima che mia madre li veda, per favore» 

Kora annuì e scomparve all’istante, mentre lui apriva le tende oscuranti e si passava le mani sul viso per svegliarsi. Fuori dalle finestre, un’alba grigia copriva la tenuta per accogliere la giornata della vigilia di Natale. Recuperato un paio di scarpe, scese le scale e percorse i corridoi bui e freddi per raggiungere il salotto, trovando i gemelli lievemente a disagio ma perfettamente abili a nasconderlo, mentre Kayla era già seduta sul divano e si guardava attorno con espressione pensierosa e quasi preoccupata. 

«Dì un po', non ce l’hai un albero di Natale o qualche decorazione?» gli disse, vedendolo arrivare.

«Se avessi saputo di questa visita, avrei provveduto» rispose lui con un mezzo sorriso. «A cosa devo l’onore?» 

«George ha litigato con Anastasia» spiegò allora Kayla facendosi seria. 

«Oh» annuì il biondo. «E vuole fondare un club?» 

«Per difenderti» aggiunse allora Kayla, inclinando la testa in avanti per guardarlo male. 

Draco spalancò la bocca. «Davvero?» 

«No» si intromise allora George. «Io ho detto che ti ha condannato senza prove, e che non può prendersela con Blai-» 

«Per difenderti» riprese Kayla facendo segno al cognato di stare zitto. «E anche Nicole» 

«Nicole mi ha difeso?» chiese Draco con crescente stupore.

«Non-» iniziò Fred, ma Kayla fermò anche lui. 

«Draco, quello che stiamo cercando di dirti è-»

«Non stiamo, non ci lasci parlare!» si lamentò George. 

«Che devi muovere le tue regali chiappe verso Villa Black, perché io non ho intenzione di passare la Vigilia di Natale con la mia famiglia spaccata in due a causa tua, e soprattutto, non voglio essere l’unica a sapere la verità»

Draco alzò gli occhi al cielo. «Kayla, non … non è così semplice, lo sai»

«E invece dovrebbe!» si lamentò lei. «Sei ancora innamorato di lei o no?» 

Draco non rispose, ma lo sguardo che rivolse all’amica bastò. 

«Ecco» continuò allora lei. «Nessun innamorato vorrebbe passare il Natale da solo!» si lamentò. «Vi siete presi fin troppo tempo, non potete rischiare di perdervi» aggiunse, mostrandosi sinceramente preoccupata. 

Draco prese un respiro profondo e incrociò le braccia sul petto, scuotendo la testa. «Credevo che Nicole mi odiasse» disse poi, perplesso. 

Kayla inclinò la testa e lo guardò con dolcezza. «Draco, la sola persona che ti odia è quella che vedi riflessa nello specchio» 


James era seduto sulle gambe di Anastasia, stringendo la chitarra di Martha con sguardo fiero. «No, no» gli stava dicendo Anastasia. «Questo va qui» disse, spostandogli un dito da una corda all’altra. 

James annuì con la fronte corrucciata e riprovò a muovere la mano destra sulle corde, ottenendo un suono più dolce. 

«Ecco» sorrise Anya, con la testa sulla sua spalla. «Bravo» aggiunse, mentre Lily, Violet e Sirius raggiungevano il salotto con addosso dei grembiuli da cuoco.

«Abbiamo fatto tantissimi biscotti!» esclamò la giovane Potter. 

«Ma non li possiamo mangiare tutti» puntualizzò Violet. «O ci verrà mal di pancia»

Anya sorrise guardò il padre, che era riuscito a sporcarsi di farina ovunque, tranne che sul grembiule. «Non guardare me» si difese Sirius. «Sono Aaron e Moony che ci hanno detto che non li potevamo mangiare!» 

Anastasia rise di gusto e il giovane James attirò la loro attenzione accarezzando di nuovo le corde, e le due bambine lo guardarono estasiate. «Hai imparato tutto mentre facevamo i biscotti?» esclamò Lily. 

«Beh, ci abbiamo messo moltissimo a fare i biscotti» fece notare Violet,  guadagnandosi uno sguardo di richiamo da parte della zia. «Però sei stato comunque bravo, James» ammise in un sospiro.  

«Voglio suonare stasera!» si entusiasmò James.  

Anastasia gli spostò un ciuffo di capelli ribelli. «Stasera?» 

«Stasera! Davanti a tutti!» esclamò lui di nuovo quasi saltando sul posto. «Albus sarà verde d’invidia, lui non sa suonare neanche il flauto!» 

«Neanche tu sai suonare il flauto, James» gli disse la sorella. «Ci sputi dentro!» 

«Andate a controllare i biscotti» le invitò Sirius, e le bambine corsero verso la cucina di Villa Black quasi facendo a gara. «Sei bravissimo, James» gli disse in un sussurro. «Loro sono solo invidiose!» 

«Papà!» lo richiamò allora Anya. 

Sirius sorrise e le fece l’occhiolino, per poi tornare verso la cucina al grido di «Remus! Lo sapevo che mi hai cacciato con una scusa per poter mangiare i miei biscotti!»

 

Anastasia se ne stava avvolta in una coperta, con i capelli sciolti e uno sguardo pensieroso. Con una mano teneva la sigaretta, con l’altra si stringeva la coperta addosso, seduta sulla sedia a dondolo di Martha, mentre guardava il giardino di Villa Black e i vani tentativi di sua madre di tenere un orto.

Era “la notte di Natale” da parecchie ore, ormai, eppure non era riuscita a godersela come avrebbe voluto, come aveva sempre fatto. Aveva evitato accuratamente lo sguardo di Nicole, Ted e Lyall, e loro avevano fatto lo stesso, e ai vari tentativi di Fred e George di fare conversazione aveva risposto a monosillabi, mentre Ron le aveva riservato una pacca sulla spalla di conforto appena entrato in casa e Ginny non aveva tenuto nascosto il fatto di averla tenuta d’occhio per tutta la cena e anche dopo. 

Il piccolo James era riuscito ad imparare una dose di accordi sufficienti per improvvisare una Have yourself a merry little Christmas che aveva commosso i suoi genitori e anche i suoi nonni, che avevano però cercato di nasconderlo. 

Prima che la tradizionale cena arrivasse al secondo, un infreddolito Gabriel aveva fatto irruzione in casa con i suoi modi gentili, trovandosi subito sommerso da abbracci, sorrisi e domande – aveva deciso di anticipare il rientro in Inghilterra di qualche giorno, perché era vero che la Francia era casa sua, ma lo era anche quella tavolata, aveva detto, e Robert gli aveva dedicato un brindisi, dicendo che ora la tavola era completa ed era davvero Natale. 

Dopo cena, Percy e sua moglie avevano bussato con timore dicendo che la piccola Molly e la piccola Lucy avrebbero tanto desiderato scartare i regali insieme ai loro cugini, e anche ad Arthur era scesa una lacrimuccia, mentre Fred e George avevano guardato il fratello con sospetto. 

«Beh, è andata bene» sussurrò una voce accanto a lei, facendola sobbalzare. 

Voltandosi di scatto, trovò Kayla e sospirò. «Mi dispiace, non ero dell’umore ideale» ammise senza guardarla, avvicinando la sigaretta alle labbra. «Mamma e papà dormono?» 

«Sì» rispose Robert, raggiungendo le sorelle sulla veranda, immediatamente seguito da Harry che si stringeva nella sciarpa che gli avevano regalato loro. 

«Ti sta bene» gli disse allora Anya, indicandolo. «Avevo ragione, fa molto medio borghese»

Robert trattenne un sorrise e scambiò con Kayla uno sguardo d’intesa. 

«Hai risolto con Nicole e George?» domandò la Serpeverde a bruciapelo. 

Anastasia piegò gli angoli delle labbra. «Non fai neanche finta di non saperlo» commentò con una punta di disprezzo, scuotendo la testa. 

«Non serve» rispose la sorella, stringendosi nelle spalle. «Abbiamo una famiglia così numerosa che non ci serve far finta di non sapere le cose»

Anastasia continuò a scuotere la testa. «Allora non fingere di non sapere che ci siamo a malapena salutati» le rispose acida. «Io non sono come te, Kayla, io non riesco a fingere» aggiunse in un sospiro. «E tenere nascoste le cose mi pesa. Invece, alla maggior parte di noi, riesce benissimo»

Robert stava per parlare, ma Kayla lo fermò con un gesto della mano. «Hai ragione» le disse, stupendola al punto di costringerla a voltare lo sguardo verso di loro. «Io non sono come te, ma la ritengo una grande fortuna» le spiegò, mentre la sorella aspirò di nuovo nervosamente con la sigaretta. «Perché se fossi stata come te, non mi sarei accontentata» 

«Accontentata?» sputò la più giovane incredula. «Io mi sarei accontentata

«Ti sei accontentata, Anastasia, ti sei accontentata delle parole di Narcissa» 

Anastasia soffocò una risata finta e buttò fuori il fumo. «Certo» disse. «Voi due non dite niente? Cosa siete, le sue guardie del corpo?» attaccò allora i due fratelli. 

«Noi siamo d’accordo con Kayla» rispose Robert calmo. «E con quello che ha da dirti» 

«Quindi sì, siete due guardie del corpo» li attaccò ancora Anya. «Fossi in voi penserei a portare a casa i bambini e non immischiarmi» 

«Non ci stiamo immischiando» puntualizzò Harry. «Sei nostra sorella» le ricordò. 

Anastasia li guardò rapidamente tutti e tre, riuscendo a riconoscere, nonostante la rabbia ed il fastidio che provava in quel momento, che i suoi fratelli fossero sinceramente preoccupati. Poi, si disse, per starsene la notte di Natale sulla veranda di casa dei genitori cercando di farla ragionare anziché tornare a casa con i propri coniugi, dovevano avere delle valide ragioni o comunque un piano ben consolidato e studiato. 

Così, spegnendo la cicca controvoglia, si strinse più forte nella coperta e si alzò dalla sedia a dondolo di Martha. 

«Okay» disse loro con aria convinta ma scocciata. «Quale è il punto?» 

«Ti sei accontentata della parola di Narcissa» ripeté Kayla. «Ma noi no» 

Anastasia aprì la bocca e la richiuse immediatamente, guardando Robert e Harry, che cercavano di lanciarle sguardi di solidarietà e supporto. 

«Non … non è giusto negare a qualcuno che amiamo la possibilità di spiegarsi» continuò Kayla, con fatica. «L’ho fatto anche io, lo abbiamo fatto tutti, ma è una stronzata, e … lo sai che abbiamo sempre cercato di evitarti di fare i nostri stessi sbagli» le sorrise. «Forse abbiamo sbagliato anche in questo, forse dovevamo lasciarti cadere perché potessi imparare a rialzarti contando solo su di te. Ma non è vero che puoi contare solo su di te, perché potrai contare sempre su di noi, perché siamo la tua famiglia» si strinse nelle spalle e lasciò che una timida lacrima le bagnasse il viso. «Mi dispiace se sono stata invadente, e dispiace a loro, e a Fred e George e tutti quanti – ma è il nostro modo di agire, non ne conosciamo altri» si voltò verso i fratelli, che annuirono. «E ti chiediamo scusa, anzi, ti chiedo scusa io a nome di tutti, perché sento di essere quella che lo deve fare» Anastasia stava per replicare, ma Kayla la fermò con lo stesso gesto con cui aveva fermato Robert. «Ti sei accontentata delle parole di Narcissa, e se c’è una cosa che ti voglio augurare, per questo Natale e per tutta la tua vita, è di non accontentarti mai, di andare sempre in cerca di risposte» si mise una mano nella tasca della giacca, mostrando ad Anastasia una busta di pergamena pregiata dal sigillo inconfondibile. «Non so … se questo ti farà cambiare idea o ti permetterà di vivere meglio, di rimanere ferma sulla tua decisione o ti farà venir voglia di tornare sui tuoi passi. So che … beh, spero che qui ci siano delle risposte»

Con un sorriso colmo d’amore, le porse la busta, trovando nella sorella una sincera commozione e uno sguardo perso. 

Allora Kayla, con naturalezza, le accarezzò il viso. «Buon Natale, mostriciattolo» le disse, strizzandole l’occhio. Fece poi un passo indietro, per avvicinarsi alla porta e chiamare Fred, che la raggiunse subito e la prese a braccetto. Rivolse ai Black uno sguardo pieno di riconoscenza e raccomandazioni, soffermandosi su Anya, e poi si Smaterializzò insieme alla moglie.
«Kayla ha detto che ti dobbiamo lasciare da sola mentre la leggi» spiegò velocemente Harry. «Ma noi volevamo dirti che … che possiamo restare con te, se lo vuoi»

«Certo» gli diede corda Robert. «Tutta la notte, se lo vuoi. Senza problemi. Hermione e Ginny hanno già portato a casa i bambini con la metropolvere, mamma e papà sono in camera loro, ti possiamo anche portare dove vuoi» 

«E possiamo saltare il pranzo di domani alla Tana» aggiunse Harry, guadagnandosi un’occhiataccia di richiamo da entrambi. «Potremmo, insomma»

Anastasia gli sorrise e si rigirò la lettera tra le mani. «Grazie» sussurrò, guardandoli commossa. «Ma … è una cosa che devo fare da sola» spiegò, accarezzando il sigillo di lacca con il logo Malfoy. «Andate a casa» li invitò poi, con uno sguardo di rimprovero. «E non cercare scuse per saltare il pranzo di domani» disse rivolto ad Harry. 

Harry alzò gli occhi al cielo. «Ti stavo solo esprimendo la mia totale solidarietà!» cercò di giustificarsi lui. 

Anya scosse la testa e rientrò in casa, fermandosi all’ingresso per recuperare il cappotto e una sciarpa, la bacchetta ed il telefono, e sorridendo guardò di nuovo i fratelli. 

«Dove andrai?» domandò Harry sbigottito. 

Prima che potesse sperare di avere una risposta, Anastasia si era Smaterializzata. 






NdA: buonasera e buon anno miei fedeli lettori, dalla vostra amichevole piccolouragano di quartiere.
Ormai è innegaibile che io mi stia arrugginendo: sono passata dal pubblicare a mezzanotte spaccata a pubblicare a pomeriggio inoltrato ... sono comunque fiera di aver sempre rispettato la scadenza settimanale, però; è anche innegabile che siamo vicini ad un capitolo che nel file di "cascasse il mondo" si chiama "epilogo (forse)", e credo che quel forse rimarrà tale anche in data di pubblicazione. Sapere che non mi piacciono gli addii, i finali, le porte chiuse, ma credo che per un po' dovrò lasciare il mondo potteriano da parte - come buon proposito per questo 2021, ho di inviare qualcosa di mio a qualche editore, mi serviranno moltissime energie e soprattutto tutte le vostre good vibes.
Il prossimo capitolo, giusto a proposito, è un esperimento narrativo totalmente nuovo per me, quindi capirete la mia ansia a mille. 
Bene, credo di avervi detto tutto. 
Dove credete stia andando la nostra Anya? E cosa ci sarà nella busta? :D

Buon anno, di nuovo. Che sia migliore di quello appena concluso, qualsiasi cosa per voi possa voler dire. 

Fatto il misfatto, 
C

 
   
 
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