Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    05/01/2021    3 recensioni
Una volta iscrittosi all'università, Syaoran si trasferisce in un nuovo appartamento con due coinquilini e mezzo, e si ritrova a vivere esperienze del tutto impreviste. La sua vita però cambierà del tutto quando verrà assunto per lavorare presso una persona con cui non sapeva neppure di aver instaurato un legame... Un legame che lo riporterà alle sue origini, spingendolo a trovare quella famiglia che gli manca.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Sakura, Syaoran
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino successivo abbiamo deciso di dedicarci, invece, all’aspetto naturale del Paese, recandoci in alcune sezioni di un parco a dir poco meraviglioso, il Springbrook National Park. Non solo è ricco di vegetazione e di magnifiche cascate da ammirare, ma abbiamo anche avuto modo di vedere dei koala sugli eucalipti e, sotto la vigilanza della forestale, abbiamo persino potuto prenderli tra le braccia! Sono a dir poco adorabili! Certo, hanno degli artigli pericolosamente lunghi, ma sono sorprendentemente tranquilli. Quasi fossero già abituati a farsi cingere come dei bambini. Probabilmente, è realmente così; chissà quante volte al giorno lo faranno gli addetti e i turisti, ormai, li avranno coccolati e viziati tantissimo. 
Un altro aspetto bello di questa gita è che, essendo il percorso un po’ pericoloso, vista l’irregolarità del terreno stretto e sdrucciolevole, dobbiamo necessariamente camminare in fila, due alla volta, tenendoci per mano per sostenerci gli uni con gli altri; e naturalmente al mio fianco non può che esserci Syaoran. Così vedo anche quanto sia meravigliato da tutto quello che ci circonda – più di ieri sicuramente –, e ringrazio il fatto che Tomoyo-chan, al solito, abbia deciso di registrare tutto in un video, così, se sono fortunata, potrebbe catturare qualcuna di queste sue amabili espressioni. 
Mentre passeggiamo tra la selva, lungo il sentiero, con Yuzuriha-chan e Kusanagi-san davanti a noi e Hana-chan e Tachibana-san, stavolta, ad aprire la fila, Syaoran si arresta improvvisamente, attirando la mia attenzione. Lo fisso confusa e lui indica alla sua sinistra, mostrandomi uno spiazzale da cui si intravedono delle farfalle gigantesche, dai colori lucidi e vividi. Non ne ho mai viste di così grandi, quanto la mia mano! Spalanco le labbra e sgrano gli occhi, colma di meraviglia. Vorrei avvicinarmi, ma ho paura di spaventarle…
Quasi mi avesse letto nel pensiero, Syaoran mi fa segno di appropinquarci a degli arbusti, procedendo zitti e lesti. Ci accovacciamo tra le fronde di bassi cespugli, separandoci momentaneamente dal gruppo, e ci facciamo largo tra le foglie per sbirciare in quella mini radura. Eccole lì, tutte cangianti, posate sui robusti tronchi di alberi di evodia rosa in fiore, mentre altre vi volano attorno. Syaoran mi sussurra che si tratta di una razza denominata “papilio ulysses”, nota anche come “farfalle blu imperatore”; la ragione è piuttosto ovvia: l’interno delle ali è di un iridescente blu elettrico, contornato da nero, mentre all’esterno esse sono essenzialmente di diverse sfumature di marrone. A quanto pare, per poterle preservare sono stati piantati diversi alberi di evodia, che usano per deporci le uova.
Lo ascolto interessata, non staccando gli occhi da esse e da quei fiorellini rosati, finché non avverto qualcosa strisciarmi sul dorso della mano. Chino la testa, scoprendo che si tratta di una lumachina. Ricordando che una volta Yuzuriha-chan ci disse – con fin troppa eccitazione – che in Australia ci sono gli animali più velenosi del mondo, è la prima cosa di cui ho premura di accertarmi. 
Syaoran mi assicura che non c’è pericolo e me la ruba, facendola scivolare sul suo dito, prima di posarla sulle foglioline verdi. Mi osservo rapita la scia che mi ha lasciato sulla pelle, notando che ci sono riflessi arcobaleno contro la luce del sole, finché Syaoran non mi porge un fazzoletto di stoffa per pulirmi. Lo ringrazio, alzandomi con lui, e glielo restituisco per permettergli di fare altrettanto. 
Quando ci ricongiungiamo agli altri, scusandoci per la mini sparizione, scopriamo che sono diretti verso una grotta. Una volta raggiunta restiamo senza parole, qualcuno di noi trattiene pure il fiato, perché è piena di vermicelli luminosi che fanno sfumare l’acqua della piccola gola da un blu zaffiro a un verde smeraldo, creando il miraggio di trovarci al centro dell’universo.
«Wow!!» sussurriamo tutte in coro, saltellando piano sul posto per non disturbare troppo l’ambiente. 
Senza perdere tempo Yuzuriha-chan caccia dalla borsa la stecca per i selfie e ci fa stringere tutti, bodyguard compresi, per immortalarci insieme a quel prezioso spettacolo. 
Ridiamo ilari quando riguardiamo la foto, notando che, tra i sorrisi cheti di Syaoran e Kusanagi-san, ci sono due espressioni contrariate e ombrose. Da come vedo, sia Kurogane-san che Tachibana-san ancora detestano farsi fotografare.
Per pranzo ritorniamo a casa, trovando un pasto delizioso a base di mare preparato con cura da Fay-san ad attenderci; dopodiché andiamo subito a cambiarci per scendere in spiaggia, scoprendo che quello è un lido privato. 
In attesa di digerire prendiamo per un po’ il sole, dopodiché decidiamo di farci un bagno. I ragazzi ovviamente di tuffano con noi, ma io esito per qualche istante sul bagnasciuga, osservandomi i piedi lambiti dalle onde. 
«Sakura? Va tutto bene?»
Mi volto verso Syaoran alla mia destra, trovandolo preoccupato.
«Sì, è solo che è trascorso così tanto tempo dall’ultima volta che sono stata al mare che non ricordo nemmeno più se ho mai imparato a nuotare.» Ridacchio imbarazzata, portandomi dei capelli dietro l’orecchio, guardando altrove. 
«Non c’è problema», ribatte prontamente, facendomi scattare con la testa nella sua direzione. «Non dobbiamo necessariamente andare lontano. E comunque, possiamo scoprirlo restando dove tocchi», mi assicura, porgendomi una mano. «Andiamo?»
Annuisco, col batticuore, afferrando il suo palmo, trovandolo caldo quanto la sabbia su cui camminavamo poco fa. Stringo le dita attorno alle sue, sorpresa da quanto l’acqua sia gelida, soprattutto dopo che mi arriva a metà coscia. Rabbrividisco, e senza che io possa prevederlo Syaoran mi lascia la mano, schizzandomi l’acqua addosso. Lancio un urletto, arretrando, difendendomi come posso con le braccia.
«Syaoran!» esclamo esterrefatta, ricambiando con tutta la forza che ho.
Lui non ne pare affatto dispiaciuto, anzi, si mette a ridere, spiegando: «Serve per farti abituare».
Mi sembra un po’ una scusa, ma visto che, in effetti, l’acqua ora mi arriva alla vita e non dà fastidio come prima, decido di perdonarlo. Come se poi avessi mai potuto arrabbiarmi sul serio con lui…
«Sakura-chan, giochiamo!» 
Mi volto verso Yuzuriha-chan, trovandola ad agitare un pallone sopra la testa. Sono tutti schierati a formare una specie di cerchio che io e Syaoran completiamo, con lui che si pone affianco a Fay-san e io accanto a Tomoyo-chan. 
«Però non sono molto brava…» mormoro tra me e solo Tomoyo-chan sembra sentirmi, perché bisbiglia «Lasciamo fare a loro», indicando Syaoran e Kurogane-san.
Questi rivolge un’occhiata a Syaoran, mettendo su un sorriso sghembo. 
«Oi ragazzo, facciamo una sfida? Chi se la lascia sfuggire deve pagare un pegno.»
«D’accordo», accetta senza esitare, mostrandosi determinato.
«E ciò include anche le nostre principesse.»
Non mi stupisco più dinanzi a quell’appellativo – Kurogane-san ha sempre avuto l’abitudine di chiamare me e Tomoyo-chan “principesse” –, ma piuttosto comincio a preoccuparmi. Devo mettercela tutta per non far perdere Syaoran. 
Gli rivolgo una breve occhiata e lui mi sorride rassicurante, fissando poi gli occhi sulla palla. 
Yuzuriha-chan annuncia l’inizio del gioco che, con mio stupore, fila più liscio dell’olio. Nessuno dei due sfidanti si fa sfuggire un colpo, tanto da recuperare persino i nostri lanci perduti. Solo che, ad un certo punto, Kurogane-san sembra dimenticare la sfida e comincia ad abbaiare come un cane rabbioso contro Fay-san, lanciandogli con foga la palla addosso, dopo che questi, con la scusa di farsela sfuggire o tirarla male, gliel’ha sempre fatta finire in testa, scusandosi affatto pentito. E il gioco finisce improvvisamente, con loro due che si inseguono nel vano tentativo di Kurogane-san di affogarlo, Tomoyo-chan e Hana-chan con i suoi bodyguard che decidono di asciugarsi e Yuzuriha-chan che va a provare dei tuffi a largo con Kusanagi-san.
«Non avevo idea che andassero tanto d’accordo», mi rivolgo a Syaoran, indicando i suoi coinquilini.
Trattiene un sorriso, replicando: «Eppure sono sempre così».
Mi sorprendo, guardandoli interagire con tanta familiarità. Davo per scontato che Kurogane-san vivesse con i suoi ninja a palazzo, e non avevo neppure idea che conoscesse Fay-san. Pensare che abitano persino insieme!
«Allora, vogliamo scoprire se sai nuotare?»
Deglutisco a fatica, un po’ preoccupata, fronteggiando Syaoran. 
«Non andiamo dove non tocco, vero?» mi assicuro.
«Certo che no. Non ti metterei mai in pericolo.»
Il mio cuore fa una capriola all’indietro dinanzi a quella sua dolce schiettezza. 
Faccio un cenno di consenso col capo, rinfrescandomi il viso con le mani bagnate. 
«Ti basterà seguire le mie indicazioni, ma sono certo che sei già in grado di nuotare. O, comunque, imparerai in fretta.»
Tutta quella fiducia nei miei confronti mi stringe il cuore.
Mi affretto ad ascoltarlo, dedicandogli tutte le mie attenzioni, galleggiando e posizionandomi stesa, piegando braccia e gambe come dice lui. Per qualche ragione, nel momento in cui mi invita a fare qualche bracciata, mi riesce in maniera istintiva; e anche se quando torno a galleggiare scopro di essere finita più lontano di quanto pensassi, dove non tocco, non ne ho paura. Sono calmissima, e anche fiera di me stessa, notando l’orgoglio che tinge il suo viso. 
Mi raggiunge in men che non si dica, facendomi notare: «Te l’avevo detto. Abbiamo fatto bene a tentare».
Sembra approvare la cosa, e io gongolo tra me, finché non mi domanda: «Vuoi provare a farti una nuotata?» 
Ci penso su e, effettivamente, mi conviene approfittarne; lui sembra fraintendere il mio silenzio, perché si affretta ad aggiungere: «Resto con te, se non vuoi rimanere sola».
Lo fisso per qualche istante rimuginando, trattenendomi dal sorridere e palesare la mia contentezza. Per contratto, dovrebbe stare 24 ore su 24 al mio fianco, ma lui dà sempre la precedenza alle mie scelte, alla mia libertà, ai miei bisogni. 
«Grazie», mormoro, accettando la sua offerta. 
Scuote la testa e mi segue, stando alla distanza dovuta alla mia destra. 
Prima del calar del sole torniamo in spiaggia, per asciugarci, e io e le ragazze ci sediamo tra la sabbia in cerca di conchiglie, lasciandoci bagnare dalle onde. Ne riesco a trovare una carinissima, che Syaoran mi spiega si chiama “bassina yatei”. È buffissima, sembra formata da tanti strati, e un po’ mi ricorda le patate duchesse mangiate proprio la sera prima.
Tra una chiacchiera e l’altra mi distraggo osservando il mare cristallino assumere tonalità sempre più cobalto e rossastre, con l’oro del sole che vi si riflette sulla superficie, creando una scia serpentina. Ammiro tacita il tramonto, seguendolo fino all’ultimo spicchio di sole, finché le ragazze non mi richiamano alla realtà per rientrare.
Dopo cena, forse a causa della gita, forse per il mare, siamo tutte un po’ stanche. Per questo, come il primo giorno, lasciamo i ragazzi giù e saliamo, riunendoci nella stanza di Hana-chan, essendo la più grande; qui occupiamo il suo enorme letto a baldacchino e rubiamo alcuni dei suoi dieci cuscini.
Trascorriamo qualche momento scherzando tra di noi, finché non sentiamo fischi e incitazioni provenire da fuori. Ci alziamo incuriosite e usciamo sull’ampio balcone, affacciandoci dalla balaustrata.
A quanto pare Kurogane-san non ha accettato il pareggio, perché sembra star sfidando nuovamente Syaoran, stavolta in un incontro corpo a corpo. Probabilmente non si capacita del fatto che abbia sconfitto tutte le sue guardie, addestrate personalmente da lui stesso, ma Tomoyo-chan pare leggermi nella mente per contraddirmi.
«Chissà a chi deve dimostrare la sua bravura.»
Yuzuriha-chan assume un’aria colpevole.
«Kusanagi inizialmente non poteva crederci che fosse riuscito a battere i vostri ninja. Sa che solo Kurogane-san ne è in grado.»
«E probabilmente anche Sakura e Tachibana avranno voluto metterlo alla prova», aggiunge Hana-chan, scusandosi a nome loro.
«Approfittando della sua competitività», conclude, scuotendo leggermente la testa.
Torno con lo sguardo su di lui, notando che, anche se con maggiore difficoltà rispetto a quanto mi ha mostrato finora, Syaoran riesce a tenergli testa. Le loro mosse, però, appartengono a stili completamente differenti. Kurogane-san segue tecniche ben definite, intrise di una potenza a tratti micidiale; Syaoran, invece, sembra improvvisare al momento per rispondere al meglio a qualsiasi attacco, muovendosi con una certa grazia e scioltezza, tanto da sembrare fluido. È come uno scontro tra roccia e acqua.
In qualche modo, anche questo duello sembra concludersi in pareggio, e da quassù ci facciamo sentire battendo le mani e complimentandoci con entrambi, prima di augurare loro la buonanotte.
  
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