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Autore: ONLYKORINE    05/01/2021    1 recensioni
Lisa torna a Springfield dopo la laurea in veterinaria, non è contentissima, perché non le piace tanto la sua città. Avrebbe preferito passare l'estate, come tutte le altre, a Cambridge, dove ha frequentato il college.
Tornando a casa incontra vecchie conoscenti, nuovi amici, ex fidanzati e si rende conto di non aver un gran rapporto con i suoi fratelli. Per fortuna sarà solo un'estate.
(LisaxNelson)
Prometto di cambiare la trama con una migliore. Prometto prometto.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bart Simpson, Lisa Simpson, Nelson Muntz, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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birra per Maggie, grane per Nelson

Birra per Maggie, grane per Nelson

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A Lisa mancava un’ora prima della fine del turno. Quel giorno Ellie avrebbe fatto il pomeriggio e la mattinata sembrava non passare più.
“Scusa…”
Lisa si girò verso il nuovo cliente, che si era seduto su uno sgabello al bancone del bar e l’aveva chiamata cercando di attirare la sua attenzione.
“Ciao” lo salutò lei, vedendo che era un ragazzo e che le aveva dato del tu. “Posso portarti qualcosa?”
Lui le guardò il petto e poi tornò a guardala in viso. Lisa sentì il nervosismo salirle sulle spalle quando lui la sorprese e disse: “Sì, Lisa, mi potresti una tazza di caffè macchiato?”
La ragazza abbassò lo sguardo e capì che lui le aveva guardato la targhetta per poterla chiamare per nome e arrossì per aver pensato male.
“Arriva subito!” esclamò, improvvisamente molto vivace. Si voltò e afferrò la caffettiera, tornando a versargli un’abbondante dose di liquido nero e poi si allungò a prendere il bricco del latte.
“Allora, quali novità ci sono qui a Springfield?” le chiese lui, dopo aver bevuto un sorso di caffè e aver allungato una mano al menù.
“Sei tornato da poco?”
Il ragazzo annuì e lei rimase a chiacchierare con lui un altro po’, fra un cliente e l’altro. Quando se ne andò, dopo un’ora, Lisa si stupì che il tempo fosse volato via tanto velocemente.

 

***

Bart era al bancone del market e giocava con il cellulare; Apu gli aveva portato via la televisione e lui non aveva nient’altro da fare se non servire i clienti.
Quando entrò Milhouse, nel tardo pomeriggio, fu contento: almeno avrebbe avuto qualche distrazione.
“Milhouse! Prendi due birre dal frigo” lo invitò. Milhouse obbedì e Bart lo fece pagare prima di stappare le due Duff. Sbatté la bottiglietta contro quella dell’amico e gli chiese come fosse andata la giornata.
Milhouse alzò le spalle. “Il solito. Però la mamma mi ha salutato quando l’ho incontrata in ascensore!”
Bart espirò forte dal naso, come a contenere una risata. “Guarda, c’è mia sorella!”
Gli occhi di Milhouse brillarono quando iniziò a guardarsi intorno: “Dove? Dove?”
Bart rise più forte e indicò la porta del locale con la bottiglietta. “Lì!”
Milhouse si avvicinò al vetro per guardare fuori, quando la porta venne aperta verso l’interno e gli sbatté sul naso. “Ahia!” piagnucolò il ragazzo.
“Mi scusi…” iniziò a scusarsi la ragazza che aveva aperto la porta, ma poi lo riconobbe. “Oh, Miloser, sei tu!”
“Non chiamarmi Miloser, Maggie!” la sgridò Milhouse, guardando male Bart. Ma lui rise. “Oh, scusa Milhouse, pensavi ci fosse Lisa?”
“Bart! Shhhh… vuoi farlo sapere a tutti? E poi, non sgridi tua sorella per quello che mi ha detto?”
Bart annuì e si voltò verso Maggie. “Non dovresti scusarti quando entri in un negozio. Se la porta si apre verso l’interno, deve fare attenzione chi c’è dietro la porta, non tu!”
“Ma Bart…” piagnucolò ancora il ragazzo quando notò i due fratelli ridere alle sue spalle.
“Ok: scusami Miloser se non sono Lisa” lo prese in giro ancora la piccola Simpson. Bart rise e batté il pugno chiuso contro quello della sorella.
“Dammene un goccio” disse Maggie al ragazzo, indicando la sua Duff.
“No. Questa è mia.”
Maggie alzò gli occhi al soffitto, ma non insistette.
“Guarda, Milhouse, c’è Lisa!” disse Bart, indicando la porta da dove stava entrando una signora di mezza età seguita dai figli e da altre persone.
“Molto spiritoso, Bart, bravo…” Milhouse non si voltò neanche e prese un lungo sorso di birra solamente per fare un dispetto a Maggie che lo stava guardando.

 

“Hei, ciuccellona!”
“Ciao, Babi…” salutò Lisa entrando nel Market e tenendo la porta aperta per Ellie.
“Cavolo! Lisa! Couff….” Milhouse iniziò a tossire e si diede dei colpi al petto da solo quando nessuno lo aiutò. “C’era davvero Lisa!” esclamò, una volta finito, con le lacrime agli occhi dallo sforzo e guardando male Bart che alzò le spalle in risposta.
“Ciao, Maggie” salutò Lisa, lanciando un’occhiataccia al ragazzo dai capelli blu.
“Maggie! Ci sei anche tu!” Ellie fece due passi verso di lei e le ragazze si scambiarono due baci sulle guance.
“Ellie” disse Bart, con un cenno del capo e la ragazza ricambiò, avvicinandosi al bancone con un foglietto.
“Ciao, Lisa… Come stai?” Mentre Ellie chiedeva informazioni a Bart su alcune cose che le servivano, Milhouse fece qualche passo avanti per affiancare Lisa, ma lei fece un passo indietro.
“Milhouse, guarda che non ho scordato l’altra sera!” lo rimproverò lei, ma a bassa voce. Lui non disse niente e incassò il colpo. Ma poi, come se si fosse ricordato qualcosa in quel momento, esclamò: “Ti ho visto l’altra sera con Nelson!”
Lisa lo fulminò con lo sguardo e lo ignorò avvicinandosi a Bart, rimasto solo al bancone. “Mamma dice di non fare tardi che ci sono zia Patty e zia Selma stasera a cena.”
Bart alzò gli occhi al soffitto e annuì, continuando a bere. Tutti e due continuarono a ignorare Milhouse. La signora entrata poco prima, portò due bottiglie di latte sul bancone e sgridò i figli quando tentarono di prendere dei dolci vicino alla cassa. Bart la fece pagare e allungò delle caramelle sfuse al bambino più piccolo mentre gli altri stavano uscendo.

 

Mentre Milhouse si avvicinava ancora a Lisa, cercando di parlarle ed Ellie si avventurò lungo la corsia delle bibite, Maggie si avvicinò di nuovo al bancone e mise due banconote da venti dollari sul bancone, vicino alla mano del fratello.
“Per cosa sono, Maggie?” chiese Bart sospettoso, quando notò che Maggie si era sporta verso di lui.
“Mi serve della birra per la festa di stasera…” iniziò lei, ma Bart la interruppe subito. “No” disse, prima di tornare a bere, ma continuando a guardarla.
“Dai, Bart, non devi vendermela. Non rischi niente, basta che la porti a casa. Poi stasera quando…”
“Forse stasera non dovresti uscire, Maggie”. Bart continuò a bere e a guardarsi intorno. Ma Maggie non la prese bene.

 

Lisa stava cercando di scrollarsi di dosso Milhouse, così, quando sentì Maggie rispondere a Bart con un verso strano e strabuzzando gli occhi, si avvicinò a loro.
“Che succede?” chiese, una volta essere riuscita a staccarsi dal ragazzo.
“Niente” rispose Maggie.
“Maggie vorrebbe portare della birra a una festa…” disse Bart e la sorellina gli scagliò un’occhiataccia come se l’avesse tradita.
“Birra? Ma Maggie non…” iniziò Lisa, scuotendo la testa.
“Oh, piantala Lisa!” La ragazzina la ignorò dopo averla interrotta e si rivolse di nuovo al fratello. “Dai, Bart, tu di sicuro sai come funziona, lei che ne sa…”
“Ehi!” esclamò Lisa quando si rese conto che sua sorella la stava ignorando e probabilmente anche denigrando.
Maggie si voltò di nuovo verso di lei e sbuffò. Forte. “Dai, Lisa fatti un giro sto…”
“Maggie, smettila tu. Non dovresti bere, né tantomeno portare alcolici a una festa!”
Sua sorella la guardò divertita e, con una smorfia che a Lisa non piacque per niente, le chiese: “Sei mai stata a una festa, Lisa?”
“Certo che sono stata a una festa!” esclamò, quasi scandalizzata, la ragazza. Ma quando Maggie rise ancora, pensò di non aver dato la risposta giusta.
“E avevi più di dodici anni, l’ultima volta che ci sei andata?”

 

“Maggie, ora basta…” Bart si era intromesso fra le ragazze. Era una cosa strana, non gli era mai successo che loro litigassero. Neanche quando erano più piccole, quando Lisa era ancora a casa.
Maggie lo guardò, ancora, e l’occhiata che gli lanciò lo macchiò di tentato tradimento, come se avesse scelto Lisa invece che lei. Per un attimo Bart si sentì malissimo, ma poi gli passò. “Ho detto di no. Questione chiusa, Maggie” le disse, ma abbassò gli occhi. Non poteva aiutarla. Non quella volta.
“Sei…” Ma non finì la frase e per Bart fu peggio che se lo avesse insultato.

 

Maggie guardò malissimo Lisa, pensando che se non ci fosse stata lei, sicuramente Bart non avrebbe fatto storie. Lo aveva visto fumare Marijuana in camera sua! Non era di sicuro un bacchettone come la sorella.
“Perché non sei rimasta a Cambridge? Qui si stava meglio senza di te!” E corse fuori dal market.
Corse e corse ancora, con le lacrime che le scivolavano sulle guance fino a quando non pensò di scoppiare per lo sforzo.
Si fermò e si premette la mano sul fianco, dove sentiva un male allucinante.
“Maggie! Tutto bene?”
Christopher Logan, bellissimo in tenuta da jogging, le si fermò accanto. Maggie, se era senza fiato già prima di vederlo, con la maglietta tirata sul petto e i capelli lucidi e spettinati dalla corsa, ora non sarebbe riuscita più a dire niente.
“Sì, ho solo litigato con i miei fratelli” disse, dopo un po’, asciugandosi le guance di nascosto.
“Oh, mi spiace. Qualcosa di grave?” Maggie alzò una spalla.. “Oh, anch’io litigo spesso con i miei fratelli. Noioso, vero?” la consolò lui, ma dovette trovarla piuttosto triste, perché le propose: “Che fai? Ti va di fare due passi insieme?”, e in quel momento Maggie si sentì la persona più fortunata del mondo.

 

***

“Sei stato bravo, Babi.”
Lisa toccò il braccio al fratello quando notò che era un po’ giù di morale dopo la frecciatina di Maggie.
“È stato difficile.”
Lisa sorrise tristemente e gli accarezzò il braccio. “Ma hai fatto bene”. Bart annuì e poi riportò lo sguardo per il negozio. Era rimasta solo Ellie da servire, mentre Milhouse era appoggiato al frigorifero dei gelati e guardava il bancone senza dire niente e continuando a bere dalla bottiglietta.
“Oh, dì a mamma che stasera non so a che ora arrivo, passo dalla palestra, convincere Nelson a fare un incontro e…" Bart venne interrotto dal ragazzo con i capelli blu che si staccò dal frigorifero andando verso di loro.
“Ancora Nelson? Ma cosa ci troverete in lui? Ma vi ricordate quando faceva il bullo con tutti? Quante volte mi ha picchiato? Non capisco proprio perché lo frequentate!”
Ellie, che si stava avvicinando al bancone dopo aver finito la spesa fra gli scaffali, alle spalle di Milhouse spalancò occhi e bocca. “Mio fratello era un bullo?”

 

Tutti si girarono verso di lei. Bart vide Milhouse diventare rosso e lo sentì balbettare. “Tuo… fratello?” Milhouse si voltò verso di lui e Bart fece una smorfia e alzò le spalle. Ma Milhouse non capì. “Quel bastardo di Nelson è tuo fratello?” chiese alla ragazza che lo guardava con gli occhi lucidi. “Ah, gran bella famiglia! Tu invece cosa fai? Rubi nei negozi? Bart, io controllerei la sua borsa, dalla sorella di Nelson non mi aspetterei niente di meno!”
Ellie fece cadere il cestino con i suoi acquisti e guardò Bart con gli occhi terrorizzati. “Ti giuro, Bart, che non ho mai rubato niente…” Il ragazzo uscì dal bancone per andarle incontro, mentre notò che anche Lisa cercò di raggiungerla.
“Ma figurati! Avete sentito che Nelson è stato anche arrestato? È un criminale! E le mele non stanno mai lontane dall’albero!” Milhouse si dondolò sui talloni e gongolò delle sue parole, soprattutto quando parlò dell’arresto di Nelson.
Ellie non si era ancora ripresa, ma Lisa era riuscita ad affiancarla e a metterle un braccio sulle spalle, mentre Bart si era chinato a prendere il cestino.

 

“Nelson è stato arrestato per colpa mia” sussurrò la ragazza a nessuno in particolare, ma Lisa la sentì benissimo.
“Sono sicura che ti sbagli. Vieni, non ascoltare questo stupido…”
“Perché sono stupido secondo te?” esclamò Milhouse, arrabbiato. “Perché dico la verità sul quel mostro?”
Ellie si mosse fra le braccia di Lisa e scappò via dal market, più velocemente di come aveva fatto l’amica poco prima.
“Si dice ‘Perché sarei stupido?’, Milhouse” lo ribeccò Lisa. “E sei uno stupido perché…”
“Perché sì!” intervenne Bart, dandogli uno scapaccione. “Dammi venti dollari!”
“Perché?” chiese il ragazzo.
“Perché sei uno stupido!” gli rispose Bart.
Milhouse borbottò e brontolò a bassa voce, ma tirò fuori il portafoglio e diede una banconota all’amico. Bart la prese e allungò il cestino con la spesa di Ellie a Lisa, dicendole di portargliela.
“Tanto in settimana gli portano via tutto” disse Milhouse quando Lisa stava per uscire.
“Quando?” chiese la ragazza, girandosi prima di aprire la porta.
Milhouse alzò le spalle e fece un brutto ghigno. “Non lo so. Ma la mamma dice che questa settimana sarà tutto pulito. E lei ha contatti con il comune, non so se capisci cosa intendo… Noi non siamo come certe famiglie che…” Lo scappellotto che si beccò da Bart lo interruppe e Lisa ringraziò il fratello con gli occhi, prima di uscire.

 

***

Lisa guidava controllando tutti i marciapiedi, ma non vedeva Ellie da nessuna parte. Si era guardata intorno appena uscita dal market, ma lei non c’era, così era salita in macchina e aveva percorso la strada per andare verso casa della ragazza.
Guidò forse per dieci minuti prima di notarla: una piccola furia arrabbiata che camminava veloce lungo il marciapiede. Notò qualcuno scansarsi quando le arriva davanti, come se fosse spaventato. Un piccolo sorriso le si disegnò sul viso: era un vero uragano.
“Ellie!” la chiamò, ma lei non si girò, così Lisa accelerò, accostò al margine del marciapiede, poco più avanti, e scese di corsa, per bloccarle la strada.
“Ellie” disse, quando riuscì a raggiungerla e a fermarsi davanti a lei. La ragazza la guardò ed esclamò, arrabbiata: “Mio fratello era un bullo!”
Eh, sì. Era proprio quello. Ma Lisa non disse niente. “E ruba nei negozi?” chiese, improvvisamente.
“Scommetto che lo faceva solo da ragazzino. Sai, si può essere molto stupidi quando si è piccoli…” rispose Lisa, sperando di non mentire.
“Quando ero alle elementari i bulli mi prendevano in giro… Lui… è come loro…” La ragazza si guardò intorno, senza vedere niente veramente, tanto era accecata dall’ira. “Ecco perché avevano iniziato a lasciarmi stare! Perché lui li aveva picchiati! Aveva fatto quello che loro facevano a me!” Nervosa, alla ragazza tremavano fin le spalle, da tanto era agitata.
“Vieni, ti accompagno a casa, vuoi?” Ellie annuì e la seguì docilmente fino all’auto. Una volta seduta in macchina, la ragazza si riprese.
“Sono una stupida… Devi pensare che io sia proprio una stupida…”
“Non penso che tu sia una stupida, Ellie.”
“Tu non eri sorpresa dalle parole di quel ragazzo… quel Miller…”
Lisa rise quando lei tentò di ricordarsi il nome di Milhouse. Probabilmente aveva sentito il suo soprannome, Miloser. “Milhouse? Già, non ero sorpresa. Nelson era in classe con Bart, mio fratello. Lo… conoscevo”.
“Che idiota che sono! Solo io non ci ho mai pensato? Fammi indovinare, era uno di quei bambini che tua madre ti proibiva di frequentare?” Lisa continuò a guardare davanti a sé, mentre guidava verso casa di Ellie. Annuì e non disse niente.
“Ha picchiato il mio ragazzo, quando mi ha lasciato perché ero incinta. Pensavo lo avesse fatto per me… E ha anche picchiato i ragazzini che mi infastidivano alle medie. Avrei dovuto capirlo, non era quello il modo di comportarsi. Sono una stupida. Quelli che reagiscono così non sono brave persone. E il suo amico, quel tipo con cui usciva sempre, Secco, lo sapevo che non era un tipo per bene…” Fece un profondo sospiro e guardò fuori dal finestrino. “Nelson non era…” disse, interrompendosi subito dopo. Lisa immaginò che parlare male del fratello la facesse soffrire. “Ma lo sai che quando ero piccola lo adoravo? Pensavo fosse il più bravo fratello del mondo…”
“Ellie, ciò che tuo fratello ha fatto, non cambia ciò che prova per te. E lo ha dimostrato nel modo che conosceva. Ti ha difeso e vuol dire che ti vuole bene.”
La ragazza sbuffò, arrabbiata e a Lisa ricordò molto Maggie.
“Perché ho una visione diversa di lui da quella che hanno tutti?”
Lisa sorrise, cambiò marcia e le accarezzò la mano posata sul sedile. “Perché è tuo fratello e lo avevi idealizzato. Prima o poi ci si scontra contro il fatto che in verità sono persone con i propri limiti e difetti. E che ci possono deludere…”
Mentre parlava si rese conto di dover parlare con Maggie e quando parcheggiò davanti a casa della ragazza, disse: “Devo assolutamente scappare. Mi sono ricordata di dover fare una cosa. Sicura di stare bene?”
Ellie annuì, molto più tranquilla di quando l’aveva fatta salire in macchina. “Dovrò fare una bella chiacchierata con Nelson!”
Lisa guardò la ragazza scendere dall’auto con una strana energia e per un attimo, solo per un attimo, ebbe pietà di Nelson. Non immaginava che lei non sapesse del suo passato, ma il fatto che non ne fosse a conoscenza, faceva pensare a Lisa che lui non fosse più il teppista che era e che se era riuscito a tenere nascoste le cose che faceva, probabilmente non aveva più fatto niente di grave. A parte picchiare il ragazzo che l’aveva abbandonata mentre era incinta.
Quello Lisa poteva quasi capirlo, però… Cavolo, se il bimbo aveva quattro anni, voleva dire che Nelson si era messo a picchiare un ragazzino quando già andava all’università?

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