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Autore: MissW_95    05/01/2021    1 recensioni
Crediamo di poter controllare tutto, quando in realtà non siamo padroni di nulla. Questo avrei dovuto capirlo leggendo, ascoltando e studiando la storia della mia famiglia. Siamo fatti per essere travolti dagli eventi, per inginocchiarci di fronte ai cambiamenti e per obbedire alle regole del fato. Io, dopo innumerevoli tentativi di resistenza, avevo deciso di farmi trasportare dall'ordine delle cose, senza avere la benché minima idea di cosa mi aspettasse. Mi chiamo Rose Weasley e questa è la storia di come sono passata dall'essere la primogenita di due eroi di guerra, alla strega più idiota di tutti i tempi.
*Premetto che è la mia prima FF qui su EFP. Ho tantissime idee da buttare giù nei prossimi capitoli, in cui ci sarà un'evoluzione della storia e dei singoli personaggi. In ogni caso sono aperta a consigli e suggerimenti.
Spero vi piaccia leggerla, tanto quanto sta appassionando me scriverla.
Baci MissW_95 ❤️
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo 

 

Crediamo di poter controllare tutto, quando in realtà non siamo padroni di nulla. Questo avrei dovuto capirlo leggendo, ascoltando e studiando la storia della mia famiglia. Siamo fatti per essere travolti dagli eventi, per inginocchiarci di fronte ai cambiamenti e per obbedire alle regole del fato. Io, dopo innumerevoli tentativi di resistenza, avevo deciso di farmi trasportare dall'ordine delle cose, senza avere la benché minima idea di cosa mi aspettasse. Mi chiamo Rose Weasley e questa è la storia di come sono passata dall'essere la primogenita di due eroi di guerra, alla strega più idiota di tutti i tempi.

 

 

1. I Hate Spiders

 

 

L’orologio segnava appena la sette del mattino, ma io ero già sveglia da un pezzo, sul mio letto ad accarezzare Grattapollici, l’erede diretto di Grattastinchi, che se ne stava beatamente appollaiato sulle mie gambe. 

 

L’aria fresca di settembre penetrava a malapena dalle imposte della mia camera. Da lì a poco, la magica quiete mattutina sarebbe stata interrotta dal solito caos del Gazebo.

 

Il Gazebo, in altre parole, casa. Quella che papà fece costruire prima di sposare la mamma, proprio di fianco alla Tana. L’idea di non poter accingere dalla cucina di nonna Molly, ogni volta che lo desiderava, lo spaventava più di ogni altra cosa. 

 

Comprensibile se si pensa che mamma odiava mettersi ai fornelli, tanto quanto amava stare ore e ore sui libri. 

 

Mi girai verso il letto di Hugo. Solo un buon orecchio allenato come il mio, poteva sentire il suo russare incessante in sincro con quello di papà nella stanza accanto. Incredibile quanto fossero simili in tutto e per tutto. 

 

Decisi che era il momento di alzarmi dal letto e Grattapollici, non prima di avermi lanciato uno sguardo contrariato, sfrecciò via dalle mie gambe.

Mi diressi in cucina e presi uno degli zuccotti di zucca, che la nonna aveva preparato in occasione del compleanno di Lily. Chiusi gli occhi in segno di godimento puro, il pan di spagna alla zucca mi si sciolse in bocca e rammendai a me stessa che un giorno anch’io avrei fatto costruire casa accanto alla Tana. 

 

‘’Immaginavo di trovarti qui.’’

 

Mamma fece capolino da dietro la porta e si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte, come ogni mattina.

 

‘’Paura che papà e Hugo finissero gli zuccotti o solita ansia da primo giorno ad Hogwarts?’’

 

Feci un sorriso, leccandomi un po’ di glassa sul dito.

 

‘’Un po’ entrambe le cose. E tu signor Ministro della Magia, riuscirai ad accompagnarci al Binario questa volta?’’ 

 

Come immaginavo, mamma si rabbuiò e abbassò lo sguardo. 

Aveva ottenuto la carica di Ministro della Magia dopo qualche anno passato tra l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia insieme allo zio Harry e il Dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. 

 

Successe durante il mio primo anno a Hogwarts e più che una gioia, fu un vero inferno. Non c’era mago, strega, ragazzo o professore che non facesse che elogiarla, dirmi che dovevo esserne onorata e che non mi fermasse per i corridoi per estorcermi qualsiasi informazione o pettegolezzo sulla mia mamma, la strega più brillante della sua età.

 

Non proprio l’ideale per una come me, che non ha mai amato stare al centro dell’attenzione. 

 

Ad ogni modo, mamma fu letteralmente sommersa dal lavoro, tanto da non riuscire più ad accompagnare né me né Hugo alla stazione di King’s Cross. In compenso, papà non ne saltava una. 

 

‘’Non preoccuparti. Lo capisco.’’

 

In realtà no. Non capivo e nemmeno mi sforzavo di capire. L’avevo semplicemente accettato. 

 

‘’Sai che mi piacerebbe, ma Seamus Finnigan ha fatto esplodere un televisore confiscato ad un mago che cercava di stregare una famiglia Babbana trasmettendo Merlino solo sa cosa. Il nonno mi ha chiesto di fare un salto all'ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani e dannazione quel ragazzo anche a scuola non faceva che far esplodere cose. Ad ogni modo io…’’

 

‘’…tu non puoi di certo sottrarti ai tuoi doveri da Ministro.’’ 

 

La interruppi prima che potesse continuare a straparlare, come era solita fare quando si trovava in difficoltà. 

 

‘’Mi dispiace Rosie, cercherò di esserci al rientro delle vacanze di Natale.’’

 

Si strinse nella vestaglia in flanella e con sguardo colpevole accennò un lieve sorriso. 

 

‘’Mi dai una mano a svegliare quei due dormiglioni?’’

 

Non potei fare a meno che sorriderle di conseguenza.

 

‘’Mi sembra un’ottima idea.’’

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Come previsto ci vollero dieci minuti abbondanti, due Detonatori Abbindolanti e parecchie urla per svegliare Hugo e papà. Ma alla fine, quasi per miracolo, non prima che mamma ci avesse fatto le solite raccomandazioni e stritolato per bene, ci ritrovammo in macchina.

 

 

La Weasley Rolls Royce era il gioiellino di papà. Incantata, alimentata con polvere volante e, naturalmente, di un rosso così accesso da far quasi impallidire l’Espresso al Binario 9 ¾. 

 

Mamma aveva avuto voce in capitolo solo su due cose: gli interni dovevano essere in ecopelle

-‘’Non ho intenzione di sedermi su alcuna pelle di drago Ronald!’’ -  e il profumo per ambienti magico, che rilasciava ogni dieci minuti una fragranza irresistibile, non sarebbe dovuto essere alla lavanda. Chissà poi perché. 

 

 

 

Prima tappa: Godric’s Hollow - Casa Potter.

Così come la mamma, zio Harry era troppo impegnato al Ministero e zia Ginny con la Gazzetta del Profeta per poter accompagnare Albus, James e Lily. 

 

Così papà si era personalmente preso l’incarico di portarci ogni anno alla stazione, come un vero e proprio scuolabus. 

 

Ci fermammo davanti casa dello zio Harry. Una villetta su due piani con un incredibile giardino, un altalena e due grandi alberi con fiori di ciliegio. 

 

Papà suonò il clacson e in un attimo l’abitacolo si riempì di teste rosse, capelli corvini e occhiali rotondi. C’era anche Fred, il compare di James, figlio di zio George, che come sempre aveva passato l’intera estate a casa Potter. 

 

Grazie all’incantesimo di estensione irriconoscibile tutta la nostra roba era riuscita ad entrare nel cofano dell’auto. Albus mi prese calorosamente sotto braccio. 

 

‘’Non vedevo l’ora di vederti Rosie! Devo raccontarti un botto di roba e dimmi un po’ sei pronta a farti stracciare da Malfoy ai G.U.F.O.?’’

 

Il sorriso sulla mia faccia si trasformò pian piano in un’espressione di puro disgusto. Non so se a farmi impallidire fu la parola G.U.F.O., quel cognome, o ancora, cosa molto probabile, entrambe le cose inserite all’interno della stessa frase. 

 

La sfida più grande che avrei dovuto affrontare quell’anno, infatti, non era semplicemente superare tutti gli esami con il massimo dei voti, ma superarli e battere Scorpius Malfoy in ogni materia. 

 

Il perché era abbastanza ovvio. Fu guerra sin da subito.

O meglio sin da quando, durante il mio primo anno ad Hogwarts, lessi la lettera in cui mio padre, oltre a congratularsi per essere diventata una Grifondoro, mi scrisse espressamente di stracciare il figlio di quello ‘'smidollato di Draco Malfoy’’ in tutti i test. 

 

E ciò che diceva mio padre è sempre stato oro colato per me. 

 

‘’Dovevo smettere di parlare con te, quando mi hai confessato di essere diventato amico di quella nullità. Fossi in te mi vergognerei. Anzi inizierei a indossare il mantello di tuo padre quando sei in giro con lui.’’ 

 

Mio padre mi lanciò un ampio sorriso dallo specchietto retrovisore, segno che era abbastanza fiero di condividere con me l’odio verso i Malfoy. Albus invece scoppiò in una fragorosa risata.

 

‘’Scherzi? Scorpius è una calamita naturale per le ragazze. Mi fa copiare gli appunti di Storia della Magia e non si rinchiude in biblioteca sparendo dalla circolazione per giorni e giorni.’’ 

 

Lo guardai indignata. 

Io e mio cugino eravamo praticamente cresciuti insieme e anche se il Cappello Parlante aveva fatto di Albus un vero Serpeverde e di me una perfetta Grifondoro, ci eravamo fatti la promessa che nulla al mondo ci avrebbe separato. 

 

Ed era davvero così. 

L’unico inconveniente era questa specie di ‘amicizia insana’, come la definivo io, con Scorpius Malfoy. 

 

Ma Albus in questo era stato davvero un maestro. Riusciva perfettamente a dividersi, approfittando dei miei lunghi ritiri in biblioteca per stare con il suo compagno di casa e degli appuntamenti clandestini di Malfoy per stare con me. 

 

‘’Beh non puoi di certo aspettarti che ti aiuti a rimorchiare! E poi da quando ti interessano le ragazze? Credevo che fosse prerogativa di James.’’

 

James si sentì chiamato in causa e mise da parte la sua copia di FantaQuidditch. Un giornale per veri appassionati, che ti permetteva di simulare il campionato di Quidditch, scegliendo veri cacciatori, battitori, portieri e cercatori e ottenendo punti in base all'andamento delle partite reali. 

 

‘’Ho altro a cui pensare, un campionato da vincere, le selezioni da fare, i Serpeverde da battere. Che devo dirti, la mia vita ormai gira attorno al Quidditch. E indovina chi gira intorno ai giocatori di Quidditch?’’ Chiese con fare divertito, alzando un sopracciglio. 

 

‘’Le pollastre!’’ rispose Fred intromettendosi nella conversazione. 

 

Sorrisi e aprii la bocca per controbattere, ma sapevo di aver già perso in partenza, scossi la testa divertita e lasciai perdere.

 

Papà era concentrato sulla guida. I suoi occhi cerulei osservavano attenti la strada. Solo dopo un po’ decise di spiccare il volo tra i ciuffi di nuvole bianche. Guardai fuori dal finestrino e dai tetti delle villette a schiera capii subito che dovesse mancare davvero poco all’arrivo.

 

Chissà perché, avevo la strana sensazione che sarebbe stato un anno tutt’altro che semplice.

 

**

L’Espresso per Hogwarts era immerso tra le solite nubi di fumo grigie, e il fischio della locomotiva dava il benvenuto a tutti gli studenti pronti a partire per il nuovo anno scolastico.

 

Insieme all’intera ciurma salimmo sul treno e come d’abitudine ci affacciammo, occupando un’intera fila di finestrini, per dare un ultimo saluto a papà, agitando le mani finché non divenne solo un piccolo puntino in lontananza.

 

Mi diressi dritta al mio solito scompartimento. L’odore della moquette che da anni era sempre lo stesso mi pervase le narici, e il brusio di tutti gli studenti che si accingevano a sistemarsi cominciò a diffondersi.

 

Con non poca fatica mi trascinai il baule dietro, fino a fermarmi davanti la porta. Poco prima che potessi mettere la mano sulla maniglia, una voce disgustosamente familiare mi giunse all’orecchio. 

 

‘’E pensare che ho sperato fino all’ultimo che qualcuno ti versasse del Distillato di Morte Vivente dentro al succo di zucca stamattina.’’ 

 

Mi voltai lentamente, cercando di mantenere un tono pacato.

Scorpius Hyperon Malfoy se ne stava in una postura austera, a guardarmi dall’alto del suo metro e ottantacinque, con il suo solito ghigno impertinente. Indossava un abito nero dall’aria molto costosa, con una cravatta verde petrolio e due grossi anelli alle dita della mano destra.

Il nero della giacca era in netto contrasto con il platino dei capelli e il grigio quasi bianco dei suoi occhi. 

 

‘’Non c’è da sorprendersi, Malfoy. Ti si legge in faccia che te la fai addosso dalla paura.’’ 

 

Strinsi gli occhi, regalandogli un vero e proprio sguardo di sfida. Malfoy si mosse verso di me e si abbassò un po’ per mettersi a pari del mio volto. 

 

‘’La possibilità che io possa avere paura di te Weasley è tanto remota quanto quella che la professoressa Cooman faccia una previsione corretta.’’

 

Mi allontanai di riflesso.

 

‘’Sparisci Malfoy. La tua presenza mi da la nausea.’’ Dissi con tono tagliente ed entrai senza aggiungere altro, chiudendomi la porta alle spalle e lasciandolo fuori da solo con il suo enorme ego.

 

Non appena fui dentro, un urletto mi diede il benvenuto.

 

Alice. La migliore amica che potessi trovare in tutta Hogwarts.

 

Compagna di dormitorio, di banco a qualsiasi lezione, di punizioni in Sala Trofei e di fughe notturne nelle cucine del castello. 

 

‘’Non esiste in questo pianeta un essere che mi faccia più schifo di Scorpius Malfoy.’’ Esordii io senza riuscire a trattenere l’irritazione per quanto appena successo. 

 

‘’Ciao anche a te Rosie, sì le mie vacanze estive sono state un vero spasso. Sono stata in Groenlandia con papà a raccogliere funghi saltellanti, mi sono allenata con il mio Patronum, che a proposito ha assunto la forma di una giraffa e ho imparato a memoria le sette proprietà del sangue di Drago.’’

 

Alice Paciock era una ragazza dal viso tondo e dal corpo esile. Aveva occhi straordinariamente azzurri e gote sempre rosse, come se qualcuno le avesse prese a pizzicotti. I suoi capelli erano neri, lunghi e ondulati e al contrario dei miei, sempre in ordine. 

 

‘’Sei sicura siano proprio sette?’’ La guardai sorridendo e corsi ad abbracciarla.

 

Passammo il resto del viaggio a raccontarci i dettagli delle nostre vacanze estive. 

Come anticipato, Alice aveva passato gran parte del tempo a studiare ed esercitarsi. Non era mai stata una cima in nessuna materia, eccetto Erbologia. E ci sarebbe stato da stupirsi del contrario, dato che era la figlia del professor Neville Paciock. 

 

Io dal mio canto le raccontai delle cene da nonna Molly, delle partite a scacchi con papà, del viaggio in Romania per andare a trovare zio Charlie e della mamma che come sempre, si era persa il compleanno di Hugo, il mio e anche quello di papà.

 

 

 

***

 

Rientrare a Hogwarts era sempre come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Gli ospiti dei quadri ci salutarono allegri e felici di rivederci. Il Frate Grasso faceva avanti e indietro per la tavola dei Tassorosso, ridendo come un matto.

I più piccoli erano già in fila, pronti allo Smistamento, trepidanti e con l’ansia negli occhi. 

 

Feci scorrere lo sguardo lungo il tavolo dei professori. 

Alla sinistra della Preside McGranitt, la figura prorompente di Hagrid occupava gran parte dello spazio, quasi a far scomparire sotto di lui il professor Vitious, seguivano Lumacorno e la professoressa Cooman. Alla destra invece Neville stava intrattenendo il professor Ruf in una conversazione che vedeva quest’ultimo tutt’altro che interessato e una sedia era rimasta vuota.

 

La McGranitt si alzò in piedi e tutti tacquero all’istante, si schiarì la voce e si avvicinò al leggio dorato, le cui candele le illuminarono il volto occhialuto. 

 

‘’Prima di cominciare con la cerimonia dello smistamento, vorrei rendere note alcune piccole modifiche all’interno del nostro corpo insegnanti. Il posto di Difesa Contro le Arti Oscure verrà occupato dal Professor Harry Potter.’’

 

Un brusio si levò per tutta la Sala Grande fino a trasformarsi in un chiacchiericcio indefinito. 

Molte teste si voltarono verso James e Lily al tavolo dei Grifondoro e altrettante verso Albus al tavolo dei Serpeverde. 

 

‘’Silenzio! Il Professor Potter non è qui con noi oggi per via di alcuni impegni importanti al Ministero. Ma naturalmente sarà presente alle lezioni previste dal vostro orario, che a tal proposito troverete già da domani mattina ai piedi dei vostri letti. Inoltre il signor Gazza mi ha chiesto di rammendare a tutti voi…’’ fece una pausa guardandoci al di sopra dei suoi occhiali da felino. 

 

‘’Che l’accesso al terzo piano e alla Foresta Proibita è severamente vietato. A meno che non desideriate fare una spiacevole fine. E adesso: iniziamo!’’

 

Sistemò uno sgabello al centro della Sala Grande, con un vecchio e logoro cappello sopra.

 

 

‘’Fantastico! Ci mancava solo papà a scuola. Come farsi rovinare l’ultimo anno.’’

Fece James scocciato, poggiandosi su un gomito.

 

Io mi voltai istintivamente verso Albus che sembrava, se possibile, ancora più turbato di James dalla notizia. L’unica che sembrava esserne rimasta totalmente indifferente fu Lily. 

Che dopo un attimo di esitazione riprese a chiacchierare con mio fratello Hugo. 

 

La cerimonia finì dopo quella che al mio stomaco parve un’eternità, motivo per il quale divorai la cena con un foga degna del cognome che portavo. 

 

Prendete nota: mai servire del cibo in quantità illimitate ad un Weasley. 

 

 

 

***

 

 

Al mio risveglio trovai Alice in totale delirio. Faceva avanti e indietro per tutta la camerata, sventolandosi davanti al viso un foglio che riconobbi, qualche sbadiglio dopo, essere l’orario delle lezioni. 

 

‘’Siamo mattiniere. Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Alice Paciock?’’ Dissi con voce assonnata e con nessuna voglia di abbandonare il cuscino. 

 

‘’Una tragedia! Guarda qua!’’ Fece buttando la pergamena sul mio letto. ‘’Storia della Magia e Incantesimi con Corvonero, Erbologia con Tassorosso, Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni e Trasfigurazione con Serpeverde! Poteva andarci peggio?’’ 

Continuò portandosi le mani ai capelli, in bilico tra una crisi di pianto e un esaurimento.  

 

Mi misi a sedere, cercando di liberarmi dal groviglio di lenzuola. Mi stropicciai gli occhi e presi il foglio poggiato sopra le mie gambe. Sbadigliai e feci scorrere velocemente lo sguardo su tutto l’orario. Guardai la mia amica cercando di abbozzare mezzo sorriso. 

 

‘’Beh poteva andarci peggio! Nessun Serpeverde ti darà fastidio durante le ore di lezione con tuo padre.’’ Dissi sicura del fatto che la cosa l’avrebbe un minimo rincuorata. 

 

Sin dalla prima lezione di Erbologia, ogni stupido Serpeverde, eccetto mio cugino Albus, non faceva altro che prenderla in giro e darle della raccomandata. 

In realtà Alice era davvero un portento in Erbologia. Che poi fosse merito della genetica poco importava.

 

‘’Oh invece sarà fantastico sentire le battutine durante le ore con tuo ZIO.’’ Si lasciò cadere sul suo letto a pancia in giù con aria afflitta. Non avevo ancora realizzato la cosa. Ma in realtà non mi dispiaceva affatto. Avevo letto una miriade di libri sulle straordinarie capacità dello zio Harry e non vedevo l’ora di imparare. 

 

Mi decisi a scendere dal letto e tirai Alice per un braccio. 

 

‘'Su, vestiamoci. Lumacorno e i suoi calderoni bollenti ci stanno aspettando!’’

 

 

***

 

Come suo solito, Alice impiegò un quarto d’ora pieno prima di potersi definire ‘pronta’. Aveva questa strana ossessione per gli specchi e una mania di controllo che Hermione Granger avrebbe potuto letteralmente farsi da parte. La regola di Alice era sempre e solo una: non era possibile uscire dalla Sala Comune senza prima aver controllato che tutto fosse al proprio posto, dal nodo alla cravatta all’occorrente per le lezioni. 

 

 

Lo stesso non poteva dirsi di me. Indossavo la divisa allo stesso modo da cinque anni. 

Non mi era importato mai nulla del nodo alla cravatta ne tantomeno che la camicia fosse ben stirata. Per non parlare dei miei capelli, in perenne disordine.

 

Ci dirigemmo con qualche minuto di ritardo nei sotterranei, per raggiungere la classe di Pozioni. 

Le fiammelle verdi nei corridoi indicavano chiaramente la presenza della Sala Comune dei Serperverde, che avevo sempre immaginato fosse fredda e tetra. 

 

Entrammo in aula. I nostri calderoni erano ben posizionati sui banchi e Lumacorno se ne stava dietro alla cattedra con la sua solita faccia da tricheco. 

 

‘’Weasley, Paciock che piacere vedervi.’’

 

Per quanto in ritardo potessimo essere, era pressoché impossibile ricevere un rimprovero da Lumacorno, che da sempre aveva mostrato una passione per i ‘pezzi forti’. 

E noi eravamo o non eravamo le figlie di personaggi illustri ed eroi di guerra?

 

Io e Alice salutammo cordialmente e ci posizionammo al nostro solito banco, terza fila sulla destra. Con la coda dell’occhio vidi Albus salutarmi con la mano, seduto accanto al suo inseparabile compare dalla faccia appuntita e i capelli giallo candeggina.

 

Risposi al saluto e per prima cosa legai i capelli. I fumi provenienti dai calderoni avevano da sempre uno strano effetto sulla mia chioma. Per cui era meglio preservare quel minimo di decenza.

 

‘’Non mettetevi troppo comodi signori.’’ Esordì Lumacorno venendo fuori dalla cattedra con il suo panciotto color ruggine. 

 

‘’Come già saprete, questo è un anno molto importante per voi. I G.U.F.O rappresentano un'ottima occasione per tirare fuori il vostro talento, per metterci il massimo dell’impegno e per riconoscere il valore di ognuno di voi.’’ Fece girandosi il baffo tra le dita. ‘’Proprio per questo, ho deciso di dividervi in coppie, a seconda del vostro livello. Per fare in modo che i più preparati possano andare avanti con il programma e che i meno fortunati possano invece recuperare serenamente.’’

 

Per poco non feci cadere le provette che tenevo in mano. Le parole di Lumacorno non presagivano nulla di buono. Mi voltai lentamente verso Alice, il cui rossore delle guance aveva lasciato posto ad un giallo vomito. 

 

‘’Ma professore, non sarebbe meglio che gli studenti in difficoltà abbiano la possibilità di esercitarsi con i più bravi?’’ Proposi io senza la minima speranza.

 

‘’Oh oh, no signorina Weasley. Molto gentile da parte sua proporsi come tutor, ma vede, è giusto che i più promettenti possano concentrarsi sulla loro crescita. Io stesso mi occuperò di aiutare chi al contrario è più in difficoltà.’’ Disse allegramente. ‘’Dopotutto sono un professore’’ Fece infine più per rimarcare la sua posizione che per altro. 

 

Alice si portò subito le mani ai capelli. Sin dal nostro primo giorno di scuola aveva contato sul mio appoggio per superare gli esami e portare a termine qualunque tipo di compito. Un po’ mi dispiaceva, d’altro canto però avrebbe potuto dimostrare a se stessa prima che agli altri di potercela fare anche da sola. 

 

Le poggiai una mano sulla spalla: ‘’Non preoccuparti, andrà tutto bene.’’

 

‘’Bene bene, iniziamo subito. Leggerò il vostro nome e quello del vostro nuovo compagno di avventure! Non è eccitante?’’

 

Lumacorno rivolse uno sguardo frizzante a tutta la classe, che di rimando rimase impassibile. 

Mi affrettai a riporre nella cartella tutto l’occorrente che avevo tirato fuori poco prima, dato che sapevo già di dover cambiare postazione quando:

 

‘’Signor Malfoy lei farà coppia con la Signorina Weasley. I miei studenti modello.’’ disse fiero con uno strano luccichio negli occhi.

 

Il succo di zucca mattutino mi salì alle tempie.

 

‘’NO!’’ Urlai allucinata. Tutti si voltarono verso di me, guardandomi come se fossi impazzita.

Lumacorno boccheggiò sorpreso e ci mise un po’ a riprendere il filo del discorso.

 

‘’Mi pare di aver detto, signorina Weasley, che ho già deciso quale sarà la nuova suddivisione della classe e a meno che lei non abbia un motivo più che valido per…’’

 

Malfoy si alzò in piedi, cominciando a raccogliere le cose dal suo banco.

 

‘’L’unico motivo valido, professore, è che la Weasley teme che io possa farla sfigurare.’’ Disse voltandosi verso di me. ‘’Ma non temere, succederebbe anche se non lavorassimo insieme rossa.’’ Aggiunse con aria sprezzante.

 

L’istinto, quello che probabilmente derivava dai geni di mamma, fu quello di mettermi 

a urlare, prenderlo a pugni in faccia, tirare fuori la bacchetta e schiantarlo contro la credenza degli ingredienti. 

 

‘’Come osi? Giuro che prima che tu possa dire un’altra parola io…’’ non potei terminare la frase.

 

‘’Adesso basta voi due!’’ Lumacorno gonfiò, per quanto possibile, il suo pancione e portò le mani ai fianchi. ‘’Non permetto scenate di questo genere dentro la mia classe. In silenzio mettetevi vicini e prendete il libro a pagina 34. Oggi prepariamo la Pozione Salterina. Per quanto riguarda il resto della classe, Paciock tu va a sederti vicino a Potter e Scamander raggiunga la signorina Thomas.’’

 

Alice non se lo fece ripetere due volte e corse da Albus, che era ancora divertito dalla scena che si era appena presentata. Mio cugino amava particolarmente le discussioni animate tra me e Malfoy, anche se per nulla al mondo si era mai sognato di schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra. 

 

Vidi Malfoy muoversi come un serpente tra i banchi, fino ad arrivare al mio. Lo fissai mentre estraeva le provette, il coltello d’argento e la bilancia in ottone dalla borsa.

 

‘’Che cosa diavolo hai da fissare Weasley? Tira fuori il manuale e mettiamoci a lavoro. Non ho intenzione di perdere altro tempo.’’

 

Feci per ribattere, ma non potevo dargli torto. Prima iniziavamo, prima sarebbe finita quella tortura. Aveva ragione Alice: era l’inizio di una tragedia.

 

***

 

Nemmeno l’elastico magico che mi aveva regalato mamma riusciva a tenere a freno i ciuffi ribelli della mia chioma durante l’ora di Pozioni. 

Il liquido caldo e denso ribolliva dentro al calderone e il fumo che ne fuoriusciva aveva mandato in tilt miei capelli. 

 

Io e Malfoy ci eravamo divisi i compiti: lui si sarebbe occupato della lettura del procedimento e di suddividere gli ingredienti e a me spettava il lavoro duro, aggiungerli e mescolare per il verso giusto fino a quando la Pozione non avesse raggiunto il colore e la densità indicati. 

 

‘’Tieni questi. Devi tagliare due zampe per ognuno, mescolare tre volte verso destra e una verso sinistra.’’ Lesse avvicinando il libro al viso, dal quale sfuggivano due ciocche bionde e sottilissime.

I suoi occhi plumbei si muovevano su e giù per la pagina. 

Nel frattempo da un sacchetto verde erba estrasse l’ingrediente che mi aveva appena chiesto di aggiungere al composto e me lo passò.

 

Ignara di quello che stava appena per accadere, giunsi le mani a barchetta e presi ciò che Malfoy mi stava distrattamente porgendo. 

 

Sentì subito un leggero formicolio, mi guardai le mani e mi paralizzai all’istante. Cercai di deglutire senza successo e iniziai a sudare freddo. La voce mi venne fuori come un sussurro. 

 

‘’Togli…toglimi questi cosi dalle mani.’’

 

Malfoy che fino a quel momento sembrava non essersi accorto di nulla, mi fissò stranito. Ci mise meno di un secondo a capire quale fosse il problema e, come previsto, scoppiò a ridere. 

 

‘’Non mi dire! Hai paura dei ragni Weasley?’’ 

 

Capii di essere letteralmente terrorizzata dai ragni quando avevo sei anni. Ero con papà in giardino. Stavamo giocando a scacchi sul prato, ordinai al mio alfiere nero di mangiare la regina bianca quando notai qualcosa di strano sulla testa di plastica. 

Un essere con otto zampe, peloso e con occhietti neri come il carbone. 

 

Avevo urlato così forte che mamma corse subito a vedere cosa fosse successo sfoderando la bacchetta. D’altro canto papà, famoso eroe di guerra che aveva sconfitto ghermidori, dissennatori, giganti e troll, si era unito al mio urlo, correndo via più veloce di un boccino d’oro.

 

 

Non riuscii nemmeno a rispondere a Malfoy, che uno dei piccoli esserini che avevo in mano  cominciò a farsi strada su per il mio braccio, fino a infilarsi dentro la manica della camicia. 

I miei occhi se avessero potuto sarebbero letteralmente schizzati fuori dalle orbite. Cominciai ad andare in iperventilazione, a muovermi come se qualcuno mi avesse scagliato contro l’incantesimo del solletico. Farfugliai una sorta di preghiera perché quello stupido di un Malfoy mi togliesse quel coso di dosso.

 

‘’Sta ferma dannazione!’’ Urlò esasperato Malfoy. Io mi immobilizzai di colpo e lui fece per avvicinarsi, la reazione fu quella di fare un passo indietro. Lui mi guardò male e si avvicinò nuovamente, e nuovamente mi spostai.

 

‘’Vuoi che ti tolga quel maledetto ragno dai capelli o no?’’ Stava decisamente per perdere la pazienza. Io rimasi immobile e strizzai gli occhi. D’un tratto sentii le dita di una mano affondare nei miei capelli. Fu solo un secondo, ma un brivido raggiunse la punta del mio orecchio che sembrò immediatamente prendere fuoco. Scossi la testa e aprii un occhio e poi l’altro, giusto in tempo per vedere Malfoy riporre il piccolo ragno dentro al sacchetto verde. 

 

Agitò la bacchetta verso il tavolo e gli atri due, che cercavano di nascondersi tra i vari utensili sparsi, vennero fuori. Prima di richiuderli nel sacchetto, prese le loro zampette, che ricrebbero immediatamente e le gettò dentro al calderone.

Mescolò a destra, a sinistra e dopo un leggero sbuffo violaceo, la pozione divenne del colore indicato dal manuale. 

 

‘’Qui abbiamo finito professore. O meglio, la Weasley ha finito di frignare. Io di fare il mio lavoro.’’

Disse alzando la voce per farsi sentire da Lumacorno.

 

Io ero ancora sotto shock. Non riuscivo a elaborare un pensiero ne tantomeno una frase. 

Lumacorno batté le mani esaltato, come se qualcuno gli avesse appena regalato una confezione di ananas canditi. 

 

‘’Sapevo che sareste stati i primi! Vi siete meritati un biglietto per la festa esclusiva di inizio anno al Lumaclub!’’

 

Sia io che Malfoy accennammo un sorriso non troppo convinto.

‘’Sei proprio pessima.’’ Concluse lui prima di prendere la sua roba e uscire dall’aula.

 

Guardai Alice ed Albus che stavano ancora trafficando con la Pozione Salterina e mi maledissi per aver fatto la figura peggiore del secolo. E per lo più davanti a Malfoy. 

 

Io odiavo i ragni.

   
 
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