Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: MadMary    06/01/2021    0 recensioni
Aceto Doppio era sempre stato affascinato dagli Strip Club, ma non si era mai osato.
Quella sera, però, si sentiva diverso: una forza non troppo sconosciuta lo stava spingendo ad entrare, a sperimentare. Doppio sentiva di aver bisogno di contatto umano, come se la sua vita dipendesse da quello.
Entrando nel locale capì di aver fatto la scelta giusta, quando posò gli occhi su di lei e la forza sovrannaturale lo spinse a prenderla.
Genere: Angst, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Diavolo, Doppio Aceto, Ghiaccio, Prosciutto, Risotto Nero
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con, Threesome, Violenza
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Sospirò scocciato quando arrivò, purtroppo, a destinazione: odiava quei posti. 

Non li odiava per il servizio che offrivano, un piccolo spettacolo piace a tutti ogni tanto, soprattutto per rilassare i nervi sempre tesi, ma li detestava per la pletora di gente sporca, ubriaca e rumorosa che li popolava. Immaginava che schifo fosse lavorare in quei luoghi e gli veniva il voltastomaco al solo pensiero. In momenti come questi, uccidere come mestiere non sembrava poi così degradante. 

Risotto si spostò in un angolo della strada, proprio affianco alla porta di entrata: erano ormai le sei del mattino, il target sarebbe dovuto uscire fra pochi minuti. 

Storse la bocca al pensiero di quello che stava per fare: era abituato a uccidere Risotto, non ha rapire spogliarelliste che lavoravano in locali del genere. Il boss lo aveva scelto probabilmente perché era conscio della sua bravura e della sua prontezza nell’agire, ma non si aspettava di essere preso per un così tanto classico e banale rapimento.  

Perché poi rapire una spogliarellista? Il boss non aveva la sua cerchia di prostitute? Davvero non capiva questa situazione, gli pareva così assurda, ma infondo il suo capo era difficile da capire, non poteva nemmeno immaginare come funzionasse il suo cervello.  

Magari era la figlia di un uomo che gli aveva fatto un torto, oppure la fidanzata di uno che gli doveva dei soldi, o ancora uno dei gestori di questa bettola gli doveva della droga e voleva fargli sparire una dipendente per vendetta. E se fosse la sorella di qualche ricco? Certo un riscatto frutta sempre parecchio. 

Davvero, non riusciva a capire lo scopo di tutto questo, ma poco importava: a Risotto interessavano i soldi e una missione facile era lo stacco che ci voleva dalle solite occupazioni pesanti che gli venivano affidate; essere il leader della squadra Esecuzioni non era   certamente un lavoro facile e di sicuro non era ben retribuito; Ghiaccio ci teneva a ricordarglielo sempre, coi suoi modi poco cordiali, in ogni momento, anche il meno opportuno. 

Doveva aspettare che uscisse dalla porta quella ragazza bionda, con la frangia e gli occhi azzurri, di cui gli era arrivata una foto la mattina precedente. 

“Carina” pensò “ma ne vale davvero la pena?” scosse le spalle in rassegnazione; non era sua la decisione e doveva solo eseguire ciò che gli era stato imposto dall’alto, come era abituato a fare da ormai anni. 

Da quanto tempo non si intratteneva con qualcuno Risotto? Ultimamente era stato troppo impegnato col lavoro per poter soddisfare qualche suo capriccio, ma ormai dovevano essere passati mesi dall’ultima volta che aveva appagato le sue voglie. Lo stesso valeva per i suoi compagni e Dio solo sa quante volte al giorno glielo dovevano far presente.  

Il più insistente a riguardo era Formaggio, che si lamentava ad alta voce per ore, ricordando a tutta la squadra che lui era un uomo e aveva dei bisogni fisiologici da assecondare; lo seguiva Illuso, che era meno teatrale a riguardo, ma comunque pressante e insistente. Per fortuna c’erano Pesci, troppo chiuso per parlare di cose del genere, e Prosciutto, troppo sicuro di sé per esporre qualche suo desiderio sessuale, che gli davano attimi di tregua. 

Melone invece non si risparmiava affatto e anzi, si preoccupava immensamente di far sapere tutti i membri, in tempo reale, che cosa avrebbe voluto fare a qualsiasi donna gli passasse accanto, talvolta anche chiaramente minorenni. Ghiaccio non parlava spesso dell’argomento, siccome la sua frustrazione era la maggior parte delle volte incanalata su altri argomenti, come la questione dei soldi, ma di tanto in tanto si lasciava andare in crisi di rabbia in merito, dove si lamentava di come le richieste del boss fossero così tante da non lasciargli nemmeno il tempo per una semplice “scopata veloce”. 

Per fortuna però esistevano Sorbetto e Gelato, che per quanto strani fossero, non si lamentavano mai in materia. 

La voce di una donna lo fece tornare in sé, soprattutto quando venne seguita da molte altre simili e Risotto si rese conto che le spogliarelliste e cameriere stavano finalmente lasciando il locale. 

Si fece più vicino al muro mentre le osservava una ad una, cercando il suo obiettivo. 

Finalmente vide una donna dai capelli biondi e lisci, raccolti in uno chignon veloce, con una frangia che le copriva le sopracciglia e due occhi azzurri che mostravano la stanchezza che stava provando in quel momento.  

Era vestita in maniera molto sportiva, con dei leggings azzurri e un piumino argento, mentre si portava su una spalla un borsone nero, contenente i suoi completi da palcoscenico. 

Decise di iniziare a seguirla nel suo ritorno a casa, conscio dalle sue ricerche precedenti che la ragazza abitasse a circa venti minuti di distanza e non usasse un’automobile. 

Quella mattina era particolarmente fredda ed essendo inverno, non vi era ancora abbastanza luce per rendere visibile chiunque fosse leggermente nascosto in un qualche vicoletto. 

La ragazza doveva essersi accorta di qualcosa a una certa, perché di colpo iniziò ad accelerare il passo e a voltare il capo numerose volte, alla ricerca di quella presenza che la stesse pedinando a metà percorso. 

Risotto in quel momento non era assai interessato nel non farsi scoprire: l’avrebbe presa comunque, tuttavia non voleva sentirla urlare e dimenarsi molto; il suo intento era quello di prenderla e finire al più presto possibile la missione, senza molti drammi. 

L’avrebbe dovuta tenere lui nella piccola abitazione che sfruttava per le riunioni coi suoi membri, o per appunto nascondere gli ostaggi, per un periodo indefinito di tempo. 

Immaginava già le richieste che gli sarebbero arrivate dagli altri, ma non era sicuro di poter lasciare che i suoi uomini toccassero una donna richiesta dal boss. Infondo lui veniva sempre a sapere tutto, anche se, questa volta, non aveva specificato sul cosa farne mentre aspettavano che qualche altro scagnozzo venisse a prelevarla. 

Sicuramente l’avrebbero usata per preparare qualche piatto caldo durante le loro riunioni e certamente per pulire casa, ma ancora non era sicuro se la si potesse sfruttare per qualche spettacolo, che dopotutto era certamente abituata a fare, o per dell’intrattenimento personale. 

Era conscio che i suoi compagni fossero stressati e alleviare le loro preoccupazioni con del sano sesso sarebbe sicuramente servito, perlomeno aiutandoli a non pensare al lavoro per qualche ora al giorno, quindi sarebbe sicuramente tornato sulla questione e ne avrebbe cavato qualcosa; per il bene della squadra. 

Appena la vide svoltare in una strada isolata Risotto capì che era arrivato il momento di prenderla. 

Prima che Celeste potesse rendersene conto, il suo corpo e il suo viso vennero premuti contro il muro freddo e umido del vicolo buio in cui si era intrufolata, nel tentativo di sviare il suo pedinatore.  

-Lasciami andare, cazzo!- sputò dimenandosi il più possibile da quella presa ferrea che le stringeva i polsi fino a farle male, mentre un corpo massiccio e caldo la schiacciava contro quella parete e le teneva il capo pressato con forza. 

-Smettila di urlare- le ordinò la voce bassa e gutturale –e fai come ti dico, se non vuoi ritrovarti con le dita delle mani tutte rotte.- ed enfatizzò il tutto con lo stringerle dolorosamente la mano nella morsa d’acciaio in cui si era ritrovata. 

Guaì dal dolore, dimenandosi nuovamente, provando invana a scalciare. 

-Ora tu verrai via con me, intesi?- 

In quell’istante sentì le gambe perdere ogni forza e il corpo crollare, sorretto unicamente da quello sconosciuto che continuava a torreggiare su di lei. 

Stava per morire. 

Provo a balbettare una protesta, ma la presa sulle dita si strinse e riuscì solamente a mugulare un pianto disperato, mentre sentiva l’uomo coprirle gli occhi e poggiarle un panno di stoffa dall’odore dolciastro sulla bocca e il naso. 

Tutto divenne nero. 

   
 
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