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Autore: 8iside8    06/01/2021    1 recensioni
La Fata Nera è stata sconfitta e Storybrooke credeva di essere salva. Dopo poche settimane di pace, Killian Jones scompare ed Emma non si da pace.
La svolta arriva quando una nuova pista si palesa grazie a Tremotino.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Killian vagava per la spiaggia. Sapeva di non essere sull'Isola Che Non C'è, come di essere in un posto in cui mai aveva messo piede. Ricordava ogni spiaggia su cui fosse arrivato, ogni porto in cui aveva attraccato.

A pochi passi dalla riva, sorgeva un bosco di alberi verdi e brillanti.

«Killian!»

Ancora la voce di quella donna, quella Emma... Chi diavolo era?

Provò ad inoltrarsi nella fitta vegetazione, sperando di trovare un indizio o qualunque cosa. La sua voce non uscì neanche mentre cercava di imprecare per un ramo che gli aveva quasi rotto il naso.

Chi era quella fanciulla demoniaca che gli impediva di parlare di tornare dalla sua Em... No, Emma non era sua. Cosa stava dicendo?

Un rametto gli bloccò la mano e la guardò per liberarla. Rimase immobile per diversi secondi, perché quello che vedeva era impossibile. All'anulare aveva una fede nunziale. Quando mai si era sposato? Liberò la mano e se la portò quasi al naso per vedere da vicino. Con fatica la levò e lesse l'incisione all'interno.

Per sempre, con tutto il mio amore. Emma

Era una scritta corsiva e minuscola. Emma era sua moglie? Rimise la fede al dito e cercò di ricordare bene il suo passato. Sì, aveva incontrato una persona che si chiamava Emma, era la figlia di Biancaneve. Aveva risalito con lei una pianta di fagioli. Come una fitta alla testa, lo colpì di nuovo un dialogo dimenticato.

«So che ti senti il peso del mondo sulle spalle, ma ad un certo punto, anche se siamo diversi, dovrai imparare a fidarti di me.»

«Pensi che sia questo il problema? Che non mi fido di te?»

«Non è questo il problema?»

«Ma certo che mi fido di te!»

«E perché continui ad allontanarmi?»

«Perché tutti quelli con cui sono stata sono morti! Neal... Graham... Persino Walsh... Io... Ho sempre perso tutti, non posso perdere anche te.»

«Tesoro, non devi preoccuparti per me. Se c'è una cosa che so fare bene è sopravvivere.»

Uncino si toccò le labbra. Sentiva ancora il calore di quelle di Emma sulle sue. Lui l'aveva amata e l'amava ancora. Non era Milah il suo ultimo amore, era Emma, il suo Vero Amore. Non ricordava altro, ma la sensazione che Emma fosse reale era diventata dirompente. Quella fanciulla lo teneva lontano dalla sua Emma. Col pollice accarezzò la fede, poi la baciò.

Sto tornando amore mio.

Pensò il pirata.

---

Emma aveva visto i sogni di Granny, di Geppetto e di Ella. Tutti belli, nessuno utile. Aprì una nuova porta.

Una Storybrooke fatta di giochi e balocchi era davanti a lei. Tutta la città era un immenso parco divertimenti.

«Emma!»

La Salvatrice aveva sempre amato quella voce.

«August!» lo abbracciò forte.

«Sei nel mio sogno, cosa stai cercando?» le chiese con la gentilezza che lo contraddistingueva sempre.

«Come fai a sapere che siamo in un sogno?»

«Emma... Faccio questo sogno tutte le volte che chiudo gli occhi. Dopo anni e anni sono sicuro che questa non è la vera Storybrooke. Ma se tu sei qui, c'è qualcosa che non va.» la scrutò, come solo lui sapeva fare. Emma arrossì un po', poi gli raccontò tutto.

«Sapevo che Uncino era scomparso,» disse lui alla fine del racconto «ma non avevo idea che lo avresti cercato così. È pericoloso.»

«Il pericolo non mi ha mai spaventata, lo sai.»

«Sì, ma questo è un mondo che non conosci, di cui non sai le regole.» spiegò lui.

Si sedettero sul prato, vicino alla porta da cui Emma era arrivata.

«Hai qualche suggerimento?» domandò lei.

«Questa Elise si sta basando su una menzogna per avere vendetta, ma qui il problema si amplifica. Nei sogni tutte le nostre emozioni sono esasperate, oltre la realtà.» la fissava con ansia.

«Nei vari sogni che ho visitato c'erano sempre le paure del sognatore... Qual è la tua?» gli chiese arrossendo un po'.

«Questo.» August indicò il parco giochi che era la città «Restare incastrato nel Paese dei Balocchi. Per questo sono qui. Lascio che il sogno faccia il suo corso e io sto in disparte. A volte la scelta migliore è non combattere.»

«Devo proseguire.» affermò Emma.

«Certo, perché tu devi combattere.» si accalorò August «Questo è ciò che sei.»

«Una Salvatrice...» disse lei.

«No! Tu sei anche la Salvatrice, ma soprattutto sei Emma, madre di Henry, figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e moglie del Capitano Killian Jones. Sei una persona buona e bellissima, hai un cuore grande e luminoso, pronto a soccorrere e aiutare chiunque... E sei pronta a combattere per quello in cui credi. Il Vero Amore.» spiegò Pinocchio.

«Sei saggio come il tuo grillo.» gli sorrise arrossendo.

Uno scoppio fragoroso fece esplodere alcuni palazzi.

«Di solito qui scoppiano sono petardi.» disse August alzandosi. Emma lo imitò fissando la coltre di fumo nero che torreggiava sulle fiamme alte, al centro di Storybrooke.

La Salvatrice guardò l'amico, che annuì. Corsero fianco a fianco verso il pericolo. Il calore era prorompente e l'aria irrespirabile. Si coprirono naso e bocca con le braccia. Gli occhi socchiusi per proteggerli dalla polvere bruciata.

Dalla nube nera si distingueva una figura femminile in un lungo abito. Elise.

Muoveva le mani e altri palazzi saltavano in aria.

Un foglio scese lento dal cielo, ondeggiando e posandosi ai piedi di Emma, che lo raccolse con la mano libera.

Vattene dal mondo dei sogni, sennò distruggerò ogni sogno di ogni singolo abitante della tua città.

Pinocchio aveva letto di fianco a lei.

«Andiamocene!» urlò lui cercando di sovrastare il frastuono e tirandola per un braccio.

Emma annuì e corsero verso la porta di legno massello passando l'uscio in un lampo.

---

Killian usava l'uncino per spostare la vegetazione, fitta e umida. Ormai i suoi abiti erano fradici di sudore. Dove diavolo era finito? Più avanzava più si sentiva frustrato. Doveva tornare da Emma, ma come? Avrebbe voluto poter urlare tutta la sua insoddisfazione per quello che gli era capitato. Arrivò in una radura e si sedette per terra, con la schiena posata al tronco di un grande albero. Il petto si alzava e si abbassava in grandi respiri. Gli aromi umidi e balsamici di quella boscaglia lo rendevano più inquieto.

Pensava, pensava a chi diavolo fosse quella Elise. Aveva incontrato molte donne nella sua vita, degne di essere ricordate due e degne di avere delle note positive alcune, ma... Aveva avuto anche momenti negativi con alcune fanciulle... Insomma, il suo passato con Giglio Tigrato era stato burrascoso, Regina non era stata gentile con lui, poi... L'elenco era lungo, doveva pensarci. Avere carta a penna per scrivere l'elenco non sarebbe stato male! L'elenco... Erano cose che faceva Henry... Oh, quanto gli mancava il ragazzino... Non era suo padre, ma gli voleva davvero bene. Era il figlio della donna che amava e dell'amico più importante che avesse mai avuto, Bealfire.

No, doveva capire dove fosse e come tornare dalla sua Emma.

---

Ansimanti, Emma e August fissavano la porta chiusa. Elise era dall'altra parte e aveva minacciato di fare del male a tutti i sogni degli abitanti di Storybrooke.

«Cosa diavolo può fare nei sogni?» chiese Emma piegata con le mani sulle ginocchia, che riprendeva fiato.

«Non so che poteri abbia, ma se la sua minaccia non è a vuoto, può uccidere nei sogni e lasciare in coma chi sta sognando. Per sempre.» spiegò Pinocchio con uno sguardo preoccupato.

«Allora devo svegliarmi e trovare un altro modo.» disse Emma decisa.

«Sì, ma tieni presente che, se lei ti ha detto di stare lontana dai sogni, significa che sei sulla strada giusta.» aggiunse lui.

«Lo so, ma non posso mettere in pericolo tutta la città. C'è sempre un altro modo e lo troverò. Piuttosto, se mi sveglio, tu cosa farai?» chiese.

«Mi sveglierò anche io. Tranquilla Emma. Ci vediamo nel mondo reale.» le sorrise e lentamente iniziò a sbiadire, fino a scomparire del tutto.

Emma fissò il punto in cui fino a poco prima c'erano gli occhi di August, poi fece un lungo respiro.

«Tavola da surf.» era la parola concordata con Regina per risvegliarsi dal sonno incantato. Si guardò le mani e vide che stava impallidendo come l'amico. Si stava svegliando.

 

   
 
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