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Autore: Demy77    06/01/2021    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ross Vennor Poldark, siete accusato di alto tradimento alla Corona: vi proclamate colpevole o innocente?”
“Innocente, Vostro Onore”.
Merceron lo scrutò con diffidenza.
“Pensavamo di dovervi giudicare in contumacia, invece eccovi qui apparire all’improvviso dal nulla. Come mai? E dove siete stato in tutti questi mesi, di grazia?”  gli domandò.
“Signor Giudice, ciò che preme in questo momento a me e al mio difensore è provare la mia non colpevolezza rispetto alle accuse che mi vengono mosse; sarebbe inutile sprecare il tempo di questa onorevole Corte per discutere di dettagli non interessanti…”
“Non interessanti? – replicò Merceron – al contrario: sono fondamentali ai fini della comprensione del vostro caso!”
“Quello che il mio cliente intendeva dire, Vostro Onore – intervenne Lorrain – è che solo dopo che la giuria sarà stata edotta degli antefatti sarà possibile illustrare le ragioni per cui l’imputato non si è finora presentato alla giustizia ed oggi invece si trova qui. Confidiamo che nel corso del processo ci sia data la possibilità di spiegare appieno questi motivi”.
Pur poco convinto, Merceron pose fine alla discussione e diede la parola al rappresentante della Pubblica accusa, che descrisse brevemente i fatti di cui Ross era accusato, facendo un rapido resoconto anche delle indagini compiute dopo la denuncia di George Warleggan e delle prove raccolte dopo la scoperta del gruppo di spie francesi a Hendrawna Beach.
Lorrain contestò la fondatezza delle accuse e proclamò che all’esito del processo tutti avrebbero avuto la certezza che Ross Poldark era un fedele servitore della Corona.
Il primo soggetto chiamato a testimoniare fu il comandante degli ufficiali che avevano arrestato i francesi a Hendrawna Beach a seguito della soffiata di Warleggan.
Il secondo fu George. Pieno di boria raccontò come per caso, assecondando un capriccio del figlio Valentine, lo avesse accompagnato una mattina in miniera e avesse notato qualcosa di strano, segni della recente presenza di qualcuno. Con grande enfasi riferì in particolare del foglietto che aveva trovato in terra e su cui erano scritte cifre, parole in una lingua straniera ed il termine “Hendrawna”. Intuendo che Ross Poldark potesse essere implicato in qualcosa di losco aveva allertato le autorità, che infatti in una rientranza della costa sulla spiaggia di proprietà dell’imputato avevano trovato gli stranieri in possesso di un vero e proprio arsenale e delle mappe della zona. La sua deposizione, più che narrare fatti, mirava a dipingere se stesso come un cittadino esemplare e Ross Poldark come un furfante della peggiore specie, non nuovo a condotte illecite, tanto che Lorrain per almeno due volte dovette sollevare obiezioni, mentre il giudice invitava George ad attenersi ai fatti e a non esprimere valutazioni.
Lorrain chiese poi di poter procedere al controesame. Si schiarì la voce ed iniziò a domandare: “Signor Warleggan, avete detto che la Wheal Leisure presentava “segni della recente presenza di qualcuno” e che avete raccolto un pezzetto di carta per terra, evidentemente dimenticato da quel qualcuno, è corretto?”
“E’ corretto”.
“Quel biglietto era scritto in francese, vero?”
“Non parlo il francese, ma sì, ritengo fosse francese”.
“E’ ragionevole quindi sostenere che i francesi che sono stati arrestati e tutto il materiale in loro possesso (armi, mappe delle coste, documenti che, come abbiamo sentito dal comandante sono stati trovati a Hendrawna Beach), in precedenza – probabilmente fino a pochissimo tempo prima, visto che non tutte le tracce del loro passaggio erano state cancellate con accuratezza – si trovavano all’interno della vostra proprietà?”
“Credo di sì…”
“Allora, perdonatemi – proseguì Lorrain – ma se in base alla vostra logica Ross Poldark sarebbe complice dei francesi perché questi erano nascosti in un luogo di sua proprietà, perché non dovreste essere considerato loro complice anche voi, visto che prima quegli stessi uomini si trovavano all’interno della Wheal Leisure, che è di vostra proprietà?”
Un brusio si levò nell’aula, mentre Ross si tratteneva per non scoppiare a ridere. Merceron battè il martelletto sul tavolo, ordinando che fosse fatto silenzio, mentre l’avvocato dell’accusa formulava obiezione perché Lorrain stava formulando un’accusa assurda nei confronti del teste allo scopo di intimidirlo.
“Non sto accusando il teste di nulla, sto solo tentando di dimostrare la fallacia della logica da lui applicata” – concluse Lorrain, e l’obiezione fu respinta.
Livido di rabbia George continuò: “Se quegli uomini si nascondevano all’interno della mia proprietà non li avevo certi invitati io. Si tratta di una miniera abbandonata, potrebbero averla scoperta in qualsiasi modo ed averla occupata contro la mia volontà; al contrario, il nascondiglio nella spiaggia di Poldark, per le sue caratteristiche, non poteva essere individuato facilmente da chi non conosce le nostre zone. Inoltre il nome della località, non semplice da trascrivere per uno straniero, era scritto in maniera corretta sul pezzo di carta che ho trovato, e chi poteva fornirlo ai francesi, se non Poldark stesso? Inoltre, come ha esposto il signor Procuratore, ci sono numerose prove che Poldark sia stato loro complice, non sono solo mie illazioni….A Poldark i francesi piacciono così tanto, che se ne è scelto uno come avvocato difensore! Sarebbe interessante anche capire come vi siete conosciuti…”
Questa volta era stato George ad affondare il colpo. Nuovi mormorii del pubblico furono immediatamente sedati da Merceron, e sebbene l’avvocato di Ross riprese subito il timone della conversazione, dichiarando che la legge inglese non imponeva che inglese fosse anche il difensore dell’imputato e che il teste doveva astenersi da quel tipo di considerazioni, George  tornò al suo posto ghignando di soddisfazione.
Salì poi sul banco dei testimoni Jacka Hoblyn, il quale ripetè per filo e per segno quanto già aveva dichiarato nel corso delle indagini. Quando però Lorrain chiese di procedere al controesame lo stesso si mostrò un po’ titubante a rispondere a tutti i chiarimenti richiesti: perché i francesi erano nascosti all’interno della Leisure e non a Hendrawna fin dal principio? In quale occasione Poldark gli aveva affidato il compito di prendere il materiale estratto dalla Grace e consegnarlo ai francesi? Non era vero che gli uomini di fiducia di Ross alla Grace erano Zacharias Martin e Paul Daniel? Non era vero che lui e Ross invece non erano mai stati in buoni rapporti, anzi avevano avuto di che discutere perché Poldark non aveva voluto assumere come minatore il figlio dodicenne Arthur, ritenendo che i bambini sotto i 14 anni dovessero lavorare solo in superficie? Non era vero che Hoblyn si accompagnava sempre a Tess Tregidden e che entrambi avevano sobillato i minatori della Grace, mesi prima, a non accettare come forma di pagamento le banconote, e che casualmente subito dopo in paese erano circolate banconote contraffatte? Non era vero che la signora Poldark aveva pubblicamente mostrato come riconoscere le banconote vere da quelle false e che, senza fare nomi, aveva diffidato i responsabili della contraffazione dal continuare nella loro attività, che infatti era cessata? In definitiva, poteva il teste esporre le ragioni per cui Poldark avrebbe dovuto svolgere un’attività talmente segreta e delicata avvalendosi della collaborazione di soggetti che erano invisi alla sua famiglia ed in più occasioni l’avevano messa in difficoltà?
Le prevedibili obiezioni di controparte furono respinte, in quanto le domande miravano ad illustrare alla corte i motivi di risentimento che il teste e la Tregidden avevano nei confronti dell’imputato e quindi contestare l’attendibilità della deposizione; intanto Jacka, obbligato a rispondere, riuscì più che altro a biascicare una serie di scuse poco convincenti, ripetendo a più riprese che aveva visto con i propri occhi Ross Poldark aiutare i francesi, che lui pensava ai fatti suoi e non gli interessavano né i ragionamenti di Poldark né gli scopi per cui aveva agito.
Dopo numerosi altri testimoni Merceron impose una pausa. Due ufficiali si piazzarono di fianco a Ross nel timore che potesse dileguarsi di nuovo.
Noncurante di ciò, egli si volse verso la balaustra che separava la zona sovrastante, riservata al pubblico, dal banco degli imputati ed afferrò la mano che Demelza gli protendeva, stringendola forte.
“Perché fai sempre di testa tua?” – lo rimproverò sua moglie con un’occhiataccia.
“Oh, no, signora, non lo biasimate! – intervenne il vecchio Lorrain – la sua presenza è stata utilissima per consentirmi di rintuzzare in tempo reale tutte le argomentazioni contraddittorie dei testi dell’accusa! Questa volta forse il suo agire di impulso non gli sarà di danno!”
“Come sta andando?” – gli sussurrò Demelza, senza farsi sentire dagli ufficiali di guardia a Ross.
Lorrain le si avvicinò. “Mah, finora mi sembra un processo equilibrato. Devo dire che Merceron, malgrado quanto temessi, sta gestendo l’udienza in maniera imparziale. Piuttosto, Mireille, cosa mi dici della giuria?”
Demelza si stupì nell’apprendere che il nonno aveva affidato alla ragazza il compito di analizzare il comportamento dei giurati.
“Il presidente mi sembra un uomo molto attento, prende appunti, si consulta con chi gli è accanto di posto. L’uomo pelato con la faccia rubiconda in seconda fila invece ogni tanto guarda di sottecchi verso Warleggan, e pare compiaciuto dalle accuse contro Poldark: secondo me è lui l’uomo da temere” – rispose la fanciulla.
“Uhm- meditò Lorrain – se riusciamo a convincere tutti gli altri della bontà della nostra tesi ben poco potrà fare un solo uomo. Dopo la pausa dovrò depositare la lista dei testi di difesa. Data l’ora, però, credo che ci sarà un aggiornamento dell’udienza a domani”.
Dopo pochi minuti Merceron annunciò la ripresa dell’udienza e tutti si sistemarono al loro posto. Come Lorrain aveva previsto, il giudice dichiarò che il processo non si sarebbe concluso in una sola giornata e che dopo aver ascoltato un altro paio di testi si sarebbe ripresa l’attività l’indomani alle ore 9.
Mentre il Procuratore stava interrogando un ufficiale delle dogane in merito ai controlli svolti sulla merce trovata in possesso dei francesi, gli si avvicinò un suo collaboratore, che gli consegnò un biglietto. Il Procuratore lo lesse , concluse rapidamente l’interrogatorio e si rivolse alla Corte:
“Perdonatemi, signor Giudice ed anche voi, signori giurati, ma è intervenuta una novità di enorme importanza, di cui mi hanno appena informato. È stato rintracciato un testimone dell’accusa il cui nominativo non era stato inserito nella lista, proprio in ragione della sua precedente irreperibilità. Chiedo di conseguenza di poterlo escutere immediatamente, in quanto già condotto presso questo palazzo di giustizia. Il testimone si chiama Tess Tregidden”.
All’udire quel nome Demelza sobbalzò sulla sedia, e così pure Ross e tutti gli altri suoi amici. Lorrain, per dovere di forma, si oppose all’audizione in quanto il nominativo non era stato indicato nella lista, ma Merceron respinse l’eccezione e autorizzò la immediata ammissione della Tregidden a deporre.
La persona che entrò nell’aula era ben diversa dalla lurida stracciona che i Lorrain avevano incontrato a Quimper. Tess appariva pulita ed ordinata, indossava un abito nuovo ed aveva i capelli acconciati con più cura del solito. Per chi non l’avesse mai conosciuta prima, poteva sembrare una rispettabile dama di compagnia al servizio di una buona famiglia.
“Qualcuno l’avrà sicuramente aiutata a compiere questa trasformazione” - bisbigliò Demelza al fratello Sam, seduto una fila indietro, mentre Warleggan e Ralph Hanson si scambiavano occhiate compiaciute all’apparizione del principale teste dell’accusa.
Tess si accomodò al banco dei testimoni e giurò sulla Bibbia di non dire altro che la verità.
Il Procuratore iniziò a farle le domande, e la ragazza confermò sostanzialmente quanto aveva riferito Jacka, dimostrandosi però molto più cauta nell’accusare direttamente Ross di essere il mandante dei furti in miniera. Raccontò di aver conosciuto i francesi casualmente in un pub e, poiché era stata ingiustamente licenziata dalla famiglia di Ross, si trovava in quel momento in ristrettezze economiche ed aveva colto l’occasione di aiutarli, ignara di quelle che fossero le loro vere intenzioni. Recitando la parte della peccatrice pentita spiegò che ella non sapeva esattamente da quale miniera provenisse il minerale trafugato e che la merce data in scambio dai francesi fosse di contrabbando, in quanto pensava soltanto alla propria sopravvivenza. Raccontò che Poldark aveva un ruolo molto attivo nella collaborazione con i francesi, discuteva quotidianamente con Lagrande esaminando con lui mappe e scritti, e che si comprendeva che aveva un ruolo di rilievo, poiché i francesi non assumevano decisioni senza consultarlo. Spesso infatti Lagrande impartiva ordini dopo aver parlato con lui ed inoltre Ross aveva il compito di catalogare le armi e di assistere agli sbarchi della merce sulla spiaggia di Hendrawna. Tess dichiarò inoltre di essere stata costretta ad allontanarsi dalla Cornovaglia in quanto i francesi avevano sospettato che Ross li avesse traditi facendo il doppio gioco, e lei, in quanto sua amante, era oggetto dei medesimi sospetti. Ross però l’aveva usata, e l’aveva abbandonata nel momento della difficoltà. Non sapeva dire da dove nascessero i sospetti dei francesi, visto che, per quanto a sua conoscenza, Ross si era sempre schierato apertamente in loro favore e spesso, discutendo con lei, aveva detto che la Corona inglese pensava solo al proprio tornaconto ma non al benessere della popolazione, e che i francesi bene avevano fatto a ghigliottinare il proprio sovrano.
Per timore di una vendetta dei francesi si era recata in Francia salendo come clandestina su una nave, era sbarcata a Quimper dove aveva a lungo mendicato per poter vivere, fin quando, un giorno, non aveva incontrato Ross in compagnia del suo attuale difensore. Furiosa con lui per come l’aveva trattata, prendendosi gioco dei suoi sentimenti, aveva allertato le guardie, ma le ricerche al porto erano state vane. Aggiunse che tramite un connazionale di cui non ricordava il nome aveva avuto notizia dell’inizio del processo a carico di Ross per tradimento al Re e del fatto che le autorità la stavano cercando per testimoniare; si era quindi dichiarata disponibile a ritornare a Sawle, imbarcandosi insieme ad un gruppo di suore cattoliche francesi che doveva svolgere la propria missione in Irlanda e che le aveva fornito appoggio e sostegno anche dal punto di vista economico.
Recitava molto bene la sua parte. Demelza si sentiva il sangue ribollire nelle vene, e suo fratello Sam ora capiva come quella donna diabolica avesse potuto prenderlo in giro per tanti mesi, fingendosi diversa da com’era. Ross e Lorrain non si facevano sfuggire una parola, ed il vecchio prendeva freneticamente appunti per le domande che, giunto il suo turno, avrebbe dovuto rivolgere  a Tess.
Essendosi fatto buio, nonostante le insistenze di Lorrain per procedere all’immediato controesame della donna Merceron rinviò l’udienza, facendo presente che Ross, data la sua posizione, sarebbe stato condotto in carcere fino all’indomani.
“Ne sono consapevole”- si limitò a rispondere l’uomo.
Fu un’enorme sofferenza per Demelza, Geoffrey Charles e gli altri amici vedere Ross, con le mani legate dietro la schiena, condotto verso la prigione passando tra due ali di folla che lo apostrofava con i peggiori epiteti.
“Vi auguro una buona nottata, signora Poldark”- la salutò George con finta cortesia.
“Chi ha la coscienza a posto può dormire sonni tranquilli… al pari di chi una coscienza non ce l’ha!” – gli urlò contro Geoffrey Charles.
“Avreste dovuto mettere a tacere una volta per tutte il vostro figlioccio. Non si può rivolgere a voi con tanta insolenza” – commentò Hanson, che aveva udito tutto, raggiungendo George.
“Non avete tutti i torti, ma sapete, quel bamboccio era tanto caro ad Elisabeth… se non lo colloco al posto che gli compete è solo per rispetto della memoria di sua madre…” – e proseguirono la strada insieme, fino a palazzo Warleggan.
Dwight e Caroline avevano prenotato tre stanze in una locanda per loro due, Demelza e i Lorrain; Geoffrey Charles affittò un’altra stanza per sé, mentre i fratelli Carne rientrarono a Sawle, con la promessa di rivedersi l’indomani.
Consumarono insieme una cena leggera, commentando tutto quanto era accaduto in aula, amareggiati per la sorte di Ross, che non poteva essere con loro.
Lorrain cercò di tirare su il morale a tutti con la consueta giovialità. La inattesa testimonianza di Tess era stata però dura da digerire e far tornare il buonumore non era una impresa facile.
L’avvocato però non sembrava affatto scoraggiato.
Quando presero congedo per recarsi ognuno nelle sue stanze, Mireille si avvicinò a Demelza e le disse all’orecchio: “Non temete, signora Poldark! Conosco bene il nonno, ed il suo comportamento tanto allegro non può che significare che ha un asso nella manica! Non so dirvi di cosa si tratti, ci sono dei segreti che vuole tenere per sé e non rivela nemmeno a me, ma sono convinta che andrà tutto bene per vostro marito!”
Demelza la ringraziò e, accompagnata da questa speranza, si preparò per la notte, senza smettere di pensare a Ross e a quanto lo amava, malgrado tutto….

 

  
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