Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |      
Autore: NikaYume    06/01/2021    1 recensioni
"L’impatto con il suolo giunge totalmente inaspettato, mandando in frantumi ciò che resta di lui per poi ricomporlo in un modo totalmente sbagliato, anomalo: non ha idea di cosa sia diventato ma al tempo stesso non riesce a richiamare alla memoria cosa fosse prima."
Incubi e un po' di sano Ineffable fluff.
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sta cadendo. 

 

Nessuna fune a trattenerlo, nessuna ancora di salvezza questa volta.

 

Volge lo sguardo verso l’alto, verso quella che ha definito la sua casa sin da quando è stato creato, mentre il peso della sua Condanna lo trascina inesorabile verso il basso.

 

Sta bruciando.

 

Fiamme impietose consumano ogni parte del suo corpo, lambiscono le sue ali candide, attaccano i suoi occhi, nascondendogli la vista del Paradiso, si insinuano fin nella sua anima e carbonizzano la sua memoria: non sa più chi sia, non ricorda più i visi di quelli che considerava amici, ha dimenticato persino il suo stesso nome, tutto viene consumato da quella bruciante agonia.

 

Tutto, tranne l’immagine di un paio di luminosi occhi azzurri, troppo impressa nella sua stessa essenza per poter essergli sottratta. Quei due angoli di cielo sono parte di lui e neppure l’ira divina è in grado di portarglieli via.

 

Il suo ultimo brandello di coscienza realizza che vale la pena sopportare quel dolore, vale la pena subire l’umiliazione di essere giudicati indegni, ripudiati dalla propria famiglia, se ciò significa che il suo angelo sarà salvo.

 

Non sa da quanto tempo stia cadendo, potrebbero essere minuti o mesi, forse anche secoli: quel tormento non finirà mai, brucerà per sempre, ormai ne è sicuro. Vorrebbe urlare, ma non ha più controllo del suo corpo e tutto ciò di cui è consapevole è che fa male. Terribilmente male.

 

L’impatto con il suolo giunge totalmente inaspettato, mandando in frantumi ciò che resta di lui per poi ricomporlo in un modo totalmente sbagliato, anomalo: non ha idea di cosa sia diventato ma al tempo stesso non riesce a richiamare alla memoria cosa fosse prima.

 

La puzza di zolfo lo soffoca, riesce a riguadagnare abbastanza consapevolezza da aprire gli occhi per rendersi conto di essere immerso in un oceano di lava e fuoco di cui non riesce a vedere i confini.

 

Un grido lo distrae per un secondo dalla sua miseria, spingendolo a scrutare quell’inferno alla ricerca della fonte del rumore: la trova a poca distanza da lui e ciò che rimane della sua anima straziata viene lacerato irreparabilmente da quella visione.

 

Quegli stessi occhi azzurri che lo avevano tenuto attaccato all’ultimo residuo di se stesso lo fissano colmi di terrore e sofferenza, persi in quel mare di fiamme.

 

Lui no, lui no, lui no… Dio, ti prego tutto ma non lui.

 

Gli avevano promesso che sarebbe stato salvo, gli avevano fatto credere che se avesse confessato, addossandosi la colpa, Aziraphale sarebbe stato risparmiato; e così aveva fatto, senza alcun ripensamento, si era presentato davanti agli Arcangeli per ammettere di aver sedotto l’ingenuo angelo di sua iniziativa, di averlo convinto a peccare con lui.

 

Tutte bugie, menzogne ben studiate per fare sì che si incriminasse da solo: quanto era stato stupido a credere anche solo ad una di quelle parola.

 

L’agonia delle sue membra lambite dalle fiamme, del suo corpo spezzato è nulla al confronto del leggere quella stessa sofferenza scolpita nel viso dell’essere che ama di più in tutta la Creazione, per cui avrebbe dato pure la vita; una fredda lama di panico si impossessa di lui mentre tende le mani carbonizzate verso il suo angelo, le ali devastate che si agitano impotenti nel tentativo disperato di liberarsi dalla lava che lo intrappola.

 

Deve raggiungere Aziraphale, deve aiutarlo, salvarlo, fare qualcosa. Qualsiasi cosa. 

 

Ma ogni volta che tenta di avvicinarsi, Aziraphale viene spinto più lontano, lottando per rimanere a galla, urlando il suo nome in cerca di aiuto.

 

Crowley grida tutta la sua frustrazione, stillando sangue dalla sua gola ustionata, dimenandosi in modo sempre più frenetico mentre l’azzurro viene inghiottito dal fuoco.



 

Crowley si svegliò di soprassalto, madido di sudore e con il cuore a mille; si mise a sedere sul divano, prendendosi la testa tra le mani nel tentativo di calmare il suo respiro affannoso e di schiarire la mente ancora confusa; era già successo che si trovasse intrappolato in un incubo riguardante la Caduta, naturalmente. Era una cicatrice troppo profonda perché scomparisse del tutto, sebbene fossero passati parecchi millenni; tuttavia, era la prima volta in cui Aziraphale era coinvolto e questo lo riempiva di un disagio così profondo da fargli tremare le ginocchia. 

 

Anche solo immaginare il suo angelo vittima di una crudeltà del genere era più di quanto potesse tollerare, molto più di quanto era in grado di gestire: di colpo avvertì la bruciante necessità di assicurarsi che Aziraphale stesse bene e che tutto quello non fosse stato altro che un maledetto incubo.

 

“Aziraphale!” chiamò, tentando di placare il tremito nella sua voce. “Angelo, dove sei?”

 

“In cucina caro.” rispose Aziraphale, accompagnato dal rumore di stoviglie spostate.

 

Crowley si alzò di scatto, districandosi non senza qualche difficoltà dalla coperta in cui si doveva essere avviluppato agitandosi nel sonno e si diresse ad ampie falcate verso la cucina del loro appartamento; l’angelo era in piedi davanti ai fornelli, intento nella preparazione di uno dei suoi esperimenti culinari e girò appena la testa nella sua direzione quando lo sentì entrare per rivolgergli un sorriso radioso. Vederlo tranquillo e intero nella loro casa fu un immediato balsamo per la sua agitazione; il sollievo fu tale che per un secondo pensò che avrebbe potuto piangere.

Incapace di trattenersi, il demone azzerò la poca distanza che li separava per abbracciare Aziraphale alle spalle, passando le braccia attorno alla sua vita e affondando il viso nell’incavo del suo collo, respirando profondamente. 

L'angelo si bloccó per un attimo, preso alla sprovvista da quel contatto inaspettato, per poi voltare un poco il viso e posare un bacio sui capelli del marito, sorridendo.

 

"Qualcuno è in vena di tenerezza oggi, vero mio caro?" ridacchiò piano, deliziato da quella loro nuova intimità domestica.

 

"Mhm." mugolò Crowley in risposta, troppo occupato a inspirare il familiare profumo del suo angelo per poter rispondere propriamente.

 

Aziraphale sollevò una mano per accarezzargli una guancia: "Un altro incubo?" chiese, improvvisamente serio.

 

Il demone annuì piano contro di lui, stringendolo ancora di più a sé.

 

"Oh, caro…" sospirò l'angelo, interrompendo ciò che stava facendo per girarsi e poter abbracciare propriamente il compagno. Passò le braccia attorno al suo collo per appoggiare la fronte alla sua: “Vuoi parlarne?” 

 

“Nah, è tutto okay, angelo… Voglio solo rimanere così ancora un pochino, se non ti dispiace.” rispose Crowley, inclinando la testa per posare un bacio leggero sul contorno della sua mascella.

 

“Ma certo, tesoro. Posso fare qualcos’altro per te?”

 

Crowley scese con le labbra a sfiorare la sua gola: “A pensarci bene qualcosa ci sarebbe…” sbuffò contro la sua pelle in tono malizioso, sorridendo appena quando avvertì Aziraphale trattenere il respiro, il corpo scosso da un fremito di anticipazione. Oh, era sempre stato un demone scadente, ma doveva ammettere di essere piuttosto bravo in questo tipo di tentazione con il suo angelo.

Note: Grazie per avere letto, spero vi sia piaciuta!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: NikaYume