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Autore: ROSA66    07/01/2021    6 recensioni
Terza classificata a pari merito al contest “A Farewell to…Contest” indetto da CatherineC94 sul forum di EFP-
James Sirius Potter torna nella casa paterna dopo un avvenimento che sconvolge la sua vita.
Dal testo :
Lentamente, James aprì la porta di quella che era stata la sua casa fino ad un anno prima, ed il fresco di quelle antiche mura lo colpì all’improvviso, dandogli un sollievo immediato dal caldo asfissiante di quel pomeriggio di metà agosto.
Nonostante la completa oscurità, James si muoveva sicuro nel corridoio che conosceva come le sue tasche...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Frammenti di te
La mia notte mi soffoca per la tua mancanza.
La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare
ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra.
La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce.
( Frida)
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Quand'era bambino, James Sirius era solito sgattaiolare furtivo dalla sua camera per intrufolarsi in quella dei suoi genitori, soprattutto quando suo padre non era in casa. La cosa che amava di più era guardare sua madre mentre si spazzolava i capelli prima di mettersi al letto.
La contemplava adorante lisciare quel manto serico che le copriva le spalle, ripetendo lo stesso lento movimento per decine di volte.
"Uno, due, tre, quattro…"
Sicuramente era così che aveva imparato a contare, i piccoli avambracci poggiati sulla vecchia toletta della camera dei suoi genitori, gli occhi completamente persi in quell’immagine tenera e sensuale insieme.
"... cinque, sei, sette, otto …"
Ginevra Molly Potter continuava la sua routine quotidiana rivolta verso lo specchio, sorridendo dolcemente al suo bambino che la guardava, incantato da tanta bellezza .
Era bella, Ginny. Lo era sempre stata, ma la maternità l’aveva resa ancora più luminosa, permeando il suo essere donna di un’aura particolare che traspariva da ogni singola fibra.
"... nove, dieci, undici, dodici..."
Sua madre, il suo primo amore.
 
Lentamente, James aprì la porta di quella che era stata la sua casa fino a un anno prima, e il fresco delle antiche mura lo colpì all’improvviso, dandogli un sollievo immediato dal caldo asfissiante di quel pomeriggio di metà agosto.
Nonostante la completa oscurità, James si muoveva sicuro nel corridoio che conosceva come le sue tasche.
Le tende chiuse non lasciavano filtrare il più piccolo raggio di quel luminoso sole  estivo.
- Lumos-   pronunciò il ragazzo, e una piccola luce apparve in cima alla sua bacchetta, illuminando tutto  l’ambiente circostante.
... e una miriade di ricordi gli esplosero in testa, soffocando ogni pensiero coerente. James spalancò la bocca cercando di incamerare aria e, dopo un respiro profondo, avanzò nel salotto.
Riconobbe ogni particolare di quella stanza, dal  divano damascato dal colore ormai indefinito, dove amava sonnecchiare nei lunghi pomeriggi d’estate, alla poltrona sformata che riconobbe come quella preferita da sua madre.
La mano sinistra accarezzò lentamente ogni dettaglio, fermandosi alla seduta, che pareva ancora calda come se lei vi si fosse rimasta adagiata fino a pochi istanti prima.
  Il ragazzo si avvicinò alla parete a destra del camino e notò una piccola bruciatura sulla carta da parati. Sorrise al pensiero di ciò che aveva fatto quando era ancora molto piccolo, quando la magia si manifestò in lui per la prima volta, avvicinando il ditino proprio lì.
Ripensò al volto di sua madre che, divertita e sorpresa insieme, non aveva mai voluto sistemare quel piccolo guaio a testimonianza di una grande epifania e, abbracciandolo stretto,  gli aveva sussurrato parole di un amore infinito.
A quel ricordo, il cuore gli si strinse talmente tanto da fargli male.
Si guardò intorno, e vide la scacchiera magica che suo padre usava sempre per giocare con lo zio Ron, quelle partite infinite nei lunghi pomeriggi d’inverno, quando fuori pioveva a dirotto e sembrava impossibile uscire anche per loro che erano maghi e avrebbero potuto rendersi impermeabili alle gocce d’acqua con un semplice incantesimo.
-Miseriaccia Harry!! Ma quando imparerai a giocare a scacchi? – risentiva nelle orecchie l’esclamazione che zio Ron rivolgeva a suo padre Harry da una vita ormai, mentre Kreacher, che era stato l’elfo domestico di Sirius Black, grugniva con malcelato disprezzo verso il mezzosangue che, a suo dire, aveva contaminato la purezza di quell’antica dimora.
Con gli occhi della mente rivide sua madre Ginny, annoiata da quel gioco che aveva sempre odiato, sbuffare sonoramente. Poi prendeva per il braccio zia Hermione e, come un tornado,  la trascinava in cucina per quelle piccole confidenze femminili di cui lui, nascosto dietro la porta, non capiva nulla perché troppo piccolo ma di cui si scoprì in seguito essere tremendamente geloso.
Girò la testa in quella direzione, e si rivide bambino, in piedi vicino la porta della cucina, diviso tra la rabbia dell’essere ignorato e l’incanto del dolce suono della sua voce….
Si, era dolce la voce di Ginny, soprattutto quando lo consolava  come quella volta che, appena quindicenne, era uscito dalla doccia e, grondante d’acqua, si era accorto che qualcuno gli aveva preso l’accappatoio .
- Maledizione, ma chi diamine…- aveva iniziato ad urlare inviperito, bloccandosi non appena vide  quella piccola peste di sua sorella Lily che, fuori della sua stanza con in mano il corpus delicti, gli sorrideva dispettosa per poi fuggire al piano di sotto,  costringendolo ad inseguirla.
Fin qui era normale amministrazione in casa Potter, se non fosse per il fatto che, quella volta, James si era dimenticato che stava correndo completamente nudo finchè non si bloccò alla vista di sua cugina Dominique che era piombata in casa per restituire ad Albus un libro che questi gli aveva prestato.
La scena sarebbe apparsa anche comica, con Lily che rideva a crepapelle, quasi piegata in due, Dominique che fissava immobile il cugino, i begli occhi blu sgranati per la meraviglia e la bocca completamente aperta e James che era diventato di mille colori dalla vergogna….
Ma il ragazzo aveva una piccola cotta per la bionda cugina e, raccolto accappatoio e dignità, si era immediatamente dileguato al piano superiore con gli occhi bassi, salendo i gradini a due a due, per poi  chiudersi  in camera con l’intenzione di non uscire mai più, pregando Merlino di farlo scomparire dalla faccia della terra.
 
Con estrema lentezza, James salì i gradini per andare al piano superiore, dove si trovavano le camere da letto..la sua camera da letto…
Entrò nella prima stanza a destra, e lì si fermò, immobile,  il cuore in gola e gli occhi umidi, incapace di muovere  un singolo muscolo.
Sembrava che ogni cosa si fosse fermata ad un mese prima, il letto appena disfatto ed alcuni indumenti piegati poggiati sulla dormeuse in attesa di essere riposti.
E la sua presenza dappertutto.
Sulla parete sinistra, la toletta era ancora lì.
Avanzò di qualche passo.
La spazzola d’argento di sua madre era esattamente dove ricordava.
Tremando, James afferrò quel piccolo oggetto di toletta quotidiana, e lo guardò.
Un sottile capello rosso era ancora incastrato tra le setole.
Un dolore sordo gli esplose dentro il cuore, troppo forte e violento per poter essere trattenuto, e tutta l’angoscia di quei giorni gli frantumò l‘anima.
-Mamma…- singhiozzò mentre piangeva senza ritegno tutte le lacrime che si era imposto di non versare, la spazzola stretta al petto - …mamma… perché ?...-
Solo allora realizzò che sua madre non sarebbe più tornata, che se n’era andata silenziosamente, vinta da quel male oscuro che l’aveva consumata senza che nessuno avesse potuto far nulla per impedirlo.
E sentì improvvisamente freddo, nonostante il caldo del mese di agosto.
E si sentì improvvisamente solo, abbandonato, distrutto.
E pensò che faceva talmente tanto male, che neanche all’inferno avrebbe sentito così tanto dolore.
 
 
 
 
 
 
 
Nota autrice :
Mi è piaciuto molto partecipare al concorso indetto da Catherine C94 sul Forum di Efp perché mi ha dato modo di cimentarmi nella descrizione di un personaggio che non ho mai preso in considerazione nei miei lavori finora pubblicati.
Spero che le fans di Ginny mi perdonino per averla inserita in questa os solo come ricordo nei pensieri di James che torna nella casa paterna dopo la morte della madre.
La citazione all’inizio è di Frida Khalo, un personaggio che amo tantissimo.
 
 
 
  
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