Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: LadyHeather83    07/01/2021    2 recensioni
Seguito di BEST FRIENDS. Ma non è necessario averla letta.
Marinette ed Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ma c'è qualcosa che turba la mente della ragazza, in particolare il ricordo di Chat Blanc, questo influirà nel loro rapporto visto che Papillon non è ancora stato sconfitto?
E Papillon riuscirà a scoprire chi si cela dietro le maschere di LadyBug e Chat Noir?
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le ali della farfalla

*

Capitolo 7 – Giocare a carte scoperte

*

Adrien quel pomeriggio ricevette il solito messaggio da MarinetteTi aspetto in camera mia”.

Non se lo fece ripetere due volte, ed appena ebbe sbrigato i suoi impegni, già segnati in agenda, tra i quali un’ora di cinese e un’ora di lezione di piano, si precipitò da lei, con l’ausilio di Plagg.

Bussò come di consueto alla porta della botola, e Marinette lo fece entrare, accogliendolo con un lungo bacio sulle labbra.

“Ti sono mancato, milady?” Le chiese sghembo, e di tutta risposta, ricevette un altro bacio ancora appassionato. “Mmm…lo prenderò come un sì”.

Poi vide la sua espressione che s’incupì d’un tratto, quando si lasciò cadere sulla sedia della scrivania ed iniziò a girare.

“Qualcosa non va?” Domandò avvicinandosi, mentre ordinava a Plagg di sciogliere la trasformazione.

Mariette sbuffò lanciando in aria un pupazzo di pezza che ritraeva Lady Bug, la stessa bambola, con cui Manon era solita a giocare quando le faceva da babysitter.

“Si e no…nel senso che stavo ripensando al maestro Fu e alle sue parole”.

“Cioè?” Chiese curioso.

“Una volta mi ha detto che se uniamo i nostri due miraculous, potremo ottenere il potere assoluto” Spiegò.

“Potere assoluto?” Fece di rimando il biondo.

Lei annuì con il capo “Potremo ottenere il potere di alterare la realtà, esprimendo un desiderio”.

“Ed è una cosa brutta?”

“Certo, per due ragioni: la prima perché il mondo ha bisogno di un equilibrio e la seconda perché c’è un prezzo da pagare, tipo occhio per occhio”.

“Tu credi che Papillon voglia i nostri gioielli per ottenere questo potere?”

“Non vedo altra spiegazione. Mi chiedo solo quale sia il suo scopo”. Si alzò per osservare fuori dalla finestra.

Adrien rabbrividì, e una strana sensazione gli faceva torcere le viscere, ricordando la conversazione avuta lo scorso pomeriggio con suo padre.

Marinette agitò una mano davanti il volto del suo ragazzo “Adrien? Ci sei?” Aveva lo sguardo perso nel vuoto, non poteva essere vero, stava realizzando che forse suo padre potesse essere Papillon, questo avrebbe spiegato lo strano comportamento che aveva, perché gli aveva chiesto tempo fa del suo anello e se Marinette fosse in realtà Lady Bug.

Ma no, cosa stava pensando, potevano essere solo coincidenze, del resto è normale essere curiosi se in città ci sono dei super eroi, tutti vorrebbero sapere chi si nasconde dietro la maschera.

“S-si, sto bene” Le sorrise.

“Adrien Agreste, credo ormai di conoscerti abbastanza bene da capire quando mi nascondi qualcosa, o se c’è qualcosa che ti turba. Me ne vuoi parlare?”.

A lei non poteva celare niente, non era in grado di mentire, non poteva mentire a lei, ma questa volta, non le avrebbe detto la verità, meglio non farla preoccupare per niente, soprattutto se le sue, erano solo supposizioni.

“Sono un libro aperto per te lo sai? Però ora non posso, ma te ne parlerò appena ne sarò sicuro, non voglio farti preoccupare per nulla” Le prese le mani e le baciò la fronte.

“Mi fido di te, Adrien” Gli sorrise, anche se avrebbe voluto sapere.

“Devo andare ora, già mi manchi, insettina”.

*

Nathalie, non dormì molto quella notte, e le occhiaie nere che aveva sotto gli occhi, vennero coperti abilmente da del buon correttore.

Ancora sconvolta e con il portatile tra le mani, bussò alla porta di Gabriel, che la fece entrare.

“Disturbo?” Chiese in maniera impostata.

“Certo che no, vieni pure”. Lo stilista stava lavorando alla collezione che avrebbe presentato alla settimana della moda di Parigi, mancava poco meno di un mese.

Gli abiti erano stati tutti disegnati e confezionato con cura, mancavano da definire gli ultimi dettagli.

Si sarebbe presentato a quell’evento?

Chi può dirlo, probabilmente, come al solito, avrebbe mandato la sua assistente e lui avrebbe presenziato in videochiamata sul suo tablet.

“Devo mostrarti una cosa”. Si avvicinò con lo schermo acceso. E’ un video ripreso dalla telecamera di video sorveglianza, di quella nuova fatta installare nell’unico punto cieco della casa.”

“Si lo vedo” Annuì con il capo.

“Guarda chi esce dalla finestra di Adrien alle 16.02”.

Gabriel spalancò la bocca, l’immagine di Chat Noir che balza dalla finestra della camera di suo figlio per andare chissà dove.

“Ora guardi, chi rientra alle 18.56”. Di nuovo Chat Noir.

“Mio figlio…è Chat Noir?” Gabriel ebbe quasi un mancamento, si sedette sugli scalini, sorretto dalla sua assistente.

I suoi sospetti erano fondati, lo erano sempre stati.

Non poteva essere, in tutti quei mesi, aveva combattuto contro il suo unico figlio, ed era stato sul punto di rivelargli diverse volte il suo piano, per riportare in vita Emilie.

Si maledì per non averlo fatto prima, si sarebbe risparmiato un sacco di sconfitte e delusioni.

Se Adrien, avesse saputo che il corpo di sua madre, si trovava nei sotterranei della casa, in attesa che il miraculous di Lady Bug e Chat Noir, probabilmente non ci sarebbe stato il bisogno di richiamare altri mostri al suo comando.

“Dov’è ora mio figlio?” Chiese alla sua assistente.

“E’ a scuola, Gabriel, oggi esce alle 12.30”.

“Bene, andremo a prenderlo dopo”. Fu sorpresa di ricevere quella risposta, si sarebbe aspettata un’uscita anticipata da scuola per qualche futile motivo inventato seduta stante, infatti aveva già pronto sul cellulare il numero dell’autista da chiamare e quello della scuola.

“Che intenzioni hai?”

“Gli dirò tutta la verità, e lo porterò a vedere il corpo della madre, così sarà costretto a farsi dare gli orecchini da Lady Bug, e finalmente potrò realizzare il mio desiderio”.

“Certo, sono felice che finalmente ci sia riuscito” Si congedò poi, uscendo dalla stanza, mentre una lacrima le rigava il volto.

*

Quel pomeriggio, Adrien e Gabriel pranzarono insieme, con gran stupore del più giovane, che era solito a consumare i pasti in totale solitudine, o con Nathalie, mentre gli ricordava gli impegni presi per il pomeriggio.

“Sono contento che abbiamo mangiato insieme papà, non mi ricordo più da quanto lo facevamo.”

Gabriel prese il calice di vino rosso rubino e se lo portò alla bocca “Questo e molti altri, Adrien” Gli sorrise, non pensando che da lì a poco, gli avrebbe sconvolto la vita.

“Sei strano, papà…hai un’aria così rilassata, quasi non ti riconosco”.

“Sono felice di passare un po’ di tempo con mio figlio”. Gli toccò la mano amorevolmente.

Adrien gli volse un sorriso che gli ricordò molto quello della scomparsa Emilie.

“Lo sono anch’io” Si sentiva amato, si sentiva desiderato, e questa volta non solo dalla sua insettina, ma anche da suo padre, che cosa volere di più? Gli mancava solo sconfiggere Papillon e poi la sua vita sarebbe stata perfetta, per quanto potesse essere per un ragazzo di sedici anni.

*

“Che cosa mi devi mostrare?” Chiese Adrien curioso “…finalmente hai deciso di farmi vedere in anteprima la nuova collezione?” A lui non era mai stato concesso questo privilegio in tutti quegli anni.

“No, ma ne resterai stupito”. Gabriel azionò i pulsanti dal quadro di Emilie, facendo aprire il passaggio sotto i loro piedi.

“Dove andiamo?” Domandò sospettoso.

“Tutto a tempo debito, figliolo”.

Il tunnel che stavano percorrendo era buio, erano stata installata solo una luce nel soffitto dell’ascensore, che continuava a scendere.

“Ora mi sto spaventando, papà”.

“Non ti devi preoccupare, ora sei pronto per vederlo con i tuoi occhi”.

Arrivarono in uno stanzone enorme che attraversava tutto il perimetro della casa, un ponte di metallo color oro ne guadava il corso d’acqua.

Faceva caldo, un caldo umido e tante farfalle bianche, erano appena sbocciate e stavano svolazzando sopra a quella, che agli occhi del più giovane, sembrava una bara di cristallo, illuminata dai raggi solari, che filtravano dal rosone, sopra di essa.

Ad Adrien iniziò a seccarsi la gola e a mancargli il respiro, nutrendo in suo padre un sospetto, che sperava con tutto se stesso non fosse vero.

Attraversarono il ponte, e Adrien non smetteva di guardarsi intorno, facendosi sempre più domande e pensando cosa suo padre nascondesse laggiù, ma di una cosa ne era certo, non gli avrebbe mai e poi mai tolto un capello.

Una farfalla gli si posò con dolcezza, sopra la testa bionda, e lui la fece posare sopra il suo indice, portandosela davanti gli occhi.

“Ti spiegherò tutto, figliolo” Gli disse mostrandogli la teca, con all’interno il corpo senza vita della madre.

“M-mamma. E’-e’ la mamma?” Balbettò incredulo.

“Si, è Emilie”.

“Ma-ma come? L’abbiamo seppellita, abbiamo fatto il funerale. P-perché è qui?” Gli occhi di Adrien iniziarono a pizzicare e ai lati, si stavano formando delle gocce salate.

“Perché” Ci fu un attimo di esitazione “…la voglio riportarla in vita”

“Non puoi riportare in vita qualcosa che è morto, papà, è impossibile”

“Per riportarla da noi, ho bisogno dei miraculous di Lady Bug e Chat Noir”. Disse tutto d’un fiato, in tutto quel tempo, aveva cercato le parole giuste per dirglielo, in modo da non sconvolgerlo troppo, ma non ne aveva trovata nessuna che andasse bene.

“I miraculous di Lady Bug e Chat Noir?” Soffiò.

“A dire il vero solo quello di Lady Bug” Il viso dello stilista si fece serio e con un’espressione che non lasciava intravedere nulla di buono “…quello di Chat Noir, lo hai tu, vero?” Un ghigno beffardo si fece strada tra le sue labbra.

“Ma di che cosa stai parlando?” Chiese nascondendo dietro la schiena, la mano destra, dove era solito portare l’anello.

Sotto la sua camicia, il piccolo kwami nero tremava di paura.

“Non fare il finto tonto con me, so che sei Chat Noir, l’ho visto dalle telecamere che ho fatto installare nuove; mi avevano fatto notare che quella parte della casa era scoperta, e che quindi dovevo metterne una anche lì”.

Adrien si sentì morire, era stato stupidamente scoperto e cosa peggiore, avrebbe sicuramente litigato di brutto con Marinette per questo.

“Come fai a sapere tutte queste cose sui miraculous?”.

Gabriel non diede nessuna risposta al figlio, perché trovò la soluzione qualche attimo più tardi, quando l’ennesima farfalla gli passo accanto “Papillon…tu sei Papillon”.

Si scagliò contro il padre gettandolo a terra, e bloccandolo con il suo peso, che andò a gravare sul petto dello stilista, caricò un pugno, che non sferrò mai.

“Lasciami spiegare, figliolo”. Lo pregò mettendo le mani avanti.

“Perché? Perché?” Gli urlò in preda alla rabbia.

Stava per trasformarsi, per fuggire via da quell’incubo, per andare ad avvertire lei, la sua lady.

Una mano gli bloccò il braccio e gli tolse l’anello.

Mayura!” Esclamò Adrien incredulo, era logico, se suo padre era Papillon, non poteva essere che Nathalie, il possessore del miraculous del pavone.

“Tu ora ascolti tuo padre, e non vai da nessuna parte. Questo lo tengo io”. Chiuse dentro una scatola l’anello, che qualche attimo prima, aveva risucchiato Plagg al suo interno.

*

“Come hai potuto fare una cosa del genere?”.

“Ascoltami, ti prego, avrai tutte le tue risposte. Te lo prometto”.

Non riusciva a guardare suo padre negli occhi, in quel momento rabbia, frustrazione e delusione, si erano impossessati di lui.

Se vogliamo vedere il lato positivo, Papillon non poteva akumizzarlo, almeno per il momento.

“Sentiamo quali inutili scuse inventerai”.

“Ti ricordi il viaggio che avevamo fatto io e tua madre in Tibet? Quello prima di sposarci”.

“Si”.

“Ero alla ricerca di tessuti e stoffe pregiate per la mia nuova collezione, quando, durante un’escursione abbiamo trovato nella neve due scatoline nere ed un libro”.

“Il grimorio? Quello che hai nella cassaforte?”

Gabriel annuì.

*

continua

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: LadyHeather83