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Autore: Suzyyy92    08/01/2021    2 recensioni
... la vita da idol, tra secreti e scandali, non è sempre così perfetta.
Che succede se un idol amato e adorato nel suo paese all'improvvviso abbandona la sua vita all'apparenza perfetta per vivere una vita normale?
"A volte quello che ti porti dentro è più forte di quello che fai trasparire fuori, probabilmente è così che lui si sentiva. Un pò tutti ci sentiamo così..."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Chen, Chen, Nuovo personaggio, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seoul.  Sede SM Entertainement

Sembravano attimi interminabili i secondi che passavano prima che qualcuno aprì improvvisamente la porta. Era successo tutto così velocemente che per Yunhee non c’era stato nemmeno il tempo di capire davvero cosa stava succedendo. Era andata alla SM solo per educazione e per rinunciare all’impiego ed invece, ora, si trovava costretta ad intervistare gli Exo? Il cuore della giovane batteva all’impazzata quando dalla porta entrò Suho, il bel leader del gruppo. Si fissarono per qualche istante senza parlare “Mi avete chiamato?” chiese il ragazzo spostando lo sguardo verso il CEO. “Junmyeon, accompagna la signorina Kim nel vostro camerino. E’ la giornalista che vi seguirà durante il tour, e mi piacerebbe vi facesse un’intervista conoscitiva…” la giovane assisteva alla scena in silenzio avvolta da un’agitazione facilmente percepibile. Il ragazzo sorrise, il sorriso di Suho, quel sorriso che aveva fatto impazzire milioni di fan. “Certo, assolutamente! Mi segua!” era da sempre stato un ragazzo gentile e posato il leader. Condusse la ragazza all’ascensore senza pronunciare alcuna parola. Yunhee lo fissava anch’essa senza parlare. Si erano già incontrati qualche volta in passato ma probabilmente il giovane nemmeno se la ricordava. Erano passati diversi anni ormai. Non era di certo lui il problema, ma qualcun altro. Qualcuno che Yunhee era sicura non si sarebbe dimenticato di lei così facilmente. Qualcuno con cui aveva condiviso qualcosa. “Sono stato scortese prima, non mi sono nemmeno presentato. Sono Kim Junmyeon, in arte Suho, leader degli Exo” improvvisamente mentre le porte dell’ascensore si chiudevano il cantante iniziò a parlare. Yunhee cercò di mantenere la calma rispondendo con un timido sorriso “E’ un piacere, io sono Kim Yunhee!”. Ci furono altri attimi di silenzio tra i ragazzi. Entrambi si continuavano a guardare imbarazzati “Mi sembra di averla già vista da qualche parte…” intervenne improvvisamente Suho. Ed ora? L’aveva forse riconosciuta? La giovane deglutì cercando di distogliere da subito l’interesse del ragazzo “Ehm… io, non saprei! Non credo ci siamo mai incontrati in precedenza…” fortunatamente l’ascensore era arrivato a destinazione. Secondo piano, qui si trovava il famoso camerino degli Exo. Yunhee si ricordava esattamente dove si trovava quella stanza, un tempo dipinta di murales colorati e con dei grandi divani di pelle. Eppure non doveva farsi notare dal leader che camminava silenzioso davanti a lei. Pochi istanti, solo pochi istanti e se li sarebbe di nuovo trovati davanti. A Yunhee tremavano le gambe, avrebbe voluto scappare ma ormai non poteva più farlo. Tutta quella maturità che l’aveva contraddistinta ultimamente si stava pian piano trasformando in un atteggiamento da bambina spaventata. Cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe comportata ora? Doveva comportarsi da Yunhee la giornalista e non da Yunhee la… fan, se così poteva chiamarsi.

Fu tutto in un attimo, la porta si aprì all’improvviso ed un vortice di emozioni avvolse la ragazza. I murales erano spariti per lasciar posto a delle eleganti pareti bianche, i divani erano stati sostituiti da tavoli con sedie e computer e le pareti, una volta colorate scatti di polaroid erano piene di premi e riconoscimenti. Quella che un tempo era una stanza ricreativa per giovani adolescenti in cerca di successo si era trasformata in una stanza dove sette uomini si riunivano per parlare di affari di lavoro. “Ragazzi, c’è qui una giornalista per farci alcune domande in merito al nostro prossimo tour mondiale, prestate un attimo d’attenzione per favore” fu questa l’introduzione di Suho agli altri ragazzi. Ferma sull’uscio della porta Yunhee fissava la scena davanti a lei con il cuore in gola. Quelli che un tempo erano solo dei ragazzini dai capelli colorati e dai sorrisi smaglianti si erano tutti trasformati in uomini maturi e vigorosi, dei trentenni perfetti che alzarono quasi all’unisono lo sguardo verso di lei. Alcuni di loro avevano avuto a che fare con lei, ma probabilmente non l’avevano riconosciuta, oppure facevano semplicemente finta. Il cuore di Yunhee batteva sempre più forte, non sapeva nemmeno lei come affrontare l’intervista, soprattutto dopo che il suo sguardo si incrociò per qualche istante con lui, Park Chanyeol. Era seduto davanti al suo portatile preso nel suo lavoro quando la sua attenzione venne distratta da quel ingresso. Erano passati degli anni, ma il suo fascino era sempre lo stesso. I suoi folti capelli corvini, il suo fisico possente che negli anni era solo che migliorato. Quel incrocio di sguardi fu un colpo al cuore per Yunhee, l’aveva sicuramente riconosciuta ed ora cosa sarebbe successo? Allora era proprio lui quello che aveva visto poco prima fuori dall’ufficio del CEO. Quello cafone che era andato a sbattere contro di lei, e che senza peli sulla lingua l’aveva insultata.

Yunhee non era di certo una di quelle persone che la mandava a dire, anzi solitamente dalla sua bocca usciva tutto quello che pensava, ma in una situazione del genere era tutto diverso. Innanzitutto, anche se contro il suo dovere, doveva lavorare e non poteva di certo far una figuraccia davanti ai suoi superiori e poi con tutta quella gente nella stanza non poteva far altro che stare zitta. Improvvisamente una donna raggiunse a passo svelto la stanza dei ragazzi. Yunhee era ancora sull’uscio, stava ancora pensando alle parole giuste per iniziare. “Scusi signorina Kim, il CEO si è confuso! Mi dispiace ma dovremmo rimandare l’intervista, i ragazzi hanno un incontro con un produttore pubblicitario e ora devono andare” quelle parole l’avevano salvata, almeno per ora. Yuhnee sorrise alla donna mentre i ragazzi si preparano velocemente per seguirla. Era arrivato il momento per la giornalista di scappare, prima di fare qualche danno. Salutò educatamente la donna e con un cenno i ragazzi, prima di andare via era doverosa una tappa in bagno. Tutta questa ansia l’aveva sconvolta. “Rimango in bagno almeno fino a quando se ne vanno, poi scappo da questo posto e bye bye Exo!” ripeteva tra se mentre si guardava allo specchio. Certo che, stava rischiando grosso ed era sicura che tutti l’avessero riconosciuta. Dopo aver aspettato diversi minuti uscì dal bagno, peccato che qualcun altro la stava aspettando proprio appoggiato al muro di fronte. Non era possibile, non c’era alcun modo di fuggire. “Kim Yunhee! Quindi ora ti sei messa anche tu a far l’inventrice di scandali…” quella voce fredda e pungente, quella voce che in un istante le aveva completamente gelato il cuore. Una voce che in un istante l’aveva riportata indietro a tanti anni prima…
 
Los Angeles. Bar Tropical. Spiaggia di Santa Monica.

Il sole risplendeva alto nel cielo, un’altra giornata stava trascorrendo con la sua solita armonia al “Bar Tropical”. Un sabato come tanti, pieno di gente che si accalcava al bancone per gustare una dei famosi frullati del locale. Ormai l’estate era alle porte e il clima caldo californiano aveva invogliato anche i più pigri ad uscire. L’estate, il momento migliore dell’anno secondo Bryan. Da quando viveva negli Stati Uniti aveva iniziato ad apprezzare anche il clima più freddo delle giornate invernale, molto più miti rispetto a quelle della fredda Seoul, ma la stagione estiva rimaneva pur sempre la sua preferita. “Hai visto quella bionda laggiù?” chiedeva Lucas all’amico mentre si muovevano velocemente tra tavoli e bancone. “Quella con le tette grandi? Me la sono già passata l’estate scorsa, niente di che! E’ tutta apparenza!” rispose Bryan ridendo. Le donne, il loro migliore passatempo, erano sempre le protagoniste primarie dei loro discorsi. Ogni giorno c’era qualche ragazza nuova da guardare e commentare, e le più carine erano sempre tra gli obbiettivi dei due bei baristi. E pensare che un tempo per Bryan era impensabile anche pensare a come approcciare con una ragazza, solitamente erano sempre i suoi amici che lo spingevano verso le ragazze e lui era sempre talmente goffo e maldestro che non faceva altro che farle scappare. Infondo, aveva fatto scappare anche lei, l’unica che davvero aveva amato. Eppure da quando la sua vita era cambiata, si era trasformato nel playboy di Santa Monica, insieme a Lucas che con il suo fisico possente e i suoi lineamenti latini era considerato anch’egli uno dei più belli della spiaggia.

Per le ragazze del posto uscire con i due baristi poteva essere un vero e proprio biglietto da visita. “Ah proposito, settimana prossima torna mia sorella dall’Europa! Si fermerà qui per un po’ questa volta…” al sentire quel nome Bryan si voltò di scatto verso l’amico, Jenny, la sorella di Lucas aveva fatto perdere la testa al bel barista platino già diverse volte in passato. Ogni volta che tornava negli Stati Uniti per la sua pausa dagli studi in Europa, l’obbiettivo di Bryan era quello di portarla fuori a cena, ed ogni volta il suo piano falliva. Era l’unica ragazza che da quando viveva a Los Angeles l’aveva rifiutato, senza mai aver capito il motivo. Ma quest’anno doveva farcela a portarla fuori, se l’era prefissato come obbiettivo. Oltre ad essere di una bellezza oggettiva, quella ragazza aveva qualcosa che intrigava il bel barista, qualcosa che forse gli ricordava qualcuno. “Perfetto, e sappi che quest’anno tua sorella dovrà uscire a cena con me… Anzi se ci metti una buona parola ti do il numero della bionda con le tette grosse!” i due scoppiarono a ridere attirando l’attenzione del loro capo che iniziò a richiamarli per farli tornare con la testa sul lavoro.

Era ormai il tramonto, e la folla stava pian piano diminuendo. Bryan stava pulendo alcuni tavoli sul terrazzino mentre Lucas sistemava accuratamente il carico di bibite per l’indomani nel frigorifero. Alla radio come al solito passavano le hit del momento e il biondo ballava passi di reggaeton mentre si spostava tra un tavolo e l’altro. Nell’ultimo periodo si era appassionato a quel genere di musica, tanto amata in occidente e si divertiva a muoversi a tempo di musica. La musica che era stata parte della sua vita per tanto tempo ora per lui era solo fonte di divertimento e svago, però ogni tanti si divertiva ancora a canticchiare qualcosa. Il suo indubbio talento era sempre evidente ma odiava farsi notare dagli altri e quindi cantava solo in casa con tanto di finestre chiuse. “Ora un pezzo che sta spopolando tra le classifiche mondiali! Ecco a voi Power” lo speaker alla radio stava annunciando la nuova canzone, un genere decisamente differente dai pezzi precendenti.
Bryan stava pulendo avvicinando alcune sedie ai tavoli quando improvvisamente una musica piuttosto famigliare iniziò a rimbombare tra le mura del bar. Fu come un colpo al cuore, quella canzone… non poteva essere, alla radio stavano passando una sua vecchia canzone. Power degli Exo, una delle ultime canzoni che aveva cantato insieme al gruppo. Lucas si scatenava al bancone quando il bel barista come preso da un raptus di follie camminò a passo svelto verso la radio per cambiare immediatamente stazione, per passare ad un'altra canzone latina. “Ma dai, era bella! Potevi lasciarla!” si lamentò il ragazzo dai capelli castani. “Ma quella canzone avrà l’età di mio nonno… che palle…” nel dire queste parole si morse quasi la lingua. “Eppure quel pezzo sta spopolando… dovresti essere orgoglioso di questi ragazzi coreani che stanno portando il kpop nel mondo… Infatti Jenny viene anche qui per assistere al concerto di questi Exo… se non sbaglio sarà all’inizio del mese prossimo...” le parole di Lucas sconvolsero Bryan ancora di più. Aveva sentito bene? Gli Exo? Ebbene si, quelle erano proprio le parole che mai avrebbe voluto sentire, il suo vecchio gruppo stava per venire a Los Angeles per un concerto.
 
 
 
 
 
   
 
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