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Autore: MissW_95    09/01/2021    0 recensioni
Crediamo di poter controllare tutto, quando in realtà non siamo padroni di nulla. Questo avrei dovuto capirlo leggendo, ascoltando e studiando la storia della mia famiglia. Siamo fatti per essere travolti dagli eventi, per inginocchiarci di fronte ai cambiamenti e per obbedire alle regole del fato. Io, dopo innumerevoli tentativi di resistenza, avevo deciso di farmi trasportare dall'ordine delle cose, senza avere la benché minima idea di cosa mi aspettasse. Mi chiamo Rose Weasley e questa è la storia di come sono passata dall'essere la primogenita di due eroi di guerra, alla strega più idiota di tutti i tempi.
*Premetto che è la mia prima FF qui su EFP. Ho tantissime idee da buttare giù nei prossimi capitoli, in cui ci sarà un'evoluzione della storia e dei singoli personaggi. In ogni caso sono aperta a consigli e suggerimenti.
Spero vi piaccia leggerla, tanto quanto sta appassionando me scriverla.
Baci MissW_95 ❤️
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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3. This Is Halloween 

 

 

I primi due mesi a Hogwarts erano passati così velocemente che, quando entrando in Sala Grande vidi le grandi zucche galleggiare per aria sopra le quattro tavolate, quasi mi sorpresi. 

 

Tantissimi pipistrelli si staccarono in volo dalle pareti e dal soffitto, mentre altri sorvolarono i tavoli, facendo tremolare le fiammelle dentro le zucche. 

 

Mi sedetti al tavolo dei Grifondoro, pronta a iniziare quello che per me era uno dei giorni più belli dell’anno. Mia cugina Lily, con aria ancora assonnata, giocherellava con il suo porridge al cioccolato. 

 

‘’Buongiorno Lily’’ dissi allegramente. Mia cugina si accorse solo allora della mia presenza e mi regalò uno dei suoi dolcissimi sorrisi, circondati da infinite lentiggini.

 

‘’Buongiorno Rosie, come mai così di buon umore?’’

 

‘’Scherzi? È Halloween!’’ Esultai come fosse la cosa più ovvia del mondo. ‘’Stasera la tavola si riempirà di dolci e caramelle. E io amo le caramelle.’’

 

I Babbani avevano uno strano modo di festeggiare Halloween. Avevo avuto modo di scoprirlo quando un anno mamma decise di portarci a casa dei nonni. Costrinsero me e Hugo a travestirci da fantasma. E ricordo che l’idea che quest’ultimo potesse assomigliare ad un lenzuolo con due buchi al posto degli occhi mi aveva lasciata perplessa. Tuttavia, il bottino di caramelle che ne guadagnai, andando a bussare alle porte di tutto il vicinato, non era stato affatto male. 

 

Da quando ero a Hogwarts, invece, mi lasciavo sempre incantare dal modo in cui l’intero castello veniva allestito per l’occasione. Hagrid si occupava di raccogliere queste giganti zucche gialle e arancioni e al loro interno veniva acceso un fuoco scoppiettante. Appesi ai cornicioni delle scale, i pipistrelli dormivano a testa in giù e in tutti i corridoi venivano disposti grandi bauli con all’interno caramelle e leccornie di tutti i tipi.

 

Bevvi il mio succo di zucca e addentai un biscotto ricoperto di miele. 

 

Qualche minuto dopo arrivò Alice trafelata. ‘’Sono così entusiasta! Non vedo l’ora di fare lezione con papà! Ho letto il programma di quest’anno ed è strepitoso! E poi saremo con i Tassorosso. Nessuna serpe tra i piedi a darci fastidio.’’ Strillò.

 

Gettai istintivamente un’occhiata al tavolo dei Serpeverde. Malfoy era seduto con la testa china sulla sua copia della Gazzetta del Profeta. Una ragazza sedutagli accanto non la smetteva di parlare, ma lui non dava segno di starla minimamente a sentire. 

 

Subito dopo, spostai lo sguardo al tavolo dei Tassorosso, percorrendo l’intera tavolata. Mi fermai quando notai che un ragazzo dai capelli color cioccolato e dagli occhi a mandorla mi stava fissando. Letteralmente. 

 

Scossi la testa per accertarmi di non essermelo solo immaginato. Era proprio così, mi fissava e nemmeno quando si accorse di essere stato beccato, diede segno di voler distogliere lo sguardo.

 

Tirai una gomitata ad Alice sotto il tavolo.

 

‘’Ahia! Rose ma che…’’ fece irritata. 

 

‘’Ssshhh! Sta zitta. Senza che tu te ne faccia accorgere. Un tizio al tavolo dei Tassorosso non smette di fissarmi.’’

 

Neanche a dirlo, Alice alzò di scatto la testa e urlò: ‘’Chi?’’

 

Mi portai una mano sulla faccia. 

 

‘’Perfetto.’’

 

 

***

 

 

Entrate nella serra di Erbologia, trovammo Neville intento a trafficare con i suoi soliti aggeggi.

Indossava, come sempre, una camicia a quadri con maniche rigorosamente arrotolate e dei jeans logori. La barba era incolta e gli occhiali protettivi decisamente usurati. 

 

Sulla sua scrivania c’erano tantissimi oggetti diversi. Coltelli, cesoie, siringhe, rastrelli e sopra una pila di libri era sempre poggiata una bizzarra pallina di vetro, con dentro del fumo che di tanto in tanto si colorava di rosso. Quando succedeva Neville imprecava.

 

Solo al secondo anno Alice mi svelò di cosa si trattasse: quella era una Ricordella.

 

Non appena l’aula fu al completo Neville ci rivolse un gran sorriso. ‘’Ciao ragazzi!’’ 

 

‘’Buongiorno Professor Paciock.’’ Disse tutta la classe all’unisono. 

 

‘’La scorsa lezione abbiamo parlato dei Parassiti. Oggi invece passeremo ai funghi.’’

 

Neville era un tipo simpatico. Un po’ goffo. Ma quando si trattava di piante e radici magiche era davvero il numero uno. Le sue lezioni erano piacevoli e, anche se spesso mi ritrovavo sporca di terra e a trafficare con piante di natura sconosciuta, mi divertivo sempre molto. 

 

Prendemmo il manuale alla pagina indicata da Neville e lui cominciò con la sua spiegazione. 

Con la coda dell’occhio vidi Alice scrivere come una matta. La serra era per lei quello che per me era la Biblioteca: un locus amoenus. 

 

Ogni volta che suo padre rivolgeva una domanda alla classe, la sua mano sfrecciava subito in alto, come se si fosse scottata. 

 

Presi anch’io la penna d’oca dalla cartella per buttare giù qualche appunto. Solo dopo un po’ mi accorsi che il tipo di Tassorosso, che non aveva smesso di fissarmi un attimo durante la colazione, mi stava ancora lanciando sguardi fugaci dal suo banco. 

 

Anche questa volta tirai una leggera gomitata al fianco di Alice, che sobbalzò.

 

‘’Per la miseria, vuoi smetterla Rose?’’ Domandò infastidita. Guai a interrompere le lezioni di Erbologia. 

 

‘’Alice, quel tipo continua a fissarmi. È imbarazzante.’’ Bisbigliai. 

 

‘’Beh? Magari si è preso una cotta, no? Perché non glielo chiedi quando la lezione sarà finita?’’

Non mi diede nemmeno il tempo di risponderle, che la sua mano era nuovamente sfrecciata in alto.

 

Gettai gli occhi al cielo. Era davvero così che apparivo quando seguivo le lezioni? 

 

In ogni caso lasciai perdere, avrei chiesto al tizio misterioso cosa miseriaccia avesse da guardare dopo la lezione. Chissà, magari voleva solo un autografo di mamma. Non ne sarei di certo rimasta sorpresa. 

 

 

***

 

 

In realtà, quando la lezione terminò, mi ero completamente tolta dalla testa il ragazzo di Tassorosso. Avevo incontrato mio cugino Albus per i corridoi, ci soffermammo a chiacchierare del più e del meno, fino a quando mi disse di dover passare ad un allenamento di Quidditch di Malfoy. 

 

A proposito di Malfoy, dopo quella strana sera in Infermeria, ci evitavamo il più possibile e stavamo alla larga l’uno dall’altro. Non ci eravamo più rivolti la parola, se non per motivi prettamente scolastici, quando per l’appunto eravamo costretti a lavorare insieme per via dei nuovi bizzarri accoppiamenti pensati dai professori.

 

Dopo la chiacchierata con Albus, mi diressi in Sala Comune per darmi una ripulita. Avevo intenzione di passare da Hagrid. Il guardiacaccia di Hogwarts aveva sempre avuto un debole per me e per Albus. Eravamo le uniche fonti attendibili per avere notizie sui nostri genitori, dato che, come non perdeva mai l’occasione di ricordare: ‘’Sono troppo impegnati ormai quelli lì, i vostri genitori, per venire a trovare un vecchio amico come me.’’ 

 

Indossai una divisa pulita e raccolsi i capelli. Prima di uscire dal dormitorio mi fermai un attimo di fronte lo specchio. Passai le mani sulla camicia come a volerla stirare e cercai invano di sistemare i ciuffi ribelli dietro le orecchie. 

 

Non ero particolarmente bella. Ero alta, almeno rispetto alle altre ragazze della mia età. La mia figura era abbastanza esile, considerando la quantità di cibo che riuscivo a ingurgitare. La mia pelle diafana, cosparsa di lentiggini. I capelli erano di un rosso acceso, io lo chiamavo rosso Weasley. Le labbra piccole, ma non sottili. Mamma diceva assomigliassero proprio ad un bocciolo di rosa. Gli occhi erano di un azzurro pallido, chiaro, spesso tendente al verde. Un po’ come l’acqua del mare, che cambia colore in base alla diffusione della luce.

 

D’un tratto mi saltò alla mente l’immagine dell’anello di Malfoy. Per qualche oscura ragione, sentì un brivido percorrermi la schiena. Scossi la testa come a volermene liberare. Il momento di contemplazione allo specchio poteva dichiararsi concluso.

 

 

***

 

 

 

Il corridoio era quasi deserto, il che era piuttosto strano dato che Halloween era sempre stato un giorno di gran movimento a Hogwarts. Al mio passaggio alcuni ospiti dei quadri mi salutarono cordialmente, altri mi guardarono incuriositi. 

 

Dopo anni avevo imparato a riconoscerne la maggior parte. Quello che preferivo in assoluto stava nell’ufficio della McGranitt. Era il ritratto del vecchio preside di Hogwarts, Albus Silente. Avevo sentito e letto storie incredibili sul suo conto e Merlino solo sa cosa avrei dato per poterlo incontrare una sola volta. 

 

L’unico rumore che si avvertiva dunque, oltre quello dei miei passi, era il chiacchiericcio diffuso dei personaggi dei quadri, che viaggiavano avanti e indietro. Per questo non fu difficile udire un altro passo unirsi al mio. Mi voltai d’istinto per vedere di chi si trattasse e rimasi sorpresa nel non scorgere assolutamente nessuno. 

 

Pensai di essermelo immaginato e continuai per la mia strada. 

Ma non appena mi rigirai, eccolo di nuovo. Portai la mano alla tasca sinistra, lì dove tenevo la bacchetta, aspettai qualche secondo e voltandomi la puntai contro chi si trovava alle mie spalle. 

 

Fui sinceramente sorpresa nel ritrovarmi davanti a due occhi a mandorla che mi fissavano impauriti.

 

‘’Che cosa vuoi? Chi sei? Perché mi stai seguendo?’’ Feci minacciosa, agitando leggermente la bacchetta. 

 

Il ragazzo di Tassorosso, che quella mattina non aveva fatto altro che seguirmi con lo sguardo, se ne stava lì, visibilmente a disagio, con gli occhi che scattavano dalla bacchetta al mio viso. 

 

‘’I-io… non è che potresti abbassarla?’’ chiese con non poca difficoltà. 

 

Lo guardai ancora un po’ diffidente e la rimisi in tasca.

 

‘’Allora? Si può sapere chi sei e perché non fai altro che fissarmi da stamattina?’’

 

Si grattò la testa imbarazzato e a me parve di vedere un cucciolo di Ippogrifo indifeso. 

 

‘’Scusa. Sono Brian. Brian Preece. E io… ti stavo seguendo.’’ Disse abbassando la testa.

 

‘’Sì, Capitan Ovvio. Me n’ero accorta. Posso sapere il motivo o hai intenzione di farmi perdere qui l’intera giornata?’’ Non so proprio da dove provenisse tutta quella acidità, ma non mi andava per niente a genio che qualcuno mi pedinasse, chissà poi per quale motivo.

 

Se possibile, Brian sembrò ancora più turbato.

 

‘’Scusa.’’ Disse di nuovo. ‘’Volevo parlarti. Senza che nessun altro sentisse.’’  Tornò a grattarsi la nuca.

 

‘’E cosa devi dirmi di tanto segreto?’’

 

Quindi continuò: ’’Io so chi sei, sin dal primo anno in questa scuola.’’

 

In un attimo mi fu chiaro. Gettai gli occhi al cielo e sbuffai. ‘’Senti se vuoi un autografo di mia madre stai solo perdendo tempo ok? Non la vedo da una vita e…’’ 

 

Mi guardò come fossi pazza e probabilmente fu per questo che non completai la frase.

 

‘’C-cosa? No, no no no. Nessun autografo.’’ Accennò un timido sorriso. ‘’Sei Rose Weasley, la strega più brillante del nostro anno. Tu, tu hai un talento da paura. Sei determinata, tenace, testarda. E quando all’inizio dell’anno ti ho vista sul treno, ho giurato a me stesso che sarei venuto a parlarti. E poi cavoli, tu… tu sei davvero bellissima. Insomma, so che mi prenderai per matto, ma ogni volta che ti guardo il mio cervello va letteralmente in tilt, come se qualcuno mi lanciasse un Incantesimo Confundus.’’

 

A quanto pareva il mio interlocutore aveva preso coraggio e sembrava non voler minimamente chiudere il becco. Il mio cervello cercò di assimilare tutte le informazioni per elaborarle in breve tempo.

 

‘’Ok. Aspetta un secondo.’’ Mi aveva appena confessato una cotta platonica o avevo bevuto senza accorgermene Whiskey Incendiario a colazione quella mattina?

 

‘’So che è assurdo e penserai che sono un idiota senza speranza. Ma Rose, ecco.. ti andrebbe di uscire con me?’’

 

 

***

 

 

Avevo davvero accettato di uscire con un perfetto sconosciuto?

 

Io, Rose Weasley, avevo un appuntamento. Mentre riprendevo il cammino verso la Capanna di Hagrid i pensieri cominciarono ad affollarsi dentro la mia testa. 

 

Non ero una tipa da ‘appuntamento’. A dirla tutta, non ero proprio una tipa da ‘ragazzi’. 

Solo al terzo anno mi presi una stupida cotta per un giocatore di Quidditch di Corvonero. Ma passò nel momento stesso in cui mi resi conto che il suo tipo di ragazza era più come Victoire che come me. E Victoire, mia cugina, figlia di zio Bill e zia Fleur, era la ragazza più bella che avessi mai visto. 

 

In ogni caso, cosa diavolo mi era passato per la testa? Accettare di uscire con un ragazzo. E poi chi ne aveva il tempo? Io non di certo. Avevo un sacco di compiti da fare e materie da ripassare in vista dei G.U.F.O. Anche se era solo ottobre, mamma diceva sempre: ‘’Gli esami non sono mai troppo lontani!’’ E di questa frase ne avevo fatto un vero e proprio mantra. 

 

Senza rendermene conto, mi trovai di fronte la grande porta della dimora di Hagrid. 

 

Mi accolse, con il più radioso dei sorrisi e mi avvolse in un abbraccio. Mise subito il bollitore sul fuoco e si sedette sulla poltrona, pronto ad ascoltare tutto ciò che avevo da raccontargli.

 

Così come avevo fatto con Alice sul treno, raccontai del viaggio in Romania da zio Charlie e dei draghi (Hagrid aveva un’inspiegabile passione per i draghi), degli ultimi avvenimenti al Ministero e di come papà avesse iniziato a lavorare con zio George. ‘’Tuo zio George deve esserne proprio contento, non è così?’’ Aveva detto Hagrid, non appena apprese la notizia. 

Infine, gli parlai delle lezioni e della mia ansia da esami. 

 

‘’Oh beh! La professoressa McGranitt è davvero una furbacchiona. Ha trovato il giusto modo per tenere tutto segreto…’’ si interruppe improvvisamente.

 

Mentre raccontavo i fatti miei, stavo distrattamente accarezzando Thor, ma Hagrid ottenne in un solo secondo la mia totale attenzione. “Segreto? Quale segreto, Hagrid?’’

 

‘’Non dovevo dirlo. Non dovevo dirlo.’’ Bofonchiò. 

 

‘’Suvvia Hagrid, cosa sai che io non so?’’ Insistetti. 

 

‘’Dovresti farti gli affari tuoi Rosie. Questo è un affare segretissimo, che riguarda le scuole di magia e streg…per Diana, devo tenere la bocca chiusa io!’’ Hagrid si alzò dalla poltrona.

 

‘’Scuole? Quali scuole?’’ La curiosità mi stava divorando viva.

 

‘’Proprio uguale alla tua mamma tu, eh? Adorabile ficcanaso!’’ Disse accarezzandomi la testa con la sua grossa manona. ‘’Non posso dirti nulla di più Rosie, ma tranquilla, lo scoprirai presto.’’

 

La sua figura sembrava occupare l’intero spazio. Poi concluse: 

’’Grandi cose stanno per accadere a Hogwarts.’’

 

 

 

***

 

 

‘’Ha davvero detto così?’’ Mi chiese Alice.

Dopo essere rientrata al castello avevo riferito alla mia migliore amica la conversazione recentemente avuta con Hagrid.

 

‘’Sì e giuro su Merlino che scoprirò di che si tratta.’’ Feci convinta. Di qualunque cosa si trattasse, Hagrid non era mai stato bravo a mantenere i segreti. 

 

Stavo già cercando di buttare giù qualche ipotesi plausibile, quando Brian, che aveva appena superato l’ingresso della Sala Grande, si diresse dritto verso di me. 

Mi guardai un attimo intorno, se avessi potuto aprire un varco sotto di me e scomparire, l’avrei fatto.

 

‘’Ehi.’’ Disse rivolgendomi un bel sorriso. Mi sentii arrossire sulle orecchie. 

 

‘’Ciao.’’ Risposi secca. 

 

Lui rimase un attimo a dondolarsi su due piedi e dopo un istante, che mi sembrò un’eternità, riprese a camminare verso il suo tavolo, raggiungendo altri Tassorosso. Tornai a voltarmi verso Alice che mi fissava con entrambe le sopracciglia alzate. 

 

‘’Beh?’’ 

 

‘’Brian Preece, Tassorosso. Pare sia ‘’innamorato’’ di me dal primo anno e sabato uscirò con lui.’’ Spiegai, pragmatica. 

 

‘’Che cosa!?’’ Alice aprì a dismisura i suoi grandi occhioni azzurri.

 

‘’Non farmelo ripetere, Alice. Fa strano anche a me.’’ Le risposi scocciata. 

 

Prima che potesse commentare, e ne aveva una voglia matta, la McGranitt si alzò dalla sua sedia e annunciò l’inizio del banchetto di Halloween.

 

Dimenticai improvvisamente tutto il resto e non appena il tavolo si riempì, il cuore esplose di gioia. I miei occhi brillavano come quando presi in mano per la prima volta la mia bacchetta.

 

Mi riempii il piatto di qualunque pietanza mi capitasse sotto tiro, facendo attenzione a non tralasciare nulla. 

 

Qualche posto più in là vidi mio fratello Hugo fare esattamente la stessa cosa. Ci scambiammo uno sguardo di intesa. Come me, anche lui andava matto per Halloween. O meglio per il cibo. 

 

‘’Non pensare di cavartela così, sai?’’ Riprese Alice. ‘’Esci con un ragazzo che nemmeno conosci? Sei impazzita? E se fosse un maniaco? Sulla Gazzetta del Profeta si leggono sempre storie terribili, Rose.’’ Disse con aria preoccupata, mentre si riempiva il piatto di patate. 

 

‘’Beh, il motivo per cui non ti ho detto nulla, Alice, è proprio questo. Non c’è da preoccuparsi. Sembra innocuo.’’ Dissi con la bocca piena di polpettone. 

 

Alice non parve affatto convinta. ‘’Beh, dal modo in cui continua a fissarti, non direi proprio.’’ 

 

Alzai gli occhi dal mio piatto ed effettivamente Brian se ne stava lì a fissarmi. 

Solo che rispetto alla prima volta in cui lo beccai, si era fatto più serio. 

 

A osservarlo bene non era poi così male. 

Insomma, gli occhi a mandorla avevano il loro fascino e il modo che aveva di guardare li rendevano profondi e intensi. Mandai giù il boccone e continuai a fissarlo cercando di cogliere ulteriori dettagli. Aveva grandi labbra piene e una corporatura non troppo esile, ma nemmeno robusta. Istintivamente gli sorrisi e tornai al mio piatto. 

 

Alice mi guardava allibita. 

‘’Tu ti sei letteralmente bevuta il cervello, Rose Weasley.’’

 

 

***

 

 

Quando la McGranitt mi chiese di andare nell’ufficio di Lumacorno, per prendere alcuni ingredienti per la lezione di Trasfigurazione, non potevo di certo immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco.

 

Stavo per scendere nei sotterranei, quando una voce stridula e acuta giunse alle mie orecchie.

 

 

‘’UN DISSENNATORE. AL TERZO PIANO. UN DISSENNATORE.’’ Una ragazzina si era letteralmente buttata ai miei piedi, iniziando a singhiozzare come una matta.

 

Cercai subito di tirarla su. E dopo averla convinta dell’impossibilità della cosa, con non poca fatica riuscii ad accompagnarla nella sua Sala Comune.

Era alquanto difficile che un Dissennatore si aggirasse per i corridoi di Hogwarts, ma corsi comunque subito in classe per informare la professoressa McGranitt.

 

Appena rientrai, trafelata per aver corso, la professoressa mi rivolse uno sguardo interrogativo al di sopra dei suoi occhiali. ‘’Signorina Weasley? Vorrebbe gentilmente spiegarmi cosa ha fatto tutto questo tempo fuori dall’aula?’’

 

‘’Mi scusi professoressa. Ho incontrato una ragazza del primo anno nei corridoi. Urlava dicendo di aver visto un Dissennatore, Non smetteva di piangere e dopo averla accompagnata in dormitorio sono corsa subito qui per informarla.’’ dissi tutto d’un fiato.

 

La McGranitt non parve minimamente scossa o sorpresa.

 

‘’Sarà sicuramente un Molliccio. Il professor Potter lo ha liberato questa mattina per fare lezione agli studenti del terzo anno. Sarà sgattaiolato fuori. Tipico dei Mollicci.’’

Disse quasi annoiata.

 

‘’Signor Malfoy, sarebbe così gentile da accompagnare la Signorina Weasley alla ricerca di questo birbante? Sono certa che ricorderete come liberarvene.’’ E prima che qualcuno potesse obiettare tornò alla sua lezione, come se nulla fosse. 

 

Alice mi guardava preoccupata. Albus invece riusciva a stento a trattenere le risate. Vidi Malfoy stringere i pugni sul banco e alzarsi evidentemente scocciato, per nulla felice di perdersi la lezione di Trasfigurazione. 

 

Venne verso di me e mi oltrepassò senza degnarmi di un minimo sguardo. Richiusi la porta alle spalle e mi affrettai a raggiungerlo.

 

‘’Spero che non sia una delle tue trovate geniali, Weasley.’’

 

‘’Ma che ti viene in mente stupido idiota? Credi che io sia contenta di dover saltare la lezione? E poi come potevo sapere che…’’

 

‘’Chiudi il becco e fa silenzio. Il Molliccio deve pensare che ci sia una sola persona da terrorizzare o non verrà mai fuori. Sentendo timori diversi il mutaforma non sa decidere quale aspetto assumere.’’ Disse come se stesse leggendo la definizione da un manuale.

 

Per quanto ne fossi scocciata, Malfoy aveva ragione. Tenni la bocca chiusa e continuai a camminare. Non importava quanto fossi alta, ogni passo di Malfoy corrispondeva a tre dei miei e ciò mi costringeva ad accelerare ogni volta. 

 

Teneva lo sguardo fisso davanti a sé, la bacchetta in mano e il muso serrato. L’orecchio teso, pronto a percepire qualunque rumore sospetto.

 

Continuammo a camminare invano, avanti e indietro per il corridoio del terzo piano, finché non ce la feci più: ‘’Accidenti, qui non c’è proprio nulla, si sarà sicuramente nascosto da un’altra par…’’

 

‘’Sta zitta! Diamine Weasley, non costringermi a tapparti la bocca.’’ Dubitavo esistesse un essere più fastidioso di Malfoy. 

 

‘’Oh sono proprio curiosa di sapere come hai intenzione di fare. Se non ricordo male il tuo Incantesimo Tacitante è da rivedere.’’

 

Quando al terzo anno Vitious aveva spiegato come zittire l’avversario durante un combattimento, Malfoy aveva agitato la bacchetta in maniera errata, finendo per colpire se stesso. Non potè pronunciare una sola parola, fino a quando Vitious non si premurò di restituirgli la voce.

 

‘’Ci sono mille modi per zittire una persona, Weasley, che non prevedono l’uso della bacchetta.’’

 

Decisi di non ribattere. 

 

‘’Visto?’’ Chiese girandosi verso di me, con un ghigno in faccia e un sopracciglio inarcato.

 

Stavo per rispondergli che preferivo stare zitta piuttosto che abbassarmi al suo livello, quando lo vidi improvvisamente serrarsi sul posto.

 

Una figura slanciata, dai lunghi capelli biondi, con un lungo mantello sbucò fuori da dietro un pilastro. Malfoy si pietrificò sul posto. Un velo di terrore gli scese davanti agli occhi. 

 

Feci per dire qualcosa, quando lui sussurrò con un filo di voce: ‘’Nonno.’’ 

 

Tornai a guardare l’uomo davanti a noi. Gli occhi erano grigi come il cielo prima di un temporale. Proprio come quelli di Malfoy, ma decisamente più piccoli, ridotti a due fessure. Il primo aggettivo che mi venne in mente per descriverli fu: cattivi.

 

Avevo solo sentito parlare di Lucius Malfoy. Adesso averlo davanti faceva uno strano effetto. Faceva quasi paura. 

 

‘’Hyperon. Perché vai in giro con questa feccia? Non ti ho insegnato nulla?’’ Disse l’uomo tetro, avvicinandosi lentamente, strisciando avvolto nel suo nero e lungo mantello. 

In mano teneva un bastone e alle dita portava anelli identici a quelli del nipote.

 

‘’Non ti avvicinare.’’ A Malfoy si spezzò la voce. Per quanto stentassi a crederci, il suo viso pallido si tinse di rosa sulle guance e i suoi occhi, tendenzialmente impassibili, erano pieni di rabbia e paura.

 

D’un tratto capii. Non c’era la minima ragione per cui un ex Mangiamorte dovesse trovarsi dentro le mura del castello. Mi parai davanti a Scorpius. Lucius Malfoy arretrò di colpo e in un solo secondo fu risucchiato in un confuso vortice, per poi trasformarsi nel ragno più grosso che avessi mai visto. 

 

Sobbalzai dallo spavento, ma mi ricomposi immediatamente. Agitai la bacchetta e urlai: ‘’Riddikulus!’’ Il Molliccio si trasformò in un grande gonfiabile di plastica. Lo feci levitare e lo spedii dritto all’interno della mia cartella. 

 

Aspettai qualche istante prima di voltarmi verso Malfoy. Teneva la testa bassa e i pugni serrati lungo i fianchi. Solo dopo un po’ si decise a guardarmi. Il rossore era scomparso dalle sue guance così come l’emozione dagli occhi. Aveva lo sguardo impenetrabile di sempre. 

 

‘’Fanne parola con qualcuno e sei morta.’’ 

 

Tentennai prima di chiedere: ’’Perché hai così paura di tuo nonno?’’

 

Hagrid aveva ragione, ero una grande ficcanaso. Ma per le prossime volte, avrei tenuto a mente di tenere la bocca chiusa.

 

Malfoy, preso da uno scatto d’ira, mi afferrò dal colletto della camicia e mi puntò la bacchetta al collo. Il cuore cominciò a battermi all'impazzata, come volesse uscire dal petto.

 

‘’Sta zitta.’’ Disse tra i denti, avvicinando pericolosamente il suo volto al mio e spingendomi verso il muro. Non riuscivo ad emettere un solo suono.

 

‘’Devi tenere quella bocca chiusa.’’ Sentivo il suo alito caldo sul viso. 


Avrei realmente voluto dire qualcosa, ma tutto ciò che riuscii a fare fu chiudere gli occhi.

 

‘’EHI!’’ Qualcuno urlò alle sue spalle. Malfoy mi lasciò subito andare e di riflesso mi portai le mani alla gola. Albus stava correndo verso di noi, o meglio verso Malfoy.

 

Successe tutto così in fretta che non ebbi il tempo di realizzare.

 

Albus aveva veramente lanciato uno schiantesimo al suo migliore amico?

Che tra parentesi era subito finito a terra. 

 

‘’SEI IMPAZZITO? COSA CREDEVI DI FARE?’’ Albus gli si avvicinò pericolosamente e per un attimo temetti volesse prenderlo a calci.

 

‘’Che cosa fai Potter? Stanne fuori!’’ Urlò Malfoy. 

 

‘’Stanne fuori? Stavi aggredendo mia cugina!’’ Al era davvero furioso.

 

‘’Tua cugina dovrebbe imparare a tenere quella bocca chiusa!’’

 

Albus puntò un dito contro Malfoy e a denti stretti disse: ‘’Prova a toccarla di nuovo e ti ammazzo, Scorpius.’’

 

Decisi che era l’ora di intromettermi: ’’Al, sta calmo.’’ Dissi avvicinandomi. ‘’È stato un malinteso, ok?’’ Gli poggiai una mano sulla spalla.

 

Malfoy era ancora seduto a terra e ci fissava con aria seccata. Albus parve poco convinto, ma decise di credermi e parve tranquillizzarsi.

 

‘’La McGranitt mi ha mandato a vedere che fine aveste fatto.’’ Lanciò un ultimo sguardo sprezzante a Malfoy e gli disse: ‘’Stammi alla larga.’'

 

 

***

 

 

Inutile dire che passai l’intera giornata a pensare agli avvenimenti di quella mattina. 

Non ne avevo fatto parola con nessuno, nemmeno con Alice. Per qualche motivo non me la sentivo proprio di andare contro la richiesta di Malfoy, che aveva tutta l’aria di essere una vera e propria minaccia. 

 

‘’Si può sapere che hai? Non hai toccato cibo.’’ Mi chiese Alice.

 

‘’Sono solo stanca.’’ mentii.

 

Naturalmente non se la bevve.  ‘’Sì, certo, come no! È per via del Molliccio, Rose?’’

 

Trasalii. ‘’NO.’’ Risposi troppo velocemente.

 

‘’Ha di nuovo preso la forma di un ragno, non è così? Anche al terzo anno ti fece lo stesso effetto. Ricordo che andasti a letto senza cena.’’

 

Bingo!

 

‘’Oh… sì, beh mi hai beccata.’’ Mentii di nuovo e mi sentii terribilmente in colpa. 

Non ero solita dire bugie, soprattutto ad Alice.

 

Rivolsi inconsciamente uno sguardo al tavolo dei Serpeverde. Albus si era seduto lontano da Malfoy, che stava torturando il cibo nel suo piatto. Chissà per quale oscuro motivo, mi sentii in pena per lui.

 

E così, la più grande paura del principe delle tenebre era il nonno? E perché? Qualunque cosa fosse successa, doveva essere qualcosa di davvero terribile. Ancora una volta il moto di curiosità mi salii al cervello. Dovevo saperne di più. 

 

Improvvisamente alzò gli occhi dal suo piatto e mi sorprese a fissarlo. 

Per una strana ragione non distolsi lo sguardo, anzi, strinsi gli occhi come per cercare di scovare qualcosa, qualunque cosa. Lui si passò la lingua sulle labbra e come me, non sembrava avesse la minima intenzione di abbassare lo sguardo. 

 

Ero talmente concentrata che, quando qualcuno decise che era l’ora di interrompere questo contatto visivo mettendomi due mani davanti agli occhi, quasi caddi all’indietro. 

Immaginai subito chi ci fosse alle mie spalle. Avrei scommesso 10 galeoni che si trattasse di Brian. 

 

Il mio primo pensiero andò inspiegabilmente a Malfoy, che di certo aveva visto tutta la scena.

Il secondo andò proprio a Brian, che dopo aver tolto le mani dal mio viso, si sedette accanto a me. 

 

Ero in totale imbarazzo. Di soppiatto, gettai un’ultima occhiata al tavolo dei Serpeverde, giusto in tempo per vedere Malfoy infilarsi in bocca la forchetta, mentre con la sua solita aria imperturbabile, continuava a fissarmi. 

 

Brian si affacciò per attirare la mia attenzione e mi sorrise sornione. ‘’Sei pronta?’’

 

‘’Per cosa?’’

 

‘’Oggi è sabato!’’

 

Miseriaccia!

   
 
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