Serie TV > Vikings
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    09/01/2021    10 recensioni
Siamo giunti alla dodicesima della mia serie di ff ispirate alla quinta stagione di Vikings e con la mia OTP fantasiosa Hvitserk/Aethelred. In questa storia, finalmente, i vichinghi e Aethelred partono per riconquistare Kattegat e proprio per questo la ff sarà divisa in tre parti: Bjorn, Hvitserk e gli altri dovranno affrontare una dura battaglia per sconfiggere Ivar e... accadrà anche qualcosa che potrebbe rompere l'armonia tra Hvitserk e Aethelred. Spero di avervi messo curiosità e ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno e anche i lettori silenziosi.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori e produttori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Hvitserk, Ivar, Lagertha
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Seconda parte

 

We are the Eden's curse
For better and for worse
For you left for your ghost
And I am the reaper of souls

The pyres burning bright
Flames reaching for the sky
Now you are gone but
I'll write the eulogy for you

Cold is stream
Colder my blood and
Cold is the night colder your heart…

 (“The Ghost and the Reaper” – The Dark Element)

 

Davanti allo sguardo sgomento di Bjorn, Ubbe, Lagertha e tutti gli altri si presentò uno spettacolo atroce, al quale forse non erano preparati, nonostante conoscessero bene la perversione di Ivar e la sua completa insensibilità nei confronti del prossimo. Non che i vichinghi, generalmente, fossero dei santi, certo, ma una cosa del genere superava anche le razzie e i massacri compiuti da loro.

Non era ancora l’aurora, ma la scena era chiarissima per via delle torce infuocate che i soldati di Ivar tenevano in mano. Le guardie avevano fatto uscire dalla cittadina intere famiglie di Kattegat, anziani, donne, ragazzine, bambini, e li conducevano verso una radura poco distante, spintonandoli e prendendoli a calci e pugni se solo osavano fermarsi. Quando qualcuno di loro cadeva a terra, un soldato immediatamente dava fuoco al poveretto e lo lasciava bruciare vivo senza batter ciglio. Le persone si stringevano le une alle altre, urlavano, piangevano, imploravano pietà, ma le guardie di Ivar non si lasciavano commuovere.

“Ma che sta facendo quel disgraziato?” esclamò Ubbe. Nonostante le sue ferite, avrebbe voluto slanciarsi giù dal pendio, colpire i soldati, insomma, qualsiasi cosa piuttosto che stare lì ad assistere a quello spettacolo tremendo.

“Quella è la sua gente, sono i suoi sudditi… come può fare una cosa del genere? Non è solo pazzo, quell’Ivar è un mostro” mormorò Aethelred, impietrito.

Accanto a lui, invece, Hvitserk era fin troppo agitato.

“Sono suoi sudditi, ma in realtà sono suoi prigionieri! Molti fra la gente di Kattegat non accettano Ivar come sovrano e tanto meno come dio, ci sono stati dei tentativi di rovesciarlo e… quella è Thora, con la sua famiglia, i suoi fratellini, i suoi genitori, e quegli altri ragazzi avevano parlato con Thora e me quando ancora cercavamo di cospirare contro Ivar dall’interno! Non possiamo lasciarli morire, dobbiamo andare subito…” gridò il giovane vichingo, fuori di sé come Aethelred non lo aveva mai visto.

Fu la voce di Ivar a interromperlo. Era sui bastioni e si rivolgeva ai fratelli con scherno, ridendo.

“Ebbene, cosa farete adesso?” esclamò. “Bjorn, manderai il tuo intero esercito ad attaccare Kattegat lasciando morire i tuoi stessi concittadini? E tu, Hvitserk, guarderai la tua amante Thora bruciare viva insieme alla sua famiglia? O magari sceglierete di salvare la gente, ma allora dovrete dividere la vostra armata e i miei soldati schiacceranno i vostri eserciti… Cosa scegliete, miei cari fratelli?”

“Non possiamo lasciar morire tutte quelle persone” disse Torvi.

“Ma non possiamo nemmeno dividere gli eserciti” commentò Lagertha, fissando Ivar con odio.

“Voi state pure qui a discutere, ma io vado a salvare Thora e la sua famiglia!” esclamò Hvitserk.

Aethelred non disse e non fece niente, tanto era rimasto orripilato dalla fredda malvagità di Ivar e straziato dalla notizia che, a quanto pareva, Hvitserk aveva qualcuno di molto caro a Kattegat, qualcuno di cui non gli aveva mai parlato, qualcuno per cui era disposto a morire, qualcuno… che non era lui.

Per fortuna ci pensarono Ubbe, Torvi e Lagertha a fermare Hvitserk che, altrimenti, si sarebbe slanciato da solo contro decine di guardie armate, finendo ucciso prima ancora di potersi avvicinare a Thora.

“Allora, cosa facciamo, Bjorn, attacchiamo Kattegat?” domandò Re Harald. “Forse, se l’intera armata si scatenerà contro la cittadina, Ivar sarà costretto a richiamare anche i soldati che stanno portando la gente al massacro.”

“Sì, credo che questa sia la soluzione giusta” concordò Bjorn. “Avete già preparato l’ariete per sfondare il portone? I soldati sono pronti?”

“Sei impazzito anche tu, Bjorn? Non lascerai davvero morire tutta quella gente?” reagì Hvitserk, infuriato. “Dobbiamo andare a salvare i cittadini di Kattegat!”

“Tu vuoi salvare Thora, Hvitserk, e le tue questioni personali non mi impediranno di fare quello che devo” lo rimbeccò Bjorn senza tanti complimenti. “Se vuoi correre in soccorso della tua bella fai pure, nessuno ti fermerà se hai deciso di morire, ma io non dividerò gli eserciti.”

“Sei diventato così insensibile, dunque? Allora che differenza c’è tra te e Ivar? Perché mai dovremmo mettere te sul trono di Kattegat, se sei come lui?” lo sfidò Hvitserk. Ivar lo conosceva bene e lo aveva colpito proprio nel suo punto debole, adesso i due fratelli erano di nuovo divisi.

“Se divideremo gli eserciti faremo proprio quello che vuole Ivar, lo capisci oppure sei troppo coinvolto?” gli urlò contro Bjorn. “Perché, in questo caso, non ci servi a niente! Cambia pure schieramento un’altra volta, tanto ormai ci sei abituato, no?”

Aethelred era rimasto immobile come una scultura di ghiaccio, travolto da mille sentimenti contrastanti, ma in quel momento si riscosse e si mise in mezzo ai due fratelli, con uno sguardo duro e severo e parlando loro con il tono autorevole di un vero Re.

“State già facendo quello che vuole Ivar e non ve ne rendete nemmeno conto” li rimproverò. “Lui non vuole tanto dividere i vostri eserciti, quanto spezzare le vostre alleanze, e ci sta riuscendo in pieno.”

“E tu cosa proporresti di fare, cristiano? Anche tu vuoi salvare gli innocenti, tra cui anche l’amante del tuo… beh, ex-compagno, a questo punto, potrei dire?” lo schernì Bjorn, sprezzante.

“Invece tu cosa vuoi fare, Bjorn La Corazza? Vuoi lasciare che buona parte della popolazione di Kattegat venga uccisa in modo atroce solo per toglierti la soddisfazione di sconfiggere Ivar? E poi cosa farai, regnerai su un cumulo di morti?” replicò a tono Aethelred. Era lacerato dentro, si sentiva come se le fiamme che minacciavano la gente di Kattegat fossero state accese anche dentro di lui e lo consumassero dall’interno, ma in quel momento era l’unico che sapesse quello che andava veramente fatto, senza lasciarsi distrarre da sentimenti personali.

“E quale sarebbe la tua proposta, allora?” chiese Bjorn, incuriosito. Quel Principe sassone aveva il coraggio di tenergli testa, di opporsi a lui proprio nella sua terra e nella sua città? La cosa lo faceva infuriare ma, al tempo stesso, non poteva fare a meno di ammirare l’audacia e la temerarietà del giovane.

“Io, Hvitserk e Torvi con una parte del contingente dei Sassoni ci occuperemo degli abitanti di Kattegat” rispose Aethelred, deciso. “Il resto dei soldati attaccherà come avevi progettato tu, Bjorn. Non appena avremo messo in salvo le persone, anche noi ci uniremo all’assalto.”

La soluzione sembrava più semplice e logica del previsto e Bjorn si stupì per non averci pensato prima… ma Bjorn era quel tipo che prima ti taglia la testa e poi ti chiede chi sei.

“E va bene, andate allora e sbrigatevi, avremo bisogno di tutte le nostre forze per superare quelle maledette fortificazioni! Harald, tu e il tuo esercito, insieme a quello che resta del contingente dei Sassoni, attaccherete da dietro, dove Ivar non si aspetta di essere assalito” ordinò. “Io con i miei uomini e i soldati Danesi sfonderemo il portone principale e invaderemo Kattegat!”

Gli eserciti erano pronti ai comandi di Bjorn. Il vichingo, prima di partire all’assalto con i suoi, si voltò verso Aethelred e questa volta il suo sguardo era ammirato.

“Hai avuto il fegato di sfidarmi davanti ai miei uomini e hai trovato una strategia giusta, ragazzo” gli disse. “Sei veramente degno di combattere al fianco dei figli di Ragnar Lothbrok.”

Aethelred annuì, senza altre parole, poi iniziò a scendere di corsa il pendio che lo avrebbe portato in soccorso degli innocenti cittadini di Kattegat. Hvitserk, Torvi e un gruppo di soldati sassoni lo seguirono, sfoderando le spade per attaccare le guardie di Ivar e liberare i prigionieri.

Ivar, sui bastioni, rimase parecchio male quando si vide assalire dall’esercito di Bjorn unito a quello dei Danesi!

Un gruppo di soldati, tra cui lo stesso Bjorn, spingeva un enorme ariete per abbattere il portone principale della fortificazione che proteggeva Kattegat, un portone molto solido e robusto che sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarsi penetrare.

“Il diversivo non ha funzionato” mormorò tra sé Ivar, livido di rabbia. “Dovevo aspettarmelo, Bjorn è gelido e senza cuore e non si sarebbe mai lasciato impietosire dalla morte di donne, bambini e anziani. Non importa, le nostre difese sono comunque più forti e resisteranno a qualsiasi offensiva. Arcieri, mirate agli uomini che spingono l’ariete! Bjorn, sei pronto a morire? Vergognati, finirai dritto in Hel per aver lasciato uccidere quegli innocenti…”

“Allora ci ritroveremo laggiù, visto che sei stato tu a ordinare la loro esecuzione” ribatté il vichingo, seccamente. “Muro di scudi! Ripariamoci e continuiamo a spingere, uno, due, tre, colpite! Ancora, colpite!”

Tuttavia il portone resisteva, nonostante gli sforzi di Bjorn e dei suoi. Anzi, la loro posizione era particolarmente svantaggiata, infatti gli arcieri di Ivar colpivano e uccidevano molti uomini tra le fila dei vichinghi. Alcuni soldati sistemarono delle scale per tentare di superare le fortificazioni, ma le frecce continuavano a colpire sistematicamente chiunque osasse cimentarsi nella scalata.

“Ora ci divertiremo ancora di più, sei contento, fratello?” lo provocò di nuovo Ivar. “Rovesciate la pece e lanciate le frecce infuocate!”

Altri guerrieri morirono in mezzo alle fiamme, mentre Bjorn e alcuni dei suoi continuavano strenuamente a colpire il portone con l’ariete, ma senza risultati.

“Ma… dove sono Ubbe e Hvitserk?” si domandò ad un certo punto Ivar, mentre contemplava soddisfatto la sua vittoria. Non riusciva a scorgerli tra coloro che erano morti sul campo e nemmeno tra gli uomini che, insieme a Bjorn, tentavano ancora e ancora di forzare il portone. “Non vedo nemmeno Harald e i suoi. Comandante, manda subito altri soldati a presidiare le porte posteriori, saranno di sicuro là!”

Nel frattempo, Aethelred, Hvitserk e Torvi, insieme ai soldati sassoni, erano riusciti a raggiungere le guardie di Ivar in tempo per salvare più persone possibili. Le guardie erano poche decine e per i guerrieri e la shieldmaiden non fu troppo impegnativo sbarazzarsi di loro e soccorrere gli infelici che Ivar aveva condannato senza pietà. Purtroppo, due uomini anziani, un ragazzino e una delle sorelle di Thora erano già morti quando Aethelred e gli altri giunsero nella radura, ma tutte le altre persone furono portate in salvo, scosse e sotto shock, ma vive.

“Torvi, prendi con te un gruppetto di uomini e scortate questa gente al nostro accampamento” disse Aethelred, guardandosi attorno e notando soddisfatto che tutte le guardie di Ivar erano state uccise. Poi si rivolse a Hvitserk che stava rincuorando Thora e la sua famiglia. La ragazza si stringeva al giovane vichingo piangendo disperatamente e i suoi genitori si abbracciavano e tenevano stretti i figlioletti sopravvissuti. “Tu cosa vuoi fare, Hvitserk? A quanto pare conosci molto bene questa famiglia, forse dovresti accompagnarla all’accampamento insieme a Torvi. Io e i miei uomini andremo a riunirci all’esercito di Re Harald per attaccare le porte posteriori della città.”

Ora che tutto era finito bene per gli abitanti di Kattegat, Hvitserk iniziava a rendersi conto di trovarsi in una posizione tutt’altro che facile. Thora non voleva risolversi a lasciarlo, traumatizzata da ciò che era accaduto e dalla perdita della sorella… però Aethelred lo aveva guardato con tanta malinconia, camuffata da sangue freddo e determinazione e lui si rendeva conto di aver sbagliato su tutta la linea a non parlargli mai della ragazza e della storia che aveva avuto con lei prima di fuggire da Kattegat.

Certo, non l’aveva fatto perché non la riteneva così importante. Thora gli era stata vicina quando Ivar aveva dato il peggio di sé e lo aveva umiliato e ferito, quando aveva fatto uccidere Margrethe, e aveva appoggiato la sua decisione di scappare. Erano stati insieme per un breve periodo e lui le voleva molto bene, le era legato e provava molta gratitudine per lei. Chissà, forse sarebbero stati ancora insieme se lui non avesse preso la decisione di andarsene da Kattegat… ma lui era scappato, poi aveva conosciuto Aethelred e il pensiero di Thora era svanito dalla sua mente.

Chiaramente, però, Aethelred vedeva le cose in un altro modo.

“Vengo anch’io a combattere, naturalmente, e voglio tagliare la gola a Ivar con le mie mani!” rispose, un lampo negli occhi. “Thora, non devi più temere niente, Torvi ti accompagnerà al nostro accampamento e sarete tutti al sicuro. E Ivar pagherà per ciò che ha fatto, te lo giuro!”

Il giuramento di Hvitserk parve avere effetto su Thora, che si staccò da lui e si avvicinò ai genitori e ai fratellini. La famiglia si strinse per cercare un po’ di calore e di conforto e poi, insieme agli altri cittadini di Kattegat, seguì Torvi e il gruppetto di Sassoni che li scortarono fino all’accampamento vichingo.

“Senti, Aethelred, io… credo che dovremo parlare di questa cosa e…” cominciò Hvitserk, ma uno sguardo imperioso del Principe gli soffocò le parole in gola.

“Non mi sembra proprio che questo sia il momento di mettersi a chiacchierare” replicò seccamente. “C’è una battaglia in corso e Bjorn, Harald e gli altri hanno bisogno del nostro aiuto.”

Tuttavia la presenza dei due guerrieri e del gruppo di soldati sassoni non mutò le sorti del combattimento. Kattegat era molto ben difesa e, nonostante il valore e anche una certa dose di incoscienza, né Bjorn né Harald erano riusciti a penetrare nella cittadina. Dopo molte perdite, Bjorn si vide costretto a dare l’ordine di ritirarsi e i sopravvissuti rientrarono mestamente all’accampamento.

Non erano caduti nella trappola di Ivar, ma la prima battaglia era stata vinta da lui e si prospettava un assedio molto difficile.

Fine seconda parte

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Vikings / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras