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Autore: orphan stories    09/01/2021    1 recensioni
Gli studenti (e persino gli insegnanti) non fanno che parlare del triangolo amoroso tra i prof Skywalker, Amidala e Kenobi. Solo che nessuno al liceo Coruscant riesce a capire chi sta con chi.
{ Obi-Wan/Anakin/Padmé | Long | 9616 parole | Modern!AU | Traduzione di Hiraeth }
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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II



I biscotti di Padmé furono un successo e, dopo quella volta, tutti e tre presero l’abitudine di portare abbastanza cibo da poterlo condividere quando avevano qualcosa di eccezionalmente buono per pranzo. Mangiavano insieme ogni giorno. Di quando in quando si univano anche altri professori che pranzavano alla loro stessa ora, ma Anakin, Padmé e Obi-Wan si trovavano puntualmente ogni singolo pomeriggio alla sala insegnanti del primo piano, ridendo a crepapelle e costringendo Mace Windu a chiudere la porta della sua aula con irritazione.

 Non passò molto tempo prima che Anakin cominciasse a considerarli ufficialmente suoi amici. Oltre ai pranzi, facevano spesso visita alle aule degli altri due prima e dopo la scuola, e occasionalmente durante le lezioni stesse (Anakin e Obi-Wan avevano la seconda ora libera, e interruppero più di una volta le lezioni di Padmé; lei faceva sempre finta di essere infastidita, ma sapevano che non era vero).

 Avevano preso a spendere il tempo assieme anche nei fine settimana. Tutto iniziò un venerdì: mentre si lamentavano di tutti i compiti che dovevano ancora correggere, Anakin impulsivamente invitò Padmé e Obi-Wan al suo appartamento per lavorare assieme il giorno dopo. Loro accettarono, e trascorsero quasi tutto quel sabato a sfacchinare sul tavolo della cucina di Anakin e fermarsi occasionalmente per leggere ad alta voce una risposta sbagliata (Anakin e Padmé) o un errore grammaticale (Obi-Wan) particolarmente divertente. Sgobbarono fino a sera tarda, per cui ordinarono una pizza e cenarono guardando un film nel mentre. Piano piano smisero di usare la scusa delle verifiche e, quando arrivarono le vacanze natalizie, nel tempo libero uscirono insieme nei panni di semplici amici.

 Intanto Anakin si adattava al suo ruolo. Malgrado i suoi iniziali timori di essere un professore terribile, aveva un talento naturale per l’insegnamento e divenne presto uno dei docenti preferiti del corpo studentesco (Obi-Wan e Padmé lo stuzzicavano sempre sostenendo che fosse perché lui era bello e giovane, al che Anakin arrossiva, ma ciò non gli capitava se era qualcun altro dei suoi colleghi a fare quella stessa battuta). Come avevano predetto Qui-Gon e Obi-Wan, Ahsoka si erse a prima della classe. Aveva chiaramente un bernoccolo per la fisica, e alle volte poneva domande che lasciavano di stucco persino Anakin. Dopo pochi mesi, vinse il titolo di sua studentessa preferita, non che a lui fosse permesso di ammetterlo.

 Un giorno di gennaio erano in laboratorio, e Anakin girava per la stanza assicurandosi che tutti avessero capito, quando Ahsoka lo chiamò: «Ehi, Skycoso!»

 Lui si diresse verso il tavolo suo e di Barriss Offee. Era Ahsoka quella che aveva inventato quel soprannome, e sulle prime Anakin aveva pensato che avrebbe dovuto rimproverarla per la sua eccessiva informalità, ma non aveva avuto il cuore di farlo sapendo benissimo che era un nomignolo affettuoso anziché uno irriverente. Anche gli altri studenti si riferivano a lui con quel nome, ma Ahsoka era l’unica che lo facesse apertamente. «Tutto a posto?»

 «Sì, tutto bene» replicò lei. «Ma ci chiedevamo una cosa. Lei ha amici insegnanti?»

 «Amici insegnanti?» ripeté Anakin confuso. «Cosa intendi?»

 «Sa, amici tra gli insegnanti di questa scuola. Amici insegnanti».

 Barriss sospirò e scosse il capo: sebbene le due fossero praticamente inseparabili, era molto più silenziosa e riservata di Ahsoka. «Lascia stare, torniamo all’esperimento».

 Ma Ahsoka la ignorò e insistette sul suo interrogativo. «Sono nella classe di Windu alla quinta ora, e la vedo sempre pranzare nella sala insegnanti dall’altro lato del corridoio con l’Amidala e Kenobi».

 «Oh» disse Anakin. «Sì, sono miei amici. Ma sono amici normali, non degli “amici insegnanti”».

 «Uhm». Ahsoka aveva un’aria meditabonda. «Sembrate sempre divertirvi molto».

 «Sì» confermò Anakin con incertezza, senza capire dove Ahsoka stesse andando a parare.

 «E andate sempre a farvi visita l’un l’altro. Ho l’Amidala alla seconda ora, e lei e Kenobi venite a trovarla tipo ogni giorno».

 «Non ogni giorno» obiettò Anakin. «Solo a volte».

 «Uhm» commentò nuovamente Ahsoka. Anakin ebbe l’impressione che la sua espressione si fosse fatta sorniona, il che lo innervosì un po’. «A suo avviso, qualcuno di voi è particolarmente stretto con l’altro?»

 Anakin aggrottò le sopracciglia. «In che senso?»

 «Oh, be’, tra lei e Kenobi, secondo lei chi è più stretto con l’Amidala? O… siete più stretti tra voi due, piuttosto che con lei?»

 Anakin era abbastanza sicuro che stavano facendo due conversazioni allo stesso tempo, e non aveva idea di come fosse la conversazione nella testa di Ahsoka. «Non so. Siamo tutti stretti. Siamo tutti amici».

 «Ahsoka, dobbiamo completare l’esperimento» li interruppe Barris, per gran sollievo di Anakin.

 Ahsoka sospirò rumorosamente e tornò alla sua relazione. «Dunque siete a posto?» chiese Anakin. «Non avete bisogno d’aiuto?»

 «No, grazie» ribatterono all’unisono, e Anakin passò a un altro gruppo, sentendosi più che frastornato.

 Raccontò l’episodio a Padmé e Obi-Wan a pranzo, ed entrambi ebbero la sua stessa reazione perplessa. «Sapete» commentò Padmé lentamente, «l’altro giorno due studenti mi hanno fatto una domanda simile. Volevano sapere chi mi piacesse di più tra voi due. Ho detto che mi piacete entrambi, e mi sono parsi stranamente delusi».

 «Adesso che lo menzioni, è da due settimane che una delle mie classi mi assilla» si ricordò Obi-Wan. «È accaduto dopo che Padmé è venuta un minuto per parlarmi. Hanno voluto sapere cosa pensassi di te, e ho confermato che siamo buoni amici. Ho la sensazione che credano che io e Anakin ci odiamo, e non mi hanno dato retta quando ho detto che siamo buoni amici anche noi due».

 «Uhm». Anakin scosse la testa, poi aggiunse saggiamente: «I ragazzi d’oggi».

 Obi-Wan ridacchiò. «Anche tu sei praticamente un ragazzino. D’età sei più vicino a loro che a me».

 Anakin lo scrutò con una faccia orripilata e Padmé scoppiò a ridere. «Non avevo mai guardato la faccenda da questo punto di vista. È un’immagine inquietante. Grazie mille».

 Nelle settimane che seguirono, Anakin cercò di allontanare dalla mente la discussione avuta con Ahsoka e le chiacchiere con Padmé e Obi-Wan, dando per scontato che si trattassero di cose da adolescenti, ma dopo quella vicenda, non poté fare a meno di notare gli occhi degli studenti che li seguivano quando camminavano insieme per i corridoi, o la classe di algebra di Mace che li osservava intenti mentre pranzavano in sala insegnanti, o gli scambi di sorrisi compiaciuti e di occhiate maliziose durante la lezione della seconda ora di Padmé ogni volta che lui e Obi-Wan si fermavano per salutarla. Era tutto molto misterioso e sconcertante.

 Sfortunatamente per lui, la sua vita stava per complicarsi ulteriormente. Era il tredici febbraio e Anakin era nel bel mezzo della lezione, quando qualcuno esclamò: «Ehi, prof, ha piani in programma per San Valentino?»

 Preso di sorpresa, Anakin si voltò dall’equazione che stava scrivendo alla lavagna e incontrò i visi degli adolescenti sogghignanti nella stanza. Individuò l’alunno che aveva parlato e che, in quel momento, appariva alquanto fiero di se stesso. «No, non ne ho» replicò con calma. «Perché, vuoi invitarmi fuori?»

 Si rese conto in ritardo che non avrebbe dovuto farlo – l’ultima cosa di cui aveva bisogno era essere citato in giudizio per molestie sessuali –, ma il ragazzo si limitò a ruotare gli occhi mentre tutti i suoi compagni si sbellicavano dalle risate. «Nei suoi sogni, prof. Abbiamo immaginato che avesse intenzione di vedersi con l’Amidala».

 Ci fu un altro scroscio di risatine, e Anakin si accigliò leggermente. «La prof Amidala? No, non ho impegni con lei domani. Perché, dovrei?»

 «Forse l’Amidala è già occupata» intervenne Ahsoka. «Forse ha impegni con Kenobi».

 «Non che io sappia» ribatté Anakin, disorientato. Che stava succedendo?

 Per tutta risposta, i ragazzi gli stavano praticamente ridendo in faccia, e Anakin di colpo intuì la ragione di quelle risa. «Aspettate un attimo» disse. «Non penserete mica che io abbia u-una cotta per la prof Amidala?»

 «Be’, ce l’ha o non ce l’ha?» indagò Ahsoka sovrastando il baccano in classe.

 «Ovvio che no» balbettò Anakin. «È mia amica, dopotutto».

 «È arrossito!» ululò qualcuno dalle ultime file.

 «Non è vero!» protestò Anakin indignato. «E non ho una una cotta per Padmé… Cioè, la prof Amidala!»

 A questo punto, sentì sbattere le porte di diverse classi nelle vicinanze, tale era il fracasso nell’aula. Barriss Offee e poche altre anime buone lo guardarono con pietà, sebbene non nascondessero del tutto i loro sorrisi. Anakin decise che era ora che puntasse i piedi. «Questo discorso è inappropriato e non pertinente con la lezione» asserì ad alta voce, tentando di nascondere il suo nervosismo. «Credevo di avere a che fare con una classe di diciassettenni, non di dodicenni. Fate silenzio e tornate a concentrarvi su fisica, altrimenti… altrimenti sposto la verifica della prossima settimana ad adesso!»

 Per fortuna, quel discorso funzionò, anche se alcune risatine silenziose perdurarono per ancora qualche minuto. Anakin contemplò fortemente l’idea di punirli assegnando a loro dei compiti extra per averlo messo in imbarazzo, ma poi decise di no, non ritenendo la cosa esattamente etica. All’ora di pranzo con Padmé e Obi-Wan, inizialmente aprì bocca per descrivere loro quanto era avvenuto, ma poi, per qualche ragione, scelse di restare zitto e di non fare cenno all’incidente. Non sapeva perché. In fin dei conti, non aveva davvero una cotta per Padmé, no?

 …No?

 Proprio in quell’istante, Padmé urtò scherzosamente la sua spalla ridendo per una battuta di Obi-Wan e, quando si girò verso di lei, Anakin rischiò di cadere dalla sedia mentre la consapevolezza lo colpiva con la velocità di un treno in corsa.

  Aveva una cotta per lei.

 E prima ancora che potesse elaborare la cosa, Obi-Wan gli rivolse un caloroso sorriso, gli occhi ridenti dalla contentezza, e Anakin si lasciò quasi scappare un gemito rendendosi conto di un’altra cosa.

 Aveva una cotta anche per Obi-Wan.

 Quand’era capitato? Com’era potuto capitare? Erano suoi amici. Perché Anakin provava dei sentimenti per loro? Solo perché erano gentili e divertenti e bellissimi e perfetti e… okay, questo era un problema serio. Maledetti i suoi studenti per averlo capito prima ancora che lo capisse lui.

 «Ani? Tutto okay?»

 Anakin batté le palpebre, la voce di Padmé che lo trascinò alla realtà. I suoi occhi improvvisamente furono attratti dalle labbra di Padmé, che se le stava leccando per acchiappare le briciole rimaste appiccicate. Chissà come sarebbe stato baciarle, passare le mani tra i lunghi capelli di Padmé, e… no, Anakin non stava bene. «Uhm, tutto okay» mentì, riuscendo finalmente a distogliere gli occhi. «È… è una giornataccia».

 «A chi lo dici» convenì Obi-Wan, sospirando. «E non è ancora finita».

 Padmé annuì, ed entrambi iniziarono a lamentarsi delle sofferenze della vita quotidiana. Anakin fece del suo meglio per partecipare, ma fu anche attento a non fissarli e a non avvampare troppo. Era un disastro. Cos’avrebbe fatto?

   
 
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