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Autore: Musical    09/01/2021    1 recensioni
Lucian venne arrestato e portato ad Azkaban, trasportato in una cella con un altro uomo, molto silenzioso.
Chi era?
Erano scappati e s'erano nascosti, per il momento erano al sicuro... Barty, Lucian aveva scoperto il suo nome, era ancora sotto l'effetto del Bacio del Dissennatore, ma presto si sarebbe risvegliato, il Lycan ne era certo.
Crossover Harry PotterxUnderworld
[Barty Crouch Jr./Lucian]
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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La gente aveva iniziato a chiedergli chi era, da dove veniva, e Lucian aveva sviato le domande il più possibile, la cosa non gli piaceva, cominciava a diventare un volto familiare per tutti gli abitanti del villaggio e la preoccupazione che qualcuno scoprisse la sua vera identità e chi nascondeva gli fece prendere la decisione che era ora di fuggire. Fu così che, una notte, quando Lucian stava per afferrare le spalle di Barty, quest'ultimo gli afferrò il collo, in un momento di raptus, e lo strinse con tutte le sue forze; quegli occhi marroni, da prima sempre vacui, divennero di colpo pieni di rabbia e rancore, mentre dalle labbra stentava ad uscire una parola, ma i denti erano in bella mostra.
Lucian, in un primo momento colto alla sprovvista, si rilassò sotto quella stretta, e guardò l'altro uomo con irritata sufficienza, odiava avere qualcosa che gli stringeva il collo.
"Coraggio," gli disse, "Continua. Per quanta rabbia tu abbia in corpo, non riusciresti comunque a spezzarmi il collo."
"Lllll--" uscì da quelle labbra con molta fatica, "Llllllll...... Or...... Lllllord......"
"Lord? Adesso ti prendo e andiamo via da qui, quindi stai zitto e lasciami fare."
L'uomo sembrò comprendere, ma i suoi occhi tornarono vuoti come prima e la mano si paralizzò in quella posizione di dover strangolare qualcuno, tant'è che Lucian fu costretto a staccarla dal proprio collo con la forza. Prese di peso il corpo ed uscì dalla casa abbandonata che era stata per settimane il loro nascondiglio.
Il Lycan stava voltando l'angolo di una casa, quando una piccola voce gli arrivò alle orecchie, "Cosa stai facendo a Padron Barty."
Lucian si voltò e vide una di quelle piccole creature che continuò a parlare anche se lo stava osservando terrorizzata, "Non far del male a Padron Barty. O Winky lo difenderà a costo della sua vita."
"Sacriferesti la tua vita per il tuo padrone?"
L'essere chinò il capo e si torturò le mani, "Padron Barty è sempre stato buono con Winky."
Il Lycan inclinò la testa, domandandosi come una brava persona possa diventare un criminale, "Ti chiami Winky?"
La creatura tornò a guardarlo, "Sì, signore."
Lucian s'inginocchiò, dopo aver issato bene Barty sulla propria schiena, "Dobbiamo scappare da questo villaggio, il tuo padrone ed io. Lui non riesce a muoversi, ma io non so dove andare."
"Winky aiuterebbe sempre Padron Barty."
"Allora dimmi dove possiamo nasconderci."
La creatura annuì e sorrise, alzando una mano, "Winky può far di meglio, signore."
E schioccò le dita.

Lucian, insieme a Barty e a Winky, si ritrovò all'interno di una casa, le mura erano alte, piene di ritratti vari che si muovevano e cominciarono a sussurrare tra di loro sotto lo stupore del Lycan.
"Winky--" disse uno di loro, una donna minuta dalla voce tenue e delicata, "Cosa ci fai qui?"
"Winky ha riportato a casa Padron Barty."
La donna volse lo sguardo verso Lucian e sembrò studiarlo, "Lui non è mio figlio, mia cara."
Il Lycan si schiarì la voce per poi parlarle, "Temo di no, ma--" si girò in modo da far vedere alla donna il corpo di Barty, "Credo che lui sia suo figlio."
La donna trasalì, portandosi una mano davanti alla bocca, mentre un altro ritratto, quello di un anziano iniziò ad obiettare, "Un Mangiamorte non può entrare in questa casa!"
"Ma è pur sempre un Crouch," rispose un altro quadro, "Questa è casa sua."
"Per far diventare questa dimora il nuovo covo dei Mangiamorte?! Non se ne parla! La casa dei Crouch non verrà ricordata così! Quindi Bartemius Junior e l'altro Mangiamorte devono andarsene!"
"Non sono un Mangiamorte!," dichiarò Lucian, sentendosi sotto attacco da quei ritratti, "Non so nemmeno cosa siano."
"Dicono tutti così," rispose sprezzante quell'anziano, "Ma appena chiedi loro di mostrare il braccio sinistro, tutti si tirano indietro, guarda un po' il caso."
Lucian non ci pensò tanto e tenendo Barty con l'altro braccio, tese quello sinistro, "Cos'ha che non va il mio braccio."
"Dovresti girarlo, innanzitutto."
Lucian eseguì quella richiesta che puzzava tanto di ordine, ma si trattenne dall'esternare il proprio disappunto, preferendo esporlo quando quei quadri, dopo aver visto che il suo braccio sinistro era pulito, si guardarono tutti dubbiosi.
"Ha ancora problemi col mio braccio?"
L'uomo non rispose, preferendo di gran lunga tornare a leggere e scrivere su dei fogli, intervenne così la madre di Barty, di nuovo, "Come ti chiami ragazzo?"
Lucian rimase un attimo perplesso a quella domanda, considerati i suoi anni non rientrava in quella categoria da secoli, e poi se quei quadri fossero il risultato di qualche tecnologia che metteva in contatto persone in luoghi diversi, quanto tempo avrebbero impiegato quegli spettri a riportarli in prigione?
La donna parve comprendere lo stato d'animo del Lycan e si rivolse alla creatura che li aveva portati lì.
"Winky, guida il nostro ospite verso la camera di Barty, lì mio figlio potrà riposare in pace. E preparagli una camera."
"Subito Padrona."
"Non mi tratterrò molto," s'intromise Lucian.
"Hai bisogno di riposo, straniero. Non temere, Winky s'occuperà di tutto."
"Certo, Padrona. Winky è felice di poter tornare a lavorare per Voi nuovamente. Mi segua signore, Winky la porterà nella camera di Padron Barty."
Dopo un attimo di esitazione, il Lycan cominciò a seguire Winky, guardandosi attorno e volgendo di tanto in tanto uno sguardo alla creatura di fronte a lui.
"Che creatura sei?"
"Winky è un elfo, signore."
"Un elfo? Credevo che non esistessero nella realtà."
"Oh no, gli elfi esistono. Lei non appartiene al mondo magico, signore."
"Direi di no. Il mio mondo non era popolato da elfi e altre cose strane."
Winky aprì una porta, "Può posare Padron Barty qui, signore. Winky penserà a lui."
Lucian entrò nella camera da letto, sembrava normale, eppure aleggiava un'atmosfera sinistra, a tratti triste, foto di giornali appese al muro, libri e quaderni sparsi sulla scrivania, un piccolo baule con accanto diversi giocattoli, e una scopa appoggiata su un armadio; a troneggiare però era il letto a baldacchino, un po' impolverato, che Winky con uno schiocco di dita ripulì in poco tempo. Il Lycan posò delicatamente il corpo di Barty sul letto e s'incamminò verso la porta, prima di voltarsi nuovamente e notare come Winky cominciò a parlargli, come una madre avrebbe fatto col proprio figlio. Pur non avendo esperienza diretta, ebbe quell'impressione.
"Non risponde," disse all'elfa, "In prigione dissero che aveva ricevuto il Bacio del Dissennatore... Anche se non ho idea di cosa sia."
L'elfa si voltò spaventata, tornando a guardare per un secondo Barty, "Il Bacio del Dissennatore è una cosa molto brutta. Toglie i ricordi, dicono. Toglie l'anima. Winky non... Winky non vuole parlare di questo, troppa paura ha Winky."
"Ogni tanto reagisce, ma solo a volte."
La creatura annuì, poi accarezzò la mano di Barty, "Winky torna subito, Padron Barty. Il Padron dovrà dare a Winky il tempo di mostrare all'ospite la sua camera. Prego, mi segua signore."
Lucian la seguì verso un'altra camera; anche se aveva ancora qualche dubbio se fidarsi o meno, decise di porre qualche domanda.
"Il padrone di casa non se la prenderà se usufruisco della sua ospitalità?"
"Il Padrone non c'è più da tempo. Nessuno sa cosa sia successo. Al villaggio dove abita il vecchio padrone di Winky si vociferava che il Padrone era morto. Ma nessuno ha mai trovato il suo corpo."
Un brivido percorse la schiena del Lycan, "E non era presente in una di quelle foto?"
"Sono ritratti, le foto non possono parlare. E no, il Padrone non aveva assunto alcun Magartista per fargli un ritratto. Questa è la sua camera, signore."
Lucian entra e si trova in una camera da letto asettica, ma era qualcosa che non aveva mai visto, soprattutto che fosse per lui, abituato a dormire per terra o su letti di bassa qualità, o non dormire per niente.
"Ringrazia la tua Padrona non appena tornerà."
Dietro di lui, Winky ebbe un fremito e tirò su con il naso, per poi strofinarlo con un braccio, "La Padrona è morta per salvare Padron Barty. Ma Winky è sicura che la Padrona sarebbe stata contenta di ricevere i suoi ringraziamenti, signore."
Lucian si voltò immediatamente, osservando l'elfa con orrore e tristezza.
"Winky le augura una buona notte, signore," e chiuse la porta.
Il silenzio avvolse la casa, anche se ogni tanto si poteva sentire la voce di Winky che parlava ininterrottamente a Barty, si fermava giusto un paio di minuti, ma poi tornava allegra, intenta a raccontare qualunque cosa le venisse in mente. Il Lycan sentì nascere un sorriso sulle labbra e non lo trattenne, decise di sedersi sul letto, intento a godersi quella pace. Poteva durare? Sarebbe stato costretto a fuggire nuovamente? Quanto si poteva fidare?


Il Lycan si svegliò in un letto che non era il suo, per un attimo strinse le lenzuola e si guardò attorno spaesato, sentì una voce femminile parlare lontano; si ricordò di quello che era successo la notte precedente e si rilassò, decidendo d'alzarsi per dirigersi verso la fonte, pur sapendo a chi apparteneva. Arrivò di fronte alla porta della camera di Barty e c'era Winky che gli stava parlando mentre lo imboccava, incitandolo a fare il bravo, così la "Padrona" sarebbe stata orgogliosa di lui.
Lucian s'appoggiò allo stipite della porta, a braccia conserte, osservando la scena: la notte precedente la sua mente poteva essere annebbiata dalla stanchezza, ma non s'era sbagliato e, a mente lucida, confermò quello che aveva già notato. Winky si comportava con Barty in modo materno, sapendo poi che la vera madre di Barty era morta, probabilmente poteva intuire il motivo di questo comportamento. Tuttavia, il Lycan non s'era dimenticato del modo servile con cui quell'elfa, o altri suoi simili, si comportavano con i loro padroni.
"Non ti dà fastidio servire degli esseri umani?"
L'elfa, colta alla sprovvista, fece agitare un poco la ciotola, facendo cadere delle gocce di brodo sulla mano di Barty, il quale guaì per il calore improvviso sul dorso; Winky si scusò subito e lo pulì con lo straccio che usava come vestito.
"Sono sicuro che Barty non abbia avuto alcuna ustione," azzardò a dire, notando con quanta apprensione l'elfa si stava comportando.
"No, no, no. Padron Barty non ha bisogno di queste cose. E Winky è terribilmente dispiaciuta."
"Sono sicuro che l'abbia capito, ora puoi tornare a dargli da mangiare."
Winky lo guardò crucciata, "Winky non può ringraziare abbastanza il signore per aver salvato Padron Barty, e per aver dato a Winky la possibilità di servire nuovamente Padron Barty. Ma il signore non deve dire a Winky come comportarsi con Padron Barty, Winky conosce queste cose."
E tornò ad imboccare Barty, Lucian non aggiunse altro, rimase a guardare ancora per qualche minuto, poi decise di andare via, non prima di chiedere all'elfa, "Dov'è la cucina?"
Winky si fermò, "A cosa le serve signore?"
"Per prepararmi qualcosa da mangiare."
"Oh no, ci pensa Winky a preparare al signore da mangiare. Non appena Winky finisce di dar da mangiare a Padron Barty."
"No, grazie, ma non mi piace essere servito."
Tuttavia, nonostante le sue declinazioni, Winky finì col proprio compito e si diresse in cucina, affermando cose del tipo che era un onore per gli elfi poter servire, senza dar modo a Lucian di protestare. Lucian seguì l'elfa in cucina, passando di fronte a quei ritratti, chinando il capo in segno di saluto alla donna minuta, che rispose con un sorriso.
"Quindi, quei ritratti non sono persone vere."
"No signore. Quei ritratti raccolgono l'essenza della persona ritratta, ma non sono persone vere. Winky sarebbe contenta di poter servire ancora la Padrona. Lei era sempre gentile con Winky."
"Che cosa l'è successo?"
Winky continuava ad armeggiare con gli utensili da cucina, ma si poteva sentire dal tono della sua voce che l'argomento la stava intristendo, "Una tragedia. La Padrona era buona e amava Padron Barty. Cose brutte sono successe. Ma Winky spera tanto che le cose possano cambiare ora che Padron Barty è tornato a casa. Venga con Winky, signore, Winky le porta da mangiare."
"Celere."
Con un vassoio, l'elfa guidò Lucian verso quella che aveva l'aria di essere la sala da pranzo, il Lycan si sentì leggermente a disagio in mezzo a quel lusso, fu con qualche difficoltà che si sedette su una sedia imbottita e mangiare con quelle posate argentate. Appena afferrò una forchetta, i polpastrelli gli bruciarono e il Lycan gettò via la posata; Winky riapparve subito.
"Il signore ha qualche problema?"
"Mi potresti dare una posata che non sia d'argento?"
L'elfa rimase interdetta, "Non piacciono al signore?"
"Sono... Allergico all'argento, ecco tutto," disse con una smorfia che voleva ricordare un sorriso.
Winky allora annuì, "Winky vedrà cosa può fare."
Scomparve e, poco dopo, ritornò con una forchetta meno pregiata, e Lucian riuscì a tenerla in mano senza bruciarsi, tranquillizzando anche Winky che si stava scusando per la sua inadempienza.


Era trascorsa una settimana, Lucian iniziò a rilassarsi, anche se cercava di capire di tanto in tanto quella porzione di mondo che lo circondava, parlando con quei ritratti, maggiormente con la madre di Barty, la più cordiale di tutti, o anche con Winky, anche se era un po' difficile con l'elfa, dato che aveva sempre qualcosa da fare e Lucian aveva provato più di una volta a convincerla che non era un bene servire le persone, ma l'elfa non lo ascoltava affermando che lei non era come un certo Dobby, che lei avrebbe sempre servito i suoi padroni fino alla fine dei suoi giorni, in particolar modo Padron Barty.
Lucian tentava di scoprire qualcosa in più riguardo il passato del suo compagno di cella, tuttavia Winky pur rispondendogli era sempre molto vaga. Ogni tanto il Lycan andava a visitare Barty, gli parlava, ma senza risultati.
Né Lucian né Winky si resero conto che Barty stava riacquistando parte della propria coscienza e dei movimenti, soprattutto perché il Mago Oscuro si muoveva solo quando era solo in camera sua, senza l'elfa, tanto meno senza quello straniero che gli parlava come se lo conoscesse. Il Mangiamorte aveva ancora i ricordi sbiaditi e accavallati l'uno sull'altro, ma le cose più importanti le aveva ricordate tutte, l'odio per suo padre, l'amore che provava nei confronti del suo Signore Oscuro, il disprezzo che provava per quei Mangiamorte che avevano rinnegato la loro via. Con l'intento di fuggire da quella casa, anche se non ricordava come c'era arrivato, Barty aveva provato a muovere con calma le braccia e le gambe; non fu facile all'inizio, le muoveva ancora a scatti e non fluidamente come desiderava, ma era comunque un buon risultato. Un po' meno soddisfacente erano i risultati della sua mente, che compariva e scompariva senza alcun preavviso, come in preda a qualche incantesimo. Non era Oblivion, la sua memoria, seppur confusa, era presente nella sua interezza. Però era come se si trovasse in uno stato di oblivio, buio totale che veniva spezzato di tanto in tanto dalla voce di Winky oppure da quella dello sconosciuto. Fu così che Barty apprese di esser scappato da Azkaban una seconda volta, anche se non appena lo venne a sapere, la sua mente gli rammentava che doveva scappare dalla prigione creatagli dal padre, che doveva fare il bravo, che sua madre gli voleva bene, che doveva raggiungere Bellatrix e Rabastan per torturare i Paciock, che doveva recuperare la bacchetta il prima possibile e raggiungere il suo Signore Oscuro.
Così, all'oscuro di tutti, la situazione continuò tranquilla, facendo passare un'altra settimana, tutti avevano preso una loro routine, Lucian poteva passeggiare tranquillamente senza doversi preoccupare, Winky l'aveva assicurato che quegli spettri, che aveva scoperto si chiamavano Dissennatori, avrebbero avuto difficoltà a trovare la casa, grazie ad un incantesimo di protezione dai Dissennatori effettuato dal Padrone, il padre di Barty probabilmente, e nessuno conosceva il modo per spezzarlo.
Un giorno, però, Winky era indaffarata in cucina, alla ricerca di qualche ingrediente, Lucian non aveva ben compreso, quando il Lycan avvertì un rumore provenire dalla camera di Barty e subito corse verso la stanza, aprì la porta ma non trovò nessuno.
Lucian fece un passo in avanti, allarmato, si guardò attorno, avvertendo ancora una volta quella sensazione di pericolo che aveva avvertito in paese; compì un altro passo, tendendo tutti i muscoli in preparazione di un attacco.
Improvvisamente, da dietro qualcuno gli saltò addosso, afferrandolo per il collo, mugugnando qualcosa. Lucian cercò di liberarsi dall'aggressore afferrandolo e scaraventandolo contro il muro, facendolo sbattere contro un vassoio posato sulla scrivania.
Fu stupito di vedere in viso il suo aggressore, "Barty?!"
Il Mago Oscuro s'alzò con fatica, lo guardò con ferocia, "Ddovvvv... Èeeee..."
Lucian mantenne la calma sicuro che, pur trovandosi di fronte un criminale, non poteva essere più pericoloso di un Lycan, "Non so di cosa tu stia parlando."
Con una forza inaudita, per qualcuno che aveva ripreso l'uso del corpo da poco tempo, Barty si scaraventò addosso a Lucian, graffiandogli il volto, "Aaaa...... Cccheeeee... Ttaaaa..."
Lucian lo spinse nuovamente, facendolo cadere di fianco al vassoio; Barty, non disponendo della bacchetta, prese un coltello e corse nuovamente verso quell'intruso, conficcandogli la posata sulla spalla. Il dolore che provò Lucian fu intenso e bruciante, urlò per la sensazione dell'argento che affondava sempre di più dentro la sua carne, la testa cominciò a pulsargli, le orecchie a ronzare e la vista ad offuscarsi, ma sentì distintamente Barty accusarlo di essere un ladro.
"Padron Barty!," intervenne la voce di Winky, ma il Mago non le diede ascolto, troppo intento ad aggredire l'estraneo nell'intento di farsi dire dove aveva nascosto la bacchetta; tentò di parlare un'altra volta, ma dalle labbra gli uscì solo un verso rauco ed incomprensibile.
"Padron Barty, no! Winky la prega!," piagnucolò l'elfa, incapace di reagire contro il Mago.
Lucian, non facendosi remore, lo afferrò per le spalle, lo sollevò senza problemi e lo scaraventò a terra, trattenendogli i polsi e il colletto della maglia. Barty provò a divincolarsi, urlò e si dimenò, i suoi occhi fulminarono Lucian e l'unico pensiero che popolava la sua mente era l'ardente desiderio di ricongiungersi al suo Signore Oscuro, fin quando le forze gli vennero meno, la rabbia sfumò nel nulla e il volto di quello straniero venne avvolto dal buio fino a scomparire, e il Mangiamorte smise di muoversi, tornando immobile sotto lo sguardo esausto di Lucian e quello spaventato di Winky.
"Il signore ha ucciso Padron Barty."
Una volta appurato che Barty era tornato in uno stato di ferma calma, Lucian lo lasciò andare e s'allontanò per appoggiarsi ad una parete, nell'intento di prendere profondi respiri ed espellere quel maledetto coltello dalla spalla.
"No che non l'ho ucciso, Winky... Controlla tu stessa."
La tecnica che stava attuando non stava avendo alcun effetto, i tessuti non sembravano collaborare, allora afferrò il coltello, non curandosi del bruciore che provava sulle dita. In un impeto di rabbia e frustrazione, il Lycan urlò e si trasformò completamente, non curandosi d'essere visto dall'elfa, usò tutte le sue forze per estrarre quella lama e finalmente ci riuscì, lanciando lontano il coltello e tornando normale.
"Si sente bene signore?"
Lucian respirava affannosamente, gli sembrò d'esser tornato debole come quando Kramer gli aveva sparato quelle pallottole d'argento liquido... Gli sembrò di bruciare dall'interno, gli sembrò di morire nuovamente, gli sembrò di dover esalare il suo ultimo respiro. Nonostante i suoi tentativi, Lucian venne riabbracciato dalle tenebre.

   
 
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