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Autore: Danamochi97    10/01/2021    1 recensioni
A volte per venirne a capo devi solo ricordarti da dove sei partito.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jin si alzò di buon mattino, erano le 7 e mezza circa, non dormiva mai molto, adorava svegliarsi presto, a differenza dei maknae che, se avessero potuto, avrebbero dormito fino a sera, Jin invece riusciva a carpire la bellezza delle prime ore del giorno, quando tutto è ancora fermo ma pronto per iniziare.
Scese in giardino e prese i fuochi d’artificio che il gruppo aveva acquistato per eventuali festeggiamenti o compleanni, ma Jin, nella sua adorabile crudeltà, li stava accendendo e lanciando verso l’alto per svegliare gli altri e, come si aspettava, tutti corsero fuori spaventati da quella che sembrava l’apocalisse imminente e invece era solo Jin che ora li guardava sbellicandosi dalle risate. 
“hyung ... c’era davvero bisogno di farlo?” disse namjoon seguito dall’assenso degli altri, “ah si, questa vostra espressione vale più di tutto l’oro del mondo” rispose il simpaticone, mentre tae si stava lanciando a stritolarlo, placcato fortunatamente da Jimin e Jk che conoscevano bene il loro amico e quindi riuscirono a fermarlo non appena ci provò, gli altri invece iniziarono a ridere e yoongi disse “ha ragione, in fondo non ci saremmo svegliati se non con le bombe e bombe non ne aveva” “non ancora....” rispose Jin, facendo spalancare gli occhi e le bocche a tutti i sei ragazzi lì presenti. 
“Ragazzi sto scherzando tranquilli” 
“Tu mi fai paura a volte hyung” disse Hoseok.
“Forza facciamo colazione tutti insieme come avevamo detto” disse yoongi.
Si sedettero tutti a tavola, iniziando a passarsi piatti e posate e assaggiando di tutto un po’, Jimin stava facendo il giro dei posti, mordendo ogni cosa gli capitasse sotto i denti, yoongi dal canto suo adorava fare una colazione abbondante, tae e Jin stavano discutendo su chi dovesse finire l’ultimo pancake quando namjoon prese parola, nessuno ne voleva parlare ma qualcuno doveva pur farlo e quel qualcuno namjoon si disse (devo essere io, sono il leader dopo tutto, i compiti difficili spettano a me), “ragazzi so che sono giorni che proviamo a trovare la giusta melodia per Life Goes On ma ci verrà state tranquilli, abbiamo scritto un testo a 7 mani, un testo che ci è venuto dal cuore, andrà bene anche il resto” tae era molto preoccupato in realtà e non riuscì a nasconderlo, difatti disse “il testo è talmente vero e sincero che qualsiasi melodia mi venisse sembrava artefatta e rovinava tutto, non la troveremo mai, ci abbiamo provato tantissime volte, sono giorni su giorni che non facciamo altro che cantarla ognuno a proprio modo, cercando così la giusta chiave, ma nessuno di noi riesce”, gli altri provavano la stessa sensazione, intristiva aver scritto un tale testo e non riuscire a farne una canzone, sembrava una poesia, una meravigliosa poesia ma non una canzone, eppure la melodia giusta ci doveva essere, anche se nessuno di loro riusciva a trovarla. 
Visto il clima che si era creato, Hoseok nella sua solita e contagiosa positività, si alzò in piedi e disse a tutti che avrebbe sparecchiato lui, così gli altri sarebbero stati liberi di andare a fare ciò che volessero e consigliò loro di svagarsi, di fare qualcosa che li tirasse su di morale, qualcosa di concreto e di rilassante. 
Si alzarono, ciascuno prendendo una direzione, namjoon si mise a dipingere (“tentò” di dipingere per meglio dire) mentre jk di spalle a lui, stava facendo lo stesso con risultati decisamente migliori, così poco dopo, namjoon abbandonò del tutto il suo tentativo e si mise ad osservare molto fieramente quel piccolo ragazzino castano dicendogli “sei proprio il nostro golden maknae”.
Jungkook non amava ricevere complimenti, anzi, se ne imbarazzava sempre, non riusciva mai a pensare di essere all’altezza, riusciva a riconoscersi solo sbagli e difetti. 
Jimin e tae nel frattempo stavano cercando di imitare dei giocatori di baseball americani, anche se la loro partita tutto sembrava fuorché del baseball americano, ma loro si divertivano ugualmente, rincorrendosi e lanciandosi la palla, che tae prendeva sempre e Jimin non prendeva mai, ma era buffo vederlo correre saltellando da una parte all’altra per acchiapparla, tae lo guardava con tenerezza, sembrava un folletto più che un essere umano a volte, ma ormai non se ne meravigliava più, lo conosceva così tanto bene da sapere che se voleva, era capace anche dell’impossibile. 
Jin e yoongi erano andati a pescare insieme (o come intende precisare yoongi, perché la sincerità è tutto nella vita) Jin voleva pescare, lui è stato costretto ad andare, perché, il “WWhandsome you know?” (così Jin mi sta dicendo che devo chiamarlo), sapeva fare un’interpretazione di cucciolo bastonato da Oscar (e ne andava anche molto fiero!), ma in fondo in fondo a yoongi non dispiaceva stare con lui, erano così diversi che insieme, se trovavano il giusto equilibrio, c’era davvero da guadagnarci. 
Hoseok era andato a preparare qualcosa da mangiare mentre aspettava il “bestione di 4 chili” che Jin aveva detto gli avrebbe portato; naturalmente Hoseok sapeva che non avrebbe mai portato un bottino del genere, però perché non lasciarlo sognare, Hoseok era così: se una cosa poteva andare bene andava sicuramente bene e se invece andava male alla fine non era poi tanto male perché c’era sempre un male peggiore. 
Ad ora di cena jungkook stava cercando di scusarsi con il pesce che stava aspettando di essere sfilettato da Hoseok, sotto lo sguardo soddisfatto di Jin (anche se “il bestione” pesava si e no un chilo), Jimin e yoongi avevano apparecchiato e tae si era già accomodato a tavola insieme a namjoon che cercava di tirargli su il morale.. “ne veniamo sempre a capo alla fine lo sai”.
Dopo una cena più o meno silenziosa se non per qualche commento sul pesce di Jin, namjoon decise di accendere un piccolo fuocherello con delle braci che avevano nello scantinato, vi si misero tutti attorno, yoongi entrò dentro a prendere la sua chitarra e jk i suoi adorati marshmallows, tutti ai loro posti iniziarono a parlare del più e del meno, ridendo, inventando storie e ricordando i loro inizi, le porte chiuse loro in faccia, il ghigno della gente quando dicevano chi fossero “ma come siamo arrivati fin qui?” “sembra soltanto ieri quando giravamo per le strade supplicando le persone di venire ai nostri concerti, se così potevamo chiamarli” “ti ricordi tae quando quella volta ti dissi guardando lo stadio che avrei voluto tanto che ci esibissimo lì? è incredibile che solo un paio di mesi fa, non solo ci siamo esibiti in quello stadio, ma abbiamo fatto anche il tutto esaurito” disse Jimin con gli occhi lucidi, tae aggiunse “ricordo quando dormivamo tutti in una stretta stanzetta con letti a castello, ricordo le maglie con i nomi dietro perché ci confondevano sempre, ricordo quanto abbiamo sognato un tavolo agli Asian music award e ora ne abbiamo uno in prima fila, ricordo quando abbiamo vinto il nostro primo “Artist of the year” era il 2016 e giuro che mai, mai avrei pensato che avremmo vinto anche tutti quelli successivi” jungkook prese parola “non credevo saremmo arrivati a questo punto, credevo in noi certo, ma non così tanto da diventare la boyband più grande del mondo” yoongi che invece era molto meno legato alle vittorie e ai premi disse “io sono contento di aver trovato una famiglia, quando feci il provino di nascosto e mi presero, i miei non vollero più saperne di me per quei primi due anni, fui davvero sul punto di mollare tutto, ma voi ragazzi mi avete salvato, avete creduto in me, in noi, nei bts e ora, dopo 7 anni, siete la mia seconda casa, i miei amici più cari, il breve sorriso che mi viene al mattino quando penso che faccio quello che mi piace, con le persone a cui tengo di più, che mi hanno mostrato che non tutto è buio, che basta un amico per rivedere la luce alla fine del tunnel”. Hoseok e Jin avevano chinato la testa per nascondere le lacrime mentre namjoon, per una volta, forse la prima in tutta la sua vita, non riuscì ad aggiungere nulla.
Calò il silenzio, solo il rumore delle braci che scricchiolavano al fuoco era udibile, poi, un bisbiglio..un flebile filo di voce: Jimin iniziò a sussurrare quasi spaventato “like an echo.. in the forest..” e tutti, prima piano, poi con più coraggio, lo seguirono in coro:
“like an arrow in the blue sky..” abbracciandosi e dondolando, mentre fissavano il fuoco sorridendo di felicità; avevano trovato la melodia, perché finalmente ci avevano provato tutti insieme, tae guardò namjoon, aveva capito: aveva capito che i bts erano 7, che non esistevano se mancava anche solo uno di loro, aveva capito che erano riusciti ad arrivare dove erano ora solo perché erano rimasti uniti, perché uniti avevano superato gli ostacoli più difficili, uniti avevano gioito, si erano aiutati, si erano odiati, amati, sgridati, imitati ma sempre insieme, erano sette persone diverse certo, ma quando erano insieme si fondevano in un corpo unico, una sola anima ed una sola voce, proprio quella che ora tae sentiva, la loro voce, la voce dei BTS. 
   
 
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