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Autore: rocchi68    10/01/2021    1 recensioni
Dawn era sempre stata una ragazza che, anche dinanzi alle difficoltà più disparate, affrontava il tutto con un sorriso e una dolcezza disarmante.
Una sera, però, si era ritrovata davanti a un’amara sorpresa.
Non aveva amiche, non aveva un posto in cui stare, era stata tradita dal proprio fidanzato nel momento di massimo splendore ed era frustrata da tutti quei fallimenti in rapida successione che potevano sancire la sua completa rovina.
Poteva spegnersi, cercare una scappatoia per la felicità oppure chiedere un ultimo disperato consiglio all’unica persona che mai l’aveva abbandonata.
Sempre che quest’ultimo fosse d’accordo…
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Scott, Zoey | Coppie: Duncan/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Qualche mese più tardi
 
Tutto era tornato al suo posto.
Era rientrato al Pahkitew, aveva discusso pesantemente con Chef e poi aveva organizzato una bella cena con i suoi amici per farsi perdonare.
Allo stesso modo anche Dawn era rientrata all’Università e aveva conseguito un esame dietro l’altro, confermando la teoria che aveva teorizzato nei mesi precedenti: nel piccolo appartamento di Scott riusciva a prepararsi meglio che altrove.
E con la difficoltà d’incastrare i vari impegni, tutte le valigie di Dawn erano state spostate, anche se per un breve periodo.
Erano passati pochi giorni e il rosso, studiando anche il suo conto bancario, si era accorto che un nuovo appartamento poteva essere la soluzione per tutti i loro problemi.
Le piccole discussioni, le punzecchiature reciproche, alcuni scatoloni ancora sigillati, l’avevano spinto a considerare che una casa con una metratura superiore potesse essere l’unica soluzione possibile.
Una cucina più grande, un salotto più accogliente, magari un terrazzo, due camere indistinte, ma sufficientemente grandi per accogliere anche una coppia che non se la sentiva di dormire su letti separati, due bagni che non li facessero discutere di prima mattina e un piccolo studio che poteva tornare utile anche come semplice magazzino in cui buttare tutto quello che non serviva sottomano.
Ne avevano viste di diverse e dopo un lungo cercare, l’agente immobiliare aveva presentato ciò di cui avevano fatto richiesta.
I confort di Scott erano stati rispettati, i desideri di Dawn esauditi, non c’erano grandi lavori di ristrutturazione da fare e il prezzo di soli 200 mila dollari, lasciavano sul conto un bel gruzzolo che non era il caso di dilapidare.
Piccoli accorgimenti, qualche miglio di vantaggio su Pahkitew e Università e la trattativa si era ufficialmente conclusa.
L’unica cosa che sarebbe mancata a entrambi, oltre ad alcuni ritardi al locale a seguito dei vari passaggi in auto, era il dover salutare l’insopportabile Beth Gerdson con quel suo dannato giradischi.
E quell’ultima sera, nel piccolo nido d’amore che li aveva protetti, dopo aver cenato, si erano chiusi nella stanza del rosso.
“Domani sarà un gran giorno.” Soffiò Scott, rifacendosi allo strapazzo del trasloco che li avrebbe tenuti impegnati per molte ore.
“A me piaceva questa casa Scott.” Protestò Dawn, distendendosi sul letto.
“La prima volta che sei entrata qui, ti avevo avvertito che vivevo nello stretto e che riuscivo a starci a malapena.”
“Ma…”
“Tutte le mattine finisco con l’urtare le tue valigie.” Brontolò, sfiorandole la schiena con due dita gelide che riuscirono a farla tremare.
“Ed io mi ritrovo a sistemare le tue maglie e il caos del salotto.” Replicò, credendo che il fidanzato la stesse solo provocando.
“So benissimo d’essere un casinista, ma anch’io sono in difficoltà con tutti i tuoi libri e profumi sparsi per ogni angolo della casa.”
“Ma…”
“L’altra settimana mi hai fatto una scenata solo per aver urtato e rovesciato nello scarico l’intero contenuto del tuo shampoo preferito.”
“A volte sono davvero ingiusta.” Mormorò abbattuta, girandosi a studiare i movimenti del suo ragazzo.
“Solo a volte?”
“Spesso.”
“È già un miglioramento.” Si congratulò lui, togliendosi il pigiama e lanciandolo verso la solita sedia collassata della scrivania.
“E mi dispiace di essere così disordinata da farti disperare.”
“A volte è un po’ difficile dire che hai torto.” Ghignò divertito, ritrovandosi davanti il suo viso.
“Che cosa stai cercando di dirmi?” Chiese, fissandolo intensamente negli occhi.
“È complicato unire due mondi diversi in un posto così piccolo.”
“Finalmente qualcosa di carino.” Soffiò, abbozzando un sorriso e illudendolo che da lì a breve gli avrebbe concesso un bacio.
“Io sono sempre stato così, ma tu eri troppo impegnata a distruggermi per accorgetene. È difficile per due caratteri diversi essere sempre d’accordo su tutto, ma possiamo provarci comunque.” Soffiò, incupendosi all’improvviso.
“Vedrò di sopportare i tuoi difetti.” Mormorò Dawn, sentendo le sue mani che le carezzavano di nuovo la schiena.
“Se ci trasferiamo, è solo per non litigare inutilmente.”
“Hmm?”
“Con una casa più grande, non dovrai sbraitare contro il mio disordine cronico ed io non finirò con incastrare i piedi nelle tue valigie.”
“Ti sono stata d’intralcio, vero?” S’informò preoccupata.
“Sono troppo stanco per discutere.”
“Non ti sei ancora ripreso dall’ultima volta?” Replicò maliziosa.
“Neanche un po’.”
“Vorrà dire che ti darò una razione extra di coccole per farmi perdonare.”
“Dovresti andare avanti anni prima d’essere alla pari.” Ghignò divertito.
“Ne sei sicuro?” Chiese, sfilandosi il pigiama e rimanendo solo in biancheria intima.
“Adoro il tuo metodo per sistemare le cose.”
“È un metodo come un altro.”
“Sei tu a renderlo speciale, Dawn.” Ammise, filando sotto la trapunta invernale e il lenzuolo.
“Come siamo galanti questa sera.”
“Sei bellissima come il solito e quando dormi e posso stringerti lo diventi ancora di più.” Soffiò, facendola avvampare.
“Grazie.” Mormorò, infilandosi sotto le coperte e cercando qualche carezza dal suo fidanzato.
“Di solito non sono cose che si dovrebbero dire in pieno giorno in mezzo alle persone, ma di notte è tutto perfetto.”
“Anche se a volte sei un vero pervertito.” Disse lei, percependo una lieve risatina per risposta.
“Sarò per sempre il tuo pervertito. E se chiudi la luce, possiamo riprendere il discorso di ieri.” Mugugnò, notando come Dawn si fosse avvicinata più del solito.
“Posso chiederti di stringermi?”
“Non è una cosa di cui dovresti vergognarti.” Ammise, allargando le braccia.
“È solo che sento freddo e potresti scaldarmi per bene.”
“A tal proposito conosco una bella ginnastica che può aiutarci.” La informò, sentendola sussultare per quell’ambigua proposta.
“Per questa volta mi accontenterò di stringerti.” Replicò lei, attaccandosi al suo corpo muscoloso e rassicurante.
Nell’avvertire quella fragile creatura che si stava assopendo tra le sue braccia, il rosso ringraziò il cielo che lei avesse avuto l’ardire di correre come una pazza, di sedersi sulle sue ginocchia, di accantonare il suo orgoglio e di concedergli una possibilità che non credeva di meritarsi appieno.
Solo qualche settimana più tardi, quando ormai era tutto risolto, Dawn aveva espresso i dubbi che l’avevano afflitta, nel percorrere la distanza tra l’abitazione di Gwen e l’appartamento di Scott, affermando con disinvoltura che il suo timore era di tornarsene a casa con la coda tra le gambe.
In tutto questo Scott sentiva d’essere stato molto fortunato.
Aveva ricevuto l’appoggio della sua famiglia, dei suoi amici, di Zanna e perfino di Chef Hatchet che gli aveva restituito il grembiule di capo barman.
Un’altra persona gli avrebbe riso in faccia e l’avrebbe costretto a gettarsi ai piedi di Chris McLean, ma il buon cuore e il buonsenso avevano prevalso, convincendo il vecchio tiranno a concedergli una seconda e ultima opportunità.
Un giorno avrebbe litigato nuovamente con Dawn, così com’era tipico delle coppie normali, ma con uno sguardo più intenso o una carezza improvvisa, ecco che la rabbia provata si sarebbe sciolta come neve al sole.
Per ora, alleggerito da quella pace, si accontentava di stringerla e sperava, anche nelle notti venture, di poterla scaldare con lo stesso amore provato non appena era rientrata nella sua vita.






Angolo autore:

Siamo stati assenti per alcuni giorni e di questo ce ne scusiamo, ma è stato un periodo un po' complicato al lavoro e non vi voglio annoiare eccessivamente.

Ryuk: Forse la prossima si manterrà su quest'andazzo, ma speriamo per fine mese di ritornare più tranquilli.

Detto questo vi salutiamo e vi auguriamo buona settimana
 
   
 
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