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Autore: LaylaParamour    10/01/2021    0 recensioni
[Vis a Vis: El Oasis]
[Zulema Zahir x Macarena Ferreiro]
"Inspirò con il naso ed espirò con la bocca. Più e più volte fino a quando il suo cuore non decise di rallentare.
Si portò le mani al viso e ricacciò indietro le lacrime. Non voleva piangere, non voleva lasciarsi andare.
Era stanca."
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
 
I giorni passarono, si susseguirono inesorabilmente, fino a diventare settimane.
Settimane in cui la convivenza tra Macarena e Zulema sembrava essere tornata quella di sempre, come se non fosse cambiato nulla. Come se la morte di Zulema non fosse mai avvenuta e, dopo la rapina, avessero continuato a vivere tranquille nel loro spazietto confortevole.
Il tempo passò tra risate, con e senza Saray e, perchè no, anche litigi, perchè quelli sicuramente non mancavano mai. E mentre il tempo passava le due continuavano ad abituarsi nuovamente alla loro quotidianità, alle piccole cose che a Macarena erano tanto mancate in quei mesi senza la sua Zulema. Macarena capì anche, grazie al tempo, che l'unica ragione per cui Zulema era di nuovo lì, era proprio lei. Era stata la stessa Macarena a riportarla indietro, sentendone troppo la mancanza e volendola così tanto con sé. Ma fu una cosa che non disse a Zulema, come non le confessò i suoi sentimenti.
La bionda sapeva che se lo avesse fatto, Zulema se ne sarebbe andata. E quella volta, sarebbe stata per sempre.
Ma il tempo non sarebbe stato eterno, non era dalla loro parte. Il tempo scorreva inesorabilmente senza badare a nulla e Macarena lo capì un giorno in particolare:

Macarena aprì gli occhi. Quel pomeriggio, dopo essere tornata da lavoro decise di riposarsi un po' mentre Zulema si era stesa accanto a lei per farle un po' di compagnia.
La bionda si voltò di scatto, sentendo che qualcosa mancava, qualcuno mancava. Era una sensazione che non provava più da tempo. Da quando Zulema era tornata il suo umore era cambiato, era più felice. Aveva più appetito e il sonno si era regolarizzato.
Si alzò, cominciando a sentire il suo cuore battere inaspettatamente veloce, proprio come quando Zulema non c'era più. Si portò una mano al petto cercando di regolarizzare almeno il respiro.
“Z-Zulema...?” chiamò piano.
Zulema non era più solita andarsene prima che Macarena si svegliasse. Proprio per non farla spaventare.
Non può essersene andata, non di nuovo. Ti prego. Fu il primo pensiero di Macarena che uscì correndo dalla roulotte.
“Zulema” sussurrò. Avrebbe voluto urlare, ma aveva il fiato troppo corto per riuscire a gridare il suo nome.
Le lacrime iniziarono a rigarle le guance. Non poteva aver sprecato anche quell'occasione. Se così fosse stato non se lo sarebbe perdonato.
Mai.
Cercò di scrutare ogni singolo dettaglio di tutto ciò che la circondava, non fu facile perchè le lacrime le offuscavano la vista ma si sforzò il più possibile.
Fin quando non la vide.
Seduta sul terreno.
“Zulema” disse ancora Macarena, correndo verso di lei e inginocchiandosi al suo fianco.
“Maca” disse e poi la guardò “Ehi, che succede?” le chiese vedendo il suo viso bagnato di lacrime.
“Non... non ti trovavo” disse Macarena singhiozzando. “Pensavo... Pensavo che tu...”
“Sono qui Maca. Sono qui” Zulema tentò di abbracciarla, ma non ci riuscì. “Coño!” esclamò per poi battere un pugno a terra, senza farsi nulla.
“Zule, che fai?” chiese Macarena asciugandosi il viso, vedendo che qualcosa effettivamente non andava.
Zulema si strofinò le mani sul viso e poi mise una delle sue mani davanti al viso di Macarena.
Macarena osservò la mano, era diventata più trasparente, riusciva a vedere gli alberi attraverso la mano di Zulema.
“Sto scomparendo Maca. Sto scomparendo cazzo” disse la mora che cercò di ricacciare indietro le lacrime ma senza riuscirci.
Si portò le mani sugli occhi "Non voglio andarmene"
Macarena la osservò mente le lacrime riprendevano a inumidirle gli occhi. Era raro vedere Zulema soffrire in quel modo.
Avere paura in quel modo.
E la colpa era tutta sua.
Macarena si sentiva colpevole nel vederla in quel modo, nel vederla così disperata per paura di andarsene.
Macarena era stata profondamente egoista nel non aver confessato tutto ciò che provava a Zulema e permetterle così di andarsene. Ma era più forte di lei, pensava che se avesse tenuto tutto per sè avrebbe potuto viverla e tenerla con sé per sempre.
Ma evidentemente non era così.
Non sarebbe stato tutto eterno come aveva sperato e Zulema non meritava di soffrire.
Macarena doveva prendere l'unica decisione giusta. Doveva fare la cosa giusta. E doveva farla il prima possibile.
Rimasero lì, in silenzio, fino al calare della sera, fino a quando Macarena non prese la sua decisione.
La bionda si alzò e subito si guadagnò l'attenzione di Zulema.
"Andiamo dentro" disse seria Macarena e, senza dire nulla, Zulema la seguì.
Entrarono nella roulotte e Macarena si sedette sul letto a gambe incrociate.
"Non mangi Rubia?" Chiese Zulema.
Macarena scosse la testa "Vieni qui"
Zulema si avvicinò al letto e si sedette di fronte a Macarena.
"Devo dirti delle cose" esordì la bionda.
Zulema la guardò.
"So il motivo per cui sei qui" Macarena sospirò "Sono io Zulema"
"Cosa vuoi dire?" Chiese la mora.
"Voglio dire che sei qui perchè io ti ho voluta qui, tu... Tu non sei facile da dimenticare..." disse Macarena, che sentiva non sarebbe stato per niente facile dire tutto ciò che provava "... Da quando te ne sei andata la mia vita è andata a rotoli. Non riuscivo a perdonarmi il fatto di averti abbandonata lì, nel deserto. Di non essere rimasta con te. Le tue ultime parole continuavano a tornarmi nei sogni e mi svegliavo sempre con la tachicardia perchè sapevo che ero stata un'egoista, che sarei dovuta rimanere o almeno ritornare indietro e stare lì con te, morire lì con te... "
"Hai fatto quello che ti ho chiesto io Maca" la interruppe Zulema "Non ho mai pensato che fossi stata egoista nell'avermi lasciato lì. Avevo una malattia, sarei morta comunque e ho preferito non morire in un ospedale di merda. Ho preferito dare la mia vita a te"
"So che me lo avevi chiesto tu, che l'hai fatto per me, ed era proprio per questo che i miei sensi di colpa erano più forti e la mia vita, senza di te, sentivo che non aveva senso..." Macarena avvicinò la propria mano a quella di Zulema, le loro dita si intrecciavano, non come avrebbero sperato, ma erano intrecciate idealmente "... ho fatto cose di cui non vado fiera... Saray è stata fondamentale per me, mi ha sempre tenuta d'occhio da quando te ne sei andata. Nonostante anche lei stesse soffrendo mi ha aiutata tanto. Mi ha salvato la vita quando... "
"Hai cercato di suicidarti" la interruppe nuovamente Zulema.
Macarena sgranò leggermente gli occhi "Come... come fai a saperlo?"
"Erò lì Maca, ci sono stata per un istante, ma c'ero. Ti ho vista mentre sputavi l'acqua ed io ero lì... e non potevo fare nulla per salvarti..."
"Allora eri tu... eri davvero tu. Io... pensavo di aver avuto un'allucinazione" disse Macarena, incredula.
Zulema scosse la testa "Nessuna allucinazione. Ma perchè lo hai fatto? Hai anche un bambino in grembo"
"Ero piena di sensi di colpa, sia perchè ti avevo abbandonata, sia perchè non ero mai riuscita a dirti davvero quello che sento per te. Non mi importava più di nulla, volevo stare di nuovo con te, a qualsiasi prezzo" Macarena sospirò.
Zulema avrebbe tanto voluto stringere Macarena a sè, sapeva quanto dire quelle cose le stesse costando. Affrontare i propri sentimenti, i propri dolori non era facile. Zulema lo sapeva bene, aveva dovuto farlo tante volte.
"Non è quella la soluzione Maca" disse Zulema.
"Lo so... lo so. Ma... io non riuscivo più a vivere senza di te Zulema. I nostri ultimi anni insieme sono stati i più belli della mia intera vita, non perchè facevamo rapine, non perchè avevamo più soldi di quanti ce ne servissero. No... era perchè ero con te Zulema. Tu hai reso la mia vita migliore, tu mi hai insegnato a vivere, mi hai insegnato ad amare oltre l'odio. Mettendolo da parte per far spazio a qualcosa di infinitamente più forte" Macarena si asciugò le lacrime che avevano iniziato a scendere lungo le guance.
Zulema portò una mano sul suo viso. Quanto avrebbe voluto asciugare quelle lacrime e non vederle più rigare quel bellissimo viso. Quanto avrebbe voluto farle scomparire per donare di nuovo il sorriso a Macarena. Quel sorriso che Zulema tanto amava. Quel sorriso che Zulema sarebbe rimasta ad osservare per ore ed ore senza mai stancarsi.
Macarena chiuse gli occhi, cercando di immaginare il vero tocco della mano di Zulema. La sentiva, forse per uno scherzo del destino, ma chiudendo gli occhi le sembrava davvero di sentirla accarezzarle la guancia, mentre cercava di cacciare via quelle lacrime.
Riaprì gli occhi e Zulema era ancora lì, che la guardava.
Zulema si fece spazio e si stese sul fianco sinistro sul letto e Macarena la imitò, stendendosi sul fianco destro, in modo che fossero l'una di fronte all'altra.
Macarena allungò la mano e con il dito tracciò i lineamenti del viso di Zulema, proprio come aveva fatto quella fatidica notte.
Zulema, proprio come aveva fatto Macarena poco prima, chiuse gli occhi, ripercorrendo quel momento nella sua mente. E nello stesso momento in cui Macarena attraversò le sue labbra, Zulema le schiuse, proprio come se avesse sentito il tocco di Macarena.
"Guardami" sussurrò la bionda.
Zulema riaprì gli occhi e si tuffò in quegli occhi smeraldo che si erano avvicinati a lei.
Macarena si sporse leggermente verso Zulema. Sapeva che probabilmente nessuna delle due avrebbe sentito qualcosa, ma voleva comunque dar voce ai propri sentimenti con quel gesto.
Posò le proprie labbra su quelle di Zulema ed entrambe chiusero gli occhi. Entrambe cercavano di immaginare la consistenza delle labbra dell'altra, il loro sapore.
Era un gioco di immagini. Immagini mentali che prendevano forma nella loro testa, per cercare di colmare quel vuoto che l'assenza di Zulema aveva portato.
E per un istante, a Macarena, sembrò di aver davvero assaporato, per la prima volta, le labbra di Zulema, fu come se per un momento solo riuscì a sentirle sulle sue. Ma quello che pensò fu che era solo un cattivo scherzo che il suo cervello le stava giocando.
Riaprirono gli occhi e Macarena posò di nuovo la testa sul cuscino.
"Mi devi promettere una cosa" disse improvvisamente Zulema.
"Dimmi"
"Che ti prenderai cura di te, del tuo bambino, che non proverai più a fare stronzate. I tuoi occhi hanno ancora tanto da vedere" le intimò Zulema.
"Non posso prom..."
"Promettilo Maca. Promettimelo, ti prego" la supplicò Zulema con gli occhi lucidi. "Ho bisogno di sapere che starai bene, che crescerai tuo figlio e che sarai una madre fantastica"
Le lacrime di Macarena si posarono sul cuscino, che di lacrime ne aveva viste davvero tante.
"Te lo prometto" disse infine Macarena.
"Bene" disse Zulema.
"Zulema io ti amo" confessò Macarena. "Ti amo come non ho mai amato nessuno, e continuerò ad amarti fino alla fine dei miei giorni"
"Anche io ti amo Maca. Sei l'unica che non si è fermata alle apparenze, che ha visto altro, oltre la corazza. Ti ho amata e ti ho pensata fino a quando ho esalato il mio ultimo respiro e continuo ad amarti e pensarti anche ora"
Le due intrecciarono, le loro mani, in modo che si incontrassero, che si unissero, come fossero un'unica mano.
Con la mano libera Zulema accarezzò, idealmente, la pancia di Macarena, si schiarì la voce e cominciò ad intonare le parole di una canzone:
"Hijo del corazón
Deja ya de llorar
Junto a ti yo voy a estar y nunca más te han de hacer mal"
Macarena non l'aveva mai sentita cantare e gli occhi le divennero lucidi sentendo quelle parole provenire proprio da lei.
Proprio da Zulema.
Era una promessa che stava facendo a quel bambino.
La promessa di stargli accanto, di proteggerlo. E per Macarena quella promessa "silente" la rassicurò.
Anche il suo bambino l'avrebbe avuta accanto, per sempre, anche non conoscendola.
Si guardarono cercando di imprimere gli occhi l'una dell'altra nella loro mente e poi li chiusero insieme.
"Ci sarai ancora domani?" Chiese Macarena.
"Domani, dopo domani. Per sempre amore mio"

Macarena si guardò attorno era buio, aprì e chiuse gli occhi per cercare di abituarsi al meglio all'ambiente.
"Rubia"
Macarena si voltò e sorrise nel vedere la sua mora.
"Zulema"
Zulema si avvicinò a Macarena e le accarezzò il viso. In quel momento la mano di Zulema toccò davvero la bionda che, stupita, portò la sua stessa mano su quella di Zulema.
"Riesco a sentirti Zulema. Perchè?" Chiese Macarena.
"Perchè pensandomi, ricordandoti di me, mi hai riportata indietro, mi hai desiderata così tanto da potermi anche toccare"
Macarena abbracciò la sua Zulema e subito le posò un bacio sulle labbra che la mora ricambiò senza esitare un secondo.
"Rimani con me" disse Macarena.
"Rimarrò sempre con te Rubia. Ogni qual volta vorrai, io ci sarò"
Zulema poggiò una mano sulla pancia di Macarena, felice di poter finalmente toccare il suo futuro figlio.
"Parlerò di te" disse Macarena, poggiando la mano su quella di Zulema.
Mantenendo quella posizione Zulema appoggiò la fronte su quella di Macarena.
"Non sei più sola"

Macarena si svegliò quella mattina. Era su un solo lato del letto, probabilmente per lasciare lo spazio a Zulema.
La bionda si voltò...
Zulema non era lì.
Macarena fissò il soffitto mentre le lacrime iniziarono a scenderle lungo le tempie. Sospirò.
Nessun attacco d'ansia, nessun respiro corto, nessun battito accelerato.
Zulema non era più con lei.
Eppure...
Sembrava le avesse lasciato la tranquillità che la sua presenza infondeva a Macarena.
La bionda si mise a sedere e subito si asciugò le lacrime.
Il telefono squillò e Macarena lo afferrò.
"Saray" sussurrò Macarena, sorridendo leggermente prima di rispondere.
"Pronto?"
"Bionda! Buongiorno, come state?" Chiese la donna.
Macarena accennò un sorriso "Ci sono solo io Saray"
Ci fu un attimo di silenzio in cui evidentemente Saray rifletté, poi parlò "Le hai detto tutto?"
"Si Saray, le ho detto tutto. Ogni singola sensazione che mi da, ogni emozione, ogni brivido. Le ho raccontato tutto"
"Come mai? Non volevi tenerla con te?" Chiese Saray.
"Certo...  ma stava svanendo e stava soffrendo" Spiegò Macarena mentre prendeva la polaroid e la accarezzava con il pollice. "Sono stata cieca per tutto il tempo in cui è stata con noi. Sono stata di nuovo egoista, pensando solo a me"
"Maca..." cercò di interromperla Saray.
"No Saray, è vero. Ho pensato solo a me, mentre lei si sentiva sicuramente in difetto perchè non poteva starmi vicina come voleva. Avrei voluto tenerla con me per sempre, lo sai. Ma non volevo continuare a farla soffrite. Non lo meritava"
"Sei stata coraggiosa Maca, sai? Hai tantissima forza e, al contrario di quello che pensi tu, hai un grande cuore" le disse Saray "Non so in quanti lo avrebbero fatto. Altre persone avrebbero preferito continuare ad essere egoisti e far finta di nulla. Tu non l'hai fatto. Sei stata sincera con lei e con te stessa e l'hai lasciata andare"
"Grazie Saray..."
"Non ringraziarmi Maca, sei una forza della natura" Saray fece una pausa "Come ti senti?"
"Meglio. Stamattina non mi sono svegliata con gli attacchi di panico, ero... tranquilla"
Saray sorrise dall'altra parte del telefono "Lei sarà sempre con te bionda, vivrà nel tuo cuore per sempre, finchè vorrai ricordarla"
"Per tutta la mia vita quindi?" Chiese Macarena sorridendo, portandosi la polaroid al petto.
"Per tutta la tua vita, proprio come me"
"Grazie Saray, grazie per essermi sempre accanto, nonostante tutto" la ringraziò Macarena i cui occhi divennero lucidi. Aver trovato Saray fu davvero una salvezza per lei e sapeva che Zulema era felice del rapporto che avevano instaurato.
"Non mi ringraziare bionda, io ci sono e ci sarò. Io non me ne vado, Maca"
"Grazie Saray, anche io non me ne vado. Puoi contare su di me"
"Zulema ci aveva visto bene" disse Saray, quasi sovrappensiero.
"Cosa intendi?" Chiese Macarena.
"Aveva visto tanto potenziale in te, nonostante quello che avete passato. Ci sono stati giorni in cui mi ha parlato solo di te. In carcere in particolare. Ma sai com'è... dice delle cose e poi si nasconde subito" Saray rise a quel ricordo.

"Quella biondina del cazzo" disse Zulema entrando furiosa in cella.
Saray saltò giù dal proprio letto "Ancora Macarena?"
"La odio" Zulema si passò una mano tra i capelli.
"Che ha fatto 'sta volta?" Chiese Saray alzandosi il colletto della camicia gialla.
"Niente, mi è passata di fianco e mi ha guardato con quell'aria di sufficienza. Stavo per sbatterla al muro"
"Sbatterla al muro? Addirittura?" Saray aggrottò le sopracciglia.
"Sì, per farle capire che non è superiore a nessuno. Deve solo ringraziare che c'era troppa gente"
"Ma davvero?" Saray stentava a credere a tutte quelle parole. Zulema non parlava mai, soprattutto non parlava mai di altre persone all'interno del carcere e il fatto che lo stesse facendo con Macarena la insospettì.
"E cos'è quest'aria da sapientina che hai oggi Saray?"
"Niente, mi chiedevo perchè mi stessi parlando di Macarena e perchè ti desse così fastidio che ti guardi con sufficienza" spiegò semplicemente Saray.
"Perchè si crede di essere la padrona del carcere con quella sua aria da principessina, con quei capelli biondi che le ricadono sulle spalle, quel sorrisetto che le fa uscire le fossette sulle guance e quei maledetti occhi verdi" Zulema sbatté il palmo della mano sul tavolino all'interno della cella. "Cazzo se la odio"
Saray la guardò, la osservò attentamente e capì che quello non era il solito atteggiamento di Zulema quando odiava qualcuno.
La presenza di Macarena le dava fastidio, questo era certo, ma non come Zulema voleva dare a vedere.
Saray era abbastanza sicura che le dava fastidio perchè era difficile riuscire a resisterle e nessuno aveva mai avuto in pugno Zulema Zahir.

"Chissà... Magari avevo già fatto colpo dai primi giorni in carcere" rise Macarena.
"Chissà, forse si" ribattè Saray accompagnandola in quella risata così sincera che una lacrima le scese sulla guancia.
Saray asciugò la lacrima e poi parlò di nuovo "Allora, ci vediamo nel pomeriggio? Dopo il tuo turno di lavoro?"
"Certo Saray, con molto piacere"
"A più tardi biondina ossigenata" disse Saray.
Macarena sorrise "A più tardi gitana"
La donna chiuse la telefonata e poi posò un bacio sulla polaroid.
"Buongiorno" disse e poi come di consueto preparò il caffè e, dopo averlo versato nella propria tazza uscì dalla roulotte.
Si sedette sulla sdraio.
Le sembrava di rivivere il giorno il cui Zulema tornò.
E infondo sperava che sarebbe stato così. Sperava che, uscendo dalla roulotte, l'avrebbe trovata lì, proprio dove l'aveva vista quando pensava di soffrire di allucinazioni.
Sperava di ritrovare quel bellissimo sorriso che raramente riservava ad altre persone che non erano la sua Rubia.
Sperava di ritrovare quelle braccia che davvero potessero stringerla, non in un sogno, ma nella realtà.
Sperava davvero di svegliarsi e ritrovarsi nel letto, accanto a lei, mentre le accarezzava i capelli con dolcezza. Quella dolcezza che, Macarena aveva capito, era riservata solo a lei.
Sorrise e si accarezzò la pancia chiudendo gli occhi.
Quando improvvisamente...
Un piccolo calcio arrivò sulla mano di Macarena.
Lei sussultò, si guardò la pancia e poi, con gli occhi lucidi, guardò il cielo, sperando che, in qualche modo, da qualche parte, le sue parole potessero essere udite.
"È vero amore mio. Non sono più sola"


ANGOLO DELL'AUTRICE!
Eccomi qui con l'epilogo di questa storia!
Siamo giunti alla fine di questo breve, ma bellissimo viaggio.
Che ne pensate? Vi è piaciuta?
Spero tanto di sì, spero di avervi fatto emozionare e di essere riuscita ad arrivare a tutti voi!
Io vi ringrazio dal profondo del mio cuore per avermi accompagnata in questa avventura, non avevo mai scritto una fanfiction Zurena a più capitoli ed ero molto insicura a riguardo, ma ci ho voluto provare e spero davvero di avervi lasciato anche un piccolo segno!
Se vi va continuate a seguirmi
Instagram: laylaparamour
Con affetto,
LaylaParamour💕
  
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