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Autore: moira78    11/01/2021    3 recensioni
Candy e Albert si conoscono da sempre e, da sempre, un filo invisibile li lega. Ma la strada che li porterà a venire a patti con i propri sentimenti e a conquistare la felicità sembra essere infinita e colma di ostacoli...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno recensita su entrambi i siti, che mi hanno lasciato un pensiero sui gruppi Facebook o che semplicemente hanno inserito questa storia tra le preferite. Grazie di cuore!
 
Miss Pony e Suor Lane si guardarono alla luce delle lampade ad olio che avevano acceso, mentre Candy si torceva le mani in attesa delle loro parole. Il rituale serale della loro riunione in quella stanza, quella notte parve a Candy una sorta di esame da sostenere: non era più l'infermiera di mattina e la direttrice aggiuntiva della Casa di Pony il pomeriggio: era semplicemente Candy, che aveva bisogno di confessare i suoi più reconditi segreti alle donne che l'avevano cresciuta.

"Candy, cara, sei sicura dei tuoi sentimenti?", le domandò Suor Lane. "Quell'uomo è stato così generoso con te che non merita di illudersi e soffrire, lo capisci vero?".

"Io...", tentò Candy ma la voce amorevole di Miss Pony la interruppe.

"Suvvia, Suor Lane, abbiamo ben visto da quanto tempo lo conosce. Sono più di dieci anni che Candy ha modo di interrogare il suo cuore, saprà quello che prova, dico bene, tesoro?".

"Sì, ma allora... quel Terence? Ricorda quando la nostra Candy è corsa qui sperando di trovarlo e non ci ha neanche salutato?".

"Oh, ma è stato molto tempo fa e...".

"Ah-ehm", si schiarì la voce la diretta interessata, volendo intervenire in quella conversazione ma tentando di non essere maleducata. Le brave donne s'interruppero e la guardarono. "Scusatemi, vi darò delle spiegazioni. Perlomeno, quelle che ho dato a me stessa".

Sia accomodarono meglio sulle sedie e Miss Pony versò un po' di tè nelle tazze: "Sapete che lo zio William, Albert e il mio Principe della Collina sono la stessa persona. E sapete che l'ho conosciuto quando ero solo una ragazzina e temevo di aver perso Annie per sempre".

Loro annuirono sorridendo.

"Bene, e sapete anche che ho sempre considerato Albert come un fratello, a prescindere dalle personalità che mi nascondeva, seppure in buona fede. C'è stato un periodo, quello in cui lui ha perso la memoria, in cui abbiamo vissuto insieme e io mi occupavo di lui. Non sopportavo l'idea che se ne andasse in giro da solo, vagando alla ricerca di se stesso senza nessuno al suo fianco e non solo perché gli dovevo la sua amicizia e il suo appoggio incondizionati. Gli volevo bene davvero, ma probabilmente i miei sentimenti allora erano ancora acerbi, visto che sono andata a New York da Terence".

S'interruppe per un istante, ricordando quel periodo e focalizzando ciò che aveva provato.

"Ricordiamo molto bene quanto fossi stata male dopo la separazione dal signor Grandchester, ci hai raccontato che ti sei ammalata e che il signor Albert si è preso cura di te. Però, Candy... eravate un uomo e una donna che vivevano sotto lo stesso tetto, non hai detto tu stessa che hai avuto qualche problema con il padrone di casa a causa delle voci che giravano?", intervenne in tono dolce Miss Pony.

"Ci siamo comportati sempre come un fratello e una sorella e spero che voi non dubitiate mai di questo, anche se devo ammettere che forse qualcosa in me ha cominciato a cambiare proprio in quel periodo. L'idea di tornare a casa e cucinare per lui... o almeno tentare, perché era lui il cuoco migliore tra noi due, mi riempiva di gioia. Forse stavo superando il confine sottile tra il considerarlo un carissimo amico e un marito, ma il pensiero di Terence era ancora troppo forte perché me ne rendessi conto. A conti fatti, è stato grazie ad Albert se alla fine sono riuscita ad andare avanti con la mia vita. Tutto quello che è accaduto dopo è stato un processo doloroso di allontanamento da quel sentimento, che era stato tanto forte ma sfortunato: ormai Terry apparteneva a Susanna". Candy sorseggiò il suo tè, beandosi del calore che la tazza trasmetteva alle sue mani. Quel semplice gesto le consentì di riprendere fiato e mettere ordine nei suoi pensieri.

"In quel periodo chi c'era nel tuo cuore, Candy?", chiese con delicatezza Suor Lane sporgendosi un po' in avanti.

Lei si lasciò sfuggire una risatina amara: "Albert è diventato parte preponderante della mia vita: ci scambiavamo lettere continue e ci siamo incontrati più volte a Lakewood, come ricorderete, anche per il mio compleanno. Insomma, io sono andata davvero avanti e stare con lui e condividere i miei pensieri è diventata la mia nuova normalità. La verità è che accettavo semplicemente di essergli accanto e di non vedere l'ora che tornasse dai suoi viaggi di lavoro, senza interrogarmi più di tanto. Almeno fino a quando Susanna non è morta e Terence non mi ha mandato quella lettera".

Calò il silenzio e Candy fu grata alle sue due mamme per non interromperlo, perché quello era il fulcro del suo cambiamento e voleva spiegarlo bene. Se fosse riuscita ad aprirsi con loro, forse sarebbe riuscita a farlo anche con Albert. Che poi lui ricambiasse i suoi sentimenti era tutta un'altra storia, ma doveva fare le cose un passo alla volta.

"Mi sono resa conto", cominciò lentamente, "che quello che sentivo per Terence si era affievolito, non ho fatto i salti di gioia nel saperlo ancora innamorato di me. Tutt'altro. Ho provato un senso di... amarezza, perché temevo di non potergli più dare quello che si aspettava da me. E i miei pensieri... sono tornati ad Albert".

Tacque, incapace di aggiungere altro.

Dopo un intero minuto intervenne Suor Lane: "Candy, tra quello che hai appena detto ed essere convinta di esserti innamorata del signor Albert però c'è un po' di differenza, o sbaglio?".

"È per questo che voglio vedere Terry. So che può suonare crudele, ma solo avendolo davanti potrò capire davvero per chi batte il mio cuore e se non sarà per lui, almeno potrò dirglielo a quattr'occhi e non per mezzo di una fredda lettera".

"E cosa succederà se ti accorgi che ti sei sbagliata e che invece c'è lui nei tuoi pensieri? Rimarrai a New York?", chiese Miss Pony riponendo la sua tazza ormai vuota sul tavolo.

Candy scosse la testa: "Non lo so, ma di sicuro non posso parlare ad Albert dei miei dubbi finché non saranno dissipati. Non sono affatto certa che lui mi veda come una donna, anzi, è più probabile che mi consideri solo una cara amica. Ma non voglio innescare meccanismi difficili da riavvolgere, mi capite?".

Suor Lane annuì: "Sono completamente d'accordo con te. In ogni caso non sarebbe corretto illuderlo. E quando partirai?".

Candy tamburellò sulla tazza con le dita, riflettendo: "Penso che ci vorrà qualche giorno, devo avvisare Terence che ho bisogno di parlargli e sistemare il lavoro. Inoltre Albert vuole che partecipi a un ricevimento di beneficenza questo fine settimana e non voglio deluderlo".

"Sì, ma cosa gli dirai? Lui ormai sa bene quali sono i tuoi spostamenti e...", obiettò Miss Pony.

Candy si picchiò la fronte con una mano: "Accidenti, non ci avevo pensato!", esclamò. "Gli dirò che devo andarci per lavoro: lì c'è un grande ospedale, quindi... ecco! Posso raccontargli che una mia carissima collega mi ha chiesto di supportarla perché deve assentarsi e nessuno può darle il cambio, così io...".

"Candy", dissero in coro Miss Pony e Suor Lane con un tono fermo che non concedeva repliche.

Lei scrollò le spalle, come sgonfiandosi e rilasciò un sospiro: "Sono bugie, vero? E io non dovrei raccontare bugie, specie ad Albert".

Loro annuirono sorridendo.

"Però se gli dico che vado da Terence lui penserà...".

"Candy, hai ben detto che lui ti tratta come una sorella. Se così fosse non lo ferirai ma neanche gli farai capire che forse provi qualcosa per lui. Forse sarà sufficiente che tu gli comunichi la tua intenzione di rivedere il duca di Grandchester per chiarire le cose tra voi, senza approfondire".

"Oh, Miss Pony, che pasticcio!", si lamentò Candy gettandosi fra le sue braccia in cerca di conforto. Avrebbe di certo seguito il suo consiglio, ma non era certa di poter fingere indifferenza davanti al suo principe. Purtroppo, quello che provava traspariva sempre ed era visibile soprattutto ad Albert che la conosceva anche meglio di Terence.

"Su, su, coraggio. Che fine ha fatto la coraggiosa bambina che si arrampicava sugli alberi e affrontava ogni difficoltà? Segui sempre il tuo cuore, piccola Candy, e vedrai che sarà tutto più semplice".

"Grazie, Miss Pony, farò come dice e cercherò di non apparire ad Albert diversa dal solito. Ho però il sospetto che se i miei sentimenti saranno confermati, dopo la visita a Terry, dovrò faticare parecchio per farmi vedere da Albert come una donna e non come una ragazzina piagnucolosa", concluse asciugandosi una lacrima furtiva.

"Per quello c'è tempo, tesoro mio. Se il suo cuore è pronto non gli ci vorrà molto per innamorarsi di te", disse Suor Lane.

"Spero proprio che lei abbia ragione".

                                                                                         ***

"Sono pronto a confessare a Candy i miei sentimenti", dichiarò William Albert Ardlay riponendo i documenti nel cassetto con un gesto deciso e cominciando a camminare lungo tutto il perimetro dello studio. Si slacciò i polsini e si tirò su le maniche della camicia, godendo del senso di libertà dopo tante ore di lavoro.

"Scusi?", la faccia stupita di George era impagabile e lui scoppiò a ridere.

"Non dirmi che non te ne sei mai accorto! Certo, io stesso ci ho messo un po', ma...".

"Certo che me ne sono accorto, non ci vuole molto a distinguere la devozione di un tutore dall'adorazione di un uomo innamorato", commentò l'uomo.

"Sapevo che avresti capito! E di lei cosa mi dici? Hai notato qualcosa nel suo comportamento?", gli chiese speranzoso, posandogli una mano sul braccio. Si sentiva esaltato come mai in vita sua.

"Ma, signorino William, che le posso dire? Io posso solo darle un parere personale, non sono in grado di dichiarare una verità inconfutabile", rispose sulla difensiva.

"Beh, fallo lo stesso. Sai quanto mi fidi del tuo giudizio, poche volte hai sbagliato a consigliarmi. Anzi, forse mai", riprese fervidamente, allargando le braccia.

George si schiarì la voce e ad Albert parve alquanto in imbarazzo. Ma ci teneva ad avere un suo parere, era come il padre che lui aveva perso quando era appena ragazzino: "Ecco, di sicuro ho notato nella signorina Candy un profondo cambiamento. Quando sta con lei, da quel che ho potuto vedere, mi sembra sempre felice, serena. Si ha come la sensazione che si trovi... nel posto giusto, quando le sta vicino".

Quelle parole riempirono il cuore di Albert come una manna benefica e si ritrovò a sorridere come un adolescente alla prima cotta: "È la stessa sensazione che ho avuto io. E la condivido in pieno. È dai tempi della nostra convivenza che il mio cuore è pronto per lei e non voglio più aspettare".

"Ma... signorino William, che mi dice del Duca di Grandchester? Lei è certo che...".

Albert sentì i muscoli del suo volto rilassarsi in un'espressione più seria. Smise di passeggiare per la stanza e andò alla finestra, fissando un punto lontano: "Non lo so, George. Candy mi ha fatto leggere il suo diario in qualità di prozio William e io gliel'ho restituito come Albert. Da quel giorno non abbiamo più parlato di lui. So che era molto triste per la morte di Susanna, ma non ho idea di cosa sia accaduto tra loro dopo, se si siano scritti o... rivisti".

"Capisco".

Chiuse gli occhi, riflettendo a lungo, poi si voltò verso il suo fedele confidente e aggiunse: "Ho messo in conto anche un suo rifiuto, pur se non ti nascondo che in me prevale la speranza che mi scelga. Se così non fosse... ebbene...", sedette sul divano, riavviandosi i capelli dalla fronte, frustrato, "le sarò comunque accanto e la sosterrò. Ma sarà difficile essere lo stesso di prima e dimenticarla. Magari farò un altro viaggio".

George alzò un sopracciglio, con fare ammonitore: "Le ricordo che i suoi viaggi hanno comportato ritardi considerevoli nei rapporti con i nostri soci e la finanza non ha sentimenti. A questo punto devo augurarle doppiamente che Candy decida di fidanzarsi con lei o potremmo avere seri problemi".

Albert rise di gusto, si alzò dal divano e gli diede una pacca sulla spalla: "Bene, grazie per il pensiero, ma ricordati che in famiglia abbiamo anche il valevole Archibald Cornwell...".

"...che è molto preso dai preparativi del suo matrimonio con la signorina Brighton...", lo interruppe discretamente.

"...e che ha un fiuto eccezionale per gli affari, oltre ad amare molto più di me questo mondo. Potrei dire che è il mio braccio destro". Lesse il disappunto negli occhi di George e si affrettò a rettificare: "Ok, dopo di te. Diciamo che è il sinistro". Gli fece l'occhiolino e uscì dalla stanza, canticchiando un vecchio motivo scozzese che avrebbe voluto provare con la cornamusa in occasione del ricevimento ormai prossimo.

Non sapeva perché, ma era davvero ottimista sul suo futuro.
   
 
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