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Autore: mp_coshh    11/01/2021    0 recensioni
Oh baby baby it's a wild world
It's hard to get by just upon a smile
Oh baby baby it's a wild world
And I'll always remember you like a child, boy
-
((Wolfstar fanfiction))
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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ciao carissim*!
probabilmente l'inizio potrà sembrare un pò lento,
ma dopo due o tre capitoli si entrerà nel vivo della storia, promesso!
ci tenevo a fare una piccola introduzione del personaggio
e del suo background prima di cominciare..
detto ciò, buona lettura!


 
Capitolo I. Il morso

1965


 

Era una notte fredda. Il piccolo Remus Lupin era nel suo letto già da più di un'ora ma non riusciva a dormire. Oltre al fatto che era arrabbiato con sua madre perché era stato mandato in stanza presto quella sera, e invece lui voleva assolutamente continuare a giocare, in quel preciso momento era terrorizzato. Era certo di aver sentito un rumore provenire da sotto il letto, ma ovviamente non avrebbe mai controllato. Non sapeva come comportarsi e nel dubbio continuò a fissare la luce dei lampioni che si rifletteva sul soffitto. Raddrizzò le orecchie quando sentì i passi dei genitori salire le scale e dirigersi verso la loro camera da letto, che si trovava esattamente di fronte a quella di Remus. Alzò di scatto il busto e si chinò nella speranza di vedere la donna e l'uomo.

“Mamma? Papà?” chiese il bambino.

Il viso di Lyall, il padre di Remus, spuntò dalla porta. 

“Sì? Cosa c'è tesoro?” domandò dolcemente l'uomo.

“Ho sentito un rumore, papà!” disse Remus cercando di mantenere la calma il più possibile “Veniva da sotto il letto! Magari è un mostro!” 

“Hey hey” Lyall entrò nella camera, si sedette sul letto e iniziò a parlare “Amore di papà, guarda che non c'è niente sotto il letto. Nessun tipo di mostro.” Aveva una voce rassicurante.

Gli occhi di Remus iniziarono a riempirsi di lacrime una volta che alzò lo sguardo e incontrò quelli del padre. Voleva credere a quelle parole, ma lui aveva veramente sentito un rumore. Il padre capì dalla reazione del figlio che le sue rassicurazioni non sarebbero bastate, così si guardò brevemente intorno e disse:

“Sai cos'è stato, secondo me?" il bambino guardò subito il padre con curiosità. Il padre sorrise e poi continuò: “La mamma.” annuì convinto.

“La mamma non è sotto al mio letto papà!” corrugò il viso. Lo faceva spesso quando era sovrappensiero. 

“Ovvio, la mamma non è sotto il tuo letto, ma prima era in cucina.. e la cucina si trova esattamente sotto questa stanza.” disse in modo pacato e si alzò dal letto aggiustandosi i pantaloni. “Prima la mamma ha accidentalmente fatto cadere una pentola. Il rumore dev'essere stato così forte che sei riuscito a sentirlo.” annuiva mentre parlava, nella speranza di poter convincere il figlio di questa versione dei fatti.

Remus aggrottò ancora di più le sopracciglia: non era del tutto convinto, ma la storia che gli aveva appena raccontato il padre aveva senso perciò, dopo averci pensato ancora per qualche secondo, si girò verso il padre e annuì pure lui.

“Lo sai, la mamma è una pasticciona!” l'uomo urlò quest'ultima frase in modo che la moglie la sentisse. Alzò le sopracciglia in modo buffo e fece spallucce sorridendo al figlio.

“Sì, lo sono!” urlò Hope dal bagno in risposta al marito.

Il bambino rise brevemente e si asciugò le lacrime.

“Scusa papà..” disse con tono timido abbassando lo sguardo. In quel momento Remus si sentì travolto da un turbine di emozioni: era arrabbiato perché non aveva potuto finire di giocare, era terrorizzato per il possibile mostro presente sotto il letto e si sentiva in colpa per aver fatto questa scenata. 

“Su dai, adesso non ci pensiamo, eh? È tardi..” fece un sorriso. Si avvicinò nuovamente al letto e iniziò a rimboccargli le coperte. “È ora di andare a dormire. Anche papà e mamma stavano andando a letto.. E se hai ancora paura ci chiami, va bene?” accarezzò dolcemente il figlio e si mise dritto.

“Va bene” annuì ancora e guardò il padre allontanarsi e raggiungere la porta.

“Buonanotte figliolo.” 

Remus rimase solo. Avrebbe preferito che il padre restasse e gli dicesse di andare a dormire nel letto con loro, ma ormai era grande e a quasi cinque anni non si dorme più con i genitori. Inoltre aveva tanto sperato di poter avere una camera tutta sua e ora che finalmente aveva realizzato il suo desiderio non poteva di certo fare un passo indietro e tornare nella stanza di mamma e papà. Doveva essere coraggioso. Fece un grande respiro e guardò la porta socchiusa alla sua destra, poi respirò ancora e tornò a fissare il soffitto. 

Anche se il padre l'aveva praticamente convinto del fatto che il rumore era stato causato dalla caduta di una pentola, una piccola parte dentro di lui credeva a quello che aveva sentito poco prima, e questo bastò per tenerlo sveglio più di mezz'ora. Poi le sue palpebre iniziarono a chiudersi e la testa ad oscillare dal sonno: qualche minuto e sarebbe sicuramente crollato. Quando però aprì gli occhi per l’ennesima volta quello che vide non fu più la luce del lampione proveniente da fuori, ma una sagoma che lo sovrastava nel buio. Tutto successe nell’arco di pochi secondi. Remus cercò subito di coprirsi, ma delle mani grosse, forti e piene di peli fermarono le sue, piccole e tremanti, e fecero volare via le coperte dal letto. Il bambino era bloccato dalla paura: si rannicchiò su se stesso e pianse disperatamente con la faccia premuta sul cuscino. L’uomo, che nel togliere le coperte si era temporaneamente distratto, appena sentì il bambino piangere si girò nuovamente verso di lui e lo raggiunse a grandi passi saltando sul letto. Remus urlò: un dolore lancinante lo aveva appena colpito al fianco destro. Poi diverse luci verdi illuminarono la stanza e l’uomo venne scaraventato via. 

“Greyback, brutto bastardo!” sbraitò Lyall spuntando dalla porta con la bacchetta in mano. La teneva puntata contro l’uomo che a causa degli incantesimi ricevuti giaceva per terra, appena sotto la finestra alla sinistra del letto. Guardò il bambino torcersi dal dolore e iniziò a ridere. La risata inquietante fu fermata da un colpo di tosse che lo fece tornare serio.

“Sai, la gente dice tante sciocchezze su di noi, quando in realtà non sanno assolutamente nulla! Tu ieri, caro Lyall, ci hai descritto come animali senz’anima, cattivi e bramosi solo di morte.. bene.” si fermò per tossire un’altra volta e poi continuò “Ora sta a te scoprire se questa è la verità o meno.” alzò le sopracciglia e sorrise.

Lyall scosse la testa schifato e urlò: “Vai all’inferno!”. Un’altra luce verde uscì dalla bacchetta e l’uomo scomparve.

Il mago si precipitò su Remus che stava piangendo dal dolore.

“Shh, shh, va tutto bene figliolo, va tutto bene..” disse tenendo la mano ferma sulla ferita. “Hope! Vieni!” gridò.
La moglie raggiunse i due nella stanza e, nel vedere il sangue sulle lenzuola e il morso sul fianco del figlio, si mise le mani alla bocca e rimase immobile per qualche secondo. Si asciugò una lacrima che in quel momento stava attraversando la sua guancia, scosse la testa e chiese: “Lyall, che cosa è successo?”

“Non ora cara.. Adesso vai in bagno e prendi del disinfettante e qualsiasi altra cosa babbana che possa curare le ferite. Subito! Dobbiamo curarlo velocemente!”
Hope corse nel bagno: aprì il mobiletto dei medicinali, prese il disinfettante, alcune garze, dei cerotti e altre cose al volo e poi tornò nella stanza. Appoggiò tutto ai piedi del letto e si girò verso il marito per vedere cosa stesse facendo: faceva lenti movimenti con la bacchetta sul corpo di Remus. Lui la guardò brevemente, poi guardò ancora il bambino che fortunatamente non si contorceva più dal dolore e disse: “Incantesimi curativi. Il ministero ha insistito che imparassimo le basi di primo soccorso.. per ora l’ho tranquillizzato.”. La donna annuì. “Le ferite però hanno bisogno di essere curate.. quello non so come si faccia: ho dovuto saltare la lezione per un lavoro comparso all’ultimo secondo, ma sono sicuro che le cure babbane vadano più che bene.”
“Certo tesoro, mi metto subito al lavoro.” Hope si rimboccò le maniche del pigiama e si legò i capelli velocemente. Poi dolcemente prese con una mano la mano destra del marito e con l’altra la bacchetta, che mise sul comodino, e gli diede un veloce bacio sulla guancia. “Siediti pure e rilassati.” 

Accompagnò l’uomo ad una sedia vicina e poi si girò nuovamente sul figlio. Vedere Remus ridotto in quelle condizioni le fece venire il magone. Quale mostro farebbe una cosa del genere ad un bambino?  Pensò velocemente per poi cominciare a lavorare sulla ferita. Fortunatamente sua madre era stata un’infermiera durante la Seconda Guerra Mondiale e le aveva insegnato tante cose.

Una volta che Hope finì, si allontanò, appoggiò le spalle al muro e sospirò. Il marito prese in braccio Remus, lo spostò nel loro letto, fece un altro incantesimo e il bambino finalmente si addormentò. Guardarono per qualche secondo il corpo del figlio e poi uscirono dalla loro stanza per andare in bagno. Erano entrambi sporchi di sangue.

“E’ tutta colpa mia.” disse Lyall in tono severo. Si sedette sul bordo della vasca e si prese la testa fra le mani.
“Tesoro.. cos’è successo?” la donna si inginocchiò davanti all’uomo e lo guardò.

“Greyback, un lupo mannaro.. sospettavamo ci fosse lui dietro ad un attacco a due bambini perciò l’abbiamo portato al Ministero ma, una volta lì, alcuni miei colleghi hanno iniziato ad avere dei dubbi: pensavano che fosse semplicemente un senzatetto babbano da mandare a casa; io però ero convinto del contrario e ho proposto di tenerlo sotto controllo fino alla prossima luna piena - oggi- in modo da evitare eventuali altri attacchi. Loro hanno iniziato a deridermi dicendo di tornare a lavorare con i mollicci, dato che è l’unica cosa che so fare, mi sono arrabbiato e preso dall’ira ho detto delle parole poco carine nei confronti dei lupi mannari.. Giustamente, dopo questo episodio, mi hanno mandato a casa.” scosse la testa e poi continuò: “L’avranno lasciato andare o sarà scappato, non lo so.. il problema è che questa notte, per vendicarsi delle brutte parole che ho detto nei loro confronti, è entrato in casa e ha morso Remus.”

“Questo cosa significa?” chiese Hope con un tono leggermente allarmato. “Quali sono le conseguenze di un morso di un lupo mannaro?”

“O muori sul colpo, cosa che fortunatamente non è successa..”

“Menomale..”

“O lo diventi.”

Hope impallidì e le gambe le cedettero.

 
   
 
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