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Autore: BlackMist96    12/01/2021    0 recensioni
[Fantasy]
Nel momento del bisogno, un personaggio misterioso che si fa chiamare "Pinguino", assembla un gruppo di razze e classi diverse.
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Salve a tutti, questa è la mia prima storia su EFP, tuttavia questa storia non è di mia realizzazione, ben si di un mio amico che si è ispirato alle nostre sessioni di Drizzit, un gioco di ruolo parodia di D&D che molti di voi conosceranno. Io mi sono limitata a correzioni o piccole aggiunte, il resto è interamente di produzione del mio amico.
AVVISO che molti nomi e fatti sono ispirati a film, serie tv e anime hai quali il mio amico si interessa maggiormente, come Star wars, film e serie tv marvel, ecc...
Spero la storia sia di vostro gradimento :)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo aver fatto rifornimento di viveri e armi (Lory acquistò una decina di coltelli da lancio), il gruppo si ritrovò con la guida al punto stabilito. 

“Bene, mettiamoci in marcia!”

Il gruppo lo guardò : “ Dove sono I cavalli?” Chiese Lory

La guida diede al gruppo le spalle e mentre si metteva a camminare rispose all’assassina : “Cavalli? Chi ha mai parlato di cavalli?”

Lory sbuffo, sentendosi ancora osservata della Dracomante. “C’è qualche problema, lucertolina?“ Chiese in tono duro voltandosi verso Reyna

La Dracomante fece un sorrisetto e rispose : “Nessun problema ragazzina! Amo camminare!”

tck, te lo faccio vedere chi è la ragazzina dopo che ti ho piantato un coltello nel collo….” Pensò Lory. 

Tyranus fu il primo del gruppo a seguire la guida e poi tutti si misero lo zaino in spalla e in marcia.

“Dove siamo diretti?“ Chiese il Necromante.

“Al Deserto Grigio, passeremo per Le Lande degli Incubi.” Rispose la guida senza voltarsi. 

"Mm… carino come nome…" Pensò Lory. 

“Ehy Uomo, c’è qualche taverna lungo il percorso? “ Chiese Drako

Scuotendo la testa l’uomo rispose: “Se c’era la Taverna non vi facevo prendere le provviste Barbaro.”

Drako si fermò di colpo e tuonò: "COME ?? NIENTE BIRRA??”

Un compagno così stupido doveva capitarmi??” pensò Lory ruotando gli occhi sotto la maschera.

“Muoviti Bestione, la strada è lunga!” Disse Reyna mettendosi in fila indiana dietro Lory. 

Controvoglia Drako si mise in cammino chiudendo la fila. 

 

Il gruppo si fermò dopo 4 ore di cammino per fare una pausa. Ormai era pomeriggio inoltrato, e dopo 20 minuti ripresero il cammino tra terreni sterrati e sentieri nei boschi. 

Tyranus raccolse qualche fungo, bacche e frutti di bosco durante la camminata nei boschi invece la guida raccolse dei rami di diversa misura per il fuoco notturno. 

Sembra un bambino al parco giochi...altro che Necromante…" Lory aveva preso in antipatia Tyranus e Reyna. Il motivo era che loro parlottavano sempre a voce molto bassa e aveva sempre i loro sguardi su di sé,la cosa la turbava, soprattutto perché neanche li conosceva, per quanto riguardava la lucertolina era abbastanza sicura di non averla mai vista, un dracomante non si scorda, soprattutto per l’aspetto, ma il negromante, cosa voleva? perchè non si faceva gli affari suoi? O almeno se aveva qualcosa da dirle che lo facesse e basta. Drako non l’aveva antipatico ma li faceva venire il voltastomaco solo a vederlo. Si stava pentendo di aver accettato questa missione. Credeva che fosse sola e lei adorava lavorar da sola. 

 

“Come pensi di scoprire chi è il mandante?” Chiese Reyna, che si era affiancata nuovamente al Necromante, a bassa voce.

Tyranus si prese un lampone da una dei sacchetti che si era legato alla cintura e se lo mangiò mentre rispondeva a Reyna: “Guadagnando la sua fiducia di Lory.”

Reyna abbozzò una risata. Tyranus offrì alla Dracomante un paio di mirtilli, lei rifiutò e a quel punto se li mangiò lui. 

“Fiducia? Hai visto che non ci rivolge nemmeno una parola?” Sussurrò Reyna a Tyranus. 

Tyranus annuì con la testa e rispose: “Non ti preoccupare Reyna. Mi inventerò qualcosa, e poi ricordati che ho il Nano come piano di riserva.”.

Ottimista!” pensò Reyna staccandosi dal Necromante. 

 

Reyna fece finta di sistemarsi uno stivale e attese il transito dell’assassina per poi ripiazzarsi dietro di lei. 

Che sciocca... Crede che non ho ancora capito che mi tiene d’occhio?...forse i due idioti non hanno capito con chi hanno a che fare...” Pensò Lory.

Reyna diede un'occhiata dietro e Drako si stava avvicinando lentamente tenendo in mano il suo tridente. 

Si avvicinò all’assassina : “Sei brava con i coltelli.”

Lory non la degnò nemmeno di uno sguardo e rispose freddamente: “Me la cavo...”. 

Quelle tre parole erano fredde come il ghiaccio. Reyna voleva stuzzicarla, anche per fare amicizia per aiutare Tyranus: “Hai altre qualità oltre al lancio dei coltelli?”

“Secondo te?” altra risposta gelida

Reyna inarcò le sopracciglia e continuò : “E quali sarebbero?” 

Questa volta Lory si voltò e sempre con il suo tono un po apatico rispose: “Non hai nessun altro da infastidire?”

Reyna si bloccò a quelle parole. Anche se Lory aveva la maschera e la sua voce era ferma, statica e fredda, Reyna poteva sentire i suoi occhi che emanavano uno sguardo infuocato. Non si aspettava una reazione del genere. Prima che potesse controbattere o iniziare a litigare, la guida annunciò: “Sta diventando buio, ci fermeremo qui.”

I gruppo si guardò intorno. Non c’erano punti di osservazione pericolosi e in quella zona era impossibile subire eventuali attacchi. 

“DOVE SIAMO UOMO?” Tuonò il Barbaro che arrivò dopo un minuto dall’annuncio della sosta notturna. 

“Siamo entrati nelle Lande degli Incubi.” rispose calmo la guida.

Lory sedendosi per terra chiese: “Perche questo nome?”. In effetti quella zona non era abitata ma non faceva nemmeno così paura.

Intervenne Tyranus: “Sembra che chi passa la notte in queste terre sia vittima di innumerevoli e spaventosi incubi che sembrano reali.”

Lory lo ascoltò e lo squadrò da testa ai piedi : “Beh buono a sapersi...” rispose.

Quella bastardella parla con lui, incredibile!” pensò Reyna mentre si sedeva su una roccia a poca distanza da loro. 

“ Si tratta di una maledizione...” Rispose corto Tyranus. 

Maledizioni...tck....ho visto di peggio... se per lui questa è una maledizione che fa paura allora non ha idea di come sia la mia vita....” L’assassina si sedette a terra sulle ginocchia e su di esse posò le mani incrociate, chiudendo gli occhi sotto la maschera e prendendo un respiro profondo iniziando a meditare. 

Mentre la Guida stava sistemando la legna per accendere un fuoco, Tyranus e Drako stavano raccogliendo dei sassi e della sabbia, in modo che il fuoco sia controllato anche durante la notte.

“Io non ho incubi Necromante…” disse Drako fiero di dimostrare tutto il suo valore. “Magari questa volta non mi ha chiamato Becchino….”

“…. io non ho paura di niente e di nessuno!” concluse Drako.

Tyranus voleva controbattere ma si ricordò le parole di Reyna, meglio non star a perdere tempo con uno del genere, e annuì con la testa. 

 

Mentre i maschi stavano preparando il fuoco, Reyna stava osservando sempre Lory. Non la perdeva di vista nemmeno per un secondo. Prese la sua borraccia e bevve un sorso d’acqua. Notò che vicino a lei c’era un sasso grande come un arancia. Mentre posava la borraccia, prese il sasso e con forza e grande velocità lo lanciò a Lory. 

Senza aprire gli occhi Lory afferrò il sasso con la mano destra. Aprì gli occhi e guardò Reyna, che  invece aveva un piccolo sorriso.  

“Forse non hai capito, o il tuo cervello è troppo piccolo per capire che sarebbe una spiegazione più valida, ma non ti servirà a nulla...” replicò Lory alla provocazione della dracomante, “Ti consiglio di farla finita se non ti vuoi ritrovare con qualche scaglia in meno…”

Reyna si alzò: “E’ una minaccia, ragazzina?”

 e lo stesso fece Lory: “Tu cosa ne pensi, lucertolina?”

 Le due ragazze si avvicinarono. Lory stava mettendo la mano sul suo pugnale mentre Reyna mostrava I suoi artigli. In più sembrava che dalla bocca di Reyna uscisse del fumo, ma Lory non era intimorita. 

Nello spazio che mancava tra le due, si impiantò per terra il tridente di Drako. Le due si accorsero che I tre maschi avevano acceso il fuoco ed ora le stavano fissando. 

Tyranus stava scuotendo la testa in senso di disapprovazione per quello che stava succedendo. La Guida prese un tegame attaccato al suo zaino e lo mise sul fuoco. 

“Stasera stufato !” si limitò a dire e iniziò a cucinare. 

Le due distolsero lo sguardo dai ragazzi e senza dire una parola si allontanarono l’una dall’altra. 

Drako stava borbottando qualcosa quando andò a recuperare il suo tridente. 

L’assassina diede le spalle alla dracomante e ai ragazzi allontanandosi un po, e nel mentre che si apprestava ad allontanarsi, una lieve folata di vento le fece alzare i lunghi capelli, scoprendo una schiena massacrata da cicatrici da frustata. Senza che ci facesse caso, Lory si andò a sedere nella stessa posizione di prima solo un po più lontana dal gruppo e Reyna invece andò ad aiutare la guida a cucinare lo stufato.

 

Quelle cicatrici? Sembrano frustate.” Tyranus notò le cicatrici sulla schiena dell’assassina.

Quella ragazza è stata torturato o è stata punita per qualche errore che ha commesso.” Improvvisamente Tyranus provò pena per Lory. Era una vittima, proprio come tutte le vittime che aveva ucciso.  

 

Ormai il sole era tramontato, e il gruppo stava pasteggiando con lo stufato preparato dalla guida, Tutti, tranne Lory. 

Tyranus la notò che stava ormai ferma e immobile da diverso tempo. Prese una scodella e la riempì di stufato per consegnarlo a Lory. “Che diavolo stai facendo?” pensò Reyna mentre lo osservava.

Lory vide il Necromante avvicinarsi ma non lo considerò. 

Tyranus era accanto a lei, si inchinò e fece per passare la scodella di stufato. 

“Non te l’ho chiesto...” Rispose freddamente l’assassina. 

L’uomo abbozzò un sorriso e rispose : “Devi mangiare. Domani ci tocca un'altra giornata impegnativa.”

Lory non lo guardò, rimase immobile con lo sguardo per terra. 

Tyranus a questo punto lasciò la scodella accanto a lei.

“Mangialo. Ti terrà in forze.”. 

Il Necromante si allontanò e ritornò al suo posto accanto al fuoco. Sentiva gli occhi di Reyna addosso ma non disse niente. 

 

Lory da sotto la maschera lo guardò. Un gesto gentile, nella sua vita non le era mai stato offerto il cibo da qualcuno, o almeno, a nessuno importava di lei di lei tanto da fare un gesto gentile nei suoi confronti.

Restò ferma per qualche secondo, poi prese la ciottola, si alzò e si allontanò ancora un po dal gruppo andandosi a sedere vicino ad un albero, coperta dall’oscurità, tolse la maschera e iniziò a mangiare dopo essersi assicurata che il gruppo, a quella distanza, non la potessero vedere.

 

Il gruppo notò questa cosa, Reyna rimase quasi a bocca aperta, Tyranus e la guida fecero un piccolo sorriso, mentre Drako finiva la sua cena : “UOMO!! UN ALTRA CIOTOLA!” 

La guida prese la ciotola e la riempì e la consegnò al gigantesco Barbaro. 

“Perchè se n’è andata?” Chiese Reyna incuriosita da questo gesto. 

“Hai notato la maschera?” intervenne la guida. 

Reyna annuì e la guida continuò: “E’ un’assassina. Usa la maschera per non farsi riconoscere, sempre se lascia qualcuno in vita…”

Reyna ritornò a guardare Lory : “Anche con la maschera l’ho riconosciuta.”

“…per quello che sò, un assassino si toglierà la maschera solo e soltanto se potrà fidarsi delle persone che la circondano.” concluse la guida. 

“Quindi lei attualmente non si fida di noi.” Concluse Reyna posando la sua ciotola vuota.

“Se continui a provocarla non credo che si fiderà mai di noi...” intervenne Tyranus. 

Reyna era sorpresa dell’intervento del Necromante. Non rispose e prese dal suo zaino un pezzo di carne secca.

Drako sbadigliò e si sdraiò a pochi passi dal fuoco. In pochi minuti il Barbaro andò nel mondo dei sogni. 

 

Una volta terminata la sua cena, Lory si rimise la maschera e si riavvicinò di poco al gruppo. Si avvicinò un po’ al fuoco, posò la ciotola vicino a quelle degli altri e senza dir nulla, andò dalla parte opposta e si sedette a terra con la schiena contro un albero, si coprì con una coperta che si era portata dietro e cercò di riposare.

“Sarà meglio andare a dormire anche noi.” Disse la guida. 

“I turni di guardia?” Chiese Reyna pronta a prendere questo incarico.

“Non credo che sia necessario.” Intervenne Tyranus. 

Intanto Drako iniziò a russare. Sembrava un orso, forse un orso non faceva così tanto rumore. 

“Uno deve rimanere sveglio e dare il cambio ogni 2 ore.” Ribadì Reyna.

Tyranus sbuffò, la guida intervenne : “Mi spiace dirlo, ma la Dracomante ha ragione!”

Reyna ora era soddisfatta e Tyranus si rassegnò. 

“ Va bene!”

“ Inizio io il primo turno” disse Reyna

“ Il secondo lo prendo io” Disse la guida. 

“ Il primo che mi sveglia per il turno di guardia, lo uccido...” Intervenne Lory. 

“ Va bene, dopo la guida prendo io il turno.” Terminò Tyranus. 

Tutti andarono a riposare e Reyna era la prima del turno di guardia. Non aveva paura dei pericoli che ci potevano essere in quelle lande, voleva rimanere sveglia per sorvegliare Lory. 

 

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Una casa nella foresta, Tyranus si stava guardando le spalle. Era agitato. Stava correndo verso l’entrata. Bussò tre volte. Una specie di codice. La porta si aprì. Apparve un Elfo oscuro. Era più alto di Tyranus, capelli lunghi neri, veste marrone. Aveva in mano una balestra. 

“Amico stai bene?” Disse l’Elfo oscuro. L’immagine era sfuocata. 

“Sono arrivato il più velocemente possibile.” Disse Tyranus entrando.

All’interno della casa c’era una donna, un'Elfa oscura. Era bella, occhi chiari e i capelli neri legati con delle trecce. Il suo vestito era bianco. In mano aveva un pugnale.

“La bambina?” chiese. 

“Sta bene!” Disse un'Elfa oscura. Indicò il piccolo letto e dentro c’era una bambina coperta fino alla testa.

All’improvviso un fruscio strano, dei rumori e qualcosa che sembravano dei passi.

Tyranus estrasse la sua spada corta. Si voltò verso l’elfo oscuro che aveva preso in mano una balestra e incoccato il dardo. 

“State qui,” Bisbigliò il Necromante. 

Aprì leggermente la porta. Uscì e non vide nessuno. Ma qualcuno lo osservava, ed era  molto vicino, troppo vicino. Dal nulla una figura molto piccola attaccò a gran velocità Tyranus e lo ferì con dei pugnali al petto. L’immagine divenne nera, poteva sentire le urla dei due Elfi oscuri, poi il niente. 

Si trovò a terra e vide la casa aperta. Il dolore era atroce. Si toccò il petto e con la sua magia le sue ferite si stavano rimarginando piano piano. Entrò chiamando la coppia che era all’interno. Lo spettacolo era orrendo, la coppia trucidata, massacrata, ferite in tutto il corpo. Erano quasi irriconoscibili. Il pianto di una bambina.

“Nooooo” disse Tyranus cadendo  in ginocchio con le lacrime che gli rigavano il viso

“NOOOOOOOOOOOO” Urlò più forte. L’immagine divenne totalmente nera.

 

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“ NOOOOOOOOOOO!!” Tyranus era a sedere, la fronte che grondava sudore e il fiatone che lo faceva ansimare. Sentiva I battiti del suo cuore all’impazzata. Doveva calmarsi. 

Si accorse dopo pochi secondi che al suo fianco c’era la guida.

“Va meglio?” Chiese appoggiandogli una mano sulla spalla. 

Tyranus voleva rispondergli ma si sentiva Il cuore in gola e si limitò ad annuire con la testa. 

La guida li passò la sua borraccia e bevve un paio di sorsi d’acqua.  Mentre chiudeva la borraccia si accorse che solo loro due erano svegli. Reyna stava dormendo. Il turno era finito.

“Altro... che incubi!” Disse con affanno il Necromante.

“Non sono incubi vero?” Chiese la guida.

Tyranus scosse la testa e rispose: “ Sono ricordi… di quelli brutti...”

La guida si mise a sedere accanto all’uomo. 

“Già...” si limitò a dire.

Tyranus si asciugò la fronte con la manica della veste. “Te hai sognato?”

La guardia aveva gli occhi fissi sul fuoco. “Ho rivisto la morte di Mio padre.”

Tyranus abbassò lo sguardo: “Mi dispiace.” 

La guida gli diede una pacca sulla spalla: “E’ passato tanto tempo.”

Mentre finiva qualcuno si stava lamentando nel sonno. Tyranus vide che il sonno agitato era di Lory. 

“Anche lei ha un incubo.” intervenne la guida. 

Tyranus si alzò e si diresse verso Lory per svegliarla dal suo incubo, o meglio dal suo ricordo.

 

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Lory era all’interno di una sala con molte persone e una di spalle che guardava il fuoco nel caminetto. I volti erano sfocati. Si guardò le mani, era ancora macchiata di sangue. 

Davanti a sé, l’uomo di spalle dai rossi capelli e legati in parte da una treccia. Egli indossava una veste scura ma dagli evidenti tessuti pregiati, il quale lo raffiguravano come un nobile di alta borghesia, un corpo ben scolpito e dei tatuaggi neri su diverse parti del corpo, visibili soprattutto sulle braccia. 

“Ti rendi conto del tuo errore?” disse l’uomo di spalle.

Lory lo guardò per qualche istante senza rispondere e chinò la testa verso terra.

“Mi hai deluso, piccolina” Si voltò e le si avvicinò con passo fermo e deciso. 

“Hai lasciato che qualcuno ti vedesse” concluse l’uomo.

Lory, ora nei panni di una bambina, restò in silenzio per qualche secondo: “non...erano...l'obbiettivo…” tentò di dire con timidezza e paura.

“SILENZIO!” Tuonò l’uomo tirando un forte schiaffo alla bambina facendola cadere da un lato con un piccolo gemito.

“ Loreley… mia piccola e dolce Lory….” Le li avvicinò e si chinò più o meno alla sua altezza e con una mano le prese il viso da sotto il mento con gentilezza.

La piccola Lory si limitò a guardarlo senza proferir parola, tremante e spaventata.

“Sai bene, che il tuo errore non è stato il lasciar in vita quei testimoni, ma bensi un altro” Il rosso la guardò dritta negli occhi, con quegli occhi gialli, così magnetici ma allo stesso tempo così terrificanti. 

“Il tuo errore, è stato l’avere Pietà.” preciso marcando bene l’ultima parola, “li hai risparmiati, per Pietà, piccola Lory, e tu lo sai che certi comportamenti non sono tollerati. Dopo averli uccisi hai infierito sui loro cadaveri e lasciato che le tue emozioni scorressero dentro di te, e sai che non ti è concesso questo lusso” concluse.

La piccola assannina deglutì. “....p...perdonami.... non succederà più...glielo prometto...” esalò con voce tremante.

L’uomo sorrise e una piccola risata uscì dalla sua bocca: “piccola Lory” con una mano le accarezzò il viso come se la volesse rassicurare “certo che non succederà più” la guardò sorridendo “perche ora pagherai questa tua intraprendenza”

Il suo sorriso sparì lasciando il posto ad uno sguardo da carnefice,con un cenno della testa, due assassini presero Lory per le braccia, la fecero voltare e la fecero mettere in ginocchio. “No...ti prego...ti prego no! non accadrà più...lo giuro!” La ragazzina cercò di liberarsi ma la presa di quegli uomini era troppo forte per lei, e non potè altro che implorare pietà con disperazione.

Un altro assassino, tagliò con un pugnale il vestito di Lory e le scoprì la schiena, che era già segnata da molte cicatrici.

“Pagherai il prezzo dei tuoi errori, Loreley.” il primo colpo di frusta venne fece capolinea sulla pelle della bambina la quale urlò per il forte dolore e delle lacrime iniziarono a rigarle il viso. 

“Nessuna pietà” altro colpo di frusta. 

“Un assassino agisce in nome del suo codice, non per i sentimenti” disse l’uomo che sferrò il terzo colpo di frusta, squarciando la pelle di Lory e con essa riaprì vecchie cicatrici che iniziarono a bagnarle la schiena di caldo sangue.

L’uomo sferrò un quarto colpo ferendo ancora di più la sua schiena.

“Ripetilo tesoro” Ordinò con calma il rosso. 

Lory tra I singhiozzi e il dolore ripete la frase dell’uomo: “Un assassino... agisce... in nome del suo codice...non per i sentimenti...”

“Più forte!” tuonò l’uomo, mentre un altro colpo venne dato con forza e violenza.

“Un assassino agisce in nome del suo codice, non per i sentimenti!” disse la piccola Lory tutto dun fiato.

Il rosso la guardò per qualche secondo, poi le si avvicinò, si chinò davanti a lei e le alzò il viso: “Non dimenticarti mai dei codici, essi, insieme a me, sono l’unica ragione per la quale vivi”

Un assassino si preparò a sferrare il suo ultimo colpo: “e tu, piccola mia, mi apparterrai per sempre” il colpo venne sferrato con più forza, con più rabbia e violenza. 

L'uomo dai rossi capelli si alzò e guardò l’assassino che impugnava la frusta: “Continuate finché non crolla” e detto ciò egli se ne andò con le mani dietro la schiena.

Da quel momento, c’erano solo i suoni violenti della frusta che andava ad infrangersi con forza e violenza sul corpo della bambina e le sua urla di puro dolore che ben presto si trasformarono in urla di dolore e disperazione.

La tortura sembrava essere infinità, una vita condannata in eterno dal dolore e dalla sofferenza, poi improvvisamente, una voce le arrivò alle orecchie “… Lory…” in lontananza “…. Lory…..” In quel momento in contatto avvenne e tutto scomparve.

 

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L’assassina si svegliò di scatto, da sotto la coperta estrasse un pugnale, senza realizzare chi o cosa fosse, mise al tappeto la persona davanti a sé bloccandola a terra e puntandogli il pugnale alla gola, solo dopo qualche secondo si rese conto di chi aveva davanti, Tyranus. 

“Ehy calmati!” Disse il Necromante. Lory guardò il negromante da sotto la maschera, e anche se il suo viso non era visibile, c’era affanno nella sua bocca, affanno e tremore, di fatto, il suo corpo si era completamente irrigidito. Guardò Tyranus per qualche secondo, poi lo lasciò e lo spintonò lontano da sé: “MA CHE CAZZO FAI?!” disse sputando parole piene di veleno. 

“Ti ho solo svegliato...” si giustificò Tyranus mettendo le mani in avanti. 

Lory era su tutte le furie. Ansimava ancora dal dolore che aveva provato in quel ricordo. 

“Non te l’ho mai chiesto, non osare riavvicinarti a me o toccarmi di nuovo!!” disse piena di odio.

Tyranus era sbiancato. Forse per la prima volta vide quella ragazza arrabbiata, il controllo che aveva mostrato fino a quella sera era completamente sparito lasciando posto ad una rabbia e ad un odio viscerale.

Reyna si era alzata. “Che Diavolo sta succedendo!

“Lory ti ho svegliata perchè eri in preda ad un incubo.” si giustificò Tyranus.

“Fatti i cazzi tuoi!” Esclamò Lory sempre con il suo pugnale in mano. 

“Intanto abbassa il Pugnale!” intervenne Reyna. 

“Calma Reyna!” La guida placò la Dracomante che si stava per scagliare contro l’assassina. 

Tyranus sempre con le mani davanti rispose all’assassina: “Perchè ho avuto anche io un incubo e anche la Guida.” Lory guardò il Necromante e la guida. Vide Reyna che la stava fulminando con lo sguardo. 

“E non sono semplici incubi...” disse la Guida avvicinarsi. 

La corvina li guardò per qualche scondo ed abbassò il suo pugnale. “Tck...non mi interessa...e in ogni caso, non sono affari che vi riguardano!” rispose l’assassina con fermezza. 

“ Già. I ricordi quelli più brutti che ti puoi portare dietro.” disse Tyranus. 

“Ti ho già detto di farti i cazzi tuoi!?” Rispose Lory velenosa contro il negromante fulminandolo con lo sguardo da sotto la maschera. Prese la sua roba e si allontanò ulteriormente dal gruppo, mentre lo spostamento dei suoi capelli mostrò un’altra piccola parte della sua schiena.

Il gruppo ritornò al proprio posto. 

“Stai bene?” chiese Reyna al Necromante

Tyranus prese un po’ di rami e li gettò nel fuoco. “ Sto bene.”

“Posso sapere cosa hai sognato?” continuò Reyna, era preoccupata.

Tyranus fece una piccola sbuffata: “Ho rivissuto la morte della mia famiglia di Elfi Oscuri”

Reyna era mortificata per la domanda. “Tyranus io….”

“Tu cosa hai sognato?” la interruppe, sapendo che Reyna odiava essere interrotta durante un discorso

Reyna scosse la testa : “Niente di particolare. Nessun incubo.”

Tyranus non era sorpreso, Reyna non ha ricordi brutti da rivivere. La storia della sua famiglia è un incubo, ma ha avuto la fortuna di nascere molto dopo. 

La guida era ancora a sedere, il suo sguardo rivolto alle stelle. 

“Ehy, inizio io il turno di guardia!” Disse Tyranus.

La guida annui ma allo stesso tempo sobbalzò all’urlo di Terrore di Drako che si svegliò. Tutto il gruppo lo guardò impaurito. Lory l’avrebbe ammazzato anche se si trovava molto disante dal gruppo in quel momento. 

“Ho avuto un terribile incubo!” Disse il gigante Elfo Oscuro. 

Tyranus si avvicinò. “Un ricordo brutto?” 

“ Si! In una locanda avevano finito la birra!!” Disse Drako.

imbecille...” pensò Lory rimettendosi sotto le coperte.

Reyna si sdraiò borbottando qualcosa. La guida fece un sorriso e si sdraiò.

Tyranus lo guardò. “Oh..ehm… è terribile!”

“SI! UNA LOCANDA SENZA BIRRA!”. Tuonò Drako. 

“Va bene bestione. Ora non pensarci più e rimettiti a dormire.”Disse Tyranus. 

Anche Drako si riaddormentò senza problemi. Il Necromante fece la guardia, rianimando il fuoco con qualche ramo e così che passò il resto della notte fino alle prime luci dell’alba. 

 

Si svegliarono tutti senza problemi. Pasteggiarono con un po’ di frutta e si misero subito in cammino.

Voglio andarmene da qui...” pensò Lory. 

Il suo pensiero era ancora al suo incubo o meglio ricordo. Il ricordo del suo rapporto al capo del suo Clan, il Clan degli assassini, La confraternita dell’ombra, il racconto di come aveva svolto la missione uccidendo la famiglia di Elfi Oscuri ma che aveva lasciato in vita quel ragazzo ferito in maniera grave e quella bambina. Non era il suo compito ucciderli, eppure era stata punita. Da quel giorno erano passati tanti anni e Lory era diventata una donna e maturata nel suo essere assassina ma quel ricordo era indelebile nella sua mente come una macchia di inchiostro.

 

Il viaggio continuò tra strade, campi e boschi. Raccolsero legna, radici, bacche e frutti. A mezzogiorno, il gruppo lasciò quelle lande infernali. Si trovarono prima del deserto un corso d’acqua. Tyranus l’assaggiò e capì che era potabile. Riempirono altre borracce e si fermarono per un piccolo pranzo. Tyranus si stava consultando con la guida e stavano cercando delle scorciatoie per arrivare il prima possibile a destinazione. Drako stava affilando la lama del suo arpione. Reyna stava giocherellando con un sasso, persa nei suoi pensieri. 

“Oggi non mi guardi?” Disse Lory, riportandola con I piedi per terra. 

Reyna abbozzò un sorriso. “Se vuoi, ti posso fissare tutto il giorno se ti fa piacere.”

Lory non reagì all’affermazione della lucertola e dopo qualche secondo di silenzio rispose: “Fai come ti pare...”

Reyna annuì. 

 

Il gruppo si rimise subito in marcia e poco dopo entrarono nel Deserto Grigio. 

“Siamo arrivati prima del tempo!” annunciò la guida soddisfatta per l’andamento del gruppo, che non mostrava segni di cedimento, beh Tutti apparte Drako. 

“Bene, abbiamo altre due ore di luce. Andiamo sempre verso Ovest e entro domani pomeriggio saremo alle rovine.” Concluse la guida

ROVINE!!??” Pensarono tutti.

“Che tipo di Rovine?” chiese Reyna molto curiosa. 

“Lo vedrete.” Rispose la guida

Reyna era delusa per la risposta, voleva avere più informazioni

Se è è una missione sega me ne vado...” Pensò Lory. Era molto delusa. 

Tyranus invece non vedeva l’ora di vedere queste rovine. Era uno studioso, apprezzava tutto quello che è antico e misterioso. Non era un Necromante normale. 

Drako invece brontolava a bassa voce, probabilmente si lamentava perchè non c’era della Birra che lo aspettava. 

Tyranus si avvicinò alla guida: “La missione si tratta di studiare quelle rovine?”

La guida con un sorriso rispose: ”Si e No.” 

Tyranus lo guardò confuso.

“Dobbiamo riportare tutti I segni che ci sono. Le scritture e disegni delle stesse rovine.”. Rispose la guida. 

“Perfetto!” Rispose Tyranus entusiasta. 

Poi venne in mente una cosa del giorno precedente, quando erano nella taverna.

“Hai detto che si doveva unire un altro compagno?” Chiese Tyranus. 

“Si, ma credo che si sia attardata.” Rispose la guida. 

“Probabilmente ci raggiungerà alle rovine. Ho lasciato una mappa al locandiere.” Concluse la guida.

“E dimmi chi è?” chiese molto curioso Tyranus. 

“Non so il nome, ma è una Cacciatrice Elfo Oscuro.” Rispose la Guida.

Tyranus annuì. Voleva conoscere questa cacciatrice. C’erano molti villaggi di cacciatori di Elfi Oscuri, Molti Clan. Conosceva I cacciatori, In passato l’hanno aiutato per una faccenda. 

 

In tutto ciò, Lory era persa nei suoi pensieri che erano tutti concentrati sull’incubo avuto la notte prima, la schiena a quel ricordo aveva ripreso a far male. Per tutto il giorno era stata impegnata con quel pensiero, Non riusciva a concentrarsi,sapeva che questo era un male, abbassare cosi tanto la guardia era quasi una condanna a morte, Poteva avere un nemico dietro le spalle ma da quanto era distratta non si sarebbe accorta di niente. Talmente distratta che inciampò, scivolando su qualcosa cadde a terra di schiena. In quel momento si sentì il corpo paralizzarsi per qualche momento, il ricordo del dolore, la sensazione, e quella botta la stavano destabilizzando. Improvvisamente vide una mano che tendeva verso di lei, per aiutarla a rimettersi in piedi. La mano di Reyna. Lory la guardò per pochi secondi, avrebbe potuto accettare un piccolo aiuto visto che in quel momento il suo corpo non collaborava, ma non poteva accettare l’aiuto, la debolezza si paga e lo sapeva meglio di chiunque altro. Schiaffeggiò la mano di Reyna e Lory si rimise in piedi da sola.

“Non ho bisogno del tuo aiuto...” Disse Lory. 

Reyna aveva perso le speranze. Lory era di ghiaccio. Non si sarebbe mai sciolta. Quindi si allontanò non dicendo niente. 

Pure Drako la sorpassò : “Sei proprio un acidona!”.

Era la prima volta che Drako diceva qualcosa di offensivo ad uno dei suoi compagni. Lory lo guardò con disgusto. Lo seguì ma non lo sorpassò ed accarezzò il manico di un coltello. 

“Quel coltellino non riuscirebbe mai a trapassare I miei muscoli!” Disse Drako. 

Lory era sorpresa. Drako non era solo Birra e niente cervello, il suo senso del pericolo sembrava essere alto. 

Interessante!

 
   
 
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