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Autore: Eryiss    12/01/2021    1 recensioni
Freed e Laxus conducono vite incredibilmente diverse. Freed è un avvocato d’ufficio che vive nella capitale, mentre Laxus lavora come tuttofare in un hotel di campagna. Nonostante le differenze che intercorrono tra i due, le loro vite si incroceranno nel momento in cui Freed erediterà una casa nel paese di Laxus e lo assumerà per rendere l’edificio nuovamente abitabile. Ma più si avvicineranno, più comprenderanno cosa possono offrirsi l’un l’altro.
[Modern!AU, Fraxus, capitoli pubblicati: 7/12] [Storia originale di Eryiss, traduzione di Soly_D]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cana Alberona, Evergreen, Fried Justine, Lisanna, Luxus Dreher
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note della traduttrice:

Eccoci qui con il terzo capitolo di questa long di Eryiss che potete trovare qui in lingua inglese: AO3 - Fanfiction.net - Tumblr. Ricordo che titolo, immagine introduttiva, storia e note d’autore sono sue, mentre io mi occupo solo di tradurre.

Un grazie speciale a Angie_Dreyar che segue e recensisce attivamente questa storia <3

Note dell’autore:

Ciao a tutti, spero che la storia vi stia piacendo. Ricordate di dare un’occhiata a Fuckyeahfraxus che ha ideato l’evento per il quale ho scritto questa storia. Andate a visitare la pagina per scoprire quali altri contenuti sono stati prodotti in occasione di questo evento.

Vi ringrazio per qualsiasi commento vogliate lasciarmi. Per me significa molto. Spero che la storia vi piaccia e grazie per la lettura.

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Capitolo 3 – L’ospite

“Non sapevo cosa prenderti, quindi ho optato per un caffè con lo zucchero. Spero non ti dispiaccia”.

Freed posò la tazza del caffè sul ripiano scheggiato della cucina, per poi fare un passo indietro e abbassare lo sguardo su Laxus. Il biondo era steso per terra a pancia in su con la testa sotto il lavandino, una chiave inglese in una mano e una torcia nell’altra; emise un leggero grugnito d’assenso per fargli capire che lo aveva sentito, ma non si mosse minimamente. Freed fece un altro passo indietro guardando Laxus con un sopracciglio leggermente sollevato.

L’attimo dopo, un rumore scricchiolante riempì il silenzio della stanza seguito da un verso d’approvazione da parte di Laxus. Il biondo abbandonò la chiave inglese e, dopo ulteriori grugniti e movimenti che Freed non poté vedere, ci fu una sorta di scoppio. Freed trasalì, ma Laxus ne sembrò soddisfatto.

“Ha!” esultò riemergendo da sotto il lavandino. “Ti ho fregato, maledetto ammasso di ruggine!”

Allontanandosi completamente dal ripiano della cucina, Laxus mostrò un grosso tubo ricurvo fatto probabilmente di stagno ma talmente arrugginito da apparire irriconoscibile. Quando lo gettò nell’ampio cestino che stava usando come bidone della spazzatura, dal tubo caddero frammenti di ruggine rossastra. Laxus si tirò a sedere, ruotò un po’ le spalle e guardò Freed con un sorriso soddisfatto.

“Era da stamattina che ci lavoravo” spiegò. “Il caffè va benissimo, grazie”.

“Se ti serve un giorno intero per un solo tubo devo presumere che stiamo procedendo bene?” scherzò Freed ridacchiando con rassegnazione. Laxus gli indirizzò un sorriso divertito sollevandosi da terra e sgranchendosi la schiena.

“Era quello che teneva tutti i pezzi insieme”. Il biondo spinse via il cestino contenente il tubo. “Il resto sarà molto più facile. Toglierò tutti i pezzi vecchi prima di pranzo e metterò quelli nuovi entro metà pomeriggio”.

Freed annuì, tirando in cuor suo un sospiro di sollievo per quella notizia. Si trovava a Magnolia da una settimana, e lui e Laxus avevano trascorso molto tempo insieme a cercare di rimettere in sesto la casa. All’inizio era stato difficile. Quando il biondo aveva esaminato la casa per la prima volta e aveva annotato un’intera lista di cose da fare, a Freed era sembrata un’impresa praticamente impossibile.

Ma stavano facendo progressi. Avevano deciso di dedicarsi ad una stanza per volta cominciando dalla cucina, che era sia una delle più importanti, sia una di quelle che necessitava di maggiori riparazioni. Freed era piuttosto certo che, al momento di scegliere tra la cucina e il bagno, il fattore decisivo per Laxus era stato la mancanza di fiducia nei confronti delle assi del pavimento del piano di sopra, dov’era appunto collocato il bagno.

L’avvocato si chiedeva se Laxus se ne fosse pentito, dato che il bagno pubblico più vicino distava quindici minuti a piedi da lì.

Da quando avevano iniziato, quel lavoro era diventato una vera e propria routine. Laxus aveva messo in chiaro che la sua priorità era l’hotel, in quanto si trattava del suo lavoro più duraturo, e Freed si era detto d’accordo. In ogni caso, il Fairy Tail era gestito molto meglio di quanto credesse, poiché c’erano state solo due occasioni in cui Laxus era stato chiamato e aveva dovuto interrompere il suo lavoro in casa. Di conseguenza, potevano considerarsi a buon punto.

Non che la casa avesse un aspetto migliore ora. Solo la cucina non era più così malmessa come lo era all’inizio, ma quello era dovuto ad esigenze pratiche. Poiché Laxus non poteva fare nulla per i mattoni e le piastrelle frantumate, si era limitato a ripulire il pavimento dai sacchi di spazzatura maleodorante e poi aveva controllato l’impianto elettrico e il gas per assicurarsi che non ci fosse nulla che li folgorasse o li facesse saltare in aria all’improvviso, scherzando sul fatto che una persona avvolta dalle fiamme avrebbe ridotto leggermente il valore della proprietà.

Freed aveva riso. Laxus possedeva un ottimo senso dell’umorismo.

Il lavandino era la prima cosa su cui Laxus aveva deciso di lavorare. Nel pomeriggio montò il rubinetto nuovo assicurandosi che funzionasse come doveva, ma sfortunatamente il tubo di scarico era così corroso da risultare completamente inutile. Questo non avrebbe causato alcun problema se la pressione dell’acqua non fosse stata talmente forte da impedire la chiusura del rubinetto allagando la cucina con tre centimetri di acqua fredda e sporca.

Non era stata una bella giornata, ma almeno Freed aveva avuto la conferma che Laxus era l’impiegato perfetto per lui. Infatti, quando Freed aveva calpestato i piedi sull’acqua riversando la sua rabbia sia su Laxus che sulla stanza, il biondo era scoppiato a ridere prendendolo in giro per essersi “incazzato per due gocce d’acqua”.

Freed non sarebbe riuscito a lavorare con qualcuno che non era in grado di gestire il suo lato più irascibile, seppur lo mostrasse raramente.

“Non pensavo che saresti rimasto fino a quest’ora” disse Laxus afferrando la tazza del caffè e avvicinandola alle labbra.

“Il treno di Evergreen è in ritardo” spiegò Freed bevendo a sua volta un caffè. Avrebbe preferito qualcosa di diverso, ma le grandi catene di caffetterie non sembravano essere ancora sbarcate a Magnolia. “Le ho detto di prendere un taxi per venire qui, visto che ci tiene tanto a vedere questo posto”.

“Dovresti essere più orgoglioso della tua casa” disse Laxus con tono scherzoso. “Un ragazzo della tua età già avviato nel mercato immobiliare non è cosa da poco”.

“La mia casa è ad un soffio così dall’essere demolita rendendomi responsabile di omicidio colposo nei confronti di un intero gregge di pecore” disse Freed con espressione impassibile. “E l’unico motivo per cui Evergreen vuole venire qui è per prendermi in giro”.

“Tu dici?”

“Il suo ultimo messaggio diceva che non vedeva l’ora di vedere la casa che il grosso lupo cattivo ha ignorato, convinto che facesse così schifo che nessun porcellino rispettabile l’avrebbe usata1” disse Freed non riuscendo a reprimere un sorriso. “È solita andare incredibilmente nello specifico quando vuole infastidirti o irritarti. Penso che sia una caratteristica comune a tutti gli avvocati d’ufficio. Non rimarrà qui a lungo, non preoccuparti. Sicuramente comincerà a sentire la mancanza delle comodità della città e mi chiederà di accompagnarla nel negozio di prodotti firmati più vicino. Sfortunatamente si tratta di un McDonald’s, che lei odia”.

“I tuoi amici ti stanno proprio simpatici, eh?”. Laxus sorrise. “I complimenti non sembrano il tuo forte”.

“Evergreen è una persona meravigliosa, ma è decisamente una ragazza di città”. Freed ridacchiò. “Probabilmente ha imparato a memoria la mappa della metropolitana prima ancora di visitare uno zoo”.

“…disse il ragazzo che veste Armani su un cantiere”. Laxus ghignò poggiando la tazza vuota sul ripiano della cucina. “Non hai altri tipi di vestiti oltre ai completi eleganti?”.

“No” disse semplicemente Freed, e Laxus lo guardò sconcertato e allo stesso tempo divertito. “È il mio abbigliamento da lavoro, ed io lavoro praticamente ogni giorno e per molte ore. Perché dovrei sprecare denaro per qualcosa che indosserei solo nel mio appartamento?”

“Io pagherei un sacco di soldi per vederti indossare un paio di jeans logori e macchiati e un vecchio maglione sfilacciato”. Laxus rise accovacciandosi e guardando nuovamente i tubi. “Solo per scoprire come sembreresti senza la tua armatura e le tue scarpe lucide da ragazzo di città”.

Freed aggrottò un po’ la fronte.

Laxus lo stava giudicando, era piuttosto ovvio, ma i suoi modi spiritosi e la mancanza di malizia nel suo tono di voce gli lasciavano intendere che lo stesse facendo in buona fede. Non si trattava di ostilità derivante dal fatto che appartenevano a classi sociali diverse2, ma di una pura e semplice osservazione. Tuttavia, abituato alle discussioni chiare e aperte per via del suo lavoro, Freed doveva proprio ammettere che Laxus era stato uno–

“Vuoi sapere come si svita un tubo?” disse Laxus interrompendo i pensieri di Freed. “Così, se dovessi avere problemi una volta tornato a casa, eviteresti di chiamare un idraulico e risparmieresti qualcosa”.

“Certo” acconsentì Freed dimenticando l’insulto e abbassandosi accanto a Laxus.

Il biondo gli diede una spiegazione veloce di quello che doveva fare e di tutto ciò che c’era sotto il lavandino. Freed non percepì alcun senso di superiorità nelle sue parole, né si sentì trattato come un incompetente. In effetti Freed gli aveva già dato dimostrazione della sua capacità di apprendere velocemente i lavori pratici e probabilmente ora Laxus lo considerava suo pari quando si trattava di sporcarsi le mani. Tutto ciò di cui Freed aveva bisogno per fare qualcosa era sapere come farlo.

In effetti quei lavori pratici che Laxus gli stava insegnando non erano poi così male. Naturalmente si trattava di lavori semplici – per svitare un tubo bisognava solo ruotare la chiave inglese ma nel complesso Freed si sentiva piuttosto soddisfatto.

Se non altro, era una buona distrazione.

Seguendo le istruzioni di Laxus, Freed riuscì a rimuovere gli ultimi tubi arrugginiti da sotto il lavandino. Naturalmente Laxus ci avrebbe impiegato meno tempo, ma sembrava comunque ben disposto a fargli da mentore quando lo riteneva opportuno. Per un attimo Freed ascoltò la voce nella sua testa che gli diceva che forse Laxus voleva solo scrollarsi un po’ di lavoro di dosso, ma accantonò quel pensiero subito dopo. Senza di lui, Freed non sarebbe arrivato fino a quel punto. Inoltre, se una volta tornato alla sua vita in città si fosse ritrovato con un problema all’impianto idraulico, avrebbe avuto tutte le capacità per risolverlo da solo.

Dopo aver rimosso tutti i tubi, i due riemersero da sotto il lavandino tornando in piedi. Laxus andò a gettare i tubi dicendo che avrebbe chiamato il suo fornitore per sapere quando sarebbero arrivati quelli nuovi. Freed annuì e raggiunse il giardino antistante per lavarsi le mani con il tubo per l’irrigazione, probabilmente l’unica parte della casa che somigliava ad un impianto idraulico.

Quando le sue mani tornarono pulite, Freed sentì il rombo di un’auto che si avvicinava. Aveva scoperto che la strada non portava molto più lontano di Villa Albion e perciò c’erano poche auto che passavano di lì. Quando si rese conto che era un taxi, sorrise. Evergreen scese dalla macchina un attimo dopo.

“Freed!” urlò con un sorriso. “Merda, questo non me lo aspettavo”.

“Meglio o peggio di come te l’eri immaginata?” Freed sorrise di rimando rivolgendo un’occhiata alla casa.

“Veramente parlavo dei tuoi vestiti”. Evergreen rise trascinandosi dietro la valigia, poi guardò la casa. “È orrenda esattamente come pensavo”.

Freed si guardò i vestiti chiedendosi cosa intendesse Evergreen. Nonostante avesse lasciato la giacca su una sedia in cucina e si fosse arrotolato le maniche della camicia per poter lavorare, non stava indossando nulla di diverso dal solit– perché i suoi pantaloni erano macchiati? Cos’era quello? Olio? E come ci era finito lì?

“Temo che l’esterno sia la parte più presentabile” disse Freed cercando di ignorare la macchia sui propri pantaloni.

Il giardino era un po’ più ordinato di quando Freed l’aveva visto per la prima volta. Proprio come per la cucina, era stato necessario dargli una ripulita per esigenze pratiche. Camminare su una pavimentazione sconnessa, in mezzo a spine ed erbacce, non era proprio il massimo, ma attraversare il giardino in quelle condizioni trascinandosi dietro gli attrezzi da portare in casa sarebbe stato decisamente pericoloso.

Ora, perlomeno, il giardino somigliava più a una serie di piccole macchie di prato falciato malamente. Pulirlo era stato per Freed una delle cose più soddisfacenti della sua vita, e gli aveva anche permesso di dare prova delle sue abilità pratiche. In effetti, si era dimostrato sorprendentemente efficiente con quella motosega tra le mani (nonostante l’immagine di Laxus che reggeva un’accetta da giardino lo avesse… distratto un paio di volte).

“Vuoi fare un tour della casa in modo da rendere le tue prese in giro più accurate?” suggerì Freed ad Evergreen sforzandosi di ignorare la sporcizia sui propri vestiti. “Laxus sta lavorando oggi, cerchiamo di non disturbarlo”.

“Certo”. Evergreen sorrise. “Qualsiasi cosa pur di tenermi lontana dalla puzza del letame. Ma tu come fai?”

“Mi sto abituando, credo” rispose Freed scrollando le spalle.

Guidò l’amica in casa accompagnandola al piano superiore. Non gli ci volle molto per mostrarle tutte le stanze spiegando cosa avesse pianificato per ciascuna di esse e indicando tutto ciò che avrebbe potuto rompersi o ferirla in qualche modo. Era una lista fastidiosamente lunga e Freed si era quasi dimenticato quanto lavoro fosse necessario al piano di sopra. Almeno, però, non sarebbe stato intricato come il lavoro del piatto di sotto.

Per ogni stanza che visitarono, Evergreen tirò fuori un diverso commento appositamente formulato per punzecchiarlo. In realtà, Freed li trovò tutti fastidiosamente divertenti. Tra un commento e l’altro, la donna lo informò delle cose che si era perso a livello lavorativo e personale negli ultimi tempi. Era bello averla lì, anche solo per un giorno.

“Come ti avevo accennato, lui è Laxus” disse Freed con un cenno della mano quando entrarono in cucina. “Laxus, lei è– oh, sei di nuovo sotto il lavandino”.

“Un attimo” mormorò Laxus da sotto il lavandino. Scivolò fuori, si mise in piedi e guardò Evergreen con un sorriso. “Piacere di conoscerti. Vorrei stringerti la mano, ma ce l’ho piena di ruggine e merda, e non voglio farti prendere il tetano o cose del genere”.

“Piacere mio”. Evergreen sorrise. “Spero che tu non intenda vera merda”.

Laxus rise. “Sono abbastanza sicuro che a un certo punto un uccello abbia fatto il nido nel lavandino, quindi sì, potrebbe essere merda”.

Evergreen rise, e Freed stesso si ritrovò a sorridere leggermente. Raggiunse il vecchio tavolo consunto che a malapena si reggeva in piedi e prese la giacca dalla sedia per poi indossarla. Mentre visitavano le stanze, Freed aveva capito che Evergreen si era già stancata del fascino della casa vecchia e fatiscente – parole sue – e voleva già tornarsene in città, quindi aveva pensato di portarla con sé all’hotel in una sala da tè molto carina, adatta a persone del ceto medio, che sicuramente Evergreen avrebbe adorato. Freed ci era stato di domenica, approfittando del fatto che il bar fosse chiuso. Era stato Laxus a consigliargli quella sala e Freed doveva ammettere che non era affatto male.

Probabilmente, però, non gli avrebbero permesso di entrare in quelle condizioni. In effetti non riusciva proprio a capire in che modo si fosse sporcato di olio (se di olio si trattava). Normalmente era molto attento alla propria immagine, come ogni avvocato che si rispetti.

“Ti lasciamo al tuo lavoro” annunciò Freed a Laxus lisciandosi la giacca sulle spalle. “Se hai bisogno di qualcosa, sai come contattarmi”.

“Certo”. Laxus annuì afferrando un asciugamano per pulirsi le mani. “Divertitevi. È stato un piacere averti conosciuta, Evergreen”.

La donna sorrise. “Anche per me”.

Dopo essersi salutati, Freed accompagnò Evergreen fuori e la guidò fino all’auto che aveva noleggiato per muoversi tra le strade di Magnolia; chiamare ogni volta un taxi sarebbe stato poco pratico. Quando salirono in auto, Freed si guardò nello specchietto retrovisore rendendosi conto di essere sporco di olio anche in faccia.

“Devo passare un attimo dalla mia stanza per rendermi più presentabile” disse mentre lasciavano il vialetto.

“Va benissimo” rispose Evergreen con voce molto più compiaciuta di quanto Freed avrebbe voluto. “Ti fai bello, ordiniamo tè e biscotti, ci sediamo in un angolo della sala e poi parliamo di quel bel fusto che ti sei assunto”.

Freed serrò le mani sul volante ed emise un sospiro infastidito. Lo sapeva che sarebbe stato inevitabile.

___________________________

Le sale da tè erano terribilmente raffinate, di quelle che appaiono nelle serie poliziesche della domenica pomeriggio adatte ad un pubblico di ceto medio. Le tovaglie coprivano ordinatamente i tavoli offrendo un set di porcellana decorata ad ogni cliente. L’odore dei dolci appena sfornati e il piacevole calore della teiera erano un toccasana per i sensi di Freed, specialmente dopo aver percepito odore di muffa e sporcizia per tutta la mattinata.

Tranne che per la compagnia, sarebbe stata la sua pausa ideale.

Durante il tragitto verso l’hotel, Evergreen non si era affatto risparmiata di esprimere il proprio compiacimento per la situazione. Freed la considerava… una buona amica, ma spesso Evergreen approfittava di quel grado di intimità per immischiarsi nelle sue faccende private. Anche Bickslow lo faceva e sicuramente, se fosse stato lì con loro, si sarebbe comportato proprio come Evergreen.

Freed non capiva perché Evergreen si fosse fissata così tanto con Laxus. , era oggettivamente bello. , avevano instaurato una sorta di rapporto. E sì, Freed una volta aveva ammesso di essere inspiegabilmente attratto dagli uomini dediti ai lavori pratici, ma…

Dio, sarebbe stata insopportabile. Freed ne era certo.

Quando il cameriere portò gli ordini – due tazze di tè, una fetta di torta al cioccolato e una focaccina dolce – Freed notò che Evergreen aveva cominciato a sorridergli sfacciatamente. Le restituì uno sguardo indifferente per poi concentrarsi sul suo spuntino. Sperò che manifestare disinteresse e sdegno fosse sufficiente per impedire ad Evergreen di tirare fuori l’argomento Laxus, ma ovviamente quel giorno la fortuna non era dalla sua parte.

“Il tuo operaio sembra simpatico”. Evergreen sorrise sporgendosi verso di lui con la tazzina in mano. “Come vi siete incontrati?”.

“Lavora nell’hotel” disse semplicemente Freed. “Lui voleva riempire il suo curriculum, io avevo bisogno di aiuto con la casa”.

“Be’, il suo curriculum non è l’unica cosa che potrebbe riempire”. Evergreen sorrise. Santo cielo, stava già facendo battute a sfondo sessuale. Davvero insopportabile. “Hai notato il modo in cui la maglia gli aderiva al petto? Gli si vedevano i–”

“Penso che sia meglio impostare alcune regole per quando parliamo del signor Dreyar” cominciò Freed ignorando il “voce da avvocato” sussurrato da Evergreen. “Non devi oggettificarlo, che sia in sua presenza o meno. Non devi fare o dire niente che possa metterlo a disagio oppure indurlo a licenziarsi. Non devi fare allusioni sul mio rapporto con lui, che – ci tengo a precisare – è interamente platonico. Lavoriamo insieme e andiamo d’accordo, tutto qui”. A quel punto Freed le lanciò un’occhiataccia. “E smettila di dire che ho la voce da avvocato”.

“Rispetterò le prime due regole solo se ritirerai la terza” disse Evergreen con vera voce da avvocato, al contrario di Freed che era fermamente convinto di parlare con tono del tutto naturale. “Perché è sia una violazione della mia libertà di parola–”.

“Per l’amor del cielo, Evergreen”.

sia una violazione del diritto concessomi da Dio–”.

“Sei atea”.

“–di infastidire il mio migliore amico in ogni modo possibile” concluse Evergreen e Freed cercò di fulminarla con lo sguardo.

“È Bickslow il mio migliore amico” chiarì Freed seccamente. “Tu non mi lasci mai in pace”.

“Se vuoi, puoi chiamare Bickslow e vedere come reagisce scoprendo che hai assunto un Adone sceso in terra e che lo fai lavorare sul tuo impianto idraulico difettoso sperando che si ritrovi con i jeans talmente fradici da poter vedere la riga del suo culo”.

“Lo stai oggettificando di nuovo” disse Freed, stavolta con meno convinzione. “L’hai squadrato da capo a piedi, eh?”

“Ritiro il mio precedente commento”. Evergreen sorrise senza malizia e poi rise apertamente. “Pensi che ci sia qualcuno che possa reputare divertenti le nostre discussioni da avvocati tanto quanto noi?”

“Ne dubito” disse Freed sorridendo.

A quel punto entrambi si rilassarono e Freed si portò un piccolo pezzo di torta alla bocca. Era stato in molte pasticcerie di lusso della città, ma ciò che stava assaggiando in quel momento non aveva nulla da invidiare ai dolci più costosi. Non era un esperto in campo culinario e sicuramente i pasticceri della città avrebbero avuto molto da ridire su quel dolce, ma non gli importava. La città distava chilometri e chilometri da lì.

Evergreen cominciò a sgranocchiare lentamente il suo spuntino, e per un po’ rimasero in silenzio. Freed apprezzava il fatto che con i suoi amici potesse concedersi momenti del genere senza sentirsi a disagio. Poiché svolgevano un lavoro stressante, era bello potersi rilassare l’uno in compagnia dell’altro.

Nonostante ciò, Freed sapeva che Evergreen non si sarebbe arresa.

Per un po’ parlarono di ciò che Freed si era perso in città durante il suo soggiorno a Magnolia. Non molto, in realtà. La cosa più interessante era il fatto che Bickslow si stesse occupando di un caso sul maltrattamento dei bambini nelle case-famiglia finanziate dallo Stato. Tuttavia, Evergreen non sapeva dirgli molto altro perché Bickslow non lavorava più come avvocato d’ufficio, ma come consulente legale presso un’istituzione di beneficenza per bambini. Ne era felice, anche se doveva accontentarsi di uno stipendio inferiore. Era molto ammirevole da parte sua.

Sfortunatamente le novità non bastarono a tenere Evergreen distratta, e alla fine la conversazione ricadde nuovamente sul nuovo operaio di Freed.

“Parliamo di Laxus ora” cominciò Evergreen con un sorriso.

“Se proprio insisti”. Freed posò la forchetta sul tavolo con un sospiro.

“Sembra un bravo ragazzo” disse Evergreen con una particolare inflessione della voce, ma Freed preferì non indagare cosa stesse insinuando. “Ha un ottimo senso dell’umorismo, sa gestire tranquillamente i problemi, è bravo a manovrare ogni attrezzo”. Freed sollevò un sopracciglio. “Intendo cacciaviti, martelli e cose del genere, non metterti sulla difensiva!”

“Non mi sto mettendo sulla difensiva. Voglio solo assicurarmi che tu mantenga la tua promessa di non oggettificare Laxus” rispose Freed con calma. “Mi chiedo dove vuoi andare a parare”.

“Be’, è il tuo tipo”. Evergreen scrollò le spalle. “Stavo solo scherzando sul fatto che potresti averlo assunto principalmente per il suo aspetto. Insomma… se tu volessi provarci con lui, lo capirei”.

“Hai parlato con Laxus per meno di cinque minuti. Non sai praticamente niente di lui”.

“Se sei ancora qui deve piacerti almeno un po’, anche se il vostro rapporto è puramente platonico”. Evergreen sorrise. “Sei sempre stato fissato con il lavoro, Freed. Già il fatto che tu ti prenda un giorno libero è sorprendente. Ma sono passate quasi due settimane! E lo so che è principalmente per la casa, ma se tu non sopportassi Laxus o non lo trovassi interessante, a quest’ora saresti già tornato in città”.

“Quindi secondo te dovrei iniziare una relazione con un uomo che non mi infastidisce a tal punto da indurmi ad abbandonarlo nella mia proprietà solo per allontanarmi da lui?”. Freed rise un po’. “Le tue idee sulle relazioni sono piuttosto singolari”.

“Va bene, va bene”. Evergreen agitò una mano. “Per ora lasciamo stare, ma sono sicura di non sbagliarmi”.

Sollevato dal fatto di poter cambiare argomento, Freed afferrò la teiera per riempirsi nuovamente la tazza. Per il resto del pomeriggio, i due si limitarono a parlare del più e del meno. Anche Freed decise di indagare nella sfera sentimentale di Evergreen, il che divenne incredibilmente facile quando vide i suoi occhi posarsi su un cameriere. Dopo di che, la donna bevve il suo tè tutto d’un fiato e disse di volersene andare. A Freed non sfuggì il rossore sul suo viso.

Presto il treno di Evergreen sarebbe arrivato in stazione, perciò Freed decise di accompagnarla con la propria auto piuttosto che farle prendere un altro taxi. C’era poco traffico, quindi non ci fu bisogno di affrettarsi. Mentre camminavano verso la stazione, Evergreen strinse il braccio di Freed.

“So che non ti piace parlarne ma… come stai?”

Freed attese un secondo. “Sto bene”.

“Sicuro?” chiese Evergreen con tono insistente. “Perché è normale sentirsi in difficoltà o non sapere–”.

“Sto bene” ripeté.

“Era tua madre, Freed” disse Evergreen con un tono di voce così gentile che Freed avrebbe preferito essere preso in giro su Laxus. “Lo so che non sei particolarmente… aperto dal punto di vista emotivo, ma sono sicura che ci soffri”.

“Non eravamo particolarmente vicini”. Freed scrollò le spalle. “E non avrò un esaurimento nervoso solo per questo. Andrò a trovare la sua tomba e sarò triste, tutto qui”.

“Chiamami se hai bisogno” disse Evergreen.

Freed le sorrise. “Il tuo treno sta arrivando”.

Evergreen sospirò accettando il fatto che Freed non avrebbe smesso di mettersi sulla difensiva, poi lo baciò su una guancia per salutarlo e Freed fece lo stesso. Evergreen raggiunse velocemente il treno e salì a bordo guardando Freed mentre si allontanava. Freed sorrise e continuò a seguire il treno con lo sguardo, ma non sollevò la mano in segno di saluto. Sarebbe stato inutile perché lei non lo avrebbe visto (non era mica perché la mano gli stava tremando).

Deglutendo un po’, Freed cominciò a camminare in direzione della sua auto pensando a cosa fare il giorno dopo per quanto riguardava la casa. Presto sarebbe dovuto tornare in città, quindi doveva sbrigarsi. Mentre camminava, si rese conto che con le dita stava disegnando linee invisibili sul palmo della mano. Un’abitudine che aveva sviluppato dopo la morte di suo padre, ma che pensava di aver cancellato.

 

 

 

 

 

 Chiarimenti della traduttrice:

1 Si riferisce alla storia dei tre porcellini e del lupo cattivo.

2 Nei paesi anglosassoni il divario tra le classi sociali (non tanto dal punto di vista economico ma più che altro dal punto di vista culturale, ovvero comportamenti, abitudini ecc) è avvertito in modo più forte rispetto all’Italia. Qui Laxus appartiene alla cosiddetta working class (la classe degli operai), mentre Freed è middle class (il ceto medio).

 

   
 
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