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Autore: Arkady    13/01/2021    2 recensioni
Una parte della mia vita raccontata con i personaggi di Inuyasha and co.
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Vi consiglio di rileggerla da capo, se vi va. Questa storia è stata scritta nel 2007, avevo vent'anni.
Nel 2014 ho iniziato a risistemarla, ma non avevo portato a termine il lavoro.
Oggi, a 15 anni dai fatti descritti nella storia, il progetto si conclude.
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 
Sota scende viene ad aprirmi la portiera e allunga la mano per aiutarmi a fare altrettanto.
Scendendo dall’auto il sole quasi mi acceca. È pieno di gente, ma io non sono in grado di riconoscere nessuno.
Mia madre mi sistema il vestito, ma Saiyuri quasi la caccia via, dichiarando che quello è il suo ruolo.
Sistema anche la cravatta a Sota e, solo quando è pienamente soddisfatta, ci dà il premesso di entrare.
Quando i miei occhi finalmente mettono a fuoco il cambio di luci da fuori in piena battuta di sole, alla penombra della sala, i miei occhi corrono a lui.
Ad Inuyasha.
Inuyasha che mi aspetta all’altare.
Accanto a lui Esen si sporge per un’ultima sistemata al fiore appuntato sulla giacca dello sposo e poi mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Tutto questo lo noto solo con la coda dell’occhio, perché non riesco a distogliere lo sguardo dalla luce che vedo negli occhi del mio futuro marito.
Sota mi stringe un po’ il braccio, facendomi capire che dobbiamo iniziare a camminare, e dopo aver lasciato fare a lui il primo passo, lo seguo e percorriamo la navata, in mezzo ad un mare di sorrisi.
Il mio fratellino, ormai uomo, mi bacia una guancia, poi stringe la mano ad Inuyasha ed infine esce di scena.
Inuyasha tende il braccio verso di me, io gli prendo la mano ed insieme facciamo l’ultimo passo.
 
A poco più di 13 anni dal nostro primo bacio, ci scambiamo il primo da marito e moglie, mentre i nostri familiari ed i nostri amici ci sommergono di riso e coriandoli, felici esattamente come lo siamo noi due.
 
 
 
 
 
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Eccoci dunque alla fine.
La fine di questa storia, non di quella reale.
A giugno di quest’anno sono passati due anni dal nostro matrimonio, e quindici anni dal famoso messaggio che ha dato il via a tutto.
Che dire… beh la storia non è completamente originale, l’ho farcita con avvenimenti che non sono mai accaduti.
Oppure ho inserito le cose come mi piacerebbe fossero andate, in mancanza di ricordi attendibili.
Sono contenta che nel 2007 io abbia iniziato a scrivere questa storia, probabilmente ora ricorderei molte meno cose di com’è nata.
Davvero, leggendo la prima stesura, ho chiesto conferma a mio marito che alcune cose fossero andate davvero così, perché non me le ricordavo affatto.
Spero non si noti troppo dove ho voluto revisionare a fondo e dove ci sono andata più leggera.
Non volevo stravolgere del tutto il mio lavoro iniziale di ventenne, limitandomi a correggere gli errori, ma in alcuni punti mi sono fatta prendere la mano.
Giusto per la cronaca, la frase “il mio culo da 7 e mezzo” viene tutt’ora utilizzata di tanto in tanto.
Ci tengo anche a precisare che nessuno dei nostri genitori è mancato, queste assenze le ho mantenute al solo fine di utilizzare i personaggi di Inuyasha.
Il mio papà era bellissimo mentre mi accompagnava orgoglioso all’altare, e tutt’ora rimane l’uomo più bello che io abbia mai visto, nonché il mio primo amore.
Anche la madre di mio marito era splendida quel giorno, ed è stata lei a sistemare il fiore all’occhiello del figlio, un attimo prima che entrassi in chiesa.
 
Alcuni amici negli anni li abbiamo persi, e ne abbiamo trovati di nuovi.
Saiyuri è stata la mia testimone di nozze. Ed Esen quello di mio marito.
Tutt’ora li vediamo ad ogni occasione possibile.
Con Miroku e la sua Sango (che nella vita reale è arrivata qualche anno dopo e che si sono sposati nel 2014) ci sentiamo ancora spesso e ci vediamo almeno quattro volte l’anno (per i compleanni), nonostante non abitiamo più vicino e bisogna faticosamente incastrare i nostri impegni lavorativi e familiari (in questi tempi di Covid facciamo aperitivi in video conferenza, ed in effetti ci vediamo più di prima).
Emi è stata la prima che ho perso di vista. Attualmente è sposata con Mito, lo stesso ragazzo con il quale si è messa ed è sparita quindici anni fa. Ci ha allontanate tutte, contattandoci solo se le serviva qualcosa.
Ci ho sofferto molto per questo, perché era davvero diventata la mia migliore amica.
Però ho anche capito che se cambiava migliore amica ogni due/tre anni, cosa che è continuata a succedere anche dopo, forse un motivo c’è. Abbiamo addirittura formato un club “ex migliori amiche che Emi ora odia”.
Yuka ed io abbiamo continuato ad uscire insieme per lungo tempo. Ma poi ci siamo perse anche noi.
Non ho mai sopportato Nabiki ed onestamente ritrovarmela ogni volta che si usciva insieme ad un certo punto mi ha stufato. Prima abbiamo diradato le uscite, poi circa cinque anni fa io sono andata a convivere e Yuka si è fidanzata con l’attuale compagno nonché padre di sua figlia.
Abbiamo provato ad incastrare i nostri impegni, provando a riavvicinarci in più di un’occasione, però purtroppo quello che c’era un tempo lo abbiamo perso crescendo.
Anche Nabiki da poco è diventata madre, e devo ammettere che le rare volte che la incontro ora trovo piacevole scambiare un due chiacchiere con lei.
Koga e la sua Ayame si sono sposati, se non erro nel 2013. Sono andata al loro matrimonio e li ho invitati al mio, a cui però loro non hanno potuto partecipare perché per lavoro erano all’estero.
Adesso, da diversi anni, vivono in Francia, e qualche volta io e Koga ci commentiamo vicendevolmente i post su Facebook.
Non mi sono mai tolta la curiosità di conoscere la verità. Sapere cioè se quel fantomatico interesse all’epoca fosse o meno reciproco. Ormai non è più importante, ma ogni tanto ci penso e quasi quasi glielo vorrei chiedere.
Così, giusto per chiudere il cerchio.
 
Tutto sommato mi ritengo fortunata, ormai è sempre più raro che le storie nate tra i banchi di scuola sopravvivano poi alla “vita reale”.
Dalla nostra io ed il mio Inuyasha abbiamo il fatto che cerchiamo sempre di chiarirci, quando litighiamo.
Perché litighiamo. Litighiamo a volte più spesso a volte più sporadicamente.
A volte per stupidaggini, a volte per cose più serie.
A volte sono litigate leggere, altre più pesanti.
Però quello che poi le appiana è il venirsi incontro. Ammettere di avere torto, o di aver sbagliato.
 
Spero che tutti voi che siete arrivati a leggere fino qui possiate un giorno trovare la persona giusta.
Ma quello sarà solo il primo passo. Poi bisognerà lottare per costruire insieme qualcosa che duri.
Qualcosa che regga tutto lo schifo che c’è fuori.
Ve lo auguro di tutto cuore.
 
Arkady
   
 
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