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Autore: Cat Can Play Cello    24/08/2009    5 recensioni
Tre donne e un segreto sconosciuto a tutti, persino allo stesso Silente. Un segreto custodito tra le mura di Hogwarts per quasi vent'anni. Un segreto che ha cambiato e cambierà la vita di molti. Un segreto che unirà inscindibilmente la vita di Minerva Mc Grannit, Poppy Chips e Lily Evans per sempre e oltre la morte.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lily Evans, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


I personaggi di questa Fan Fiction sono della scrittrice J.K. Rowling. Questa Fan Fiction non ha scopi di lucro.


Sono le quattro meno un quarto del pomeriggio. Fuori l'inverno si accanisce contro le mura con tutta la sua forza.
Mi ricorda quel giorno 18 anni fa... faceva un freddo glaciale proprio come oggi.
Qui nella mia aula tappezzata da arazzi rossi e oro si sta molto caldi, nel camino scoppietta un fuoco allegro mentre io sono accoccolata sulla mia poltrona soffice guardando la mia classe di potenziamento a cui sto insegnando a diventare animagus.
Tutti frequentano il settimo anno, sono ottimi studenti provenienti da tutte le case e tra loro c'è anche lui. Sorrido tra me e me: conoscendolo come una mamma e avendolo visto più volte all'opera so che non ne ha bisogno minimamente. Questo corso è solo una sciocchezza per sistemare le cose con il ministero e prendere il patentino da animagus.
Ho visto letteralmente nascere questo ragazzo, sono stata una delle sue levatrici e poi gli ho dedicato la mia vita donandogli tutto il mio amore e affetto materno, allevandolo come un figlio. Mi ha donato tante soddisfazioni, prima tra le quali quando mi ha chiamata mamma.
Non avrei mai immaginato di poter sentire quella parola rivolta a me e quando gli ho detto che non lo ero lui mi ha abbracciata mormorando che avrebbe continuato a chiamarmi così e a volermi sempre tanto tanto bene.
Mi guarda sorridente dal primo banco; ha dei bei lineamenti soprattutto quando sorride, ha già finito il compito: ha impiegato mezz'ora.
Mi specchio distratta nei suoi occhi come ho fatto fin da quando era piccolissimo, sono bellissimi e ogni volta rimango colpita dal loro colore.
"Signori, tra poco finisce il tempo che avevate a disposizione. Dovreste cominciare a consegnare." Ho fatto fatica a riscuotermi.
Mi alzo un po' e faccio un giro per i banchi sbirciando l'operato dei miei alunni: lavori perfetti, come hanno sempre dimostrato in queste sette anni. Torno a sedermi mentre qualcuno di loro si alza per mettere il foglio sulla cattedra e poi salutarmi allegramente.
Lui guarda l'orologio che ha al polso e si alza elegantemente senza far rumore con la sedia. Lo guardo, è molto alto ha un fisico slanciato e asciutto, il suo animagus lo riflette bene.
Poggia il foglio sulla cattedra, mi sorride e esce con la divisa di Corvonero che gli svolazza dietro. Suona la campanella e tutti si alzano per consegnare.
Guardo l'orologio: le quattro in punto; tra un'ora ho un appuntamento anche io. Arrossisco in modo impercettibile mentre tutti i miei alunni mi consegnano i compiti e vanno via. L'uomo della mia vita mi aspetta tra un'ora insieme alla mia migliore amica per una storia lunga quasi vent'anni. Dovrò raccontare ad Albus tutte quelle cose che con Poppy non gli ho mai confidato, tenendole nascoste.
Sorrido al pensiero che queste mura antiche e cariche di magia che Albus ha governato per così tanti anni hanno visto più di lui. Loro hanno osservato il mio segreto correre per i corridoi senza che potesse essere invisibile ad altri, lo hanno protetto; e questi le ha amate come una casa, come succede alla maggior parte degli studenti e dei professori di questo posto del resto.
Il mio amato Albus ha conosciuto il mio segreto solo poco tempo fa, quando tutto è venuto fuori improvvisamente ed inaspettatamente, e solo adesso dopo un periodo di silenzio che ci ha fatti soffrire entrambi verrà a conoscenza di tutta la storia.
Non ho voluto rivelarlo mai al mio amante.
Non sapevo come avrebbe potuto prendere la cosa, insicurezza e istinto mi trattenevano dal farlo. Poi tre anni dopo l'accaduto l'avevo visto affidare il bimbo che è sopravvissuto ai muggle e il mio cuore non ebbe più la speranza di svelarglielo. Come aveva potuto?
In tutto questo arco di tempo il peso di quella storia è stato immane per me, ma per fortuna Poppy mi era vicina e mi ha sostenuta e aiutata. Quando mi immergo in questi ultimi anni mi viene da chiedere come avrei fatto senza di lei a volte, quando lavoro, amore e segreti non erano assolutamente conciliabili tra loro.
Sospiro mentre mi guardo attorno tra gli studenti di tutte le case che si affrettano ad andare alla prossima lezione: adoro i bambini e fin da quando ero giovane e felicemente accompagnata con Albus ne ho sempre desiderato uno. Sorrido mesta: nonostante tutte le pozioni e le cure non ne è arrivato mai uno.
Quando mi diedi all'insegnamento, dopo che il preside Dippet abbandonò l'incarico e Albus divenne preside liberando la cattedra di trasfigurazione, provavo amore e odio verso questo lavoro. Provavo gioia ad avere così tanti ragazzi vicini a me, anche grazie al fatto di gestire la casa del Grifondoro e quindi di essere un importante punto di riferimento per loro. Mi sentivo male, però, ogni volta che li vedevo andare via, che li sentivo parlare dei propri genitori. Questo faceva crollare la debole illusione che mi creavo ogni giorno: essere una mamma per tutti loro.
Poi dopo anni...Oh ecco che sono arrivata e tutti sono in classe.
Ho lezione con i Grifondoro e i Tassorosso del quarto anno. Santo cielo, sono tutti dei perfetti incapaci a parte qualche eccezione come la Granger.
Weasley e Potter stanno cercando di trasformare un riccio in un puntaspilli. Che li ha appena morsi entrambi.
Decisamente esasperante.
Sospiro e faccio un commento sarcastico che li fa sbiancare immediatamente. Se non padroneggeranno presto quell'incantesimo gli assegnerò una T enorme al prossimo compito in classe.
Il signor Paciock per adesso è stato molto più bravo di loro...anche se il suo puntaspilli è a forma di porcospino ed è impossibile togliere anche uno solo degli spilli sul dorso, ma per lo meno nn si muove e quando si va ad estrarre uno spillo, seppur con la forza che serve per alzare un masso, l'animaletto non grida di dolore. Così faccio un sorriso e gli assegno 5 punti.
I Tassorosso non sono da meglio: alcuni stanno correndo dietro al loro riccio,  altri cercano di non farsi mordere, mentre altri hanno deciso di pietrificarlo per poi tentare di eseguire la trasfigurazione.
Sospiro ancora: Severus ha ragione quando dice che sono deprimenti a volte... e io che non volevo credergli... Tuttavia vedere Paciock e la Granger riuscire in due lavori (il primo sufficiente e il secondo perfetto) mi ha dato un po' di speranze.
Alla fine dell'ora assegno un tema di 80 cm di pergamena su come funzioni questa trasfigurazione, quando viene usata e da chi fu inventata. Parecchi sembrano collassare sul tavolo come Weasley altri come Granger sospirano e appuntano su un'agenda il compito assegnato.
Non ho tempo per ulteriori rimproveri e così appena l'ora finalmente finisce esco a passo spedito per dirigermi nelle mie stanze.
Poppy e Albus devono essere già lì dato che conoscono la mia parola d'ordine.
Il mio orologio segna le cinque meno cinque, la lezione è durata solo cinquanta minuti come da regolamento.
Alcuni studenti mi fermano per chiedere delle spiegazioni aggiuntive per delle lezioni ma gli rispondo che non ho il tempo di aiutarli e che avrebbero potuto chiedere chiarimenti alla prossima lezione. 
Poi cerco di non pensare a niente. E mi concentro sugli arazzi che incontro, d'un tratto cambio andatura e cammino lentamente. Ma la strada è così beve che arrivo immediatamente.
Ecco la porta del mio ufficio, è di lucido noce con sopra un'etichetta d'oro con inciso "Professoressa Mc Grannit". Vorrei rimanere lì e non entrare.
Faccio un respiro profondo.
Improvvisamente è tutto così difficile e così complicato... però deve essere fatto. Alla fine è giusto così.
Mi faccio forza e mormoro la parola d'ordine.
La porta si apre e io mi trovo a sperare che non ci sia nessuno, che Albus sia occupato, che siano in ritardo, che... che...
"Buonasera Minerva! Giusto in tempo per il thè, mi sono preso la libertà di farne un po'. Del resto sono le 5! Ne vuoi?"
Albus era già lì. Seduto su una delle mie poltrone di velluto rosso e oro con il suo vestito blu notte e la sua lunga barba bianca ben tenuta.
I suoi occhi mi scrutano sereni da sopra le lenti degli occhiali a mezza luna, brillano come quelli di un bambino ansioso di poter ricevere un premio per la sua buona condotta.
Poppy è seduta su un'altra poltrona in un angolo e ha tra le mani una tazza di tè anche lei. Si è tolta il camice e indossa una veste di lana pesante verde chiaro.
I nostri sguardi si incontrano e da quel dialogo muto capisco che mi stava incoraggiando a calmarmi e ad intraprendere il racconto.
"Io ti sono vicina" vuole dirmi.
Annuisco, con calma mi siedo e accetto la tazza di tè che Albus mi sta porgendo. Ne prendo un sorso, e il gusto caldo e dolce di pesca mi rilassa scacciando il freddo che avevo preso nei corridoi.
Albus mi osserva e io come una ragazzina arrossisco.
Mi guardo intorno. Discuterne qui nel mio ufficio è stata un'idea mia e di Poppy: ci saremmo trovate più a nostro agio in un ambiente conosciuto e familiare. Qui poi si sta talmente bene... c'è il profumo delizioso di biscotti ed erba gatta che adoro, il calore confortevole e accogliente del fuoco nel mio camino, le pareti rivestite di arazzi e librerie che mi abbracciano nei loro colori caldi e intensi.
In quello di Albus c'erano troppi oggetti che nonostante li avessi visti e osservati migliaia di volte anche da vicino, mi avrebbero distratto e innervosito con il loro continuo movimento.
Prendo un altro sorso di tè, poi la voce di Albus mi riscuote dai miei pensieri.
"Allora Minerva, Poppy, vogliamo iniziare? Sono proprio curioso di conoscere questo 'segreto'."
Noi due annuiamo di nuovo fissandoci ancora un istante negli occhi.
Comincio a parlare. Quasi mi stupisco appena sento la mia voce: mi sembra che non sia io a parlare.
"La nostra storia inizia diciotto anni fa, in modo del tutto inaspettato, in una giornata di dicembre fredda come questa, quando..."  



Spazio autrice ***

Salve a tutti! Questa è la mia prima ff,
scritta con l'aiuto di mia cugina Maria Lucia.
Spero che vi piaccia e che lascerete tanti commenti buoni e cattivi!
Francesca.
   
 
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