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Autore: Mew_vale    15/01/2021    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 82.
 
 
[Gonzalo]
Per tutta la notte non ho fatto altro che fissare il soffitto, con gli occhi aperti come una civetta. Ho davvero chiesto a Kelly di sposarmi? Sì, è successo. Sono le otto ed è da un’ora che rifiuto le chiamate in arrivo: Diego e Lorenzo, mio fratello, mio padre, e la lista continua… Che illusioni mi faccio? Posso rifiutare queste telefonate quanto mi padre ma tra più o meno 4 ore saranno tutti a quelle nozze, pronti a darmi addosso! Kelly si rigira e mi avvolge, posandomi un braccio sul petto. Sospiro. Le scosto dolcemente l’arto, per poter alzarmi. Mi avvio in cucina dove premo il bottone posizionato dietro la macchinetta per il caffè in capsule. Il corso dei miei pensieri viene interrotto dal suono del campanello quindi svogliatamente mi avvio ad aprire, immaginando sia qualche mio famigliare che vuole farmi il terzo grado. Non credo ai miei occhi quando guardo dallo spioncino! Apro la porta d’impeto, tant’è che lo spostamento d’aria mi travolge.
<< Paola! >> Esclamo.
<< Gonzalo! >> Risponde, un attimo prima di allacciarmi le braccia al collo. La stringo forte a me, facendola volteggiare.
<< Non puoi sposarti, ti prego! Io ho sbagliato a dirti quelle cose! Tu sei solo mio, ed io solo tua! >> Mi supplica, immergendo le mani nei capelli, sussurrandomi all’orecchio. Reprimo un gemito di piacere.
<< Paola, voglio solo te! Non la sposo più! >> Le prometto, un secondo prima di sentirmi strattonato. Mi volto e osservo il viso iracondo di Kelly. Le due iniziano ad accapigliarsi, dicendosi le peggio cose!
<< Tesoro, stanno suonando. >> Mi fa notare Kelly, scendendo le scale in vestaglia, destandomi dai miei pensieri. La seguo mentre apre la porta consapevole del fatto che non può trattarsi di Paola. Infatti fa il suo ingresso mio cugino in tenuta da jogging, tutto sudato, con gli auricolari penzolanti.
<< Buongiorno, perdonate l’improvvisata. >> Ci saluta.
<< Buongiorno. >> Lo saluto. Ma cosa diavolo vuole alle 8 della mattina?
<< Buongiorno, non preoccuparti. Gradisci del caffè? >> Gli offre Kelly che ormai si è ambientata benissimo!
<< No, grazie. Sono qui per parlare con te. Dato che non rispondi al telefono ho pensato di includere la tua via nel mio giro di corsa! Mi serve un favore. >> Esordisce.
<< Di che tipo? >> Gli domando.  Che favore può servigli a quest’ora?
<< Mi serve il numero di telefono di Paola. >> Annuncia. Sbianco.
<< E perché? >> Domando catatonico.
<< Perché se lo chiedessi a lei mi tirerebbe un ceffone, come minimo! >> Esclama. Ma si sono visti una sola volta!
<< Tipico della mia amica. All’inizio fa la sostenuta, ma vedrai che accetterà di uscire con te, fa sempre così! >> Chiosa Kelly. Stringo i pugni. E così è il suo modus operandi mandarti al diavolo per poi cedere?
<< Vi siete visti una sola volta. >> Osservo, ostentando una calma che non ho.
<< Ieri sera mi ha dato un passaggio e abbiamo chiacchierato un pò. So che è da codardi non chiederlo a lei ma averlo per vie traverse, e quando le scriverò si arrabbierà, ma saprò come farmi perdonare. >> Interviene, sorridendo, dandomi un pugnetto sul petto. Mio cugino vuole sedurre la mia Paola! No, Gonzalo, smettila! Lei ti detesta ed è evidente che è in cerca di altri svaghi! Non è e non potrà mai essere “la mia Paola”!
<< Ma se ti do il suo numero poi se la prende con me. Non ci tengo a beccarmi uno dei suoi insulti.>> Rispondo, sperando che desista.
<< Oh, quante storie. Non è mica la perfida strega dell’ovest! Te lo do io il numero, io saprò come farle passare l’arrabbiatura. >> Interviene Kelly. Sospiro e mi rassegno.
<< Grazie! >> Esclama Fernando.
<< Prego. E poi una distrazione in questo momento non può farle che bene. Ha il cuore a pezzi! >> Esclama Kelly.
<< P-perché? >> Domando.
<< Ma come perché? La storia con Alec non ha decollato, anche se non ho ben capito perché lo abbia lasciato, e lui si è trasformato in una specie di psico-pazzo. E poi ieri sera hai visto com’era abbattuta? La tua proposta di nozze le ha fatto ricordare che a Giugno avrebbe dovuto sposarsi con Diego! Secondo me non lo ha ancora dimenticato, per questo con Alec è finita. >> Ipotizza Kelly, fornendo certe informazioni a Fernando sulla sua vita privata. Ne avesse azzeccata una!
<< Ieri sera mi ha accennato al fatto che tu sei amico di un suo ex. Deducendo che non si tratti dello psico-pazzo, presumo sia questo Diego. >> Ne deduce Fernando. Annuisco, travolto dagli eventi. Sono diventato un rammollito.
<< Bene, allora vi ringrazio per il numero e per la chiacchierata. Vado a farmi una doccia e a vestirmi dato che ho un matrimonio a cui prendere parte. Bhe, veramente è solo un rinnovo di promesse nuziali, ma pare sarà uno degli eventi dell’anno. >> Ci spiega. Quindi me lo ritroverò intorno anche oggi.
<< Anche tu verrai al rinnovo delle promesse nuziali di Daniele Valencia e consorte? >> Gli domanda Kelly.
<< Sì. Mia madre è ancora a Madrid per dei problemi aziendali e l’unico figlio in città sono io quindi papà mi ha chiesto di accompagnarlo, per non lasciare un posto vuoto al suo tavolo. Ci andate anche voi? >> Domanda. Annuiamo.
<< Oltretutto Diego, l’ex di Paola, è il fidanzato di una delle figlie di Daniele, quindi sarà presente anche lui. Potrai vedere contro chi devi competere. >> Interviene Kelly, dandogli un’amichevole gomitata.
<< Kelly, Fernando non deve competere con Diego. Tra loro è finita, Diego ha un’altra relazione ed a Paola di lui non gliene importa più una mazza! >> Intervengo.
<< Ne sembri così certo! Come lo sai? >> Domanda.
<< Lo so e basta. Vado a prepararmi. >> Taglio corto. La giornata è appena iniziata e sono già di pessimo umore grazie a mio cugino e alla mia fidanzata pettegola!
 
 
[Paola]
Mio padre dev’essere impazzito.
<< Stai scherzando, vero? >> Gli domando, ancora intontita dal sonno e choccata dalla sua proposta.
<< Ti prego. Non vorrei presenziare da solo a tale evento e, fino a prova contraria, il mio invito vale per due persone. Inoltre vorrei che potessi fare pace con Giulia, Camilla e Roberta, e magari questa sarà l’occasione giusta? >> Ipotizza.
<< Sì, l’occasione giusta per farmi cacciare a pedate da quella villa! Quella gente mi detesta. E comunque con Roberta ho già fatto una specie di pace. >> Gli narro.
<< Allora avrai un’alleata a qualcuno con cui parlare. >> Mi fa notare.
<< Papà, è una pessima idea. Se il matrimonio fosse di un Mendoza avrei qualche piccola possibilità che gli sposi non abbiano un travaso di bile, ma ti rammento che lo sposo è un Valencia e che voleva spedirmi in carcere! No papà, mi dispiace. >> Declino.
<< Maria? >> Domanda mio madre a mia sorella.
<< Ci saranno i Torres? >> Domanda. Giusto, non ci avevo pensato.
<< Sì. Gonzalo sarà presente con i suoi e la sua fidanzata. >> Annuncio.
<< Fida che? >> Mi domanda Maria.
<< Gonzalo si è fidanzato con Kelly. Ieri sera alla cena. >> Spiego.
<< E tu come l’hai presa? >> Mi domanda con cautela papà.
<< Bene, come dovrei averla presa? >> Mento.
<< Comunque non insisto più. Vorrà dire che andrò da solo. In effetti gli sposi non potrebbero gradire tale iniziativa. >> Interviene, baciandomi il capo. Mi sembra abbattuto dal fatto che debba andarci da solo e fare il pesce fuor d’acqua.
<< Papà, fammi fare una telefonata. >> Intervengo, provando una strada per farmi accettare a tale evento senza fare sorpresa sgradita agli sposi. Va bene che il mio avvocato è riuscito a rabbonirli, ma da qui a presentarmi a casa loro senza rischiare la decapitazione ce ne passa!
 
 
[Patrizia]
Oggi mio marito ed io rinnoveremo i voti nuziali, e d’ora in poi cercheremo di seguire le regole del matrimonio con più dedizione. Mi rilasso, permettendo alle estetiste di rendermi impeccabile. Sono nel pieno della distensione (isolando il brusio delle ragazze che, sedute sul mio talamo, chiacchierano del più e del meno) quando Rhonda bussa alla porta aperta della mia stanza da letto.
<< Signora, mi scusi. Ma la desiderano al telefono, questa persona ha molto insistito. >> Annuncia. Chi può essere così maleducato?
<< Di si tratta? >> Chiedo, per riservarmi il diritto di rifiutare la telefonata.
<< Della signorina Paola Ribeiro Solari. >> Annuncia. Io e le ragazze ci guardiamo con un certo stupore. Le più sorprese sono mia figlia e la mia figliastra.
<< Visto che ha dato direttive che non entrasse più in casa, le dico che non può riceverla telefonicamente? >> Mi chiede il permesso Rhonda. Certo che ha del coraggio a telefonarmi in un giorno del genere. La sua incursione mattiniera di qualche giorno fa non è bastata?
<< No, me la passi. Ci tengo a mandarla dove merita, personalmente. >> Rispondo. La domestica mi passa il cordless e faccio cenno alle estetiste di allontanarsi, prima di premere il tasto per arrestare l’attesa.
<< Pronto! >> Esordisco perentoria.
<< Patrizia, buongiorno e felicitazioni. Mi dispiace disturbarti… >> Esordisce.
<< Cosa vuoi? >> La interrompo.
<< Mio padre ci terrebbe ad essere accompagnato da me. Ma non vorrei fare sorpresa sgradita a te a tuo marito! >> Esclama la tipa. E poi quella scema sarei io?
<< Soffri di memoria a breve termine o cosa? Durante la tua patetica incursione eravamo stati chiari. Non vogliamo più vederti né in questa casa né accanto a nostra figlia! >> Tuono.
<< Volevo solo evitare di presentarmi al tuo party senza il tuo consenso. Ho avuto la mia risposta, grazie. >> Risponde mesta.
<< Per me può anche venire. Non mi importa. Basta che sieda lontano e che non mi rivolga la parola. >> Interviene mia figlia. So che lo dice solo perché Giulia è una ragazza forte. E infondo è di buon cuore, specialmente ora che è incinta e iper sensibile. Ma io non sono incinta.
<< Qualcuno della mia famiglia stamani è magnanimo. Permesso accordato ma a delle condizioni: i membri delle famiglia Valencia, Mendoza e Mora per te sono off limits! Sappi che darò ordine alla security di scortarti fuori dinanzi a tutti gli invitati qualora dovessi infastidire tali persone. E dirò loro di farlo dinanzi a tutta la creme di Bogotà. Prendere o lasciare! >> Acconsento. Mio marito avrà un travaso di bile quando lo saprà ma saprò io come rabbonirlo!
<< Grazie. Non preoccuparti, io voglio solo accompagnare mio padre perché non si senta un pesce fuor d’acqua. >> Mi spiega. Chiudo bruscamente la telefonata.
<< Devo informare vostro padre. >> Annuncio, iniziando a comporre il suo numero di cellulare.
<< Mamma, forse è meglio se lo chiamo io. Dopo tutto sono stata io ad acconsentire alla presenza di Paola. >> Propone Giulia, prendendomi in telefono di mano.
<< Perché? Nel tuo stato potrebbe essere fonte di stress! >> Mi preoccupo.
<< Non mi importa della sua presenza. E poi sono circondata da fratelli e cognate super apprensivi che non la faranno avvicinare! >> Esclama Giulia.
<< E tu? Non ti urta i nervi che ci sia? Quella lì ti ha tratta come una pezza da piedi ed è la ex del tuo ragazzo. >> Chiede Silvia alla mia figliastra.
<< No. Non temo la sua concorrenza. Paola si è rifatta una vita sentimentale e sapete che sta soffrendo molto per quello che è successo con il video e tra i suoi genitori? >> Ci rende partecipi Isabella. Ma avrà preso qualcosa dal carattere di mio marito, no?
<< Molto commovente. Sono incinta e un po’ iper-sensibile, non scema. Non ci credo neanche se lo vedo che soffre per quello che mi ha fatto! >> Tuona mia figlia, prima di chiamare suo padre.
 
 
[Daniele]
Sono passati 27 anni, 5 mesi e 14 giorni dal nostro matrimonio. Non posso negare che ho chiesto a Patty di sposarmi perché era rimasta incinta, ma organizzando questo matrimonio è nato qualcosa in me e quando l’ho vista percorrere la navata in abito bianco e con la pancia rigonfia, dato che era al sesto mese di gravidanza, ho capito che avevo compiuto la scelta giusta. La volevo accanto a me per tutta la vita.
 
<< Dan, sei così bello. Non credevo che ti avrei mia visto in questa veste. >> Ripeté per l’ennesima volta mia sorella Marcella, sistemandomi la cravatta per poi accarezzarmi il petto. Era commossa e si vedeva. Mi chinai per baciarle una guancia. Il mio nipotino Alex, di tre mesi, in braccio a mia sorella Bea, allungò le sue piccole braccia stritolando il mio fiore all’occhiello con le sue minuscole manine. Poi mi sorrise con gusto. Sorrisi debolmente immaginando come sarebbe stato mio figlio, che sarebbe venuto al mondo da lì a quattro mesi.
<< Alex, non si fa! >> Lo redarguì dolcemente Bea per poi scostare da sé il neonato tenendolo per sotto le ascelle.
<< Marce, ho un problemino! >> Annunciò Bea, mostrandoci il rigurgito di nostro nipote sul bavero della sua giacca. Marcella lo prese in braccio.
<< Per fortuna porto sempre un cambio con me. Puoi prendere la mia giacca di ricambio in auto, le chiavi solo nella pochette. >> Le permise Marcella che aveva compiuto un vero e proprio miracolo convincendo nostra sorella ad indossare un castigato tailleur per l’occasione. Marcella ed io fummo distratti dal pianto della figlia di Armando e Betty, che era nata qualche giorno prima di Alex. Suo padre afferrò la carrozzina e si spostò fuori dalla chiesa per farla calmare.
<< Stai pensando a quando toccherà a te? >> Mi domandò mia sorella.
<< Sto pensando se ne sarò in grado. Sai bene che non sono mai stato un’amante dei neonati. >> Le dissi, mentendo, dato che ero disposto a crescere il figlio della mia ex come mio qualora lei avesse voluto tornare insieme. Mi stupii della coincidenza quando la vidi entrare in chiesa proprio in quell’istante, accompagnata dal tizio inguardabile che aveva sposato. Con suo marito e suo figlio prese posto vicino a Betty, senza neanche sollevare lo sguardo verso l’altare.
<< Vedrai che quando nascerà ti verrà spontaneo. Avrai sempre voglia di tenerlo in braccio. >> Mi rassicurò Marcella. Peccato che le cose andarono differentemente.
<< Non sapevo che Camilla sarebbe venuta. >> Osservai.
<< Sapevi che Margherita e Roberto li hanno inclusi tra gli invitati. Questo è un problema? >> Mi domandò, con fare accusatorio.
<< Certo che no. Camilla è storia vecchia. Sai Marcella che in passato Patrizia non la sopportavo, a meno che non fossimo in camera da letto… >> Esordii.
<< Ecco, questo lo escluderei dalle promesse nuziali, Daniele! >> Mi interruppe.
<< Ma in questi mesi mi sono dovuto ricredere. Certo, non ha il cervello di un premio nobel, ma sa essere una compagna molto affettuosa e si è fatta amare. Voglio passare tutta la mia vita con lei perché ci assomigliamo sotto alcuni aspetti caratteriali. Non ho mai trovato un’intesa così con un’altra donna. >> Le confessai. Ci credevo davvero, anche non mi sono impegnato per mantenere sempre quest’intesa.
<< Bhe, sono felice di sapere che ami la tua quasi moglie. >> Rispose. Ci abbracciammo.
<< Sta per arrivare la sposa! >> Annunciò Armando, rientrando con la carrozzina contenente sua figlia neonata. Presero tutti i propri posti e mi sentii pervadere da un’ansia che non credevo che avrei provato. Temetti per un istante di dimenticarmi il testo della promessa che avevo elaborato. No: non mi pentii di non aver sposato Camilla. Io e Patrizia desideravamo le stesse cose: una vita tranquilla nel lusso e un figlio che desse seguito a questo. Quando partii la marcia nuziale ammirai Patrizia entrare in chiesa e percorrere la navata, al braccio di suo padre. Era bellissima nel suo abito principesco (ed enormemente costoso!) 
 
<< Papà, ti sei abbottonato la camicia tutta storta. Su che pianeta sei? >> Mi riporta alla realtà mio figlio Giulio, l’unico che sia già pronto.
<< Accidenti, quanto odio quest’affare! >> Brontola Cèsar, riferendosi al suo papillon. Si guarda attorno cercando supporto ma tutti i presenti fanno capire di non essere abili nel mettere un papillon.
<< Ragazzi, sono l’unico che sa come si fa? Com’è possibile che non abbiate mai indossato uno smoking? >> Domando. Mi avvicino al ragazzo di mio figlio (ora riesco a dirlo senza sentire quel fastidioso rigurgito gastro-esofageo) ed inizio ad armeggiare all’altezza del suo collo. Lui è rigido come uno stoccafisso mentre tiene il capo sollevato. Credo mi tema! Così dev’essere!
<< Preferisco le cravatte, se proprio devo. E’ già una grazia se non mi presento alle sfilate in t-shirt. >> Risponde Giulio.
<< Devi solo provarci. >> Lo minaccio. I presenti ridacchiano.
<< Se aiuteresti anche me, te ne sarei grato. >> Mi chiede Diego. Scuoto il capo.
<< Perché avete scelto lo smoking se non sapete indossarlo?! >> Mi lamento.
<< Perché Isa non mi ha ancora visto in smoking e volevo… >> Interviene Diego.
<< Sedurla? >> Domanda Giulio, provocatorio. Rivolgo a Diego un’occhiataccia.
<< No! Certo che no. Volevo sorprenderla. >> Si affretta a precisare. Tutti/e i/le fidanzati/e dei miei figli mi temono, tranne Silvia suppongo!
<< Massi, serve aiuto anche a te? Massi? >> Gli chiede Michael, richiamandolo più volte.
<< No, scusate. Io ho la cravatta. >> Precisa.
<< Sei sulle nuvole stamattina, più di papà. Ma che avete? >> Gli domanda Giulio.
<< Io devo farvi vedere una cosa! >> Esclama, quando termino di sistemare il papillon anche a mio genero Diego. Da una tasca dei suoi pantaloni estrae una scatoletta quadrata: ha preso proprio alla lettera il mio discorso dell’altra sera! I presenti lo guardano sorpresi.
<< E’ ciò che penso? >> Gli domando. Lui annuisce.
<< Sempre che lei sia d’accordo. >> Precisa, chiedendo il mio consenso.
<< Ne abbiamo già discusso, mi pare! >> Esclamo, sotto lo sguardo sbigottito di tutti.
 << Bhe, adesso che Massimiliano ha fatto da cavia e avete visto che è ancora vivo e intero, Diego e Cèsar potete farvi sotto! >> Esclama Giulio, ironizzando. I due arrossiscono, specialmente Cèsar, imitato da mio figlio Michael.
<< Non corriamo troppo. Ci sono ragioni precise per cui Giulia e Massimiliano debbano convolare a nozze! >> Esclamo, riferendomi alla gravidanza di mia figlia.
<< E glielo chiederai alla festa? >> Gli domanda Michael. Massimiliano annuisce.
<< Se glielo chiederai con quella faccia, acconsentirà di certo. >> Borbotta Giulio.
<< Giulio! Sei peggio di una pettegola! >> Lo redarguisce Diego.
<< Bhe, non ce lo fai vedere? >> Gli domanda Cèsar. Massimiliano apre la scatoletta e tutti noi ci attorniamo a lui per osservane il contenuto. E’ un anello di oro bianco con una pietra a forma di cuore color ghiaccio, tempestato di diamanti sul contorno della pietra e sui lati.
<< Il lavoro di modello rende bene. >> Spiega. Bhe, dato che mia figlia è talmente innamorata da andare a vivere in un tugurio, accetterebbe anche un anello trovato nelle palline del luna park! A volte mi domando se abbiano rapito la mia piccola viziata sostituendola con una donna più matura del suo papà.
<< Lo vedo. Bhe, sono contento, complimenti. In che momento glielo chiederai? Cosa le dirai? >> Gli domanda Giulio a raffica. Il poveretto è già teso come una corda di violino, gli sembra che possa preparare un discorso per tempo? Ora della della proposta se lo sarebbe dimenticato.
<< Non lo so! >> Ammette, balbettando.
<< Caspita, sei un compagnone stamattina. “Non lo so”, “Sì”, “No”. >> Lo prende in giro Giulio.
<< Giulio, Massi è troppo educato per mandarti al diavolo ma io no. Lo vuoi lasciare in pace? Non vedi che è nervoso? >> Lo redarguisce Diego.
<< Voglio vedere quando sarà il tuo turno se andrai dritto senza esitare! >> Lo rimprovera anche David.
<< Va bene. Quando? Cosa ne dici durante le danze? Ti inginocchi, la musica si ferma, tutti si mettono in cerchio attorno a voi, le luci si abbassano e glielo chiedi! >> Propone Giulio. Ci guardiamo stupiti.
<< Allora c’è un po’ di romanticismo in te! >> Lo canzona Diego.
<< E’ una bella idea. Ma cosa le dico? Ho la testa vuota in questo momento! >> Esclama mio genero.
<< Le parole ti verranno al momento. Con Isabella ti eri preparato un discorso o hai lasciato parlare il cuore? >> Gli domanda mio figlio. Divengo serio.
<< Giulio, sei un idiota. >> Lo rimprovera sotto voce Michael. Giulio mi guarda allargando le labbra, mostrando i denti, con la smorfia tipica che si assume quando si ha commesso una gaffe. Questa, più che una gaffe, è una tragedia.
<< Cosa vuol dire “con Isabella”? >> Domando.
<< Bhe, lei sa che stavo con Isabella quando vivevamo in Italia? >> Mi domanda.
<< Sì, ne avevo sentito parlare. Le avevi chiesto di sposarti? >> Gli domando. Annuisce.
<< Ma lei, ovviamente, ha rifiutato. Per rispondere alla domanda di Giulio: sì, mi ero preparato un discorso. E sono riuscito a farlo perché non ero nervoso come oggi. Non mi sudavano le mani, per non parlare del resto del corpo. E non avevo la gola secca! Lo so che adesso le farò una cattiva impressione perché è la seconda volta che lo faccio e, guarda caso e non per colpa mia, con due delle sue figlie, ma con Giulia è diverso. Io sono totalmente nel pallone! >> Sproloquia.
<< David, non hai niente di forte in casa? Tipo un valium? >> Ironizza Giulio che stamattina sembra aver fatto colazione con pane e simpatia.
<< Papà, dì qualcosa. Non è una tragedia! E poi quando stavano insieme non sapevano che Isabella fosse tua figlia né immaginava che si sarebbe innamorato di sua sorella! >> Mi esorta Michael.
<< Scusate se sono rimasto un po’ sorpreso da questa notizia! >> Mi giustifico, quando il mio cellulare squilla. Mi avvicino alla consolle in sala e l’afferro.
<< Pronto? >> Esordisco.
<< Papà, sono io! >> Esordisce, senza specificare il suo nome. Anche se ora ho due figlie non rischio di confondermi perché Giulia ed Isa hanno due voci diametralmente opposte.
<< Buongiorno tesoro. Come mai mi telefoni? Problemi? >> Domando, con una certa preoccupazione, visto come vanno le cose di recente! I miei figli, generi e mio nipote mi guardano con apprensione.
<< No, non proprio. Ha telefonato Paola chiedendo di essere invitata! >> Mi informa. Chiudo gli occhi sorprendendomi della cafoneria di certa gente.
<< Ma sua madre non millanta tanto bon ton? Le ha insegnato ad elemosinare un invito ad un party esclusivo? Quella famiglia è veramente caduta in basso, si trova al centro della terra! COME DIAVOLO LE E’ VENUTO IN MENTE? MI AUGURO CHE LE ABBIATE DETTO QUELLO CHE SI MERITA! >> Tuono indispettito.
<< Papà, così mi porti via un timpano! Pare che il padre volesse venire accompagnato ma che non volesse presentarsi con lei senza che foste a conoscenza della sua presenza, per non farvi sgradita sorpresa. Ho detto alla mamma che poteva anche acconsentire. Non mi importa della sua presenza! >> Mi informa. Questa gravidanza le ha reso il cuore tenero come quello di Bambi! Sarò così che la chiamerò d’ora in avanti!
<< E non poteva optare per la figlia sana di mente? >> Mi lamento.
<< Papà, non so cosa dirti. Mamma le ha chiarito che se sia avvicina a noi la farà scortare fuori, dinanzi a tutti gli invitati. >> Mi spiega. Mi sembra il minimo!
<< Grazie per avermi avvertito, mi sarebbe venuto un travaso di bile trovando questa sorpresina! La mamma è bella? >> Domando.
<< Papà, non ti dirò nulla! Dovrai aspettare un paio d’ore. Bacetto! >> Mi saluta.
<< Ciao Bamb.. cioè, Giulia! >> Esclamo.
<< Papi, stavi per chiamarmi “bambina mia”? Sei talmente sensibile oggi? >> Mi domanda in modo canzonatorio.
<< No. Veramente stavo per chiamarti Bambi perché questa gravidanza ti ha resa così mansueta! La Giulia di prima avrebbe detto le sue a Paola, impedendole di mettere piede a quest’evento e semmai l’avrebbe cacciata pedate nel sedere. >> Le faccio notare.
<< Sono passati i tempi delle cattiverie, e sai bene il perché. A dopo e salutami il mio amoruccio! >> Mi domanda. Ma se stanno sempre a messaggiare!
<< A dopo tesoro. >> La saluto, premendo il tasto rosso di fine comunicazione.
<< Ho sentito bene? Paola sarà presente? >> Domanda Diego. Annuisco.
<< Paola è la tua ex, giusto? Quella che ha dato il tuo filmino pornografico a sua madre? >> Domanda mio nipote. Diego annuisce.
<< E mia sorella le ha concesso l’ingresso? L’hanno clonata, vero? E la vera Giulia è alle Maldive, spaparanzata su una sdraio che offende il personale dell’hotel perché c’è troppo ghiaccio nel suo drink? >> Domanda Giulio con ironia. Scuoto il capo.
<< Giulio! Ti rammento che nostra sorella è incinta. E’ normale che sia cambiata! >> Le rammenta suo fratello Michael.
<< Comunque Paola non vi darà fastidio. Non servirà l’intervento della security in quel caso perché la scorterò fuori con queste mani. >> Li rassicuro. E’ incredibile che mia figlia abbia acconsentito alla sua presenza,  su internet c’è stato un suo video hard e la colpevole di tale condivisione è Paola!
<< A dire il vero c’è una specie di tregua tra di noi. >> Ci informa Diego. Dev’esserci una specie di sostanza tossica nell’aria! Spero non infetti anche il sottoscritto!
 
 
[Giulia]
<< Isa, mi aiuti a chiudere la lampo per favore? Non posso essere ingrassata in pochi giorni! Com’è possibile che non venga su? >> Chiedo a mia sorella, cercando si sollevarmi la lampo che non sale. Va bene che mi sta spuntando la pancia ma non posso aver messo su tanti fianchi in poco tempo!
<< Isabella? >> La richiamo, notando che è nel mondo delle favole.
<< Sì? >> Mi domanda, riemergendo dai suoi pensieri.
<< Faccio io. Cara, non preoccuparti, non sei ingrassata, non ancora. Si era solo incastrata un po’ di stoffa, ma non ci sono danni quindi non dovremmo temere le ire di Ugo. >> Mi aiuta mia cognata Camilla.
<< A cosa pensavi così intensamente? E’ qualche giorno che sei un po’ pensierosa. >> Le domando, rimirando i miei lucenti capelli biondi allo specchio, per assicurarmi che l’acconciatura sia impeccabile.
<< A niente di che. E’ una sciocchezza! >> Minimizza, arrossendo.
<< Non sembrerebbe. Se non ti va di dircelo va bene ma ricorda che puoi confidarci tutto. >> Le rammenta Camilla.
<< Mi promettete di mantenere il segreto? Non mi sono confidata neanche con Diego. >> Mi informa. Giuriamo tutte, prima di attorniaci a lei che siede sul letto, pronte ad ascoltare qualsiasi cosa la tormenti. Oltretutto sembra un segreto scabroso! Ma dopo quello che mi ha detto su Diego e la professoressa cacciatrice di vergini cosa potrà mai essere successo?
<< Bhe, mi prenderete per pazza. Ma mi vergogno per qualcosa che ho fatto. >> Confessa, tormentandosi le dita che tiene sulle gambe.
<< Oddio, hai tradito Diego? >> Domanda mamma con un certo sgomento. Le rivolgo un’occhiataccia.
<< No, certo che no. E’ qualcosa che ho fatto con Diego. >> Borbotta. Ci guardiamo tutte sorridendoci, e tutte pensiamo che faccia tenerezza questa ragazza!
<< Dove lo avete fatto? >> Le domanda zia Bea tutta gasata. Tratteniamo in sorrisetto.
<< Bea, sei sempre la solita. Secondo te dev’essere per forza qualcosa legato al sesso? Non può trattarsi di altro? >> La redarguisce mia zia Marcella, cercando l’approvazione di Isabella la quale però scuote il capo. Zia Bea gongola gridando “lo sapevo” e scuotiamo tutte il capo, rassegnate al fatto che non cambierà mai.
<< Tesoro, non vedo cosa possa esserci di male se lo avete fatto in qualche posto inconsueto! >> Esclama mamma. Un po’ mi preoccupa l’influenza che stiamo avendo su di lei, soprattutto se lo sapesse papà!
<< E dicci, dove lo avete fatto? >> Le domanda gasata Olga.
<< Nel suo ufficio. >> Borbotta a voce bassa.
<< Non ho capito! >> Esclama zia Bea.
<< E sarebbe una tragedia? Lo abbiamo fatto anche io e David, durante la pausa pranzo. Ma vi prego, non lo dite a mio padre! >> Ci confida Camilla, per farla sentire meno sola. Ridacchiamo. Colgo al volo il motivo del suo turbamento: Diego le avrà sicuramente raccontato delle sue scappatelle con me, una delle quali in ufficio (che all’epoca per fortuna non era quello della presidenza).
<< Cioè, non lo abbiamo proprio fatto… Però abbiamo… avete capito, no? >> Specifica.
<< Credo che il termine esatto sia “petting”. >> Interviene zia Bea beccandosi un richiamo verbale.
<< Ho capito. Stai così a causa mia? >> Le domando, rattristandomi.
<< No, non devi pensare che ti giudichi. E’ solo che ho fatto talmente tante storie perché non riuscivo a digerire le scappatelle di Diego in certi contesti! Come minimo Diego penserà di me che sia l’incoerenza in persona e si chiederà se tutte le mie insicurezze non si potessero evitare. >> Ci spiega.
<< Giulia, spero per lo meno che fosse deserto l’ufficio! >> Tuona mamma. Nascondo la testa tra le spalle.
<< Quasi. Io passavo di là e ho sentito qualcosina. >> Ammette Isa. Le presenti si lasciando andare ad una risata e avvampo. Chissà come dev’esseri sentita!
<< E con lui non ne hai parlato. Vai per tentativi, e tutti sbagliati secondo me! >> Chiosa Camilla.
<< Ti stai facendo troppi problemi. Hai abbattuto il muro di pudore che c’era tra di voi: non è una cosa buona? Questo servirà a rendere più piccante il rapporto! >> Le consiglia Silvia.
<< Agli uomini piacciono queste cose, e credo che Diego piacciano particolarmente! Hai scordato lo striptease? >> Interviene zia Bea.
<< Come? Uno striptease? A quanto pare la ragazza nasconde un sacco di cose alle sue amiche. >> La punzecchia Camilla, facendola arrossire e ridacchiare.
<< Puoi cercare di addolcire la pillola ma so che mi credevi una poco di buono fino a tempo fa. E so che la cosa che ti preoccupa di più è di diventare come le ex amanti di Diego, disposte a concedersi ovunque, avendo paura che lui cambi l’opinione che ha su di te. Ma le due situazioni sono diametralmente opposte: tra me e Diego c’era solo sesso mentre tu sei la donna della sua vita, con te fa l’amore con l’anima e con il cuore. Ma questo non vuol dire che si debba rinunciare alla passione, no? >> Le consiglio.
<< Questi discorsi mi fanno tornare con la mente a quando ero alle prime armi! >> Esclama zia Bea. Perché, è stata anche vergine?
<< Grazie! Ora mi sento meno viziosa! >> Esclama. Certo che ho una sorella strana!
<< Ti senti meno sola perché sai che qualche porta più in là c’è un’altra coppia di depravati? >> Ridacchia Camilla facendo ridacchiare anche Isabella.
<< Scusate, devo uscire a prendere una boccata d’aria. >> Annuncio, venendo colta da un’improvvisa vampata di calore. Balzano tutte in piedi, imitandomi.
<< Tesoro, è il bambino? Avverti dolore? >> Si preoccupa mia madre.
<< No, è solo una vampata di calore. >> Spiego, desiderosa di tuffarmi in piscina per placare questi bollori. Ugo mi ammazzerebbe se rovinassi con il cloro la sua creazione.
<< Infatti sei tutta rossa su viso e decolté. Ti accompagniamo fuori. >> Propone mia cognata Camilla. Tutte le ragazze, all’infuori di mia madre e delle mie zie, mi seguono all’esterno  e ci sediamo sulle sdraio a bordo piscina. Un cameriere mi porta un bicchiere d’acqua e ringrazio.
<< Va meglio? Questo per esempio è un sintomo che non ho ancora testato. >> Mi spiega Olga.
<< Buon per te. Avevo l’impressione di andare a fuoco. >> Mi rilasso, quando il calore inizia a scemare.
<< A te cosa piacerebbe che fosse? Io spero sia un maschietto e che erediti gli occhi verdi del papà! >> Mi domanda Olga, accarezzandosi il ventre.
<< A dire il vero non ci abbiamo pensato. Con tutto quello che mi è successo il mio solo desiderio è che sia un bambino sano! >> Esclamo, sentendomi ancora un colpa per il mio comportamento. Ho messo a rischio questa gravidanza! Una lacrima, che raccolgo con un dito, sfugge al mio controllo.
<< Ehi, sarà un bambino perfetto, ne sono sicura. >> Mi rincuora mia cognata Silvia. Sorrido, godendomi queste chiacchiere con persone che fino a poche settimane fa conoscevo a stento e che denigravo. La pace dura poco perché ci allarmiamo quando sentiamo mia madre strillare. Cosa sarà successo?
 
 
[Isabella]
Corriamo tutte all’interno della villa quando sentiamo la mia matrigna urlare. Sta inveendo contro un’addetta del catering che riconosco subito anche se è di spalle. Mi si raggela il sangue. Camilla mi abbraccia facendo passare un braccio dietro alla mia schiena e accarezzandomi una spalla. Quanto vorrei che Diego fosse qui!
<< COSA DIAVOLO CI FA QUI QUESTA?! SPERO SIA UNO SCHERZO! >> Strilla la protagonista della giornata, alterata più che mai. Mi sa che il massaggio di questa mattina ha perso qualsiasi beneficio. La tizia si volta quando si rende conto di avere delle persone alle sue spalle e i nostri sguardi s’incrociano.
<< Isabella. >> Mi nomina, a mo’ di saluto.
<< Cosa ci fai qui? >> Le domando sotto choc.
<< Non ha sentito? Mia cognata e mia suocera pretendono di sapere cosa diamine ci fa in questa casa! E’ SCANDALOSO CHE LEI SIA QUI! >> Tuona Camilla.
<< Io nel week end, quando i figli della signora per cui lavoro si occupano di lei, saltuariamente vengo chiamata come aiuto per questa ditta di catering. >> Spiega.
<< E LEI HA RITENUTO OPPORTUNO ACCETTARE IL LAVORO A QUEST’EVENTO?! COS’HA IN TESTA, LA SEGATURA?! PRETENDO CHE LEI SE NE VADA DALLA MIA CASA, SEDUTASTANTE! >> Tuona Patrizia.
<< Patty, rilassati, ti prego. Sono certa che la signora avrà un buongusto di andarsene di sua spontanea volontà, prima di essere accompagnata di peso dalla security! >> Interviene zia Marcella.
<< Io avevo rifiutato, ve lo giuro. Ma sono stata chiamata questa mattina per una sostituzione e ho dovuto accettare, pena il licenziamento Io ho bisogno di lavorare! >> Esclama, cercando la nostra compassione.
<< MI SORPRENDE CHE NON SI SCOPI IL SUO PRINCIPALE E CHE SIA COSTRETTA A LAVORARE SERIAMENTE! FUORI DA CASA MIA! >> Tuona Patrizia, tirando in ballo la sua relazione con papà. Le lacrime cominciano a farsi strada nei miei occhi. Così dovrò ricominciare il rito del trucco daccapo.
<< Hai sentito Patrizia e mia zia? Vattene. >> Le ordino, racimolando un po’ di coraggio. Mia madre mi guarda sgomenta.
<< Io ho pensato che sarebbe uscita una cosa positiva da questo lavoro: avrei potuto vederti e magari avremmo potuto parlare! >> Interviene mia madre, ignorando il mio ordine.
<< Lei è un’inserviente e Isabella la figlia dello sposo, una degli invitati di punta, non vedo di cosa potreste parlare! >> Esclama Patrizia.
<< Le rammento, signora, che Isabella è mia figlia. Non sua. >> Risponde mia madre. Si è appena scavata la fossa. Patrizia le si avvicina e la fissa con aria minacciosa.
<< Le dispiace ripetere? Mi sembra di averla sentita darmi un ordine in casa mia. Ma sa, vorrei esserne sicura prima di spaccarle il naso. Le posso assicurare che mio marito avesse saputo della gravidanza, e Isabella fosse cresciuta in questa casa, sarei stata una madre migliore di lei. Del resto, non ci vuole molto. Mio marito non le avrebbe mai fatto quello che le ha fatto quella bestia a cui l’ha affidata! >> Tuona Patrizia. Dai miei occhi sgorgano liberamente fiumi di lacrime.
<< Perché, cosa le ha fatto? >> Domanda Giulia con gli occhi lucidi.
<< Se “Isabella fosse cresciuta in questa casa”? Impossibile. Appena lo avrebbe saputo si sarebbe vendicata, costringendo suo marito a rinunciare alla bambina. Lei ha abbandonato una figlia per non perdere il prestigio della vita accanto a suo marito, quindi non si elevi a madre dell’anno! >> Esclama mia madre. Patrizia solleva la mano sinistra e le assesta un ceffone con il dorso di essa. L’anello di brillanti graffia la guancia destra di mia madre ed esce un po’ di sangue. Sento lo stomaco contorcersi. Nella stanza cala un silenzio tombale mentre le due rivali si fissano. Mia madre si tocca la guancia ferita.
<< Ok, adesso basta. Mi scusi, può chiamare un responsabile? E qualcuno della sicurezza? >> Domanda zia Marcella, ad uno dei camerieri che fanno via vai (e guardano sconcertati la scena) per portare il necessario per la mise-en-place sotto il tendone dove si terrà il pranzo.
<< Certo, signora. >> Acconsente il tale, allontanandosi.
<< Scusate, devo correre a vomitare! >> Esclama Giulia, portandosi una mano alla bocca. Olga e Silvia le corrono dietro. Dopo pochi istanti sentiamo una porta sbattere, presumibilmente quella del bagno.
<< Credi davvero che qui sarei stata peggio di come sono stata con voi? >> Rompo in ghiaccio, domandando alla donna che mi ha dato la vita se è davvero convinta di ciò che dice.
<< Tu non hai conosciuto tuo padre 27 anni fa. Adesso ti sembrerà un padre amorevole, ma all’epoca non era così! E la signora qui presente, può confermartelo! Quante volte ho cullato il piccolo David mentre vi urlavate addosso come due ossessi? Quante volte si è confidata con me su quanto suo marito fosse freddo con vostro figlio? Suo marito era spaventato da quel neonato! Io credevo che farti crescere da Juan fosse la scelta giusta. Non potevo prevedere che si sarebbe trasformato in un mostro! >> Risponde mia madre, piangendo.
<< Perché era così sicura che il figlio che aspettava fosse di mio fratello? >> Le domanda zia Marcella.
<< Perché in quel periodo mio marito si era appena ripreso da una frattura al bacino quindi erano diversi mesi che non avevamo rapporti. >> Spiega.
<< E poi, alla prima occasione, lo ha sedotto, per poi spacciare il figlio per suo. Complimenti! Ha l’ardire di criticare me, che mi sono presa la responsabilità del mio tradimento confessando a mio marito che il figlio che aspettavo non era suo. Io non l’ho sedotto per poi prenderlo per il culo! >> Esclama Patrizia.
<< Lei non ha idea di come mi sono sentita quando ho scoperto di aspettare un bambino da Daniele. Lei, signora, poteva anche decidere di lasciare suo marito per far crescere quel figlio con l’uomo con cui lo aveva concepito, io non avevo margine di scelta! >> Esclama mamma. Patrizia ridacchia.
<< Mi sta dicendo che per un attimo ha immaginato che mio marito mi avrebbe lasciata per lei? Dev’essere pazza! Mio marito non avrebbe mai rinunciato a me per una cameriera! >> Tuona Patrizia.
<< Ecco perché non ho detto nulla. Daniele mi avrebbe tolto la bambina! >> Esclama mamma, giungendo alla fine di questa intricata faccenda.
<< E LA SMETTA DI CHIAMARE MIO MARITO PER NOME, COME SE FOSSE IL SUO INNAMORATO! LEI PER MIO MARITO E’ STATA SOLO UNO SVAGO SESSUALE! UNA BANALE PUTTANA! >> Esclama la mia matrigna. Mia madre sta per partire in quinta per rendere il favore a Patrizia ma le afferro il polso quando solleva il braccio. Mamma mi guarda stupita e non ci diciamo nulla. Mia madre abbassa il braccio.
<< Lei si sbaglia di grosso, signora. >> Risponde.
<< Le sue sono illusioni di una cameriera ingenua. Mi dispiace ma si è rovinata la vita sperando che mio marito la potesse vedere come qualcos’altro che non fosse un sistema per svuotarsi le palle e farmela pagare nello stesso tempo! >> Esclama pungente Patrizia, mentre un tizio elegante e un omone vestito di scuro con gli occhiali da sole e un auricolare all’orecchio ci raggiungono.
<< Signora Valencia, c’è qualche problema? >> Le domanda sorridente colui che suppongo sia il padrone della ditta di catering.
<< Sì. Uno molto grande e sgradevole. La tizia qui presente! Esigo che venga immediatamente cacciata da casa mia e licenziata, se ci tiene a conservare questa famiglia come cliente. Mio figlio sta per sposarsi ma non credo che la sua ditta verrà ingaggiata, dato che assumete certa gentaglia. >> Si lamenta Patrizia mordace. So che Ingrid è mia madre e che dovrei provare un minino di compassione per lei, ma non ci riesco ripesando a tutto che ha fatto: intraprendere una relazione con il suo capo sposato, nascondergli la gravidanza, lasciare che suo marito mi utilizzasse come pungiball… E’ troppo da perdonare!
<< Signora le posso chiedere qual è il problema? Ingrid, cosa ha fatto? >> Domanda il tale, prima alla mia matrigna e poi a mia madre. Mia madre sta per rispondere ma Patrizia la batte sul tempo.
<< Esiste, e basta giù questo a farmi saltare i nervi. Se ci aggiungiamo il fatto che da tutta la mattina girovaga per la mia proprietà allora la cosa diventa inaccettabile. La signora ed io abbiamo dei trascorsi che definire “spiacevoli” sarebbe un eufemismo, quindi pretendo che venga cacciata, in tutti i sensi! >> Si dilunga a spiegare Patrizia.
<< Non ne avevo idea, signora Valencia. Ingrid, sono spiacente ma devo chiederti di restituire la divisa e di andare. Le faccio chiamare un taxi che sarà a spese della ditta. >> Acconsente il tale mestamente, dinanzi alla minaccia di Patrizia di licenziare la sua ditta, e anche piuttosto dispiaciuto nei confronti di Ingrid, la quale ha gli occhi lucidi.
<< Ma io ho bisogno di questo lavoro, la prego. Non stavo dando fastidio, stavo solo compiendo il mio lavoro con la testa bassa! >> Esclama Ingrid a mo’ di giustificazione. In effetti, fino a che Patrizia e le mie zie non l’hanno incontrata, Ingrid non è mai venuta in cerca di noi in queste ore.
<< Mi dispiace. Cerca di capire. >> Le chiede perdono il tale.
<< Signora Valencia, devo però avvisarla che senza un membro del personale il servizio potrebbe essere rallentato. Il ruolo di Ingrid consisteva nella decorazione dei piatti che poi saranno serviti ai commensali. >> L’avvisa il tipo.
<< Per questo c’è la mia domestica, che ovviamente sarà pagata da noi. La signora può andare! >> Sottolinea Patrizia. Mia madre non protesta e si avvia fuori dalla villa.
<< Scusate! >> Esclamo, per poi correrle incontro.
<< Mamma! >> La chiamo. Si volta e si asciuga le lacrime.
<< Non avrei creato problemi a quest’evento. Volevo solo lavorare e, se ne avessi avuto l’occasione, parlare con te. >> Specifica.
<< Voglio solo che tu sappia che hai cambiato la mia vita, rovinandola, decidendo di non dire a papà della gravidanza. Perché non riesci a capire lo sbaglio che hai commesso? Hai permesso a Juan di disporre di me senza ribellarti. Mi ami così poco? >> Le domando piangendo. Mamma mia accarezza le guance.
<< No! Dio solo sa quanto ti amo e quanto mi sia maledetta per non averti sottratta da Juan. Ma ero così spaventata! Quando mi sono permessa di minacciarlo di andarmene con te, ha alzato le mani anche su me e questo mi ha terrorizzata. >> Mi narra.
<< E così hai lasciato che picchiasse me anziché te? >> Le domando, sconcertata.
<< No, non volevo dire che… >> Cerca di giustificarsi.
<< Ogni volta che parli mi fai sempre più male! Tu mi hai odiata fin dall’istante in cui hai scoperto che ero nella tua pancia, ecco la verità! Mi hai odiata perché ero il frutto di un errore di cui avevi il coraggio di disfarti, magari speravi che fosse Juan a fare il lavoro sporco? >> Le domando alternando le parole agli singhiozzi. Mamma serra le palpebre e scuote la testa in segno di diniego.
<< Non puoi pensare questo! Io ero spaventata e avevo il cuore a pezzi! >> Esclama. Come il “cuore a pezzi”?
<< Tu ti eri innamorata di papà? >> Le domando sconvolta da tale rivelazione. In queste settimane ho sempre creduto che per lei si fosse trattato solo di sesso.
 
Colui che avevo appena scoperto essere mio padre ci aveva noleggiato un camion per spostare gli scatoloni con i nostri effetti personali e altri mobili. Quella sera ci aveva fatto un’improvvisata, passando per la villetta per vedere come andasse il trasloco. Erano passati pochi giorni dalla nostra chiacchierata in presidenza. Camminando, in mezzo a tanti scatoloni, ne fece cadere uno.
<< Spero non contenesse niente di fragile. Se così dovesse essere ve lo ricomprerò. >> Si scusò.
<< “Foto”, niente di grave! >> Annunciò Diego, sollevando la scatola per leggerne il contenuto, scritto sul di un lato con un pennarello nero. Ci chinammo tutti e tre per raccogliere foto e polaroid sparse per il pavimento della mia nuova casa, che era più di quello a cui avessi sempre aspirato. Papà sorrise, osservando una foto in cui ero in posa con nonna Eva dietro ad un tavolo imbandito di bibite e patatine, dinanzi ad una torta piena di panna con le candeline con il numero 15.
<< Eri molto carina. Così come ora. >> Commentò, rendendomi l’immagine. Arrossii.
<< Non hai delle foto di te neonata o più piccola di così? >> Mi domandò. Scossi il capo con diniego.
<< Sono rimaste tutte a mia madre e a Juan. >> Spiegai. Non avevo alcun ricordo visivo di me prima dei 14 anni. Così mi sembrava di aver tagliato i ponti con quella realtà.
<< Capisco. In effetti mi sorprende che tu abbia foto cartacee. Oggi giorno i giovani usano solo il digitale. >> Osservò.
<< Mia nonna non amava le foto digitali. Portava con sé sempre la macchina fotografica con il vecchio rullino. >> Spiegai, rendendomi conto che non pensavo da tanto tempo a mia nonna. Ero ancora arrabbiata perché non mi aveva narrato tutta la storia, fin che era in tempo.
<< Te la posso chiedere una cosa? >> Esordii timidamente. Lui acconsentì.
<< Con mia madre è stata solo una questione fisica? >> Gli chiesi. Sollevò lo sguardo in direzione di Diego, indeciso de rispondere a tale domanda dinanzi a lui.
<< Gli operai stanno facendo fatica a trasportare il divano. Vado a chiedere se servono due braccia in più. >> Improvvisò Diego, trovando una scusa per lasciarmi da sola con lui. Ci sedemmo entrambi in terra, io con le gambe incrociate e lui con le braccia appoggiate alle ginocchia.
<< Per lo più sì. Ma non posso nasconderti che con tua madre ho fatto anche un’altra cosa che con Patrizia facevo poco volentieri in quel periodo ovvero parlare. >> Mi confessò.
<< Di cosa parlavate? Di Juan? >> Gli chiesi. Lui scosse il capo.
<< Non lo ha mai nominato durante i nostri incontri di quei mesi. Io le parlavo di com’ero spaventato da quel batuffolo che piangeva giorno e notte. Le parlavo di Patrizia, che tante volte mi faceva saltare i nervi in quel periodo. Le narravo di quanto fosse stato complicato quel primo anno e mezzo di matrimonio. La mia crisi di panico alla nascita di David, la depressione di Patty, il suo tradimento e ciò che ne è conseguito e poi la rivelazione della seconda gravidanza, dopo soli 5 mesi dal parto della figlia di Nicola Mora. >> Si mise a nudo. Compresi come mai papà avesse cercato una valvola di sfogo e nello stesso momento la rabbia verso mia madre crebbe dato che, evidentemente, aveva sfruttato la debolezza di un padre confuso e di un marito ferito per sedurlo e placare i suoi bollori verso il suo capo.
<< Ci sei rimasto male quando si licenziò? >> Gli domandi. Annuì.
<< Sì. Ma ciò mi convinse a superare il rimorso verso Patrizia, dopo tutto stavo per diventare padre per la seconda volta. Con Giulio fu diverso: sarà che non volevo ricominciare quel circolo vizioso daccapo! Superai la paura di due bambini che dipendevano anche da me per tutto. >> Mi spiegò. Mi sfuggì una lacrima.
<< La mamma non ti ha detto di me perché odiavi essere diventato padre, ed invece poi avevi fatto pace con questa realtà. Se te lo avesse detto sarei cresciuta con un padre che mi amava. >> Constatai, odiando sempre di più quella donna, che cedeva si sapere tutto di papà.
<< A prescindere da quello che credeva, avrebbe dovuto dire la verità fin dall’inizio. >> Rispose.
<< Non ho mai capito come facesse ad essere così certa che fossi figlia tua. >> Osservai. Papà sollevò lo sguardo.
<< Non lo so. Come ti ho detto, non mi parlava del suo rapporto con Juan. >> Ripeté.
 
 
Quindi non si è approfittata sessualmente di lui. Entrambi hanno provato qualcosa durante quella frequentazione! Ovviamente Patrizia non lo sa e papà non si è mai reso conto di essere ricambiato da mia madre.
<< Adesso vado, non voglio crearti altri problemi in questa giornata che per te è di festa. >> Si congeda da me, scostando un lembo di telo da un tendone.
<< Ho un’ultima cosa da chiederti. >> La richiamo. Lei si volta.
<< Vorrei delle mie foto da neonata e da bambina. >> Le espongo.
<< Posso fartele recapitare all’unico indirizzo che conosco ovvero quello dell’Ecomoda. >> Risponde. Acconsento con un cenno del capo prima di guardare la sua schiena entrare nel tendone. Mi trascino verso le sedie che attorniano il tavolo sotto il portico esterno posteriore, ancora stravolta da questo incontro.
<< Isa, tutto bene? >> Mi domanda Camilla, giungendo in compagnia di Giulia e zia Marcella. Annuisco.
<< Cosa intendeva mamma quando ha detto che papà non ti avrebbe mai fatto quello che ti ha fatto quella bestia? >> Mi domanda Giulia senza girarci troppo intorno.
<< Juan mi detestava perché ero frutto di un tradimento e non perdeva l’occasione di insultarmi e di denigrarmi. Perciò ho questo carattere così schivo. Ma tu come ti senti? >> Rispondo, raccontando una mezza verità. Non è il caso che sappia delle percosse.
<< E’ stato un tremendo attacco di nausea. Juan era davvero un mostro, mi dispiace che tu abbia dovuto crescere con lui. >> Risponde, accarezzandomi una spalla.
<< Fino ai 14 anni. Dopo di che ho vissuto con mia nonna. >> Specifico.
<< Ragazze, non manca molto all’arrivo dei primi invitati. Ci conviene rientrare e finire di prepararci. Isa, bisogna rifarti il maquillage! >> Osserva zia Marcella. Ho un disperato bisogno di confidarmi con Diego e di un suo abbraccio.
 
 
[Nicola]
Mia moglie è pensierosa da ieri sera, da quando abbiamo lasciato la villa, e non è difficile immaginarne il perché.
<< Stai pensando a ieri sera, vero? >> Le domando, rompendo il silenzio nell’abitacolo di quest’auto.
<< Sì. Ieri sera è emersa la storia degli orecchini, la prossima volta cosa accadrà? Le nostre bugie ci si stanno ritorcendo contro perciò sono terrorizzata. >> Ammette.
<< Per fortuna Roberta, quando ha estratto la scatola degli orecchini da quella busta, era talmente eccitata dal regalo che non si è accorta della missiva che accompagnava il dono. >> Ricordo.
<< Per fortuna ce ne siamo accorti noi gettando via la busta. E per fortuna ti sei sbarazzato di quella lettera. >> Ricorda Leonora, accarezzandomi un ginocchio. Mi volto e le sorrido prima di stringere con più forza il volante.
 
 
 
[Diego]
Quando giungiamo alla villa dei Valencia, andiamo subito tutti in cerca delle ragazze per ricongiungerci con le nostre partners. Sono tutti sotto al portico posteriore e hanno già aperto delle bottiglie, da cui stanno bevendo tutti tranne Olga e Giulia. Sono arrivati anche i miei genitori, Nicola, Leonora, Lorenzo e Roberta. Capiamo subito che l’atmosfera è tesa. Iniziano i saluti di rito.
<< Ciao piccola. >> La saluto, imitando gli altri ragazzi che salutano le proprio fidanzate.
<< Ciao amore. Stai benissimo in smoking. >> Osserva, con gli occhi che le brillano.
<< Anche il tuo vestito è bellissimo e ti sta bene. >> Mi complimento, prima di catturare le sue labbra in un bacio.
<< E cosa ti senti? Adesso stai bene? >> Sentiamo dire da Massimiliano, a voce più alta, dopo aver parlato a bassa voce con la sua fidanzata.
<< Sei stata male tesoro? >> Le domanda con apprensione suo padre.
<< Ho avuto solo una vampata di calore e un brutto attacco di nausea, ma per un buon motivo. >> Espone Giulia, per poi gettare un’occhiata a Isabella.
<< Papà, non ti arrabbiare ma la mamma era qui. Era una dipendente del catering. >> Racconta Isa. Ecco perché ha gli occhi lucidi, non perché indosso lo smoking che mi rende un figurino!
<< E tu come stai ora? >> Le domando, accarezzandole una guancia.
<< MA E’ ASSURDO CHE ABBIA ACCETTATO DI LAVORARE A QUESTO EVENTO! NON CI CREDO CHE NON SAPESSE DI CHE EVENTO SI TRATTASSE! >> Tuona Daniele. A quanto pare oggi hanno deciso tutti di fargli delle belle improvvisate.
<< Lei ha detto che ha provato ad esimersi, ma il titolare ha minacciato il licenziamento. Bhe, alla fine è stata licenziata ugualmente dato che Patrizia ha minacciato il titolare della ditta di licenziarlo. >> Spiega Isabella.
<< Avreste dovuto vedere. C’è stata una brutta lite con la mamma e Polly non ha retto la tensione, ribellandosi con la nausea! >> Esclama Giulia.
<< Polly dimostra già il carattere perentorio della sua mamma. >> Commenta Massimiliano, sorridendo alla sua fidanzata, prima di baciarla. Questo bel quadretto strappa a tutti un sorriso.
<< Sarà capriccioso e testardo come la mamma! >> Ribatte Giulia. Beato Massimiliano che ha trovato il coraggio di farsi avanti con la proposta di nozze. Vorrei farlo anch’io ma vorrei anche fare le cose con calma, non impulsivamente come ho sempre fatto.
<< Ci pensi che fra poco più di 7 settimane sapremo il sesso? >> Gli domanda Giulia.
<< E’ decisamente troppo tempo da aspettare! >>  Brontola Massimiliano. Chissà che emozioni sta provando!  Daniele mi evirerebbe se gli chiedessi la mano di Isa e poco dopo annunciassimo una gravidanza.
<< Noi lo sapremo alla fine di Aprile! >> Esclama Alexander, contento.
<< Vuoi saperlo? Non ti piacerebbe una sorpresa? >> Gli domanda la sua ragazza.
<< No. Sarebbe carino dipingere il suo nome su una parete della sua futura stanzetta, e comprarle o comprargli articoli personalizzati. >> Risponde Alex, quando giungono insieme Mario, accompagnato da una ragazza, e Russell, quest’ultimo con una faccia da funerale. Ma è una veglia funebre o un ricevimento di nozze?
<< Buongiorno. >> Salutano coralmente.
<< Buongiorno. La mamma è dentro che aiuta Patrizia con gli ultimi ritocchi. >> Li informa Alexander.
<< Vi presento Erika, la mia accompagnatrice. >> Ci presenta. La salutiamo tutti con cortesia venendo ricambiati.
<< Mario, ti guardi in giro con fare sospetto! >> Osserva papà, rivolgendosi a colui che un tempo era il suo migliore amico.
<< Sto guardando se mia nipote è già arrivata. >> Spiega Mario, lanciano un’occhiataccia a Russell.
<< Al buffet ci sono già alcuni ospiti ma tua nipote non la vedo. Cosa ne dite di avvicinarci agli ospiti? >> Propongo. Ci avviciniamo ai primi arrivati e ricominciano i saluti di rito.
<< Qualche problema con lei? >> Domanda papà al suo amico.
<< E’ incinta! >> Annuncia Mario. Tutti gli occhi, tranne di quelli che sanno, si puntano su Russell.
<< Non guardate me! Io non posso avere figli. >> Specifica.
<< Il bambino è del suo ragazzo, il tizio che era con lei alla sfilata. Che poi l’ha lasciata la sera stessa. >> Specifica Mario. Queste nozze preoccupano anche lui quindi!
<< Ah, quindi dovrà crescerlo da sola? >> Domanda Nicola.
<< No. Ieri sera alla cena a cui ho preso parte Gonzalo l’ha chiesta in moglie. >> Annuncia Mario, facendo quasi strozzare alcuni dei presenti con la propria bevanda alcolica.
<< Scusa? Parliamo dello stesso individuo? >> Domanda conferma Giulio.
<< Lo chiami “individuo” con fare dispregiativo come se tu, fino a poco tempo fa, non avessi trattato le donne come faceva lui! >> Lo redarguisce Lorenzo.
<< Vuoi metterti a litigare? Sono solo sorpreso che abbia chiesto a quella ragazza di sposarlo e non di abortire, senza offesa signor Calderon! >> Esclama Giulio.
<< Chiamami Mario. Sono sorpreso anch’io e sono preoccupato per mia nipote. Per ciò li aspetto, vorrei scambiare due parole a quattr’occhi con quel ragazzo! >> Esclama Mario. Per Gonzalo sarà una giornata pessima e lunghissima.
<< Bhe, la tua attesa è terminata. >> Gli fa notare mio padre, indicando il red carpet che conduce al buffet degli apertivi e poi al gazebo della cerimonia, sopra cui Gonzalo sta sfilando al centro tra Kelly (che lo tiene sotto braccio) e Paola, facendosi fotografare da uno dei molteplici fotografi presenti a queste nozze.
<< Scusatemi un attimo. Cara, vuoi prendere posto nel frattempo? Ci vediamo lì. >> Si congeda da noi Mario, rivolgendosi poi alla sua accompagnatrice.
 
 
[Gonzalo]
Spero solo di non essere allo stesso tavolo con mio cugino, dovendomi sorbire le sue domande su Paola. Per lo meno oggi non la vedrò, dubito fortemente che i Valencia l’abbiano invitata a tale evento. Seguiamo il red carpet che ci porta sul retro della villa, dove si terranno cerimonia e ricevimento. Deglutisco e sento il cuore in gola quando vedo Paola in posa con suo padre per venire immortalati dal fotografo.
<< Paola! Che bello che ci sei! Buongiorno signor Ribeiro! >> Esclama Kelly, andandole incontro per poi abbracciarla. I nostri sguardi s’incrociano.
<< Ciao. I Valencia si sono dimostrati più magnanimi dei previsto. >> Spiega Paola. Ecco, come non detto!
<< Buongiorno Paola, buongiorno signor Osvaldo. >> Saluto ostentando una disinvoltura che non posseggo.
<< Ciao Gonzalo. >> Mi saluta Paola in modo freddo.
<< Buongiorno. Ne approfitto per porgervi le mie congratulazioni. Paola ha condiviso con me le due notizie. >> Si congratula Osvaldo. Kelly ringrazia con entusiasmo aggrappandosi al mio braccio e porgo anch’io i miei ringraziamenti.
<< Non ci posso credere. >> Borbotta Paola, per poi grattarsi una tempia.
<< Ma che piacevole sorpresa. >> Interviene mio cugino, giungendo con mio zio Nicolas.
<< Buongiorno. Gonzalo, è bello vederti. Le mie più sincere congratulazioni, la tua fidanzata è davvero incantevole. >> Si complimenta lo zio.
<< Grazie zio. >> Lo ringrazio.
<< Grazie mille, sarà la gravidanza a rendermi raggiante. Piacere, Kelly Smith. >> Si presenta.
<< Nicolas Torres. >> Si presenta mio zio. Sopraggiungono mio padre e mia madre, senza guardarsi in faccia. Riprendono i saluti di rito. Mio padre e Osvaldo si salutano con freddo e cortese “Salve”. Procediamo tutti verso la zona dove si terrà la cerimonia. Cammino tra Kelly, che mi tiene a braccetto, e Paola. Questo rende perfettamente l’idea della situazione!
<< Buongiorno a tutti. >> Saluta lo zio della mia fidanzata. I due si salutano con un guancia a guancia.
<< Gradirei scambiare due parole privatamente con te. >> Mi invita. No, prima di fare ciò mi serve un goccio!
<< Certo, nessun problema. Avviatevi pure, ci vediamo al gazebo. >> Mi congedo, spostandomi con Mario. Seguo Paola con la coda dell’occhio e noto che Fernando ha già iniziato ad attaccare bottone.
<< Andrò dritto al punto: ami mia nipote o le hai chiesto di sposarla solo perché è in dolce attesa? >> Mi domanda a bruciapelo.
<< Certo che l’amo. >> Mento, non potendo fare altrimenti. La vita insieme a lei sarà senz’altro più sopportabile di una vita single, saltando di letto in letto per non pensare a Paola! Mario mi studia dinanzi alla mia risposta.
<< Lo saprò con il tempo se dici la verità. Bhe, fortunatamente oggi avremmo tanto tempo per conoscerci meglio. >> Mi rammenta, con un amichevole pacca sulla spalla. Vale a dire che studierà il mio comportamento verso Kelly?
 
 
[Class]
Partecipare a quest’evento insieme a lui senza poter neanche prenderlo per mano è una tortura cinese, ma almeno non trascorrerò un’intera giornata senza vederlo! Quando Isabella ha chiesto a suo padre se il suo amico, essendo oltretutto un ex dipendente dell’azienda, potesse partecipare alle nozze lui ha subito acconsentito. Quel tale farebbe di tutto per la figlia appena ritrovata. Gli sorrido e lui lo fa di rimando, mentre stiamo dialogando con i miei zii altri invitati, in attesa che cominci il breve rito.
<< Ho una grande notizia. Class ha deciso di restare qui a Bogotà. >> Annuncia contenta mia madre.
<< E noi pensavamo che, dopo la delusione amorosa ricevuta da Ella, avresti rifatto i bagagli. >> Interviene mio zio.
<< No, vorrei passare del tempo con la mia famiglia. Sto cercando un appartamentino e magari un lavoro. >> Spiego. Sì: per lui sono disposto a stabilirmi! La mamma si aggrappa al mio braccio, felice della mia decisione.
<< Mamma? Ho 32 anni, se mi stai così appiccicata farò la figura del poppante. >> Mi lamento.
<< Sei sempre il solito. Voglio solo coccolare un po’ il mio ragazzo, dato che non lo vedo poi così spesso da qualche anno a questa parte. >> Risponde. Tenta di accarezzarmi una guancia ma io mi sottraggo.
<< Zia, se lo tratti come un poppante come farà a cuccare a questo ricevimento? Ti sei assicurato di essere messo al tavolo dei single? >> Incalza mio cugino Lorenzo. Scambio un altro sguardo preoccupato con il mio ragazzo: spero non ci abbiano piazzato a due tavoli differenti, ma la cosa è altamente probabile. Dovremmo fare appello a tutto il nostro ingegno per poter stare insieme anche solo 5 minuti!
<< A proposito, qualcuno ha sbirciato il tabloid dei tavoli? >> Domanda il mio ragazzo ai presenti.
<< Sì, io. Ho guardato solo dove e con chi avessero piazzato me ed Alex e mi viene già il mal di testa. I tuoi zii devono essere impazziti, sarà la vecchiaia? Hanno messo i tuoi padri allo stesso tavolo, il nostro tavolo! >> Annuncia Olga Mora, rivolgendosi al suo fidanzato. Alcuni dei presenti sghignazzano.
<< Ne vedremo delle belle allora. >> Commenta mio cugino Lorenzo.
<< Vedrete che non succederà nulla. Mario e Russell avranno imparato la lezione dopo l’episodio dell’ecografia, che mi è stato narrato dai tuoi genitori. Almeno per oggi accantoneranno le loro divergenze comportandosi dignitosamente. >> Interviene mia zia.
<< Posso garantire per Mario, ma non per Russell. Scatta con un non nulla. >> Spiega Alex. Il discorso viene esaurito quando Russell McNamara torna dal buffet degli aperitivi con il suo calice di prosecco.
<< Ad ogni modo, ieri sera abbiamo annunciato il nostro fidanzamento. Sposerò questo splendido ragazzo! >> Annuncia Olga Mora, abbracciando il suo promesso sposo. La mia famiglia, io e Francesco ci dilunghiamo in congratulazioni.
 
 
 
 
[Paola]
<< Levami una curiosità, ma da chi hai avuto il mio numero? >> Gli domando (dato che stamattina ho ricevuto un inaspettato messaggino di buongiorno corredato di faccina), fermando il suo ennesimo tentativo di fare conversazione, mentre Kelly si allontana per raggiungere Gonzalo che ha terminato il suo colloquio con Mario. Fernando guarda proprio in direzione di Gonzalo.
<< Un bravo attore non svela i suoi trucchi! >> Esclama. No, non può averglielo dato Gonzalo! E così è questo il suo piano? Dato che non ha avuto quello che cercava cerca di farsi dimenticare da me combinandomi con suo cugino? Bhe, se è questo il suo piano sarò felice di dargli una lezione.
<< Quelli sono i maghi, non gli attori. Comunque vabbè, non farò di certo una volgare scenata perché non hai avuto il coraggio di chiedermi il numero. Certo che da un futuro attore mi sarei aspettata di meglio. >> Lo provoco. Gonzalo e il resto del gruppetto si avvicinano e contemporaneamente fanno lo stesso Diego, Lorenzo e le loro fidanzate.
<< Buongiorno. >> Salutano i quattro.
<< Buongiorno. Scusate, ma vado a prendere posto. A più tardi. >> Cerco di congedarmi, prima di essere cacciata perché sto parlando con la figlia di Daniele.
<< Non devi scappare. Daniele ha visto che parliamo con te e non credo voglia dare alito a scandali facendoti scortare fuori dalla security, quindi goditi la festa. >> Interviene Lorenzo, trattenendomi.
<< Grazie mille. >> Rispondo sincera. Almeno loro mi parlano. Guardo Camilla e Giulia le quali mi lanciano uno sguardo gelido prima di borbottare tra di loro.
<< Gonzalo, congratulazioni ad ogni modo. >> Interviene Roberta. Le sue più che delle congratulazioni sincere sembrano un modo di prenderlo in giro. Ricomincia il rito delle congratulazioni, chissà per quanto ancora dovrò sopportarlo!
<< Grazie. Vi presento mio zio Nicolas, e suo figlio Fernando. >> Li presenta Gonzalo.
<< E così sarebbe lui il famoso Diego? Io sono molto meglio. >> Mi sussurra Fernando, facendomi sghignazzare.
<< Ti piacerebbe. Tu al limite potresti piacermi come mi piacciono le borse di marca replicate da marche inferiori! >> Esclamo, sorridendogli apposta, flirtando sotto gli occhi di tutti. Lui mi sorride di rimando.
<< Ti stai confondendo, mia cara. Tutto quello che vedi è merce di primissima qualità! >> Afferma, strappandomi una risata.
<< Dovremmo accomodarci! >> Afferma perentorio Gonzalo, offrendo il braccio alla sua fidanzata. La bacia castamente prima di procedere verso le sedie posizionate dinanzi al gazebo sotto cui si trova il tavolino adibito ad altare, le due sedie frontali riservate agli sposi, e due sedie laterali per i testimoni designati.
<< Marcus, vorrei parlarti terminata la cerimonia! >> Esclama Lorenzo verso il padre di Gonzalo. Tendo l’orecchio.
<< Certo. Di cosa si tratta? >> Gli domanda Marcus.
<< Dopo ne parliamo. >>  Taglia corto lui. Fermo Lorenzo tirandogli la giacca.
<< Cosa devi dirgli? >> Gli domando.
<< Secondo te? Cerco di impedire a Gonzalo di commettere un errore madornale. Tu non vuoi dirgli dei suoi per non mandare in frantumi i sogni della tua amica ma a me di tali sogni non frega una mazza. Io mi preoccupo del mio amico. E se tu tenessi a lui faresti lo stesso! E’ evidente che non l’ama! >> Esclama Lorenzo. Lo afferro per la giacca, costringendolo a seguirmi lontano dalla bolgia.
<< Non ti capisco: non è quello che vuoi? Sbaglio o vorresti stare con lui? >> Mi domanda.
<< Sbagli. Il tuo amico mi ha solo corteggiata per scopi sessuali. Sai che al funerale di Carmen ha avuto una sveltina con Adelina? E sai che, ora che l’ho scaricato, mi ha passata a suo cugino, come se fossi un libro o un dvd di cui si è stancato? >> Gli domando. Scuote il capo.
<< E giustamente lasci che la tua amica sposi un tipo così. >> Obbietta.
<< Magari con lei non è così? Ciò vuol dire che tiene a lei. Ed io non la farò soffrire. >> Sentenzio.
<< Fai ciò che credi, ed io farò lo stesso. Magari, ascoltando la storia di suo padre, non si sposerà per obbligo. >> Sentenzia, per poi raggiungere la sua dama al posto.
 
 
[Betty]
 << Anche tu ti stai chiedendo perché Gonzalo sposi quella tipa, dopo averci confessato di provare sei sentimenti verso Paola? >> Mi sussurra mio marito, perplesso per il comportamento dell’amico dei nostri figli.
<< Armando, la sposa perché è incinta, non hai sentito? >> Gli rammento.
<< Bhe, non siamo più nel medioevo. E poi suo padre non mi sembra proprio nella posizione di scandalizzarsi solo perché non vuole sposare una ragazza che ha messo incinta. >> Osserva.
<< Ciò non toglie che sposarla sia la cosa più giusta da fare. Dopo tutto i due stavano insieme quando è stato concepito il bambino, quindi non è una ragazza che  ha visto una sola volta. Magari i due si amano e la storia con l’altra tipa è stato solo un fugace errore? >> S’inserisce nella conversazione nostro cognato, richiamando alla mente la sua storia con mia cognata dato che si sono sposati perché lei era incinta, mentre Daniele, era evidente, provava ancora qualcosa per lei.
<< Sarà! >> Borbotta mio marito, non troppo convinto.
<< Armando, magari il suo affetto per Paola è puramente platonico e gli unisce la storia fra i loro genitori. Perciò ha cercato di intercedere per lei. >> Ipotizzo.
<< A giudicare dalle parole che ha usato, non sembrava affatto fraterno! >> Osserva mio marito.
 
 
[Gonzalo]
Cerco di non farmi notare mentre guardo Lorenzo e Paola discutere, infondo alla zona dove tra poco comincerà la cerimonia. Per fortuna dalla posizione in cui sono non devo voltare del tutto il capo. Cosa si staranno dicendo? Da come Paola l’ha strattonato sembrava una discussione animata. I due, quando terminano il loro colloquio, prendono posto. Paola tra Fernando e Kelly, che siede accanto a me.
<< A proposito, ti sta benissimo quest’abito. Sei particolarmente bella oggi. >> Si complimenta Fernando. Incrocio le braccia al petto e accavallo le gambe indispettito.
<< Grazie. Anche tu stai bene. >> Si complimenta Paola.
<< Amore mio, dimmi se ti serve qualcosa. Se hai sete corro a prenderti dell’acqua. >> Intervengo verso Kelly, guadagnandomi un bacio a fior di labbra.
<< Grazie amore. Va tutto bene, tranquillo. >> Mi risponde.
<< Paola, spero non sarai arrabbiata se ho dato il tuo numero a mio cugino. Ha tanto insistito! >> Intervengo, cercando di sembrare naturale.
<< No. Va bene. Glielo avrei dato io ma, dato che oggi giorno esistono i social network, ho ipotizzato che mi avrebbe trovata ugualmente. >> Risponde. Sorrido ostentando disinteresse.
<< Ti sembrerà strano, ma preferisco le vecchie tecniche. Chiamate e messaggini. >> Spiega Fernando.
<< Adesso mi dirai che sei il tipo che manda fiori e cioccolatini? >> Lo prende in giro Paola. Bhe, certo, e lei piacciono tanto i tizi così! Infatti al broccolo bastardo che mi ha pestato ha fatto subito gli occhi dolci per un vasetto di violette del supermercato!
<< Sì. Credo che sia una tecnica vecchia ma ancora buona per dimostrare interesse ad una donna. >> Risponde Fernando.
<< E pretendi che ti creda dopo avermi detto di aver frequentato una prestigiosa scuola di arte drammatica? >> Lo canzona Paola.
<< Non recito in questi frangenti. E spero che mi darai l’occasione di dimostrartelo. >> Risponde mio cugino, chiedendole implicitamente una possibilità.
<< Sta iniziando la cerimonia. >> Li informo, affinché la smettano di flirtare.
 
[Patrizia]
 Mi auguro che le interferenze di questa giornata siano finite. Quando parte la marcia nuziale percorro il red carpet che mi conduce all’altare, osservando gli invitati in piedi per accogliermi e mio marito attendermi all’inizio della navata. E’ bellissimo con quell’abito, molto meno classico di quello che indossava alle nostre nozze. Quando arrivo dinanzi a lui ci sorridiamo e mi bacia a fior di labbra, prima di offrirmi il suo braccio. Attraversiamo la navata sotto gli sguardi di tutti e quelli commossi degli affetti più cari. Giunti dinanzi al prete, appoggio il bouquet sul tavolino e ci sediamo tutti.  Guardo ai lati scambiando sguardi commossi con due dei nostri figli, designati come testimoni simbolici, dato che per il rinnovo delle promesse non bisogna firmare alcun documento.
<< Mignon McLaughlin disse: “Un matrimonio di successo richiede l’innamorarsi molte volte, sempre con la stessa persona”. Carissimi, siamo qui riuniti quest’oggi perché Patrizia e Daniele, alla presenza dei loro famigliari e degli amici più sinceri, desiderano rivivere la magia del fatidico “sì”. Sono passati 27 anni da quel memorabile giorno e Patrizia e Daniele hanno formato una bella famiglia, talvolta sbagliando, ed è per questo che oggi vi chiedo: siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? >> Introduce il prete.
<< Sì. >> Rispondiamo coralmente Dan ed io.
<< Vi invito allora a recitare le promesse che avete preparato l’uno per l’altra! >> Ci invita il prete. Daniele ed io ci alziamo, voltandoci per poterci guardare negli occhi. Ha di nuovo gli occhi che gli brillano, proprio come la prima volta che ho recitato la promessa nuziale!
 
<< Ti amo Daniele. E ti temo. Ti temo perché sei sempre stato il mio punto debole, anche quando mi prendevi in giro e non perdevi occasione per punzecchiarmi. Ti amo perché mi è sempre bastato sentire il tuo nome per mettermi agitazione, ti amo perché mi hai sempre fatta sentire viva, ti temo perché sei l’unico che ha sempre saputo farmi sentire fragile, ti temo perché ogni volta che ti guardo penso a quanto tu sia meraviglioso e vengo attanagliata dalla paura che tu possa trovare un’altra migliore di me. Per tutto il tempo in cui saremo sposati ti prometto di amarti sempre, in ogni istante. Ti prometto che sarò una brava madre per i nostri figli e giuro di renderti felice sempre! Ti amo Daniele e, se vorrai, te lo dimostrerò giorno per giorno, con amore e dedizione! >>
 
Ci metto un po’ per tornare al presente. Talvolta in questi anni sono venuta meno a certe promesse, specialmente a quella riguardante la fedeltà, e questo mi rende insicura! Saremo in grado stavolta di assolvere agli obblighi coniugali senza fare casini? 27 anni fa eravamo giovani e impreparati a quello che poteva succedere, ma stavolta affronteremo tutto con più maturità. Anche perché tra di noi non ci sono più segreti. Inizio a recitare la mia promessa dopo un po’ di esitazione, che ha preoccupato i presenti.
<< Amore mio, in questi anni ho commesso innumerevoli errori. Non sei stato sempre orgoglioso della donna che hai sposato ma ti prometto che d’ora in avanti, pensando a me, non potrai fare altro che pensare “quanto sono fortunato!”. In questi anno abbiamo affrontato tante incomprensioni e talvolta non ci siamo né parlati né sopportati per giorni. Qui, oggi, ti prometto di impegnarmi affinché potremmo sopportarci anche nei giorni no, o dopo un litigio. Nessuno lascerà l’altro, qualunque cosa succeda. Ci prenderemo cura l’uno dell’altra anche quando saremo vecchi, puzzolenti e cadenti, e quando non ci ricorderemo chi sia l’altro. Ti promesso che ti ricorderò ogni giorno chi io sia. E ci prenderemo cura l’uno dell’altra anche quando saremo vecchi e cadenti. Questo è per sempre. >> Recito, non trattenendo qualche lacrima. Daniele sorride.
 
 
[Daniele]
No. Non sono stato un bravo marito. Non lo sono stato quando mi sono trattenuto più del dovuto in ufficio, tornando a casa quando David si fosse già addormentato. Non lo sono stato tutte le volte che ho lasciato Patrizia da sola a cena. Non lo sono stato quando ho ignorato la sua depressione post-partum, dopo tutto era spaventata almeno quanto me e avrei solo dovuto farle capire che non era sola. Non lo sono stato quando l’ho costretta ad abbandonare sua figlia. Non lo sono stato quando mi sono arrabbiato per la gravidanza del nostro secondogenito. Non lo sono stato quando l’ho tradita con Ingrid e non una sola notte ma per mesi. Sono stato un pessimo marito e un pessimo padre ma non riesco a dire queste cose così intime dinanzi a tutta questa gente perché, infondo, sono ancora l’uomo che morirebbe pur di ammettere i suoi difetti e i suoi sbagli. D’ora in poi mi impegnerò per essere diverso: lo farò per mia moglie, per non perdere più la stima delle mie sorelle e dei miei figli, per poter partecipare ai matrimoni dei miei figli e per poter essere degno di fare il nonno. Sorrido quando Patty termina di recitare la sua promessa.
<< Daniele, tocca a lei. >> Mi invita il prete. Prendo fiato.
 
<< Patrizia, devo ammetterlo: quando ti ho conosciuta non ti ho mai considerata come una compagna di vita. La tua incapacità di badare a te stessa mi lasciava sconcertato, tanto quanto mi sentivo fragile sotto lo sguardo dei tuoi splenditi occhi azzurri, debolezza che mascheravo con falsa arroganza. Non ho mai saputo resisterti, Patrizia. Ed è per questo che oggi sono qui dinanzi a te, senza maschere né artifizi, promettendoti che sarò semplicemente un uomo innamorato della più splendida donna che abbia mai incontrato. Che cercherò di essere un buon padre. Farò del mio meglio per renderti felice, Patrizia! Se tu lo vorrai. Ti amo Patrizia e, a prescindere da quello che accadrà, ti amerò sempre. >>
 
<< Odio il modo in cui mi parli quando sei arrabbiata. Odio come guidi la macchina. Odio la tua maschera da notte che mi fa sempre spaventare. E il modo in cui leggi la mia mente. Ti odio talmente tanto che mi fa star male. Odio il fatto che per tè debba scrivere e recitare queste poesie in pubblico – e il fatto di dover diventare un tipo sentimentale. Odio il modo in cui hai sempre ragione. Odio quando menti. Odio quando mi fai ridere – ancora peggio quando mi fai piangere. Odio quando non ci sei. Ma la cosa che odio di più è il fatto che io non riesca a odiarti – nemmeno lontanamente, nemmeno un po’, proprio per niente. >> Recito, sorprendendomi di me perché me la sono ricordata tutta, e mi sono pure commosso. Quanto la odio per questo. Le sorrido quando mi guarda con gli occhioni lucidi. Avrei dovuto ingaggiare un bagnino, dato che gran parte degli invitati sta piangendo, allagando il mio giardino!
 
 
[Lorenzo]
<< Ma non ti sarai commossa, vero? >> Domando alla mia ragazza, che continua a tirare su con il naso. Risponde con diniego scuotendo la testa.
<< Sappi che non verrai lapidata per questo! In effetti erano delle belle promesse. >> La rassicuro, accarezzandole una gamba. Mannaggia a Daniele: chi lo faceva un tipo così sentimentale? Da quando è diventato il padre di Isabella rende difficile detestarlo. Dopo aver fatto frignare tutti i nostri amici e conoscenti come farò a fare altrettanto quando reciterò la mia promessa nuziale a Roberta? La guardo sorridendo, immaginando quando arriverà quel giorno. Per lo meno sono più tranquillo riguardo la richiesta di mano a Nicola: se Alexander ne è uscito vivo, avendo chiesto la mano della nana della casa, per me sarà una passeggiata!
<< Bhe, sapete che detesto quei due almeno quanto detesto chi non sa fare le divisioni elementare, ma la promessa di Daniele era carina. >> Conviene Nicola, superando il suo orgoglio.
<< Tieni cara. >> Interviene Leonora, passando a sua figlia un fazzolettino. Roberta ringrazia ed accetta.
<< Mamma, ne avresti uno anche per me? >> Domanda Olga, anch’essa commossa, voltandosi dato che è seduta nella fila di fronte. Almeno lei ha la scusa degli ormoni da sfoggiare!
 
 
[Marcella]
Anche a me sarebbe piaciuto festeggiare le mie nozze di cristallo, il prossimo anno, con una bella festa come questa, ed invece sono qui che penso al divorzio.
<< Marce, tutto bene? >> Mi domanda Bea, che siede alla mia destra. Alla mia sinistra c’è mio marito.
<< Certo. Mi sono solo commossa. >> Ammetto. In verità sono anche un po’ abbattuta. Ho sempre trovato bizzarro il matrimonio di mio fratello e mia cognata ed invece loro hanno lottato con le unghie e con i denti per restare insieme, superando scandali vari e figli incontrollabili. E corna. Io invece sto gettando la spugna e la mia decisione mina il rapporto tra lui e Alex. Posso anche convivermi che non sia così ma sicuramente le cose tra di loro cambierebbero se solo provassi a perdonare Russell!
<< Credo che dovremmo parlare, dopo il ricevimento. >> Propongo, sussurrando questa frase a mio marito.
<< Lo credo anch’io. Ho tante cose da dirti. >> Risponde, accarezzandomi la mano che tengo sulle gambe. Ma riuscirò a non pensare a dove sono state quelle labbra (e qualcos’altro) quando faremo di nuovo l’amore?
 
 
 
[Gonzalo]
Da quando è cominciata la cerimonia ho più volte guardato Paola con la coda dell’occhio ma niente: non si è mai girata verso di me. Ha occhi solo per mio cugino, a quanto pare. Del resto, non era ciò che volevo? E’ molto meglio se si dimentica di me, dato che sono un fallimento come uomo, come fratello e lo sarei anche come suo fidanzato. Come farò a recitare la mia promessa apparendo sincero? Osservando la scena delle promesse mi sono sentito venir meno. Come minimo sverrò sull’altare a causa della tensione! Solo ora, osservando due veri sposi innamorati follemente, mi rendo conto di cosa mi attende.
<< Belle promesse, no? >> Domanda Fernando ad una commossa Paola. La mia fidanzata estrae dalla sua pochette un fazzoletto di seta e si tampona gli occhi.
<< E’ colato tutto il trucco. Paola, dopo il rito andiamo a rifarcelo? >> Si lagna Kelly. Paola acconsente con un flebile “va bene”.
<< Amore mio, non vedo l’ora che arrivi il nostro matrimonio per sentire la tua promessa. >> Gongola Kelly, baciandomi una guancia.
<< Sono certa che saranno delle belle promesse. >> Interviene Paola, atona.
<< Cugino, dovrai scrivere una romantica dichiarazione, lo sai vero? >> Mi prende in giro Fernando.
<< Sono sicuro che le parole verranno dal cuore. >> Borbotto, guadagnandomi un bacio a fior di labbra dalla mia fidanzata.
<< Spero che ci abbiano messo allo stesso tavolo. >> Interviene Paola verso Fernando.
 
 
[Massimiliano]
Tra qualche mese potremmo esserci io e Giulia su un altare, qualora riuscissi a farle la proposta senza farmi venire un colpo e qualora lei accettasse. Dopo le promesse, la cerimonia procede con lo scambio delle fedi che per il rinnovo delle promesse nuziali sono di oro bianco (Giulia mi ha detto che si usa fare così).
<< Allora, ho parlato con il dj e ci siamo accordati. Mentre tutti saranno sulla pista da ballo e quando io gli farò un cenno metterà la canzone che abbiamo deciso, a volume contenuto. Quello sarà il segnale: tu ti inginocchierai e le farai la proposta. >> Mi sussurra mio cognato David.
<< Riguardo le luci? >> Gli domando.
<< Ci ha pensato Michael. Ha già preso accordi con un cameriere di sala: quando Michael gli farà cenno abbasserà le luci, prima che il dj metta la musica. >> Mi spiega, per poi darmi una pacca sulla spalla. Sarò in grado di finire la fatidica frase senza svenire?
<< Non pensi a quando sarai tu al posto di tuo padre? >> Gli domando.
<< Continuamente. Mi converrà iniziare fin da ora a fare le nottate in bianco per scrivere una promessa che batta quella di papà. Per quanto atipica ma era romantica! >> Esclama David.
<< Sì, in effetti era bella. Quando ha iniziato con “odio…” mi sono un po’ preoccupato, ma si è rivelata una bella promessa, in pieno stile Daniele Valencia. >> Commento.
<< Sì, per non lanciarsi in frasi sdolcinate e melense. Papà detesta queste cose e lo ha dimostrato anche in tale occasione! >> Commenta. Ridacchiamo scuotendo il capo.
 
 
[Armando]
Credo che non riuscirò a trattenere le lacrime quando dinanzi al prete pronto a sposarli, ci saranno mia figlia e David, pronti a contrarre matrimonio. Accarezzo la gamba della mia mostrilla che siede alla mia destra, alla sinistra del suo fidanzato.
<< Papà, stai facendo le prove per le mie nozze? >> Mi prende in giro.
<< A meno che tu non voglia che allaghi la chiesta. Il rischio c’è. >> Rispondo, facendo ridacchiare anche mia moglie. La mia mostrilla si aggrappa al mio braccio.
<< Papi, ti vorrò bene e ti starò sempre tra i piedi, anche quando sarò una madre di famiglia. >> Interviene mia figlia facendomi piangere ancora di più. Dopo lo scambio delle fedi (ma quanti anelli ha ora al dito Patrizia?) il prete riprende la parola.
<< Prima di procedere con il tradizionale rito delle candele che chiude la cerimonia, i testimoni degli sposi ovvero i loro figli Giulio e Giulia, desiderano condividere con voi delle letture. Giulio, prego. >> Lo invita il prete.
<< Mamma, prepara altri fazzolettini! Chi si aspettava che questa cerimonia sarebbe stata così strappalacrime? >> Si domanda mia figlia. Ottimo quesito!  
<< Amore non è Amore se muta quando scopre un cambiamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca. William Shakespeare. Mamma, papà, posso testimoniare che in questi anni è successo che vi allontanaste. Ma se oggi siamo qui riuniti è per un’ineluttabile verità: l’amore che vi lega. Un amore che vi ha fatti ritrovare e lottare per stare insieme, anche dinanzi a difficoltà di fronte a cui ogni uno di noi avrebbe gettato la spugna.  Semmai mi sposerò, vorrei ereditare proprio questo da voi: la caparbietà. Io come figlio ho portato la mia dose di problemi in famiglia, ma oggi vi prometto solennemente di essere più presente. Di essere un fratello e un figlio migliore. E di sostenere la pace famigliare con ogni mio mezzo. Vi auguro di essere felici d’ora in avanti, consapevole che le battaglie più dure le avete già vinte. >> Recita Giulio. E così anche il più scapestrato della famiglia ha un cuore pulsante nel petto! Ed io che pensavo che (dopo la sua improvvisata notturna per vedere Lena qualche settimana fa o quando lo hanno beccato con lei nella taverna di questa villa) nel suo corpo pulsasse solo qualche altro organo. Noi tutti invitati applaudiamo dopo la breve lettura di Giulio. Per fortuna ha evitato letture prolisse.
<< Anche la giovane Giulia ha qualcosa da dire. >> Interviene il prete. Giulio si siede e sua sorella si alza in piedi, afferrando il microfono.
<< Mamma, papà, so bene di avervi dato molti grattacapi come figlia. Sono stata scostante nel dimostrarvi affetto, capricciosa, tanto egocentrica da non accorgermi se tra di voi ci fosse burrasca e spesso le mie azioni vi hanno spinto a vergognarvi di me. Solo di recente sono diventata la figlia che avreste sempre desiderato: e per me leggere orgoglio nei vostri occhi è la più grande conquista. Vi prometto solennemente di non cambiare più, se voi mi promettete di restarmi accanto in questa fase cruciale della mia vita, perché senza di voi sarei persa. Mamma: ho bisogno di te perché non ho la più pallida idea di come si cambi un pannolino… >> Recita Giulia, con la voce rotta. Si accarezza il ventre annunciando così la sua gravidanza ai peggiori pettegoli della città. Tutti gli invitati non al corrente della novella si guardano sorpresi.
<< … o come si prepari un biberon. Ho bisogno di te perché quando avrò paura di prendere in braccio mio figlio, oltre che dal mio compagno, è da te che vorrei dei consigli e delle rassicurazioni. Papà: ho bisogno del tuo perdono perché non ho intenzione di viziare mio figlio, quello sarà compito del nonno. E perché non mi intendo di sport, semmai dovesse essere un maschietto. Ho bisogno di entrambi perché spero che questo nipotino sia bello o bella come la nonna, e intelligente come il nonno. Vi voglio bene. >> Conclude Giulia, la quale oramai è in un mare di lacrime. Adesso entrambi i miei consuoceri stanno per diventare nonni (persino Mario Calderon!) e manco solo io all’appello! Patrizia lancia un bacio con la mano a sua figlia. Mia nuora Isabella sta nuotando nelle sue lacrime, praticamente, così come la gran parte degli invitati.
 
 
 
[Isabella]
Zia Marcella e zia Bea accetteranno di ritoccarmi il make-up per l’ennesima volta oggi? Non mi aspettavo discorsi così commoventi. La famiglia di mio padre ne ha passate di cotte e di crude in questi anni, mio padre e sua moglie non sempre si sono rispettati, ma sono certa che abbiano imparato la lezione. Mia madre giudica mio padre e sua moglie in base a quanto accadeva fra di loro allora, senza sapere come sono oggi!
<< Tutto apposto, principessa? >> Mi domanda Diego, accarezzandomi il ginocchio. Annuisco sorridendogli, con gli occhi inondati di lacrime.
<< Sono così felice di essere qui oggi. E’ una fortuna che pochi hanno quella di poter presenziare alle nozze di un genitore! >> Esclamo, poco prima che il prete riprenda la parola.
<< A questo punto vi chiedo: Daniele Valencia, sei disposto a prendere nuovamente come tua sposa la qui presente Patrizia Fernandez, con la rinnovata promessa di amarla, rispettarla, e renderla felice finché morte non vi separi? >> Domanda l’officiante a mio padre.
<< Sì, lo voglio. >> Risponde a gran voce mio padre, guardando sua moglie negli occhi.
<< E tu Patrizia Fernandez sei disposta a prendere nuovamente come tuo sposo il qui presente Daniele Valencia, con la rinnovata promessa di amarlo, rispettarlo, e renderlo felice finché morte non vi separi? >> Il prete rivolge la medesima domanda alla mia matrigna.
<< Sì, lo voglio. >> Risponde lei, rimirando mio padre. I due afferrano le due candele ai lati del tavolo e contemporaneamente accendono una candela più grossa posizionata dinanzi a loro, al centro del tavolo.
<< Questa è la fiamma del vostro amore, che arde solo grazie ad entrambi. Patrizia, Daniele, è con la grazia di Dio che vi dichiaro nuovamente marito e moglie! >> Annuncia il prete. Ci alziamo tutti e applaudiamo mentre papà bacia sua moglie.
 
 
 
FINE CAPITOLO 82.
 
Lo ammetto, anche se mi prenderete per scema: mi sono commossa scrivendo le scene del rito. Ma facciamo il punto: tra Gonzalo e Paola è cominciato questo gioco al massacro su chi fa più ingelosire chi. Gonzalo tirerà fuori le palle perdute quando suo padre gli narrerà le sue vicissitudini (o quando ne avrà abbastanza di vedere Paola e Ferdi flirtare)? Come andrà la proposta di mano di Massi a Giulia? Sì sa: la voglia di matrimonio è contagiosa. Quale sarà la prossima proposta? Al prossimo capitolo!
 
 
Crediti: Alcune frasi della promessa di Patrizia (quella del presente) sono della serie tv “Grey’s Anatomy”. La promessa di Daniele (sempre del presente) è un estratto, riadattato, del film “Le 10 cose che odio di te”.
 
 
   
 
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