Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: _Misaki_    16/01/2021    5 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 DANGEROUS
 
- Cap. 20 -





   Cancùn, 7:35 AM.
 
   Verso mattina il temporale era finalmente cessato. Il mare era ancora un po’ troppo increspato per salpare, ma, secondo le previsioni, nel giro di al massimo un’ora si sarebbe calmato. Wendy si era alzata e stava controllando il segnale GPS degli orecchini di Iris. Non si era mosso per tutta la notte, la collega doveva trovarsi ancora nello stesso posto della sera precedente.
Anche Dawon era sveglio già da un po’, ma non aveva ancora trovato il coraggio di aprire bocca, finché non vide che Wendy stava per lasciare la stanza.
   «Wendy» richiamò l’attenzione della ragazza, la quale si voltò verso di lui «Stai andando a cercare Iris?»
   «Sì, torno in albergo a prendere delle cose e poi vado sull’isola.»
   «Ieri sera ho chiesto a Daeju di accompagnarti, ti aspetta in hotel.»
   «Non ho bisogno di nessuno, posso farcela anche da sola!» sentenziò Wendy, in un improvviso scatto d’ira. Non era stata una reazione del tutto volontaria. Ovviamente voleva ribadire il fatto di essere una professionista e di non aver bisogno dell’aiuto di un comune cittadino. O almeno, questo era ciò che raccontava a se stessa. La verità era che, dopo la dichiarazione di Dawon, aveva iniziato a sentirsi a disagio con lui e probabilmente lo sarebbe stata anche con Daeju, che magari sapeva già tutto quello che era successo la sera prima.
   «Lo so che puoi farcela da sola, ma anche io sono in pensiero per Taeoh, visto che potrebbe essere con lei. Mi sembrava giusto che anche noi ci impegnassimo nelle ricerche.» cercò di giustificarsi Dawon, un po’ rattristato dal tono inacidito della ragazza.
   «Se Taeoh è con lei lo riporterò indietro, se invece non lo è lo cercheremo. Quindi no, non c’è nessun bisogno che vi mettiate a cercarlo anche voi, posso benissimo andarci da sola, mi sareste solo d’intralcio. Capito?» continuò Wendy, alzando la voce. A quel punto Dawon non riuscì più a trattenersi e dovette ribattere.
   «Wendy, si può sapere che hai? Ti sto solo chiedendo un favore. E poi sono io quello che è stato rifiutato, perché te la stai prendendo come se ti avessi offesa?»
   «Non vedo questo cosa c’entri, quindi se non hai altro da dire…» concluse lei in tono sprezzante, per poi uscire dalla stanza senza accettare repliche.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Poco dopo, Wendy raggiunse l’hotel e si diresse in camera per farsi una doccia e mettere dei vestiti più comodi in vista della partenza. Una volta pronta, si sistemò in vita la fedele pistola, riempì una borsa con il minimo indispensabile e aprì la porta per uscire.
   «Ciao!» esclamò Daeju, palesandosi improvvisamente davanti a lei. Immaginava che Wendy non avrebbe mai accettato di sua spontanea volontà di fare il viaggio in sua compagnia, perciò, appena l’aveva vista rientrare in hotel, l’aveva seguita e si era appostato fuori dalla camera. «Dawon mi ha chiesto di venire con te, sai, dovrei cercare Taeoh.»
   «No, non ho intenzione di lasciarti venire.» Wendy lo scansò senza troppi complimenti.
   «Dai, siamo seri, può capitarti qualsiasi cosa sull’isola, lascia che ti accompagni. E poi non ti intralcerò, vengo soprattutto per Taeoh, mi sembra legittimo preoccuparmi per un mio amico.»
   «Allora fai come ti pare, ma se ti succede qualcosa non è mia responsabilità. Non ho la minima intenzione di correre a salvarti.» se avesse avuto tempo da perdere lo avrebbe costretto a restare in hotel, ma era già mattino inoltrato ed era in pensiero per Iris.
   Senza più rivolgere la parola a Daeju, Wendy si diresse verso il noleggio gestito dall’hotel e affittò una barca a motore, consapevole che il ragazzo l’avrebbe seguita. Una volta saliti a bordo, accese il GPS, controllò di nuovo la posizione della collega e impostò la rotta.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Anche sull’isola il temporale era cessato e il sole era tornato a splendere, illuminando anche l’interno del rifugio attraverso i vetri di quell’unica finestra. Iris era ancora mezza assopita. Per qualche ragione si era svegliata come avvolta in una piacevole sensazione di tepore che avrebbe voluto prolungare ancora per qualche minuto. Per nulla conscia del posto in cui si trovava, si mosse quel tanto che bastava per accoccolarsi un po’ di più contro quella ignota fonte di calore, quando, all’improvviso, sentì una voce familiare chiamarla da molto vicino.
   «Sei sveglia?»
   D’istinto, Iris aprì gli occhi e rivolse lo sguardo verso l’alto, da dove proveniva la voce, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Taeoh. Il ragazzo era seduto per terra, con la schiena appoggiata al muro, e le teneva le braccia intorno alla vita. Lei, neanche a dirlo, era seduta davanti a lui e fino a quel momento se ne era stata tranquillamente raggomitolata contro il suo petto.
   Appena realizzata la situazione, Iris prese immediatamente le distanze, sentendosi terribilmente imbarazzata e anche mortificata per essersi addormentata in quel modo.
   «S-sì, sono sveglia, scusa!»
   In un istante era tornata completamente vigile e, nemmeno il tempo di finire la frase, si era ricordata cosa effettivamente fosse successo la sera prima.
   Con il temporale la temperatura era scesa e Taeoh le aveva detto di avere un po’ freddo ma, fatta eccezione per un paio di coperte polverose che puzzavano solo a vederle, all’interno del rifugio non c’era nient’altro per coprirsi. Così Iris si era rimessa la camicetta, ormai asciutta, e aveva prestato a Taeoh la sua felpa da usare a mo’ di piccola coperta. Lui però aveva insistito a dire che doveva tenerla lei e che altrimenti avrebbe preso freddo, così, a forza di tira e molla, di soluzione ne era rimasta solo una, usarla entrambi, e l’unico modo per riuscire a stare in due sotto quel ritaglio di stoffa era mettersi una davanti all’altro. Perciò, alla fine, Iris si era seduta tra le gambe di Taeoh e aveva finito per addormentarsi così com’era, appoggiata a lui, mentre Taeoh aveva messo le braccia intorno alla vita di Iris, che era l’unico modo per tenerle al caldo sotto alla felpa, la stessa felpa che ora era finita per terra dietro di lei.
   Ecco perché Taeoh non sembrava per nulla sorpreso o imbarazzato e la stava pure guardando con fare un po’ sorpreso, senza riuscire a nascondere un sorriso leggermente divertito per la sua reazione.
   «Ehi, perché ti scusi? Buongiorno.»
   «Ehm… niente. Buongiorno anche a te.» Iris sorrise, ma avrebbe voluto schiaffeggiarsi da sola per la figuraccia.
   Taeoh inclinò la testa di lato e rimase a guardarla. Era seduta in ginocchio davanti a lui, così vicina. I capelli morbidi sciolti sulle spalle e quel bottoncino slacciato di troppo sulla scollatura della camicetta. Le guance lievemente arrossate, le labbra un po’ schiuse. Gli era venuta una voglia irrefrenabile di baciarla. Allungò una mano col pretesto di sistemarle una ciocca di capelli dietro all’orecchio, raccontandosi che si sarebbe fatto bastare quel lieve contatto, ma fatto quel passo non riuscì più a tornare indietro. Le accarezzò una guancia con le dita e con un polpastrello le sfiorò le labbra. Scostando la schiena dal muro, le prese il volto tra le mani per tirarla delicatamente verso di sé.
   Lei si alzò sulle ginocchia quel tanto che bastava per poterlo guardare dritto negli occhi e si sporse verso di lui, appoggiando le mani sulle sue spalle. Aveva perfettamente capito cosa stava per succedere e, per quanto la coscienza le suggerisse di sottrarvisi, il suo corpo sembrava aver acquisito volontà propria e assecondava il gesto di Taeoh, avvicinandola sempre di più alle sue labbra. Temeva che se ne sarebbe pentita, ma ormai era troppo tardi, non sarebbe riuscita a rinunciarvi nemmeno per tutto l’oro del mondo.
   Se non fosse che all’improvviso Wendy spalancò la porta e puntò loro contro la pistola.
   «Iris!»
   I due si separarono in un batter d’occhio e Iris si lasciò cadere seduta sul pavimento, il più possibile lontana da Taeoh per fugare ogni sospetto.
   «W-wendy! Che spavento!»
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Wendy e Daeju avevano raggiunto l’isola con successo e si erano trovati davanti lo stesso scenario che era toccato a Iris e Taeoh il mattino precedente: una breve spiaggia dalla quale si estendeva un fitto bosco che sembrava ricoprire tutta l’isola. Dopo aver ormeggiato la barca, Wendy aveva controllato di nuovo il segnale GPS. Indicava che la sua collega non era distante. Così si era inoltrata tra gli alberi, mentre Daeju si era limitato a seguirla senza osare proferir parola per evitare di essere aggredito verbalmente come ogni volta che aveva provato ad aprire bocca con lei quella mattina.
   «Una casa?» chiese il ragazzo quando si trovarono di fronte al rifugio.
   «Il segnale indica che è lì dentro.» spiegò Wendy, prendendo la pistola e avvicinandosi alla porta. «Stai indietro.»
   Wendy si lanciò contro la porta e parò subito la pistola davanti a sé, convinta di dover cogliere di sorpresa chissà quale malvivente.
   «Iris!»
   «W-wendy! Che spavento!» esclamò Iris appena la vide entrare.
   «E c’è anche Daeju!» aggiunse sorpreso Taeoh. Entrambi si alzarono in piedi per andare incontro agli amici.
   «State bene?» chiese Wendy, mettendo via la pistola.
   «Sì, è tutto a posto!» esclamò l’altra agente «Qualcuno deve averci portato via la barca, così non abbiamo potuto fare altro che rifugiarci qua dentro.»
   «Bene, andiamo via da qui!» esclamò Taeoh, raggiungendo l’amico «Voglio fare un bagno di un’ora e dormire fino a domani!»
   «Torniamo a casa che è meglio… Wendy è furibonda!» si lamentò Daeju. Si era sorbito il malumore di Wendy per tutto il viaggio e non era riuscito a trattenersi.
   «Daeju, non farci caso, Wendy si arrabbia facilmente quando le succede qualcosa che non va, poi le passa hehehe» tentò di giustificarla Iris.
   «Tieni.» tagliò corto Wendy, passando all’amica una bottiglia d’acqua.
   «Grazie!» rispose lei, per poi bere un bel sorso. Solo in quel momento si rese conto di avere una sete terribile.
   «In marcia!» sollecitò Wendy «Prima andiamo via da qui e meglio è!»
   Iris si avvicinò un attimo a Wendy e le chiese sottovoce se fosse successo qualcosa. Le sembrava strano che l’amica fosse così irascibile senza un motivo. Alla sua domanda, però, Wendy sembrò intristirsi e non volle dare risposta.
   Mentre riattraversavano il bosco, Iris notò che Taeoh continuava a guardarla. Non capiva se fosse per via di quel bacio mancato poco prima che arrivassero i soccorsi o se ci fosse dell’altro, ma il suo sguardo la stava agitando come se, solo da quello, gli altri due potessero intuire ciò che era successo. Non che avessero fatto nulla di male, ma in un certo senso era come se si vergognasse delle sensazioni che stava provando. Dopotutto non sapeva quasi nulla di Taeoh e, nonostante fosse stata molto bene in sua compagnia, non poteva ignorare il fatto che avesse ostentato un po’ troppa sicurezza nel farle da spalla per essere solo un civile. Insomma, il suo cuore palpitava come quello di un’adolescente alla prima cotta, mentre la sua coscienza le diceva che abbassare la guardia era da autentica idiota. E in più temeva che Wendy avesse già fiutato qualcosa. Era il caso di andarci piano e prendersi un po’ di tempo per riflettere.
   «Chissà che sete avrai anche tu! Tieni.» dissimulò, passando a Taeoh la bottiglia d’acqua che le aveva dato poco prima la collega. A quel punto il ragazzo si rese conto che, involontariamente, si stava comportando in maniera troppo ovvia e decise di darle corda, sperando che Iris avesse realmente frainteso e pensato che avesse sete.
   «Ah! Grazie. Visto che era poca non avevo il coraggio di chiedertela.» disse, dopo aver bevuto. Il motivo per cui non riusciva a smettere di fissarla era che si sentiva totalmente, irrimediabilmente cotto. Tuttavia, nel giro di poco Dawon sarebbe stato dimesso e avrebbe dato loro nuovi ordini. Se avessero deciso di assecondare Ray avrebbe dovuto uccidere Iris e a Taeoh questo proprio non andava. Avrebbe dovuto trovare il modo di parlare con il leader e spiegargli la situazione.
   Arrivati finalmente alla barca, il gruppo di ragazzi poté finalmente rientrare senza intoppi a Cancún.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Giunti a destinazione, i quattro riconsegnarono la barca al noleggio dell’hotel, raggiunsero la hall e salirono insieme in ascensore. Le prime a scendere furono Iris e Wendy, che si diressero entrambe nella camera di quest’ultima.
   «Ok, dimmi tutto, che è successo che ti ha fatto arrabbiare così?» esordì Iris appena varcata la soglia, temendo in qualche nuova bravata di Lizzy.
   «Beh... non lo so... credo che Dawon si sia confessato. Si dice così? Io… l’ho rifiutato. In quel momento ero in pensiero per te, però poi... cioè... credo che lui mi piaccia.» rispose Wendy in modo confuso, come se si vergognasse a dire ad alta voce la verità e allo stesso tempo avesse le idee poco chiare «Per il mio lavoro non posso permettermi una relazione seria…» improvvisamente Wendy ricollegò la parola lavoro al fatto che si era dovuta portare Daeju sull’isola «E poi Dawon mi ha costretta a portare Daeju con me a cercarvi. Voglio dire, sono capace di fare il mio lavoro, non mi serve che quello spilungone mi faccia da spalla, è solo un civile... e in più non mi piace che mi vengano dati ordini.»
   «Aspetta, aspetta...» la interruppe Iris, completamente spiazzata dalla risposta. «Mi hai appena detto che Dawon ti si è dichiarato?»
   Wendy arrossì e si limitò ad annuire.
   «E tu lo hai rifiutato, ma lui ti piace.»
   «Credo...»
   «E in più voleva che Daeju ti seguisse.»
   «Sì, e la cosa mi ha dato fastidio.»
   «Però, pensaci bene, non credo lo abbia fatto per darti ordini, potrebbe voler dire che era in pensiero per te! Potresti provare a dargli una chance, dopotutto L non può pretendere che restiamo single per sempre!»
   «Ma se stesse fingendo? Io non voglio farmi male…»
   «Umm. Non hai tutti i torti. Forse prima di prendere una decisone dovremmo fare qualche ricerca sui ragazzi. Dopotutto, se ci pensi, non sappiamo nulla di loro se non i loro nomi.»
   «Perché questo dubbio improvvisamente?»
   «Ecco… della sparatoria non si è più saputo niente, ma ho l’impressione che c’entri più con loro che non con il nostro soggetto. E in più Taeoh si è comportato in modo strano sull’isola.»
   «Strano?»
   «Già. Mi è sembrato un po’ troppo a suo agio in certe situazioni per essere un semplice civile… mi ha detto di aver lavorato nell’esercito per diversi anni, ma c’è comunque qualcosa che non mi convince. E poi, ora che sa chi siamo mi sembra doveroso scoprire chi è lui.»
    «Aspetta, non gli avrai detto tutta la verità?»
    «Ho dovuto farlo, ad un certo punto era diventato troppo ovvio, anche perché ho avuto come la sensazione che avesse già intuito qualcosa.»
   «Accidenti… allora ci sono buone probabilità che anche gli altri lo sappiano.»
   «Già.»
   «Non ci resta che fare due chiamate al quartier generale. A questo punto voglio sapere con certezza chi sono Dawon, Taeoh e Daeju.»
   «Credi che L potrebbe avere informazioni sul loro conto? È strano che non ci abbiano avvertite. Se fossero state persone rilevanti ce lo avrebbe comunicato.»
   «Se non trovano niente vuol dire che siamo paranoiche, altrimenti...»
   «Anche questo è vero. Per quanto riguarda il nostro caso, invece, dirò a L di mettere sotto sorveglianza l’isola. È più che ovvio che si tratti del suo magazzino e non sarà difficile per la polizia arrestare qualcuno dei suoi e interrogarlo per farsi dire dove si nasconde.»
   «Ottimo.» annuì Wendy, per poi cambiare improvvisamente espressione e sfoderare un sorriso sornione. «Ma parliamo un po’ di te adesso! Com’è andata la nottata di fuoco? Mi sembra di capire che vi siete scambiati informazioni parecchio… intime.»
   «Che?»
   «Dai, non dirmi che non avete fatto niente? Eravate tutti soli soletti su un’isola deserta in mezzo al temporale…»
   «Che dovevamo fare?»
   «A chi vuoi darla a bere? Vi ho quasi beccati a baciarvi appena sono entrata! Pensavi mi fosse sfuggito?»
   «Ma che baciarci? Mi era solo entrato qualcosa nell’occhio e gli ho chiesto di controllare. Non è successo un bel niente se proprio lo vuoi sapere.» Inventò una scusa Iris, ma il rossore delle guance tradì il suo imbarazzo.
   «Bugiarda!» insinuò Wendy.
   «E va bene, ci stavamo per baciare, ma alla fine non è successo. Contenta?»
   «Ops, quindi vi ho interrotti proprio sul più bello… e dimmi, chi ha ceduto per primo confessando tutto il suo amore? Tu? Lui?» continuò Wendy in tono ironico.
   «Nessuno dei due.»
   «E allora perché gli stavi saltando addosso?»
   «Non gli stavo saltando addosso! Stava per baciarmi e basta.»
   «Quindi tu piaci a lui, ma lui non piace a te?»
   «Non è che non mi piaccia, ma-»
   «Ti piace! Lo sapevo!»
   «Sì, mi piace da un po’, ok? Ma te l’ho detto, c’è qualcosa che non mi torna e lo sai che non voglio relazioni al momento.»
   «Tzk, e poi dici a me di starci con Dawon. Dovevo immaginare di starti sopravvalutando!»
   «Senti, vado a farmi una doccia. Sono distrutta.»
   «Come ti pare. Io chiamo L.»
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Nel frattempo, Taeoh non se n’era rimasto con le mani in mano. Dopo essersi lavato e cambiato aveva ricevuto una telefonata dal leader ed era corso con Daeju all’ospedale, dove aveva trovato Dawon intento a riordinare le proprie cose. Era stato finalmente dimesso dopo gli ultimi controlli, che avevano avuto buon esito.
   «Finalmente ti dimettono!» esclamò contento Taeoh, entrando nella stanza dell’amico.
   «Già!» rispose Dawon, girandosi verso di lui e Daeju. «Taeoh, ma che è successo ieri sera? Sei sparito nel nulla, ero un po’ preoccupato.»
   «Ci hanno quasi fregati!»
   «Cioè?»
   «Qualcuno sapeva che io e Iris eravamo sull’isola, e non parlo dei trafficanti di droga... non siamo potuti ritornare perché qualcuno ci ha rubato la barca.»
   «È per quello che siete rimasti bloccati là?» chiese Dawon, un po’ allarmato. «Hai idea di chi possa essere stato?»
   «Non abbiamo visto nessuno, ma posso garantirti che qualcuno ci vuole fuori dai giochi, noi e anche le ragazze. Non è difficile capire di chi sto parlando visto le minacce degli ultimi giorni. È anche il motivo per cui sono andato sull’isola con Iris: Buffy e James mi avevano detto che sarebbe stata il loro primo obiettivo ed ero sicuro che l’avrebbero seguita per farla fuori alla prima occasione disobbedendo al tuo ordine di aspettare.»
   «Lo hai fatto solo perché andavano contro i miei ordini?»
   «Ehm…» Taeoh tossicchiò, evitando di rispondere alla domanda «Tra le altre cose, Iris mi ha confessato di essere un’agente.»
   «E…?»
   «E non me lo aspettavo. Onestamente mi è dispiaciuto. Voglio dire, io sono qui per ucciderla, però… non lo so, non mi va più. Non vedo che senso abbia questo ordine di Ray. Loro non hanno quella stupida SD e ammetto anche di essermi un pochino affezionato, ecco.» Taeoh arrossì leggermente dopo aver pronunciato le ultime parole. Per paura di rendere troppo evidenti i propri sentimenti, pensò subito di rettificare. «Sono simpatiche.»
   «Capisco cosa intendi. Io ci ho riflettuto molto nei giorni in cui sono stato rinchiuso qui e anch’io non voglio ucciderle. Anzi, a dire il vero… mi sono dichiarato a Wendy ieri sera.» i tentativi di Dawon di rimanere imperturbabile vennero miseramente vanificati dal rossore acceso sulle sue guance «Ma… ecco… mi ha rifiutato.»
   «Cosa? Tu hai dei sentimenti?» Taeoh la buttò sul ridere.
   «Certo, ovvio! Ma non per questo sono meno autorevole!»
   «E ti ha rifiutato perché? Sei un dittatore?»
   «Bada a come parli! Comunque, non mi ha dato spiegazioni, ma credo che sia perché è concentrata sul suo lavoro, o forse semplicemente non le piaccio.»
   «O perché sei un dittatore e dai ordini a tutti...»
   «Comunque!» sottolineò bene la parola «Ora che siamo definitivamente e dichiaratamente dalla loro parte credo che dovremmo dire loro tutta la verità. Essere onesti mi sembra il minimo se vogliamo che si fidino di noi. E non dimentichiamo che Buffy e James seguono ancora gli ordini di Ray… oltre a metterci i bastoni tra le ruote, è possibile che tornino presto in azione e le ragazze si potrebbero trovare in pericolo non sapendo chi sono in realtà quei due.»
   «Quindi siamo ufficialmente fuori dal giro?»
   Dawon annuì.
   «Siamo dei traditori adesso... e solo per delle donne. Chi lo avrebbe mai detto! Queste cose succedono solo nei film!» continuò Taeoh, non riuscendo a frenare l’agitazione «Daeju, sei con noi?»
   «I-io? Ehm, ecco...» Daeju, che fino a quel momento se ne era rimasto in silenzio, si trovò un po’ in difficoltà. Seguire i suoi amici e cacciarsi nei guai o continuare a servire Ray e diventare loro nemico? In fondo, però, nemmeno a lui erano mai piaciuti i modi di fare del boss, come tutti era finito nel giro per i soldi e questa poteva essere una buona occasione per redimersi. «Vi seguirò! Ma non per Lizzy! Lei non la voglio più vedere!»
   «Non è il tuo tipo?» Lo prese in giro Taeoh.
   «È aggressiva!» annuì Daeju, provocando le risate di entrambi gli amici.
   «Bene, non ci resta che pensare a come dire loro la verità.» concluse Dawon.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Dopo la doccia, Iris era tornata da Wendy per vedere se la ricerca avesse dato dei risultati.
   «Trovato nulla?» chiese, avvicinandosi all’amica, mentre si tamponava i capelli con l’asciugamano.
   «Nulla…» confermò Wendy.
   In cuor suo, Iris tirò un sospiro di sollievo.
   «Però non sono ancora convinta.» aggiunse Wendy. «Entro domani mi faranno sapere se Taeoh ha davvero lavorato per l’esercito. Non sarà difficile scoprirlo, ma servono dei permessi.»
   «Che ne dici se andiamo a trovarli o gli chiediamo di uscire stasera? Così potremo fare direttamente a loro qualche domanda.»
   «Possiamo provare, dici che dovrei scusarmi con Dawon?»
   «Beh, tecnicamente non è una colpa non corrisponderlo… però nel caso tu avessi cambiato idea puoi sempre dirglielo.»
   «Ummm... ok!» Wendy sembrò aver improvvisamente ritrovato il buonumore.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Le due agenti aspettarono fino all’ora di cena, pensando che per quell’orario i tre ragazzi sarebbero rientrati in hotel, ma, al contrario delle aspettative, non li incontrarono. Decisero così di avviarsi al ristorante insieme a Lizzy, la quale finalmente si era palesata per ricevere aggiornamenti sulle indagini. Solo verso la fine della cena i ragazzi fecero la loro comparsa.
   «Ciao!» Li salutò Iris nel modo più naturale possibile. L’idea era quella di attaccare bottone per dare modo a Dawon e Wendy di riappacificarsi e passare poi a domande più personali.
   «Ehi!» esclamò Taeoh, raggiungendole insieme agli altri. «Riposato bene?»
   «Sì, voi? Vedo che finalmente Dawon è stato dimesso!»
   «Nemmeno le infermiere lo sopportavano più...» scherzò Taeoh.
   «Ehi!» Dawon diede una gomitata di rimprovero al collega. «Comunque, sì.» rispose poi, evitando di approfondire. Si sentiva un po’ a disagio e, indeciso se chiedere subito loro di parlare, lanciò uno sguardo a Taeoh e Daeju, in cerca di approvazione. Al ché Taeoh si fece avanti al suo posto.
   «Sentite, vi va di fare due chiacchiere dopo cena?»
   «Ok.» annuì Iris. Era stato più facile del previsto, però qualcosa la preoccupava, era palpabile una strana tensione nell’aria. «Noi abbiamo quasi finito. Vi aspettiamo nella hall, va bene?»
   «Ok, allora a dopo.»
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
   Circa mezz’ora dopo, Taeoh, Dawon e Daeju raggiunsero le tre agenti e, insieme a loro, si misero in cerca di un posto tranquillo nei pressi dell’hotel. A fare strada fu Dawon, che condusse il gruppo in un punto isolato della spiaggia, finendo per insospettire ancora di più le ragazze.
   «Ehm…» spezzò il silenzio Iris «Perché proprio qui?»
   «Perché qui non dovrebbe sentirci né vederci nessuno.» rispose Dawon, in modo pacato ma estremamente serio «E questo principalmente perché si tratta di questioni della massima importanza.»
   Iris e Wendy si scambiarono uno sguardo preoccupato, mentre Lizzy sembrava totalmente disinteressata alla questione.
   «Tanto per cominciare,» continuò il leader «dobbiamo scusarci con voi. Siamo stati sleali fin dall’inizio.»
   Il cuore di Wendy perse un battito. Se lo sentiva che qualcosa non andava. Perché sull’archivio dell’associazione non c’era scritto nulla sul loro conto?
   «Sappiamo che siete agenti di L, che siete qui in missione e sappiamo anche che abbiamo sbagliato nel peggiore dei modi, ma, vi prego, ascoltate quello che abbiamo da dirvi.»
   Il volto di Wendy rimase completamente inespressivo, non riusciva a credere a quello che le stava dicendo Dawon. E lei che voleva anche chiedergli scusa e dirgli che lo ricambiava.
   «È uno scherzo per caso?» fu tutto ciò che Iris riuscì a dire. Aveva iniziato a sentirsi oltremodo agitata.
   «Purtroppo, no.» le rispose Taeoh. Era arrivato il momento di spiegare come stavano le cose e di essere sinceri fino in fondo. «Non siamo persone qualsiasi. Siamo dei criminali e lavoriamo, o meglio, lavoravamo per Ray. Il nostro compito inizialmente era quello di riprendere l’SD, per questo ci siamo incontrati all’asta di quadri, non è stato casuale. Finché si trattava solo di quello andava bene, ma poi… siete riuscite a sottrargliela e così lui ci ha ordinato di uccidervi. Per questo vi abbiamo seguite fin qui. Ma il motivo per cui non lo abbiamo ancora fatto, è che non crediamo sia giusto.»
   Iris si limitò a fissare Taeoh con sguardo cupo, mentre Wendy aveva già messo mano alla pistola che teneva nel fodero.
   «All’inizio pensavamo che sarebbe stato un lavoro come un altro.» riprese la parola Dawon «Ma poi ci siamo avvicinati a voi, abbiamo avuto modo di conoscervi meglio e… so che può sembrare strano, sospetto, e avete tutte le ragioni del mondo per dubitare di noi, ma non vogliamo più farlo. Non vogliamo sacrificare la vostra vita per un capriccio di Ray né di nessun altro. Più entravamo in confidenza con voi, meno aveva senso quello che ci aveva chiesto.»
   «Basta! Non voglio sentire altro!» lo interruppe Iris. Tutti quei segnali che le aveva mandato il proprio intuito fin dal primo giorno in cui aveva visto Taeoh, la sensazione che qualcosa non andasse, li aveva ignorati. Gli aveva permesso di entrare nella propria vita e di sconvolgerla, si era davvero innamorata di lui, a tal punto che aveva cercato di proteggerlo a tutti i costi. Solo quella mattina l’avrebbe baciato senza pensarci due volte, e ora lui le stava dicendo che era stata tutta una bugia, soltanto un’enorme bugia. Non riusciva a credere di essersi lasciata raggirare in quel modo. Si sentiva un’idiota e senza rendersene conto aveva iniziato a tremare dalla rabbia.
   «Aspetta, Iris...» provò a calmarla Taeoh «Abbiamo deciso di tradire Ray. Vogliamo aiutarvi, essere vostri alleati!»
   «Aiutarci? Essere alleati? Tu mi hai presa in giro fin dall’inizio!»
   «Iris, io…»
   «Non rivolgermi mai più la parola, non voglio mai più vedere la tua faccia!» Iris voltò le spalle a Taeoh e si allontanò dal gruppo. Tutto ciò in cui aveva sperato fino alla fine era stata solo una stupida illusione che si era creata da sola per non ammettere a se stessa che tra loro due non poteva e non ci sarebbe mai potuto essere nulla. Sentiva le lacrime scendere copiose dagli occhi e rigarle il volto. Evidentemente non era tagliata per essere un’agente. Era troppo sensibile, debole e ingenua.
   «Iris, aspetta!» la rincorse Taeoh, sperando di riuscire a trattenerla. Iris accelerò il passo, ma lui riuscì a raggiungerla e ad afferrarla per un polso «Aspetta… mi dispiace, non volevo ferirti. Sono stato un ipocrita a mentirti per tutto questo tempo, ma ora sono sincero. Non voglio perderti!»
   «La smetti?» lo fermò bruscamente lei, liberandosi dalla presa con uno strattone. «Ora è troppo tardi!»
   «Ti prego…» la implorò di nuovo Taeoh. Vederla in lacrime gli spezzava il cuore. Immaginava come potesse sentirsi ed era solo colpa sua. Lo sapeva perfettamente di piacerle e l’aveva trattata malissimo nonostante ricambiasse i suoi sentimenti. Non aveva fatto altro che alimentare le sue speranze senza riuscire a tirarsi indietro nonostante avesse paura che prima o poi Ray avrebbe dato l’ultimatum. Era terribilmente dispiaciuto, ma dopo tutta quella serie di bugie temeva proprio che nemmeno implorare il suo perdono in ginocchio l’avrebbe convinta che questa volta era sincero.
   Iris si rifiutò di ascoltare altre scuse, ormai le suonavano solo come parole vuote. Voltò di nuovo le spalle a Taeoh e se ne andò, iniziando a camminare sulla spiaggia senza una meta.
   A quel punto Taeoh, un po’ a malincuore, decise di non insistere, avrebbe solo peggiorato la situazione. Era meglio lasciarle il tempo di riprendersi dalla notizia.
 
   Wendy, Lizzy, Dawon e Daeju erano rimasti sulla spiaggia. Anche tra di loro la situazione non era delle migliori. Wendy aveva finito per schiaffeggiare in pieno volto Dawon dopo aver ascoltato quelle che reputava delle stupide scuse. Lui, d’altra parte, sentiva di meritarselo.
   «Mi dispiace.» si limitò a dire il ragazzo, abbassando la testa. Per un attimo calò il silenzio, poi continuò «Wendy, Quelle cose che ti ho detto ieri sera sul fatto che mi piaci… io le intendevo sul serio, ed è uno dei motivi per cui ho deciso di mettermi contro Ray. Ma so di non meritarmi di essere ricambiato, mi dispiace davvero per tutto quello che ti ho fatto.»
   «In fondo non siamo così diversi.» rispose Wendy, con una calma insolita e quasi malinconica «mentiamo a coloro che ci stanno attorno, ma almeno io sono dalla parte dei buoni e salvo delle vite, tu le togli senza motivo. Sai, stavo per chiederti scusa per averti rifiutato e chiederti un’altra chance, ma vedo che avrei dovuto continuare a fidarmi del mio istinto.»
   «Wendy…» Dawon si sentì ancora più in colpa e dispiaciuto per lei «È vero, finora ho vissuto in modo sbagliato. Ma voglio che le cose cambino, anche a costo di essere eliminato da Ray. E non solo, so che dopo questa notizia non hai più motivo di credermi, ma... state attente a Buffy e James. Sono ancora agli ordini di Ray e hanno cercato di mettere i bastoni tra le ruote anche a noi.»
   «Hai ragione, non ti credo.» disse lei. Purtroppo, però, pensava esattamente il contrario, poteva percepire una preoccupazione sincera nel suo modo di parlare. Non si sarebbe mai esposto così se i suoi sentimenti non fossero stati reali, non era il tipo da lasciarsi mettere alla gogna senza una buona ragione. «Le persone non cambiano, ma puoi pagare per i crimini commessi... sempre ammesso che questa non sia una tattica.»
   «Questa volta sono sincero.»
   «Bene, a questo punto non vale nemmeno la pena di sprecare altro fiato con te.» Wendy prese le manette e fece cenno a Lizzy di fare lo stesso «Dawon, sei in arresto. Metti le mani sopra la testa e voltati.»
   Dawon non oppose resistenza e Wendy poté stringergli le manette ai polsi senza difficoltà. Lizzy fece lo stesso con Daeju, poi li portarono nella camera di Wendy per interrogarli e avvertire L. Non avendo alcun tipo di supporto a Cancún non avrebbero potuto fare molto, ma era comunque giusto andare fino in fondo alla faccenda e sapere anche perché L non le avesse avvertite del pericolo che stavano correndo. Minho era infiltrato tra gli scagnozzi di Ray, quindi L conosceva sicuramente i loro volti. Avrebbe dovuto dare loro delle spiegazioni. In più sperava che Iris sarebbe tornata presto e l’avrebbe aiutata ad arrestare anche Taeoh, che per il momento non si era messa a cercare.



Fine cap. 20
___________________________________



   Lo dico? Lo dico. Maledetta Wendy che ha interrotto il bacio tra Iris e Taeoh! Cosa devono fare questi due poveracci che si aspettano da 20 capitoli?
   *Autrice si ricompone*
   Ad ogni modo, questo è il capitolo della verità, il capitolo in cui finalmente cadono tutte le menzogne, sui sentimenti provati dalle agenti, dai ragazzi e sulla vera identità dei seguaci di Ray. Per come stanno le cose, non c'è dichiarazione d'amore che tenga e nulla può essere fatto per salvare il loro rapporto. Ma sarà davvero così? Che succederà dopo che li avranno consegnati a L? E soprattutto, dove starà andando Iris da sola in piena notte?

   Grazie a tutte le persone che stanno leggendo, recensendo e che hanno messo la storia tra i preferiti! <3  
   A presto!

   Misa
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: _Misaki_