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Autore: Arkady    17/01/2021    1 recensioni
Dal capitolo 4:
- Stai bene? - Mi chiede
- Non. Farlo. Mai. Più!! - Riesco a dirgli con voce strozzata, tra un colpo di tosse e un altro.
- Come hai fatto a bere? Non dirmi che sei una di quelle che deve tapparsi il naso con la mano? -
- Mi hai preso completamente alla sprovvista, mi sono pietrificata! –
Troppo tardi penso che, detta così, può sembrare che io abbia paura. Cosa, ovviamente, falsa! Che sia chiaro!
- Se avessi saputo che avevi paura, non ti avrei fatto questo scherzo. –
Ecco, appunto.
- Io non ho paura! - dico, in perfetto stile bimba di quattro anni.
- Si, certo che no. - mi risponde accondiscendente.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 10: Piccoli passi avanti

 
Lunedì 7 Marzo
Il lunedì, già di suo, ha i suoi lati negativi.
Svegliarsi e pensare che è il primo giorno della settimana, mette agitazione e ansia. 
Ma per la nostra classe, si aggiunge l’incubo delle prime due ore di lezione con la professoressa Sorat. Aiuto!
Stamattina (per mia fortuna) non faccio educazione fisica, perché lo scherzetto di Francesco mi ha bloccato la schiena e il collo. Oltre a farmi venire il raffreddore.
Neanche Lorenzo e Flavio partecipano alla lezione: il primo perché ieri si è fatto male a calcio, l’altro perché già da un po’ si è infortunato ad una gamba.
La prof costringe me e Lorenzo a fare degli esercizi per la schiena sul materassone, quello per il salto in alto, mentre Flavio deve seguirla per aiutarla con gli altri.
E non potevo chiedere di meglio!
Siamo soli, quando capita che la prof ci guardi, ci facciamo vedere impegnati negli esercizi che ci ha dato. Ma visto che ci guarda molto poco dovendo tenere a bada i nostri compagni, passiamo il tempo a chiacchierare.
Ad un certo punto, Lorenzo si propone di farmi un massaggio al collo, e io accetto con piacere.
 
Il massaggio sta avendo due effetti: il primo è sciogliermi i muscoli, dandomi sollievo dal dolore; il secondo è farmi sciogliere tutta.
- Va bene così? - Mi soffia nell'orecchio.
Sentire le sue mani sulle spalle e il suo fiato sul collo, mi sta facendo andare a fuoco.
Forse non accorgendosi dell'effetto che mi fa, o forse proprio per quello, continua a parlarmi nell'orecchio
- Stai ancora aspettando la mia mossa, vero?  –
- Direi di si! - gli rispondo io, voltandomi verso di lui.
E ci ritroviamo con i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
Lui toglie le mani dalle mie spalle e dopo aver esitato un attimo si allontana, il distacco mi provoca un brivido di freddo
- Ti va di uscire, questo pomeriggio? - mi chiede, fingendo noncuranza
Che domande, CHIARO che mi va!
 
 

 
 
Ci siamo dati appuntamento al solito bar, e io sono agitatissima.
Il mio posto, l'angolo appartato con le pareti a specchio, è occupato, e siamo dovuti andare a sederci nella grande sala, e la cosa mi scoccia parecchio.
Infatti qui i tavolini sono parecchio vicini l'uno all'altro. Inoltre essendo il bar più frequentato del paese, le probabilità di incontrare in un altro tavolo qualcuno che mi conosce è altissima.
In pratica privacy zero.
Il nostro appuntamento, perché alla fine il nostro è un appuntamento, procede tranquillo. Stiamo parlando tantissimo e degli argomenti più disparati.
Della sua reazione però, non c'è ancora traccia, immagino sia dovuto al fatto che siamo circondati da un sacco di gente. Accidenti!
 
Sto per proporgli di andare a fare una passeggiata, nonostante la pioggia, quando in sala entrano Luca e la ragazza che abbiamo conosciuto l’altro giorno, Laura.
Anche loro ci vedono e ci fanno un cenno con la mano.
Dalla padella alla brace, insomma.
- Ne ha irretita un'altra... - dico io sconsolata
- Irretito? - mi chiede Lorenzo, inarcando un sopracciglio per il termine non proprio di uso comune.
Ho visto il Signore degli Anelli l’altro giorno…
- Si, devi sapere che Luca è un dongiovanni di prim'ordine! Ne cambia una al mese, oppure intrattiene relazioni con più ragazze contemporaneamente. -
- E bravo Luca! -
- Ma cosa bravo? - sbraito io - Non mi dire che approvi il suo comportamento! - qui i punti stima stanno miserabilmente colando a picco
- Calma, calma! - mi dice lui - Non era mia intenzione elogiare il modo di fare! Ma il fatto che, nonostante quello, sia ancora vivo! -
- Ma tranquillo, vedrai che presto o tardi si scontrerà con una che lo mette in riga! -
- Tu non ci sei riuscita? - mi chiede, evitando di guardarmi negli occhi e giocando con il bicchiere
Mi volto a guardarlo, davvero crede che tra me e Luca ci sia stato qualcosa?
- Non sono mai stata, e non ci tengo ad esserlo in futuro, la compagna di Luca. Siamo amici dai tempi dell'asilo, dove ti posso assicurare che già mieteva le prime vittime! Sapendo come è fatto non mi metterei mai con uno stronzo del genere! -
Pare sollevato, ma mi guarda un po' confuso - Ma se lo reputi uno stronzo, come fai ad essergli rimasta amica tutto questo tempo? -
- Beh, togliendo il suo comportamento con le donne, è un'ottima persona! Gentile, altruista, simpatico... ma mi guardo bene dal presentarlo alle mie amiche! -
- E la cosa mi rattrista molto - mi volto di scatto e mi ritrovo Luca in piedi accanto al nostro tavolo.
- Ehi tu! - gli dico, dopo essermi assicurata che Laura non c'è - stai alla larga dalle ragazze che conosco! Non voglio finirci in mezzo quando le lasci, spezzandogli il cuore! -
- Ma guarda che io non ho mai lasciato nessuna. - Mi risponde lui, sapendo benissimo che io so qual è la ragione.
- Non farmi arrabbiare e eclissati! Laura è già scappata via? Ti ha inquadrato subito, eh? -
- Veramente è in bagno. Comunque me ne vado, non voglio rubarvi del tempo prezioso! - dice sorridendo e facendomi l'occhiolino 
Prima di allontanarsi, aggiunge - Lorenzo, è stato un piacere. Cho, ci vediamo a prove! -
 
- Che tipo! - Commenta Lorenzo, dopo che abbiamo salutato Luca.
- Non me ne parlare! Piuttosto, sai dirmi che ore sono? -
- Le 18.15. - 
- Oddio è così tardi? - Esclamo iniziando a raccattare i miei averi
- Hai un impegno? -
- Devo passare a prendere mio fratello ad allenamento tra 15 minuti! -
- Andiamo allora, ti accompagno. –
 
Grazie all'utilizzo della sua macchina, raggiungiamo il palazzetto in 10 minuti, anziché i 20 che ci avrei messo a piedi.
Scendiamo entrambi dall'auto e vi ci appoggiamo sopra, vicini.
- È stato un bel pomeriggio, Eleonora. - esordisce lui
- Anche per me, Lorenzo - gli rispondo sorridendo, poi mi allontano dall'auto e mi posiziono davanti a lui. - Però io sono ancora in attesa! Alla fine chi è il poco coraggioso? - gli chiedo incrociando le braccia e scuotendo il capo.
In un istante mi ritrovo tra le sue braccia, con una mossa fulminea mi ha preso per la vita e attirato a sé.
- Aspettavo il momento adatto - mi sussurra, con il viso a pochi centimetri dal mio.
 
- Sis?! - 
Chiudo gli occhi, sospirando. Ma proprio ora doveva arrivare Fabrizio?
Se il fatto che io lo chiamo “Ci” è un mistero, nessuno ha mai capito perché da piccolo mi chiamava “Sis”. Crescendo abbiamo ipotizzato fosse perché mi piaceva un sacco la principessa Sissi, ma anche in questo caso, ormai è un soprannome assodato.
Io e Lorenzo ci allontaniamo, entrambi con lo sguardo dispiaciuto.
- Ci riproviamo domani? - gli chiedo in un sussurro
- Affare fatto - mi risponde lui, salendo in auto.
 
Io mi giro e prendo per mano mio fratello e ci avviamo a piedi verso casa.
Oddio, stava forse per baciarmi??
 
 

 
 
Martedì 8 Marzo
Oggi è la festa della donna.
È nata per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo; e il simbolo scelto è la mimosa.
Ricevere dagli uomini un piccolo rametto di mimose in questo giorno, è un modo per proseguire il cammino verso l'uguaglianza tra i due sessi. 
Ma figuriamoci se i nostri compagni di classe si organizzino per fare una colletta e farci trovare un rametto a testa sul banco! Non si sono degnati nemmeno di farci gli auguri.
Non sono arrivati mazzi/rametti nemmeno da Lorenzo, che però ha per lo meno fatto gli auguri generali a tutte noi. In separata sede, lontano da occhi indiscreti, è riuscito anche a farmeli personalmente con due bacini, uno per guancia.
 
 

 
 
All'uscita di scuola, io e Valeria commentiamo ad alta voce il fatto che le ragazze delle altre sezioni hanno tutte (TUTTE!) un ramettino, seppur microscopico, di mimose, dono dei loro compagni. Ma i ragazzi della nostra classe fanno finta di non sentire, e cambiano argomento. Sconsolate, scuotiamo la testa, guardandoli male.
Smetto solo all'arrivo di un messaggio.
 
Per oggi passo a prenderti alle 16? Alle 18 però devo scappare perché ho allenamento!
 
Sorrido al pensare di passare un altro pomeriggio con Lorenzo, sperando che stavolta sia senza interruzioni.
 
- Chi è il tuo spasimante? – la domanda di Valeria mi riporta sulla Terra.
Il più angelicamente possibile, le dico nuovamente che non so di cosa stia parlando.
- Non mi incanti, sai? Secondo me, siete carinissimi insieme –
Arrossisco fin la punta delle orecchie e borbotto parole sconnesse e imbarazzate.
 
 

 
 
Alle 16, arrivate con lentezza disarmante, sono fremente in attesa di Lorenzo.
Non vedo l'ora che arrivi, ma temo che la cosa finisca in niente, proprio come ieri.
Ma oggi ho intenzione di proporgli una passeggiata, magari in questo modo abbiamo più possibilità di non incontrare nessuno.
 
- Ciao Ele! - il ragazzo mi è arrivato alle spalle. Mi volto verso di lui, che mi consegna un mazzo di mimose con un timido - per te -
Mi illumino. Sinceramente, non pensavo che me le avrebbe portate. Quindi non posso far altro che sprizzare gioia da tutte le parti. Lo ringrazio, raggiante.
– E di cosa? Per te, questo e altro. Te le avrei portate questa mattina, ma non mi è sembrato il caso. Sarebbe stato troppo evidente, visto che le avrei portate solo a te. –
 
Adesso mi sciolgo!
Ci incamminiamo, vicini, verso il lungo fiume.
Una volta il terrapieno ai lati del fiume che attraversa la città era fatto di semplice terra. Da un paio d'anni lo hanno cementato tutto, per allontanare il rischio di straripamenti. Ultimamente hanno reso un po' più verde l'area, piantando alberi e panchine, rendendolo un ottimo posto per una passeggiata romantica.
 
 
...
 
 
Anche oggi il tempo trascorso assieme è piacevole, abbiamo chiacchierato a lungo ed infine ci siamo seduti su una panchina.
Ora però, questi silenzi sono imbarazzanti e assordanti. Vorrei riempirli con qualcosa, ma ho davvero finito tutti gli argomenti disponibili.
Così, piglio l'iniziativa e, dopo un respiro profondo, prendo il suo braccio e me lo passo dietro la testa, in modo che si appoggi alle mie spalle. Infilo il mio braccio tra lui e lo schienale e mi avvicino a lui.
Più di così non posso fare.
Però, un passo avanti rispetto a ieri c'è stato, no?
Lui mi stringe un po' più e appoggia la sua testa sulla mia. Restiamo così per un po' e la cosa non mi dispiace affatto.
Resterei così per sempre. Sento il suo cuore, sotto il mio orecchio, battere forte, quasi quanto il mio.
 
Dopo un sospiro, lui prende la parola, e con fare timido mi dice – Io… vorrei fare una cosa, ma...ecco, non so se… –
La mia mente vorrebbe urlare "fallo, per tutti i santi, FALLO!!"
Ma mi esce solo un timido e sussurrato – Prova! –
 
Si sposta piano, voltandosi completamente verso di me e facendomi fare altrettanto. Con una mano appoggiata alla mia nuca e l'altra che cerca la mia, si avvicina e mi dà un tenero bacio sulle labbra.
Ci separiamo, restando comunque con le bocche a pochi centimetri di distanza.
Sono al settimo cielo, e per dimostrarlo gli allaccio le braccia al collo, baciandolo io.
E questa volta, approfondiamo, in un bacio più lungo e quasi urgente.
 
- Era questa la tua reazione, quindi. - Non lo domando, la mia è un'affermazione.
Glielo dico mentre siamo ancora abbracciati e ci guardiamo negli occhi per la prima volta, dopo i due baci.
- Già - mi sussurra lui di rimando - Volevo che fossimo soli... sai, nel caso in cui dopo mi arrivasse uno schiaffo, volevo evitare che ci fossero troppi testimoni. -
 
 

 
 
Sono a casa. E sono tutta amore e cuoricini.
Dopo i nostri primi baci, il pomeriggio è volato, e in un lampo erano già le 18.
Da una parte vorrei condividere con il mondo la mia felicità; dall'altra, il tenerlo per me, lo rende il mio dolce segreto. E lo fa sembrare ancora più bello.
Riflettevo però sul futuro.
Adesso che si fa? Non ne abbiamo parlato. In effetti non abbiamo proprio parlato, dopo la "reazione". 
E quindi ora, stiamo insieme? 
Oppure no?
 
 

 
 
Mercoledì 9 Marzo
Oggi è il suo compleanno! Ieri notte ho fatto di tutto per restare sveglia, in modo che a mezzanotte e un minuto gli avrei mandato un messaggio, e sarei stata la prima a fargli gli auguri. 
È infantile, lo so. Ma la cosa non mi interessa. 
Nonostante tutta la mia buona volontà, mi sono addormentata con il telefono in mano, il messaggio già pronto, dovevo solo premere invio. 
Stamattina, appena suonata la sveglia mi sono data dell'idiota.
La "dolce fatica" che avevo fatto per trovare le parole migliori, cercando di evitare un banale "buon compleanno", sarebbe stata tempo sprecato, così l’ho mandato lo stesso.
Anche fargli gli auguri dal vivo non è stato facile.
Essendo stato rappresentante d'istituto due anni fa, è conosciuto da praticamente tutta la scuola. Quindi ho dovuto pazientemente aspettare il mio turno, limitandomi ad una sobria e innocente stretta di mano.
È stata una tortura, morivo dalla voglia di abbracciarlo.
In realtà, tuttora sono completamente disinteressata a ciò che mi circonda, e guardo la lavagna con un’espressione ebete.
A titolo informativo, ricordo che, sulla traiettoria per guardare la lavagna, c'è proprio Lorenzo.
Così, se fosse sfuggito…
 
 
...
 
 
Sono finalmente riuscita a parlargli solo a ricreazione quando, guardandoci in giro con aria circospetta per verificare non ci fosse nessuno, gli ho dato un velocissimo bacio sulla guancia.
Tempismo perfetto, perché se ci fossi stata anche due secondi più, ci avrebbero beccato con le mani nel sacco Greta e Paolo.
Messi alle strette, lui se ne esce con un - Grazie del messaggio. -
- Prego - gli rispondo io e, a voce più bassa e con una punta di malizia, aggiungo - Ma a quale ti riferisci? -
 
 
...
 
 
Durante le lezioni continuiamo a scriverci.
Mi vibra talmente tanto il cellulare che la mia compagna di banco inizia a innervosirsi. Dopotutto lei vorrebbe solo dormire in pace, ma se io le faccio tremare il banco in continuazione, finirà che mi requisisce il telefono!
Ci mettiamo d'accordo di uscire di nuovo domani, perché oggi andrà a far visita ai suoi nonni, come ogni anno il giorno del suo compleanno. 
Faccio giusto in tempo a rispondergli "ok" all'appuntamento, che mi arriva un messaggio di Greta.
 
Ehi, domani pomeriggio andiamo a comprare il regalo a Lorenzo? Non vorrei ritrovarmi a fare le corse sabato prima della festa!
 
Accidenti! E ora che mi invento? Sono già due giorni che sto tirando fuori scuse per rifiutare le sue proposte di uscire. Pensa, veloce, pensa!
Niente, sono una tabula rasa.
L'unica cosa che mi è venuta in mente è di proporle di uscire oggi, sperando che accetti. 
Che fortuna sfacciata! Mi ha detto che va bene, sono salva.
Almeno fino a domani…
 
 

 
 
È l'ultima ora della giornata, compito di storia.
Niente di troppo impegnativo: come sempre la professoressa Vettori ci ha dato le stesse identiche domande che ha dato all'altra sezione. Ci è quindi bastato farci passare la traccia e prepararci le risposte giuste. 
La mia tattica consiste nell'avere un foglio protocollo "di brutta" preparato a casa con le risposte. Passo una mezzora a scribacchiare sul foglio protocollo bianco, nell'eventualità che la prof giri tra i banchi.
Poi aspetto il momento giusto per sostituire il foglio protocollo preparato a casa con quello pieno di scarabocchi, prendo un foglio protocollo nuovo e inizio a ricopiare in bella le risposte.
È un po' dispendioso in termini di carta ed inchiostro, ma il risultato è garantito.
Non so che tecnica usino gli altri, comunque vedo Lorenzo alzarsi e consegnare. Prima di uscire mi lancia un'occhiata d'intesa.
Io aspetto un momento: corrergli dietro sarebbe un tantino evidente. 
Quando penso di aver aspettato abbastanza per non destare sospetti, consegno anche io ed esco.
E lui è lì, appoggiato al muro, che mi regala un sorriso luminoso.
Ci dirigiamo verso i bagni, in fondo ai corridoi, parlottando del compito appena terminato.
 
Faccio appena in tempo a notare che l'ultima classe sulla sinistra è deserta, che mi ci ritrovo dentro, intrappolata tra la cattedra e Lorenzo. Dopo un bacio che sa di impazienza, mi sussurra – è un miracolo che sia riuscito a stare sei ore senza poterti baciare! –
- A chi lo dici - gli rispondi io, e sottolineo il concetto con un nuovo bacio.
 
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
 
Dannata campanella!
Non passano nemmeno due secondi, che tutti gli studenti si riversano nel corridoio. È il caso di togliersi di qui il prima possibile.
Mi avvio verso la porta, meglio mischiarsi alla calca, abbiamo più probabilità che nessuno noti uscire da una classe vuota un ragazzo e una ragazza.
Ma lui mi trattiene per un braccio, per darmi un ultimo bacio a fior di labbra.
Gli rispondo con un - Buon compleanno! - e ci sorridiamo, uscendo nel corridoio con nonchalance.
Nessuno fa caso a noi, tutti corrono verso le corriere, e va benissimo così.
 
 

 
 
Con me ed Greta è uscita anche Valentina.
Di ritorno dalla gita ho legato molto di più con lei. Nonostante fossimo nella stessa classe dalle medie, non avevamo mai passato del tempo insieme, al di fuori delle ore scolastiche.
Questo, come ho recentemente scoperto, perché lei è molto timida ed introversa e fa fatica a fare amicizie.
Cercando di inglobarla nelle chiacchiere mie e di Greta, abbiamo trovato e acquistato il regalo per Lorenzo.
In realtà non so se è il caso che gliene prenda uno per conto mio. Ma, al di là che le due ragazze mi chiederebbero la motivazione per la quale non metto la mia quota, io e lui non ne abbiamo ancora parlato. 
Si insomma, non è chiaro se stiamo assieme oppure no. Quindi perché dovrei fargli un regalo separato? 
Oddio, dobbiamo mettere in chiaro le cose al più presto! 
Questo limbo mi uccide.
   
 
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