Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: elfin emrys    17/01/2021    3 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gli Arthur – Capitolo 30


Merlin era tornato dal suo viaggio al casolare da due giorni ormai. Ed era silenzioso dallo stesso periodo. Parlava davvero poco, il minimo indispensabile, e anche nei loro momenti privati sembrava più freddo e scostante.  Aveva detto che non era accaduto nulla di strano, ma se credeva di poterla dare a bere ad Arthur, ebbene, si sbagliava.
Il biondo era sempre stato in grado di capire quando l’altro era turbato, anche quando non poteva sapere ciò che gli passava per la testa. Visto che ormai conosceva i poteri di Merlin, quello che era il suo “destino” e che Bwbach e Aithusa avevano il dono della profezia o qualcosa del genere, aveva formato quasi subito l’ipotesi che i due avessero detto qualcosa al moro, un’informazione che lo stava facendo preoccupare. Aveva provato, anche se piuttosto goffamente, a tirare fuori la questione, ma Merlin non gli aveva detto nulla e, in realtà, forse non aveva neanche davvero capito la domanda del biondo.
Perciò, Arthur si era deciso ad affrontare la questione quella stessa mattina; sarebbe stato probabilmente piuttosto rude, perché non sapeva bene come gestire quel genere di situazioni personali e finiva sempre per essere o troppo delicato o troppo aggressivo, ma il suo scopo era quello di non permettere a Merlin di costruire tra di loro un muro troppo grande e ce l’avrebbe fatta a qualunque costo.
Pensando questo, il re gli aveva chiesto di pranzare con lui nella loro tenda con la scusa di parlare della grande quantità di persone che si stava riversando nel territorio dagli anteposti.
Si sedette sul tappeto che usavano per mangiare, osservando teso il luccichio delle posate e dell’unico grande piatto posto al centro del basso tavolino. Ogni secondo di attesa gli sembrava durare un’eternità e quando, finalmente, Merlin entrò e salutò, non poté fare a meno di far notare la lentezza dell’altro.
-Sei in ritardo.
Il mago rispose distratto.
-Ero impegnato a fare una cosa per te.
Arthur si incupì.
-Per me?
Merlin annuì e si sedette vicino all’altro. Tirò fuori dalla tasca quella che, a prima vista, sembrava una piccolissima sfera di cristallo. Il mago la teneva tra il pollice e l’indice e la muoveva lentamente, come per accarezzarla.
-Voglio inserire questa sul retro del pendaglio che hai al collo, quello con il crine di unicorno.
Arthur non riuscì a non suonare sospettoso.
-E perché?
Il moro strinse le labbra e rispose solo dopo un attimo di silenzio.
-Questa non è una semplice decorazione. Ne ho fatta una anche per me, anche se non so dove la inserirò. Ho incantato questo piccolo cristallo in modo che mi possa rivelare il tuo stato.
-Stato?
-Il mio cristallo rimarrà limpido fin quando tu sarai sano e salvo, di rosso nel caso tu sia in pericolo e di nero se…
Merlin deglutì, prima di dire con fermezza.
-Non si tingerà di nero.
Arthur prese tra le mani la sfera che il mago gli stava tendendo.
-Questo fa la stessa cosa?
-Che intendi?
-Sarà rosso se sei in pericolo?
Il moro inclinò il capo.
-No, dovrebbe?
Lo sguardo del re divenne cupo e severo.
-Che senso ha se solo tu puoi sapere se sono a rischio? Immagino serva per quando siamo separati. Pensi che io non voglia sapere se stai bene o meno?
Merlin borbottò, interdetto.
-No, è che… Io non…
Il mago cercò di trovare una spiegazione per la quale non aveva davvero pensato a fare lo stesso incantesimo al contrario. Gli fece un po’ male capire che era ancora abituato al fatto che Arthur desse sempre per scontato dove stava o cosa stava facendo, che non sapesse la sua reale importanza.
La sua mano tremò.
Si chiese se dovesse riprendersi la sfera del suo re per poi restituirgliela dopo essersene occupato oppure se, in fondo, al biondo non importava più di tanto.
La risposta, tuttavia, arrivò da sola.
-Riconsegnamela quando avrai reso l’incantesimo reciproco, Merlin. E prima che tu dica qualcosa, non la accetterò altrimenti.
Il mago boccheggiò, riprendendosi la sfera. Non disse nulla e Arthur ne approfittò per incalzarlo.
-Questo ha a che fare con il motivo per il quale sei stato così freddo negli ultimi giorni, immagino. Pretendi di arrivare con la soluzione in mano a qualsiasi cosa ti sia stata detta senza consultarti con il tuo re e senza confidarti con la persona che dici di amare.
Merlin alzò di scatto il capo.
-Io non “dico” di amarti, io ti amo e basta.
-Ebbene, allora dovresti smetterla di tenermi all’oscuro delle cose. Tu sai tutto, mentre io continuo evidentemente a sembrarti indegno di fiducia.
-Io mi fido di te, del tuo giudizio, del tuo coraggio, della tua correttezza…
-Non abbastanza, a quanto pare. O forse menti?
-Io non…
Io non ti ho mai mentito.
Ma era falso e Merlin non riuscì a terminare la frase senza che essa si conficcasse nella sua gola, rifiutandosi di uscire. Gli occhi di Arthur si fecero più dolci, il suo volto meno duro.
-Io credo davvero che tu mi ami, Merlin, ne sono certo nella maniera più assoluta. Anche se tu non me lo avessi già detto, le tue azioni lo hanno dimostrato più e più volte. Ma devi smetterla di voler fare tutto da solo. Devi. E visto che a quanto pare non mi ascolti e persisti nel fare quello che ti pare, questa non è più la richiesta di un tuo amico o di un tuo amante, bensì l’ordine del tuo capo. Sono stato abbastanza chiaro?
Il mago si passò una mano sugli occhi e annuì, troppo imbarazzato, confuso e deluso da se stesso per replicare. Arthur annuì.
-Molto bene. Questa non è la prima volta che facciamo questo discorso. Spero di non doverlo mai più ripetere.
-…Sì.
Il biondo osservò il viso dell’altro, poi sospirò. Allungò la mano verso il piatto e prese un pezzo di pane con sopra pollo e verdure.
-Possiamo iniziare a mangiare adesso.
Subito addentò l’alimento.

Merlin trattenne un sonoro sbadiglio. Poco dopo pranzo Arthur aveva espresso l'intenzione di ricevere il popolo per udire i loro lamenti e i loro problemi: con tutte le persone che ogni giorno si riversavano in quella città dagli anteposti c’era molto disordine e, sebbene il biondo stesso lavorasse per lunghe ore con le guardie e queste ultime avessero accolto anche gli apprendisti e cadetti più giovani, c’era sempre molto da fare.
Arthur era ben consapevole che era necessario il popolo si sentisse ascoltato in quei tempi duri, perciò quegli incontri erano estremamente importanti.
Merlin, in normali condizioni, sarebbe stato all’infermeria o a svolgere qualche compito di governo affidatogli dal capo, ma dopo la discussione che avevano avuto a pranzo il mago non se l’era sentita di allontanarsi troppo dal compagno. Aveva dunque chiesto di essere presente e Arthur, sebbene fosse rimasto sorpreso, aveva accettato.
Merlin capiva molto bene perché, ogni volta che c’erano quei ricevimenti, il biondo la sera era stremato. Anche a Camelot Uther e in seguito suo figlio e Gwen avevano ascoltato a lungo le lamentele del popolo, ma queste erano profondamente diverse. Forse, supponeva il mago, il fatto che la città fosse tutto sommato piuttosto piccola e tutti si conoscessero, faceva sì che anche il capo sembrasse una figura meno lontana, cui ci si poteva rivolgere anche per delle sciocchezze senza troppi problemi.
Merlin stava provando una grande ammirazione per Arthur, che riusciva a trattenere bene la propria impazienza, visibile solo da alcune piccole mosse, come il modo in cui sbatteva l’indice sul bracciolo della sedia o da come muoveva il collo, a disagio, o dalla leggera ruga in mezzo alle sue sopracciglia. Nonostante il fastidio procurato da alcune futili lagnanze, la preoccupazione, la stanchezza, nessuno se ne andava senza aver ricevuto risposta e tutti coloro che uscivano dalla tenda centrale lo facevano con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Il moro era rimasto stupito anche dalla conoscenza che Arthur stava dimostrando riguardo la vita semplice, agricola o lavoratrice. La sua visione delle cose era davvero tanto diversa da un tempo e Merlin non poteva fare a meno di pensare quanto la sua gestione dei problemi dello strato più povero della popolazione fosse profondamente diversa persino rispetto all’inizio del suo governo sugli ex Grant. Aveva davvero imparato tanto.
Arthur aveva dunque appena arbitrato una contesa per quanto riguardava della lana, che era stata data a un acquirente anche se era stata promessa a un altro, quando Charles fece il suo ingresso con un paio di guardie. Dietro di lui vi era un piccolo gruppo di uomini dai curiosi abiti.
Merlin si mosse sulla propria sedia, sporgendosi per vedere chi fossero, e Arthur si alzò. Il mago rimase sorpreso a notare che dei Niall avevano appena fatto il loro ingresso e che l’uomo in mezzo a loro era…
Arthur fece un sorriso, dando il benvenuto al loro ospite.
-Ati! Da quanto tempo!
Il Niall ricambiò il saluto. Sembrava stesse molto meglio dall’ultima visita che il biondo e Merlin avevano fatto all’altra tribù. L’uomo sembrava meno smunto e pallido, le occhiaie erano sparite e le sue spalle erano più dritte; i due non erano in grado di dire se Ati avesse recuperato l’energia che aveva prima della morte del marito, visto che lo avevano conosciuto proprio in seguito a quella spiacevole circostanza, ma il cambiamento era evidente, sebbene l’altro avesse sempre mantenuto una grande dignità.
-Sono ben contento di incontrarla, Arthur, sebbene le notizie di cui sono messaggero non siano delle migliori.
Il capo si incupì.
-Cosa intendete?
Ati si avvicinò e abbassò la voce per non farsi udire dal resto dei presenti.
-Abbiamo novità riguardo ai movimenti della Città Vecchia.
Arthur serrò la mascella e annuì. Fece un cenno e la stanza venne sgombrata da tutte le guardie, i domestici e i membri del popolo. Rimasero solo il Niall, il capo e Merlin.
-Cosa si dice dal vostro territorio?
Ati scosse la testa, rispondendo con severità.
-I nostri esploratori hanno visto diversi uomini della Città Vecchia spostarsi, probabilmente verso i Macbeth. Non sappiamo se trasportassero con loro, in segreto, armi. È chiaro, però, che un accordo è effettivamente avvenuto. Diane si sta dirigendo dai Donald per avere informazioni e il nostro re Nicholas sta per fare visita agli Jura.
-Gli Jura?
Ati fece un sorriso amaro.
-È vero che i nostri due popoli non hanno mai avuto un buon rapporto, qualora effettivamente un rapporto ci sia stato. Tuttavia stiamo scoprendo anche negli Jura degli amici, il che è…
Il Niall fece una sorta di risata.
-Il che è, ammetto, piuttosto sorprendente. Stiamo cercando di capire se dei soldati della Città Vecchia si stiano muovendo anche verso i territori degli O’Neill: per farlo, il modo più veloce sarebbe proprio quello di tagliare nella porzione della foresta degli Jura, ma non ci sarebbe alcun accordo al riguardo. Se effettivamente gli Jura trovassero degli uomini non della foresta spostarsi verso gli O’Neill, potrebbe essere abbastanza per scatenare uno scontro armato.
Arthur si sedette sul suo trono e fece cenno a Merlin di prendere una sedia per il loro ospite, cosa che fece. Il capo si passò una mano sul mento, parlando con voce chiara e cercando di celare la preoccupazione.
-Ho ricevuto un paio di giorni fa un messaggio dalla regina Delilah che mi avvisava della situazione dei Macbeth. Poteva dire davvero poco su ipotetici accordi con la Città Vecchia, ma aveva notizie sul Circolo dei Re, visto che aveva usato come scusa per la visita proprio l’aver saltato quella riunione per venire qui. Di sicuro Hanbury e Macbeth si stanno scambiando una grande quantità di lavoratori e materie prime e non solo, pare che stiano anche immagazzinando una grande quantità di cibo.
Ati alzò un sopracciglio, non capendo il perché di quell’ultimo dettaglio, ma Merlin gliene fornì la ragione.
-Non ci si aspetta un inverno particolarmente duro quest’anno e, in ogni caso, non è neanche già estate. Crediamo che quegli alimenti siano per un esercito, in programmazione di una guerra che potrebbe protrarsi a lungo.
Lo sciamano rimase un attimo in silenzio, impensierito, prima di continuare.
-Delilah ci ha fornito anche delle descrizioni di alcuni strani movimenti nel palazzo. Aveva visto alcuni capi delle guardie del luogo spostarsi nella notte, le riparazioni di una parte del castello sono rallentate improvvisamente e Macbeth sembrava particolarmente compiaciuto di se stesso. Personalmente, reputo quest’ultimo parere la prova più convincente che quell’uomo abbia qualcosa in mente. Forse persino la sua regina deve sapere qualcosa, poiché Delilah ci ha detto che sembrava di buon umore, cosa che pare essere assai rara.
Ati annuì.
-Anche Diane è rimasta turbata da quest’ultimo dettaglio, ma l’ha dimenticato quasi subito. Del resto, nessuno di noi conosce abbastanza bene la moglie di Macbeth. A Theodora non è mai piaciuta e…
Inspirò.
-E Titus e io non ce ne siamo mai occupati. Onestamente, io non ricordo neanche come si chiami.
Arthur alzò le mani.
-Sono contento di non essere l’unico a non avere questa informazione. In ogni caso, la situazione è ormai chiara: con l’appoggio della Città Vecchia, la pericolosità di Macbeth, Hanbury e O’Neill è salita, non possiamo più prendere la situazione sotto gamba. Bisogna agire, e alla svelta.
Le parole di Ati suonarono determinate.
-I Niall sono di sicuro con voi. Vorrei, se mi permettete, darvi un consiglio…
Merlin e Arthur si guardarono per un attimo, prima di annuire. Il Niall continuò, con voce più bassa.
-Gli Hanbury sono troppo vicini ai Macbeth. La loro regina è una donna molto testarda e molto amara. Visti i crolli che ci sono stati nel loro territorio in seguito ai terremoti precedenti alla Lunga Notte, inoltre, non si azzarderà a mettersi contro la Città Vecchia e i Macbeth, loro unici alleati. Peraltro la corte è quasi una fortezza: si può comunicare solo con Hanbury e con nessun altro. Persino il povero Galahad…
Arthur chiese, perplesso.
-Galahad?
-Il principe, il figlio di Hanbury. Non ne sentiamo parlare da anni, anche se siamo sicuri non sia morto. Era un ragazzino piuttosto vivace e davvero con un buon carattere, nonostante la madre. Ma, come ho detto, è come se fosse sparito. Non è possibile arrivare alla regina neanche tramite lui.
Merlin si incupì e Arthur gli fece cenno. Il mago gli mormorò.
-Mi pare di ricordare la nascita di questo principe. Non l’ho mai visto. Mi pare che abbia avuto un incidente qualche anno fa, ma onestamente non sono sicuro. In realtà… Beh, in realtà credevo fosse morto, ma non lo so con certezza.
Il biondo rimase a pensare, poi chiese al loro ospite.
-E gli O’Neill?
Ati si illuminò.
-È proprio di loro che, in realtà, vi volevo parlare. Gli O’Neill sono circondati: a Nord hanno gli Jura, a Ovest voi e a Sud e a Est hanno le Pianure, ormai nostre alleate, e le terre dell’anarchia. Inoltre, O’Neill ha un figlio molto piccolo: questo erede ha compiuto da pochissimo un anno, credo. La sua posizione è molto pericolosa ed è la tribù più fragile delle tre. Già un tempo si ribellarono contro la Città Vecchia, quando il nostro antico re cercò di riunire la foresta… Credo sia possibile convincerli a cambiare fazione. Qualche anno non può sopprimere lo spirito rivoluzionario che è nelle viscere di un popolo.
Arthur alzò la testa, interessato. Sembrava una buona soluzione per togliersi il problema di un fronte. Inoltre, fare una resistenza compatta a blocco poteva essere davvero importante per la vittoria. Se c’era una cosa che il biondo aveva capito nei suoi anni da principe e da re a Camelot era che non bisognava sottovalutare alcun possibile nemico; lui, in quel momento, era abbastanza fortunato da essere in una posizione di solida alleanza con la maggior parte delle tribù confinanti. Con i Donald aveva addirittura un accordo di difesa, per il quale se gli Arthur fossero stati attaccati, Donald e Delilah avrebbero avuto l’obbligo di intervenire a loro favore, ed era riuscito a stipularlo diversi mesi prima, quando avevano sconfitto il dracontopode.
Gli O’Neill erano forse delle palle al piede, da come venivano descritti, ma sarebbero stati anche una preoccupazione in meno; inoltre, combattere in una guerra contro di loro avrebbe preteso, come per tutti, un prezzo di sangue, prima quando si sarebbero trovati costretti a conquistarli e poi quando si sarebbero trovati a usare anche le forze della tribù perdente in battaglia. Se fossero stati alleati ci sarebbe stata una possibilità in più di non perdere anime innocenti. In fondo, era questo che più importava ad Arthur: aveva già partecipato a troppe battaglie nella vita precedente alla sua prima morte per non desiderare la pace con tutto se stesso.
Arthur si sporse sul suo scranno, chiedendo.
-Cosa potrebbero portare gli O’Neill alla causa?
Ati si mosse a disagio.
-Il loro territorio non è particolarmente ricco e non hanno prodotti particolari per i quali sono famosi. Non vivono di caccia e non sono avvezzi all'uso delle armi. Bacche, radici, cortecce, quello che la loro porzione di bosco ha da offrire, loro lo prendono. Non producono metallo né lavorano bene il cuoio e, visto il loro piccolo territorio, cercano di risparmiare persino sul legno. Tuttavia, sono i più difficili da controllare, visto che sono i nostri unici avversari che non si affacciano sulla strada per la Città Vecchia. Credo anche che Macbeth e Hanbury, nella loro arroganza, lascino O'Neill un po' fuori le questioni principali, affidandogli compiti miserabili. Invece, in uno stato avanzato di questa possibile guerra, la sua posizione potrebbe essere favorevole per colpirci alle spalle o per produrre armi e beni senza che noi ce ne accorgiamo.
Arthur strinse le labbra.
-Quindi mi stai dicendo che non conviene averli come amici, ma sarebbe peggio averli come nemici.
Ati alzò le spalle e il biondo si mise contro lo schienale del trono a pensare. Merlin gli mormorò.
-O'Neill potrebbe anche essere offeso dalla sottovalutazione degli altri due; potrebbe essere davvero facile farlo venire dalla nostra parte anche per questo. Non ha motivo di rimanere con Macbeth e Hanbury e, inoltre, potrebbe dirci di più sui loro piani. Però devo avvisarti: non hanno dei buoni sentimenti nei miei confronti.
Arthur rimase immobile e, alla fine, rispose a bassa voce.
-Allora tu non dovrai essere con me quando stringerò il nostro nuovo accordo.
Merlin scosse piano la testa, sorridendo: sapeva che il biondo aveva deciso.

Quella notte, Merlin si sentiva senza pace. La discussione che aveva avuto con Arthur a pranzo occupava la sua mente senza che riuscisse a controllare la situazione. Il moro si chiedeva quando avrebbe smesso di dare per scontato che all’altro non interessasse niente di lui. Quando avrebbe accettato fino in fondo che la situazione era molto diversa da quella di tanti secoli prima. Quando sarebbe riuscito davvero a essere onesto con Arthur come quest’ultimo si meritava.
Una piccola parte di lui si era persino chiesta perché Merlin non si sentiva arrabbiato dal fatto che il biondo doveva sapere quanto fosse difficile per lui e, invece, gli metteva fretta ordinandogli un genere di comportamento che evidentemente non gli veniva spontaneo. La verità, però, era che non riusciva a fargliene una colpa. Del resto, anche lui aveva fatto lo stesso quando la loro relazione era iniziata, anche lui aveva accusato l’altro di cose che erano normali avvenissero in seguito al lutto di Gwen.
Ma Merlin si era sentito in colpa, aveva imparato da quel suo errore. Tuttavia, non sapeva se anche Arthur stava facendo lo stesso oppure se fosse davvero irato con lui come sembrava.
Il mago si rivolse al biondo. Non lo vedeva bene a causa del buio della stanza. Inspirò a fondo e, con timore, gli si avvicinò. Rimase in silenzio.
Sussultò, quando il braccio di Arthur lo cinse. Non era una reazione spontanea fatta durante il sonno, poiché Merlin sentì l'altro sistemargli le ciocche di capelli che, nel movimento, gli erano finite sugli occhi e non avrebbe potuto farlo se non fosse stato sveglio.
Il mago sorrise un po’, stringendosi più forte al suo compagno.
Nessuno dei due disse nulla e, finalmente, entrambi riuscirono ad addormentarsi, consapevoli del perdono l’uno dell’altro.

Note di Elfin
Ebbene, siamo pronti a quella che sarà la tribù più veloce del West? XD Non so quanto durerà, ma davvero gli O'Neill hanno poca storia dietro, vi avviso di questo. Punto molto su di loro per non far durare questa storia in eterno, ahahahahah. Inoltre, a parte il suo grande ritorno, Ati ci dice anche un po' di retroscena degli Hanbury e ci ricorda di un'informazione che ci è stata data già tempo fa, ossia dele grandi buche nel loro territorio. Tutto questo sarà importante o no? Lo scopriremo solo vivendo :3
Ciò detto, continuo a scrivervi le stesse cose perché mi sento un po' come Achille e la tartaruga secondo Zenone. La distanza tra me e la cosa grossa che deve avvenire prossimamente diminuisce sempre di più ma non la raggiungo mai. Mi sembra di starci a pochi capitoli da mesi >.<
Ringrazio tantissimo dreamlikeview che ha recensito lo scorso capitolo e lilyy che si è data da fare per commentare gli scorsi ;)
Inoltre, voglio ringraziare tutti voi per il vostro sostegno: forse non ve ne siete accorti, ma ieri era il secondo anniversario di questa storia! Visto che siamo ormai vicini alla conclusione non rifaccio la lista di tutti voi, cosa che farò all'ultimo capitolo, ma sappiate che apprezzo davvero tanto il fatto che stiate seguendo questa ff con una tale passione anche dopo tutte questi capitoli. É davvero importante che diate il vostro sostegno anche silenziosamente, facendo solo "numero di lettori". Spero davvero che la conclusione di questa storia non vi deluda ;)
Grazie ancora a tutti, ci vediamo domenica prossima ;)
Kiss

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: elfin emrys