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Autore: Bluemoon Desire    17/01/2021    1 recensioni
[L\\\'Allieva]
[L\'Allieva]SEQUEL DI "PAURA D'AMARE"
La storia si colloca idealmente durante gli eventi dell'attuale terza stagione della fiction RAI.
E' trascorso un anno.
Molte cose sono cambiate dentro e fuori dall'Istituto di Medicina Legale di Roma.
Malcomess è andato in pensione e al suo posto è arrivata una "Suprema" di tutto rispetto, gli ex specializzandi sono ormai medici legali a tutti gli effetti, Alice e Claudio fanno ufficialmente coppia fissa e una bimba meravigliosa è arrivata a rallegrare (e tormentare) le giornate di Alice e della sua famiglia allargata.
Insomma, tutto sembra filare per il verso giusto. Ma il passato non sembra voler mollare la presa. Il ricordo del rapimento continua a tormentare Alice, e una nuova indagine finirà per riaprire quella ferita mai risanata, spingendola ad affrontare i suoi demoni interiori...
ATTENZIONE: La storyline e la caratterizzazione dei personaggi prendono spunto sia dalla fiction che dai romanzi di Alessia Gazzola.
Genere: Commedia, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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                                                             CAPITOLO QUINTO
                                                           
                                                         "DOMANDE E RISPOSTE"


"
Vivi le domande ora. 
Forse poi, in qualche giorno lontano nel futuro, 
inizierai gradualmente, senza neppure accorgertene, 
a vivere a tuo modo nella risposta.
"

— Rainer Maria Rilke

 

La morte rappresentava da sempre un insondabile mistero per lei, forse il più arcano tra gli enigmi esistenziali dell'uomo.
Difficile da comprendere, impossibile da accettare. 
Aveva trascorso anni a stretto contatto con le tristi realtà di quell'Istituto, eppure ancora non riusciva a farsene una ragione.
La sorprendeva sempre il lucido distacco con cui i suoi colleghi riuscivano a gestire il loro lavoro, senza mai perdere il controllo e senza mai permettere alle loro emozioni d'interferire o distrarli. A volte li invidiava per questo, ma altre volte riteneva che fosse un modo fin troppo superficiale di approcciarsi alla morte. Non era mai riuscita a controllare in quel modo le sue emozioni, e forse – in fondo - le andava anche bene così. Se era vero che le emozioni potevano rivelarsi pericolosamente fuorvianti nel loro lavoro, così come Claudio le ripeteva da anni, ciò non significava che non conservassero un ruolo intrinsecamente positivo.
Anzi, le ne era convinta.

Negli ultimi tempi, poi, aveva sviluppato davvero uno strano legame con la morte. 
Le capitava spesso di ritrovarsi assorta ad osservare le reazioni dei parenti delle povere vittime che passavano per l'Istituto, nel tentativo di riuscire a comprendere meglio gli oscuri meccanismi del lutto. Com'era possibile superare un dolore così grande come la perdita di una persona amata? Se lo chiedeva spesso, anche se fino a quel momento non era mai riuscita a trovare una risposta accettabile. 
Non aveva mai perso nessuno, la vita le aveva risparmiato quel dolore ancora per un po', e forse proprio per questo motivo riusciva a malapena ad immaginare cosa si potesse provare a vedersi strappar via una persona amata. 
Una cosa però l'aveva imparata facendo quel lavoro: il tempo è un alleato prezioso, ma non cancella il dolore della perdita.
Mai. 

Erano quasi le cinque del pomeriggio, quando Claudio irruppe nella semi deserta saletta degli specializzandi, dirigendosi spedito verso la sua postazione, con l'espressione risoluta di chi sta per annunciare qualcosa di importante.

« Sacrofano, ho tre notizie per te » esordì con tono squillante, afferrando al volo la sedia vuota di Paolone per poi trascinarla verso di lei e prendervi posto « Comincio con la buona, la cattiva o la pessima? »

Alice sprofondò sconsolata nella sua poltrona.
Quella premessa non prometteva nulla di buono.

« Così mi metti ansia, Claudio... »

Lui le restituì un'occhiata vagamente divertita.

« D'accordo, strappiamo subito questo cerotto » soggiunse poi, sporgendosi leggermente verso di lei « Sono arrivati i risultati dei primi esami di laboratorio eseguiti sulla nostra piccola vittima e possiamo escludere categoricamente la violenza sessuale... »

« Signore ti ringrazio...almeno questo...»  commentò Alice con un sincero sospiro di sollievo.

« Aspetta a cantare vittoria, Sacrofano...» la mise subito in guardia Claudio con un'espressione che non le piacque affatto «...la cattiva notizia è che lo screening tossicologico ha rivelato quantità allarmanti di ansiolitici e sedativi nel corpo, soprattutto Pentobarbital. Immagina l'effetto devastante di un'overdose di cocaina su un corpo imbottito con simili dosi di sedativi...praticamente l'Hiroshima delle overdose! »

« Dio mio... » riuscì a malapena a mormorare Alice, mentre nella sua mente si rincorrevano i peggior scenari possibili.

« Probabilmente volevano assicurarsi che il piccolo rimanesse tranquillo e non creasse problemi » aggiunse Claudio, scrollando la testa con insolito disagio. Raramente Alice lo aveva visto così coinvolto in un caso che non lo riguardasse da vicino. « Era un corriere per la droga e l'anonimato è fondamentale per i bastardi che gestiscono certi giri. Nessuno doveva sapere della sua esistenza. Lo avranno tenuto nascosto da qualche parte, lontano da occhi e orecchie indiscreti. Un luogo isolato, forse...o opportunamente insonorizzato. »

Alice sentì il cuore sprofondarle in fondo allo stomaco. 
Quel quadro desolante le ricordava qualcosa...qualcosa che avrebbe tanto voluto poter cancellare per sempre dalla sua memoria, e che invece continuava puntualmente a riemergere. Il solo pensiero che un bambino così piccolo e indifeso avesse dovuto sopportare quella stessa sofferenza che era toccata a lei, la distruggeva. Come si poteva essere così crudeli? 

« Alice, mi stai ascoltando? »

La voce irritata di Claudio la riportò di colpo alla realtà.

« Scusami, ero...ero sovrappensiero... »

Sentì lo sguardo di Claudio scrutarla con insolita intensità, quasi stesse cercando di leggerle dentro. Una cosa che gli riusciva sempre dannatamente bene, come tutto il resto d'altronde.

« E' per Marchesi, vero? » le domandò, adombrandosi « Questa storia ti fa ripensare a lui... »

Le parole di Claudio risuonarono nella testa di Alice come uno scampanio impazzito e frastornante, facendole salire immediatamente in gola uno spiacevole senso di nausea. Era assurdo quanta angoscia e terrore potesse trascinarsi dietro un semplice nome. 
Per qualche tempo, aveva perfino considerato l'idea di andare a trovare quel verme in carcere, in un disperato tentativo di esorcizzare una volta per tutte i suoi demoni interiori, ma la verità era che il solo pensiero di rivederlo la annientava.

« ...è soltanto un po' di stanchezza, non preoccuparti » buttò lì vagamente, ma l'espressione sul suo volto suggeriva una verità ben diversa.

« Alice... » provò ad obiettare Claudio, che chiaramente non se l'era bevuta neanche lontanamente.

« Avevi detto che c'era anche una terza notizia...di che si tratta? » lo interruppe prontamente Alice, sviando altrove la discussione.

« Ciò che temevamo di più sembra ormai confermato » spiegò Claudio, senza però allontanare lo sguardo da lei « Quasi certamente la nostra piccola vittima era un clandestino... »

« ...il che significa che, con molta probabilità, rimarrà abbandonato tra gli altri cadaveri Senza Nome in obitorio...per sempre. » completò mestamente Alice, appoggiando il mento sul palmo della mano.

L'esercito dei morti dimenticati rappresentava per lei il capitolo più oscuro della loro professione.
Centinaia e centinaia di volti senza un nome e senza un'identità, il cui ultimo legame con la vita si riduceva drasticamente ad una fredda scatola di metallo con qualche oggetto personale. Un orologio da polso, un paio di orecchini d'oro, un vecchio accendino d'epoca...custodi inconsapevoli di piccoli frammenti di memorie senza più padroni. 

« Non è detto che finisca così, sai? » osservò Claudio ad alta voce, attirando subito la sua attenzione « C'è sempre quel riscontro che la tua amica poliziotta ha richiesto alla Procura...il codice identificativo delle protesi aiuta spesso a risalire ad informazioni importanti sul conto delle vittime... »

« Sì, ma di solito si tratta di persone regolarmente registrate... »

« Vero » confermò Claudio, regalandole un tenero (quanto inaspettato) buffetto sul naso « Non dimenticare però che i dati anagrafici non sono la sola indicazione utile alla risoluzione di un caso di omicidio, e spesso non è così facile risalirvi. Le lezioni del primo anno non sono un optional, Sacrofano, devi sempre tenerle bene a mente! »

Alice lo fissò incerta.
Decisamente non ricordava a cosa si stesse riferendo.

« Capita che, a volte, si arrivi a scoprire l'identità della vittima addirittura dopo anni dall'arresto del suo assassino » spiegò Claudio con una leggera nota di fastidio nella voce che non passò di certo inosservata, dopodiché lo vide alzarsi e sistemarsi dietro la sua poltroncina, i palmi delle mani adagiati morbidamente sulle sue spalle, in procinto di massaggiarle « Non esiste mai una sola strada per raggiungere la verità scientifica, Alice, e un bravo medico legale deve imparare a districarsi in questo groviglio di informazioni frammentarie...a sbrogliare la matassa... »

Il respiro caldo di Claudio le sfiorò la nuca come una carezza, seguito subito dopo dalle sue labbra, che lambirono con dolcezza la sua pelle facendola fremere. Alice avvertì una morsa stringerle lo stomaco e chiuse istintivamente gli occhi, godendosi il piacevole tepore di quella vicinanza, le labbra leggermente schiuse in un'espressione di pura estasi. 
Amava sentirlo vicino, le trasmetteva un rilassante senso di protezione.
Peccato che ormai capitasse sempre più di rado. 
Claudio le appariva così distante negli ultimi tempi, molto più di quanto non fosse mai stato, e ogni giorno che passava, il timore di vederlo allontanarsi sempre più da lei fino a perderlo per sempre, acquistava nuovo vigore. 
Era un copione che conosceva fin troppo bene. 
La storia disastrosa con Arthur le aveva insegnato molto, soprattutto che certe sensazioni non potevano – e non DOVEVANO - essere ignorate. Non voleva svegliarsi una mattina, tra cinque o dieci anni, e scoprire con orrore di non avere la minima idea di chi le stesse accanto. Aveva già commesso una volta quell'errore, e non aveva alcuna intenzione di ricascarci.

« Claudio... » mormorò esitante, sfiorandogli il dorso della mano con la punta delle dita in una carezza appena accennata « ...ci pensi mai al nostro futuro? »

Seguì un lungo silenzio teso. 
Le sembrò quasi di sentire il cigolio impazzito degli ingranaggi del cervello di Claudio, intenti a lavorare freneticamente alla ricerca di una scappatoia accettabile che gli permettesse di uscirne illeso. 

 Alice si meravigliò di se stessa. Questa volta non se l'era semplicemente immaginato, lo aveva proprio detto!
Dove avesse trovato il coraggio per afferrare in quel modo il toro per le corna non lo sapeva neppure lei, ma ormai il danno era fatto...tanto valeva arrivare fino in fondo. La curiosità la stava uccidendo.

« Intendi...il matrimonio? »

Sentirlo pronunciare la parola "matrimonio" le fece tremare il cuore. 
Accidenti a lei, era proprio una sciocca ragazzina innamorata!

« No...non necessariamente... » buttò lì con falsa disinvoltura, rigirandosi nervosamente una penna tra le dita.

« Allora stiamo parlando di convivenza? » incalzò Claudio, con un tono vagamente inquisitorio che sembrò punzecchiare pericolosamente l'autocontrollo di Alice.

« Parlo in generale, Claudio...IN GENERALE! » si ritrovò a controbattere, con fare stizzito.

« Sacrofano, se vuoi chiedermi qualcosa vai dritta al punto...non mi piace girare intorno alle cose, lo sai! » ribatté lui, seccato.

« Bene, allora non giriamoci attorno! » sbottò Alice a quel punto, abbandonando con uno slancio indispettito la sua postazione per poi voltarsi a guardarlo, un insolito lampo di risolutezza nello sguardo « E' passato quasi un anno da quando mi hai dato questo...te lo ricordi? » proseguì, sollevando la mano su cui spiccava l'anello di fidanzamento « Mi dicesti che era una promessa, e all'epoca ero così felice che non mi feci troppe domande...soltanto adesso mi rendo conto di aver sbagliato. »

« Non capisco dove sia il problema »

Alice aprì e richiuse la bocca, indecisa se schiaffeggiarlo o prendere semplicemente atto della sua costitutiva incapacità di cogliere il sotto testo del suo discorso. Era proprio vero quel che si diceva...perfino l'essere più brillante e intelligente del mondo diventava ottuso davanti ai patemi del cuore!

« Lasciamo stare, guarda! » tagliò corto infine, indispettita, voltandogli le spalle per poi dirigersi con passo nervoso verso gli armadietti per riporre il camice e recuperare il cappotto e la borsa.

« La smetti di comportarti come una bambina capricciosa e ne parliamo, per favore? » sbottò Claudio alle sue spalle, il tono di voce improvvisamente più irritato.

Alice si voltò, un sorriso amaro stiracchiato sulle labbra.

« Certo, perché adesso sono io quella capricciosa... »

Claudio la scrutò dall'altro capo della stanza, battagliero come non mai.

« Vorresti negarlo, forse?! Basta guardarti! »

« Sei davvero incredibile. »

« Certo che lo sono, ma non è questo il punto »

« CLAUDIO, NON STO SCHERZANDO! » ululò Alice, appallottolando rabbiosamente il suo camice per poi scagliarglielo addosso con forza. Questa volta era a corto di palline da tennis.

Senza minimamente scomporsi, lui lo afferrò al volo per poi riporlo sulla poltrona vuota più vicina.
Non v'era più alcuna traccia d'irritazione sul suo volto, piuttosto una vaga – ed inspiegabile - aria divertita che mandò Alice su tutte le furie. A volte sembrava proprio che nutrisse un gusto sadico nel tirare fuori la parte peggiore di lei, era una cosa che la faceva letteralmente impazzire!

« Hai finito di blaterare, Sacrofano? » soggiunse lui poco dopo, il tono sarcastico di chi ha appena subito un torto ed è pronto ad accogliere le scuse della controparte.

« No che non ho finito...e io NON BLATERO! » insistette testardamente Alice, più che mai disposta a non dargliela vinta. Non stavolta, non quando continuava a trattarla come una bambina in preda ad un capriccio, piuttosto che come una fidanzata in crisi.

Prima che potesse rendersene conto, Claudio l'aveva già raggiunta accanto all'armadietto. Sentiva il suo sguardo insistente fisso su di lei, come accadeva sempre quando si trovavano l'uno di fronte all'altra, ad una distanza pericolosamente irrisoria.

« Smettila... » lo ammonì in un flebile sussurro, sentendo le sue braccia forti andare a cingerle possessivamente i fianchi, attirandola contro il proprio corpo.

« Di fare cosa? » ribatté lui assumendo la più falsa espressione d'innocenza che Alice avesse mai visto in vita sua. Una scena talmente assurda da strapparle una risata.

« Sai benissimo di cosa parlo... » lo redarguì Alice, sforzandosi di mantenere un'espressione impassibile e severa. La cosa più difficile del mondo, visto il modo in cui la stava fissando. Uno sguardo talmente languido da farle girare la testa.

« Adesso che ti sei calmata, posso rispondere alla tua domanda senza rischiare un'evirazione punitiva? » sussurrò Claudio, le labbra premute morbidamente contro il suo orecchio « La risposta è sì, Alice...certo che penso al nostro futuro. Ma io e te abbiamo un concetto diverso di "futuro". »

Erano così vicini che Alice ebbe il folle timore che lui potesse sentire i battiti del suo cuore accelerare in modo incontrollato.
Le tremavano le gambe per l'emozione, tanto che dovette appoggiarsi a lui per non cadere. 
Il modo in cui la guardava, quella tenerezza mista a sfrontata malizia, la faceva sentire al contempo imbarazzata ma anche lusingata. 
Dannato CC! Sapeva bene come farla sentire speciale quando voleva, ed era proprio questo a spingerla a continuare a sperare.

« Io non voglio incastrarti, Claudio... » ci tenne a precisare Alice, sfiorandogli dolcemente la fronte con la punta delle dita, l'altra mano adagiata sul suo petto, all'altezza del cuore.

« Questo non l'ho mai pensato » fece lui in un sospiro, appoggiando la fronte a quella di lei.

« ...neanche quando mi parlavi di guinzagli? » insinuò Alice in un sussurro divertito.

Claudio incassò il colpo con un sorriso.

« Colpo basso, Allevi! »

« Un po' te lo meriti » ribatté lei, vagamente compiaciuta.

Le labbra di Claudio presero a tracciare una lunga scia di languidi baci sulla sua pelle fino a lambirle il collo, scivolando come una lenta carezza lungo le clavicole per poi risalire di nuovo. Il suo corpo era scosso da un continuo, intenso brivido. 
Qualcosa che soltanto lui era in grado di risvegliarle.

« Ti amo, e questo non cambierà mai » le sussurrò con voce carezzevole contro l'orecchio, appropriandosi indebitamente dell'ennesimo battito del suo cuore « So che quello che ti offro potrebbe non bastarti, ma è tutto ciò che posso darti...forse il matrimonio non è nel nostro futuro, ma questo non significa che non potremo essere ugualmente felici insieme, no? »

Alice non rispose.
Anche volendo, non avrebbe saputo che cosa dire.
Lo amava? Tantissimo.
Credeva nelle sue parole? Con tutta se stessa.
Avrebbe voluto sposarlo? DISPERATAMENTE.
Si sentiva bloccata ad un bivio decisivo della sua vita e, per quanto si sforzasse, non riusciva ancora ad intravedere una via d'uscita.

                                                                    ・・・

Due giorni più tardi, le indagini sulla morte del piccolo Senza Nome subirono l'ennesima battuta d'arresto, tanto che Alice iniziò seriamente a convincersi del fatto che il suo primo caso in qualità di medico legale fosse destinato a rimanere insoluto. 
Non aveva mai visto Silvia tanto demotivata.

"Siamo riusciti a risalire all'indirizzo della Clinica a cui quelle protesi erano destinate, ma la Direzione ci ha assicurato che nei loro registri ufficiali non risulta alcuna operazione chirurgica eseguita su un bambino di quell'età nel periodo di tempo che abbiamo segnalato..."

"E tu ci credi?"

Con un sospiro, Silvia si allontanò dalla sua scrivania, avvicinandosi alla finestra. 
Un angoscioso cielo plumbeo incombeva sulla città, preannunciando fulmini e tempeste per la serata.

"Grazie al mandato di perquisizione di Einardi ho già disposto un'analisi approfondita di tutti gli archivi risalenti a quel periodo...ho già messo al lavoro Visone con un paio di uomini. Ma in tutta onestà, non credo che troveranno qualcosa di sospetto..."

"Pensi ad un errore?" domandò Alice, visibilmente confusa "Ma il codice indicativo della protesi ci ha condotti fin lì..."

"Non credo alle coincidenze, lo sai" puntualizzò Silvia, voltandosi a guardarla "Qualcuno in quel posto sta nascondendo qualcosa, me lo sento. Purtroppo però senza prove non posso accusare nessuno...per questo ti ho chiamata. Ho bisogno che tu e il tuo fidanzato facciate una delle vostre magie da cervelloni...datemi qualcosa per poter incastrare il bastardo che ha ridotto così quel bambino, Alice! Deve esserci qualcosa...qualcosa a cui non abbiamo ancora pensato..."

Alice sorrise.
Ora sì che riconosceva la sua migliore amica!
Combattiva e insofferente a qualsiasi forma di rassegnazione.
Il problema era che non riusciva davvero ad immaginare quale altra strada imbattuta potessero imboccare lei e Claudio per venire a capo di quel mistero assurdo. 
Avevano tentato ogni possibile via, e i risultati erano stati...beh...piuttosto deludenti. 
Ma mollare la presa? Giammai!

"Cercheremo di fare del nostro meglio"
 

                                                               ・・・


"...e di grazia, mi spieghi cosa avresti in mente di fare per aiutare le indagini della tua amica superpoliziotta? Ti avviso che resuscitare i morti per interrogarli non rientra ancora nelle mie capacità..."

La voce sarcastica di Claudio la raggiunse dalla camera da letto, mentre era intenta a sistemare i piatti e i bicchieri sporchi nella lavastoviglie della cucina. 
Le piaceva trascorrere del tempo nell'appartamento di Claudio. 
Era tutto sempre così ordinato e pulito lì dentro da trasmetterle un profondo senso di pace interiore.
L'esatto opposto di quel covo di pazzi isterici che era casa sua.
Lara e Marco non facevano altro che litigare da quando lui le aveva confidato di star considerando seriamente l'idea del lavoro in Brasile, Cordelia stava attraversando l'ennesima crisi nera a causa della sua rottura definitiva con Nina – o come la piccola Malcomess amava definirla con tono drammatico "la sua dichiarazione di indipendenza sentimentale".
Camillina, inutile dirlo, era in piena fase di dentizione e le sue urla, se possibile, sembravano ancora più acute del solito. 
L'ultima volta li aveva svegliati alle quattro del mattino. 
Motivo per cui ormai Claudio la obbligava a fermarsi a casa sua quasi ogni notte. 
Si rifiutava categoricamente di rimettere piede in quella casa, e onestamente non riusciva proprio a dargli torto.

"Non ci ha chiesto di fare miracoli, Claudio" affermò Alice con un tono di voce abbastanza alto da permettere alle sue parole di raggiungerlo all'altro capo dell'appartamento "In quanto medici, ragioniamo in modo diverso dalla polizia...cerchiamo indizi lì dove loro non guarderebbero mai...è questo che vuole che facciamo!"

Claudio si materializzò sulla soglia del soggiorno, avvolto nel suo accappatoio blu. 
Fresco di doccia sembrava perfino più giovane, quasi un ragazzino...con quei capelli mossi e umidi che gli ricadevano ribelli sulla fronte e il viso accaldato.

"Ti ricordo, Sacrofano, che NOI abbiamo già fatto quel che dovevamo fare..." osservò con tono polemico, avanzando verso di lei per gettare un'occhiata alla lavastoviglie e assicurarsi che non avesse combinato qualche pasticcio. Malfidato. "...risalire ai codici delle protesi era la sola cosa utile che potevamo fare viste le circostanze, Alice. Esistono casi in cui purtroppo le risposte che cerchiamo non arrivano nei tempi stabiliti...o peggio ancora, non arrivano affatto."

"Non accetto che l'assassino di quel bambino rimanga impunito, Claudio" ammise Alice, il tono di voce lievemente incrinato dall'emozione "Voglio tentare l'impossibile per scovarlo..."

E così dicendo, fissò i suoi grandi occhi castani su di lui, allungando una mano a sfiorargli la guancia.

"...lo avresti fatto anche tu se l'anno scorso le cose con Marchesi fossero finite diversamente, no?"

Sentì la linea della mascella di Claudio indurirsi sotto il delicato tocco dei suoi polpastrelli.
Sapeva bene quanto avesse sofferto durante il suo rapimento, anche se non aveva mai tirato fuori l'argomento con lui prima d'allora. 
Non in modo così diretto, almeno.

"Sei dannatamente scorretta, Sacrofano" protestò infine Claudio con un tiepido accenno di sorriso sulle labbra, baciandole con dolcezza il palmo della mano "Domani mattina cercheremo di inventarci qualcosa...non contarci troppo, però! So che vorresti rendere giustizia a quel bambino, ma non sempre le cose vanno come vorremmo in questo lavoro. E non sempre i responsabili finiscono dietro le sbarre. Devi abituarti all'idea."

Alice annuì.

"Grazie" mormorò poi, sollevandosi sulla punta dei piedi per rubargli un tenero bacio.

Claudio approfittò di quella vicinanza per cingerle i fianchi e attirarla a sé, indirizzando subito le labbra verso il suo collo, lambendone la pelle con una dolcezza quasi esasperante. 
Un contatto che la fece rabbrividire. 
Adorava quei momenti di assoluta normalità tra loro, quando il sagace e integerrimo Dottor Conforti svestiva i distaccati panni professionali e si lasciava andare ad un po' di sano dolce far niente casalingo.

"...che ne dici di un bel dopocena a modo nostro?" le sussurrò d'un tratto Claudio contro l'orecchio, portando entrambe le mani sul suo petto a sbottonarle la camicetta.

Alice si morse piano un labbro, assaporando con squisita trepidazione quella sensazione annebbiante di intontito torpore che il tocco delicato di Claudio sui suoi seni le stava procurando. I tumulti che quell'uomo era in grado di suscitarle non avevano eguali.
Perdere il controllo con lui era sempre stato dannatamente semplice...a volte perfino troppo.

"Vieni qui, ragazzina..."

Furono quelle le ultime parole che Alice sentì prima di ritrovarsi mezza nuda, con la schiena affondata tra i morbidi cuscini del divano e il corpo caldo di Claudio dolcemente pressato contro il proprio. Le sue labbra bollenti erano intente a mordere e lambire ogni centimetro esposto del suo corpo. Le sembrava quasi di sentire la sua pelle risvegliarsi sotto il tocco esperto di Claudio.

"Non smettere...ti prego..." si ritrovò a sussurrargli con la voce strozzata d'eccitazione, quando la bocca di lui prese a tracciare una lenta scia di baci sul suo collo, fino a scendere metodico tra i suoi seni.

Claudio sorrise beffardo, sollevando lo sguardo ad incrociare quello di Alice.

"L'idea era quella, Sacrofano..." mormorò in un sussurro, prima di tornare alle sue dolci occupazioni.

Quando il campanello di casa risuonò a sorpresa nell'appartamento, entrambi sobbalzarono sul divano, guardandosi a vicenda con un'espressione al contempo sorpresa e allarmata. 
Era già mezzanotte passata...chi diavolo poteva essere?

"...aspettavi qualcuno?" domandò Alice, scattando subito in piedi per rivestirsi in tutta fretta, seguita a ruota da Claudio.

"Certo, aspettavo giusto che te ne andassi perché l'altra venisse a darti il cambio!" replicò lui, sarcastico, gettandole un'occhiataccia attraverso la stanza "Ma chi vuoi che aspettassi a quest'ora, Alice?!"

Proprio in quel momento, una profonda voce maschile proruppe dall'altro lato della porta blindata, raggelando di colpo l'espressione di Claudio. Due secondi più tardi, Giacomo Conforti fece il suo ingresso nell'appartamento.

"Alice, questo è mio fratello Giacomo..." li presentò Claudio con l'aria angosciata di chi avrebbe preferito ingoiare cento chiodi piuttosto che trovarsi ad affrontare un simile imbarazzo "...Giacomo, questa è la mia..."

Alice trattenne il fiato, paonazza.

"...fidanzata."

Sul volto di Giacomo si disegnò una smorfia d'incredulità mista a sconcerto, ma quasi subito venne rimpiazzata da un largo sorriso.

"E' un vero piacere conoscere finalmente la ragazza che è riuscita ad incastrare il mio fratellino Don Giovanni!" soggiunse ironico, allungando una mano a stringere quella di Alice.

La testa di Claudio sembrava sul punto di esplodere.

"Che diavolo ci fai qui, Giacomo?" lo apostrofò bruscamente, sotto lo sguardo contrariato di Alice.

"Ho bisogno di un posto dove stare..."

Claudio scrollò vigorosamente la testa in segno di diniego.

"Non se ne parla neanche, l'ultima volta che ci siamo visti ero stato chiaro...non voglio avere niente a che fare con te!"

Alice aprì la bocca per intervenire, ma lui la zittì prontamente con lo sguardo.

"Si tratta solo di qualche giorno, al massimo una settimana..." provò ad insistere Giacomo, visibilmente amareggiato. Osservandolo meglio, Alice ebbe il forte sospetto che non dormisse da un bel po'.

"...una settimana, certo...come se non ti conoscessi!" commentò scettico Claudio, schioccando la lingua contro il palato.

"Ti prego, fratellino...è davvero importante..."

Claudio incrociò a mezz'aria lo sguardo di Alice.
Non serviva neppure che aprisse bocca. 
Era chiaro quale fosse il suo pensiero a riguardo, la conosceva fin troppo bene, e proprio per questo avrebbe preferito che quei due rimanessero ben lontani l'uno dall'altra. 
Sapeva che Alice non avrebbe mai compreso le ragioni dietro il suo atteggiamento, soprattutto se avesse conosciuto suo fratello. 
Giacomo era fatto così. Conquistava tutti in un secondo, ma in un secondo era anche capace di rovinare ogni cosa. Il suo era un dono ma anche una maledizione...per se stesso e soprattutto per chi gli stava attorno.

"Una settimana, Giacomo" capitolò infine Claudio, sollevando un dito a mo' di severo monito "Una settimana, e poi ti voglio fuori da qui, è chiaro?"

Non fece neppure in tempo a terminare la frase che si ritrovò stretto nella morsa soffocante dell'abbraccio di suo fratello. 
Una scena che sconvolse e divertì Alice in egual misura. 
Mai avrebbe pensato di poter assistere a qualcosa del genere. 
Sembrava così strano che quei due potessero essere fratelli...erano così diversi, sia nei modi che nella personalità.
Eppure guardandoli uno accanto all'altro, riusciva ad intravedere delle somiglianze. E non soltanto nell'aspetto fisico.
Forse erano più simili di quanto non immaginassero. 

 

ANGOLO DELL'AUTORE: Capitolo più lunghetto dei precedenti, con un focus sui primi evidenti crucci sentimentali...e beh, ovviamente in chiusura non potevo non inserire Giacomo Conforti finalmente in scena con la "cognatina"!  Cosa mai starà nascondendo al fratellino scettico? Non ci è dato saperlo...PER ORA.
Le indagini procedono un po' a rilento, ma un piccolo bagliore di speranza potrebbe essere proprio dietro l'angolo. 
Come sempre, ringrazio tantissimo chi sta seguendo e recensendo la storia, nella speranza che sia tutto di vostro gradimento! A PRESTO!  

   
 
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