Stavolta questa storia la dedico alla ragazza che si firma Stellato, perché le era piaciuta. E perché a me le sue storie piacciono.
"Quel pomeriggio così soleggiato, uno dei più tiepidi di un marzo deludente, avevo intenzione di trascorrerlo magari tosando l’erba del giardino e facendo qualcosa di utile; mi ritrovai invece a sonnecchiare al sole, vicino a una bottiglia di Chianti mezza vuota e senza particolare coscienza critica nei confronti del reale, quando la vidi avanzare verso di me. La riconobbi senza esitazione, mi accorsi che, in un angolo dei miei pensieri, era sempre stata presente, ma mi stupì che non fosse in divisa, come l’avevo sempre sognata. Non sembrava poi così diversa da una ragazza dei primi anni del Duemila, non avrebbe destato scandalo alcuno, per le strade, accanto a me o a chiunque altro. Soltanto la bellezza avrebbe attratto l’attenzione: una modella di Armani, avrebbe potuto stare su un cartellone pubblicitario".