Prima di tutto, sto
facendo un trasloco, quindi ho poco tempo per scrivere, per ora, quindi
bho,
non ho idea di quando riuscirò ad aggiornare di nuovo
– speriamo a breve.
Seconda cosa: pesanti spoiler per TDA (Come avevo detto) fino ad un
certo punto
perché non lo ho letto (shame on me). Bene, oltre questo,
avevo pensato di
usare un altro titolo in latino per darmi un tono, ma alla fine ho
già messo un
titolo pretenzioso che ho pensato di abbassare il tono.
Comunque ringranzio chiunque abbia letto/seguito/ricordato, grazie
<3
Buona Lettura
RLandH
Ps – Appena mi sarò arresa che il disegno
è venuto bene, uploderò un’immagine
di Iusta.
Giustizia mosse
il mio alto fattore
Al
momento avevano dovuto attrezzare l’Istituto di New York come
sede del Consiglio
e del Conclave, dopo aver perso Idris, ma non tutti erano
così felici di
doversi spostare fin lì ed allo stesso modo
l’Istituto di New York era quel che
era, non era la casa del Console.
Magnus valutava però che poter ricevere così
tanti ospiti ed illustri nel suo
soggiorno non fosse auspicabili. A meno che non fosse stato per una
festa, ma
non era sicura che tutti i cacciatori filo-Alec fossero pronti ad una
festa-alla-Bane. “Stai pensando a me, si?” aveva
domandato Alec, allontanandosi
dalle sue labbra, mentre cominciava a far scorrere i bottoni nelle
asole per
liberarlo dalla sua camicia, “Si, non nel mondo in cui avrei
dovuto, ma si” lo
aveva rassicurato Magnus, puntando i gomiti sul letto, per potersi
sollevare e
raggiungere le labbra di suo marito.
Alec gli era venuto in contro, famelico, prima che il campanello
arrestasse il
loro piacevole diversivo.
“Era troppo bello” aveva detto spento Alec,
“Abbiamo avuto ben due minuti solo
per noi, Console. Sono vittorie” aveva
detto Magnus, sentendo il peso di
suo marito sottrarsi da lui, “Ricordami perché il
bene superiore è così
necessario” aveva detto forzatamente Alec, mentre si dava una
sistemata per
ricevere gli ospiti. Dubitava fossero per lui, c’erano alcuni
nephilim che
sapeva di dover cercare il loro console in quella casa, ma la maggior
parte di loro
tendeva a rivolgersi all’Istituto – era probabile,
dunque, che alla porta fosse
per lui.
Un tempo, il più visitato dei due, era proprio Magnus.
“Magnus,
c’è Tessa!”
aveva sentito strillare Alec dal soggiorno, lui si era alzato, finendo
di
riallacciare la camicia ed aveva recuperato il suo gilet con i lustrini
che
aveva abbandonato sullo schienale della sedia, quando era rientrato in
camera.
“Che piacere” aveva detto, quando dal corridoio
aveva osservato la sua amica,
seduta sul divano, “Ho suonato questa volta e porto da
mangiare” aveva detto
Tessa, facendo oscillare una bustina di carta bianca.
Indossava un poncho fatto con l’uncinetto di un colore crema,
che lasciava
intravedere una camicia chiara ed una gonna pastello. I capelli scuri
erano
sistemati su un lato, dandole un aspetto rilassato, nonostante gli
occhi grigi
fossero pieni di tensione.
Magnus si era lasciato cadere sul divano, mentre Tessa priva il suo
sacchetto
per passare un cornetto ad Alec ed uno a Magnus, “O stai
ancora cercando di
eliminare i carboidrati?” aveva domandato lei, con una punta
di divertimento.
“Si vive una volta sola” aveva replicato Magnus,
raccogliendo il cornetto.
Tessa aveva riso in una maniera gioviale e bella, le faceva piacere
vederla
così rilassata, così felice. “Jem e i
bambini stanno bene?” aveva chiesto Alec,
“Si, molto” aveva cinguettato lei, “Mina
ha scoperto cosa succede quando
pennarelli e muri entrano in contatto. Kit ha scoperto TikTok e spero
per voi
che i vostri figli non lo facciano mai” aveva raccontando,
sorridendo, “Loro
come stanno a proposito?” aveva chiesto.
“Sono vivaci” aveva detto Magnus con un
po’ di stanchezza nella voce, dando un
sonoro morso al cornetto, “Oh, sono di Pain de Sucre”
aveva detto languido,
riconoscendo il favore, Tessa aveva annuito, “Solo per
te” aveva specificato.
“Se vuoi viziarmi così e perché hai
cattive notizie” aveva realizzato poi
Magnus.
Tessa aveva scosso la mano, “No, non proprio
almeno” aveva ceduto.
Alec si era seduto vicino a lui, con sguardo serio, ma Tessa si era
morsa le
labbra, “Non posso sentire?” aveva chiesto con
leggera preoccupazione.
La sua amica ci aveva riflettuto un secondo, “No, credo che
saperlo ti servirà”
aveva stabilito poi con voce un po’ greve,
“Antonius Vir ha deciso di
dimettersi” aveva confessato.
Alec aveva battuto le ciglia, “È un membro del
Consiglio a Spirale, giusto?”
aveva chiesto retorico, “Credo di aver letto il suo nome
nella lista che mi ha
dato … la strega” aveva
aggiunto cotto leggermente di imbarazzo, perché
non doveva aver raccolto il nome di quella. “Non ti
preoccupare se non te lo
ricordi. Tutti e due, il Consiglio a Spirale, è
così impegnato da
dimenticare completamente le formalità, tipo presentarsi.
Antonius Vir per
eccellenza, senza dimenticare che è rinomato per non apprezzare molto gli
Shadowhunters, vive
fingendo che non esistiate, se devo essere onesto” aveva
confessato Magnus.
Probabilmente l’ultimo Console con cui Antonius Vir si era
incontrato era stata
Charlotte Fairchild nel 1901, ai funerali della Regina Vittoria, ma non
ne
poteva essere sicuro.
“Si” aveva confermato Tessa, “Questo
è anche il motivo per cui si ritira, oltre
a suo dire la stanchezza” aveva spiegato lei, con un certo
nervosismo.
“Antonius non è un semplice membro del Consiglio,
comunque, lui è il Cancelliere.
Non è proprio come un Console, il Consiglio Spirale prende
la decisione
assieme, sempre. Ma il Cancelliere ha diritto di veto su qualsiasi
cosa” aveva
spiegato poi. “In pratica è quello che
può decidere se il Labirinto aiuterà o
meno gli Shadowhunters” aveva valutato Alec, che aveva smesso
i panni
dell’epico e meraviglioso guerriero, per indossare quelli
molto più scomodi di
Console.
“Oh, anche solo consultarli, su molte faccende”
aveva specificato Magnus, “Come
con la faccenda della Mano Rossa” aveva ricordato Alec.
Tessa aveva annuito di nuovo, “Quando un membro del consiglio
si ritira o viene
a mancare, si organizzano delle elezioni. Si presentano le candidature,
i
membri restanti del consiglio scelgono se accettarle o meno, poi si
procede
alla votazione; ogni stregone al mondo è chiamato a votare,
anche se, be …” la
spiegazione di Tessa aveva fatto una pausa lunga, “Tendiamo a
farci gli affari
nostri” aveva proseguito per lei Magnus, “Di fatto
credo di essermi presentato
ad una votazione su tre a cui sono stato convocato” aveva
richiamato lo
stregone.
“Grazie ancora per averlo fatto, comunque” aveva
detto Tessa con un certo
imbarazzo, sventolandosi con una mano.
Dopo la morte di Lucy e James, Tessa aveva avuto bisogno di impegnarsi
in
qualcosa che la tenesse a galla, che non la facesse sprofondare nella
terribile
realizzazione che ambedue i suoi bambini erano morti, che non la
rendesse
vulnerabile e alla mercè di Belial, così si era
gettata a capofitto nel
labirinto che era stata casa sua, il suo rifugio, fino a che il fuoco
celeste
non aveva curato Jem e lo stato di vita a metà in cui
entrambi si erano chiusi,
si era dissipato. “Il mio sostituto è molto
nervoso e mi riempie continuamente
di missive” aveva confidato proprio la strega,
“Balthamos Roiz” aveva aggiunto.
“Ha dato fuoco ad una carrozza a Parigi, nel 1779, in cui io
ero dentro” aveva
ricordato Magnus, era buffo perché non ricordava molto di
quella serata,
ricordava di essere stato a Versailles. Nonostante la patinata bellezza
della
Corte Reale e tutta la sfavillante lussuria trovabile in quelle stanze,
Magnus
doveva ammettere di aver sempre preferito Parigi, con la sua moda, con
la sua
storia ed anche la sua corte dei Miracoli. Era stato nella dimora dei
Re, più
ai tempi del Re Sole e a quelli del suo pronipote, rispetto quegli
ultimi anni,
ma forse la notte in cui Balthamos aveva cercato di dargli fuoco era
stata una
delle ultime occasioni in cui aveva visto la reggia.
Alec lo stava guardando con discreta preoccupazione in viso, ma Tessa
lo aveva
ignorato continuando dritta come una spada, “Si, ecco,
è stato lui ha scrivermi
dell’intenzione di ritirarsi del Cancelliere Vir”
aveva detto, voltandosi verso
la sua borsetta, era piccola, di pelle, con un lungo laccio fatto a
catenella
di colore dorato. La forma della borsa ricordava un D, con la pancia
verso il
basso; Tessa l’aveva aperta ed aveva porto loro il messaggio.
“Abbissale, sul serio?” aveva
detto Magnus nauseato, che quella lingua
la trovava fastidiosissima, Alec lo aveva raccolto con una certa
perplessità
guardando i caratteri, “Credo che questa lingua mi
manchi” aveva ammesso poi,
“Enochiano si ed Abbissale, no?” lo aveva
stuzzicato Magnus raccogliendo il
foglietto.
Gli aveva dato una letta veloce, cercando di non confondersi troppo tra
le
parole.
Tessa
abbiamo un
problema.
Oggi, Antonius ha deciso di ritirarsi, dice che è vecchio e
stanco.
Lo annuncerà a Lammas.
Cosa devo fare?
Aiuto.
Balth
“Me
lo ha scritto ieri
sera” aveva spiegato subito Tessa,
“L’annuncio sarà tra una
settimana” aveva
valutato lei, “Si, Lammas quest’anno cade il 31 di
Luglio” aveva spiegato
Magnus brevemente il messaggio a suo marito.
“Immagino di dover chiedere un incontro con questo
cancelliere” aveva valutato
Alec, aggrottando le sopracciglia, Magnus era certo di vederlo spostare
impegni
ed incontri nella sua mente, per collocare quello da qualche parte.
“Dubito
verrebbe” aveva ammesso Tessa spenta.
“Si. Più o meno e dal 1900 che Antonius evita di
confrontarsi con qualsivoglia
console, mandando le sue scimmie-volanti” aveva esplicato
Magnus.
In realtà non usciva molto neanche dal Labirito in generale,
Tessa aveva giusto
detto quello un attimo dopo.
“Antonius ha retto il titolo di Cancelliere per cinquecento
anni” aveva
spiegato la stregona, “Il più lungo mai
registrato. Siamo esseri eterni, ma
tendiamo a non occupare mai troppo tempo la medesima
posizione” aveva ammesso
lei colma di imbarazzo.
“Comunque Antonius si è stufato dei Nephilm entro
i primi duecento anni del suo
servizio e non si è sprecato a presentarsi neanche agli
Accordi” aveva detto
didascalico Magnus, “Perfino io lo ho incontrato solo un paio
di volte” aveva
raccontato.
La prima volta aveva quattordici anni, era stato durante il
diciassettesimo
secolo, quando ancora Antonius Vir sembrava coinvolto nel suo ruolo;
era
assieme a Ragnor e la strana Iusta.
Tessa aveva battuto i tacchi delle scarpe sul parquet con un certo
nervosismo,
questo non aveva impedito al Presidente Mao di fare un agguato alle sue
gambe
per acciambellarsi sul suo bacino. Dopo un primo momento di spaesamento
della
strega, questa aveva preso a grattare la bestiola tra le orecchie,
mentre tra
loro si diffondeva il silenzio.
“Stai per chiedere il mio voto, Tessa? Perché se
così fosse, sai che per te mi
presenterei ad ogni elezione” aveva dichiarato Magnus.
Sperava davvero che Tessa volesse quello e non proporre il suo nome.
Lei aveva sorriso serafica, “Ci sono due problemi: Jem ha
deciso di non avere
un ruolo attivo nel mondo dei Nascosti, per almeno un po’ ti
tempo, ed io ho
concordato con lui” aveva spiegato pratica, “Per
questo ho declinato anche il
ruolo di Somma Stregona di Los Angeles” aveva detto,
“Anche se cederei, forse,
per il ruolo di Cancelliera in questo singolare momento, con la Coorte
barricata dentro Idris e gli Shadowhunters senza patria”
aveva ripreso, “Il
mondo non è mai stato così sul filo del rasoio
per ritrovarsi o in un baratro
senza fine o per cambiare per sempre” aveva detto calmo.
“Nascosti per tutta la vita hanno lavorato perché
il giorno che potrebbe essere
domani si avveri; per questo, credo, che Antonius si ritiri,
perché sa che non
potrebbe essere lui, tutte le acredini che ha collezionato contro i
nephilim,
ma anche gli altri nascosti, non lo rendono idoneo.
Obbiettivo” aveva fatto una
pausa, “Quindi si, forse, per avere un Cancelliere che nel
momento del bisogno
ponga il veto o ancora più importante non lo faccia, che sia
disposto a
lasciarsi alle spalle anni … di … anni”
aveva sussurrato, “Lo farei” aveva dichiarato
con sicurezza nei suoi occhi, “Ma non posso.
C’è questa stupidissima regola che
vuole che un cancelliere debba avere minimo duecento-tre
anni” aveva vuotato.
“Bene, prima che Antonius si ritiri sarà il caso
che cambino questa regola”
aveva dichiarato Magnus, perché non voleva davvero, ma per
nulla, sapere dove
stava andando a finire quella conversazione, perché aveva un
terribile sospetto.
“Magnus” la voce che Tessa aveva avuto nel
pronunciare il suo nome era la
stessa, e lui ne era schifosamente certo, perché
l’aveva sentita, che prendeva
quando doveva cominciare un discorso serio con i suoi figli, un tono
accondiscendente ed un po’ imperioso, “Questa
proposta è stata avanzata
nell’ultimo secolo almeno dieci volte” aveva
rivelato.
“Sempre rifiutata” aveva constatato Alec.
“Il mondo è dei giovani, ma non per gli
stregoni” aveva detto affranta Tessa,
“Siamo creature strane, noi, per certi versi non riusciamo ad
arroccarci a
nulla e per altri siamo inamovibili. Per il Labirinto pochi anni
simboleggiano
poca esperienza, non importa con quanta intensità tu abbia
vissuto la tua vita”
aveva raccontato lei leggermente risentita.
“Tipo sono trecento anni che Antonius Vir non lascia la
Spirale, non credo sia
neanche consapevole di che anno sia oggi e quello che è
successo negli ultimi
tempi” aveva sentenziato lui. Il mondo dei Nascosti non era
mai tranquillo,
come non lo era mai quello dei mondani, ma nell’ultimo
ventennio c’erano state
una serie di degni avvenimenti a breve distanza l’uno
dall’altro e quasi nessuno
particolarmente felice.
Guerre.
Guerre.
Morti.
“Comunque” aveva ripreso Tessa
l’attenzione, “Ora, noi, non possiamo
permetterci un altro Antonius Vir, abbiamo bisogno di un Cancelliere
consapevole del mondo fuori, pronto a mettersi in discussione e alla
conversazione” aveva ripreso Tessa, “Negli ultimi
tempi, l’alleanza e il
comitato, è stato possibile perché Antonius aveva
perso ogni interesse. Era
come non averlo un cancelliere” aveva ripagato.
“Però il prossimo, sicuramente, vorrà
avere un ruolo più attivo” aveva valutato
Alec.
Sì, Magnus ora poteva dire di percepire il terrore per il
futuro della
conversazione, “Si, Alec” aveva concordato Tessa,
“E questo è un momento
delicato con due clavi Shadowhunters e l’incertezza in cui
verte il mondo”
aveva insistito.
Molti avevano votato per Alec, ma era prima di vederlo lasciare la loro
città
natia e forse chi era stato incerto ed aveva votato spinto da altrui
mani, in
quei momenti poteva star covando dubbi, destinati a tramutarsi in
scismi.
“Sei qui per chiedermi di candidarmi, vero?” aveva
chiesto Magnus con la stessa
angoscia che avrebbe avuto un condannato.
Non aveva mai pensato di essere parte attiva del Consiglio, del
Labirinto in
generale, non gli dispiaceva di tanto in tanto ficcanasare nellla loro
biblioteca,
o nei giardini, o anche consumare te in certe stanze. Però
non si era mai visto
in quel ruolo, lui era il sommo stregone di Brooklyn, marito di uno
Shadowhunter – no, del console – e
risolvi-problemi-freelance.
“Ma?” era stato Alec a parlare, “Ed hai un’ottima reputazione tra tutti e sei sinonimo di sì, caos, ma anche affidabilità e sicurezza, sei il marito del Console degli Shadowhunter” aveva terminato Tessa.
Alec aveva alzato un sopracciglio. Bello, gentile ed onesto Alec.
“Ah” aveva accettato Magnus con leggera indignazione, “Sarei percepito solo così?” aveva chiesto risentito, “Sono uno stregone di quattrocento anni con una carriera rinomata, tra cui, vorrei ricordare, la fuga su una mongolfiera con Maria Antonietta e la stesura degli Accordi” aveva aggiunto, suo marito lo aveva guardato con estremo stupore, “Ma sarei considerato solo come il marito di Alec? Cioè non fraintendetemi, adoro essere considerato il marito-di-Alec. Tipo mi piace così tanto che potrebbe essere il mio secondo nome, il Grande Magnus Marito-di-Alec Bane, suona benissimo, ma ecco, una persona si aspetta un po’ più di riconoscimento. Ho anche formato una setta che è diventata problematica ad un certo punto” aveva detto. Voleva che il discorso fosse serio, ma non c’era riuscito e dal sorriso teso di Tessa, per nascondere la risata gli sembrava evidente.
Alla fine la stregona aveva riso ed anche sul marito, che aveva posato la fronte sulla sua spalla.
“Si, Magnus è ingiustissimo” aveva accettato Tessa, “Sei uno degli stregoni più talentuosi che il mondo abbia mai visto, probabilmente da … sempre?” aveva provato lei, “E metà degli stregoni ti percepirebbe solo come un appendice del Console degli Shadowhunter e questo è un motivo per cui ci serve un Cancelliere che riesca ad avere una visione un po’ meno miope, anche su questa cosa” aveva dichiarato lei.
“Quindi: io no, perché sono praticamente il First-Lord-in-Esilio” aveva detto Magnus, ancora una volta la serietà era volata via dalla finestra, “Tu sei troppo giovane. Ho l’impressione che non avessi in mente Ragnor” aveva provato.
“Ti ha aiutato a fondare la Mano Rossa, ha collaborato con Samael – lo so, era costretto – e si è finto morto per un paio d’anni; non ha il curriculum più fidato in circolazione” aveva dichiarato Tessa.
“Dannata Zucchina che trova sempre il modo di spuntarsi le situazioni peggiori” aveva detto a denti stretti Magnus, poi aveva guardato Tessa.
Lei aveva sorriso con l’angolo della bocca.
Ambedue avevano avuto la stessa idea, però era stato Alec a pronunciare il nome.
“Catarina Loss?”
“Catarina Loss”