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Autore: RLandH    21/01/2021    1 recensioni
Magnus Bane ha un problema: non sa dire di no ad un’amica; il resto va fuori controllo
“Ah” aveva accettato Magnus con leggera indignazione, “Sarei percepito solo così?” aveva chiesto risentito, “Sono uno stregone di quattrocento anni con una carriera rinomata, tra cui, vorrei ricordare, la fuga su una mongolfiera con Maria Antonietta e la stesura degli Accordi” aveva aggiunto, suo marito lo aveva guardato con estremo stupore, “Ma sarei considerato solo come il marito di Alec? Cioè non fraintendetemi, adoro essere considerato il marito-di-Alec. Tipo mi piace così tanto che potrebbe essere il mio secondo nome, il Grande Magnus Marito-di-Alec Bane, suona benissimo, ma ecco, una persona si aspetta un po’ più di riconoscimento. Ho anche formato una setta che è diventata problematica ad un certo punto” aveva detto. Voleva che il discorso fosse serio, ma non c’era riuscito e dal sorriso teso di Tessa, per nascondere la risata gli sembrava evidente.
Alla fine la stregona aveva riso ed anche sul marito, che aveva posato la fronte sulla sua spalla.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Ragnor Fell, Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima di tutto, sto facendo un trasloco, quindi ho poco tempo per scrivere, per ora, quindi bho, non ho idea di quando riuscirò ad aggiornare di nuovo – speriamo a breve.
Seconda cosa: pesanti spoiler per TDA (Come avevo detto) fino ad un certo punto perché non lo ho letto (shame on me). Bene, oltre questo, avevo pensato di usare un altro titolo in latino per darmi un tono, ma alla fine ho già messo un titolo pretenzioso che ho pensato di abbassare il tono.
Comunque ringranzio chiunque abbia letto/seguito/ricordato, grazie <3
Buona Lettura
RLandH
Ps – Appena mi sarò arresa che il disegno è venuto bene, uploderò un’immagine di Iusta.

 

Giustizia mosse il mio alto fattore

 

La Somma Appendice di Brooklyn

“A volte non ti manca la nostra intimità” aveva chiesto Alec buttandosi sul letto, era rimasto lì fermo, senza battere ciglio. Suo marito aveva appena sistemato a dormire Max, che era ancora un vibrante bambino stregone che esplodeva di potere, che aveva fatto vivere ai suoi genitori una ruggente notte in bianco. Magnus invece era appena rientrato, di prima lena, esausto (dalla notte insonne) ed aveva accompagnato loro figlio maggiore alla colonia estiva.  Lo avevano fatto sotto consiglio spassionato di Jocelyn Garroway, cosa che non era dispiaciuto neanche a Magnus, meno dover fare tutti i diorami, specie perché Alec aveva vietato l’utilizzo della magia. Magnus aveva ancora le dita sporche di colla e brillanti dalla notte prima – e per la prima volta questo non era esattamente di suo gusto. “Lo abbiamo ora?” aveva proposto poi lo stregone, accarezzando la testa del compagno, “Se non … aspettassi alcuni ambasciatori di diversi istituti” aveva risposto Alec.“Come è dura la vita da First Lord dei Nephilim” aveva risposto Magnus rovesciandosi nuovamente all’indietro, ma Alec ne approfitto per stendersi su di lui e stamparli un bacio sulle labbra, prima dolce, poi famelico, “Forse … abbiamo del tempo. Jace può fare gli onori di casa” aveva ridacchiato.

Al momento avevano dovuto attrezzare l’Istituto di New York come sede del Consiglio e del Conclave, dopo aver perso Idris, ma non tutti erano così felici di doversi spostare fin lì ed allo stesso modo l’Istituto di New York era quel che era, non era la casa del Console.
Magnus valutava però che poter ricevere così tanti ospiti ed illustri nel suo soggiorno non fosse auspicabili. A meno che non fosse stato per una festa, ma non era sicura che tutti i cacciatori filo-Alec fossero pronti ad una festa-alla-Bane. “Stai pensando a me, si?” aveva domandato Alec, allontanandosi dalle sue labbra, mentre cominciava a far scorrere i bottoni nelle asole per liberarlo dalla sua camicia, “Si, non nel mondo in cui avrei dovuto, ma si” lo aveva rassicurato Magnus, puntando i gomiti sul letto, per potersi sollevare e raggiungere le labbra di suo marito.
Alec gli era venuto in contro, famelico, prima che il campanello arrestasse il loro piacevole diversivo.
“Era troppo bello” aveva detto spento Alec, “Abbiamo avuto ben due minuti solo per noi, Console. Sono vittorie” aveva detto Magnus, sentendo il peso di suo marito sottrarsi da lui, “Ricordami perché il bene superiore è così necessario” aveva detto forzatamente Alec, mentre si dava una sistemata per ricevere gli ospiti. Dubitava fossero per lui, c’erano alcuni nephilim che sapeva di dover cercare il loro console in quella casa, ma la maggior parte di loro tendeva a rivolgersi all’Istituto – era probabile, dunque, che alla porta fosse per lui.
Un tempo, il più visitato dei due, era proprio Magnus.

“Magnus, c’è Tessa!” aveva sentito strillare Alec dal soggiorno, lui si era alzato, finendo di riallacciare la camicia ed aveva recuperato il suo gilet con i lustrini che aveva abbandonato sullo schienale della sedia, quando era rientrato in camera.
“Che piacere” aveva detto, quando dal corridoio aveva osservato la sua amica, seduta sul divano, “Ho suonato questa volta e porto da mangiare” aveva detto Tessa, facendo oscillare una bustina di carta bianca.
Indossava un poncho fatto con l’uncinetto di un colore crema, che lasciava intravedere una camicia chiara ed una gonna pastello. I capelli scuri erano sistemati su un lato, dandole un aspetto rilassato, nonostante gli occhi grigi fossero pieni di tensione.
Magnus si era lasciato cadere sul divano, mentre Tessa priva il suo sacchetto per passare un cornetto ad Alec ed uno a Magnus, “O stai ancora cercando di eliminare i carboidrati?” aveva domandato lei, con una punta di divertimento.
“Si vive una volta sola” aveva replicato Magnus, raccogliendo il cornetto.
Tessa aveva riso in una maniera gioviale e bella, le faceva piacere vederla così rilassata, così felice. “Jem e i bambini stanno bene?” aveva chiesto Alec, “Si, molto” aveva cinguettato lei, “Mina ha scoperto cosa succede quando pennarelli e muri entrano in contatto. Kit ha scoperto TikTok e spero per voi che i vostri figli non lo facciano mai” aveva raccontando, sorridendo, “Loro come stanno a proposito?” aveva chiesto.
“Sono vivaci” aveva detto Magnus con un po’ di stanchezza nella voce, dando un sonoro morso al cornetto, “Oh, sono di Pain de Sucre” aveva detto languido, riconoscendo il favore, Tessa aveva annuito, “Solo per te” aveva specificato.
“Se vuoi viziarmi così e perché hai cattive notizie” aveva realizzato poi Magnus.
Tessa aveva scosso la mano, “No, non proprio almeno” aveva ceduto.
Alec si era seduto vicino a lui, con sguardo serio, ma Tessa si era morsa le labbra, “Non posso sentire?” aveva chiesto con leggera preoccupazione.
La sua amica ci aveva riflettuto un secondo, “No, credo che saperlo ti servirà” aveva stabilito poi con voce un po’ greve, “Antonius Vir ha deciso di dimettersi” aveva confessato.
Alec aveva battuto le ciglia, “È un membro del Consiglio a Spirale, giusto?” aveva chiesto retorico, “Credo di aver letto il suo nome nella lista che mi ha dato … la strega” aveva aggiunto cotto leggermente di imbarazzo, perché non doveva aver raccolto il nome di quella. “Non ti preoccupare se non te lo ricordi. Tutti e due, il Consiglio a Spirale, è così impegnato da dimenticare completamente le formalità, tipo presentarsi. Antonius Vir per eccellenza, senza dimenticare che è rinomato per non  apprezzare molto gli Shadowhunters, vive fingendo che non esistiate, se devo essere onesto” aveva confessato Magnus.
Probabilmente l’ultimo Console con cui Antonius Vir si era incontrato era stata Charlotte Fairchild nel 1901, ai funerali della Regina Vittoria, ma non ne poteva essere sicuro.
“Si” aveva confermato Tessa, “Questo è anche il motivo per cui si ritira, oltre a suo dire la stanchezza” aveva spiegato lei, con un certo nervosismo.
“Antonius non è un semplice membro del Consiglio, comunque, lui è il Cancelliere. Non è proprio come un Console, il Consiglio Spirale prende la decisione assieme, sempre. Ma il Cancelliere ha diritto di veto su qualsiasi cosa” aveva spiegato poi. “In pratica è quello che può decidere se il Labirinto aiuterà o meno gli Shadowhunters” aveva valutato Alec, che aveva smesso i panni dell’epico e meraviglioso guerriero, per indossare quelli molto più scomodi di Console.
“Oh, anche solo consultarli, su molte faccende” aveva specificato Magnus, “Come con la faccenda della Mano Rossa” aveva ricordato Alec.
Tessa aveva annuito di nuovo, “Quando un membro del consiglio si ritira o viene a mancare, si organizzano delle elezioni. Si presentano le candidature, i membri restanti del consiglio scelgono se accettarle o meno, poi si procede alla votazione; ogni stregone al mondo è chiamato a votare, anche se, be …” la spiegazione di Tessa aveva fatto una pausa lunga, “Tendiamo a farci gli affari nostri” aveva proseguito per lei Magnus, “Di fatto credo di essermi presentato ad una votazione su tre a cui sono stato convocato” aveva richiamato lo stregone.
“Grazie ancora per averlo fatto, comunque” aveva detto Tessa con un certo imbarazzo, sventolandosi con una mano.
Dopo la morte di Lucy e James, Tessa aveva avuto bisogno di impegnarsi in qualcosa che la tenesse a galla, che non la facesse sprofondare nella terribile realizzazione che ambedue i suoi bambini erano morti, che non la rendesse vulnerabile e alla mercè di Belial, così si era gettata a capofitto nel labirinto che era stata casa sua, il suo rifugio, fino a che il fuoco celeste non aveva curato Jem e lo stato di vita a metà in cui entrambi si erano chiusi, si era dissipato. “Il mio sostituto è molto nervoso e mi riempie continuamente di missive” aveva confidato proprio la strega, “Balthamos Roiz” aveva aggiunto.
“Ha dato fuoco ad una carrozza a Parigi, nel 1779, in cui io ero dentro” aveva ricordato Magnus, era buffo perché non ricordava molto di quella serata, ricordava di essere stato a Versailles. Nonostante la patinata bellezza della Corte Reale e tutta la sfavillante lussuria trovabile in quelle stanze, Magnus doveva ammettere di aver sempre preferito Parigi, con la sua moda, con la sua storia ed anche la sua corte dei Miracoli. Era stato nella dimora dei Re, più ai tempi del Re Sole e a quelli del suo pronipote, rispetto quegli ultimi anni, ma forse la notte in cui Balthamos aveva cercato di dargli fuoco era stata una delle ultime occasioni in cui aveva visto la reggia.
Alec lo stava guardando con discreta preoccupazione in viso, ma Tessa lo aveva ignorato continuando dritta come una spada, “Si, ecco, è stato lui ha scrivermi dell’intenzione di ritirarsi del Cancelliere Vir” aveva detto, voltandosi verso la sua borsetta, era piccola, di pelle, con un lungo laccio fatto a catenella di colore dorato. La forma della borsa ricordava un D, con la pancia verso il basso; Tessa l’aveva aperta ed aveva porto loro il messaggio.
Abbissale, sul serio?” aveva detto Magnus nauseato, che quella lingua la trovava fastidiosissima, Alec lo aveva raccolto con una certa perplessità guardando i caratteri, “Credo che questa lingua mi manchi” aveva ammesso poi, “Enochiano si ed Abbissale, no?” lo aveva stuzzicato Magnus raccogliendo il foglietto.
Gli aveva dato una letta veloce, cercando di non confondersi troppo tra le parole.

Tessa abbiamo un problema.
Oggi, Antonius ha deciso di ritirarsi, dice che è vecchio e stanco.
Lo annuncerà a Lammas.
Cosa devo fare?
Aiuto.
Balth

 

“Me lo ha scritto ieri sera” aveva spiegato subito Tessa, “L’annuncio sarà tra una settimana” aveva valutato lei, “Si, Lammas quest’anno cade il 31 di Luglio” aveva spiegato Magnus brevemente il messaggio a suo marito.
“Immagino di dover chiedere un incontro con questo cancelliere” aveva valutato Alec, aggrottando le sopracciglia, Magnus era certo di vederlo spostare impegni ed incontri nella sua mente, per collocare quello da qualche parte. “Dubito verrebbe” aveva ammesso Tessa spenta.
“Si. Più o meno e dal 1900 che Antonius evita di confrontarsi con qualsivoglia console, mandando le sue scimmie-volanti” aveva esplicato Magnus.
In realtà non usciva molto neanche dal Labirito in generale, Tessa aveva giusto detto quello un attimo dopo.
“Antonius ha retto il titolo di Cancelliere per cinquecento anni” aveva spiegato la stregona, “Il più lungo mai registrato. Siamo esseri eterni, ma tendiamo a non occupare mai troppo tempo la medesima posizione” aveva ammesso lei colma di imbarazzo.
“Comunque Antonius si è stufato dei Nephilm entro i primi duecento anni del suo servizio e non si è sprecato a presentarsi neanche agli Accordi” aveva detto didascalico Magnus, “Perfino io lo ho incontrato solo un paio di volte” aveva raccontato.
La prima volta aveva quattordici anni, era stato durante il diciassettesimo secolo, quando ancora Antonius Vir sembrava coinvolto nel suo ruolo; era assieme a Ragnor e la strana Iusta.
Tessa aveva battuto i tacchi delle scarpe sul parquet con un certo nervosismo, questo non aveva impedito al Presidente Mao di fare un agguato alle sue gambe per acciambellarsi sul suo bacino. Dopo un primo momento di spaesamento della strega, questa aveva preso a grattare la bestiola tra le orecchie, mentre tra loro si diffondeva il silenzio.
“Stai per chiedere il mio voto, Tessa? Perché se così fosse, sai che per te mi presenterei ad ogni elezione” aveva dichiarato Magnus.
Sperava davvero che Tessa volesse quello e non proporre il suo nome.
Lei aveva sorriso serafica, “Ci sono due problemi: Jem ha deciso di non avere un ruolo attivo nel mondo dei Nascosti, per almeno un po’ ti tempo, ed io ho concordato con lui” aveva spiegato pratica, “Per questo ho declinato anche il ruolo di Somma Stregona di Los Angeles” aveva detto, “Anche se cederei, forse, per il ruolo di Cancelliera in questo singolare momento, con la Coorte barricata dentro Idris e gli Shadowhunters senza patria” aveva ripreso, “Il mondo non è mai stato così sul filo del rasoio per ritrovarsi o in un baratro senza fine o per cambiare per sempre” aveva detto calmo.
“Nascosti per tutta la vita hanno lavorato perché il giorno che potrebbe essere domani si avveri; per questo, credo, che Antonius si ritiri, perché sa che non potrebbe essere lui, tutte le acredini che ha collezionato contro i nephilim, ma anche gli altri nascosti, non lo rendono idoneo. Obbiettivo” aveva fatto una pausa, “Quindi si, forse, per avere un Cancelliere che nel momento del bisogno ponga il veto o ancora più importante non lo faccia, che sia disposto a lasciarsi alle spalle anni … di … anni” aveva sussurrato, “Lo farei” aveva dichiarato con sicurezza nei suoi occhi, “Ma non posso. C’è questa stupidissima regola che vuole che un cancelliere debba avere minimo duecento-tre anni” aveva vuotato.
“Bene, prima che Antonius si ritiri sarà il caso che cambino questa regola” aveva dichiarato Magnus, perché non voleva davvero, ma per nulla, sapere dove stava andando a finire quella conversazione, perché aveva un terribile sospetto.
“Magnus” la voce che Tessa aveva avuto nel pronunciare il suo nome era la stessa, e lui ne era schifosamente certo, perché l’aveva sentita, che prendeva quando doveva cominciare un discorso serio con i suoi figli, un tono accondiscendente ed un po’ imperioso, “Questa proposta è stata avanzata nell’ultimo secolo almeno dieci volte” aveva rivelato.
“Sempre rifiutata” aveva constatato Alec.
“Il mondo è dei giovani, ma non per gli stregoni” aveva detto affranta Tessa, “Siamo creature strane, noi, per certi versi non riusciamo ad arroccarci a nulla e per altri siamo inamovibili. Per il Labirinto pochi anni simboleggiano poca esperienza, non importa con quanta intensità tu abbia vissuto la tua vita” aveva raccontato lei leggermente risentita.
“Tipo sono trecento anni che Antonius Vir non lascia la Spirale, non credo sia neanche consapevole di che anno sia oggi e quello che è successo negli ultimi tempi” aveva sentenziato lui. Il mondo dei Nascosti non era mai tranquillo, come non lo era mai quello dei mondani, ma nell’ultimo ventennio c’erano state una serie di degni avvenimenti a breve distanza l’uno dall’altro e quasi nessuno particolarmente felice.
Guerre.
Guerre.
Morti.
“Comunque” aveva ripreso Tessa l’attenzione, “Ora, noi, non possiamo permetterci un altro Antonius Vir, abbiamo bisogno di un Cancelliere consapevole del mondo fuori, pronto a mettersi in discussione e alla conversazione” aveva ripreso Tessa, “Negli ultimi tempi, l’alleanza e il comitato, è stato possibile perché Antonius aveva perso ogni interesse. Era come non averlo un cancelliere” aveva ripagato.
“Però il prossimo, sicuramente, vorrà avere un ruolo più attivo” aveva valutato Alec.
Sì, Magnus ora poteva dire di percepire il terrore per il futuro della conversazione, “Si, Alec” aveva concordato Tessa, “E questo è un momento delicato con due clavi Shadowhunters e l’incertezza in cui verte il mondo” aveva insistito.
Molti avevano votato per Alec, ma era prima di vederlo lasciare la loro città natia e forse chi era stato incerto ed aveva votato spinto da altrui mani, in quei momenti poteva star covando dubbi, destinati a tramutarsi in scismi.
“Sei qui per chiedermi di candidarmi, vero?” aveva chiesto Magnus con la stessa angoscia che avrebbe avuto un condannato.
Non aveva mai pensato di essere parte attiva del Consiglio, del Labirinto in generale, non gli dispiaceva di tanto in tanto ficcanasare nellla loro biblioteca, o nei giardini, o anche consumare te in certe stanze. Però non si era mai visto in quel ruolo, lui era il sommo stregone di Brooklyn, marito di uno Shadowhunter – no, del console – e risolvi-problemi-freelance.

Tessa lo aveva guardato mortalmente seria, come non lo aveva guardato da molto tempo, “Magnus” aveva detto calma, “Per quanto saresti il più fantastico Cancelliere della storia del Consiglio Spirale e daresti sicuramente una ventata di novità a tutto l’organo di governo, ma anche al posto in generale …” Magnus aveva ascoltato il discorso a metà tra l’ammirato e l’indignato, percependo chiaramente quel Ma in arrivo.
“Ma?” era stato Alec a parlare, “Ed hai un’ottima reputazione tra tutti e sei sinonimo di sì, caos, ma anche affidabilità e sicurezza, sei il marito del Console degli Shadowhunter” aveva terminato Tessa.
Alec aveva alzato un sopracciglio. Bello, gentile ed onesto Alec.
“Ah” aveva accettato Magnus con leggera indignazione, “Sarei percepito solo così?” aveva chiesto risentito, “Sono uno stregone di quattrocento anni con una carriera rinomata, tra cui, vorrei ricordare, la fuga su una mongolfiera con Maria Antonietta e la stesura degli Accordi” aveva aggiunto, suo marito lo aveva guardato con estremo stupore, “Ma sarei considerato solo come il marito di Alec? Cioè non fraintendetemi, adoro essere considerato il marito-di-Alec. Tipo mi piace così tanto che potrebbe essere il mio secondo nome, il Grande Magnus Marito-di-Alec Bane, suona benissimo, ma ecco, una persona si aspetta un po’ più di riconoscimento. Ho anche formato una setta che è diventata problematica ad un certo punto” aveva detto. Voleva che il discorso fosse serio, ma non c’era riuscito e dal sorriso teso di Tessa, per nascondere la risata gli sembrava evidente.
Alla fine la stregona aveva riso ed anche sul marito, che aveva posato la fronte sulla sua spalla.
“Si, Magnus è ingiustissimo” aveva accettato Tessa, “Sei uno degli stregoni più talentuosi che il mondo abbia mai visto, probabilmente da … sempre?” aveva provato lei, “E metà degli stregoni ti percepirebbe solo come un appendice del Console degli Shadowhunter e questo è un motivo per cui ci serve un Cancelliere che riesca ad avere una visione un po’ meno miope, anche su questa cosa” aveva dichiarato lei.
“Quindi: io no, perché sono praticamente il First-Lord-in-Esilio” aveva detto Magnus, ancora una volta la serietà era volata via dalla finestra, “Tu sei troppo giovane. Ho l’impressione che non avessi in mente Ragnor” aveva provato.
“Ti ha aiutato a fondare la Mano Rossa, ha collaborato con Samael – lo so, era costretto – e si è finto morto per un paio d’anni; non ha il curriculum più fidato in circolazione” aveva dichiarato Tessa.
“Dannata Zucchina che trova sempre il modo di spuntarsi le situazioni peggiori” aveva detto a denti stretti Magnus, poi aveva guardato Tessa.
Lei aveva sorriso con l’angolo della bocca.
Ambedue avevano avuto la stessa idea, però era stato Alec a pronunciare il nome.
“Catarina Loss?”
“Catarina Loss”

   
 
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