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Autore: B_Yul    21/01/2021    1 recensioni
Una storia antica lega la giovane Jia al Dragon Hole nel sud della Cina.
Quando arriva a Seoul per assumere il ruolo di vice del CEO di Elite Entertainment, Park Chanyeol, si trova al centro di uno scambio di messaggi che le sveleranno la verità sulle sue origini.
Riuscirà il CEO Park a conoscere ogni lato della strana "signorina Wein" prima che mamma Park lo spinga all'altare?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jia’s POV
 
Il mio appartamento era a cinque minuti a piedi dall’edificio di E.E., quell’enorme massa grigia spezzava l’orizzonte spesso chiuso in quattro mura, Seoul mi piaceva ma mi faceva sentire sempre sulle spalle la pressione del “Meglio”.
Più soldi, più forza, più fame, più voglia, più talento, più lavoro, qualunque cosa tu facessi, in Corea, avresti potuto far meglio e di più.
Quando ami tanto qualcosa che ti fa male cerchi di allontanartene ma tornavo sempre in quel posto a fissare la gente curva sui telefoni e le insegne dei locali accese tutta la notte, tornavo al museo nazionale e camminavo nel parco coi Buddha, mi sedevo sulla roccia e pregavo che tutti, prima o poi, potessero nella vita esperire un briciolo di serenità. Poi pensavo ai miei, chissà se avrei mai saputo chi fossero, quale fosse il punto d’incontro tra la terra e le mie radici.
Il mio appartamento sembrava una bifamiliare e iniziai subito a pensare come poterne riempire ogni vuoto, come se potessero bastare venti divani a coprire il mio, di vuoto.
Appoggiai il naso al vetro della sala, dall’attico sembrava tutto troppo piccolo e io troppo grande per poterlo gestire ma, mi dissi, anche quella volta ce l’avrai fatta.
“Begli occhi quel signor Park, è visibilmente un paraculo”.
Squillò il telefono e lampeggiava sul display “Segretario Lim”
 
“Che vuole questo adesso … pronto?”
Esitazione dall’altra parte: “Ehrm … signorina Wein, spero non stia riposando, chiedo scusa in anticipo”.
“No sono arrivata a casa da poco, ho fatto un giro in centro. Mi dica pure”
“Ah bene, bene. Senta. Il CEO Park vorrebbe cenare con lei stasera, diciamo per le 18:30 e se per lei andasse bene, verrebbe a prenderla lui stesso”.
 
Pensai che per essere arrivata poche ore prima, fosse alquanto pretenzioso e che per quanto fosse un bel tipo, con un coreano un si al primo colpo non avrebbe portato frutti: “Senta, signor Lim”.
Tremava probabilmente ma sferrai il colpo: “Dica pure al signor Park che sono da due giorni in aereo e che per quanto abbia due belle spalle, preferisco il mio enorme letto, un week end libero per conoscere i ragazzi e rivedere le mie amiche e del sano ozio fino a Lunedì quando, come pattuito, sarò ufficialmente presentata e incaricata davanti al personale e, a quel punto, lo vedrò tutti i santi giorni, inclusi i notturni se necessario. Perché anche questo era nel contratto, purtroppo”.
Ancora un breve silenzio.
“Signorina Wein …”
“Si?”
“Lei mi piace, e credo piacerà sempre di più anche al signor Park”.
Ghignai soddisfatta, avevo il tirapiedi dalla mia e forse non era poi così sottone come potesse sembrare.
“Bene, a lunedì segretario Lim”.
 
Accesi la TV sull’onda della mia puntualità emotiva ed era in onda “What’s wrong with Secretary Kim”, trovai molta ironia nella coincidenza di intenti ma mi dissi che no, Kim Mi Soo non fosse proprio il mio archetipo.
Mi avvicinai al divano e mi dissi che l’indomani lo avrei sostituito con qualcosa di decisamente meno nero ma mentre pensavo a come ri arredare casa, un mal di testa fortissimo mi fece cadere sui cuscini di pelle stridenti e qualcosa mi offuscò la mente come sempre, ogni volta che per qualche giorno non usavo la medicina di nonna.
Ne presi un altro barattolo dalla borsa e ne spalmai una buona dosa sulle tempie prima di cadere in un sonno profondo.
 
<< Mamma mamma! Affogo! Aiutami!
Mi osservava sofferente senza muovere un capello e la mia manina tesa cercava di affiorare da quel pozzo senza fondo e senza argini. Dal centro scuro e limpido sentivo le gambe cedermi e qualcosa mi prendeva poi la mano fino a farmi raggiungere la riva. Ma quei vestiti non li avevo mai indossati, quei gioielli mai acquistati, quella madre mai avuta e mia chiamata, quella cosa mai toccata per davvero>>.
 
Mi svegliai al solito in un bagno di sudore. Era sempre lo stesso incubo a farmi sprofondare nel letto o ovunque svenissi dopo quei maledetti mal di testa, chiamavo mia madre e lei non mi salvava ma non era tanto quello a farmi stare male, quanto sentire addosso la sensazione dell’oceano gelido, avere nitido qualcosa di simile a un vero ricordo di quella situazione, quegli strani abiti e cappelli, quel posto che non avevo mai visto ma che sembrava simile a un racconto di mia nonna sul da dove venisse quella nostra medicina.
Era tutto così confuso e mi succedeva sin da bambina.
Decisi di chiamarla, la signorina Wein, che rimasta vedova aveva deciso di tornare giovane d’animo.
“Piccola!”
Sorrisi mestamente: “Nonna, come stai?”
“Io sto bene bambina mia, sei stanca tu però. Hai di nuovo visto quelle cose brutte?”
“Si … nonna, sento così tanto dolore, ma perché?”
Lei esitò qualche secondo e questo mi fece pensare che stesse per arrivare un’altra notizia.
“Vedi Jia, questa vita è la tua chance per ascendere. Lo sai. Lo dico sul serio. Devi vivere a pieno, tornare ad emozionarti come facevi da bambina perché quelle emozioni, le hai ancora. Non aver paura di soffrire bambina, non temere il dolore al punto di rinunciare all’amore”.
Stava avendo una visione: “Nonna, che succede?”
“C’è Jia, è lì. È proprio lì dove sei arrivata piccina, capito? Apri il cuore. Apri il cuore”.
Si riprese, le lasciai il tempo di respirare e mi disse anche: “Ho messo una lettera per te nella tasca del bagaglio a mano. Domani mattina leggilo, ora devi riposare. Promettimi che aprirai il cuore Jia”.
Annuii e rimasi di nuovo sola coi miei dubbi e le strane indicazioni di nonna.
 
Fei Fei non era davvero mia nonna ma sua figlia Rubla mi aveva trovata in un ospedale di Shanghai il 9 Dicembre del 1992, nata da pochi giorni nessuno sapeva a chi appartenessi perché la mia vera madre mi aveva abbandonata davanti alla porta di un convento di monaci lì vicino e non era mai andata a cercarmi, ovviamente.
O almeno questo, era quello che sapevo io.
Fei Fei comunque era una donna strana, aveva imparato l’ahyurverdica in India, a Jaipur dove si era innamorata di Arish e avevano avuto Rubla, erano tornati a Shanghai e poi beh. Quando Arish morì, Fei decise che non avrebbe amato nessun altro perché nessun uomo avrebbe mai avuto il cuore del suo amato sposo. “Tu si però”, mi diceva, “In un posto non troppo lontano bambina mia, lì ti aspetta un bel giovanotto, vedrai”. E io pensavo fosse l’amore a guidarla, finché un giorno i miei mal di testa non mi costrinsero a chiederle un rimedio.
“Tieni piccina, spalmalo sulle tempie. Lo sai cos’è?”
Io le dissi di no, avevo circa undici anni quando Fei mi disse qualcosa che, in parte, mi condizionò poi sempre la vita: “Vedi bambina, tu sei una medium. Si. Si è visto subito quando sei arrivata, quel brutto sogno che fai è una vita che hai vissuto prima di questa. Prima imparerai a guardare il cielo, prima riuscirai a cambiare la storia del tuo spirito e guarirlo”, in quel momento rimasi sconvolta e ipotizzai varie cose, tra cui la follia di Fei che però aveva visto il mio sogno senza che io glielo avessi mai raccontato: “Sei speciale piccina mia, però non devi lasciare che questo ti rovini la vita terrena. Questo, viene dal Dragon Hole, una fosse immensa nell’oceano, si trova al sud della Cina e nei suoi fondali si trovano antiche creature, animali sacri con il cui grasso, mischiato alle alghe di cui si nutrono, si curano i mali dei veggenti”.
La cosa non mi schiarì mai fino in fondo le idee ma funzionava sempre e quel “dono” che Fei mi disse di avere mi torno di lì in poi utile per evitare tante piccole e grandi brutte esperienze ma, alla fine, non mi salvò dalla peggiore: la solitudine.
Ero un numero maestro, una monade, iniziavo e portavo a termine relazioni e poi decidevo di isolarmi per mesi fino a tornare nel baratro e riempirmi di sentimenti che non provavo ma che volevo davvero provare a sentire.
I miei segreti mi stavano spegnendo mentre il mio viso stava iniziando a brillare nelle pagine di riviste specializzate e accanto a quelle di artisti con folle adoranti ai propri piedi.
Mi sentivo come una della carpe del Dragon Hole: cercata, venerata, sfruttata per curare dolori e poi ributtata in mare.
Avrebbe mai una cena con Chanyeol Park emozionarmi?
Con la domanda in sospeso misi il pigiama e presi i fiori di Bach in quantità sufficiente a dormire 7-8 ore. Ci sarebbe voluto ben più di uno sguardo incantatore a ridarmi la libertà.





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L'editor comprime sempre fin troppo, vi do delle linee guida per seguire bene la storia: cercate il Dragon Hole, le tradizioni menzionate sono inventate. Per quanto riguarda il mondo del paranormale, penso ci siano due vie: leggetelo come un racconto di fantasia, o basatevi sulle vostre conoscenze/esperienze. Vi sconsiglio ricerche sul web perché è pieno di cialtroni.
A presto.
B.
   
 
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