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Autore: hikarigaoka    22/01/2021    2 recensioni
[Wakatoshi Ushijima x OC]
«Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi»
[...]
Atsuko Sakai non aveva nulla da spartire con Wakatoshi Ushijima.
Era piccata, estremamente irrequieta e, con chi le andava a genio, terribilmente logorroica.
Non era particolarmente di bell'aspetto, di viso poteva anche definirsi "caruccia", ma non era certo graziosa e fatta di porcellana come le sue compagne.
Nonostante il suo distinguersi dalle coetanee, non sembrava attirare particolari attenzioni.
Era agli antipodi di Wakatoshi, silenzioso e sulle sue, che destava attenzione come se sulla sua testa vi fosse un cartello a neon con scritto "asso della Shiratorizawa e figone locale".
Chi avrebbe mai detto che di sarebbero ritrovati a chiedersi di restare?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shiratorizawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fidarsi

- I held on as thightly as you held onto me -

https://www.youtube.com/watch?v=fD-ZuHuIs0M
(ascolto molto consigliato durante la lettura)



Atsuko e Wakatoshi si concedono qualche secondo.
Restano silenziosi, immobili, lei ancora agganciata al suo collo mentre i loro visi si sfiorano.
Lui emette un respiro profondo, quasi liberatorio, mentre lei sembra aver direttamente smesso di respirare.
Ushijima era entrato in casa sua, zuppo dalla testa ai piedi, si era lasciato dare dei vestiti puliti e si era fatto asciugare i capelli, poi l'aveva baciata e dichiarato di essere cotto di lei.
E per giunta, a detta sua, tantissimo.
Atsuko non sa come reagire, e lentamente le sue braccia scivolano via da lui e si distendono lungo i suoi fianchi, prima che possa tornare in posizione eretta.
Wakatoshi non distoglie lo sguardo, forse per un attimo lo abbassa, ma i suoi occhi verdi erano sempre alla disperata ricerca di quelli della ragazza.

"Com'è successo?" gli domanda lei.

Lui, per quanto ne sappia di situazioni di questo tipo, sente che è una domanda un po' inusuale, ma non gli importa molto.

"Me ne sono accorto ieri" spiega, intrecciando le dita delle mani "ho ripensato al bacio con Hayakawa, e ho cominciato a chiedermi perchè non provassi chissà che cosa"

Atsuko lo ascolta, la bocca socchiusa dalla tensione e la schiena dritta come se fosse sull'attenti.
Aveva bisogno di sapere che cosa stesse succedendo, la confusione dei suoi pensieri era troppa.

"Poi ho pensato a te" prosegue Ushijima "e mi sono risposto da solo"

Gli occhi castani di Atsuko si spalancano lentamente, e la bocca si allarga di un poco.
Allora era tutto vero, era autentico.
Ushijima aveva una cotta per lei, la ricambiava.
Aveva realizzato i suoi sentimenti e aveva scelto lei, tra tutte quante, tra Hayakawa.
Nonostante ció, non sa come reagire.
È tutto veramente troppo per lei, nonostante sembri che le cose si stiano svolgendo esattamente come dovrebbero.
Ci sono alcune cose che vuole mettere a posto, alcuni conti in sospeso con sé stessa.

"Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi..."

Un cipiglio confuso prende di nuovo vita sul volto dell'asso.
Sapeva che cosa intendesse la ragazza, era solo che non comprendeva ancora l'origine e il senso di quel problema.

"Ancora con questa storia, Atsuko..." sospira

Lei si morde il labbro inferiore, come se si vergognasse.
Del resto, non le era mai piaciuto esporre questo dilemma, la faceva sentire ancora piú inadeguata.

"Peró mi sento cosí" tenta di giustificarsi.

Ushijima rimane in silenzio un attimo, preso da un lieve senso di ansia stringe i pantaloni della tuta tra le dita, in corrispondenza delle ginocchia.

"É solo per questo che non vuoi metterti con me..."

C'è una pausa, è pesante e carica di emozioni indefinite, sensazioni amplificate per mille, mentre Atsuko aspetta che lui prosegua.

"...o è anche perché non ti piaccio?" 

Wakatoshi non era un ragazzo espressivo, il suo volto era sempre contraddistinto dalla piú totale indifferenza: stoico, freddo, impassibile, assolutamente indecifrabile.
Mai Atsuko aveva visto un Ushijima piú vulnerabile, in questo momento.
Le sue sopracciglia sono corrucciate come sempre, ma piú che conferirgli uno sguardo minaccioso, comunicano intensitá.
Atsuko non era mai riuscita a sentirsi in soggezione davanti a quegli occhi, forse solo al loro primo incontro, ma per lei Ushijima era presto diventata la piú innocua delle persone.
Perció, piú che incutere timore, lei si ritrovava ogni giorno sempre piú attratta da quello sguardo, che ora sembra gridare a una forte fame di sapere.
Un sapere che al momento sente di non poter soddisfare.
Atsuko era una che le decisioni le prendeva un po' troppo in fretta, o con troppa cautela, niente mezze misure per lei.
Questa volta, voleva andare piano, la posta in gioco era troppo alta.

"Non ho detto che non voglio stare con te" si permette di correggerlo, sorprendendo l'asso, che sbatte le palpebre un paio di volte.

"Hai bisogno di-"

"Sí" lo interrompe la ragazza, con un cenno del capo "ho solo bisogno di tempo per rimettere a posto le idee"

Wakatoshi resta immobile per un secondo, ma poi annuisce.
Capiva perfettamente che Atsuko avesse bisogno di tempo e le avrebbe concesso tanto quanto ne aveva bisogno.
Non voleva che si pentisse o prendesse scelte sbagliate, del resto stava accadendo tutto molto in fretta.
Una volta fatto ció che voleva fare, lo schiacciatore si alza e si dirige verso la porta d'uscita.

"Giá te ne vai?" domanda Atsuko, ancora incollata alla sedia del salotto.

"Sí, cosí ti lascio il tempo per pensare"

Ad Atsuko sfugge una risatina, aveva sempre trovato comico il modo in cui prendeva alla lettera ogni affermazione.

"Peró aspetta, ti rinzupperai tutto"

É vero, a Sendai la pioggia scende ancora prepotentemente, riempiendo le grondaie delle case e creando un rumore di sottofondo piacevole.
Allora Atsuko, per evitare che l'asso si infradiciasse di nuovo e si buscasse un raffreddore prima del ritiro, va a prendergli una giacca sempre appartenente a suo padre e un ombrello.

"Ma appartiene tutto a te, e la divisa?" domanda il ragazzo, indossando l'enorme rennino che lei gli aveva allungato.

"La divisa la laveró e te la ridaró pronta al tuo ritorno. I vestiti non importa, mio padre non li indossa piú, puoi riportarmeli quando vuoi" 

Wakatoshi annuisce un altra volta, per poi aprire la porta di casa.
Il rumore della pioggia investe le loro orecchie in maniera assordante, c'era un letterale diluvio lá fuori.
E pensare che il ragazzo era venuto fin lí di tutta fretta solo per baciarla, sorbendosi tutta l'acqua che era entrata in ogni fibra dei suoi vestiti.

"Allora...ci vediamo quando torni, no?" domanda Atsuko, come se fosse semplicemente quello.

Quando sarebbe tornato, lei avrebbe dovuto prendere la sua decisione, si trattava di molto piú che un semplice rivedersi dopo qualche settimana.

"Sí, stammi bene" le risponde lui, aprendo l'ombrello e mettendo un piede fuori casa.

Atsuko resta con la fredda maniglia della porta stretta tra le dita, non sa perché la tiene ancora aperta, era come se volesse dire qualcosa a Ushijima ma non aveva proprio nulla da comunicargli.
Si guardando negli occhi per ancora qualche istante, metabolizzando con la mente il bacio di poco prima.
Poi, Ushijima allunga una mano e con sorpresa di lei, la posa tra i suoi ciuffi di capelli castani.

"Curati di te stessa, capito?" 

La sua voce è calda e profonda, mentre le sue dita grattano affettuosamente tra i capelli di Atsuko.
Poi, lui se ne va, e la ragazza si richiude la porta alle spalle.
Resta qualche secondo con la schiena poggiata contro di essa, respirando forte e profondamente, per poi correre a tutta velocitá in camera sua.
Si lancia sul letto, allarga le braccia e le gambe, e fissa il soffitto.
Poi, con una mano tasta rapidamente il comodino in cerca del telefono, che trova non dopo aver fatto cadere qualche oggetto.
Lo sblocca con l'impronta, va nella chat di Yukari, e digita due messaggi.

Ushijima è venuto qui.
Ci siamp baciati.


Li scrive con talmente tanta rapidità che neanche si cura dell'errore di battitura, lanciando poi il cellulare infondo al materasso.
Non le importava, voleva solo informare l'amica e ritornare poi ai suoi pensieri.
Si erano baciati.
Il ragazzo di cui era cotta, Wakatoshi Ushijima, l'aquila della Shiratorizawa e il miglior asso under 19 del Giappone, l'aveva baciata sulle labbra.
E per giunta le aveva anche confessato di nutrire dei sentimenti per lei.
La situazione non poteva farsi piú bizzarra di cosí.
Già é pazzesco di per sé venire ricambiati dall'oggetto delle proprie attenzioni, se poi si trattava di un ragazzo come Ushijima, le cose si facevano ancora piú assurde.
La mano candida di Atsuko allunga due dita, che vanno a sfiorare le sue labbra dove prima vi erano poggiate quelle dell'asso.
Poi, allarga il palmo intero e la poggia sul petto.
Il cuore le batte ancora forte, troppo rapidamente per stargli dietro.
Comincia a domandarsi che cosa intendesse poi Wakatoshi con quel "curati di te stessa", detto con cosí tanta premura che le aveva fatto tremare le gambe per un secondo.
Giunge rapidamente alla conclusione che era un invito a pensare a fondo a quanto dichiarato prima, a pensare a cosa volesse lei.
Fosse cosí facile.

"Accidenti..." mugugna nella totale confusione.
---

I giorni seguenti sembravano totalmente fuori dal mondo.
Il sole era tornato a splendere a Sendai, la scuola stava mettendo a dura prova tutti e tra qualche giorno sarebbe uscito il numero nuovo del giornalino scolastico.
In ballo c'erano molte cose, per sintetizzare, soprattutto per Atsuko.
La notizia del bacio con Wakatoshi aveva mandato in fibrillazione Yukari.
L'amica le aveva fatto una bella ramanzina per non aver risposto ai 78 messaggi lasciati dopo quell'annuncio inaspettato, accusandola di averla fatta rischiare una sincope.
D'altra parte, Atsuko scoprí che le giornate senza Ushijima erano terribilmente vuote.
La presenza del ragazzo non si era mai fatta troppo sentire, ma la sua compagnia era qualcosa di troppo prezioso per lei, e la sua assenza era piuttosto logorante.
D'altra parte, se lui fosse tornato le sarebbe venuta una maggiore fretta di dare il suo ultimatum al ragazzo, che sicuramente anche lui non sarà del tutto tranquillo al ritiro.
Come lei immaginava, Ushijima non se la passava egregiamente a Tokyo.
Per allenarsi al meglio era messo a confronto con altri pro player della nazionale giapponese, che gli davano filo da torcere, ma riusciva comunque a tenergli testa alla grande.
La sconfitta contro la Karasuno non significava certo che fosse un ferro vecchio, dopotutto restava il miglior asso giovanile di tutta la nazione.
Ció che lo logorava era quell'ansia del responso di lei.
La pensava sempre, costantemente, Atsuko faceva parte della sua mente in ogni secondo.
Quando giocava riusciva a distrarsi e concentrarsi, ma quella vaga ansia di sottofondo restava sempre.
Non era uno soggetto al nervosismo, anzi, di solito era calmo e assolutamente risoluto, ma ultimamente sembrava che il mondo si divertisse a fare cadere le sue condizioni come castelli di carte.
Pensava che con Atsuko sarebbe stato tutto molto conciso, sí o no, non forse.
Per Dio, non gli aveva neanche detto se lo ricambiasse o no!
A lui non importava di alcuna reputazione o di quelle cose di cui ogni tanto i coetanei blateravano, se era quella che separava lui e la ragazza, l'avrebbe messa a repentaglio piú che volentieri.
Giá si era sentito completamente cieco ad aver realizzato i suoi sentimenti con cosí tanta fatica, come minimo vorrebbe vedere i frutti delle sue emozioni.
E invece si ritrova in quella stanza d'albergo, insieme a un gruppo di ragazzi poco piú grandi di lui che di sicuro di amore ne sapevano, ma che non potevano aiutarlo.
O almeno, non avrebbe mai esposto i suoi problemi piú intimi a degli sconosciuti.
Anche a quel ritiro si sentiva il centro dell'attenzione, forse perché era stato fatto su misura per allenarlo.
Una decina di pro player un paio d'anni piú grandi di lui venuti lí solo per fare da attrezzatura da allenamento per il Campionato Mondiale, solo per lui.
Ogni tanto avrebbe preferito che i proiettori fossero orientati altrove.
Con qualcuno dei pro player parlava e riusciva anche ad instaurare conversazioni piacevoli e stimolanti sulla pallavolo, ma la mancanza di Atsuko si faceva sentire.
Tornando a lei, al momento non faceva altro che passare le giornate nel suo dormitorio a rimuginare su cosa avrebbe fatto una volta tornato Wakatoshi.
Per quanto tempo ci impiegasse, la sua testa non riusciva a fare ordine in nessun tipo di modo.
Yukari non le era stata tanto d'aiuto,  spesso si capivano ma a causa delle loro grandi differenze c'erano cose che la migliore amica faticava ad afferrare.
Perciò, la castana aveva deciso di chiedere aiuto all'unica persona che sotto questo punto di vista l'avrebbe capita perfettamente.
Atsuko bussa alla porta un paio di volte, e dopo qualche secondo si trova faccia a faccia son Satori Tendo un po' inusuale.
Pantaloni della tuta grigi e felpone nero, fin qui tutto nella norma, e i capelli rossi che invece che venire sparati in aria scendevano a ciocche incorniciandogli il viso.

"Ah! Oh mio Dio!" sobbalza Atsuko, gli occhi sgranati dalla sorpresa.

"Che c'è? Bussi alla stanza di Satori Tendo e ti apre Satori Tendo, chi ti aspettavi, Shinzo Abe?!" ribatte il rosso, alzando un sopracciglio confuso.

"Ma no è che..." e la ragazza gli indica il capo.

"Ah" scatta Satori, passandosi una mano tra i ciuffi rossi "i capelli. Sì, mi sono appena fatto la doccia e la loro forma naturale sarebbe questa. Dai, entra"

"Dubito che il primo ministro usi così tanto gel" lo punzecchia lei, entrando nella camera del ragazzo.

"Dubito che il primo ministro abbia dei capelli così belli!"

Atsuko si getta sul letto di sotto, sospirando sommessamente.

"Ti manca così tanto Wakatoshi-kun che sei venuta qui solo per sdraiarti nel suo letto?"

Atsuko lo fulmina con lo sguardo, per poi scuotere energicamente la testa.

"No è che...ho bisogno di un consiglio" 

"Un consiglio? Se riguarda Wakatoshi allora sei nel posto giusto!" cinguetta allegramente il centrale, allargando le labbra in un sorriso.

"Beh, allora sono in buone mani.
 Diciamo che, non dovrei raccontartelo, ma sabato scorso io e Wakatoshi ci siamo baciati" 

"Oh, lo sapevo già"

"Cazzo, Yukari!"

Tendo ridacchia, infilando le mani nelle tasche della felpa.

"A dire il vero, lo sapevo da ancora prima che succedesse, mi ha trascinato per mezzo corridoio pur di andare da te!"

"Davvero?" domanda Atsuko con innocenza, e si volta a guardare il rosso, che ora siede a cavalcioni dello schienale di una sedia.

Con lei sdraiata e lui seduto in quella maniera bizzarra, sembrava quasi una seduta dallo psicologo.

"Oh sì, quel ragazzo è pazzo di te, incredibile come tu ci sia riuscita"

Atsuko stringe il labbro inferiore tra i denti, poi affonda il viso nell'incavo del gomito come per nascondersi, del resto sentir parlare dei sentimenti di Wakatoshi per lei la faceva arrossire ancora.

"E a te? Pensavo ti piacesse"

Ecco, l'affermazione da un milione di dollari che stava tanto facendo penare Atsuko.
Certo, a lei Ushijima pareva parecchio, ciò che aveva realizzato a Miyajima non era frutto di una fervida immaginazione, ma i problemi restavano lo stesso.

"Certo che mi piace, da morire" sospira, giocherellando con le dita delle mani dal nervosismo "e sono felice che lui ricambi. Ma sai com'è, è...insomma, Wakatoshi..."

Satori sospira di rimando, e piega leggermente gli angoli della bocca come se fosse sollevato di aver finalmente capito il problema dell'amica.

"Fammi capire, pensi che Wakatoshi-kun sia un ragazzo fuori dalla tua portata? " Atsuko annuisce "ok, fammi spazio"

Tendo si alza dalla sedia e lascia che Atsuko slitti un poco a destra, si passa una mano tra i capelli rossi lasciati liberi e si sdraia accanto a lei.

"Cosa ti fa pensare che lui sia fuori dalla tua portata? Non mi sembri mica lo scarto della società" le domanda, insaccandosi nel felpone nero per riscaldarsi.

"Non è che sono io il problema, a parte qualche ragazza odiosa e qualche tipo che si diverte a sottolineare la mia totale assenza di curve non credo di avere chissà quale orrida reputazione" rimugina Atsuko "è lui che é troppo"

"Sembra un insulto" ridacchia il centrale.

"No, per caritá!" alza le mani  lei "è che hai visto Wakatoshi, no? Il miglior asso under 19 del Giappone, un ragazzo da prima pagina del Volleyball Monthly, il piú richiesto dal genere femminile in questa scuola, se lo vedessero in giro con una normalona come me chissá che cosa si direbbe in giro! Credo gli rovinerei la reputazione"

Satori sospira e scuote la testa, piuttosto rassegnato.

"Atsuko, Atsuko, Atsuko..."  fa una pausa e scuote di nuovo il capo "ma lo conosci o no Ushijima?"

"Certo che sí"

"E allora se lo conosci cosí bene dovresti sapere che a lui della reputazione non frega niente"

"Lo so ma-" 

"Ssssh!" sibila Satori, chiudendo la mano a pugno in segno di stare in silenzio "fammi finire. Senti qua"

Satori si mette seduto a gambe incrociate, invitando Atsuko a fare lo stesso di fronte a lui.
La guarda, prende un sospiro, e riprende a parlare.

"A Wakatoshi non piace sentirsi cosí messo un piedistallo, e idealizzarlo in questo modo certo non aiuta.
Cos'è, pensi che solo una tipa bella come Hayakawa sia degna di mettersi con lui?"

"Era quello che pensavo, insomma, si..."

"Beh, è una gran stupidaggine" e le lascia un pugnetto amichevole sulla spalla "non bisogna essere chissá chi per stare con una persona come Ushijima. 
Pensi che Yukari, una delle piú belle in questo istituto, non mi meriti?"

"Ma certo che no, ti merita eccome!"

"Ecco, perché io a reputazione sono messo mille volte peggio"

Atsuko aggrotta le sopracciglia un attimo, e china il capo.

"Ma non è vero, sei il centrale della squadra di pallavolo, siete andati ai nazionali ben due volte!" contesta la ragazza.

Tendō sorride sarcastico, scuotendo la testa di nuovo.

"La gente qui alla Shiratorizawa mi guarda un po' storta, perché sono strambo.
Non gli dó torto, è normale essere incuriositi da uno come me, e hanno ragione, sono uno stramboide, e sai perché lo sono?"

"Tu non-" prova a ribattere lei.

"Perché ho passato tutte le elementari e tutte le medie a sentirmi dare del diverso, perché Satori é un nome da mostro, perché ho due borse sotto gli occhi atroci che mi danno questo sguardo e ho un sorriso inquietante.
E ci sono stato male, molto, ogni tanto mi è volata anche qualche botta ingiustificata.
Allora sai come ho risposto? Ho portato agli estremi tutte quelle cose di me che infastidivano le persone e ora sono quello che sono, e nessuno mi dice piú un cazzo"

Atsuko era rimasta con il fiato sospeso, pendeva dalle labbra di Satori e non aveva immaginato che ci potesse essere tutta quella storia dietro di lui.

"Satori, mi dispia-"

"No no no" la interrompe subito "non voglio la tua compassione. Voglio solo dirti, che anche se sono oggettivamente cesso-"

"Ma cosa sta-"

"Atsuko!"

"Va bene, scusa, continua!"

"...non significa che non meriti Yukari, o che non meriti Ushijima o la Shiratorizawa. 
E lo stesso vale per te.
Wakatoshi è pazzo di te, totalmente andato, non so che cosa gli hai fatto ma è pazzesco. E fidati che Wakatoshi non merita Hayakawa che capisce la metá di quello che dice, merita te"

In uno slancio di affettuosità, Atsuko si getta tra le braccia di Tendō, che rimane interdetto un attimo.

"Grazie, Satori-kun. Ora ho capito cosa devo fare" gli dice, stringendo le braccia attorno a lui.

Il ragazzo ricambia quel gesto e sorride, lasciandole anche un paio di pacche sulla schiena.

"Di niente, settimana prossima quell' energumeno tornerà e gli dirai tutto, intesi?"

"Sí" annuisce lei.

In quel momento, la porta della camera del rosso si apre, e da dietro di essa fa capolino la figura di Yukari.

" 'tori-chan, ci..."

Resta qualche secondo ferma a guardare la scena di Tendō e la sua migliore amica abbracciati sul letto, ora voltati a guardare lei sull'uscio della porta.

"Ah...è cosí che stanno le cose, eh?" domanda, poggiando teatralmente una mano sul petto "allora me ne vado, vi lascio da soli" e si richiude la porta alle spalle, sempre con altrettanta finta teatralità.

Atsuko scoppia a ridere, e sente l'amica fare lo stesso da dietro la porta, mentre Satori la va a riprendere tra le risate.

 
---

Oggi Wakatoshi sarebbe tornato dal ritiro.
Lui e Atsuko si erano giá dati appuntamento alla loro panchina.
L' ansia per lei era alle stelle, dichiararsi non sarebbe stato difficile contando che sapeva giá che sarebbe stata ricambiata, ma c'era qualcosa che la faceva tremare dentro.
L'emozione di dover cominciare qualcosa di nuovo, la sua prima relazione, vedere Ushijima sotto tutto un altro punto di vista.
Negli ultimi giorni poi, non si era sentita con l'asso.
Durante le due settimane di assenza si scambiavano messaggi, normalissimi messaggi come se nulla fosse successo, il bacio al momento non doveva cambiare le cose.
Non erano tanti, lui non era mai stato uno loquace di persona figuriamoci per messaggio, ma negli ultimi giorni sembra va essersi volatilizzato.
Atsuko aveva attribuito il tutto all'intensitá dell'allenamento nei suoi ultimi giorni, perció si era concentrata su se stessa, e soprattutto, sul riscontro che aveva ricevuto l'articolo.
Giá, qualche giorno prima il famigerato articolo che l'aveva avvicinata a Wakatoshi era stato pubblicato, e dire che era sulla bocca di tutti era dire poco.
Come sperato, le ragazze bruciarono dentro alla lettura del loro viaggio a Miyajima.
Tuttavia, non riusciva proprio a stare tranquilla mentre si tartassava l'orlo della gonna con le dita, il battito cardiaco accelerato come se stesse correndo una maratona e il fiato corto.
Le cose stavano per cambiare, e per quanto i cambiamenti le facessero paura, era pronta ad accettarlo volentieri.
Attende qualche minuto, Wakatoshi era stranamente in ritardo.
Poi, lo vedere arrivare dall'uscita dei dormitori, ben visibile dal punto in cui erano soliti incontrarsi.
Rivedere Ushijima dopo quelle due settimane le fece uno strano effetto.
Il suo stomaco si strinse nel vedere la sua figura incamminarsi verso di lei, il cuore accelera, e non riesce a trattenere un sorriso.
Peró, piú Ushijima si avvicinava, piú l'espressione sul suo volto era distinta, e piú il sorriso sul volto di Atsuko cominciava a morire.
Le labbra, da piegare all'insú com'erano prima, restano distese e semichiuse.
Wakatoshi era strano.
La sua espressione per una persona normale sarebbe sempre parsa la stessa, ma lei sa che qualcosa non va, ora che se lo trova proprio in piedi davanti a lei.
Lo conosce fin troppo bene.

"Sakai" pronuncia, il tono di voce grave e cavernoso.

Sakai.
Il suo cognome, di nuovo?
Il cuore di Atsuko riprende ad accelerare, ma in un senso piú negativo.
Aveva cominciato a fremere dall'emozione di rivederlo giá da giorni prima, di dirgli finalmente che ricambiava il suo sentimento e baciarlo di nuovo.
Gli occhi verdi che prima la guardavano con tanta intesitá neanche oggi si risparmiano, ma qualcosa è diverso.

"Hey, Wakatoshi" risponde lei, cercando di nuovo di sorridere.

"Si puó sapere che hai fatto?" 

Il modo in cui é pronunciata quella frase, fa agghiacciare Atsuko.
Le dita si stringono attorno alla gonna con forza, lo stomaco si attorciglia dolorosamente e il suo cuore smette di battere.

"Che intendi, scusami?" gli domanda in un sussurro preoccupato.

Ushijima è teso come le corde di un violino, le braccia rigide lungo il suo corpo muscoloso e le sopracciglia piegate per conferire ancora piú intensitá ed emozione a quello sguardo di fuoco.
In mano, stringe con forza una copia del giornalino della scuola.
Con uno scatto veloce, lo srotola dalla sua presa e apre la pagina prescelta, sotto gli occhi sgranati di Atsuko.
Lei riconosce immediatamente l'impaginazione viola e il titolo a caratteri cubitali.
Ushijima apre le due pagine dedicate a lui con un poco di foga, e con la mano sinistra le mostra alla ragazza.

Un mese con l'aquila della Shiratorizawa.

Atsuko scuote la testa, non capisce che cosa stia succedendo.

"Come ti è venuto in mente di scrivere del divorzio dei miei genitori?" sibila Ushijima tra i denti.

Come un lampo in un cielo giá grigio, pronto ad annunciare la tempesta, quella domanda saetta nel cuore di Atsuko con una forza imprevedibile.
Resta impietrita su quella panchina, anzi, la loro panchina, e un miliardo di risposte le vengono in mente.

"Ne avevamo parlato proprio qui, Wakatoshi, ricordi?" gli risponde lei, in un bisbiglio.

"Eccome se me lo ricordo" ribatte l'asso, lo sguardo che mantiene quel tono glaciale "ma non mi pare proprio di averti dato il mio consenso a metterlo in quell'articolo"

"Io ti avevo chiesto della tua infanzia, e tu mi hai risposto, come da accordo!" stavolta è Atsuko a risponde a tono, alzandosi di scatto con le mani strette a pugno lungo i fianchi.

Lui non sembra tirarsi indietro.

"No, avevi fatto una supposizione errata su di me e io ti ho spiegato come stavano le cose. Non stavi prendendo nessun appunto, e io non stavo rispondendo a nessuna domanda.
Mi stavo aprendo con te, Sakai, non mi stavo facendo intervistare"

A quelle parole, gli occhi della ragazza si inumidiscono, e deve mordere il labbro inferiore per non far trasparire l'evidente tremolio.

"B-beh, non sei stato molto...chiaro" prova a rispondere, distendendo le mani e abbassando lo sguardo.

"Ora sento tutti parlare dei miei genitori, tutti che inventano cose sul perché mio padre sia in America ora, cosa combini mia madre e storie sulla mia mano sinistra. E non mi piace, Sakai"

Il tono di voce di Ushijima la uccide ad ogni parola, come quando le aveva detto che si era baciato con Hayakawa.
Ma questa volta era peggio, perché era colpa sua, era stata lei la causa di tutto.
Le lacrime, prima solamente depositate sui suoi occhi, ora scendono copiosamente lungo le chiare guance di Atsuko, andando a scurire il sentiero di pietra sotto di lei.
Non vuole guardarlo in faccia.

"Ti avevo chiesto se volevi leggerlo prima della pubblicazione" sussurra tra i singhiozzi, la voce rotta e a malapena udibile.

"Non ho voluto leggerlo perché mi fidavo di te, Sakai"

La ragazza alza lo sguardo un attimo, un ultima volta prima che lui si volti.
I suoi tratti, prima piegati nella rabbia piú cieca, ora sono distesi.
Le labbra chiuse, quasi strette, gli occhi che sembravano un poco piú grandi e le sopracciglia inarcate all'insú.
Era ferito.
Poi, si volta, e i loro occhi si dividono.

Mi fidavo.



Note autrice:
Mancano solo un paio di capitoli alla fine di questa storiella, spero che abbiate apprezzato questo capitolone arrivato con un poco di ritardo.
Spero che Ushijima non risulti OOC e che questa possa essere una sua reazione se si arrabbiasse (purtroppo non ho avuto il privilegio di vedere Wakatoshi arrabbiato per sapere esattamente com'é)
Il motivo del litigio puó sembrare stupido, ma in Giappone il divorzio è una cosa estremamente seria e, per la concezione di famiglia lí, spesso fonte di vergogna o disonore, perció sono volati i santi in questo capitolo.
Vi attendo al prossimo!
Hikarigauka.
   
 
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