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Autore: kiku_san    23/01/2021    1 recensioni
Frammenti di vita, confusi nel tempo breve di incontri rubati, possibili o impossibili.
Perdersi, ritrovarsi e di nuovo perdersi, sapendo che a loro non sarà concesso di fermarsi insieme.
[WinterWidow]
-
#1.1 Mosca-
#1.2 Mosca-
#1.3Mosca-
#2.Odessa-
#3 Washington-
#4.Bucarest-
#5.Berlino-
#6.Wakanda-
#7.Birnin-Zana-
#8.New York.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note: L’incontro si rifà al film Avengers Infinity War. Con questa OS si concludono gli incontri più o meno "possibili", spero che chi li ha letti li abbia trovati piacevoli e coerenti. Il prossimo e ultimo incontro sarà assolutamente "impossibile" ma anche irrinunciabile.


Winterwidow∞Incontri



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#7. BIRNIN ZANA – 2017 -




(POV Black Widow.)

Mentre il Wakanda si presenta con tutta la bellezza di una terra ancora quasi completamente vergine, con catene montuose, lussureggianti valli fluviali, fiumi e laghi che si snodano sotto di noi, Steve imposta i comandi del quinjet per perdere gradualmente quota e velocità, preparandosi alla manovra di atterraggio.
Birnin Zana la capitale, “the Gold City” apre i suoi schermi prottetivi, come una madre aprirebbe le braccia al figlio di ritorno da un lungo viaggio.
Atterriamo e veniamo accolti da Re T’Challa in persona con al seguito Ayo, a cui mi lega una certa antipatia reciproca, ma la situazione è già abbastanza critica senza dover andare a recuperare vecchi battibecchi su chi si sposta o si fa spostare.
Tutti noi sappiamo che quello che ci manca è soprattutto il tempo e ognuno cerca di essere il più efficace possibile, per sperare di riuscire a distruggere la Gemma della Mente senza eliminare Visione, prima che Thanos riesca ad impadronirsene.
Re T’Challa enumera brevemente i nostri alleati: la Tribù del Confine, le Guardie reali, le Dora Milaje, M’Baku e i Jabari.
-Non siamo molti- penso, cercando di conservare solo per me il presentimento di un disastro imminente.
E poi arriva lui e Steve abbandona qualsiasi discorso per correre ad abbracciarlo, mentre io rimango in disparte senza rivolgergli neppure un’occhiata, solo assaporando la sua voce morbida e bassa.
Il dovere ci chiama, accompagniamo Visione nel laboratorio della principessa Shuri e poi cerchiamo di pianificare quello che potrebbe con molta facilità essere il nostro ultimo scontro: non c’è molto da dire, le truppe del Re sono sotto il suo comando e noi non abbiamo bisogno di grandi piani strategici, abbiamo combattuto molte battaglie come alleati e qualcuna come nemici, sappiamo bene il contributo che ognuno di noi può dare, i punti di forza e quelli di debolezza di ciascuno, sappiamo che nessuno verrà lasciato indietro, che possiamo contare uno sull’altro fino alla fine e questa è la cosa migliore che un guerriero può sperare prima della battaglia: la fiducia assoluta nei suoi compagni.
Mi allontano dal gruppo e lo cerco con gli occhi trovandolo poco discosto, intento a pulire le armi che ha in dotazione: le allinea su di un tavolo, conta le munizioni, sistema i caricatori e verifica lo stato della canna. Lo osservo cercando di imprimermi nella memoria i suoi gesti precisi, la sua postura prestante e sciolta, la sua espressione che conserva ancora qualcosa di selvatico del Soldato, in bilico tra l’istinto di fuga e quello d’attacco, stemperato però dalla coscienza che anche se il passato è sempre lì e indietro non si torna, si può combatterlo, sperando di essere degni di essere salvati.
Mi avvicino cercando di imprimermi sulla faccia, per i possibili impiccioni, solo innocua curiosità; lui alza gli occhi accorgendosi della mia presenza prima che io possa solo aprire bocca e mi sorride, provocandomi una ferita nel cuore e un groppo di commozione in gola: è un sorriso tenero e triste il suo, pieno di rimpianto, pieno della consapevolezza che le cose non stanno andando come avevamo sperato, perché le cose per noi non seguono mai i desideri, perché anche la speranza è un lusso che non ci siamo mai concessi e non c’è nessuna ragione al mondo perché proprio adesso dovremmo concedercela.
Ricaccio in gola il groppo che mi si è formato e ricambio il sorriso, accennando con il capo al suo nuovo braccio.
“Bello, molto elegante.”
“Grazie, anche se non è il suo requisito principale.”
“Funziona bene come l’altro?”
“Anche meglio…” poi accenna ai miei capelli, “E tu? Bionda?”
Mi tocco i capelli con un pizzico d’imbarazzo, è assurdo come di fronte ai suoi complimenti mi senta sempre la piccola Natalia della Red Room.
“A noi donne piace cambiare ogni tanto” e mi trattengo a forza dal chiedergli -Come sto?- perché a tutto c’è un limite.
“Sei diversa, ma sempre molto bella“ risponde lui come se mi avesse letto nella mente.
Il silenzio cala su di noi come una coperta bagnata, vorrei dirgli cose che non ho mai potuto dirgli, cose che non ho mai pensato di dirgli: di come lui sia stato il mio primo amore e la mia prima vera perdita, di come a Mosca io abbia amato sia il Soldato che James e solo ad Odessa mi sia resa conto di come il Soldato fosse il nemico, quello che aveva schiacciato James fino a distruggerlo, cancellando tutto quello che c’era stato tra di noi. Era stata Odessa e poi ancora di più Washington a convincermi che James fosse perduto per sempre, perché gli occhi del Soldato erano quelli che conoscevo ma il suo sguardo era quello d’un estraneo, perché il viso era quello dell’uomo che avevo amato, ma senza il suo sorriso era solo una maschera impersonale. Ora vorrei chiedergli di perdonarmi per non avere avuto fede, come invece ha dimostrato di averla Steve, di aver perso la speranza, di essermi arresa. Se James Buchanan Barnes è qui davanti a me, non è per merito mio.
“Hai gli occhi stanchi, hai un’espressione triste” rompe il silenzio lui, con quella capacità di dare voce ai suoi sentimenti senza una protezione per nessuno dei due.
“Lo sono, stavo pensando a ritirarmi a vita privata prima che questo megalomane, egocentrico decidesse di cambiare l’Universo per i suoi sofismi filosofici, mandando al diavolo i miei piani.”
“La pensione non ti si addice.”
“Ho un amico che ci è andato: ha una bella casa, circondata da un lotto di terra fertile, una moglie, tre figli che mi chiamano zia, perché no?”
Perché siamo ciò che siamo e siamo dove dobbiamo essere, che ci piaccia o no.”
“E’ solo questo il nostro destino? Quello di combattere per salvare il mondo? E noi? Qualcuno salverà mai noi?”
Mi regala un sorriso triste e gli occhi chiari gli si riempiono d’ombre.
“Non avrei voluto combattere di nuovo, ma quello che vogliamo noi è ininfluente, dovrei ormai averlo imparato” ridacchia, “Però avrebbe potuto andarmi molto peggio, fra poco ci sarà battaglia e io sono qui con Steve e con te per mia libera scelta, è molto più di quello che avrei potuto chiedere.”
Allungo la mano, gli accarezzo le dita, è tutto quello che possiamo fare in questi pochi minuti che ci separano dalla guerra.
“Vorrei almeno baciarti, avere ancora una notte per noi nella tua capanna accanto al lago” gli mormoro.
“L’avremo… La prossima volta.”
“Tu pensi ci sarà?”
“C’è sempre.”
“Non bluffare con me.”
“Non sto bluffando… Dobbiamo credere che ci sarà sempre una prossima volta Natalia, anche se tutti i fatti ci dicono di no” e c’è un sentore di tenerezza nella sua voce che sembra rassegnazione.
Vedo con la coda dell’occhio che Steve si sta avvicinando con lo sguardo un po’ perplesso, le nostre dita si sciolgono rapidamente, i nostri corpi si allontanano impercettibilmente e assumono una postura più rigida. James aspetta che Steve sia abbastanza vicino da poter sentire, poi piega la testa di lato socchiudendo gli occhi come un gatto e alza le labbra in un sorrisetto sornione: “Agente Romanoff” mi saluta portando due dita alla fronte, poi torna a dedicare tutta la sua attenzione all’arma che sta rimontando.
“Sergente Barnes” ricambio la cortesia e mi allontano.
“Ti ho visto parlare con Bucky” mi chiede Steve quando lo affianco, guardandomi stupito.
“Con chi?”
“Con il Sergente Barnes.”
“Sì, stavo ammirando il suo nuovo braccio.”
Steve mi guarda di nuovo in procinto di dire qualcosa, ma la sua attenzione è attirata dai due scagnozzi di Thanos al di là della parete protettiva.
Quando torniamo dopo l’inutile teatrino di parlamentare e gli Outriders vengono scaricati a frotte, mi volto a guardarmi attorno prima di partire alla carica e accanto a me c’è James.
Io e la speranza non siamo mai andate d’accordo, penso sia solo il tentativo di esorcizzare il futuro che ci preoccupa, quindi non spero in un avvenire migliore, ma qui ed ora mi sento viva come non lo sono mai stata, senza più colpe, senza più dolore, senza più paura di restare delusa o sconfitta.
I nostri sguardi si incrociano, non c’è più tempo per nulla.
“Oggi siamo insieme.” mormoro.
“Fino alla fine del mondo” risponde.
  
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