Epilogo
Nell’atmosfera
rarefatta Kata e Anef si
scambiavano sguardi amorevoli. Kata si sentiva
diversa, ora che le era stato affidato quel cucciolo d’uomo che teneva in
braccio. Diversa, ma allo stesso tempo molto fortunata. Non capitava a tutte le
ESA un compito simile.
Si lasciò scivolare sino a suo marito, poi si arrestò di colpo.
Per la prima volta dopo cento anni, quel coso appeso alla parete emise un suono…lungo
e vibrante, come di qualcuno che si è appena risvegliato da un lungo sonno…un
sonno durato un secolo, appunto. Poi parlò.
Kata aspettò che le parole raggiungessero la
testa, poi comprese. L’essere aveva detto:-Kzuk abk elako>>
(-Sto ancora aspettando)
Kata si affrettò ad inviare un’onda calmante ad
Anef, il quale, dopo averla recepita, rispose, con
tutta la cortesia di questo mondo:-Elakort
af egirt.>> (Aspetta che il tuo simile cresca);
<<Wezenat akt iotyij>> (-Abbiamo
detto 19 anni).
L’essere con la
maschera di Hota non ribattè,
così Kata si sentì sollevata. Aveva paura di lui. D’altronde
ne avevano tutti: si comportavano in modo strano, gli umani.Eppoi, chissà che poteri avevano in quei cosi lunghi
che gli fuoriuscivano dal busto…
Anef comunicò:-Asoka, Kata! Aho
iytla ofaret uif, ada Gohet
aho entarfe uuhi>> Ovvero:attenta,Kata! Non
lasciare che la paura si impadronisca di te,
altrimenti Gohet( il Terzo Occhio) non manterrà il
piccolo>>
<<Aseto, Anef. Aka encrt
ho Hola ac ets>> Ossia:Tranquillo, Anef, sono sempre concentrata sulla Hola(
bolla di ossigeno) in cui è racchiuso>>
I due mostri
scivolarono fuori dalla stanza senza degnarlo di un
saluto. –Ormai non fanno neanche più caso a me>>pensò
l’umano.Provava un odio profondo verso quegli esseri
viscidi che nemmeno respiravano.
-Speriamo solo che
il piccolo cresca in fretta.Non si adatterà
facilmente alla Terra. Qui sono così diversi…-
Chiuse
gli occhi nascosti sotto la maschera di Hota e si
addormentò.Di nuovo.Ma stavolta solo per diciotto anni…