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Autore: loreley90    23/01/2021    1 recensioni
Come la prenderà il Capitano Bishop nel sentire la sua bellissima fidanzata italiana chiamare nel sonno la sua ex? I primi passi della loro convivenza si faranno più difficili o sarà la scusa per affrontare questioni non del tutto risolte?
Crossover Station19
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Carina De Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Carina POV

"Arizona torna a vivere qui a Seattle. Stabilmente, intendo... l'ho scoperto oggi. Volevo lo sapessi."

Non sembri particolarmente sorpresa.

"Ah" è tutto ciò che ottengo come risposta.

Non ho molto altro da aggiungere a quanto detto. Così, per riempire questo silenzio, bevo anch'io un po' di birra. 

Mi sento più leggera ora che lo sai. Non che la notizia si rifletta in qualche modo sulla nostra relazione, ma era sbagliato tenertelo nascosto e per di più non oso immaginare quale reazione avresti avuto ad apprendere la notizia da qualcun altro chissà quando.

"Quando l'hai saputo? Te l'ha detto lei?" rispondi, con un tono che sembra quasi tagliente. 

"Si, me ne ha parlato stamattina, appena ci siamo viste..." 

"Intendi quando vi siete viste a colazione?" ribatti. 

Non sbagliavo, c'era effettivamente qualcosa di strano nella tua voce. Butti giù un altro sorso di birra, appena concludi la frase. Come hai fatto a scoprirlo? Cioè, te l'avrei detto... o almeno voglio credere che sia così.

"Come sai che ci siamo viste a colazione?" ti chiedo. La tua faccia è sconcertata dalla mia domanda. In effetti, avrei potuto esprimermi meglio... è che questa cosa mi ha leggermente presa in contropiede.

"Davvero?! Tutto quello che sai dirmi è come l'ho scoperto, Carina?" rispondi, visibilmente irritata. Ti alzi dalla sedia di scatto, battendo le mani sul tavolo. Mi irrigidisco a questo tuo gesto: so di essere in torto, ma questo non giustifica una reazione così impetuosa. Ti giri, dandomi le spalle, e vedendoti abbassare la testa capisco che ti sei già pentita di questa tua reazione. Sento il tuo respiro farsi più profondo, cerchi di ritrovare la calma, il controllo di te. 

"Mi... mi aveva chiesto di trovare un momento per parlare..." è l'unica cosa che riesco a dire. 

"...e?"

"E... ci siamo viste per un caffè. Tutto qui..." ti rispondo. Volti leggermente il viso e sento che credi alle mie parole. Ma non mi guardi, non dici una parola, il che mi gela il sangue. 

"Maya, per favore... dì qualcosa", ti chiedo implorante. Ho bisogno di sapere cosa pensi, cosa ti passa per la testa, per il cuore, in questo momento.

"Ok..." sentenzi. Due lettere che a tuo avviso sembrano essere una risposta sufficiente alla mia richiesta. A me però serve qualcosa di più. Ora mi servi tu. E tutto ciò che vorrai buttarmi addosso.

"Ok cosa?" 

Mi alzo anch'io e vengo verso di te, lentamente.

Cammino attorno al tavolo, fino ad arrivare ad un metro da te.

"Se mi dici che non c'è altro a me basta", mi dici. Non riesci però ancora a rivolgere il tuo sguardo verso di me, così prendo la tua mano tra le mie.

Ti giri verso di me, hai gli occhi lucidi. 

"Scusa se non te l'ho detto subito... avrei dovuto, ho sbagliato..." dico, senza togliere nemmeno per un secondo gli occhi da te.

"No, no, Carina, ti prego... non ti scusare. Sono io che ho esagerato, è solo che..." 

Ti blocchi, esiti. Capisco però che quello che stai cercando con tutte le tue forze di tirare fuori è importante, e vuoi essere sicura che le parole che dirai siano quelle giuste.

Mi avvicino ancora di più a te e ti prendo il viso tra le mani dolcemente. 

"Maya, sai che puoi dirmi tutto" ti dico, per rassicurarti.

"Grrrr... è così difficile..." 

Sembra quasi che tu stia combattendo con te stessa, te lo leggo in faccia. Sul tuo viso trovo i segni di questa difficoltà, che diventa quasi fisica, di tirare fuori le tue emozioni, quello che provi. 

Finalmente i tuoi occhi incrociano i miei, e in essi vedo riflessa una fragilità che sai nascondere bene a tutti... ma non a me. Ed è forse una delle cose che mi ha fatta innamorare di te. Tu pensi di avermi conquistata con il tuo fare sprezzante, quella sera da Joe. Ma è stata la prima volta che ti ho vista in tutta la tua fragilità che ho capito quanto fossi speciale.

"Ho paura tu possa scegliere lei..." dici, aprendoti finalmente a me. E questa frase è come una lama che lentamente penetra il mio fianco. La tua non è semplice gelosia, non si tratta di questo... è paura di perdermi. 

"Non... non dirlo neanche per scherzo. Sono innamorata di te, Maya!"

Le mie parole non ti sembrano bastare però. Capisco che ti serve di più, di più di questo, ma mi sento come se non avessi ancora tutti i pezzi del puzzle.

"Arizona... Arizona, non lasciarmi" sussurri, mentre abbassi lo sguardo. E in questo momento davvero non capisco cosa tu stia dicendo, o a che gioco tu stia giocando... se quella che stai facendo è una grottesca caricatura di come pensi che sia io davanti a lei oppure vuoi solo ricordarmi come mi sono sentita quando ho pronunciato quelle parole, mentre sentivo il mio cuore andare in frantumi.

Ti conosco però e so che se il tuo scopo fosse solo quello di ferirmi, il tuo sguardo sprezzante sarebbe puntato dritto su di me. Vorresti vedermi stare male ad ogni singola tua parola o meglio... questo è quello che avrebbe fatto la vecchia Maya. Ma tu non sei più quella persona, almeno credo.

"Maya, parlami... parliamone! Io... continuo a non capire..." 

Le mie parole sono sempre più incerte. 

"Lo hai ripetuto tu, nel sonno, l'altra notte..."

Sento queste parole e la mia risposta arriva d'istinto.

"Maya, non so di preciso che scherzi possa avermi fatto il mio subconscio nel sonno, ma penso sia comprensibile che rivederla possa avermi un po' scossa", replico, decisa ma senza aggressività nella mia voce. 

"Non intendevo quella notte... ma la notte prima di rivederla..."

Questo devo ammettere che un po' mi destabilizza. Non so bene cosa rispondere, ma in questo, per fortuna, mi vieni incontro tu.

 

Maya POV

Non posso credere di aver davvero tirato in ballo quella frase. Mi crederai un'idiota per aver dato peso a delle parole dette nel sonno e sono io la prima a pensarlo.

"Non sto dicendo che questo sia importante, ma me lo tengo dentro da giorni. E questa strana coincidenza... è come se in qualche strano modo una parte di te sentisse già che sarebbe tornata."

Ho capito che se voglio migliorarmi, se voglio davvero dare una possibilità alla nostra relazione, devo imparare a non tenere nell'ombra le mie emozioni, perché poi si finisce per farsi del male, in un modo o nell'altro. 

"Quando l'abbiamo vista, sinceramente sono rimasta spiazzata. Avevo trovato una vostra foto, dentro ai tuoi scatoloni quando ti sei trasferita, ma non pensavo potesse essere così... diciamo che quando ci siamo presentate ho avuto la sensazione di non poter reggere il confronto con una donna come lei... e mi son bastati 30 secondi per capirlo."

Ecco qui, la Maya insicura, fragile, debole che esce totalmente allo scoperto. Fino a non molto tempo fa me ne sarei vergognata, avrei guardato a me stessa come ad una patetica sconosciuta. 

Poi ho iniziato la terapia, e tu mi sei stata vicina ad ogni passo, con una forza e un amore che forse non ho mai del tutto meritato... ma ci sto lavorando, ci stiamo lavorando. 

"Maya... non dire così, ti prego. Guardami, guarda me... occhi su di me!"

Occhi su di me... con il tempo è diventata una sorta di formula magica per i momenti difficili, quando i sentimenti e i pensieri iniziano a turbarmi... sai che con quelle semplici parole torno sempre da te. Il tuo sguardo è così intenso che quasi mi toglie il fiato, mi fa sentire a casa. Tu sei la mia casa... e non voglio perderti.

"Maya, ascoltami... la storia con Arizona è stata importante, non posso negarlo. E lei ha carisma, sa affascinare chiunque si trovi davanti. Però il modo in cui mi ha lasciata, senza voltarsi indietro... non lo posso dimenticare e tanto meno cancellare. Sinceramente non mi interessa nemmeno farlo!"

Hai ragione, ha carisma da vendere quella donna. Mi chiedo però se senza aver sentito quelle tue parole, la notte prima che la incontrassimo, mi sarei sentita altrettanto in soggezione.

"Quando le cose si sono fatte difficili lei ha mollato. Ha scelto la via più facile. Tu invece hai combattuto, per noi, per la nostra storia. Mi avevi ferita, umiliata, e io avevo costruito un muro tra di noi, per difendermi... ma non ti sei arresa, non hai mollato. Hai lottato per avere la possibilità di rimediare al tuo sbaglio, abbiamo affrontato insieme le difficoltà e ricostruito il nostro rapporto da zero. Insieme... questo è il punto, Maya! Lo abbiamo fatto insieme."

A quanto pare una cosa dopo tutto l'ho fatta giusta. Ho capito che dovevo tornare da te.

E tornerò sempre da te. 

"Baciami, bella..." mi chiedi.

Poso le labbra sulle tue, per un bacio che vuole darti tutta me stessa, le mie insicurezze, le mie fragilità. E chiede solo una cosa in cambio... che tu continui ad amarmi così, per quella che sono.

"Non vado da nessuna parte, Maya" mi sussurri, quasi a voler ribadire il concetto. In fondo ho bisogno, e tu lo sai.

Le tue labbra toccano le mie ripetutamente, mentre il tuo corpo spinge contro il mio, facendomi arretrare, fino a toccare con la schiena la parete. I tuoi baci si fanno sempre più avidi, le tue mani sul mio viso lo attirano se possibile ancora più vicino al tuo. Le mie mani salgono dai tuoi fianchi lungo la schiena, mentre ti stringo a me, sentendo ogni tua forma entrare in contatto con il mio corpo. 

Interrompi i nostri baci e per un attimo è come se mi mancasse il respiro, come se tu fossi il mio ossigeno. Prendo i lembi della tua maglia, alzandola fino a togliertela, e appena te ne liberi le tue labbra si fiondano nuovamente sulle mie, ancora più fameliche, ancora più passionali. 

Mi stai facendo perdere la testa, ma nel momento in cui avvicini la tua bocca al mio orecchio capisco che sono totalmente in tua balìa. 

"Fammi tua", sussurri e il tuo respiro caldo mi irradia di brividi di piacere.

Due parole, che sembrano sufficienti però per mandare in tilt il mio cervello per qualche secondo.

Ti sollevo e con le gambe mi cingi la vita, mentre con te tra le mie braccia mi avvio verso la nostra camera. 

Arrivate in camera, ti metto giù sul letto e ti guardo sdraiarti comodamente.

Mi sfilo rapidamente la maglietta, che appallottolo prima di gettare sul pavimento. Senza staccare nemmeno per un secondo gli occhi da te, abbasso i pantaloni della tuta, prima di lasciarli cadere e sfilarli con un rapido movimento di piedi.

Ti mordi il labbro, prima di metterti in ginocchio sul letto e venire verso di me. Con un gesto felino, passi la mano dietro al mio collo e mi baci, mentre mi trascini sul letto con te, impaziente di farmi tua.

   
 
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