Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    27/01/2021    1 recensioni
(Seguito di Spring will come again)
Rickon e Shireen si amano di un amore impossibile, un amore bambino, che è dolce come un sogno e ha i giorni contati.
Amano le storie tragiche e impossibili, quelle d'amore finito in tragedia.
Amano il Principe Drago e la sua Lady Lyanna. Amano i Leoni dell'Ovest.
Si amano per gioco e per necessità e perché lo vogliono davvero, ma quando i sogni si infrangono la realtà fa ancora più male
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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Shireen ripensa a quella notte, alle mani di Rickon che la graffiavano, ai suoi occhi scintillanti di odio. É lui il colpevole. Lei è innocente.
Ripensa alle promesse e alle rose, a come si siano rivelati solo sciocchi giochi tra bambini. É lui che l'ha illusa. É lui il colpevole.
Ripensa alle favole che amava da bambina, a come di notte rimanesse sveglia a guardare la luna. É lei che si è lasciata ingannare, che ha confuso il sogno con la realtà.
Ripensa ancora a quella notte, a come lo abbia provocato, a come lo volesse ferire fino a fargli perdere il controllo. È lei che ha superato i limiti, che si è spinta troppo oltre.
Chi è innocente, chi è colpevole? Chi ha usato chi? Chi ha ingannato chi? Chi ha mentito a chi?
Irene aspetta una risposta che lei non sa dare.
-Nessuno mia Regina. Tra noi non è successo nulla di grave, solo uno sciocco litigio che si risolverà da solo-
-Niente si risolve da solo e il tempo non è la cura migliore per tutto-.
Irene le mostra il fazzoletto sporco di sangue.
-Io non ne ho più. Puoi scegliere di non dirmi cosa è successo, puoi continuare a nasconderti dietro all'arroganza come fai sempre da che eri bambina. Non è più importante, Shireen, perché io sto morendo e Rickon avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile-.
Le posa le mani sulle spalle e la costringe a incontrare i suoi occhi nello specchio. Shireen trattiene il fiato e sento uno strano gelo propagarsi dal cuore.
-Non metterti a piangere-é un ordine, naturalmente,e Shireen per un attimo è tentata di lasciar cadere le lacrime solo per dispetto, per dimostrare ad Irene che non la controlla e non lo ha mai fatto.
-Non mi servono le tue lacrime, mi serve la tua testa. Ci sono cose che devi imparare e ho poco tempo per insegnartele-.
Rickon non basta, non basterà mai. Serve una Regina degna di questo nome.
Shireen annuisce e Irene fa altrettanto.
C'è una strana immobilità nell'aria e la Regina si chiede ironica se gli Dei stiano trattenendo il fiato lanciando una moneta. Il gioco è ricominciato e Shireen dovrà esserne all'altezza.

Hanno davvero poco tempo ma Irene finge di non curarsene e Shireen è un'allieva attenta, pronta e veloce. É già capace, in realtà, conosce i rudimenti del gioco, sa come usare le parole ed è paziente, cosa che non si può dire di Rickon.
Deve imparare a scomparire, a stare sempre un passo dietro al Re, a sussurragli all'orecchio al momento giusto.
Deve imparare la strategia. Sa usare una spada, se necessario, non la danza dell'acqua, e non all'altezza di un cavaliere, ma sa difendersi e sa attaccare. Sa uccidere?
Irene decide che è una domanda per un altro giorno e si dice che in caso di vera necessità tutti sanno uccidere. I lupi uccidono per proteggere il proprio branco.
È questo, alla fine, il problema.
Shireen è un diamante allo stato grezzo e nelle sue vene fluiscono fuoco e ghiaccio. É arrogante e non dimentica mai un torto e giura sempre di farlo pagare.
Mantiene sempre le promesse.
Tanta teatralità non va bene, tanta ostinazione non va bene. Va temprata, bisogna smussare gli spigoli e conservare gli artigli.
Saper plasmare le persone è un'arte ed è questo che un buon maestro deve saper fare. Deve manipolare per insegnare a farlo. Shireen é fin troppo perspicace e ha già capito, si lascia guidare fino a un certo punto, accetta di scendere a compromessi ma Irene sa che sta tenendo il conto dei sacrifici che sta compiendo.
Si è offerta volontaria e questo é qualcosa che la Regina non si fa problemi ad usare contro di lei.
A volte, stesa a letto, quando le sembra di non riuscire ad arrivare al prossimo respiro per tutto il sangue che le invade la gola, si chiede se ciò che sta facendo sia giusto, se corrompere in questo modo qualcosa di già ridotto in pezzi come il cuore e lo spirito della ragazzina sia davvero così necessario. Si chiede cosa penserebbe sua madre ma scaccia innervosita questa preoccupazione: dei morti bisogna imparare ciò che hanno da insegnare senza preoccuparsi del loro giudizio.
E poi, sussurra quella voce che la accompagna da quando ha scoperto della morte di Myrcella, quella che lei definisce la sua Cersei personale, Sansa ha fatto lo stesso con lei e con Catelyn. Condannare la sua stessa figlia per star facendo lo stesso sarebbe da ipocrita.
-Perché me? -, chiede Shireen una sera.
-Perché non Violet o Benjen o Rickon che regnerà di nome e di fatto? -.
-Il tempo è poco e a me serve qualcuno che sapesse già destreggiarsi tra le ombre del gioco-
-E io so farlo? -
-La modestia non ti si addice-
-Ma è ciò che si aspettano da me-.
-Sai come è chiamata mia madre? -
-Ha troppi titoli per ricordarli tutti-. Irene sorride suo malgrado e si trova a darle ragione.
-Prego, allora. Elencali-
-Ma... -
-Coraggio-
-Portatrice di Primavera, Regina di Ghiaccio, Lupa Rossa... -
-Sai come la chiamava Cersei Lannister? -
Shireen scuote la testa.
-Colombella-.
Si metterebbe a ridere. Sansa Stark che ha combattuto i Draghi e i Morti, che ha ucciso anche senza rimorso, paragonata a un innocuo uccellino? È un'altra, però, la domanda che sfugge dalle sue labbra.
-Stai cercando di farmi diventare Cersei o Sansa? -.
-Nessuna delle due-. Entrambe é la vera risposta che resta sospesa nel silenzio della stanza.
-Se vuoi essere una Regina migliore di chi è venuto prima di te impara dai suoi errori e non dimenticare i suoi successi-.
-Io non sono una Regina e non lo sarò mai-.
Vede una corona di rose e sogni brillanti come le stelle.
-Le Regina non sono immuni al dolore e alla morte-.
Cersei e Daenerys e Sansa e Elia e Rhaella e tutte quelle donne che il mondo ha dimenticato.
-Hai ragione. Ma non serve una corona per regnare e il dolore è necessario, altrimenti non si cresce-.
Irene sta per aggiungere qualcos'altro ma la tosse la costringe a piegarsi in due. Shireen distoglie gli occhi angosciata per ciò che ha imparato. É una Regina quella che ha davanti. Una Regina piegata dalla malattia. Nessuno è al sicuro dal dolore e dalla morte. Nessuno può proteggere nessuno.
-Guardami. Vedrai cose sicuramente più brutte di me in futuro-. É aspra Irene, imbarazzata e umiliata, e quindi più severa.
-Vai adesso. Abbiamo lavorato abbastanza-.
   
 
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