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Autore: NateBabbane    28/01/2021    0 recensioni
La Seconda Guerra Magica è ufficialmente iniziata. In tutta Europa i maghi e le creature oscure sono in fermento. Il ministero inglese non è all'altezza della situazione.
Laura non riesce a darsi pace per la sparizione di un suo caro amico avvenuta in Bulgaria.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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C A P I T O L O 1
 
DI QUA E DI LÀ

 
 
Il cielo blu intenso dell’Irlanda faceva contrasto con il vasto prato verde: l’immensa distesa color smeraldo, mossa dall'invisibile pettine del vento, nascondeva una casetta di pietra.
Era un nascondiglio efficace: sufficientemente distante da qualsiasi autostrada o altri mezzi di comunicazione Babbani e protetta da numerosi incantesimi respingi-Babbano.
Una giovane ragazza coi capelli rossi e la pelle color madreperla, di statura bassa, stava aprendo la porta di quella casa con i gomiti, poiché aveva le mani occupate.
 
« Alohomora
Gridò una voce maschile dall’interno.
La porta d’ingresso si spalancò e Sarah rovesciò la caraffa di latte che stava trasportando.
« Duncan! Sei un idiota!»
« Reparo»
Rise il fratello, rimettendo in sesto la caraffa e facendo svanire il latte.
« Scusa, sai ma mi diverto sempre a ricordare che alle sorelline minori è vietato usare la magia fuori da scuola».
Duncan era un affascinante giovane uomo, coi capelli a metà fra il biondo e il rosso, gli occhi dello stesso taglio e colore di quelli di Sarah.
« Sei doppiamente un idiota» lo rimbeccò sua sorella, sempre di cattivo umore:
« Numero uno, devi chiedermi la parola d'ordine. Numero due, se fossi stata un Mangiamorte, mi avresti fornito informazioni su di me».
« E a quale Mangiamorte dovrebbero interessare informazioni su una piccoletta rossa e rompiscatole?» continuò Duncan, ridendo.
Sarah esalò un sospiro pesante: « Senti. Proviamo ad essere seri. È una regola intimata dal Ministero!»
« Il ritorno di Tu-Sai-Chi non può impedirmi di stare allegro, anzi. C'è proprio bisogno di risate. Comunque, seguiamo le regole: voglio sapere come si chiama il tuo gatto e la canzone che hai cantato al pub per l'ultimo dell'anno»
Sarah rispose, in un sospiro: « Il gatto si chiama Palla e ho cantato Molly Malone, cosa che non succederà mai più, tra l'altro»
« Puoi entrare. Non sei un pazzo assassino».
Duncan fece un gesto ampio e concesse a Sarah l'ingresso nel salotto.
Da una stanza alle loro spalle, si aggiunse una terza voce:
« Sarah hai portato quel latte? Devo preparare le frittelle di patate per il pub».
Era il secondo fratello di Sarah: Eean. Simile a Duncan, ma meno attraente.
« Devo andare di nuovo al laboratorio. Duncan me l'ha fatto cadere»
« Non è vero!».
Sarah uscì, lasciando la porta aperta e si diresse con la brocca al laboratorio dove sua madre preparava pozioni, sperimentava nuove bevande conservava vari ingredienti. Era più piccolo del laboratorio che avevano giù al pub (Il Trifoglio Musicale) ma a Sarah piaceva: dentro c'erano quattro grandi fusti e un tavolo pieno di provette, l'odore che vi si respirava era sempre interessante.
Sarah riempì la brocca al fusto che conteneva il latte, poi tornò in casa dove i suoi fratelli stavano sempre battibeccando.
Un grassissimo gatto marrone chiaro spuntò dalle scale di pietra e accorse per reclamare il latte.
« Palla!» continuò Sarah consegnando il latte a Eean e prendendo il gattone in collo « quello non è per te, vieni, andiamo di sopra a fare le ninne».
Il gatto cominciò a fare le fusa.
Sarah si allontanò dai fratelli e salì le scale.
Era agosto, Sarah immaginò che la posta da Hogwarts con l’elenco dei libri nuovi dovesse arrivare in quei giorni.
Avrebbe frequentato il terzo anno, non stava più nella pelle: si era fatta prestare dalla sua amica e compagna di Grifondoro Sam i libri di Antiche Rune. Si era divertita a imparare già qualche lettera dell’alfabeto runico. La parte in gaelico era facilissima: lei lo parlava dalla nascita. Le era venuto un tufo al cuore quando aveva trovato per caso una pagina tutta sottolineata, dal titolo:“Alfabeti Runici Antichi, rari e in disuso”. Era la pagina grazie alla quale avevano tradotto l'incisione sul guscio di Esmeralda e avevano scoperto che si trattava di un Lugano Nano femmina e di colore verde.
Mentre saliva sovrappensiero la scala di pietra , Sarah si fermò a osservare le foto della sua famiglia appese al muro: sua mamma e suo papà – molto più giovani di allora, i capelli di suo padre erano ancora rossi – le sorridevano da una cornice di mogano.
Il ritorno del Signore Oscuro era ormai stato ufficializzato anche dal Ministero della Magia. Quello, nonostante l’impegno nel distribuire fascicoli sulla protezione domestica ad ogni famiglia magica, non dava grandi segni di efficienza.
Il senso di insicurezza aveva già fatto ritorno in ogni mago che possedesse una qualsivoglia memoria del precedente periodo di terrore.
La famiglia di Sarah era considerata “Purosangue” dai folli che si preoccupavano di distinguere la qualità del sangue magico. Tuttavia le amicizie che si portava dietro avrebbero potuto condannarla come una “famiglia di traditori del sangue”.
La sua famiglia era piuttosto in vista, in Irlanda: possedevano il pub magico più famoso. Sarah era certa che suo padre non avrebbe mai chiuso il Trifoglio Musicale, nemmeno se fosse venuto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato in persona a chiederglielo. E sua madre era troppo orgogliosa, amava troppo le sfide, per nascondersi nell'ombra.
Sarah si preoccupava. Temeva che tutto potesse rompersi all'improvviso e che allora non ci sarebbe stato più rimedio.
 
Sarah lasciò andare Palla, che corse a coda ritta verso la camera della sua padrona. Lei salì in mansarda, arrampicandosi su una scaletta a pioli di legno.
Dalla finestra circolare, erano entrati diversi gufi: il primo che riconobbe fu Hoo-Hoo – il Gufo della Virginia appartenente a Sam –, poi Eulalia – la civetta minuta di Alice – e infine un allocco grigio che doveva venire da Hogwarts.
Hoo-Hoo tese la zampa in avanti, orgoglioso, in attesa di recapitare il messaggio. Sarah si divertì a prendere il suo messaggio per ultimo, giusto per vederlo rimanere immobile con la zampa tesa. Hoo-Hoo era un gufo con smanie di diligenza e infatti non si mosse.
Quando ebbe tutte le buste di pergamena in mano, la ragazza versò del becchime in tre ciotole e riempì una vaschetta d'acqua fresca.
Sarah raggiunse la propria camera, si sdraiò sul letto e iniziò a leggere:
 
Cara Sarah,
ieri sono arrivate le lettere di Hogwarts (anche la mia), così la mamma di Darcey è andata oggi a Diagon Alley. Non ci ha permesso di andare con lei. È molto preoccupata e non le piace che ci facciamo vedere troppo in giro.
Come ti ho già scritto, non me la sono sentita di spiegare la questione a mamma, papà, Lizzy e Bob. Mi sento un po’ in colpa per essere andata via da casa anche d’estate … praticamente quest’anno non li vedrò mai. Vedrò come sarà la situazione per le vacanze di Natale. Ho scritto alla Gazzetta del Profeta di non recapitare la posta a casa mia ma a quella di Darcey. Mia mamma impazzirebbe, se leggesse tutte queste novità e potrebbe diventare un pericolo per sé stessa.
Qui però, va tutto bene. Non ci sono stati problemi, né se ne sono letti sul giornale.
Ah, ho letto quel coso che ha mandato il ministero … quel compendio per la difesa domestica. Ho scritto anche a Terry per sapere cosa ne pensasse. Ovviamente, anche a lui sembra un po’ ridicolo. Secondo lui è creato apposta per disseminare il panico. Dice che il Ministero, ora, vuole mettere paura alla gente, come scusante per il fatto che si è comportato da nullafacente per tutto lo scorso anno.
Un po’ è vero.
Voi fate davvero quella cosa della parola d’ordine? La signora Clarke ci ha obbligate a farlo.
Credo di non avere nemmeno il permesso di raccontartelo via lettera, quindi faccio cadere qui l’argomento.
Ho letto l’articolo del nuovo Ministro, che garantisce la massima sicurezza a Hogwarts per l’anno scolastico. Tu cosa ne pensi? Lo conoscevi già? La tua famiglia sa chi è? Io non lo conosco, ma pare che sia l'ex capo dell'ufficio Auror ed è abbastanza rincuorante.
Ultima domanda: ha notizie dalle altre? Sai per caso qualche novità sul conto di Claire e Laura? Ancora non so cosa pensare di loro. Ci sono stati un sacco di arresti in questi mesi, ma non mi sembrava di riconoscere nessuno. Ho pregato tutte le divinità esistenti per vedere scritti i nomi di Austere Gamp e Dolores Umbridge nelle liste dei detenuti di Azkaban.
Baci,
Alice
(e ovviamente ti saluta anche Darcey!)
 
Appuntandosi mentalmente la risposta da scrivere, Sarah strappò l’incarto dell’altra busta.
 
Cara Sarah,
Hai letto sulla Gazzetta che ci daranno una scorta di Auror, a guardia del castello? So che è brutto da dire, ma è davvero emozionante: ti immagini? Essere protetti da chissà quanti e quali incantesimi, e per giunta una squadra di cacciatori di maghi oscuri alle nostre spalle.
Non nego però di essere preoccupata: quell’opuscolo sulla difesa personale è abbastanza inutile e spaventoso. L'unico effetto che ha sortito su di me è stato donarmi un perenne stato d'ansia.
Tu avevi idea di cosa fossero gli Inferi? Mamma mia … corpi morti usati come armi da combattimento … è orribile.
Non sapevo niente nemmeno della Maledizione Imperius. Ho letto che le Maledizioni Senza Perdono dovrebbero essere materia di studio al quarto anno di Hogwarts, ma figurati tu se quella vacca della Umbridge ce ne ha parlato! Ho bruciato “Teoria della Magia Difensiva”, per davvero. Anzi, ne ho conservata qualche pagina per il fondo della gabbia di Hoo-Hoo.
Dobbiamo assolutamente andare a Diagon Alley.
Da un lato, ho sentito dire che ha un aspetto spettrale e che molti negozianti hanno chiuso. Dall'altro dobbiamo passare … “tu sai dove”. Voglio farmi una scorta di scherzi e soprattutto dare un’occhiata.
Non sono mai uscita per tutta l'estate, mi mancate tutte terribilmente.
Mamma e papà mi hanno praticamente proibito di andare più in là del nostro giardino. Non sono nemmeno potuta andare a trovare le fate dei boschi che abitano nel querceto qui accanto.
Fammi un piacere. Se hai delle lettere da mandare, usa Hoo-Hoo. È tutta l’estate che smania. Io non ho parlato con nessun altro eccetto te e Alice (e Darcey), che ha già Eulalia.
So che Ibbie ha ospitato Darren per qualche settimana. Credo che siano andati insieme a vedere il primo spettacolo di non so che film Babbano. Credo che abbiano dormito per terra, fuori, in fila, per avere un biglietto.
Non ho altre notizie.
Le due di Serpeverde che faranno? Claire non ha più scuse: adesso è ovvio che Harry Potter aveva ragione. Ci sarà rimasta molto male.
Credi che ce la faremo a tornare il bel gruppo di amici che eravamo?
Un saluto,
 
Sam.
 
 
**
 
Quello stesso giorno, in una stanza di un Hotel, nei pressi della località balneare di Stutland, una signora piuttosto in carne si era affacciata alla finestra e, a causa di qualcosa che era successo, si era vestita alla bell’e meglio con una vestaglia di raso rosa confetto e si era precipitata nella hall, fuori di sé.
« Ma le pare il caso!!» gridò al receptionist – un giovane mingherlino – : « Le pare il caso che io venga al mare per sfuggire ai ritmi forsennati e alle strade di città e mi capiti uno stormo di gufi sopra la finestra!?! Come me lo spiega lei questo?!».
Sulla sua acconciatura notturna piena di bigodini, facevano la sua figura grandi e disgustose cacche di gufo.
Il giovanotto della reception passò tutta la mattina a cercare di convincere la signora che non era colpa sua se uno stormo di gufi aveva deciso di svolazzare proprio da quelle parti. Forse, se avesse saputo la verità, avrebbe potuto rifarsela con la segreteria di Hogwarts, scuola di Magia e Stregoneria.
Era proprio da lì che quei grandi allocchi grigi provenivano.
Si erano diretti a Stutland perché, poco distante da quell’hotel, un gruppetto di ragazzi stava passando le vacanze in una meravigliosa residenza (che agli occhi dei Babbani appariva come una casa diroccata, piena d’erbacce).
 
« Passa qui, Chad!»
Disse Adrian Pucey al suo amico, mentre si crogiolava su una poltrona di bambù, in veranda.
Warrington aveva appena raccolto due lettere che i gufi avevano lasciato cadere sul pavimento.
« Sono quelle di Hogwarts» fece Warrington rivolto alle due ragazze sedute su una comodissima panchina a dondolo, dalle tendine argentate.
« Oh! Davvero?».
Una delle due, magrolina, con gli occhiali rettangolari e i capelli di un castano miele, si alzò in direzione dell’amico.
Anche Pucey si alzò e agguantò la lettera prima di Laura, aprendola:
« Eddai! È mia! Dammela!»
« Voglio vedere chi è il capitano della squadra!» dichiarò Adrian, ignorando le proteste di Laura.
Claire attese in pace che qualcuno le portasse la sua lettera, continuando a sorseggiare il succo di un cocco aperto a metà.
Aprendo ed esaminando la pergamena aggiuntiva alla lettera dei libri per Laura, il ragazzo esclamò, deluso:
« Cosa?! Io ero convinto che fossi tu!»
« Stai scherzando, vero? Non ho mai giocato! E allora chi è? Il Cercatore?»
« Intanto tu hai giocato una partita. No, non è Malfoy. Dice: “si informano i membri della squadra di Quidditch che desiderano ripresentarsi al provino, che dovranno rivolgersi a Roland Urquhart, il nuovo Capitano”. Questo Urquhart non ho la minima idea di chi sia. Tu lo conosci, Graham?».
Da una sedia all’ombra, Montague alzò la testa in direzione di Laura e Adrian.
Era smunto e, rispetto all’anno precedente, molto dimagrito.
« Mai visto» , si pronunciò.
Il soggiorno nell’Armadio Svanitore l’aveva disturbato molto.
Era stato al San Mungo un paio di settimane e doveva prendere tre pozioni diverse al giorno per tutta l’estate.
 
Da quando Pucey aveva invitato i compagni di squadra (più Laura e Claire) nella residenza estiva della sua famiglia, Montague aveva raccontato loro quella che era sembrata a tutti una storia sia divertente che dolorosa: si era ritrovato in una specie di limbo, diviso a metà fra Hogwarts e un negozio di Notturn Alley, che guarda caso possedeva un armadio gemello. Era riuscito poi a Smaterializzarsi – senza patente – ed era finito dentro un gabinetto.
Non si ricordava granché di come fosse finito nell’Armadio, né di come avesse fatto a Smaterializzarsi in quelle condizioni.
Quell’estate rappresentava per loro l’ultima possibilità di stare insieme: i ragazzi avevano finito la scuola e da settembre avrebbero incominciato a lavorare. Laura e Claire se tornavano a Hogwarts per il loro terzo anno.
 
« Io so chi è» disse Bletchley, lungo disteso su una sdraio, con in mano un bicchiere di succo di zucca ghiacciato.
« E ti pareva» bofonchiò Pucey, passando finalmente le lettere a Laura e a Claire.
« Chi è?» incalzò Warrington.
Bletchely parlò a fatica, sonnolento: « È uno che suo padre ha un mucchio di soldi. Avrà sganciato un gruzzolo per comprare il titolo di Capitano».
Claire, dopo aver dato un’occhiata alla sua lettera, si unì alla conversazione.
« Laura, bisogna che tu entri nella squadra a tutti i costi, quest’anno!»
« Ci puoi scommettere!» le fece eco Pucey: « tu invece, Platino, non te la senti di provare le selezioni?» (quell’anno, Claire, sfoggiava la tinta biondo platino che Pucey le aveva regalato per Natale).
« Io? No, no. Non mi piace rischiare l'osso del collo seduta su una scopa» ridacchiò lei.
 
Il clima, da quelle parti, non era affatto teso.
Forse perché nessuno di loro aveva niente da temere se anche il Signore Oscuro era tornato all’attacco. Forse perché non avevano nemmeno voglia di pensare al momento in cui si sarebbero ritrovati di fronte a una scelta.
Claire cercava di non pensare al litigio con le sue vecchie amiche, perché subito le venivano in testa pensieri orribili e si incupiva.
Laura aveva notato che Claire era risentita e che c'era qualcosa che la preoccupava terribilmente, così tanto che preferiva dimenticare le vecchie amicizie in favore di quelle nuove.
Con Anton le cose andavano bene: si scrivevano più volte ogni settimana e lui non accennava a sparire più, come era successo per l’intero anno precedente.
Con Montague e gli altri ragazzi della squadra, la situazione era migliorata: Montague era troppo debole per fare l’offeso, così aveva incominciato a trattare Laura come un comune mortale e lei gliene era grata.
Gli altri la coccolavano come avevano sempre fatto, giocando un po' ma senza mai passare il confine.
Un nuovo anno a Hogwarts stava per cominciare, a discapito del pandemonio che infuriava nel mondo magico.
   
 
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