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Autore: Musical    29/01/2021    3 recensioni
Un'antica mummia è pronta a vendicarsi, fai attenzione, è dietro di te! Si nasconde nell'ombra, seguendo il suo obiettivo, la persona giusta da sacrificare per la sua amata Anck-su-Namun.
"Per l'ultima volta, Crowley, non voglio seguirti."
"E per l'ultima volta, signor Leggere-un-libro-non-è-pericoloso, sì, o ti costringerò a farlo."
"Oh, sono proprio curioso di sapere come lo faresti."
"Ho i miei metodi, angelo."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Anatema Device, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Madame Tracy, Newton Pulsifer
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 1924

Nel quartiere di Soho gli avevano detto che esisteva una libreria, vecchia, quasi antica, entrata in possesso di un uomo sulla cinquantina d'anni, tanto gentile e disponibile ad aiutare, quanto aggressivo e maleducato quando si voleva comprare un libro. La gente del posto gli aveva detto che quest'uomo era un esperto in materia e sicuramente avrebbe saputo dare una risposta concreta al suo quesito; si vociferava che avesse fatto domanda per entrare nella scuola Bembridge, anni prima, ma la risposta che ricevette, molti mesi dopo, fu negativa.
Nonostante questo, venne rassicurato ancora una volta: se non voleva attendere decenni per una risposta e voleva la risposta di un esperto, il proprietario della A. Z. Fell & Co. era il migliore in circolazione.

Il campanello fece presente che qualcuno aveva fatto il suo ingresso e il nuovo visitatore, un ragazzo appartenente alla borghesia, a giudicare dai vestiti, diede un'occhiata in giro, alla ricerca di quest'uomo. Il ragazzo compì anche qualche passo titubante, guardandosi attorno per scoprire dove si nascondesse il proprietario, nessuno gli aveva detto che era un tipo a cui piaceva nascondersi.
"Posso esserti d'aiuto, giovanotto?"
Una voce femminile attirò la sua attenzione e il ragazzo, alla vista di una donna anziana dai capelli rossi, sui quali erano infilzate delle piume dai colori sgargianti, fece un breve inchino per salutarla.
"Bu-Buongiorno, Signora, volevo porle una domanda."
La donna sorrise maliziosamente, posando il mento sul dorso di una mano, "Purtroppo questa sera Madame Tracy non ha possibilità di poterti rendere felice, mio caro, magari la prossima settimana posso trovare un momento," propose facendogli l'occhietto.
Il ragazzo chinò la testa e solo dopo essersi schiarito la voce tornò a parlare, "No. Vede, Signora--"
"Chiamami Madame Tracy."
"Madame Tracy, Signora, stavo cercando il proprietario della libreria."
"Oh," l'espressione della donna cambiò notevolmente, studiò un momento le fattezze del ragazzo, poi sorrise. "Vado a chiamartelo, dolcezza. Chi devo dire che l'attende?"
"Pulsifer, Madame, Newton Pulsifer."
Madame Tracy, dopo una mezza piroetta, si diresse in un angolo nascosto dagli occhi del ragazzo, il quale cercò di seguirla con lo sguardo il più possibile, ma non appena lei scomparve Newton rimase fermo, in attesa.


Madame Tracy sorpassò senz'alcuna fatica alcune pile di libri poste sul pavimento, era ormai abituata alle stranezze del proprietario, ma quando arrivò vicino alla poltrona dov'era solito sedersi, la donna attese il momento giusto per fargli presente della presenza di un ospite, un probabile cliente.
L'uomo, con gli occhiali da lettura, era seduto sulla poltrona, intento a leggere un libro, uno di quelli che avrebbe dovuto vendere, invece rimaneva nel retrobottega, insieme alla maggior parte degli altri libri, lontani da occhi indiscreti e poco rassicuranti; Madame Tracy vide l'uomo chiudere gli occhi, prendere un profondo respiro, e portare indietro la testa per appoggiarla allo schienale della poltrona, gesto che l'uomo di solito faceva per riprendersi dalla lettura di un paragrafo tanto perfetto quanto meraviglioso, era arrivato il momento giusto per parlare.
"C'è un giovanotto che la sta aspettando, Mr. Fell."
L'uomo si tolse gli occhiali, chiuse il libro e si sfregò gli occhi, aveva bisogno di riprendersi dalla lettura.
"Ormai siamo amici, Tracy, mi sento a disagio sentirmi chiamare per cognome. Mi fa sentire più vecchio di quanto sia in realtà."
"Non posso far vedere che tra noi c'è una certa amicizia, Aziraphale, la gente potrebbe iniziare a parlare. E non vorrei ritrovarmi nei giornali scandalistici con il titolo 'Madame Tracy non fa più parte della Bright Young People', sarebbe un vero scandalo."
Aziraphale si mise a ridere, rivolgendole uno sguardo complice, "E io non voglio essere, in alcun modo, la causa di questa tragedia. Ha detto come si chiama?"
"Newton Pulsifer. Non ha un viso familiare, non l' ho mai visto, credo che non sia di Londra."
"Ha detto cosa voleva?"
"A parte voler parlare con te, no. È un bel giovanotto, ha uno sguardo innocente e immacolato, ma sono sicura che ti piacerà."
Nell'alzarsi dalla poltrona, Aziraphale le lanciò un'occhiata di rimprovero, adorava parlare con la donna, però preferiva che certi argomenti fossero trattati in privato, lontani da orecchie che potevano riportare alle autorità.
"Vedrò cosa vuole," le rispose, dirigendosi verso la porta che divideva il retrobottega dalla libreria, pronto a mandarlo via se questo ragazzo era intenzionato a comprare qualcuno dei suoi libri.

Newton vide arrivare, dopo un paio di minuti da quando Madame Tracy era scomparsa, un uomo robusto dai capelli biondi, quasi bianchi, vestito con una lunga giacca beige e un panciotto, che gli sorrideva, anche se quel sorriso non sembrava cordiale, piuttosto era circospetto.
"Buongiorno, signor Pulsifer, Madame Tracy m'ha detto che voleva parlarmi."
"Buongiorno, lei è Mr. Fell?"
L'uomo appoggiò la mano su una superficie di legno, "Suppongo di sì, lei invece? Un giornalista?"
Newton scosse la testa, "Affatto, sono venuto solo a porle una domanda, mi hanno detto che lei è il migliore."
Aziraphale fece un sospiro, temeva quello che sarebbe successo da lì a pochi istanti, ma annuì, "Vox populi, vox Dei, dicevano. Prego, mi faccia la sua domanda."
Fu in quel momento che Newton portò la mano in una tasca del suo soprabito e ne tirò fuori un oggetto circolare e nero e glielo porse, "Mi hanno detto che se volevo una risposta esaustiva dovevo rivolgermi a lei."
Aziraphale aggrucciò lo sguardo, colto di sorpresa, e s'avvicinò al ragazzo, prendendo con delicatezza l'oggetto tra le mani, "Cos'è?"
"Speravo in una sua spiegazione, l'ho preso da mio zio, dopo esser tornato dall'Egitto."
Aziraphale Fell, grande studioso dei popoli antichi, esperto egittologo, ormai ritiratosi a vita tranquilla, cominciò a notare al tatto numerosi intagli lungo l'oggetto, fatto di pietra nera, fece dietrofront e si diresse nuovamente nel retrobottega a passi svelti.
"Già di ritorno, caro?," dalla libreria si sentì la voce di Madame Tracy porre questa domanda.
"La maledizione di diventare vecchi è dover usare un paio di occhiali per leggere le cose piccole," rispose la voce di Mr. Fell.
Newton, non aspettandosi una simile reazione, non seppe cosa fare in un primo momento; si sentì titubante nel seguirlo, incerto se era una buona idea farlo. In fondo quell'uomo non gli aveva detto niente, ma il ragazzo desiderava conoscere cos'aveva trovato, e fu solo la curiosità a fargli compiere i passi necessari per raggiungere nel retrobottega, trovando Madame Tracy, che gli fece un civettuolo occhiolino, e Mr. Fell con degli occhiali da lettura intento ad osservare meglio l'oggetto che Newton gli aveva dato alla luce del sole, i pochi dettagli erano alquanto riconoscibili.
"Guarda un po' qua," mormorò tra sé e sé Aziraphale, aggrottando lo sguardo mentre osservava l'incisione.
"Sono geroglifici, vero?"
"Geroglifici corsivi, per la precisione, ragazzo," gli rispose, leggendo la figura di un gufo, un pane e sotto un bastone inclinato con due estremità nella parte destra e bassa, "M e T... Mh... Chi è tuo zio, ragazzo?," domandò senza distogliere lo sguardo dall'oggetto.
"Colui–Che–Non, Commette. Adulterio... Pulsifer?"
Con sua enorme sorpresa, Newton non notò in Mr. Fell lo stesso sguardo di scherno che di solito facevano altre persone quando sentivano come suo zio voleva farsi chiamare. Invece, l'uomo non parve accorgersi di quel strano nome, solo Madame Tracy esordì con un "Nome alquanto bizzarro", ma era privo di malizia e Newton gliene fu molto grato.
"Ti ha detto dove l'ha trovato?," gli domandò Mr. Fell.
"Ha raccontato che gliel'ha dato un amico di vecchia data. Parlava di artefatti magici, stregoneria, voleva distruggerlo, ma mi sono proposto di cercare informazioni a riguardo. Così, eccomi qui."
Mr. Fell abbassò l'oggetto e puntò lo sguardo su di lui, aveva le sopracciglia aggrottate.
"Hai chiesto aiuto anche agli studiosi del Bembridge?"
Newton negò, "No Signore."
"Beh, avresti dovuto, invece. Lì troverai tutte le risposte che cerchi, sai lì ci lavorano solo i migliori. Ed io non sono alla loro altezza," concluse con un sorriso.
"Oh, suvvia, Aziraphale," s'intromise Madame Tracy, "Ti devo ricordare quante parole poco educate hai rivolto a quegli studiosi, dopo aver ricevuto la loro risposta negativa?"
Aziraphale s'irrigidì e le gote gli s'imporporarono dalla vergogna mentre tentò miseramente di riprendere la donna, "Qu-questo non... Queste non sono cose da dire, Tracy."
"Mi hanno detto che lei m'avrebbe dato una risposta, cosa che al Bembridge non avrebbero fatto."
"Ci credo che non l'avrebbero fatto, Mr. Pulsifer," Aziraphale tornò a guardare il giovane, serioso, "La maggior parte di questi manufatti sono solo dei falsi, l'avrebbero buttato non appena l'avessero ricevuto, non capendo che da un piccolo oggetto si potrebbero scoprire grandi cose."
"Lei, invece, non farà così... Vero?"
Aziraphale sorrise all'ingenua domanda di Newton, "Ragazzo mio, come hai potuto vedere sono uno che conserva parecchie cose all'interno di questa libreria."
"E dell'oggetto? Cosa mi può dire?"
Aziraphale sospirò, quant'erano poco pazienti i giovani d'oggi, "L'unica cosa che posso dirti è che è un oggetto che probabilmente veniva usato per conservare qualcosa, come i gioielli o unguenti. È strana la scritta incisa, un gufo sta per M, mentre il pane per T. Di solito, gli antichi egizi non usavano scrivere le vocali, nonostante questo, la parola è ben chiara. Una emme insieme ad una ti intendono dire morire. Probabilmente, era usato durante la mummificazione, ma oggigiorno non verrebbe usato molto."
Aziraphale tentò d'aprire l'oggetto, c'era infatti un piccolo pomello al centro di una delle due facce, ma trovò qualche difficoltà nell'operazione; provò allora a svitarlo, ma anche così non ottenne alcun risultato.
"Hai bisogno di un aiuto, caro?," gli domandò Madame Tracy.
"C-crrredo che... Si sia. Incastrato. Vediamo se così--" provò a pigiare un secondo sul pomello, nella speranza d'inclinare di poco il tappo, ma avvertì nell'altra mano, con la quale reggeva quell'oggetto, una sensazione di diversi punzoni che stavano premendo sul suo palmo verso l'esterno, e il leggero rumore di un meccanismo venne avvertito dai presenti.
Aziraphale capovolse immediatamente l'oggetto, mentre Madame Tracy e Newton s'avvicinarono per vedere cos'era successo. I punzoni che aveva sentito Aziraphale non erano altro che le punte di sei triangoli che avevano tenuto chiuso, all'interno dell'oggetto, un foglio di papiro, un po' logoro ai lati.
"Non credo che questo sia il portagioie che dicevi prima, Aziraphale."
"No, temo di no, Tracy."
"Che state aspettando, prendete il foglio e vediamo cosa dice."
Fu Newton a prendere il foglio, dato che Aziraphale era intento a lanciare un'occhiata a Tracy, e ad aprirlo, rilevando agli altri due cosa vi era segnato.
"Una mappa?"
"Per Hamunaptra?"
"Cosa sarebbe?," domandò Newton e fu Tracy a rispondergli.
"Hamunaptra è la Città dei Morti, un luogo dove venivano sepolti tutti i faraoni, le loro mogli e le persone più importanti dell'Antico Egitto, ricordo bene Aziraphale?," si voltò verso l'uomo con uno sguardo pieno d'aspettativa.
"Corretto, mia cara, ma... Ma Hamunaptra dovrebbe essere solo una leggenda. Insomma, non è segnata in alcuna cartina. Nessuno ne ha mai parlato, neanche quelli del Bembridge."
"Quindi dite che sia solo un falso?"
"No.", "Sì.", risposero in contemporanea Tracy e Aziraphale, facendo confondere ancora di più Newton.
"Tracy, per quale motivo uno dovrebbe credere ad una mappa? Hai presente tutti gli esploratori morti per andare alla ricerca di questa città?"
"Non erano abbastanza bravi."
"Forse è perché non esiste Hamunaptra?"
"O forse è perché non avevano una mappa? Mh?"
Sconvolto, Aziraphale prese fiato, gonfiò le guance e poi scosse la testa, sbuffando contrariato, "Questo è ridicolo, è assolutamente ridicolo. Mr. Pulsifer?," si rivolse a lui riconsegnandogli l'oggetto con un sorriso, "È stato molto gentile da parte sua farmi vedere questo pezzo d'antico valore."
"Ma io--" provò a dire Newton senza successo perché Mr. Fell lo stava spingendo verso l'ingresso.
"Come può vedere, si è fatto tardi, ed io devo assolutamente chiudere. Sono sicuro che a suo zio farà piacere sapere che questo non è un oggetto magico, portatore di sventura. Quindi faccia sonni tranquilli, e buona serata."
Newton si voltò appena in tempo per vedersi sbattere la porta in faccia; chinò il capo e sconsolato andò alla ricerca di qualche hotel per poter trascorrere la notte. Non era un ragazzo che credeva in queste cose, ma quando aveva visto quei geroglifici, gli venne in mente d'andare a cercare qualcuno che potesse aiutarlo a capire cos'era quello strano oggetto e magari dargli un valore approssimativo. In quegli anni, molte persone erano diventate interessate all'Egitto, ai suoi misteri, e in molti erano alla ricerca di oggetti esotici da mostrare agli ospiti, inventando anche delle avventure per renderli speciali. L'idea d'avere qualcosa d'importante tra le mani gli aveva dato la speranza di poter risanare la situazione finanziaria della sua famiglia, tuttavia a giudicare dalla risposta di Mr. Fell, quell'oggetto era solo un semplice contenitore d'unguenti, e la mappa contenuta all'interno conduceva in un posto che non esisteva nella realtà.


"Non sei stato molto gentile con lui."
Aziraphale, osservando il vino rosso all'interno del proprio calice, sospirò e bevve un sorso di quel liquore, assaporandone il gusto intenso e dolce più del dovuto.
"Hai visto lo sguardo che ti rivolgeva mentre lo cacciavi? Distrutto e sconsolato. Una cosa del genere non me l'aspettavo da te."
L'uomo si passò una mano sul volto, "E cosa avrei dovuto fare? Incoraggiarlo a seguire una chimera? Non vorrei che un ragazzo dalle buone maniere venga rovinato per... Una mappa."
"E se magari non fosse così?"
Aziraphale decise d'alzarsi dalla poltrona, fece un lento giro attorno alla stanza sotto lo sguardo vispo della donna, si fermò giusto per leggere dei titoli di alcuni libri che preferiva tenere nella stanza adibita a ufficio, lontani da occhi troppo critici. Occhi che non appartenevano in alcun modo, però, a Tracy.
La donna era solita far compagnia a Mr. Fell; non s'era mai sposata, aveva trascorso tutta la sua vita a Londra con le proprie attività particolari, decisamente mal viste dalla società londinese, specialmente quella porzione che frequentava la chiesa. Tuttavia Aziraphale, nonostante appartenesse a quest'ultima categoria, era molto particolare e avevano instaurato un ottimo rapporto d'amicizia, anche se avevano una ventina d'anni di differenza, basato sul rispetto reciproco e il non immischiarsi troppo nelle faccende altrui.
Inizialmente Aziraphale aveva sentito più volte lo sguardo curioso della donna alla ricerca di risposte, principalmente sul perché un uomo bello e benestante non s'era mai sposato, ma quando capì il motivo dietro questa decisione, Tracy non si permise di giudicarlo, o di chiamare la polizia, e la stessa cosa fece lui quando scoprì quali erano le attività di cui s'occupava Tracy. Da un semplice rapporto d'amicizia era poi diventato in un rapporto simile a zia e nipote e ciò comportava qualche libertà in più.
"Non voglio sentirmi responsabile della morte di un ragazzo."
"E se lo guidassi?"
"Come?"
Tracy s'alzò dalla sedia per raggiungerlo, gli massaggiò per qualche secondo le spalle e cominciò a parlargli, "Pensa un po'... Il giovane Mr. Fell--"
"Voglio ricordarti che ho cinquant'anni," la corresse sorridente, inclinando di poco la testa per guardarla.
"Per una che ha settantadue anni, sei ancora un aiutante giovanotto."
La risposta fece ridere di cuore Aziraphale e la donna ne approfittò per continuare il suo discorso.
"Il giovane Mr. Fell, esperto egittologo, colui che non venne accettato dagli studiosi del Bembridge, ha scoperto la mitica città perduta di Hamunaptra. Sarebbe interessante come titolo di un giornale."
"Cosa ti fa credere che lo seguirei?!"
Aziraphale s'era scostato dal tocco di Tracy, guardandola sconvolto, ma Tracy non si fece intimorire da quello sguardo, anzi, sorrise maliziosa e consapevole.
"Fammi indovinare... La tua voglia di conoscere e sapere?"
Aziraphale strinse un po' di più il calice, le palpebre gli tremarono e sentì perfettamente il cuore battergli contro il petto, eppure la testa era piena di dubbi, di insicurezze...
"Tracy, non credo che sia una buona idea," disse mentre chinava il capo.
La donna gli rivolse uno sguardo materno e gli appoggiò nuovamente una mano sulla spalla e l'altra sulla guancia dell'uomo, invogliandolo a farsi guardare.
"Ascoltami, Aziraphale, sei un uomo fantastico, intelligente e pieno di risorse. Non puoi farti condizionare da un giudizio negativo che ti è stato dato da persone che non ti conoscono. Non puoi nasconderti qua dentro, devi uscire a testa alta e dimostrare chi sei, senza farti arrestare, ovviamente. E se aiutare questo ragazzo può essere la soluzione, allora perché non approfittare? Mh?," gli strinse la spalla nel tentativo d'infondergli coraggio.
" Ho già viaggiato, ho visitato Parigi, Roma..."
"Sì, ma l'Egitto non è la stessa cosa, almeno così hanno detto i miei clienti."
Aziraphale si guardò attorno, vedendo tutti quei libri senza un custode per mesi... Forse per sempre... Il pensiero gli fece salire il panico e l'uomo fu costretto a posare il calice prima di afferrare le spalle.
"Tracy, promettimi che ti prenderai cura dei miei libri."
Fu in quel momento che Tracy si mise a ridere di cuore, "Gioia mia, credi che io rimanga qui? Londra è meravigliosa, ma non ho mai visitato l'Egitto."
L'espressione dell'uomo s'aggrottò, cominciando a diventare sospettoso, "Non è che mi stai convincendo ad andare lì, così tu puoi visitare l'Egitto?"
Tracy sorrise quasi colpevole e sbattè le ciglia un paio di volte, "Immagina se dovessi trovare Hamunaptra. Immagina lo smacco che daresti a quelli del Bembridge."
Aziraphale chiuse un secondo gli occhi e ci pensò, ci pensò davvero: il viaggio, i bagagli, decifrare la mappa e portarsi molti libri sull'argomento, qualsiasi fonte poteva essere necessaria, bisognava trovare il giovane Pulsifer, poi doveva trovare qualcuno del posto, qualcuno che conosceva bene quelle dune di sabbia, qualcuno che poteva difenderli, comprare i cavalli, i cammelli, organizzare il viaggio, pensare a qualcuno a cui lasciare la libreria... Poi, la sua mente cominciò a fantasticare, e gli spuntò un sorrisetto sulle labbra: la possibilità di trovare davvero Hamunaptra, i grandi tesori tanto decantati, le varie mummie dei faraoni, milioni di anni di storia pronti per essere riscoperti...
"Hamunaptra, Aziraphale. L'Egitto."
"Non voglio diventare famoso."
"E non lo diverrai se è questo ciò che vuoi, solo una piccola rivincita su quei bigotti."
"Hamunaptra..."
"Esatto."
"Bisogna trovare al più presto Pulsifer."
Tracy s'allontanò dall'abbraccio di Aziraphale, dirigendosi verso il telefono, una piccola diavoleria che Aziraphale aveva ma che non aveva mai usato, troppo affezionato alla carta e all'inchiostro delle lettere.
"Lascia fare a me, caro, vedrò di trovarlo il prima possibile."
E fu in quel momento che Aziraphale sorrise per davvero, eccitato. La città dei morti, il suo sogno fin da bambino stava divenendo realtà.








NdA: Quella volta che scopri che Evelyn non dice Cambridge, ma Bembridge... Quante volte avrò visto questo film e solo adesso me ne sono accorta! 😭😭😭
Ciao a tutti, se siete giunti fin'a qui sotto a leggere, vi ringrazio tantissimo. E ringrazio anche per la pazienza. Mi è sorto un piccolo dubbio, problema, con questa storia, per quanto riguarda Anathema: avevo in mente di renderla egiziana e, ancor di più, di farla appartenere al gruppo dei Medjai... Però non so se così facendo farei un torto enorme alla cultura egiziana, o anche a quella americana, viste le origini del personaggio. Ho già un'idea in mente su come comportarmi in merito, però mi piacerebbe avere un'opinione da parte vostra. Questo messaggio sarà presente sia nella versione italiana che in quella inglese della storia; influirà quello che dite sulla storia? Molto probabile. Se non volete che la vostra opinione appaia tra i commenti, potete benissimo mandarmi un messaggio privato, non ci sono problemi a riguardo. La domanda sarà valida fino al prossimo aggiornamento, se tutto dovesse andare bene sarà per Luglio (anche se, personalmente, spero un po' prima, verso Giugno). Grazie per l'attenzione, e vi ringrazio se volete darmi un consiglio.

   
 
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