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Autore: Scarlet Jaeger    29/01/2021    4 recensioni
Seguito di "It's my life".
Kai si trova a dover fare i conti con il suo passato.
Saya è innamorata e preoccupata sempre di più per Kai, nonostante lui continui a tenerla a distanza, cosa che la porterà a cercare di toglierselo dalla testa.
Yuri incontra di nuovo Julia e Boris sarà atratto da una misteriosa ragazza.
In più sta per iniziare un nuovo, particolare, campionato!
Come reagiranno i nostri protagonisti?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Julia Fernandez, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25 – Leave out all the rest
 



 
When you’re feeling empty
Quando ti sentirai vuota
Keep me in your memory
Tienimi nella tua memoria
Leave out all the rest
Lascia fuori tutto il resto
 
Linkin Park - Leave Out All The Rest


 
 
 
 
 
Era passata già una settimana da quando Mira Nakamura si era presentata al club di ginnastica ritmica, dando il via ad i primi dissapori con Saya. Non che la nuova arrivata le avesse mai detto qualcosa di sbagliato, anzi, solitamente non le rivolgeva nemmeno la parola, se non per un saluto veloce o qualcosa riguardante il club stesso, ma era riuscita comunque ad indispettirla.
Le aveva chiesto due volte di aiutarla con alcuni passi, e la nipote del presidente Ditenji aveva mandato giù un groppo amaro di saliva e l’aveva accontentata con fare amichevole, finendo lì la questione. Inoltre non le aveva mai chiesto perché fosse interessata al suo fidanzato, né l’altra ne aveva mai fatto accenno. Si incontravano solamente al club, e qualche volta nei corridoi, ma era proprio in quei momenti che Mira riusciva ad alterare Saya, perché salutava tutti con un semplice cenno della mano, tranne Kai, che salutava chiamandolo per cognome. Salutava in quel modo solo lui, e la cosa era apparsa così strana alla povera Saya che il suo umore nero solitamente si ripercuoteva su tutto il resto della sua giornata, soprattutto quando era l’ora di mettere piede in palestra, che solitamente faceva con fare imbronciato, momento in cui la sua “rivale” ne sembrava talmente soddisfatta da ridacchiare sotto i baffi senza essere vista.
Quella mattina invece, Saya era uscita dal cancello della sua villetta con aria imbronciata e Yuri e Boris, notando quello stato stranamente inquieto, avevano lanciato un’occhiata incuriosita a Kai, giusto per vedere la sua reazione, ma il ragazzo era rimasto impalato con le sopracciglia leggermente aggrottate, probabilmente preoccupato per quello strano stato d’animo mostrato dalla sua compagna.
«Buongiorno», asserì infatti lei, senza una particolare intonazione nel tono della voce, e senza minimamente degnare della sua considerazione i suoi compagni, almeno fino a che non fu il suo fidanzato a fermare la sua camminata, afferrandola per un braccio per far sì che si voltasse verso di lui. Solo in quel momento notò i suoi occhi bassi e leggermente lucidi.
«Hey…», iniziò, ma lei non lo stava minimamente calcolando, per cui decise di riprendere a parlare mostrando un’espressione corrucciata, «mi sarei aspettato almeno un saluto…», le disse alzando gli occhi al cielo, e solo in quel momento lei incrociò il suo sguardo.
«Scusa…», gli soffiò in risposta, afflosciando le spalle fino a che non arrivò a poggiare la testa nell’incavo del collo di Kai, che di rimando la strinse a sé, per farle capire di dover stare tranquilla, visto che non riusciva a farlo a parole. Bastò quella stretta per far riprendere a Saya un contegno ed un piccolo sorriso, che la costrinse a staccarsi da lui per baciarlo sulle labbra, nel loro solito saluto mattutino. Fu Kai però a metterci più impeto del solito, probabilmente per cercare di tranquillizzarla. Non si era mai ritrovato in quella situazione e per lui era alquanto strano. Non si era mai fermato a pensare che un giorno avrebbe dovuto fare i conti con la gelosia della sua compagna, né che una ragazza venuta da chissà dove si sarebbe divertita a tormentarla. O che si sarebbe divertita a tormentare lui, perché per quanto ci avesse provato, non era riuscito a dare una risposta al perché Mira Nakamura avesse iniziato a salutarlo come se fosse stato una sua vecchia conoscenza. Aveva anche provato a scavare nella memoria, magari in passato aveva avuto a che fare con lei e non lo ricordava, come in fondo era successo con Hisashi Fujima, ma al primo mal di testa sopraggiunto dal troppo rimuginare aveva convenuto di lasciar perdere presto quella causa.
Lui voleva solamente che Saya stesse tranquilla e quello sarebbe dipeso da lui. Se lui non avesse dato modo alla Nakamura di insistere, non ci sarebbe stato motivo che la sua compagna fosse gelosa.
 
 
 
Boris invece aveva osservato il bacio dei suoi amici con uno sguardo strano, in un misto tra il risentito e lo sconsolato, perché non riusciva minimamente a capire cosa ci trovasse la sua nuova amica nel suo compagno russo. Ma in fondo Kai era affascinante, misterioso e, suo malincuore, doveva ammettere che era anche molto bello, per questo aveva anche lui fiordi di ragazzine al seguito, alla stregua di Fujima, anche se non lo seguivano dappertutto come le spasimanti seguivano il presidente d’istituto, altrimenti Kai le avrebbe fatte scappare tutte alla prima occasione, visto il suo caratteraccio. E poi Boris era sicuro che al suo compagno non interessasse niente e nessuno al di fuori della sua Saya. In fondo ci aveva messo così tanto per averla tutta per sé, che difficilmente qualcuno sarebbe riuscito a spezzare il legame che lui aveva instaurato con lei. Purtroppo però, Mira stava facendo nascere molti dubbi nel cuore della nipote del presidente, per quello Kuznetsov era molto pensieroso in quell’ultimo periodo, ma non ne aveva ancora fatto parola con nessuno. Né aveva parlato a qualcuno di quello che si erano detti, o del fatto che lui le avesse raccontato del suo passato.
E non lo aveva detto nemmeno a Yuri…
Tuttavia per la prima volta si era sentito quasi invidioso di Kai, e quella per lui era una cosa decisamente assurda! Che lui fosse geloso di Hiwatari era una cosa inconcepibile, eppure era bastata una donna per sconvolgerlo così tanto nel profondo, e quella era un’altra delle tante cose inconcepibili che ultimamente gli stavano succedendo. Però, visto che la Nakamura era riuscita a fare breccia nel suo cuore, lui avrebbe lottato fino a quando quella causa non sarebbe stata del tutto persa. Quando Mira si sarebbe accorta che con Kai non ci sarebbe stato nulla che lei potesse fare, allora forse si sarebbe messa l’anima in pace e lui avrebbe potuto provare a conquistarla. Era un piano perfetto a pensarci, se solo non si fosse imbambolato a guardare Kai come se avesse voluto ucciderlo da un momento all’altro. Infatti quest’ultimo se ne accorse, così come se ne accorsero Saya e Yuri, che lo guardarono con un sopracciglio alzato, mentre Hiwatari gli scoccò una delle sue occhiatine di sufficienza.
«Qualche problema?», asserì infatti il nippo-russo, notando come il compagno avesse spostato lo sguardo da lui con un sonoro sbuffo contrariato. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare Boris era quella di essere beccato dal diretto interessato mentre lo fissava in preda ai suoi pensieri, eppure lo aveva colto proprio in fallo e lui si sentì così maledettamente imbarazzato…
«Nessun problema…», ribadì secco, voltando loro le spalle ed iniziando a camminare verso la stazione della metropolitana, sotto gli sguardi interdetti dei tre ragazzi che si era lasciato addietro.
Solo Saya però era riuscita a cogliere la verità dietro quell’atteggiamento, e forse non era l’unica gelosa nel quartetto... Se lei si sentiva gelosa di Mira, a quanto pareva Kuznetsov lo era di Kai. Lei aveva notato come Boris fosse corso dietro alla ragazza dai capelli corvini, dopo che l’aveva vista per la prima volta nel corridoio della scuola, e soprattutto dopo che lei aveva salutato il suo fidanzato senza un’apparente motivazione. Inoltre pensò che tra loro doveva essere successo qualcosa il giorno della vigilia di natale, ma quel giorno lei lo aveva passato per la maggior parte con Kai e quindi non si era potuta rendere conto di nulla. Non si era nemmeno accorta dell’avvicinamento di Yuri e Julia...
Quando varcarono il cancello della scuola però, insieme alla spagnola, i cinque ragazzi si prodigarono a raggiungere presto gli armadietti d’entrata, per cambiarsi così le scarpe e raggiungere finalmente le loro classi.
Tuttavia Yuri e Julia si attardarono un po’ nel cortile, per salutarsi degnamente visto che non riuscivano mai a fare la strada insieme, quindi gli altri raggiunsero il loro armadietto in religioso silenzio. Solo Saya spostava di tanto in tanto lo sguardo da Boris a Kai, notando il fatto che da quando Mira Nakamura era apparsa in quella scuola il russo non punzecchiava più il suo compagno come al solito. Era sempre stato propenso a fargli battutine solo per il gusto di vederlo incavolarsi, invece da una settimana a quella parte Boris non gli aveva detto nulla di particolarmente sconvolgente, e non lo aveva più convolto nelle sue battutine eloquenti, e la cosa era parsa un po’ strana alla ragazza. Non aveva detto nulla perché Kai sembrava rimasto lo stesso di sempre, e poi perché non era mai lui a rivolgere parola all’amico, per cui non sapeva dire se lui si fosse accorto del cambiamento del compagno o meno, ma prima che avesse potuto dire qualsiasi cosa, Saya notò una famigliare capigliatura nera sbucarle da dietro le spalle.
«Ciao ragazzi!», sorrise la nuova arrivata, stranamente di buonumore rispetto ai suoi standard, come poté notare Boris. In quei giorni le aveva fatto compagnia per pranzo, ma non avevano parlato tanto come il primo giorno. Tra loro c’erano sempre stati degli strani silenzi, rotti spesso dallo stesso Boris, per farle domande quasi inutili su come fosse andata la giornata, in classe ed al club, o se si fosse trovata bene con i suoi nuovi compagni di scuola. Insomma, cose futili, alla quale lei rispondeva giusto per cortesia che per vero e proprio interesse, e lui lo aveva capito, per quello non era mai riuscito ad andare al nocciolo della questione. C’era una cosa però che non gli era mai passata inosservata, ed era il sorriso che lei aveva sempre sul suo bel volto ogni volta che i suoi occhi ametista raggiungevano la figura di Kai, e lui si sentiva pervaso da una rabbia alla quale non sapeva dare una reale spiegazione.
La stessa che sentiva di provare Saya.
«Buongiorno Hiwatari!», lo salutò infatti Mira, constatazione che servì a far alzare lo sguardo del diretto interessato sulla nuova arrivata, anche se le riservò solamente uno sguardo di sufficienza col pelo dell’occhio, ma quello bastò ad infiammare la nipote del presidente Ditenji, che mostrò tutta la sua contrarietà chiudendo lo sportello dell’armadietto con fin troppo fervore. Però non disse nulla, perché voleva vedere cosa avesse avuto in mente di fare la sua compagna di corso, per cui si voltò con le braccia conserte ed osservò di sottecchi il suo fidanzato, osservato a sua volta da Boris.
Ma Kai notò subito lo sguardo adirato di Saya, nonostante lei non avesse proferito parola, ed i suoi occhi leggermente accigliati furono l’unica cosa che a lui interessò. Si squadrarono per alcuni secondi e Mira era proprio al centro di quello sguardo penetrante, tanto che ne sentì l’intensità sulla pelle quasi fosse una scarica elettrica. Sul suo volto però sopraggiunse anche un sorrisetto soddisfatto, che tuttavia notò solo il russo alle spalle di Hiwatari, nonostante non riuscì a comprenderne bene il significato, ma alla fine la Nakamura decise di voltarsi ad incrociare lo sguardo della sua compagna di corso.
«Buongiorno Ditenji», le sorrise, e solo dopo aver sentito il suo cognome Saya decise di spostare lo sguardo dal suo fidanzato, per portarlo negli occhi violacei della sua nuova rivale, e riservarle uno sguardo che difficilmente sarebbe stato frainteso. Ma Mira, vedendo che lei non rispondeva al suo saluto, decise di farle un sorrisetto e piegare leggermente la testa di lato con fare curioso.
«Sai, un amico mi ha sempre detto che è maleducazione non rispondere quando uno ti saluta», le disse, e sotto quelle parole il cuore di Boris fece un doppio salto carpiato, perché si era accorto che stesse parlando proprio di lui.  A volte lo strano modo della ragazza di non rispondere ai saluti l’aveva incuriosito, e lui glielo aveva sempre fatto notare o rinfacciato, come aveva fatto il primo giorno che si erano incontrati, alla vigilia di natale per la festa alla BBA.
La nipote del presidente Ditenji però si sentì incredibilmente colpita da quella constatazione, anche se era stata detta con un tono di voce stranamente amichevole, ma il risentimento che le avevano lasciato quelle parole non sarebbe passato facilmente. Non si sarebbe nemmeno voluta abbassare al suo livello, né farsi mettere i piedi in testa da lei. Avrebbe voluto solamente voltarle le spalle stizzita ed andarsene da lì il più in fretta possibile, invece prese un copioso respiro e sciolse la posizione impettita, per assumerne una che voleva sembrare più rilassata.
«Buongiorno», convenne di risponderle, seppur avesse usato un tono incredibilmente seccato. Anche Boris e Kai se ne accorsero, e fu proprio quest’ultimo che si voltò verso il compagno russo, per scoccargli uno sguardo scocciato e per intimargli di togliere il prima possibile Mira Nakamura da davanti i suoi occhi e quelli della sua compagna.
Ma per fortuna non servì l’intervento di Kuznetsov.
«Beh, ci vediamo al club allora…», le rispose baldanzosa la nuova studentessa, soddisfatta di quello che aveva visto in quei pochi minuti, e senza dire altro si voltò verso Kai, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. «Ci vediamo Hiwatari», gli disse con un cenno della mano, prima di riprendere a camminare verso la rampa di scale, ma fu solo quando notò Boris, rimasto impalato al suo posto con una faccia incredibilmente contrariata, che decise di fermarsi e spostare la sua attenzione su di lui.
«Ciao Kuznetsov», lo salutò allegramente, nonostante l’occhiata ancora più contrariata che lui le riservò. Ancora non era riuscito a capacitarsi di ciò che aveva appena visto, né del perché lei continuasse a minacciare così indirettamente Saya, ma purtroppo aveva un brutto presentimento. In fondo aveva ben capito che lei avesse voluto portarle via Kai, anche se Boris era estremamente sicuro che non ci sarebbe mai riuscita. Se così fosse stato lo avrebbe davvero conciato di botte, e quella volta sul serio, ma in ogni caso voleva provare a dargli fi fiducia.
Kai non poteva essere così stronzo...
«Mi accompagni in classe?», gli chiese poi la ragazza, ed il povero russo non riuscì a sottrarsi a quella particolare richiesta. Voltò con sguardo basso le spalle ai suoi amici ed invitò Mira a seguirlo, sotto gli sguardi interdetti degli altri due, che osservarono basiti il comportamento fin troppo accondiscendente del compagno, fino a che lui non sparì dalla loro vista.
«Incredibile…», soffiò Kai, e lo fece con voce particolarmente adirata, chiudendo con un tonfo l’anta dell’armadietto sotto un’occhiata decisamente contrariata di Saya.
«Continuerai a dirmi che non la conosci?», gli chiese però lei, facendo appello a tutto il suo auto controllo per mantenersi calma, nonostante il tono di voce leggermente incrinato.
Fu in quel momento che Kai si voltò definitivamente verso di lei, guardandola con un sopracciglio alzato e l’aria più o meno apprensiva, nonostante il fastidio che gli aveva procurato tutta quell’assurda situazione. Non era la prima volta che Saya gli chiedeva una cosa simile. Fin dal primo giorno era stata perentoria nel cercare di capire se conoscesse quella ragazza o meno, e lui aveva sempre negato con convinzione, ed anche in quel momento si scoprì ad annuire con un sospiro spazientito.
«Come ti ho già detto non l’ho mai vista prima…non la conosco», ammise con un’alzata di spalle, senza che ebbe minimamente spostato lo sguardo dagli occhi taglienti della sua compagna, che di rimando iniziava seriamente a stufarsi del comportamento di Mira.
«Non conoscevi nemmeno Fujima, eppure…», lo ragguagliò però lei, con il tono di voce di chi la sapeva lunga, e lo sguardo decisamente troppo saccente per i gusti di Kai, e quella presa di parole lo lasciò basito per alcuni secondi, oltre il fatto di averlo incredibilmente indispettito.
Saya non si stava più fidando di lui? Ma se così fosse stato come avrebbe potuto dimostrarle che quella era la verità? Perché litigare per una sconosciuta era proprio l’ultimo dei suoi voleri, come il rischiare di perderla per un malinteso o per i giochetti di una ragazza fin troppo furba.
Purtroppo fu l’arrivo di Yuri e Julia a far morire in bocca a Kai una qualsiasi risposa a quell’accusa.
«Che succede?», chiese infatti il rosso, dopo aver notato la strana tensione che si era creata tra i due, ed Hiwataru stava anche per rispondergli a tono, provando a dire che non era il momento propizio per fare la morale, ma fu Saya a fargli morire le parole in gola per la seconda volta.
«Succede che il tuo amico ha vuoti di memoria…», accusò il fidanzato, scoccandogli un’occhiataccia che gli fece sorgere sul volto un’espressione decisamente corrucciata, prima di voltarsi stizzita in direzione delle scale, iniziando a camminare a grandi falcate per lasciarlo volutamente indietro.
«È successo qualcosa?», rimarcò la domanda Yuri, quella volta diretta a Kai, che di rimando aveva seguito con lo sguardo la compagna fino a che non era sparita dietro l’angolo.
«C’è che qualcuno sta mettendo a dura prova la mia già scarsa sopportazione», sbruffò, prima di lanciarsi all’inseguimento di Saya, lasciando così i nuovi arrivati a guardarsi tra loro con un’occhiata perplessa.
 
 
 
«Mi dici perché ti comporti così?»
Boris aveva afferrato Mira per un braccio, prima che lei avesse potuto entrare in classe, e l’aveva trattenuta in corridoio per capire cosa le fosse passato per la testa.
Lei invece non aveva fatto una piega, e dopo essersi liberata da quella presa era rimasta a braccia conserte in mezzo al corridoio, a guardarlo con un sorrisetto fin troppo sornione per i gusti del ragazzo.
«Così come?», fece la finta tonta, guardandolo con un sopracciglio alzato, ma lui non si fece fermare da quella finta aria bonaria e si imbronciò più di quanto già non fosse.
«Perché stai cercando in tutti i modi di far indispettire Saya?», le chiese ancora, sperando che almeno a quella risposta lei rispondesse sinceramente, ma purtroppo anche quella speranza crollò drasticamente quando lei ridacchiò sotti i baffi.
«L’ho davvero fatta indispettire?», chiese retoricamente, «beh, mi dispiace, non era mia intenzione. Sto solo lottando per avere ciò che voglio, è così sbagliato?», fece spallucce, ma quella presa di parole fece invece alzare un sopracciglio al russo.
«Stai cercando in tutti i modi di soffiarle Kai, ma come ti ho già detto non ci riuscirai…», fece spallucce lui, aprendosi in un sorrisetto sardonico molto simile a quelli che ogni tanto mostrava lei, e quella volta fu Mira ad imbronciarsi.
«Io aspetterei a dirlo…», commentò acidamente e lui la perforò con il suo sguardo eloquente.
«Stai indispettendo anche lui…», le disse, e vide lo sguardo della ragazza sgranarsi appena sotto quelle parole, fatto che gli lasciò dentro una certa soddisfazione.
«Come ha fatto a conquistarlo?», chiese poi di punto in bianco lei, ammutolendo così il ragazzo, che si era ritrovato ad aggrottare le sopracciglia in uno sguardo incredibilmente pensoso.
Come aveva fatto? In realtà non lo sapeva nemmeno lui. A pensarci non sapeva nulla della loro vita o della loro storia, a parte la gelosia che li aveva pervasi entrambi da quando avevano messo piede in quella scuola, ma non sapeva nulla di quello che avevano vissuto prima di allora. Aveva visto Kai baciarla nel primo campionato del mondo, ma oltre quello non c’era stato null’altro tra loro da quando li aveva rivisti al campionato mondiale, né aveva sentito Kai nominarla almeno una volta. Lo aveva visto lanciarle occhiatine di sfuggita quando era sicuro che nessuno lo avrebbe visto, soprattutto quando Saya era stata fin troppo vicina ad Hitoshi Kinomiya, ma dalla sua voce non aveva mai sentito un lamento di contrarietà. Pensava che a Kai non fregasse nulla di lei o del mondo, fino a che non lo aveva visto preso di mira da Fujima e gli Shall Killer. Solo in quel momento Boris si era reso conto di quanto fosse importante per lui quella ragazza. Aveva visto quanto male si erano fatti reciprocamente, e quanto lei avesse sofferto per lui, perché lui stesso era stato vittima di quella sofferenza. Saya l’aveva baciato in seguito alla disperazione dettata da uno dei loro tanti litigi, eppure non si era mai fermato a chiedere ad uno dei due come si fossero conosciuti o come si fossero innamorati. E, sinceramente, nemmeno gli interessava. Tutto quello di cui gli importava in quel momento gli stava di fronte, ma lei voleva Kai Hiwatari, e quella consapevolezza gli aveva stretto il cuore più di quanto ci tenesse ad ammettere.
«Che ti importa di come ha fatto? Lui sta con lei, quindi fattene una ragione», ci tenne però a dirle, dopo averla perforata con uno sguardo tagliente, e quando le vide fare una smorfia contrariata rimase anche incredibilmente soddisfatto, ma poi lei sbuffò appena e tornò la stessa di sempre.
O almeno così credette Boris.
«Hai ragione, non mi interessa», gli sorrise, «pranziamo insieme?», gli chiese poi, più seriamente, e sotto quella richiesta fu lui ad ammutolire, perché non si sarebbe aspettato che lei avesse voluto passare di nuovo del tempo con lui. Non dopo ciò che era successo.
Però si ritrovò ad annuire e lei lo salutò con un cenno della mano ed un piccolo sorriso, prima di voltargli le spalle ed entrare in classe, lasciandolo di nuovo basito.
Forse non era ancora tutto perduto...
 
 
 
 
Kai era riuscito a tranquillizzare Saya, anche se gli era servito un certo sforzo ed un’incredibile auto controllo per non sbottare contro i loro compagni curiosi, che avevano seguito con interesse tutti i loro discorsi. In altre circostanze non avrebbe mai parlato di qualcosa di così personale in corridoio, ma quello era un caso particolare, perché la sua compagna sembrava incredibilmente risentita e sull’orlo di una crisi di pianto, probabilmente dettata dal nervoso, e sapere che in fondo era stata anche colpa sua lo aveva reso altrettanto nervoso.
Tuttavia, dopo l’intenso bacio che le aveva dato, la ragazza era riuscita a sciogliere la tensione avvertita e quello per lui era l’importante. Non gli importò nemmeno degli sguardi scioccati che le loro compagne di classe avevano riservato loro. Anzi, lo avevano reso incredibilmente soddisfatto, perché quel bacio forse avrebbe fatto mettere l’anima in pace alle ragazze che gli stavano ancora dietro, e forse le avrebbe fatte desistere dal continuare ad importunarlo.
Ma se la situazione con Saya poteva ritenersi sistemata non lo era quella con Mira Nakamura, perché avrebbe davvero voluto sapere che cosa avesse avuto in mente di fare quella strana ragazza, anche se una piccola idea se l’era fatta. Inoltre non voleva continuare a far stare male la sua compagna per colpa di qualcosa che non esisteva, e che faceva incavolare per primo lui stesso, per cui voleva mettere fine a quell’assurda situazione e ci sarebbe stato solo un modo per riuscire a farlo.
Chiese il permesso di andare in bagno poco prima della pausa pranzo, e lo fece cercando di farsi vedere sofferente dal professore, così che lui avesse acconsentito a lasciarlo uscire, e si alzò dalla sedia sotto gli sguardi perplessi della sua compagna e dei due russi seduti dietro di loro.
Solo Boris però ebbe un brutto presentimento, e non lo nascose nemmeno quando Saya si voltò a guardarlo, ed in quello sguardo c’era un’intesa che Yuri non riuscì a comprendere a pieno.
Ma Kai era già sparito oltre la porta, e con passo risoluto era salito al piano superiore, quello in cui c’erano le aule delle seconde sezioni.
Si posizionò poi con le spalle addossate ad una finestra del corridoio, e con le braccia conserte attese il momento propizio per dare il via al suo piano.
Infatti, quando la campanella suonò la pausa, osservò meticolosamente ogni alunno che usciva da quelle aule, cercando con lo sguardo la fonte dei suoi pensieri, ed era così preso dalla sua ricerca che non prestò la minima attenzione a nessuno, ma quando la vide, con i capelli neri raccolti nella coda alta che le aveva visto quella mattina, si spostò dalla sua posizione e le andò incontro con sguardo risoluto.
«Hey», la richiamò e quando lei voltò il suo sguardo ad incrociare il suo, uno strano brivido gli percorse la schiena. Era diverso dai brividi che avvertiva quando le mani calde di Saya gli sfioravano la pelle, o quando lei lo osservava intensamente, ma non seppe classificarli e quello gli lasciò dentro una certa inquietudine, soprattutto quando vide il sorrisetto soddisfatto che spuntò sulle labbra di Mira.
«Hiwatari, che sorpresa…», si mostrò civettuola e leggermente imbarazzata, ma poi riprese a parlare, «cercavi me?», chiese speranzosa, spostando come suo solito la testa di lato.
«Seguimi», decretò però lui, imperioso, voltandole le spalle ed iniziando a camminare verso la rampa di scale, e lo fece sotto un sorrisetto fin troppo soddisfatto della ragazza, che senza farselo ripetere due volte fece come le era stato imposto, seguendo Kai fino a che non arrivarono sulla terrazza del tetto.
«Allora, mi volevi parlare?», gli chiese poi lei, senza avergli neanche dato il tempo di chiudere la porta alle sue spalle, il cui tonfo scandì la fine della sua stessa frase.
«Sì», ammise lui, assottigliando lo sguardo per farsi più minaccioso, com’era solito essere con i suoi avversari, ma lei non fece una piega. Rimase con le braccia dietro la schiena ed un sorriso smagliante stampato in faccia, che riuscì ad indispettirlo ancora di più.
«Volevo sapere se ci conosciamo», le disse spiccio e coinciso, come solo lui sapeva essere, e quella frase lasciò leggermente interdetta la ragazza, che impiegò alcuni secondi per guardarlo prima di decidersi a rispondere.
«No, a malincuore non ci conosciamo, ma io conosco te. Ho seguito tutte le tue sfide a Beyblade durante i vari campionati, ed in un modo o nell’altro mi hai sempre attirata. Ho ammirato il tuo modo di giocare e sono rimasta molto impressionata dal tuo Dranzer», gli disse amichevolmente, e quella mezza dichiarazione lo lasciò leggermente spiazzato, perché tutto si sarebbe aspettato di sentire tranne che una cosa del genere.
«Mh…», commentò però lui, laconico, assottigliando lo sguardo per cercare di captare una qualsiasi reazione strana da parte della ragazza, ma a parte il sorriso forse troppo tirato di lei, non notò nulla di strano. «Capisco», concluse infine, perentorio, voltandole definitivamente le spalle. In fondo non aveva null’altro da dirle. La sua curiosità era stata in parte soddisfatta, ed aveva capito che non era altro che un’altra delle sue spasimanti, forse più determinata delle altre, ma a lui non interessava. Non voleva far preoccupare Saya, e stava già per mollarla da sola in mezzo alla terrazza, perché aveva aperto la porta con tutte le intenzioni di richiudersela presto alle spalle, ma la voce di lei gli arrivò dritta alle orecchie quasi fosse stata una minaccia.
«Io non mi arrendo», commentò, e quelle parole lo bloccarono sul posto, facendogli arrivare alle labbra un sorrisetto fin troppo stizzito.
«Fai pure», ridacchiò sotto i baffi a presa in giro, facendo spallucce senza neanche voltarsi a darle udienza. «Nemmeno io mi arrendo però, perché c’è già una persona nel mio cuore, che non potrà mai essere sostituita», commentò, «da nessuno», decretò infine, avanzando di un passo e lasciando che la porta interrompesse finalmente quella conversazione.
Ma quando il tonfo della porta ruppe il silenzio, Mira Nakamura si ritrovò a ridere di gusto nella solitudine della terrazza.
 
 
 
 
Quando misi piede in palestra il mio umore tornò di nuovo nero, perché avrei dovuto sopportare nuovamente la presenza della ragazza che ci stava provando spudoratamente con il mio compagno.
Dopo che fu tornato in classe, Kai mi rivelò quello che si erano detti con Mira, quando era andato a cercarla durante la ricreazione, compresa la mezza dichiarazione che lei gli aveva fatto, e devo dire che quella consapevolezza non mi meravigliò affatto. Lui però voleva capire solo se si conoscevano, e dopo che lei ebbe smentito quella possibilità mi sentii più tranquilla, anche se non lo ero del tutto. In fondo era chiaro che lei avesse voluto conquistarlo, anche se lui mi aveva chiaramente detto di che non gli importava.
Inoltre mi stava seriamente preoccupando il comportamento di Boris, perché avevo capito fin da subito che quella strana ragazza non gli era del tutto indifferente. Lo avevo capito da come gli era corso dietro il primo giorno che la incontrammo nel corridoio, e dal fatto che avesse totalmente cambiato atteggiamento nei confronti di Kai.
Avevo anche provato a parlarne con lui nella pausa pranzo, quando il nostro compagno russo non era presente, ma lui come al suo solito aveva superato la questione con un’alzata di spalle, dettata dal puro menefreghismo. Tipico.
Tuttavia non riuscii a tranquillizzarmi nemmeno durante all’allenamento, perché quel giorno avrebbero dovuto comunicarci la formazione definitiva, quella che avrebbe presenziato ai campionati interscolastici, e forse era anche quello a rendermi nervosa. In quei giorni ero stata così tanto distratta da tutto ciò che mi stava succedendo che ero finita per fare un sacco di errori, deludendo così la presidentessa del club, che invece aveva sempre riposto in me molta fiducia.
Ero così tanto amareggiata ed incavolata per colpa di Mira che non ero più riuscita a fare un allenamento decente. Inoltre continuavo a dare a lei tutte le colpe di quello che ero stata costretta a vivere, anche di quando il nostro capitano scandì con voce eloquente i nomi delle candidate.
Chiamò la prima atleta.
La seconda.
La terza.
La quarta…
Mancava solo un nome ed io non ero stata ancora chiamata. Feci una smorfia e mi sbilanciai per cercare di inquadrare la fonte dei miei pensieri, e la trovai baldanzosa in fondo alla fila, che ascoltava diligentemente le parole della presidentessa. Ma quando lei scandì con devozione l’ultimo nome, il mio cuore si fermò per un secondo, facendomi sussultare.
«Mira Nakamura», disse il nostro capitano, ed io smisi di respirare.
Tuttavia cercai di mostrarmi per lo meno menefreghista riguardo a quello che avevo appena sentito, perché ero sicura di avere il suo maledetto sguardo addosso.
Ci era riuscita.
Era riuscita a sottrarmi il posto come titolare. E stava cercando in tutti i modi di indispettirmi…ma, soprattutto, di portarmi via Kai…
La odiavo. Con tutta me stessa.
Fine capitolo 25
 
 
 
 
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Colei che scrive:
Ma salve e ben trovati in questo capitolo un po’ movimentato xD perché Mira Nakamura a quanto pare è riuscita ad indispettire tutti, anche voi! xD E sono felice di averla resa per lo meno misteriosa :P sono però curiosa di leggere le vostre congetture a riguardo XD
La storia sta volgendo quasi verso la fine, siamo oramai agli ultimi capitoli (e vi posso dire per certo che ce ne saranno ancora 5, perché sono già scritti xD), ma non temete, perché ci sarà un continuo (più breve, ma ci sarà xD non sono pronta ad abbandonare i miei personaggi >.< xD).
Bene, detto questo spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto :3 e come sempre mi scuso per gli errori se ci sono stati >.<
Passo poi a ringraziare come sempre i recensori, che mi danno sempre la spinta per andare avanti *^* grazie!, chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite, e tutti i lettori silenziosi giunti fino a qui :3
Al prossimo aggiornamento! Che può essere tra quattro o cinque giorni, chissà eheheh
  
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