Leonessa
Un tempo sognavo:
Correre con le gazzelle
Maestria ed eleganza
Di un passo concesso
Verso la libertà.
Un tempo ambivo:
Astuzia da volpi,
Per liberarmi dagli intrighi
E dalle passioni mondane
Verso il trionfo.
Un tempo ostentavo:
Portamento da cigno,
Un manto di candore
Smascherato da un fuoco
Brulicante di speranza.
Niente
Di queste tre cose avevo
Né libertà, né trionfo, né speranza
Ma le desideravo così ardentemente
Da cadere brutalmente nell'ignoranza.
Ero una debole, che proiettava
In altri desideri reconditi,
Metafore inespresse,
Celate ai ricordi,
Ma vivide nell'oblio.
Ero vulnerabile perché inconsapevole
Di un potere formidabile,
Custodito nell'anima,
Inaccessibile alla mente
Svincolato dal cuore.
Limiti e confini non possono trascendere
La nostra cruda esistenza
Solo noi ne abbiamo la facoltà
Eppure proviamo, cadiamo, falliamo.
Ci innamoriamo.
Di tutto e tutti,
Fuorché di una missione
Fuorché della nostra identità:
Scegliere noi stessi non è peccato
Bensì inesplorato coraggio.
Forza di combattere, di costruire,
Di cancellare la vergogna,
Di debellare gli ostacoli,
Di eradicare il tossico,
A cui avevamo disperatamente ancorato le nostre radici.
Con il senno di poi mi sono accorta
Che solo una leonessa avrebbe potuto prenderne atto
Che solo una leonessa avrebbe compiuto tale scelta -
L'ho reclamata dalle tenebre.
Era sepolta dopo secoli di battaglie,
Perse o vinte, caotiche o distruttive,
Si era abbandonata al crocevia dei sentimenti.
Dimenticando il groviglio di radici
Che la sosteneva in alto sulle nuvole.
Era caduta come un angelo,
Ma era risorta con metà vigore.
Aveva scelto una "nuova" vita all'insegna dell'amore,
Ma aveva ricevuto da se stessa
Solo sabotaggi a oltranza.
Esausta da un circolo vizioso,
Fatto di prova-e-crolla, tira-e-molla,
Ha deciso di resettare, rigenerare, ricominciare.
Con un nuovo codice genetico, una nuova identità.
In realtà sempre la sua, prima imbrigliata da catene,
Incatenata da limiti,
Limitata da sé.
Come leonessa si è fatta strada,
E ora d'acciaio è diventata.
Correre con le gazzelle
Maestria ed eleganza
Di un passo concesso
Verso la libertà.
Un tempo ambivo:
Astuzia da volpi,
Per liberarmi dagli intrighi
E dalle passioni mondane
Verso il trionfo.
Un tempo ostentavo:
Portamento da cigno,
Un manto di candore
Smascherato da un fuoco
Brulicante di speranza.
Niente
Di queste tre cose avevo
Né libertà, né trionfo, né speranza
Ma le desideravo così ardentemente
Da cadere brutalmente nell'ignoranza.
Ero una debole, che proiettava
In altri desideri reconditi,
Metafore inespresse,
Celate ai ricordi,
Ma vivide nell'oblio.
Ero vulnerabile perché inconsapevole
Di un potere formidabile,
Custodito nell'anima,
Inaccessibile alla mente
Svincolato dal cuore.
Limiti e confini non possono trascendere
La nostra cruda esistenza
Solo noi ne abbiamo la facoltà
Eppure proviamo, cadiamo, falliamo.
Ci innamoriamo.
Di tutto e tutti,
Fuorché di una missione
Fuorché della nostra identità:
Scegliere noi stessi non è peccato
Bensì inesplorato coraggio.
Forza di combattere, di costruire,
Di cancellare la vergogna,
Di debellare gli ostacoli,
Di eradicare il tossico,
A cui avevamo disperatamente ancorato le nostre radici.
Con il senno di poi mi sono accorta
Che solo una leonessa avrebbe potuto prenderne atto
Che solo una leonessa avrebbe compiuto tale scelta -
L'ho reclamata dalle tenebre.
Era sepolta dopo secoli di battaglie,
Perse o vinte, caotiche o distruttive,
Si era abbandonata al crocevia dei sentimenti.
Dimenticando il groviglio di radici
Che la sosteneva in alto sulle nuvole.
Era caduta come un angelo,
Ma era risorta con metà vigore.
Aveva scelto una "nuova" vita all'insegna dell'amore,
Ma aveva ricevuto da se stessa
Solo sabotaggi a oltranza.
Esausta da un circolo vizioso,
Fatto di prova-e-crolla, tira-e-molla,
Ha deciso di resettare, rigenerare, ricominciare.
Con un nuovo codice genetico, una nuova identità.
In realtà sempre la sua, prima imbrigliata da catene,
Incatenata da limiti,
Limitata da sé.
Come leonessa si è fatta strada,
E ora d'acciaio è diventata.