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Autore: Mia_hp    25/08/2009    13 recensioni
-Grattastinchi del cazzo- sbotto cercando la bacchetta per asciugarmi.
-Ron-
-Shh Hermione! La partita- la zittisco subito.
-Ronald- ripete- Quella non è la pipì di Grattastinchi-
Mi volto e la guardo sorpreso, credo di avere un punto interrogativo sulla testa come in quei fumetti babbani –E tua? Te la sei fatta addosso?- non riesco a trattenere una risata.
-Ronald Weasley, mi si sono rotte le acque!- esclama, rossa in viso esasperata.
Eh? Cosa?
Le si sono rotte le acque? Nooo, non è mica possibile mancano ancora tre settimane!
Ma chi vuole prendere in giro?
Mi giro verso di lei sicuro- Amore, non devi inventarti nessuna scusa…non sei riuscita a trattenerti, può succedere a tutti- le dico, ridacchiando.
-Razza di imbecille!- esclama, cercando di alzarsi dal divano.
Mi sa di averla fatta arrabbiare, ma che ho detto?
-Ronald, se non vuoi che tuo figlio nasca qui…sul divano, usa la smaterializzazione congiunta e portami al San Mungo- esclama, cercando di trattenere un gemito di dolore.
Oh Merlino! Ma sta dicendo sul serio, sto per diventare padre!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Rose Weasley

Rose Weasley

 

Oggi, ventisei Gennaio, è una giornata ventosa e fredda, una pioggia tagliente cade dalle grosse nuvole londinesi, ed io e mia moglie, Hermione Granger, stiamo tranquillamente seduti sul divano…beh non proprio tranquillamente: io guardo la finale della coppa di Quiddich saltando su e giù dal divano ogni dieci secondi, con in mano una burrobirra.

I Cannoni di Chudley contro i Falmouth Falcons.

La mia squadra non vince una finale dal lontano 1892 ed io sono costretto a guardarla giocare a casa, tramite la parabola.

Dopo aver comprato i biglietti e speso mezzo stipendio la mia cara mogliettina mi ha velatamente minacciato con un’occhiataccia dal significato: se vai a quella partita, lasciandomi sola a casa, giuro che chiederò il divorzio e che nostra figlia lo vedrai soltanto in fotografia.

Ebbene si…Hermione è incinta, mancano solo tre settimane al parto e non fa altro che avere crisi di nervi e io da bravo marito sopporto.

Sapete a chi ho dovuto vendere i miei adorati biglietti?

Susu, buttate un nome, non sarà difficile indovinare: a Draco Malfoy, il mio peggior nemico che, ovviamente tiferà per la squadra avversaria.

-Dai dai! Miseriaccia parala…non è così difficile- urlo versandomi sul maglione alcuni pop corn. A proposito di maglioni..

Volete sapere l’ultima fissa di Hermione?

Mi cuce orribili cardigan di lana con spaventosi disegni e pretende anche che li indossi per andare a lavoro e non soltanto a casa, così mi tocca sorbirmi le prese in giro di Harry in ufficio.

Ma dico io quale uomo sano di mente indosserebbe dei golf con su disegnato dei fiori o strani omini informi? Nessuno ve lo dico io, il problema è che dirle la verità vorrebbe dire passare un’ora a guardarla piangere sulla mia spalla, il labbro tremulo e la solita frase “tu non mi ami più”.

Il mio jeans si bagna leggermente di un liquido caldo…quell’odioso gatto arancione mi deve aver fatto di nuovo la pipì sopra, secondo me lo fa apposta. Quell’ammasso di pulci mi odia da quando incidentalmente l’ho chiuso in cantina per quattro giorni senza acqua ne cibo, poi sfortunatamente Hermione l’ha trovato prima che morisse assiderato.

-Grattastinchi del cazzo- sbotto cercando la bacchetta per asciugarmi.

-Ron-

-Shh Hermione! La partita- la zittisco subito.

-Ronald- ripete- Quella non è la pipì di Grattastinchi-

Mi volto e la guardo sorpreso, credo di avere un punto interrogativo sulla testa come in quei fumetti babbani –E tua? Te la sei fatta addosso?- non riesco a  trattenere una risata.

-Ronald Weasley, mi si sono rotte le acque!- esclama, rossa in viso esasperata.

Eh? Cosa?

Le si sono rotte le acque? Nooo, non è mica possibile mancano ancora tre settimane!

Ma chi vuole prendere in giro?

Mi giro verso di lei sicuro- Amore, non devi inventarti nessuna scusa…non sei riuscita a trattenerti, può succedere a tutti- le dico, ridacchiando.

-Razza di imbecille!- esclama, cercando di alzarsi dal divano.

Mi sa di averla fatta arrabbiare, ma che ho detto?

-Ronald, se non vuoi che tuo figlio nasca qui…sul divano, usa la smaterializzazione congiunta e portami al San Mungo- esclama, cercando di trattenere un gemito di dolore.

Oh Merlino! Ma sta dicendo sul serio, sto per diventare padre!

-Calmiamoci, non facciamoci prendere dal panico! Allora respira a cagnolino…su, così- le dico cercando di ricordarmi cosa ci ha spiegato Mrs Holter al corso per padri e madri che Hermione mi ha costretto a frequentare.

Ma come cazzo si respira a cagnolino?

Mi avvicino a lei e le accarezzo la pancia e assumo un tono di voce convincente –Su piccolina di papi…non puoi uscire in questo momento! Susu torna indietro-

-La valigia! Non ho neanche preparato la valigia!- strilla, dandomi una manata sul naso- Vai a farla! Subito!-

Cosa? In un momento come questo pensa ai bagagli?

Con mia figlia che è più di qua che di la? Miseriaccia che male! Se il mio naso, già brutto e lungo di suo, avrà danni permanenti me la paga!

-Ci sarà tempo dopo per quello, adesso andiamo al San Mungo- la prendo per il braccio delicatamente, cercando di metterla in piedi, girare su me stesso per poi scomparire.

Ti prego per tutte le mutande sporche di Merlino, non farmi spaccare proprio in questo momento, non ne sarebbe il caso non trovi?

Con mia grande felicità siamo arrivati nel posto giusto senza problemi, se non contiamo che il mio maglione, quello fatto a mano con due gatti viola sopra, (avete mai visto dei felini viola voi?) è ricoperto di vomito.

Hermione deve essere una delle poche persone al mondo che può vomitare e, quasi, partorire nello stesso tempo.

Il San Mungo è pieno di gente che entra o esce, infermiere che portano in giro per i corridoi malati e medimaghi che corrono da una parte all’altra.

-Infermiera?- urlo, cercando di attirare l’attenzione di qualcuno –INFERMIERA?-

-Ah, Ron sbrigati! Non ce la faccio più-

La faccio sedere su una sedia a rotelle che miracolosamente ho trovato, okok…dopo aver spostato di peso un vecchio dalla gamba ingessata.

Ma la mia è un emergenza no?

-RONALD! Ma che fai? Rimetti subito il signore lì. Maleducato!- mi sgrida Hermione pestandomi un piede.

Oh mamma mia che esagerata, neanche l’avessi ammazzato! Fai bene agli altri tu!

Anche adesso che è in queste condizioni non riesce a pensare prima a se stessa!

E io, ora dove la faccio sedere?

-Signore le serve una mano?- mi domanda un’infermiera

Oh grazie Merlino!

Prima che possa rispondere, mia moglie interviene aggressiva –Ho un bambino che non vede l’ora di uscire dal mio utero! Che cosa le ha fatto pensare che ho bisogno d’aiuto?- ride, una risata isterica.

Credo stia per esplodere.

E un solo pensiero mi passa in mente: meno male che non sono femmina.

L’infermiera non batte ciglio; chissà quante donne in queste condizioni avrà visto e, con fare professionale appella una sedia a rotelle, la fa sedere e inizia a spingerla verso un corridoio alla nostra sinistra –Tu- mi dice Hermione, indicandomi -Seguimi-

Perché ho altre scelte?

-La sala parto numero tre e il dottor Dempy sono liberi…fra pochi minuti potremo iniziare- ci spiega l’infermiera mentre mi passa una specie di camice e una mascherina che devo indossare se voglio assistere al parto.

Mmm…ora che la guardo bene è veramente una bella ragazza, sisi: alta, snella, un seno prosperoso…

Hermione mi guarda con aria truce…che abbia capito a cosa sto pensando? Noo, impossibile.

Oppure si…

Mi lancia un’altra occhiata avvelenata come a dirmi: sisi guardala adesso perché fra un po’ avrai gli occhi così pesti che non riuscirai neanche a mettere i piedi uno d’avanti all’altro senza inciampare.

Le rivolgo un sorriso innocente, avvicinandomi al lettino dove è stesa mentre il medimago le sta spiegando la procedura.

Mamma mia, ma quella è mia moglie: il viso rosso e sudato con un’espressione dolorosa, i capelli ricci più arruffati del solito.

Perfino la mia prozia Muriel è più affascinante di lei.

Ripeto: meno male che non sono femmina.

-…non si preoccupi, è leggermente sottopeso ma il bambino è sano quindi non ci saranno particolari problemi. Iniziamo..-

-Amore, tu rimarrai al mio fianco vero? Non te ne andare…non mi abbandonare eh-

-Si, sono qui- e per avvalorare la mia tesi le prendo una mano sudaticcia.

-Ahh, avverti Harry. E Ginny. E la tua famiglia. E la mia. Ahhhh- 

-Su. Spinga...-

E sento Hermione che urla, strilla, grida.

Ma fa davvero così male?

Povera Mamma…cosa ha dovuto subire per ben sette volte!

Poi un pensiero…OH CAZZO! MISERIACCIA! Quell’essere dovrà tirare fuori mia figlia da ! Lì, lì!

STOP! STOP!
Se quell’uomo mette le mani dove non dovrebbe giuro che sarà l’ultima cosa che farà in vita sua.

Quel posto è off limits!

-Mi scusi…- alzo la voce cercando di sovrastare le grida di Hermione…oh mio Dio sembra  una mucca al mattatoio.

Devo fermarlo…non posso guardare mentre tocca la…beh avete capito, di mia moglie!

Assolutamente NO!

Ok, Ronald una scusa…dì qualsiasi cosa.  

-Guardate un Ricciocorno Sc…Ahhh- 

Quella è mia figlia!

SBAM!

L’ultima cosa che vedo è una piccola testolina sporca e, con il tonfo della mia caduta che mi risuona nell’orecchie…svengo.

Mi risveglio seduto su una sedia della sala d’aspetto. Neanche su un letto.

Per quanto tempo sono svenuto? Beh direi abbastanza dato che la mia famiglia al completo è intorno a me.

-Ron finalmente! Siete tutti così voi maschi, troppo delicati: voi svenite, noi soffriamo le pene dell’inferno!- mi critica mia sorella Ginny, mentre accarezza la testa a James, il figlio cha ha avuto un anno fa, anche lei è incinta: quinto mese.

 -Complimenti amico! – mi dice Harry mentre mi abbraccia. E’come un fratello per me.

Eccola qua la mia famiglia: mia madre che ha il viso sotterrato in un fazzoletto e non smette di piangere per la felicità, mio padre che l’abbraccia cercando di farla smettere, George che sta intrattenendo i miei nipotini insieme a Bill, che ha in braccio Victoire. Charlie, che è in Inghilterra per lavoro, sta chiacchierando con Audrey, la moglie di Percy. Quella sì che è una Santa Donna!

Per un attimo mi si stringe il cuore pensando a l’unica persona che manca: Fred.

Ma è un attimo, scaccio via questo pensiero. So che anche lui, dovunque sia, mi starà facendo gli auguri e magri mi starà prendendo in giro.

-Scusate- un infermiere ci interrompe- Se volete vedere la bambina potete andare da quella parte- e ci indica un piccolo corridoio- La signora Weasley mi ha riferito che vuole riposare e che vi ringrazia tutti-.

Neanche fossimo la Carica dei 101 camminiamo da quella parte: dietro ad un grande vetro, dentro a delle cullette di ferro riposano una decina di bambini con al polso un piccolo braccialetto con il loro nome, peccato che a questa distanza non si legga niente.

-Quella è di sicuro mia nipote!-esclama George –Non vedete com’è bella? A preso tutto da me-

-Si, è vero! Ha il naso Weasley!- concorda Bill

-Chi vuole una cioccolata calda? Fratellino, sgancia qualche galeone…dobbiamo festeggiare!- riprende George e appellando il mio portamonete prende per mano i bambini e sparisce.

E piano piano se vanno tutti, per ultima mamma che mi abbraccia nuovamente.

Mi guardo intorno, non c’è nessuno – Sei proprio bella-

-Grazie Weasley, modestamente con un padre così- la voce strascicata di Malfoy mi distrae dai pensieri.

Ormai ho imparato a conoscerla.

-Malfoy? Ma di che parli?- domando- E poi tu non dovresti guardare la finale?-

Draco si avvicina a me e indica il bambino con il quale stavo parlando –Sei più idiota di quanto credessi, quello non è tuo figlia ma è il mio. Scorpius per l’esattezza.- mi spiega- Mia moglie ha partorito poco fa perciò non sono andato da nessuna parte, e ti farà piacere sapere che la tua squadra,dopo due secoli, finalmente si è portata un campionato a casa-

Divento rosso tanto quanto i miei capelli.

Merlino che figura di merda proprio con Malfoy!

-Ah- riesco a mormorare

-Beh Weasley, grazie per i complimenti a mio figlio e auguri!- e dicendomi così se ne va.

-Auguri anche a te- gli grido dietro.

Mi giro nuovamente verso i neonati, ma allora chi è mia figlia?

Giro su i tacchi e mi dirigo verso la stanza di Hermione.

Entro nella stanza in punta di piedi, non voglio svegliarla…sarà a pezzi.

Mi siedo in una sedia vicino al suo letto e le accarezzo delicatamente la guancia, lei apre gli occhi- Ronald- borbotta

-Come va?- chiedo

La sua risposta viene interrotta dall’arrivo di un’infermiera dall’aria materna, che trascina un lettino in ferro con mia figlia dentro.- E’ arrivata la piccola Rose- ci annuncia.

Finalmente la vedrò!

La prende in braccio e la sistema nelle braccia di Hermione –Io vi lascio, la vengo a prendere tra un po’-

-Rose?- domando sicuro di aver sentito male. Hermione voleva chiamarla Charlotte, un nome che a mio parere stonerebbe con Weasley e che a dirla tutta fa schifo!

-Non era quello che volevi? Lei è più un tipo alla Rose- mi spiega sorridendomi

-Amore la sai una cosa? Sono l’uomo più felice del mondo. E sai perché?-

-Iluminami- mi dice, sorridendo, mentre mi porge Rose.

-Ho sposato te, sono appena diventato padre di una splendida bambina, I Cannoni di Chudley hanno sconfitto i Falmouth Falcons e sai chi mi ha dato la notizia?

Draco Malfoy! Non ha potuto vedere la partita perché sua moglie ha avuto le doglie! – le spiego contento.

-Sei sempre il solito Ronald! Ed è per questo che ti amo-

-Anche io Hermione, anche io!-

 

 

 

 

 

 

 

 N.B.: Non so la data di nascita ne di Rose ne di Scorpius,  ma mi piaceva farli nascere a poca distanza. Anche per far felice Ron che scoprirà che neanche il suo peggior nemico Draco Malfoy (*.*) non è potuto andare allo stadio per godersi la partita per il suo stesso motivo xD

I personaggi di questa fan-fiction non sono miei, appartengono tutti a J.K. Rowling ed io li uso momentaneamente senza fini di lucro o simili…ma puro divertimento.

Bene ragazze, spero di avervi fatto ridere almeno un po’!

 Fatemi sapere cosa ne pensate^^!

Kiss

                                                                                                                                                        Greta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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