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Autore: Abby_da_Edoras    30/01/2021    13 recensioni
Questa long fic è il sequel della mia serie di OS sulla quinta stagione di "Vikings" e, ovviamente, è la mia versione della sesta stagione della serie TV, con molti cambiamenti rispetto alla trama e alle dinamiche tra i personaggi. Aethelred è finalmente a Kattegat con Hvitserk e gli altri e si ambienta sempre meglio nella nuova realtà, purtroppo però i problemi da affrontare sono molti e inaspettati, primo tra tutti il comportamento sempre più strano di Hvitserk... Senza spoilerare la mia stessa storia, posso anticiparvi che le esperienze che i due si troveranno a vivere finiranno per separarli come coppia (non come amici) e che, pian piano, nasceranno nuovi amori... alcuni a sorpresa, altri un po' meno (credo). Insomma, il mio delirio percorrerà nuove strade!
Grazie a chi segue con tanto affetto queste mie storie e in particolare a Innai Mari, Ciuffettina, Aliseia, Elgas... e altri desideratissimi!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono ad autori, registi e produttori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Hvitserk, Ivar, Lagertha
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Cap. 2: Between the flags

 

Cliffs and holes, exploding lights
Blinded fear, we have no nights
Burning fires, heaven's gone
Every day we're on the run

Beneath the sun, we're only one
Beneath the sun, we all are one

Between the flags I stand alone
Desert heat and winter's cold
Mother Earth can't save her crown
Fallen trees and white flags down!

(“Between the flags” – Moonsun)

 

Hvitserk aveva preso molto sul serio l’idea che Aethelred gli aveva involontariamente suggerito. Parlare con gli dei, certo! Così avrebbe finalmente conosciuto il suo fato e poi, dopo aver compiuto ciò che gli dei volevano da lui, avrebbe potuto concedersi di vivere serenamente con il suo Principe e renderlo felice come meritava.

Il problema, casomai, era il metodo che Hvitserk aveva ritenuto ideale per avere un colloquio a tu per tu con gli dei: assumere funghi allucinogeni che lo avrebbero portato direttamente in presenza di Odino e compagnia bella!

Ora, teniamo conto che per i vichinghi, così come per molti popoli, specialmente in Oriente, usare sostanze allucinogene era davvero un modo per raggiungere il Nirvana, il Valhalla, comunicare con le divinità e quant’altro e non soltanto una scusa per farsi un trip, ad ogni modo la cosa non sempre funzionava come avrebbe dovuto e per Hvitserk non funzionò affatto.

Quella sera Hvitserk e Aethelred si trovavano nella Sala del Trono insieme a Bjorn e sua moglie, la Regina Gunnhild. O, per essere più precisi, Bjorn e Gunnhild erano nella dimora, Hvitserk se ne stava fuori (in tutti i sensi), mangiucchiando i famosi funghi e innaffiandoli con idromele e Aethelred lo guardava allibito, senza capire bene cosa stesse facendo ma rendendosi perfettamente conto del fatto che non era per niente nella sua forma migliore! Con i lunghi capelli biondi sporchi e scarmigliati e il viso pallido e affilato tremava talmente che doveva tenere il boccale con due mani per riuscire a mandare giù un sorso senza rovesciarsi tutto addosso, inoltre ogni tanto si guardava intorno con aria sperduta, come se vedesse o sentisse qualcosa.

Ah, sì, le voci degli dei, come no?

Aethelred stava per dirgli qualcosa quando fu Bjorn a parlare, rivolto un po’ a tutti.

“Ho deciso di rispondere al grido di aiuto di Re Harald” dichiarò. “Non posso dimenticare che lui ha aiutato me a riconquistare Kattegat.”

Gunnhild annuì, pensierosa.

“Per me è una follia” commentò Hvitserk con una voce strana che non sembrava nemmeno la sua, e a quanto pareva lui di follia iniziava a intendersene piuttosto bene… “ma tanto a te non importa cosa penso!”

Bjorn, Gunnhild e Aethelred si voltarono a fissarlo, ma Hvitserk neanche se ne accorse. Pareva molto più interessato ai bisbigli e alle ombre che evidentemente udiva e vedeva piuttosto che alle persone reali che lo circondavano.

“Invece io penso che sarebbe ora che ti facessi un bagno e ti schiarissi le idee” gli disse Aethelred. “Ma guardati, sei in condizioni pietose, sono giorni che ti trascini ubriaco da mattina a sera, finirai per distruggerti!”

“Non è vero” replicò Hvitserk. “Sono almeno tre giorni che non mi ubriaco più… perlomeno non più degli altri vichinghi. E sto benissimo!”

Il giovane non mentiva del tutto, in effetti era vero che da tre giorni non si ubriacava più, visto che aveva iniziato ad assumere i funghi. Sul fatto che stesse benissimo… beh, era quanto mai lecito dubitarne! Non era più aggressivo come nei giorni in cui beveva, non si rivolgeva più in malo modo al prossimo, ma in compenso aveva iniziato a udire strani sussurri e a vedere ombre negli angoli, ancora non meglio definite.

Aethelred, che era una persona educata, attese che Hvitserk avesse finito di bere e mandar giù quella roba dall’aspetto poco invitante, poi lo prese per un braccio e lo aiutò ad alzarsi.

“Non stai bene per niente e, se non vuoi deciderti a darti una bella ripulita, ci penso io a te” disse.

In realtà il giovane Principe voleva solo sfidare il suo compagno, spingerlo a prendersi maggior cura di se stesso… però Hvitserk era troppo allucinato per cogliere i significati più profondi delle frasi. Circondò le spalle di Aethelred con l’altro braccio, ridacchiando, lo strinse a sé e gli rispose a tono.

“Vuoi lavarmi tu, allora? Va bene, non c’è bisogno di farla tanto lunga…”

Bjorn e Gunnhild li guardarono allontanarsi senza batter ciglio, del resto per loro non c’era niente di cui scandalizzarsi… ma il povero Principe sassone era diventato paonazzo!

“Hvitserk… ma cosa dici? Sei sicuro di non aver bevuto troppo ancora una volta?” esclamò.

“Te l’ho detto, non sono ubriaco” ripeté il giovane, mentre si dirigeva verso le loro stanze con passo malfermo, mezzo appoggiato a Aethelred e mezzo trascinandolo. “Volevi che mi lavassi? D’accordo, allora dovrai aiutarmi…”

Aethelred chiese ad una serva di riempire la tinozza della stanza adiacente alla camera da letto di acqua calda e, quando tutto fu pronto, invitò gentilmente Hvitserk a lavarsi. Il giovane vichingo, senza tanti falsi pudori, si stava già spogliando sotto i suoi occhi e il Principe divenne di tutti i colori.

“Senti… se hai bisogno di aiuto chiamami…” mormorò, profondamente imbarazzato.

“Certo che ho bisogno di aiuto, non hai visto che sono un po’ debole?” fece Hvitserk, malizioso, finendo di spogliarsi e entrando nella vasca. In effetti l’acqua calda gli faceva bene, lo faceva sentire più rilassato e quindi poteva anche permettersi di provocare un po’ il suo timido compagno.

Insomma, in qualche modo, un po’ da sé e un po’ con l’aiuto di Aethelred, Hvitserk riuscì a lavarsi e a sentirsi anche meglio, ripulito e riscaldato. Avvolgendosi in un telo per asciugarsi, si accorse che Aethelred, invece, si era bagnato i vestiti per aiutarlo a lavarsi…

Il vichingo prese il Principe e lo condusse con sé accanto al fuoco, poi iniziò a baciarlo e a togliergli i vestiti bagnati.

“Non vorrai prenderti una malattia con questi vestiti bagnati, vero?” gli disse mentre lo spogliava. A quanto pareva i funghi allucinogeni avevano anche un altro effetto su Hvitserk, questa volta non del tutto spiacevole. Catturò la sua bocca e la divorò con baci sempre più profondi e intimi, mentre ogni fibra del suo essere bramava una fusione totale. Aethelred accolse timidamente i baci del suo compagno e le sue carezze più audaci, poi Hvitserk fu su di lui, si fece largo nel suo corpo morbido e vellutato cercando di prolungare al massimo il piacere e godendo di ogni singolo istante, fino a perdersi con lui in un oceano di passione. In quei momenti sembrava che non esistesse nient’altro e che anche il biondo vichingo riuscisse a perdersi nella passione e nella tenerezza, senza incubi e allucinazioni che lo tormentavano.

Una volta che si furono asciugati grazie alle fiamme del camino, Hvitserk portò Aethelred sul letto e si sdraiò su di lui, riprendendo a baciarlo in modo sempre più intimo e accarezzandolo fino a fargli perdere il lume della ragione, fino a fargli mordere il labbro inferiore per soffocare i gemiti. Poi, con delicatezza, continuò ad accarezzarlo e si fece nuovamente strada nel suo corpo. Fu paziente, attento e premuroso come sempre, facendo in modo che il corpo del Principe si adattasse al suo. Le ondate di piacere si fecero sempre più incalzanti, i loro corpi sempre più all’unisono fino alla fine, un lungo istante di estasi assoluta seguito da un languido calore nei loro corpi.

La tensione sembrava finalmente svanita e i due giovani scivolarono in un sonno tranquillo, sempre rimanendo allacciati l’uno all’altro, e Aethelred cominciava a pensare di essersi sbagliato, che Hvitserk non stava veramente male, che forse si trattava solo di una conseguenza dei giorni in cui si era ubriacato e che poi sarebbe stato bene, doveva solo riposare e riprendersi.

Nel cuore della notte, però, il Principe fu svegliato bruscamente da qualcosa e si rese conto che Hvitserk era seduto sul letto, tremando disperatamente, fissando ombre nel buio che solo lui poteva vedere e parlando a bassa voce, parole e frasi indistinguibili che Aethelred non riusciva a comprendere. Preoccupato, il giovane lo abbracciò.

“Hvitserk, che ti succede? Ti senti male?” gli domandò.

Il ragazzo tremava ma era ricoperto di un sudore gelido e i suoi occhi avevano di nuovo un’espressione allucinata, anche se il Principe non poteva vederlo bene nell’oscurità. Poiché non rispondeva alle sue domande, Aethelred insisté, sempre più angosciato.

“Hvitserk, mi senti? Rispondimi, dai, non farmi preoccupare. Cosa stai guardando? Non c’è niente là!”

Eh già, Aethelred non poteva vedere e nemmeno sognarsi le immagini spaventose che i funghi allucinogeni mostravano al suo vichingo...

“Ivar… c’è Ivar con un pugnale… devo ucciderlo prima che ci aggredisca!” mormorò il giovane, completamente stravolto (e strafatto, direi anche!).

Aethelred era sgomento.

“Ma come… Ivar in questa stanza? Non c’è nessuno, Hvitserk, te l’assicuro. Forse hai avuto un incubo, hai sognato Ivar e adesso…”

“No, non era un incubo, è tutto reale. Devo ucciderlo, è la mia missione!” ripeté Hvitserk.

“Stai tranquillo, non c’è nessuno” cercò di tranquillizzarlo il giovane. “Anzi, adesso mi alzo e accendo le candele, così anche tu potrai vedere che ci siamo solo noi nella camera. E’ stato solo un incubo, capita anche a me, sai?”

Aethelred fece per alzarsi, ma Hvitserk gli afferrò il polso e lo trattenne con una certa veemenza.

“No, non muoverti! Ivar è lì, se ti alzi ti ucciderà, vuole proprio questo, vuole che ti veda morire, vuole massacrare tutte le persone che mi sono care!” esclamò, con voce rotta.

Con infinita pazienza e cercando di mantenersi calmo e deciso, il Principe staccò la mano di Hvitserk dal suo polso (pensando che la mattina dopo avrebbe avuto un bel livido, vista la forza con cui lo aveva afferrato…) e poi aiutò il ragazzo a distendersi di nuovo, accarezzandogli il viso e i capelli.

“Non c’è nessuno. Pensaci un attimo, Hvitserk: siamo nella dimora reale, Ivar non potrebbe mai entrarvi, ci sono le guardie e i servitori” gli spiegò con dolcezza e determinazione. “Tu hai sognato Ivar che ci aggrediva nel sonno e ti sei svegliato credendo che fosse vero, è tutto qui.”

Oh, no che non era tutto lì. Quello era solo l’inizio delle terribili allucinazioni che avrebbero tormentato il giovane vichingo fino quasi a farlo impazzire, ma Aethelred non poteva saperlo e in quel momento credeva che Hvitserk soffrisse di una sorta di disturbo post-traumatico da stress, o comunque si definisse a quei tempi una cosa del genere!

In qualche modo, il ragazzo si rimise a letto, stringendo tra le braccia il suo Principe che gli parlava con tanta tenerezza e che lo illudeva che le cose potessero migliorare.

“Capisco perché hai questi incubi proprio adesso” continuava a dirgli Aethelred, coccolandoselo. “Finché eravamo in battaglia dovevi essere lucido e combattere, adesso però siamo in pace e tu ti ritrovi nei luoghi dove Ivar ti ha umiliato, mortificato e fatto del male, per questo credi di vederlo, ma è solo questo, tu credi di vederlo.”

Hvitserk non rispose, visto che era convintissimo di vedere davvero tutto ciò che vedeva… comunque si lasciò accarezzare e tranquillizzare da Aethelred, abbracciandolo forte e ripromettendosi di proteggerlo da Ivar a qualsiasi costo. Doveva continuare a prendere quei funghi, naturalmente, perché solo così avrebbe saputo come doveva fare per ucciderlo e compiere la volontà degli dei…

Pian piano, abbracciati, accoccolati, i due giovani si riaddormentarono, esausti per le prove che avevano affrontato.

Senza sapere che erano solo all’inizio.

Fine capitolo secondo

 

 

 

 

   
 
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